Il 17 e 25 Gennaio 2005 a seguito dell’incidente probatorio svoltosi in data 28 dicembre 2004 il PM, per chiarire meglio quanto dichiarato da Mario Vanni decide di sottoporlo ad un interrogatorio nella veste di imputato di reato connesso quale teste assistito dall’Avv. Nino Filastò.

“All’epoca il Vanni si trovava ricoverato presso la casa di cura “La Cupolina” di Pelago, avendo compiuto i 75 anni di età ed era presente il suo difensore, il quale chiariva che il Vanni non avrebbe risposto se fosse stato indagato per  altri reati. Dopo il provvedimento del P.M., ai sensi dell’art. 197 Cpp il Vanni decideva di rispondere alle domande dei P.M. e ripeteva ossessivamente di essersi recato a casa del Calamandrei per prendere le medicine. Solo a distanza di tempo tornava sull’argomento relativo alle prostitute che il Calamandrei gli avrebbe chiesto di frequentare con lui ed il Pacciani, parlando di luoghi del centro di Firenze che si offriva di individuare. Gli veniva mostrato nell’occasione un album fotografico, avendo in precedenza affermato che il Calamandrei quando veniva con loro si accompagnava con un giovane che riconosceva nell’album fotografico nel dott. Francesco Narducci, medico di Perugia ma che Vanni aveva capito che si chiamasse “Giovanni” e che fosse di Prato. Secondo le dichiarazioni rese dal Vanni (ma infra si vedrà più nel dettaglio che costui appariva sempre molto esitante e con uno stato d’animo non proprio compos sui) questo giovane andava insieme a loro a cena alla trattoria denominata “Ponte Rotto”, all’epoca in cui il locale era gestito dalla famiglia Matteuzzi (i quali, peraltro, sentiti subito dopo dette dichiarazioni, negheranno con decisione tale circostanza e costoro sarebbero anche stati sottoposti, tra l’altro, proprio in quei giorni ad intercettazione telefonica senza esito alcuno).”

Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: 35

Stralci dell’interrogatorio:

All’esito dell’incidente probatorio i P.M. decidevano di sentire il Vanni in data 25.1.2005; a pag. 6 si domandava, da parte del Pubblico Ministero: “La vengono a trovare i parenti”? “Sì” – faceva Vanni – “poi c’è il mi’ fratello” 19. Il dott. Canessa riprendeva il discorso dell’incidente probatorio: “Si ricorda lei quando era stato in casa del Calamandrei… l’aveva ben descritta, due bagni, due salotti”? “Un me lo ricordo, ‘un me lo ricordo”. A pag. 12. “Lei ha conosciuto la moglie, la signora Ciulli, mi pare, vero”? “Sì”. “Ci ha anche parlato”? “Sì, c’ho parlato”. “In casa”? “Eh”. “Diciamo, era un’amicizia, una conoscenza come col Calamandrei o al solo buonasera”? “Sì, sì”. “Sì cosa”?

19 (Vanni non risulta che abbia fratelli!!!)

domandava il dottor Canessa. “Di che cosa parlava con la signora Ciulli”? “Delle medicine”. “Ma la signora Ciulli non stava in farmacia”? “Mh”. E gli dice, siccome fa “mh”… “E’ una domanda: la signora Ciulli stava anche in farmacia? Vendeva le medicine lei”? “Sì”. Tuttavia tale circostanza non ha  trovato alcuna conferma. “Ah”. “Sì, sì, andava, sì”. Si prosegue, a pag. 14. “lo le avevo chiesto l’altra volta, prima, anche questo: ma quando c’erano queste persone che lei ha detto che andavate a trovare Calamandrei, il Pacciani”… “Sì”… “E il Lotti, e ha detto alle volte il Pucci, poi, lei è stato abbastanza dettagliato sul punto, le ho chiesto: come mai andavate a casa e di cosa parlavate”? E Vanni: “Delle medicine”. E il Pubblico Ministero: “Capisce, Vanni, andare in casa per le medicine, sembra quasi inverosimile. Lei deve dire la verità. Eh, non può cavarsela dicendo “per le medicine”. Andavate in quattro per le medicine. E’ difficile crederla. Di cosa parlavate? Il Pacciani, era più amico il Pacciani di Calamandrei”? Vanni: “Sì”. P.M.: “Sa come si erano conosciuti il Pacciani con il Calamandrei”? “No, non lo so”. “Gliel’ha presentato lei”? Pag. 15. “Sì”. E il P.M.: “Sì, nel senso lei ha presentato il Pacciani al Calamandrei”? Si vuol fissare bene il punto. E il Vanni: “Il
