Il 3 Giugno 2009 c’è la prima udienza preliminare rispetto al procedimento 2782/05/21. Segue poi l’udienza del 17 giugno 2009.

Il procedimento 2782/05/21 è un procedimento per omicidio e associazione per delinquere in quanto vi convergono all’interno il procedimento 17869/01/04 e 8970/02/21 rispettivamente procedimento sulla morte di Francesco Narducci e procedimento per associazione per delinquere delle persone presenti sul pontile e familiari.

Il GUP che presiede l’udienza preliminare è Paolo Micheli ed il Procuratore che chiede il rinvio a giudizio, vedi 8 marzo 2008, è il Sostituto procuratore Giuliano Mignini.

Nel corso della lunga udienza preliminare, sono stati esaminati i CC.TT. Pierucci, Carlesi e Garofano.

All’udienza del 3.06.09 i primi due hanno pienamente confermato le precedenti  considerazioni e anzi, come riconosciuto dal Prof. PIERUCCI, lo stesso ha ritenuto ancora più evidente l’ipotesi del “doppio cadavere”.

I CC.TT. di parte NARDUCCI hanno addirittura manifestato un clamoroso contrasto di posizioni circa l’eventuale insorgenza post mortale della frattura riscontrata, l’uno, il Prof. FORTUNI collocandola, senza alcun elemento di riscontro, nella fase delle operazioni settorie, pur
dando atto al Prof. PIERUCCI di avere svolto le operazioni in assoluta correttezza, l’altro, il Prof. TORRE, collocandola, invece, sempre in modo altrettanto apodittico, nella fase del recupero, avvenuta il 13 ottobre 1985.

L’uno e l’altro hanno manifestato comunque una totale convergenza circa la profonda e incomprensibile ignoranza degli atti del procedimento successivi alla prima C.T. PIERUCCI. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 460/461

Su tali premesse, nel corso dell’udienza preliminare si è svolta una integrazione istruttoria ex art. 422 c.p.p. esaminando in contraddittorio i vari consulenti.

Il 3 giugno 2009 il prof. PIERUCCI ha ribadito i propri assunti, prendendo le mosse dalla constatazione più volte sottolineata secondo cui la frattura non era stata rilevata in occasione degli accertamenti radiologici, emergendo invece all’esito della dissezione della parte anatomica:

CONSULENTE – La lesione fratturativa non si vede (..). Anche a posteriori non si vede alla varie indagini radiografiche, radiologiche fatte compresa la T.A.C. non si vede la frattura però si vede un inginocchiamento del corno tiroideo di sinistra topograficamente corrispondente alla sede della frattura (..). La dissezione sarebbe stata direi imprescindibile.
G.U.P. – (..) però in ogni caso lei aveva già un elemento di sospetto se non ho capito male… (..)
CONSULENTE – Che però riguardava il corno di destra, mentre invece alla dissezione è risultato la frattura a sinistra (..) in un punto specifico determinato ed è una lesione netta e direi innegabile che è stata anche fotografata ed è stata anche successivamente radiografata comunque su questo punto non ci sono dubbi.
G.U.P. – (..) è comunque un fatto che può tranquillamente accadere di una lesione di quelle caratteristiche non si vedesse a una precedente indagine radiografica (..).
CONSULENTE – Ma le confesso che non ho esperienza di una lesione verificata alla T.A.C. a 17 anni dalla morte (..)
G.U.P. – Sulla base della sua esperienza a prescindere poteva essere anche un cadavere appena riesumato oppure un’autopsia fatta immediatamente senza nessun problema di esumazione dopo 17 anni, lei si trova davanti una lesione di quelle caratteristiche, è normale, succede piuttosto di frequente, magari succede molto di rado che una lesione con quelle caratteristiche sfugga a una indagine radiologica (..).
CONSULENTE – Può sfuggire sì, abbiamo avuto anche di recente nell’esperienza settoriale dell’istituto, del Dipartimento mia e di colleghi, abbiamo avuto degli… sono casi anche segnalati, dei casi diciamo di doppio errore e vale dire un falso positivo e un falso negativo, può succedere e stavo a dire che alcune lesioni non so penso alle fratture craniche ad esempio, alla T.A.C. sfuggono abbastanza facilmente.
G.U.P. – (..) lo spostamento della salma riesumata ha avuto secondo lei delle caratteristiche di garanzia tale da escludere che si possano (..) lesioni del genere?

