Nel delitto di Baccaiano del 19 giugno 1982, in cui persero la vita Antonella Migliorini e Paolo Mainardi, si è ipotizzato svariate ricostruzioni della dinamica  occorsa in quella notte. Sul blog è presente la nostra ricostruzione a questo LINK [1].

In questa ricostruzione è stato ipotizzato che Paolo, seduto sul divanetto posteriore accanto ad Antonella, al materializzarsi del MdF si sia proiettato in avanti e abbia ruotato le chiavi nel blocchetto di accensione della FIAT 147 facendo sobbalzare la macchina indietro fino a portarla nel mezzo alla carreggiata. Questo ovviamente come reazione nel tentativo di sottrarsi all’attacco del MdF.

Nell’immagine sopra si può intuire quale poteva essere la posizione di Paolo secondo questa ricostruzione.

Osservando le foto in sede autoptica [2] si nota che Mainardi aveva due ematomi a livello toracico e addominale. Uno in sede sternale, nel suo margine inferiore, e uno a livello ombelicale, alla sua sinistra.

I medici legali imputano queste due lesioni all’impatto dei vetri durante l’esplosione del finestrino anteriore sinistro colpito da un proiettile. Osservando la sede delle lesioni, l’aspetto che hanno e considerando che Paolo indossava i suoi vestiti, ci sembra strano che si possa essere trattato dell’impatto di frammenti del vetro del finestrino.

Se inoltre paragoniamo queste lesioni a quelle presenti sul volto e la spalla di Paolo, sicuramente date da frammenti di vetro proiettati, ci accorgiamo che hanno aspetto totalmente diverso. Le lesioni presenti sul volto e la spalla sono piccole ferite lacerocontuse a cui fa seguito un arrossamento circostante ma nessun evidente ematoma.

Le due lesioni suddette sono invece caratterizzate da un forte stravaso ematico che da origine ad un ben evidente ematoma. Considerando anche che in questa sede la pelle era protetta dalla camicia, mentre la cute del volto era esposta direttamente, sembra strano che proprio in questa sede l’impatto del vetro si sia dimostrato molto più lesivo.

Ricercando in rete delle fotografie del sedile “nudo” della 127/147 abbiamo trovato che il sedile era munito di due guide atte a ricevere il poggiatesta. Nel caso della macchina di Mainardi i poggiatesta erano assenti, ma le sedi erano parte integrante del sedile. Queste due guide sono realizzate con due tubi di metallo, cavi all’interno, saldati verticalmente al longherone orizzontale superiore della spalliera del sedile.

Se osserviamo queste sedi, una a destra e una sinistra, notiamo che sporgono oltre il longarone superiore di circa uno o due centimetri. La sporgenza serviva a portare all’altezza del rivestimento esterno del sedile i due ingressi per le staffe del poggiatesta.

Il diametro di questi due tubi è, a nostro parere, compatibile con le lesioni riscontrate sul corpo di Paolo. Osservando le lesioni stesse ed ingrandite si nota nella zona centrale un’area più chiara che sembra mimare proprio l’impronta del margine superiore del tubo. Cioè il punto d’impatto del metallo dal cui trauma si è poi generato l’ematoma.

Ipotizzare che il torace e l’addome abbiano impattato su uno di questi tubi, in momenti diversi, mentre la macchina sobbalzava indietro non è peregrino. Due impatti successivi su uno di questi pioli.

Questa osservazione sembrerebbe confermare che Paolo abbia assunto una posizione similare a quella descritta nella fotografia in alto.

Jacopo Cioni

[1] 16 Novembre 2020 Ricostruzione del delitto di Baccaiano

[2] 20 Giugno 1982 Fascicolo dei rilievi fotografici a colori (sede autoptica)

21 Marzo 2024 La posizione di Paolo Mainardi in macchina
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