Pacciani”. “E come mai? Come mai? Qual’era il motivo? Calamandrei cosa cercava? Perché gli presentò il Pacciani”? “Mah, che gli ho a dire io”? P.M.: “Vede che lo sa? Lo vedo come da lei… ormai io e lei ci si conosce, Vanni”. E allora diceva: “Perché gli presentò il Pacciani”?, pag. 15. “Calamandrei, capisce, era uno… non so, forse cercava qualche donna, qualche prostituta”? Vanni: “Non lo so”. “Non lo sa. E il Lotti perché glielo presentò lei”? “Sì”. “E il Lotti glielo presentò lei”? “Sì, anche il Lotti”. “Anche il Lotti”. Pag. 16. “Ma oltre che a casa per caso voi quattro, voi tre, andavate, non so, a mangiare o a bere qualcosa fuori, nei locali, il Pacciani e il Calamandrei”? Vanni: “Sì, a mangiare”. “A mangiare andavate insieme”? “Sì”. “E dove andavate a mangiare”? “Eh, al Ponte Rotto”. “Veniva anche Calamandrei con voi”? “No”. “Ah”. P.M.: “Ecco, lui mai. Invece la mia domanda era se vi è mai capitato di andare da qualche parte voi con Calamandrei”. Vanni: “No”. “No. Lo incontravate solo in casa”? “Chiaro”. “E però, capisce, noi dobbiamo cercare di capire, ci interessa Pacciani e Lotti, non lei”, fa il Pubblico Ministero. “Come mai Pacciani era presente? Ma erano diventati amici? Si vedevano parecchio”? “No”. “Eh”? “Siamo amici, così”. “Scusi, ho paura a volte che non riesce a capire le mie domande”. “lo domando, le chiedo: l’amicizia, se c’era un’amicizia fra Calamandrei e Pacciani. Erano diventati amici? Si frequentavano”? “Sì, andava lì a piglia’ le medicine”. Poi domandava il Pubblico Ministero: “M’ha detto gliel’ha presentato lei, eh”? Vanni: “Sì”. “Ma fu Pacciani a chiedere di conoscere Calamandrei”? a pag. 18 – “o fu Calamandrei che chiese”? Vanni… “o fu Calamandrei che chiese”… Vanni: “Calamandrei”. Quindi era il Calamandrei che chiese di conoscere il Pacciani. P.M.: “Ho capito. Calamandrei gli chiese: fammi conoscere il Pacciani, eh? Perché voleva conoscere il Pacciani”? “Mah, ‘un lo so, ‘un lo so il motivo”. “Ma come le disse? “Voglio conoscere il Pacciani perché è il Pacciani” o le disse “voglio conoscere una persona così, così, così”? “Ho Capito. Calamandrei gli chiese: fammi conoscere il Pacciani. E perché voleva conoscere il Pacciani”? “Mah, ‘un lo so, ‘un lo so il motivo”. “Ma come le disse? “Voglio conoscere il Pacciani perché è il Pacciani” o le disse “voglio conoscere una persona così, così, così”? Vanni: “Mah. O icché gli ho a dire
io”? P.M.: “No, me lo dica, perché vede, ci s’arriva, eh? Cioè, Calamandrei aveva bisogno di qualcuno, di conoscere qualcuno che gli serviva a
qualcosa”. E il P.M. proseguiva: “E cosa doveva fare? A cosa gli serviva al Calamandrei conoscere il Pacciani”? Vanni: “O che lo so io”? P.M.: “Ma perché lei Vanni scelse proprio il Pacciani per questo, da presentargli? Cosa cercava? Di chi aveva bisogno? Di chi aveva bisogno? Di qualcuno”? “Non lo so”. “Ma quando Calamandrei gli chiese” – pag. 19 – “di conoscere il Pacciani, lo conosceva già”? Qui interveniva il P.M. dottor Crini: “Lo conosceva già lui il Pacciani? Sapeva già chi era”? La risposta del Vanni: “Ha voglia”! “Ha voglia”. Pubblico Ministero. “Ci Spieghi cosa vuol dire “ha voglia”. Perché lo conosceva già? Sapeva già chi era”? “Mah”, rispondeva il Vanni. Pubblico Ministero Canessa: “Com’è che l’aveva saputo? Da chi”? “Non lo so”. “Ha detto “ha voglia”. “Non lo so”. “E la prima volta glielo portò lei”? Vanni: “Si”. “E dove glielo portò”? “Alla farmacia”. “E andaste anche su in casa”? “Sì”. “Eravate voi tre soli o c’era qualcun altro”? “No, eravamo noi soli”, “E insomma, Vanni” – diceva il Pubblico Ministero – “è chiaro che noi non la crediamo; noi la crediamo quando dice che fu lui a chiedere di voler