CONSULENTE – Assolutamente sì perché si è trattato di una normale operazione di estumulazione fatta quindi su tutto il cofano, è stato caricato su un carro attrezzato ad hoc e le dirò che su questo carro per motivi contingenti avevo preso posto anch’io anteriormente insomma a cassetta come si suol dire, quindi non ci sono stati ribaltamenti, scossoni, insomma non c’è stato niente di abnorme insomma.
(..)
G.U.P. – E lei nel momento in cui ha operato quindi la dissezione per renderci partecipi sempre partendo dal presupposto che noi non abbiamo le competenze dirette per poter discutere della sua specifica (..) però che tipo di cautele particolari ha adottato, che tipo di cautele particolari lei ritiene che fossero necessarie (..) ha adottato in quella specifica situazione.
CONSULENTE – La prima è stata quella di una grandissima disponibilità di tempo, cioè tutto il tempo che ci vuole senza limiti primo, secondo di operare in posizione comoda e in particolare seduto, ecco ci sono risposte che purtroppo anche diciamo così la situazione fisica può influire, se uno sta in piedi 4 ore al termine è più stanco che non se lo stesso problema lo affronta da se.. (..) noi eravamo seduti, io ero seduto e anche i consulenti potevano essere seduti quelli che volevano attorno al tavolo.
(..) Comunque c’erano… c’era il Professor FORTUNI che lo devo ricordare al termine della dissezione mi disse: “complimenti Professore” e che ha scritto anche che la dissezione è stata curatissima. Ecco e poi c’erano… erano tutti presenti i consulenti di parte.
G.U.P. – Okay, veniamo alla interpretazione sempre di questa lesione non tanto come risultato (..) all’atto della dissezione ma come risultato di un possibile evento accidentale prima, per esempio nel momento in cui il corpo venne ripescato, nel momento in cui il corpo viene più o meno ancorato in una situazione magari che (..) se c’era o non c’era, da lì poi (..), secondo lei lesioni di quel genere è possibile che si producano attraverso una nota di ripescaggio, attraverso una nota di vestizione, spostamento (..)?
CONSULENTE – Secondo me no, beh intendiamoci tutto può essere ma mi sembra diciamo l’evenienza qua sta al limite dell’assurdo. (..) Perché questo ossicino, questa cartilagine è localizzata in maniera tale che non la si aggredisce facilmente se non si applica una violenza meccanica direi focalizzata.
G.U.P. – Mirata.
CONSULENTE – Mirata e questo in un certo senso è stato confermato anche dal radiologo di cui si è avvalsa la consulenza di parte.
G.U.P. – Il Professor SIGNORINI.
CONSULENTE – Il Professor SIGNORINI che è un’autorità in materia e che specifica che in effetti sono rarissime le lesioni traumatiche isolate stare a dire di questo… questo lo aggiungo io isolate, di questo ossicino e questo perché? Evidentemente chi ha esperienza clinica sa che è possibile anche questa lesione ecco per un trauma contusivo banale però allora coinvolge altri distretti, coinvolge l’osso ioide, coinvolge soprattutto l’anello laringeo e in particolare le cartilagini, diciamo così (..), è difficile proprio andare a colpire questo e questo solo ossicino messo su a mo’ di corno
volto verso l’alto ecco perché…
G.U.P. – (..) questa considerazione che lei fa circa l’evento accidentale la si può tradurre anche sulla dinamica omicidiaria, cioè anche uno che si strozza dovrebbe non solo (..).
CONSULENTE – Non necessariamente, non necessariamente. (..) Intanto dipende da come avviene… prendiamo lo strozzamento, può essere uno strozzamento mono manuale oppure bimanuale.
G.U.P. – Sì.
CONSULENTE – Ecco, nel bimanuale simmetrico può effettivamente darsi che la pressione venga esercitata simmetricamente sulle due… sui due processi cioè sui due corni però questo nel caso che la forza (..) sia calibrata esattamente fra le due mani, per esempio se uno (..) anzi certamente calca maggiormente il lato destro proprio che poi corrisponde al sinistro della vittima, poi le statistiche ora sotto mano non ce le ho però sono facilmente acquisibili perché dimostrano… e poi anche casi miei personali frequentissima monolateralità di questa lesione nello strozzamento così come nello strangolamento.
G.U.P. – E mi scusi, per esaurire proprio… monolateralità anche senza lesioni osso ioide?
CONSULENTE – Anche senza lesione dell’osso ioide che si trova superiormente si trova.
G.U.P. – Lei ha visto le statistiche che (..) ci sono delle statistiche che sono indicate (..).
CONSULENTE – Sì ecco ritengo… esatte le ritengo tanto più che sono riportate dalla letteratura, ecco non sono le uniche, ce ne sono…
(..)
G.U.P. – A lei… ecco domanda diretta (..) le è capitato nella sua esperienza professionale di trovare persone, vittime di strozzamento con una lesione sulla sinistra o sulla destra…
CONSULENTE – Sicuramente sì.
G.U.P. – (..). Diciamo l’evento accidentale poniamolo in relazione a possibili letture, immagini, (..), flash, la persona assume un farmaco come sappiamo che qui è stato assunto, sta nel mezzo di una barca in mezzo al lago, cade e sbatte magari l’osso del collo come abbiamo visto (..) ci può stare (..)?
CONSULENTE – Ci può stare se urta specificamente contro un ostacolo direi consistente primo e relativamente… relativamente circoscritto, vale a dire non so uno spunzone, un qualche cosa che gli vada lì… (..) Ecco e solo lì… ecco altrimenti si estende la lesione e poi stare a dire che non produca lesioni superficiali che non sono state a suo tempo segnalate insomma..
G.U.P. – Ecco, a proposito di lesioni superficiali e questo è un altro aspetto, una lesione di quel genere se noi la trovassimo su un cadavere (..) che tipo di lesioni esterne, che tipo di aspetto dovrebbe avere il collo di quella persona in relazione a una azione violenta ipotizzata che ha prodotto quella lesione.
CONSULENTE – Manuale o…
G.U.P. – In entrambi i casi, manuale oppure per urto accidentale (..).
CONSULENTE – Comunque si vede il caso di strozzamento si hanno delle lesioni ecchimotiche vale a dire delle tume… cioè più che tumefazione delle infiltrazioni di sangue segni blu (..) Nel caso… in un altro caso di un urto contro un ostacolo diciamo a superficie circoscritta probabilmente ci dovrebbe essere anche una ferita lacero contusa, probabilmente, non necessariamente.
G.U.P. – Anche di questa ferita lacero contusa a 17 anni non troviamo più traccia?
CONSULENTE – Direi di no, come discontinuazione si vede ma in quelle condizioni poi c’è… a quel livello c’è mummificazione, c’è sovrapposizione di muffe, ecco c’è uno smasche… anzi un mascheramento totale direi.
G.U.P. – A livello proprio istologico quindi di tessuti muscolari, qualcosa potrebbe in qualche misura residuare…
CONSULENTE – Noi l’abbiamo fatto, l’abbiamo fatto direi approfonditamente ecco però diciamo i tessuti sono alterati profondissimamente (..), io le dirò che successivamente su questo argomento noi abbiamo fatto anche uno studio diciamo di natura scientifica
(..)
Dato scientifico che dimostra uno sviluppo rigogliosissimo di muffe, dimostra una compenetrazione totale dei tessuti che chiamo già molli e dimostra invece la non compenetrazione da parte di questi funghi dell’osso perché ecco in questo caso uno potrebbe ipotizzare anche una demolizione spontanea, ecco invece l’osso è risparmiato, le parti molli sono sede di proliferazione di muffe fungine sul tipo di quelle che invece in certe occasioni per lunghe inumazioni si vedono nelle ossa
(..)

