Pietro Pacciani è nato ad Ampinana nel comune di Vicchio del Mugello il 7 gennaio 1925. Di professione contadino.

Soprannominato “Vampa” dai paesani, forse per il colorito del suo viso sempre rosso, o anche perchè sin da ragazzo era sempre di umore sanguigno e sempre pronto a discutere e menare le mani.

Fino al luglio 1940 Pietro Pacciani a vissuto ad Ampinana Fornace 298, è stata la prima residenza, nel Mugello.

Partigiano nel periodo della guerra, combatte i tedeschi nel 1945. Soprannominato “Paletta” in quanto usava questo nome per indicare la vanga usata per scavare trincee e fortini. Durante questo periodo salva la vita ad un compagno ferito, gli tampona la ferita con un pezzo di stoffa della sua camicia e lo porta a spalla sino all’ambulanza. Si trattava di Dante Ricci che poi laureatosi in giurisprudenza diverrà il suo difensore nel 1951 per il delitto della Tassinaia.

Torna di casa a Paterno al civico 223 dal 18 ottobre 1945 fino al 1 luglio 1951 quando si trasferisce, sempre in Paterno al civico 17.

Il 13 aprile 1951 viene arrestato e subisce una prima condanna per omicidio nel 1951 per aver ucciso l’amante della sua fidanzata, il delitto è ricordato come il delitto della Tassinaia. L’omicidio del 1951 si riferisce a quando uccise a coltellate Severino Bonini, in quanto sorpreso in atteggiamenti intimi con la sua fidanzata Miranda Bugli. Dopo l’omicidio costrinse la ragazza ad avere un rapporto sessuale con lui accanto al cadavere. Per questo fatto Pietro Pacciani sconta 13 anni di carcere dal 16 aprile 1951 al 04 luglio 1964.

Nel 1963 la madre di Pietro Pacciani risulta percepire una pensione di £ 5000 al mese. Vedi 18 marzo 1963.

In data 14 novembre 1963 (nel periodo di detenzione) ottiene un certificato del Comune di Vicchio, a firma del Sindaco, attestante lo stato di «nullatenenza e povertà» del Pacciani.

Una volta scarcerato, dal 7 luglio 1964, torna di casa in Località Mulinaccio Ponte Cellatico. All’epoca disponeva di £ 350.000, come si evinceva da un estratto della pratica di «liberazione di Pacciani Pietro», redatta dalla Casa Circondariale di Padova in data 4.7.64.

Dal 12 gennaio 1965 al 1970 torna Località Badia a Bovino Attichi 24 e risulta aver lavorato, in qualità di mezzadro, presso il podere “Casino Particchi” sito in località Badia a Bovino, di proprietà di Ceseri Costantino. Durante tale periodo, non aveva percepito alcuno stipendio, ma aveva diviso il raccolto e l’eventuale vendita di bestiame con il proprietario del fondo. La moglie del defunto Cesari Costantino, interrogata, aveva precisato che «il reddito del podere era appena sufficiente a mantenere una famiglia».

Nel 26 giugno 1965 sposa Angiolina Manni presso la chiesa di San Godenzo.

Nel 1966 acquista un motorino Cimatti Minarelli che poi viene sequestrato nel 1987.

Il 5 marzo 1966 nasce la prima figlia Rosanna.

Il 3 dicembre 1967 nasce la seconda figlia Graziella.

Nel 1967 acquista una Lambretta che rimane di sua proprietà anche se poi posta in disuso.

Le figlie Rosanna e Graziella frequentano l’Orfanatrofio di S. Giovanni in Sugana, comunemente chiamato dagli abitanti di S. Casciano, “II Talete”. Le spese sono sostenute in parte del Comune e in parte dell’O.N.M.I. L’istituto ha cessato la propria attività nel 1975. 

Dal febbraio del 1969 fino al gennaio del 1973, sia il Pacciani che la moglie Manni Angiolina, beneficiano della pensione minima erogata dall’I.N.P.S. Rispettivamente, nell’arco degli anni la pensione era rimasta sempre al “minimo” per un importo che era variato dalle £ 122.000 del 1973 alle £ 659.050 mensili. La riscossione avveniva con cadenza bimestrale con tredici mensilità annue.

Nel 1969 acquista una FIAT 600.

Poi, dal 22 dicembre 1970, torna di casa a Rufina in località Casini. Per circa tre anni lavora in qualità di mezzadro, senza quindi alcuna retribuzione in denaro, presso un podere in via Forlivese, di proprietà di Lotti Cesare, da cui, a dire delle figlie del Lotti stesso, aveva ricavato «l’indispensabile per il fabbisogno di una famiglia».

Il 15 aprile 1973 si trasferisce a Montefiridolfi abbandonando Vicchio del Mugello.