conoscere il Pacciani. Però di cosa parlavate? Ce lo deve dire”. Vanni: “No, non lo so mica io”. “Ma qua, davanti a lei, cosa gli disse il Calamandrei? Glielo portò lei per la prima volta. Si ricorda in che epoca”? “Si parlava delle medicine”.. “Ho capito”. “D’altre cose… che gli devo dire? Sennò”… Dottor Canessa: “Glielo dico io perché in questo noi non la possiamo credere”. Allora interveniva il dottor Crini: “Può darsi… da dove stava lui per venire fino a San Casciano, per le medicine, sembrava un pochino una storia, perché a Mercatale c’è la farmacia. Quindi perché il Calamandrei le disse “fammi conoscere il Pacciani””? “Mh”, la risposta del Vanni a pag. 21. Ancora il dottor Crini: “Perché? Se gli interessavano le Medicine sarebbe stato il Pacciani a dire “presentami il farmacista perché ho bisogno di sapere un po’ meglio di queste medicine”. . “E quindi perché lo voleva conoscere? Cosa gli disse a lei”? “C’ho da andare per le medicine, per la mi’ moglie, per i soliti discorsi”. “E lei quando andò da Pacciani, Vanni, cosa gli disse? Guarda, c’è il farmacista” – a pag. 21 – “Calamandrei che ti vuole conoscere”? “Sì, sì, sì”. Pubblico Ministero: “Ma stava già a Mercatale”? Vanni: “Sì, a Mercatale”. Il P.M.: “Allora scusi, ma lei fece ad andare da Pacciani e dirgli “vieni con me da Calamandrei””? “No”. “Come vi vedevate”? Pag. 23. “Eh, lo chiamai”. “Come lo chiamò”? “Sì, per telefono”. “Aveva il telefono”? “Sì, eh, ha voglia, c’aveva il telefono”, il Pacciani, eh? In quel momento… lo vedremo dopo quand’è che avrebbe dovuto avere il telefono. “E Pacciani gli disse” – Pubblico Ministero – “oh, ma icché vole da me questo Calamandrei”? “Eh, eh”, dice il Vanni. “Disse così o disse “no, no, vengo””? “No, disse a codesta maniera”. “Però venne lo stesso”. “Sì, sì, ha voglia”. “E poi? Dopo quella prima volta ci tornaste insieme”? “SÌ, sì. Sì, sì, sempre a casa, sempre a casa”. “Ma era il Calamandrei che diceva “vediamoci, portami il Pacciani, ci si vede””? Pag. 24. “Sì, a codesto modo”. E allora qui, cioè, bisogna che lei ci spieghi come mai Calamandrei vi voleva vedere. Perché vi chiamava”? Vanni: “Ma che… che… per le medicine”. Pubblico Ministero: “Ho capito, ma per chiamarvi cosa faceva? Telefonava Calamandrei a lei”? “Sì”. “A lei”? “A me”. “Ah. Gli telefonava e gli diceva “vieni a casa e porta anche il Pacciani””? Pag. 24. “Eh”. “E il Lotti? Come avvenne? Quand’è che portaste anche Lotti”? “Dopo un po’ di tempo”. “Dopo un po’ di tempo portaste anche Lotti. Chi lo decise di portare Lotti”? “Boh”. Pubblico Ministero: “La sento in difficoltà. Come mai”? “Mah”. A domanda: “Ma è una cosa brutta”? Vanni replicava: “No”. P.M.: “Allora io… la domanda era semplice: chi decise di portare Lotti dal Calamandrei”? Vanni:”Mah”. Pag. 25. “Quindi vuol dire che, se lei è in dubbio, vuol dire che lo decise lei, Vanni, eh”? “Mah”. “Lo decise lei, Vanni”? “Sì” “Ma come mai? Ce lo spieghi meglio, via, come portaste il Lotti una sera”? “Mah, io icché gli devo dire? Non lo so, boh, certe cose”… “Certe cose le capisco, però a noi invece ci interesserebbe capire come mai venne anche Lotti una sera”, pag. 26. “Ho capito”. “Il Calamandrei lo conosceva di già il Lotti o glielo presentaste voi”? “No, glielo presentai io”. “Oh, ha visto. Glielo presento lei. Ma il Lotti il Pacciani lo conosceva già a quell’epoca”? “Sì, sì”. “Ah, Andavate insieme al Ponte Rosso”? “Sì”. P.M.:”Portaste anche il Lotti”?..”Ma io non ho capito che curiosità aveva. Che cosa voleva da voi il Calamandrei? Quindi dica la verità, me lo deve far capire”. Vanni: “Medicine… ma che medicine”? “Sì, ma capisce, questo non la crediamo, ci sarà un altro motivo. Lotti ci poteva andare da sé a comprare le medicine. Perché il Calamandrei voleva voi”? “Mah, icché lo so io”? Pubblico Ministero: “Le ho chiesto se per caso il Calamandrei” era alla ricerca di qualche… può capitare, era separato, aveva dei problemi con la moglie” – pag. 27 – “cercava qualche… voleva venire con voi a qualche prostituta, eh? Che tanto l’avete detto andavate a prostitute. Forse voleva venire anche il Calamandrei con voi”? “Mah”. Dottor Canessa: “Eh”? “leché gli ho a dire”? Vanni. “No, se è così me lo dice”. Vanni: “Mh”. “E’ così”? Vanni: “Sì”. “Voleva andare da qualche prostituta”? “Mh”. “E da