G.U.P. – (..) comunque sia per produrre un risultato di quel tipo avete presupposto che qualcuno avesse preso per la mano a stringere il collo?
CONSULENTE – La mano o un laccio.
G.U.P. – O un laccio.
CONSULENTE – Beh intendiamoci non è detto che il… che diciamo la finalità fosse specificamente omicidiaria così come non è detto che una frattura di questo osso di per sé sia mortale, quindi si danno anche evenienze di lesioni laringee a questo livello o di altro livello che non sono mortali, è importante la frattura come indicatore di… (..) un’azione violenta e della particolare violenza dell’azione, però di per sé la frattura del corno ioide non comporta la morte se non eventualmente…
(..)
G.U.P. – Ecco questo per capirci in ogni caso (..). Veniamo poi alla possibile diciamo così produzione di questa lesione, l’ultima casistica (..)
CONSULENTE – Vale quello che ho detto prima a proposito della vestizione e svestizione, vale a dire un braccio è più facile perché il braccio è diciamo un segmento di ovvia presa, si prende per le braccia, si prende… si può tirare su per i piedi, è difficile andare ad uncinare per il collo ecco direi che non ho… poi il cadavere era già galleggiante, ecco quindi non occorreva fare tante manovre strane, poi se non sbaglio è segnalato da qualche parte che fu imbracato il corpo quindi ecco è difficile pensare che sia stato arpionato per il collo insomma ecco, però ripeto tutto è possibile ma… (..) razionalmente improbabile.
G.U.P. – Indicazione relativa al fatto che sia stato imbracato a maggior ragione (..) della difficile sostenibilità di questa tesi, che (..) si potrebbe ritenere per esempio che magari una certa manovra di ripescaggio più o meno (..) sia stata tentata prima o poi di procedere all’imbracatura (..).
CONSULENTE – No (..).
G.U.P. – E’ corretto dire che una lesione di quel genere si produce più facilmente per lo meno (..) a seguito di una azione violenta con un sostanziale crescendo di violenza, quindi sostanzialmente con una pressione che inizia e che si sviluppa nel suo iter piuttosto che invece in una azione violenta repentina? Della serie: una lesione di quel tipo è più probabile che inizi veramente da uno strozzamento con una compressione graduale piuttosto che con una botta presa isolatamente?
CONSULENTE – La botta presa isolatamente difficilmente arriva a quella sede e a quella sola perché fonda… ecco non è diciamo come… come, non so, il pomo di Adamo che sporge, ecco non è come le regioni mediane della laringe che sono… ecco lì bisogna andare proprio in profondità e che vada a colpire quella e quella sola ecco è molto improbabile. (..) Perché è una sede naturalmente offerta alla mano premente, alla mano o alle mani prementi primo o anche al laccio perché lesioni di questo tipo si producono anche non per compressione diretta ma con un meccanismo indiretto di divergenza dell’osso ioide dalla cartilagine tiroide per cui ecco per strappamento si può verificare e anzi si verifica spesso, si verifica nell’impiccamento, qui non entra in discussione, si verifica sovente anche nello strangolamento vale a dire nella costrizione del collo a mezzo di un laccio.
G.U.P. – Una tra le ipotesi… scusi faccio un passo indietro, una tra le ipotesi di lesione accidentale (..) risulta dagli atti che nel corso degli anni la bara fosse stata spostata (..).
CONSULENTE – E’ questo ecco, certo, vale quello che si è detto prima per lo spostamento.
(..)
G.U.P. – Quel tipo di lesione ha… in percentuale la stessa possibilità di essere stata prodotta da una mano o da due mani o da un laccio (..)?
CONSULENTE – Ecco, non le saprei dire con certezza, con certezza, direi che per la mono manualità o bimanualità la situazione più o meno non cambia insomma e forse nemmeno per il laccio.
(..)

A proposito della riscontrata presenza di meperidina nel cadavere esumato, il prof. PIERUCCI ha così proseguito:
G.U.P. – Assunzione recente mi conferma in qualità… in quantità verosimilmente tossica?
CONSULENTE – E’ stato… è stato ipotizzato anche questo, è stato ipotizzato ecco però direi che è molto difficile da documentare e sarebbe in contrasto anche con le altre oggettività in particolare con quella traumatica insomma.
G.U.P. – Senta, sul problema che la (..) non è particolarmente importante appunto verificare la dinamica e il momento (..), quanto capirci un pochino meglio, anche se mi pare che sia totalmente condivisa sugli effetti, gli effetti (..).
CONSULENTE – Tipo oppioide di sintesi e quindi sono due effetti essenzialmente… (..) Quelli immediati sono quelli dell’oppio, sono quelli della morfina, sono quelli dell’eroina vale a dire un’azione diciamo psichica particolare e dal punto di vista organico diciamo così una depressione dei centri superiori e anche di quelli inferiori in particolare del centro del respiro.
G.U.P. – Ipotizziamo che una persona si voglia uccidere, è stato sostenuto nella relazione del consulente della difesa un’ipotesi di suicidio (..) questo signore va in mezzo al lago e assume (..) o magari l’aveva assunta prima (..).
CONSULENTE – E’ molto difficile dirlo, è molto difficile sì perché il dato quantitativo in un cadavere  putrefatto dopo 17 anni sfugge quasi completamente, comunque in ipotesi si può sostenere, in ipotesi anche in scienza che un grado di intossicazione anche leggero da morfina come da altri farmaci attenua notevolmente i riflessi protettori della glottide e quindi facilita anche l’effetto diciamo così asfissiante, l’effetto annegante perché…
G.U.P. – Si può morire… chiedo scusa si può morire soltanto per l’assunzione (..)?
CONSULENTE – Certo, sì si può morire. Certo come quella di eroina, come quella di oppio,
morfina.
G.U.P. – Da un punto di vista quindi di (..) sulla sua esperienza, le è mai capitato di vedere corpi (..) che avevano assunto prima delle sostanze per… al di là (..).
CONSULENTE – Sì può capitare, è capitato anche alla mia esperienza insomma su cadavere
relativamente fresco ecco non…
G.U.P. – Certo.
CONSULENTE – Per cui l’accertamento… per cui l’esclusione dell’annegamento diviene più
categorica che non in questo caso insomma.
(..)
G.U.P. – Veniamo al problema annegamento, annegamento è (..) lei concorda anche sulle osservazioni che vengono fatte dai consulenti della difesa (..).
CONSULENTE – Come non aver trovato altri segni di annegamento prescindendo anche (..), dalle ricerche anche molto microscopiche che abbiamo fatto sui polmoni anche il plancton, diciamo il  geo plancton non è stato trovato ecco in maniera…
(..)
PUBBLICO MINISTERO – (..) Lei nella prima consulenza ha analizzato gli accertamenti che furono compiuti all’epoca cioè nell’ottobre ’85 e la diagnosi formulata dalla Dottoressa SEPPOLONI asfissia da annegamento da probabile episodio sincopale, questa è il giudizio che fu formulato all’epoca. Ecco, io vorrei tornare su questo giudizio e sugli accertamenti che furono compiuti, era corretto un giudizio del genere sulla base degli accertamenti che furono svolti all’epoca oppure ovvero se per poter formulare con rigore questo giudizio si sarebbero dovuti effettuare altri accertamenti e in questo caso quali? Questa è… poi andiamo avanti con le domande.