Dal 17 aprile 1973 al 31 dicembre 1981 risiedeva a San Casciano Val di Pesa, località Montefiridolfi, Via S. Anna n. 3, qui viveva e lavorava nella tenuta del marchese Rosselli Del Turco. L’azienda agricola di Rosselli del Turco, nella fattoria Cintoia di Colognole, aveva le mansioni di operaio agricolo specializzato, percependo il pagamento di n. 40 ore settimanali. Dalla documentazione acquisita relativa alle somme percepite dal Pacciani dal 1978 al 1982, così suddivise:
– nel 1978 £ 5.913.270 – nel 1979 £ 4.293.383 – nel 1980 £ 5.583.115 – nel 1981 £ 5.007.741 – 
nel 1982 £ 5.420.403 per un totale di £ 26.217.912.

 

Nel 1977 acquista una FIAT 500.

Il 30 settembre 1979 Pacciani acquista la casa di Piazza del Popolo n. 7 a Mercatale Val di Pesa per la somma di £ 26.000.000 in contanti.

Il 17 Marzo 1982 Pacciani si trasferisce in piazza del Popolo 7 a Mercatale Val di Pesa.

Dalla fine del 1982 alla metà del 1984, risultava aver lavorato presso la famiglia di Afro Gazziero, in qualità di operaio avventizio agricolo, presso la fattoria Sorripa in San Casciano, con retribuzione di circa £ 5.000/6.000 l’ora.

Nel dicembre 1982 acquista l’autovettura Ford Fiesta targata FI D26185 per una somma contante di £ 6.000.000 affiancandola alla FIAT 500 già posseduta.

In data 30 giugno 1984 acquista l’abitazione di via Sonnino nr. 31 a Mercatale Val di Pesa per la somma di £ 35.000.000 in contanti.

Rossella Pacciani risultava aver lavorato presso la famiglia Giacchetti, in qualità di domestica dal 30.10.85 al 16.03.91, percependo una retribuzione mensile che andava dalle £ 500.000 mensili iniziali, a £ 750.000 mensili degli ultimi periodi, vitto e alloggio compresi.

Dal 24 ottobre 1985 al 6 aprile 1987 il Pacciani risulta aver lavorato, per tre brevi periodi di tempo, presso la “Fattoria di Luiano”, di Alberto Palumbo sita in Mercatale Val di Pesa (FI), percependo complessivamente la somma di £ 1.600.000 circa. Vedi Compagni di Sangue pag. 195

Accusato dalle figlie, Rosanna e Graziella, di violenza fisica e violenza carnale viene condannato il 12 febbraio 1988 e sconta una pena dal 30 luglio 1987 al 6 dicembre 1991. Durante la sua carcerazione risulta aver percepito: nel 1988 £ 593.000 – nel 1989 £ 386.000 come si evinceva dall’archivio dell’anagrafe tributaria.

Graziella Pacciani, dal 1987-1988, ha lavorato presso la famiglia Cappelli, in qualità di domestica, con uno stipendio, all’atto dell’accertamento (anno 1996) di £ 800.000 mensili, vitto e alloggio compresi.

In data 6 giugno 1990 veniva notificata al Pacciani, ristretto in carcere, la prima informazione di garanzia, per le ipotesi di reato di detenzione e porto illegali di armi comuni da sparo. Nella stessa data avviene la prima perquisizione a carico della cella e delle abitazioni del Pacciani.

Il 24 ottobre 1991 i PM Pier Luigi Vigna e Paolo Canessa inviano a Pietro Pacciani, in carcere dal luglio 1987 per le violenze sulle figlie, un avviso di garanzia per i delitti del mostro.

Il 6 dicembre 1991 Pacciani viene scarcerato.

Da Aprile a maggio del 1992, per 12 giorni, vengono perquisiti a Mercatale la casa e l’orto di Pietro Pacciani

Il 12 gennaio 1993 viene emesso un ordine di custodia cautelare per Pietro Pacciani.

Il 16 gennaio 1993 Pietro Pacciani viene arrestato con l’accusa di essere il mostro di Firenze.

Il 15 gennaio 1994 Pacciani viene rinviato a giudizio per gli otto duplici delitti.

Il 1 novembre 1994 Pacciani è condannato a 14 ergastoli.

Dal 2 settembre 1996 con delibera della Giunta Comunale di San Casciano Val di Pesa, Rosanna Pacciani risulta percepire un contributo “minimo vitale” di £ 700.000 bimestrali. Nel 1996 risulta essere ricoverata presso il centro diurno “Meoste”.

Il 29 gennaio 1996 comincia il processo d’appello.

Il 13 febbraio 1996 Pacciani è assolto da ogni accusa dalla Corte d’assise d’appello.

12 dicembre 1996 la Cassazione annulla la sentenza d’appello che ha assolto Pacciani.

22 febbraio 1998 Pietro Pacciani viene trovato morto nella sua abitazione di Mercatale val di Pesa.

Pietro Pacciani

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