chi? “Mh” vuol dire sì? Sennò non si capisce”. Vanni: “Sì”. “E voi da chi lo portaste? A Firenze o lì”? E il Vanni risponde: “A Firenze”, “E non ci poteva andare da solo? Perché voleva venire”? Non si capisce, dice, parla a voce troppo bassa. “E da chi andaste? Se lo ricorda”? “No, non me lo ricordo ora”. Dottor Crini: “C’era da dire su questo, se lo ricorderà lei, da chi andava”? Dottor Canessa: “Anche perché l’avete detto da chi andavate, quindi se veniva anche il Calamandrei, si ricorda da chi andavate”? Dottor Canessa: – questa è |a domanda, eh” – “In centro a Firenze”? E Vanni: “Sì, a Firenze”. “A Firenze, Ma la sera o la domenica, il sabato? Quando ci andavate”? “A settimana”. “E veniva anche Lotti? E andavate in macchina del Calamandrei”? || Vanni risponde: “Sì”, E Canessa: “Mh. Che macchina aveva”? Vanni: “Mah, una bella macchina”, pag. 28. Dottor Canessa: “Di che colore”? .La risposta del Vanni “Una Ferrari”. “Ma era una macchina grande”? “Eh”. “Ma lei ha detto una Ferrari tanto per dire? C’aveva una macchina proprio Ferrari”? dottor Canessa. “Eh, c’aveva una macchina bella”. “Grossa”? “Grossa”. “Ma c’aveva anche una macchina sul colore verdolino, verde? Ce l’aveva”? “Ma, quello ‘un lo so”, “E dove andavate voi? Voi quattro e basta”? “No, solo noî”. Quindi… quindi… “E chi… e guidava sempre il Calamandrei”? “lo la macchina non la so mandare”. “E andavate dalle prostitute”? “Mh”, “Ma il Calamandrei era uno che gli piaceva andare insieme, tutti insieme, nella camera, a prostitute” E quindi lui dice: “Sì”… “sì”, poi dice “no”. A Pag. 31: “Ma pagava il Calamandrei”? “Eh”. “O ognuno pagava il suo”? “Ognuno il suo”. “Ah”. Sj fa il commento: “Non era nemmeno tanto generoso”. “Si capisce”, dice il Vanni. “Ma dov’era? Era sempre la stessa? Perché… perché ce n’era una brava che vi andava bene a tulti e quattro”? “Sì”. “Ce n’era una”… “Una brava, sì”, ” chi… e chi era questa? Dove stava”? “A Firenze”. L’aveva già bell’e detto. Dottor Canessa: “Volevo Sapere chi era questa, perché sa, se ci andavate doveva essere una particolarmente disponibile a fare una Cosa in quattro. E’ così”? “Eh, bella”. “Come si chiamava”? e lui dice: “Elena”. “Elena, le pare. Ma la conoscevate… lei, voi? O la conosceva lui”? “Non la conosceva”. “Ce l’avete portato voi”? “Sì”. Eh, lo so che non è piacevole, però è così. “Ce l’avete portato voi? Da che parte della città stava”? Pag. 32. “Eh”. “Dove la stava questa donna”? “Quasi in centro, vicino al centro”. Dott. Canessa! “Vicino al Duomo”? “Sì, bravo, l’era il Duomo, vicino al Duomo”. “C’aveva una casa da sola”? Eh, lo so, è da ridere, mi fa ridere anche me, ma io non posso. “Sì, sì”. “Elena, ha detto”? “Mi pare”. “Si ricorda il cognome”? “No, il cognome no”. “Quanti anni l’aveva? Ha detto era bella, era giovane”. “Una quarantina”. E qui bisogna soffermarsi. “Una quarantina”, Perché si entra, con la pazienza che si deve avere, nella cronologia. “Una quarantina”? “Una quarantina boni, sì, sì”. “Bionda? O si fingeva”? “No, no, era bionda, era ben messa…” “E riusciva…” — pag. 34 – “e riusciva a tenervi tutti”? “Eh, ha voglia”! “Tutti insieme”? “Eh, sì”. “Vanni, oh, e glielo chiedo perché ci andava lei a trovarla, non si meravigli”. La risposta di Vanni: “Era una bersagliera”. “E in questa casa voi ci andavate di sera o di pomeriggio”? “Mah, all’ora di sera”. “Di sera. Dopo che lui aveva chiuso la farmacia”? “Dopo desinato”. “No, dopo desinato o dopo cena”?, gli si domandava. “La cena”. “Ah, la sera, al buio”. “Eh, proprio”. “Ma quando ce l’avete portato la prima volta l’indirizzo come gliel’avete dato? AI Duomo, come avete trovato la casa? Voi ci andavate già”? “Sì”. “Come l’avete trovata la casa vicino al Duomo”? Pag. 34, E poi, Pubblico Ministero: “In che epoca siamo? Lei quanti anni aveva quando questa donna aveva quarant’anni”? La risposta del Vanni: “Erano sui trentasette”. “Ah era giovane”. 