CONSULENTE – Direi che non era corretta perché era una visione parzialissima del cadavere e della situazione, d’altra parte direi che quanto si vede di solito fare diciamo nelle indagini un po’ frettolose, sì ecco a volte siamo direi circostanzialmente costretti a mettere un… a dare come diagnosi diciamo così di realtà invece quella che è solo una ipotesi insomma ecco, io direi situazione di annegamento, direi cadavere trovato in acqua o in via negativa nulla contrasta con questa ipotesi ecco però assolutamente era insufficiente una semplice ispezione esterna, ci sarebbe voluta l’autopsia, ci sarebbe voluto tutta la serie di indagini che fanno sul cadavere, il prelievo frazionato possibilmente in quelle condizioni ero già quasi… problematico comunque del sangue destro, del sangue sinistro, il prelievo degli organi e dei polmoni eccetera, mi viene in mente un rilievo giusto fattomi da (..) che l’encefalo non è pesato, non risulta il peso dell’encefalo nella nostra autopsia e in effetti non risulta però… ecco l’encefalo è stato pesato dai tossicologi per questo non abbiamo pesato in quell’occasione ed è 400 grammi, ecco quindi un terzo circa del valore questo ha importanza per quanto riguarda poi diciamo il grado di disidratazione o meglio di consolidamento post mortale, quindi la diagnosi di annegamento è fra le più facile e le più difficili, è la più facile se si fa diciamo così (..) e con… e per impressione valendosi solo del cosiddetto fungo schiumoso ecco, invece è difficile proprio la obiettivazione del… l’obiettivazione scientifica dell’annegamento vale a dire della penetrazione del liquido annegante nel polmone e soprattutto nel circolo generale, quindi era assolutamente insufficiente questa… e la diagnosi direi che è come dire di per sé inattendibile insomma ecco, è una diagnosi non dico abusiva a volte noi lo diciamo con questo termine come dire morte abusiva quando non sappiamo come è morto, ecco lo stesso diagnosi abusiva è una diagnosi stiracchiata insomma ecco.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Si ricorda se fu fatta un’ispezione cadaverica completa, regolare del cadavere ripescato?
CONSULENTE – Mi sembra di sì anche se…
PUBBLICO MINISTERO – Cioè fu completa questa ispezione?
CONSULENTE – Mi sembra di sì, mi sembra che forse pantaloni e mutande forse furono tolte un po’ parzialmente perché si svestiva difficilmente questo mi sembra di ricordare.
PUBBLICO MINISTERO – Si ricorda se la temperatura rettale fu misurata?
CONSULENTE – No, non fu misurata e starei a dire che a quel punto era totalmente superfluo misurarla, era inutile.
PUBBLICO MINISTERO – Sull’orario della morte si ricorda cosa ha detto la Dottoressa Seppoloni e su quali basi ha formulato questa…
CONSULENTE – Beh lei se non mi sbaglio l’ha fatta risalire a 120 ore prima o qualche…
PUBBLICO MINISTERO – 110 ore.
CONSULENTE – Ecco 110, ecco ma lì evidentemente è stato per… dico io ecco una ricostruzione psicologica per collimare con il dato circostanziale insomma perché non si può in un cadavere in queste condizioni ma nemmeno di norma sul cadavere fresco non si può dire: “la morte risale a 13 ore o 24 ore” insomma ecco.
(..)
AVVOCATO CRISI – Parte Civile Francesca Spagnoli, Professor PIERUCCI vorrei con lei tornare su un aspetto che penso necessiti di ulteriore approfondimento soprattutto dopo le domande che le sono state rivolte dal Giudice, lei prima poc’anzi ha affermato che la frattura delle corna della cartilagine tiroide di per se stessa non è mortale mi sembra di aver capito così e allora su questo vorrei da lei un ulteriore approfondimento ed è questo il tenore della domanda: ma la frattura delle corna de… delle corna o del corno della cartilagine tiroide può essere una causa mortale indiretta e dunque capace di innescare altro tipo di processo che porti poi alla morte di un soggetto?
G.U.P. – Prego.

CONSULENTE – Ecco, di per sé la frattura… la frattura di per sé non innesca, ad innescare è la violenza che ha prodotto anche la frattura e in particolare la compressione del fascio nervio vascolare del collo, la compressione del glomo carotideo e con tutto quello di vascolare e di nervoso si verifica.
(..)
AVVOCATO CRISI – E ulteriore domanda a questo punto che pensavo dovesse essere posta alla fine delle domande che le sono state poste dal Giudice, all’esito… perché questo è il punto, all’esito dei suoi approfondimenti Professore, all’esito di tutti gli esami che sono stati fatti sul piano radiologico secondo la progressione che lei ha spiegato anche nelle sue relazioni, quale fu l’evento che provocò la morte del Professor NARDUCCI? La causa che provocò la morte del Professor NARDUCCI?
CONSULENTE – Fu una asfissia da costrizione del collo, questo come evenienza di gran lunga la più probabile. (..) A scendere ci sarebbe l’annegamento e ci sarebbe anche una intossicazione acuta da Meperidina.. (..) Mi è capitato anche di vedere questo in limine morte… in limine vita mi scusi, ecco in limine vita ma insomma sembra… sì potrebbe essere stato diciamo l’annegamento come evenienza terminale ecco combinale, però ripeto dell’annegamento non abbiamo né in senso…
(..)
CONSULENTE TORRE – Sono TORRE chiedo scusa una cosa molto rapida perché se poi sarà possibile anche a noi dir qualcosa lo farei volentieri, il quesito era questo: non ho soltanto capito Professor PIERUCCI perché una frattura isolata di un corno superiore della laringe dovrebbe essere se accidentale determinata da un corpo circoscritto mentre invece se è omicidiaria può essere un laccio. Ora mi chiedo che differenza c’è se io cado sul bordo di una barca per esempio o se io ho un braccio contro il collo o magari anche non un laccio ma una… che so io una barra con cui mi si costringa, è questo che voglio… cioè non ho ben compreso perché se accidentale deve essere una punta circoscritta e invece se è omicidiario può anche essere una cosa non circoscritta.
G.U.P. – Prego.
CONSULENTE – Ecco io ho considerato nel prospettare l’impatto contro un corpo diciamo superficie battente chiamiamola circoscritta nell’eventualità del trauma diretto quindi una frattura diretta, quella indiretta da causa (..) dire costrittiva, da causa diciamo contusiva è (..) la reputo meno probabile perché (..) l’effetto divaricante si demoltiplica rispetto alla costrizione dal laccio perché questo abbraccia tutta la circonferenza del corno e perché è progressivo di lunga durata e dà luogo ai due segmenti di divaricarsi fino a che uno si rompe, invece un trauma impulsivo che si scarichi ripeto impulsivamente e (..) lì fa il massimo della lesione a tale livello ma si ripercuote molto meno in senso indiretto nel senso di divaricare le due ossa ecco.
CONSULENTE TORRE – D’accordo, caso mai riprendiamo. E ancora lei Professore aveva accennato alla possibilità di un trauma diretto circoscritto che però avrebbe facilmente lasciato una ferita lacero contusa sul collo e ha detto che dopo 17 anni non si sarebbe più vista la ferita lacero contusa?
CONSULENTE – Ecco io ho detto che ho dei dubbi fondatissimi sulla possibilità di vedere una lesione cutanea corrispondente alla ipotizzata lesione primitiva insomma.
CONSULENTE TORRE – Non ho capito.
CONSULENTE – Cioè in pratica non mi sento di riconoscere dopo 17 anni la ferita lacero contusa.
CONSULENTE TORRE – Ma la ferita lacero contusa attraversa a tutto spessore la pelle.
CONSULENTE – Sì ma la pelle è una pelle corificata in quella sede, raggrinzata, coperta da muffa ecco quindi sinceramente non l’avevo questa possibilità.
(..)