20 “Quindi” – diceva il dott. Canessa – “si trattava di una trentina d’anni fa”? “EN, mi sembra, suppergiù”. “Diceva quaranta, mi pare, vero? Gli anni della prostituta”? dice il dott. Crini, “Eh, così”. E il P.M.: “Quindi a trentasett’anni, se è così”. “Eh, beh”. “E’ un po’ di tempo. Perché? E avete cambiato”? “Sì”. “E da chi siete andati dopo”? “Da un’altra”. “E quell’altra come si chiamava”? Vanni: “Eh, ce n’è tante di queste donne”. “Però volevo sapere dopo l’Elena come si chiamava quella dopo, quella dopo”, a pag. 36. Vanni: “Giuliana”. “Ah. Quella dopo Giuliana. E com’era”? “Bella, anche questa”. “E questa chi la conosceva? Come mai andaste dalla Giuliana”? Pag. 37. “Chi la conosceva? Come la conosceste la Giuliana”? “Mah. La conosceva il Pacciani”. Dott. Canessa: “Anche questa”? Vanni: “lo andai con lui”. “E Giuliana dove stava”? “Eh”? “In che parte stava”? Vanni: “In via Cavour, mi pare”. “In via Cavour”. “Mh”. “La Giuliana. A che piano”? “Eh, al secondo”. “Secondo piano”. Dott. Canessa: “Via Cavour, vicino al Duomo”. “Sì”, “O vicino a Piazza San Marco”? “Vicino al Duomo, vicino al Duomo”. “E Giuliana come si chiamava di cognome”? “Non me lo

20 Se il Vanni, quando andava da Elena e dalle altre prostitute, aveva l’età di trentasette anni, essendo nato nel ’27, l’anno di riferimento doveva essere il 1964; all’epoca di queste spedizioni il Narducci, essendo nato nel 1949, aveva quindici anni, mentre il Pacciani era ristretto in carcere (risultando essere stato detenuto dall’anno 1951 all’anno 1964).

ricordo”. “Ma ci veniva anche il Calamandrei”? pag. 38. “Veniva anche il Calamandrei dalla Giuliana”? “Sì, anche lui, anche lui qualche volta. E l’era una bella donna, anche questa, bionda”. “Quanti anni avrà avuto”? “Era più giovane della Angela”, mi pare dice, vero? Sì. “Una quarantina”. “Era più giovane, più giovane dell’Elena”. “Anche questa Giuliana era disposta a fare tutti e quattro? Ma quanto spendevate per andare in quattro da questa”? “Eh, suppergiù” – Vanni – “una cinquantina”. “Per uno”? “Eh”. “Quindi voleva duecentomila lire per prendervi tutti e quattro”, pag. 39. “Eh, ci credo”. “Senta una cosa, siamo tutti uomini, ma il Calamandrei in questa situazione era uno che era un attivo? C’aveva dei problemi? Che guardava e basta”? “No, veniva con noi”. “Sì, ma con la donna voleva fare qualcosa anche lui”? “Sì, sì”. “Ho capito”. “Ma c’era qualcun’altra dopo la Giuliana? Da chi andaste”? “No, poi non lo so”. “Lei si ricorda questa Elena” – Pubblico Ministero, a pag. 40 – “e questa Giuliana. Quando ha detto la Giuliana stava in via Cavour vicino al Duomo… e invece l’Elena rispetto a via Cavour da che parte stava”? “Ah, non lo so ora”. “Vicino? Vicino”? “Mah”. Dott. Canessa: “Ma il Pacciani come la conosceva? Ci andava anche con qualcun altro”? “Sì”. “Con chi ci andava”? “Con il Lotti”. “Ho capito. Il Pucci ce l’avete mai portato a prostitute insieme con il Calamandrei”? “No, lui non è mai venuto”. “Non sa mica che fine hanno fatto queste prostitute”?, a pag. 41. “No”. “Sa mica per caso se sono morte”? “No, io non credo, poi”… “No, perché sa, a Firenze dicevano che in quegli anni ammazzavano le prostitute”. Ma non erano gli anni ’64, eh? “Queste due qui quindi erano più grandi di lei, era più giovane”? “Più giovane, io ero più giovane”. “Era il più giovane”? “Si”. “Ma quando andavate da queste c’era anche altra gente? Gli telefonavate”? “No, gli si telefonava, ci si sentiva”. “Voi quattro”? “Eh”. “In quella via Cavour”. “Sì”. “AI piano secondo”. “Secondo, secondo. Si saliva poco”. “Queste donne però” – dice il dott. Canessa – “non avrebbero… noi avremmo bisogno di capire qualcosa di più, perché noi crediamo che lei dica la verità, però capisce, ci farebbe comodo capire chi sono, per chiedergli se si ricordano..”. Pubblico Ministero: “Avevano un soprannome”? “No”. Pubblico Ministero: “No, ma m’ha detto… com’era? Bersagliera? Una bersagliera”? Avvocato Filastò: “Nel senso che era, dott. Canessa, una bella donna, arrapata, arrabbiata”… “Sapeva come fare, era attrezzata”. Poi si chiedeva a Vanni se fosse disposto ad andare a indicare la casa dell’Angela e della Giuliana, in via Cavour, e se fosse in grado di farlo e Vanni acconsentiva. A pag. 48, a domanda del Pubblico Ministero: “Se noi la volta che andiamo a vedere la casa della Giuliana la portiamo, lei ci sa indicare anche dove stava l’Elena o no”?, Vanni replicava: “Sì”. Pubblico Ministero: “Erano vicine parecchio”? “Eh, parecchio”. Allora domandava: “L’Elena a che piano stava”? Vanni: “AI secondo”, “Ah, anche l’Elena”. “Erano vicine parecchio”? “Eh, parecchio”. “L’Elena stava al secondo piano”. “Anche l’Elena”, A pag. 49, Pubblico Ministero: “Ma perché, scusi il Calamandrei voleva venire con voi a prostitute? Perché non ci andava da solo”? Vanni: “Mah, e voleva venire con noi”, Pubblico Ministero: “Lo disse lui”? “Sì”. Pubblico Ministero, pag. 50: “I figlioli ce li aveva? Erano piccini o erano già grandi”? Vanni: “Eran piccini”. Pubblico Ministero: “Si ricorda se ha avuto sempre la stessa macchina o se cambiava Macchina, a volte, quando siete andati”? Vanni: “Mah, io ho sempre visto la solita”. Pubblico Ministero: “Con quella rossa”? “Eh”. Pubblico Ministero: “Sicché Quando facevate questi viaggetti a Firenze” – pag. 51 – “col farmacista, era il periodo che questi ragazzi erano ragazzini”? “Sì, sì”, P.M;: “Andavano a scuola? Cioè, che età avevano, potevano avere”? “Mah, ora”… Pubblico Ministero: “Dieci anni? Quindici anni? Tre anni”? “No, una decina d’anni”. A pag. 53: “Eppure è strano che ha voluto venire con voi il Calamandrei, no? Come mai? E come… come lo cominciò il discorso”? Vanni: “Come”? “Il Calamandrei com’è che vi disse? “Voglio venire con voi a prostitute”? E Vanni: “No, disse “Vengo anch’io”. La venga, la Venga, gli si rispose noi”. Pubblico Ministero: “Pacciani fu d’accordo subito a portare anche il Calamandrei”? “SÌ, sì”. P.M.: “Lo propose lei, Vanni”? “Sì”. Pubblico Ministero, pag. 54: “Gli è stato chiesto in corso di incidente probatorio se – e io gliela rifaccio così la domanda sa se il Calamandrei frequentava un medico? Gli è stato chiesto in corso di incidente probatorio e io gliela rifaccio così”. P.M. “Sa se il Calamandrei frequentava un medico, conosceva un Medico più giovane di lui”? Vanni: “Non lo so”. Pubblico Ministero: “Uno elegante”. Vanni: “No, non lo so” Pag. 54. Si passava poi alla individuazione fotografica del Narducci. Pubblico Ministero: “Se io le faccio vedere delle fotografie di una persona che tanti dicono che conosceva il Calamandrei, lei mi può solo vederle e dirmi se l’ha mai visto, eh”? “Mi faccia vedere chi è”, diceva Vanni. “Gliele faccio Vedere, son delle foto, fatte per bene”. dice il dottor Canessa. “Le guardi un po’, sono sempre… non c’è nomi, eh? Non c’è nomi”. E mostravano la foto. Pag. 55. E la risposta del Vanni: “Questo l’è un omo”. “Eh.”. Dott. Canessa: “Eh, questo è un uomo”. Vanni: “Eh, lo credo”. “Ma lei” – domandava l’avvocato Filastò — “ lo conosce? L’ha già visto”? . “Sì, l’ho visto qualche volta”. Dott. Canessa: “L’ha visto col Calamandrei”? Vanni: “Col Calamandrei”, “Ma è giovane”. “Eh, l’è giovane sì”. “Erano amici”? Dott. Canessa, Pag. 56. “Sì”. “Ci Spieghi un po’ come mai erano amici”. “Ma come”? “Erano amici”. E Vanni: “Ma come, erano amici, io ‘un lo so mica come sta questa faccenda”, “E dove l’ha visto”? “Eh”. “Eh”? “Dove l’ha visto”? Vanni: “A Firenze”, “E perché ha detto subito, appena ha visto questa foto “l’è un omo””? “Mah, e ci vuol poco a conoscere”. “Ho capito. Ma lei” – Pubblico Ministero – “ha visto anche col Calamandrei che parlavano anche delle cose di cui parlavate voi”? “Sì”, dice Vanni. “Ma lo sa come si chiamava”? “No, il nome non lo so”, pag. 57. “Ma sembra una persona” – fa il Pubblico Ministero – “non so, così elegante, è una persona a modo, insomma, non è un contadino o un Operaio, eh”? “No”, risponde il Vanni. “Lei se lo ricorda così”? “Eh sì”. “Mi dica qualche altra cosa” – fa il Pubblico Ministero – “su questa persona”. “Non