AVVOCATO ZAGANELLI – Professore sinteticamente per costruire in due battute le fasi dell’accertamento, la prima seduta radiografica risale al 12 giugno 2002 mi pare ed è stata fatta col cadavere integro e mi pare che dalle risultanze delle radiografie i cornetti risultano integri, questo lo conferma?
CONSULENTE – O per lo meno non si vedevano fratture.
AVVOCATO ZAGANELLI – Non si vedevano fratture.
CONSULENTE – Però rimaneva il dubbio tanto… (..) Ecco tanto… e le dirò che il dubbio riguardava prevalentemente il corno di destra ecco.. (..) comunque guardi indipendentemente dal… diciamo dal dubbio specifico l’accertamento lo si sarebbe fatto in tutti i casi.
AVVOCATO ZAGANELLI – No ma tanto questo già lo ha detto comunque avrebbe posto in essere tutti gli accertamenti che poi (..) ha fatto, questo già lo ha detto. La seconda diciamo… il secondo accertamento è T.A.C., fatto con la T.A.C. a luglio del 2002 sbaglio?
CONSULENTE – Sì.
AVVOCATO ZAGANELLI – E qui in realtà lei ha già isolato dal cadavere il gruppo del collo, questo è corretto?
CONSULENTE – Sì, questo si era fatto alla autopsia stessa.
AVVOCATO ZAGANELLI – E questa è la T.A.C. che lei avrebbe fatto da solo
CONSULENTE – No.
AVVOCATO ZAGANELLI – No. Ha fatto riferimento ad una T.A.C. fatta da solo.
(..) CONSULENTE – Ecco abbiamo fatto il 6 giugno il total body ecco questo qui direttamente all’autopsia. Ecco, poi il giorno 12/6 abbiamo fatto un esame radiologico standard del collo. (..) Sì il primo… che poi loro ce li hanno tutti perché sono stati consegnati alle parti.
AVVOCATO ZAGANELLI – Sì, sì, poi c’è stata la T.A.C. del luglio, (..).
CONSULENTE – Poi c’è stato il 12/7, poi c’è stata la sezione del blocco del 5/9 e poi 29/9/02 ed è confermato il quadro settorio eccetera. Ecco, poi c’è stato quello diciamo che non si è preso in considerazione che l’abbiamo eliminato non l’abbiamo…(..) Che non abbiamo menzionato.
AVVOCATO ZAGANELLI – Cioè la T.A.C. che avete fatto da solo?
CONSULENTE – Sì, sì.
AVVOCATO ZAGANELLI – Poi è stata ripetuta con…
CONSULENTE – Con il collegio sì.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – E questo accertamento intanto ugualmente ha escluso la frattura?
CONSULENTE – Ha escluso, non l’ha vista.
AVVOCATO ZAGANELLI – Non l’ha vista.
CONSULENTE – Non l’ha vista.
AVVOCATO ZAGANELLI – E su questo va be’… poi arriviamo ad una… al terzo accertamento, io l’ho definito così sulla parte proprio sul collo che poi lei ha anche radiografato.
CONSULENTE – Dopo, sì.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Lei per evidenziare… questa è una domanda sulle modalità diciamo che lei ha adottato, per evidenziare questa frattura è vero che ha dovuto spingere questo cornetto?
(..)
CONSULENTE – Ma spingere, spingere…
G.U.P. – All’atto della T.A.C.?
AVVOCATO ZAGANELLI – Sì all’atto della T.A.C., io ora non so se quella…
CONSULENTE – Spingere…
AVVOCATO ZAGANELLI – Risulta da uno dei fotogrammi io li chiamo così…
CONSULENTE – Che c’è una…

AVVOCATO ZAGANELLI – (..) c’è la sua mano che spinge perché altrimenti questo cornetto sta…
CONSULENTE – Ma forse… forse stavo… forse tenevo divaricato forse, forse tenevo divaricato.
AVVOCATO ZAGANELLI – Esibiamo.
(..)
CONSULENTE – Ecco, non c’è contatto qui c’è un’asta che indica il corno fratturato.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Sono gli atti dell’accertamento, sono delle copie che in corso dell’accertamento l’Avvocato BRIZIOLI (..) e sono… io l’ho battezzata terza fase cioè quella parte delle operazioni che hanno evidenziato la frattura.
G.U.P. – Le riconosce?
CONSULENTE – Sì, sì, sì li riconosco anche se sono tutti uguali. (..) E adesso si vede, però si intravede anche qua, qua ecco sta indicato e probabilmente… (..) E probabilmente ha impedito… ha mantenuto la divaricazione, comunque le dirò che la radiografia è venuta dopo la dimostrazione morfologica visiva della frattura quindi non può essere stata prodotta in questa fase comunque ecco…
AVVOCATO ZAGANELLI – Senta, quindi lei esclude che abbia fatto comunque un contatto sul (..).
CONSULENTE – Comunque escludo di aver prodotto la frattura in questa fase con tanto…
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – (..) la domanda era tesa a dimostrare che comunque stiamo parlando di un dato che per la sua piccolezza e per essere scovato ha richiesto diciamo un lavoro lungo, più accertamenti quindi la domanda era tesa a questo per evidenziare questa frattura (..) Professore è vero che lei ha (..) quando avete fatto queste lastre ha operato una forza su questo corpo per far  vedere dove si piegava e quanto si piegava questo (..) perché io ho un’altra lastra in cui in realtà quella barretta… credo che questa sia la sua mano tocca, lì non tocca effettivamente qui tocca.
(..)
CONSULENTE – Non è la mano che tocca la barra ecco, la mia mano… (..) La mia mano to… la mia mano tiene il reperto e lo mette in corrispondenza della barra e poi ecco io qui direi che non c’è un contatto ma c’è una sovrapposizione del segmento fratturato sulla barretta metallica.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Dunque questa frattura che misura ha?
CONSULENTE – In che senso?
AVVOCATO ZAGANELLI – La frattura è sostanzialmente…
CONSULENTE – E’ a tutto spessore dell’osso, del corno.
AVVOCATO ZAGANELLI – Dal punto di vista orizzontale. La lunghezza del pezzettino mi perdoni la grossolanità nel porre domande che va dalla frattura verso la cima del corno…
CONSULENTE – Sì, sì, ho capito. Questo lo si ricava dalle foto allegate, ecco io qui non ce le ho ma ci devono essere le foto allegate… (..) E comunque saranno… a memoria sarà un centi…(..) Un centimetro e mezzo sarà. Un centimetro, un centimetro e mezzo.
AVVOCATO ZAGANELLI – E’ sicuro non è che… qualcuno mi sembra abbia parlato di millimetri.
CONSULENTE – Di millimetri nel senso di 15 millimetri.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Questa parte fratturata è idonea a occludere le vie aeree?
CONSULENTE – No.
AVVOCATO ZAGANELLI – Non è idonea. Le vie aeree la trachea sostanzialmente.
CONSULENTE – La laringe.
AVVOCATO ZAGANELLI – La laringe.
CONSULENTE – Sono interne rispetto a questa struttura ecco.
AVVOCATO ZAGANELLI – Non è idonea.
CONSULENTE – Non è idonea.

AVVOCATO ZAGANELLI – Troppo piccolo.
CONSULENTE – Troppo esterno direi.
AVVOCATO ZAGANELLI – Troppo esterno. Senta, lei è in grado di dire se questa frattura è avvenuta in vita o da morto del NARDUCCI?
CONSULENTE – Ecco questo è il grande quesito che oggettivamente non si può risolvere, si può risolvere su base deduttiva, su base diciamo così di esclusione ma non in via positiva, in via positiva la produzione in vita la si dimostra attraverso i segni della vitalità, vitalità che è espressa macroscopicamente da una emorragia focale, circoscritta e istologicamente dalla visione, dalla obiettivazione del sangue che infiltra i tessuti, tessuti antistanti e tessuti direi intrinseci. Ecco, questo qui abbiamo detto che c’è stata colliquazione di tutte le strutture cellulari ecco non è più obiettivabile in assoluto quindi la certezza scientifica matematica della vitalità della lesione non ce l’ho ecco e non può avere… non ce l’ho e né potrei averla ecco in via diciamo deduttiva, in via diciamo così di sottrazione, di esclusione, ecco ci arriverei insomma.
AVVOCATO ZAGANELLI – Prima ha fatto riferimento a degli esami istologici che lei avrebbe fatto, esami istologici facevano riferimento all’accertamento dei fatti di cui ha parlato con questa risposta?
CONSULENTE – Sì anche a questo insomma.
AVVOCATO ZAGANELLI – Che esito hanno avuto?
(..)
CONSULENTE – Un risultato nullo, nullo.
G.U.P. – Mi inserisco un attimo, leggo nella relazione del Professor BACCI e del Dottor RAMADORI un appunto a pagina 39 (..)
CONSULENTE – Accertamenti sono stati fatti perché istologicamente si vedono dei comuni batteri che le colonie fungine poi io non mi sentirei di testimoniare… di documentare la vitalità in una lesione dall’entità del… diciamo così delle sovrapposizioni batteriche ecco.
G.U.P. – Ma ce n’erano?
CONSULENTE – Sì ce ne sono e più ancora ce ne sono di fungine insomma.
G.U.P. – Però da questo secondo lei non si può…
CONSULENTE – Assolutamente no. (..) A parte finezze immunoistochimiche che nel giro di 24 ore non si rendono più evidenti dopo la morte, ecco quindi prescindiamo da quelle, l’unico… l’unica testimonianza della vitalità di una lesione, parlo di una vitalità recente, non di una vitalità di un mese prima che allora ci sono tanti fenomeni, il rimaneggiamento osseo che si vedono comunque l’unica possibilità di comprovare la vitalità è a livello macroscopico un quadro emorragico circoscritto che però non (..) il livello istologico trovare tracce di sangue infiltrante la sede lesiva e solo quella perché altrimenti… (..) Comunque lo abbiamo cercato perché si va sempre alla ricerca però… (..) Era superfluo ma noi siamo abituati a non considerare mai nulla di superfluo.
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Senta, il Giudice prima le ha fatto le domande relative alle modalità con cui questo cadavere è stato trattato dalla riesumazione e via via le fasi per sapere se magari accidentalmente questa rottura fosse avvenuta appunto in questa gestione, lei ha dato delle garanzie che è stato questo cadavere gestito, le varie parti dello stesso gestito in modo come dire alieno da possibili rotture di qualsiasi diciamo parte.
Prima domanda: ovviamente io non ho partecipato ma ho avuto dei racconti da chi ha partecipato, dagli indagati eccetera eccetera. Senta, quando il cadavere è stato tolto per la prima volta dalla bara è vero che la bara è stata rivoltata perché non si staccava?
CONSULENTE – I particolari non li ricordo però può darsi che sia stato fatto.
AVVOCATO ZAGANELLI – Questa è già una modalità abbastanza…
CONSULENTE – Però… ecco però la cosa mi sorprende sa perché? Perché… (..) Ecco, perché poi siamo andati alla ricerca diciamo così delle cianfrusaglie rimaste nella bara ecco quindi…

(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Senta, quando avete isolato il gruppo collo e poi avete anche posto in essere la scarnificazione ulteriore per arrivare…
CONSULENTE – E’ stato in un’altra occasione perché prima abbiamo tolto un blocco, lo abbiamo lasciato in formalina e poi in un secondo tempo abbiamo fatto l’operazione.
AVVOCATO ZAGANELLI – Lei si ricorda con quali modalità trasportavate questo gruppo collo da un laboratorio ad un altro, non so durante i vari accertamenti.
CONSULENTE – Ma di solito lo si mette in una vaschetta ad hoc di plastica oppure…
AVVOCATO ZAGANELLI – Che vuol dire una vaschetta ad hoc, me la può descrivere?
CONSULENTE – Quelle che si vedono per medicazione negli ospedali sa dove ci si mette… è una specie di scatola…
(..)
AVVOCATO ZAGANELLI – Tipo un contenitore, quindi è rettangolare?
CONSULENTE – Sì rettangolare. Ecco stavo per dire quello poi mi sono frenato perché…
AVVOCATO ZAGANELLI – Curava lei il trasporto di questa parte?
CONSULENTE – Ecco, ora non ricordo se curavo io personalmente… (..) Ecco, comunque sono sempre stato presente non ho mai (..) il pezzo diciamo.
AVVOCATO ZAGANELLI – Io vorrei mostrare delle foto che sono state scattate dall’Avvocato BRIZIOLI durante gli accertamenti, la prima che fa riferimento al ribaltamento della bara, le altre due che fanno riferimento al contenitore con cui veniva trasportato questo gruppo collo così io l’ho battezzato che non è una vaschetta, un parallelepipedo, sembra ad occhio un barattolo della vernice poi tecnicamente avrà (..) me lo dirà il Professore, se mi conferma…
(..)
CONSULENTE – Ecco, dunque cominciamo dalla bara.
G.U.P. – Cominciamo dalla bara.
CONSULENTE – Che non viene ribaltata, viene messa sul piano perpendicolare rispetto a quello d’appoggio per facilitare la estrazione della salma ecco, non ribaltamento e poi… (..) Poi questo qui il contenitore è un contenitore anziché a parallelepipedo…
G.U.P. – A cilindro?
CONSULENTE – A cilindro chiuso ecco e direi anzi di maggior sicurezza rispetto… nel trasporto rispetto al parallelepipedo aperto insomma ecco. (..) Comunque sono modalità che non sono idonee ad incidere sull’osso ioide e in particolare sul corno dell’osso ioide.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Posso fare una domanda? Senta Professor PIERUCCI lei ricorda se sono state rinvenute tracce di patologie sul cadavere di Pavia?
CONSULENTE – Non sono state rinvenute tracce di patologie. (..)