lo so”, Pubblico Ministero ancora: “Ma era di San Casciano o era di fuori”? “Di fuori, di fuori”. “Non era di San Casciano? E di dov’era? Lo dica. Di dov’era? Lo diceva”? “Mah, ‘un lo so, ‘un lo so dire da dove viene questo giovanotto”, “Lei dice era Un giovane” – Pubblico Ministero – “era un giovane… era più giovane di voi o era”…? “SÌ, era più giovane di noi”, “Parecchio”? “Eh”. “Era elegante” -fa il Pubblico Ministero – “vestiva per bene”. “Sì, vestito bene”. Dottor Canessa:; “Per bene vuol dire in cravatta”? ” |] Vanni: “Eh, lo credo”. “Quindi c’aveva anche la cravatta. Era alto? Fra magro? Era basso”? “Era più basso di me”. “Un po’ più basso”. “Sì”. “Ma era un ragazzo”? “Era un lagazzo, vestito bene”. “C’aveva la macchina lui”? Pag. 59. “Sì, anche lui”. “E che macchina c’aveva? Di che colore”? “Non lo so. Una Volkswagen verde, mi pare”. “Macchina tedesca. Di che colore”? “Verde”. “Verde”? fa il dottor Canessa. “SÌ, verde”, “Grossa questa o piccola”? “No, no, grossa”. “Di quelle a quattro porte, per intendersi”? “Sì, esatto”. “Verdolina, com’è che ha detto? Verde”? “SÌ, sì”. “Ma lei si ricorda se questa macchina era targata Firenze? L’ha mai visto? O era targata di fuori”? “Non lo so”. “Non lo sa. Su questa macchina lei ci è mai salito”? “Sì”. “Con lui”? Pag. 60, “Sì”. “Guidava lui”? “lo ‘un la so mandare”. “E dove siete andati”? “Eh”, “Eh”? Pubblico Ministero: “Non si ricorda? Dove siete andati”? “A Firenze”. “Con lui”? “SÌ”. “E il Calamandrei”? “E il Calamandrei”. “E anche il Pacciani”? “C’era anche il Pacciani, sì”. Pubblico Ministero: “E siete andati da una prostituta? E veniva anche questo con voi”? E il dottor Crini: “Vanni, quando andavate che c’era anche lui, prendevate l’auto questa verde”? Vanni: “Sì. Lui guidava. lo mi lasciavo portare”. P.M.: “E da chi andavate? Da quelle due o da altre”? “No, da queste due, dalle solite”, E quindi il periodo era il medesimo e all’epoca sicuramente il Narducci non poteva avere più di 15 anni essendo nato nel ‘49!I!l “Ma questo aveva una casa anche a San Casciano, da qualche parte”? domanda il Pubblico Ministero, Pag. 62. Vanni: “No, a San Casciano no”. Pubblico Ministero: “No. Dove ce l’aveva”? Vanni: “Un lo so”. “A Mercatale”, P.M.: “Ma con voi lo portò Calamandrei”? Vanni: “Calamandrei”. “Lo conosceva lui”? “Sì. Era amico. Si davano del tu. Era più giovane di tutti noi”. Pag. 64. Ora gli venivano mostrate le foto dell’album numero 4 del 2003, Pag. 64, tutte sempre del dott. Narducci. “Come si chiamava questo giovane? Come lo chiamavate voi”? “Giovanni”. “Lo chiamavate Giovanni”. “Sì, questo”, “Ma sa se era il vero nome o si chiamava in altro modo”? “No, non so”. “Ma che mestiere faceva”? “Mah, il muratore”. “Ah, il muratore” — fa il Pubblico Ministero – “però era elegante come muratore. Vuol vedere qualche altra foto se gli somiglia? Guardi, è la stessa persona, eh”? dott. Canessa. Le altre foto che gli si mostravano erano la numero 2, la numero 3 e la numero 4 dello stesso album 4/2003. Il Vanni alla foto n. 2 rispondeva: “Questo ‘un lo conosco”. Fa il Pubblico Ministero: “Ho capito. Guardi bene, però, perché”… “Sì” – fa il Vanni – “l’ho guardato bene”. “Guardi bene” – dice il Pubblico Ministero – “e s’assomiglia questo qui un po’, no? E’ la stessa persona. Glielo dico io. Andiamo avanti. Gliene faccio conoscere un’altra”. Perché il Vanni diceva: “Sì, sì”. “Un’altra”. “Questo non lo conosco. Nemmeno questo”. Pag. 65. “Bene. Quindi quello che dice lei è questo qui, il numero 1”? Allora poi c’è… non so che cosa e dice: “SÌ, sì, l’ho bell’e scritto”. “Allora no, a verbale non l’abbiamo detto, comunque lo diciamo perché rimanga nella trascrizione: si dà atto che è stato mostrato” – pag. 65 – “al signor Vanni l’album fotografico « numero 4/2003 della Polizia Giudiziaria, in particolare Gruppo G, Ministero dell’Interno… e che in tale album sono state mostrate le foto del numero 1, 2, 3 e 4, che il signor Vanni ha riconosciuto nel giovane la foto numero 