Nel prosieguo della medesima udienza del 3 giugno 2009, ha svolto alcune considerazioni anche il dott. RAMADORI, consulente medico-legale della parte civile SPAGNOLI, dichiarando (sempre in ordine al solo aspetto delle cause della morte di FRANCESCO NARDUCCI):

CONSULENTE – Beh anzitutto vorrei sottolineare che l’indagine è stata condotta oltre che da un punto di vista formale e sostanziale in maniera magistrale… (..) Anche con l’uso di tecniche quali quelle radiografiche e T.A.C. che non è sempre facile incontrare durante queste indagini, io non posso che concordare l’impostazione di fondo con quanto stamattina esposto ma anche rappresentato nelle sue relazioni dal Professor PIERUCCI e in estrema sintesi posso sottolineare che a fronte di dati negativi e cioè l’assenza di patologie da una parte e la negatività dell’esame delle diatomee dall’altra esiste un dato positivo che è quello della frattura del corno superiore sinistro della cartilagine tiroide che deve essere interpretato adeguatamente e non posso che concordare col Professor PIERUCCI che esclusa la mera accidentalità di una lesione di questo genere non resta che dedurre per un fatto traumatico di natura estrinseca che è stato esercitato mediante una forza costrittiva ristretta in una determinata area o meglio in una areola e che non essendo stata direttamente causa di morte però è indicativa di una forza costrittiva e per un meccanismo vascolare riflesso o nervoso o anche attraverso lo stesso annegamento è esitato nella morte. (..)
In realtà le aspettative erano volte a dirimere la questione fondamentale se la lesione fosse stata prodotta in vita oppure no e mi sembra di dover concordare perfettamente con quanto affermato dal Professor PIERUCCI che nonostante tutti i tentativi esperiti in questo senso non è stato possibile la dimostrazione che si tratti di una lesione vitale o meno e d’altra parte la presenza di questa ricchissima flora fungina viene a mascherare tutte le ipotesi anche accademiche di ricerca di un segno vitale ecco quindi sono stato soddisfatto e concordo pienamente con quanto affermato.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Un altro punto, la presenza di… la proliferazione di flora… di batterico micotica, di aree che sono state riscontrate sul cadavere, dove sono state riscontrate in particolare si ricorda?
CONSULENTE – A quel che ricordo c’era uno zaffo piuttosto lungo anche se non ricordo esattamente a livello tracheale mi pare ma praticamente anche tutti gli organi del collo erano intrisi di questa rigogliosa fauna.
PUBBLICO MINISTERO – C’era una zona dove era più forte questa presenza batterica e micotica?
(..) CONSULENTE – Sì c’era questo… a livello endotracheale mi sembra che ci fosse.
PUBBLICO MINISTERO – Ho capito. Senta, la presenza di questa…
CONSULENTE – Flora fungina.
PUBBLICO MINISTERO – Questa presenza batterica e micotica a che cosa si può ricondurre?
CONSULENTE – Beh allo sviluppo soprattutto di funghi, di miceti che sono stati anche…
PUBBLICO MINISTERO – Perché si sono insediati in certe zone invece che in altre?
CONSULENTE – Perché probabilmente a quel livello c’era ancora un residuo di sostanze nutritive per questi miceti.
PUBBLICO MINISTERO – Anche eventualmente di materiale ematico?
CONSULENTE – Questo… posto che il materiale ematico è la sostanza nutritizia per eccellenza ma è una deduzione possibile anche se la prova non è mai… non è stata riscontrata soprattutto dopo anche le ricerche del Professor PIERUCCI in merito alla sede della lesione fratturativa nemmeno. Certo… (..) Sì in effetti lo sviluppo così rigoglioso potrebbe far pensare.. ma io non posso esprimermi che in termini così, possibilistici, perché bisognerebbe che ci fossero stati  almeno dei residui che non sono stati trovati però potrebbe essere un lato segno della vitalità della lesione.
PUBBLICO MINISTERO – Lei ha detto che questa presenza è nella zona del collo essenzialmente?
CONSULENTE – Sì nella zona del collo.
PUBBLICO MINISTERO – Zona del collo, non in altre zone?
CONSULENTE – No non è stato riscontrato in altre zone.

(..)
AVVOCATO POMANTI – Una domanda, chiedo scusa Dottore lei ha riferito prima nell’inizio della sua relazione dice a un certo punto c’è un passo in cui dice: “esclusa come forma (..) accidentale”, una frase di questo tipo…
(..) CONSULENTE – Ecco, sulla base di queste considerazioni che posta la collocazione anatomica del corno superiore sinistro posto in profondità e anche sulla semplice esistenza della frattura vista la costituzione cartilaginea, osteo-cartilaginea in un soggetto relativamente giovane perché si verifichi una frattura è da presumere che la forza si sia esercitata in una maniera non istantanea ma per un brevissimo periodo sicuramente dell’ordine di secondi ma con il punto di applicazione della forza sempre nella stessa area o meglio areola e con una intensità crescente.
AVVOCATO POMANTI – Quindi è sostanzialmente limitata a questa considerazione, a quello che abbiamo parlato prima di questa lesione della (..) sostanzialmente del punto della pressione, di quelle considerazioni che ha parlato il Professor PIERUCCI?
CONSULENTE – Infatti, sulle quali non posso che dichiararmi concorde cioè come se ci fossero… se mettiamo in ipotesi altri meccanismi prima ancora di quella lesione isolata forse ci si dovrebbe aspettare che altre strutture (..) subissero lo stesso destino fratturativo, invece è descritto anche in letteratura che in certi casi si hanno proprio delle lesioni isolate di questo corno.
(..) AVVOCATO POMANTI – (..) c’è questo passo nella consulenza del Professor PIERUCCI, io la leggo sono tre righe semplicemente, precede le conclusioni “non è semplice a questo punto tirare le fila dei vari quadri storico circostanziali prospettati nelle indagini chimico tossicologiche dei rilievi tenuto anche conto delle incertezze identificative. In via teorica si potrebbe suggerire scenari disparati eventualmente fra loro combinati imperniati comunque su una o più di queste evenienze” e inizia a citare annegamento, intossicazione acuta da Meperidina, lieve stato di intossicazione cronica, strozzamento, strangolamento, sommersione post mortale, le modalità del fatto poi potrebbero portare in discussione l’omicidio, il suicidio e la disgrazia, quindi disgrazia come evento accidentale.
CONSULENTE – Condivido anche questa affermazione che però è propedeutica rispetto a una conclusione alla risposta al quesito, cioè queste sono le ipotesi teoriche che non solo il Professor PIERUCCI ma chiunque si avvicini a un’indagine di questo genere deve porsi tutte le varie ipotesi, poi le risultanze invece delle indagini esposte fanno propendere con grado più o meno alto di probabilità verso la conclusione a cui è giunto il Professor PIERUCCI e che io condivido.
(..)
G.U.P. – Una precisazione soltanto in relazione a una parte della domanda di una (..), in relazione quindi se ho ben capito a quello che lei ha descritto prima con un (..) crescente di violenza (..) graduale e crescente…
CONSULENTE – Sì.
G.U.P. – Per questa manovra tipo strozzamento che lei mi dice se non ho capito male che… di eventuale azione violenta volontaria di questo tipo potrebbe aver prodotto solo quella lesione (..).
CONSULENTE – Sì, esatto.
G.U.P. – Mentre invece l’eventuale… un eventuale elemento in ipotesi di accidentalità…
CONSULENTE – L’ipotesi di accidentalità che io restringerei alla contusione accidentale contro una superficie solida.. escluderei tutte le manovre che possono essere state fatte nella riesumazione o nel trasporto del cadavere ecco.
G.U.P. – Quindi nella ipotesi di urto…
CONSULENTE – Urto.
G.U.P. – Contro una superficie solida particolare a suo avviso avrebbe avuto l’effetto di realizzare delle (..) ulteriori?
CONSULENTE – Sì perché il…