1 dicendo che non conosceva gli altri. Quindi, numero 1 : Che ha detto conoscere come Giovanni”. “Ci dica qualche altra cosa di questo con la macchina verdolina, via. Che tipo è? Quando è venuto? Veniva spesso”? “Sì, tante volte, parecchie volte”. Pag. 66. “Ma veniva anche di giorno di lavoro o questo era uno che veniva il sabato e la domenica”? “No, veniva nei giorni di lavoro”. “No, veniva i giorni di lavoro”. Gli si domandava: “Era toscano”? “Toscano”, risponde il Vanni. “Era fiorentino o le sembrò di fuori”? “No, fiorentino”. “Le sembrò fiorentino. Cioè, aveva un modo, la voce”… “Eh”. Dice: “SÌ, la voce”, rispondeva Vanni. Pubblico Ministero: “Un modo di parlare. Qui c’ha una catenina al collo, vedo. Lei l’ha mai visto che c’aveva una catena al collo”? “Un lo so come mai”. “Ma con le donne, ma anche lui c’aveva la fissazione delle donne”?, a pag. 67. “Sì”. “Ma con le donne, quando andavate da queste Elena e Giuliana, come si comportava”? “Per bene”. “Per bene, piaceva di molto. E bravo”. “Andavate a cena insieme dopo”? “Sì, siamo
andati, sì, anche a cena”. “Si ricorda dove”? “AI Ponte Rosso”. “Anche lui veniva là”? “A volte”. “Il Ponte Rosso a quell’epoca chi c’era li, se lo ricorda”? “I Matteucci”.?’ P.M.: “Quindi il Matteucci lo conosce lui”? Vanni: “E io credo di sì”. “Veniva spesso”? “Eh”.

Tornando all’interrogatorio (pag. 68), interveniva anche l’avv. Filastò domandando: “Con il Nesi ci è mai andato a Cercare le prostitute”? “No, col Nesi no”. Pag. 70. “Col Nesi mai”? “No, davvero”. Filastò: “Nemmeno una volta 0 due, per caso”? “No, mai andato io col Nesi”. “Nesi andava qualche volta lui”? “Sì, andava da sé lui”. “Andava da sé” “Sì”. “Con lei non c’è mai andato”? domandava Filastò. “No, con me non è mai venuto”, “E’ sicuro, Vanni”? sì”… “sì, sì”… Poi Vanni, a Pag. 73, parlava della terza prostituta. A domanda: “Ma c’era anche qualche altra prostituta”? “Sì, sì”, “E quando”… no, ancora non ci siamo… “E quando andava da solo chi cercava lei”? “Nessuno”, “Cercava una donna”, dice Filastò. “Sì. Come? Una donna”. “E chi era questa donna”? “La Silvana”. Pag. 73. “La Silvana”? “Sì”. “Mh”. “E questa Silvana dove stava di casa”? “Eh, boh”, la prima risposta. L’avvocato Filastò: “Dove stava questa Silvana di casa”? La risposta del Vanni: “via Cavour”. Avvocato Filastò: “Anche lei stava in via Cavour”? E il Pubblico Ministero, dott. Canessa: “Tutte in via Cavour le stavano”? Vanni: “Le maiale”. Avvocato Filastò: “Le maiale tutte in via Cavour”? “E’ un ritrovo a Firenze, via Cavour, di tutte le maiale”. Pag. 73. “E anche lei c’aveva dove” avv. Filastò: “A che numero? Più o meno, insomma. Rispetto a Piazza San Marco, era più vicino a Piazza San Marco o più vicino al Duomo”? Prima aveva detto: “E’ più vicino al Duomo”, invece all’avvocato Filastò rispondeva: “Più vicino a Piazza San Marco”. E poi a domanda: “Ma più vicina la Silvana? Com’era la Silvana? Ce la può descrivere”? “Bella, bionda, piazzata bene”, “Lei ci andava da solo”? “Eh, sì, ha voglia”. “Anche sulla Sita”? “Sì, sì, anche sulla Sita”. E l’avv. Filastò: “lo vorrei si desse atto che Vanni, durante l’interrogatorio, lui alle domande in generale ha sempre risposto “sì”. E quindi gli si faceva presente che non si preoccupasse, perché tanto era tutto registrato. Il 17 gennaio 2003 veniva redatto anche il verbale di assunzione di informazioni, non registrato. All’ultima Pag. si ripeteva che “vengono inoltre mostrate al Vanni le foto 2, 3 e 4 del medesimo album, parimenti con il nome in calce coperto da post-it e Vanni dichiarava di non riconoscere le persone
ivi effigiate; si dà atto che tutte e quattro le foto mostrate a Vanni raffigurano Francesco Narducci”. AI termine dell’interrogatorio il difensore chiedeva che il Vanni venisse sottoposto a perizia psichiatrica.

Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: dalla 50 alla 62

17 e 25 Gennaio 2005 Interrogatorio di Mario Vanni

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