G.U.P. – In misura diciamo così di probabilità superiore rispetto a quella dell’azione di strozzamento?
CONSULENTE – Sì esatto, sì. (..) Sì però insisterei su un punto che cioè la proiezione cutanea del corno è molto ristretta quindi dovrebbe ipotizzare la forza contundente di un corpo tipo o appuntito oppure di superficie estremamente ridotta, ecco sempre in via ipotetica.
(..)
AVVOCATO SPINA – Mi scusi Giudice sulla sua domanda l’oggetto potenzialmente responsabile di una frattura quale quella da lei descritta potrebbe identificarsi in via di ipotesi con un oggetto di forma tipo lo scalmo di un remo?
CONSULENTE – Io insieme con il Professor BACCI avendo affrontato questo punto siamo arrivati alla conclusione che per poter esercitare quel tipo di frattura non è sufficiente ipotizzare l’intervento di una forza istantanea ma è necessaria una graduale e crescente applicazione della forza e su questa base abbiamo concluso secondo le nostre considerazioni. (..) Un corpo appuntito come quello, appuntito o smusso ecco avrebbe provocato sicuramente delle lesioni esterne che difficilmente sarebbero sfuggite anche ad un esame esterno quale quello compiuto in occasione della certificazione necroscopica. (..)
G.U.P. – Si sarebbero dovuti accorgere.
CONSULENTE – D’altronde…
G.U.P. – Non si sa se avrebbe conservato traccia dopo 17 anni.
CONSULENTE – Sì infatti d’altronde è vero che la certificazione necroscopica si presta a delle fondatissime critiche ma lesioni esterne di una certa rilevanza sarebbero state comunque descritte, ecco.. se ci fossero state.
(..)

E’ stato quindi il turno dei consulenti della difesa, prima il prof. CARLO TORRE e poi il prof. GIUSEPPE FORTUNI. Il prof. TORRE ha segnalato:

Non ho capito sinceramente che cos’è questa questione della pressione progressivamente ingravescente, non riesco a comprendere perché una pressione progressivamente ingravescente debba dare un tipo di lesione e invece un trauma in quella zona da parte della punta di questa bottiglia si è detto non debba darmi la stessa lesione, io personalmente proprio non sono riuscito a comprendere questo, cos’è questo progressivamente ingravescente sembra quasi un suggerire questa strana azione, non l’ho capito e voglio solo aggiungere che quando un morto come quello viene estratto dall’acqua lo si piglia davvero dove si può, hanno un bel dire che l’hanno imbracato ma per imbracare un morto viscido come è un morto in fase macerativa inizial-colliquativa della superficie della cute io più volte ho visto prenderli per il collo perché la testa tiene (..).
Fare una diagnosi di strozzamento e strangolamento sulla base di quella dubbia fratturina io non  so se c’era prima, se non c’era, non lo so non c’ero in quel frangente, fare una diagnosi di omicidio per strangolamento sulla base di quella lesione mi pare veramente una cosa che io non insegnerei  a dirlo agli studenti a cui faccio lezione, mi pare invece che sia un caso in cui tutto induce a concludere che si sia trattato di un tipico omicidio… tipico suicidio combinato pianificato, io prendo un oppiaceo un po’ come quello che si siede sul bordo della finestra e si spara in testa, la certezza di morire io penso che sia stata una cosa di questo genere (..)

Queste, invece, ed ancora limitandoci agli spunti offerti sul problema delle cause del decesso, le considerazioni del prof. FORTUNI:

(..) L’esame del cadavere è stato eseguito in numerosi incontri in modo assolutamente approfondito avvalendosi di tecniche anche di radiologia di immagini certamente opportune e anche non sempre utilizzate quindi non c’è nessuna critica in tutto questo, è stato eseguito anche la dissezione di questo che chiamiamo il blocco degli organi del collo, è stata eseguita con estrema perizia, cautela, quindi non ho difficoltà a confermare che quello che il Professor PIERUCCI ricorda che uscendo da questa estenuante seduta di tre ore in cui il Professor PIERUCCI è riuscito ad isolare la cartilagine laringea mi ero sinceramente (..) ammirato e complimentato con lui, quindi tutta l’ammirazione e i complimenti li confermo, nulla quindi è da criticare su come è stata eseguita questa dissezione. Ecco a un certo momento dopo che furono esaminati con una tomografia assiale computerizzata queste strutture del collo liberate dal rachide cervicale e da tutte le altre strutture cutanee quindi avulse dal contesto in cui esse normalmente si ritrovano quindi con delle… anche la capacità da parte dei raggi X di penetrare con facilità e di evidenziare le più piccole e più modeste alterazioni questi esami non hanno dimostrato alcuna lesione, ecco è un po’ il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, ecco io ho sentito dire dal Professor PIERUCCI forse anche da altri che questo di per sé non era sufficiente a dimostrare che non ci fossero lesioni ma stiamo parlando di indagini con una risoluzione di immagine altissima quindi ecco perché quelle indagini dimostravano in modo chiaro che non ci fossero lesioni.
Cosa è successo? È successo che da una struttura se posso fare un esempio un po’ paradossale me ne scuso ma gli esempi quando sono (..) forse portano un contributo maggiore, da una struttura rigida come il legno non lo dico lo dice giustamente chi ha avuto a che fare per tre ore con questa struttura e con un bisturi a mo’ di temperamatite manuale è stata rimossa da questa struttura una componente lignea, questa componente lignea inglobava fisiologicamente così una struttura la laringe.. la laringe è una struttura che fino ai 30, 35 anni è squisitamente cartilaginea quindi è dotata di una certa elasticità, nel caso del Professor NARDUCCI questa laringe invece cominciava com’è fisiologico per l’età che aveva ad essere popolata da ossificazioni, calcificazioni e ossificazioni, questo rendendo la struttura naturalmente meno elastica e quindi più facile ad insulti. Torno a dire, è come se usando il paradosso iniziale si è tolto da un tronco di legno un grissino al suo interno, la fragilità di un grissino adesa intimamente ad una struttura lignea, ecco perché al di là della perizia altissima del Professore si può essere in continuazione con questo continuo stress prodotto anche per usura come avviene per i metalli, una minima disconnessione, al termine di queste tre ore di dissezione abbiamo rilevato, il Professore ci ha fatto vedere che questo estremo distale di uno dei corni come ho sentito dire il termine tecnico è cornetto laringeo, ma non perché sia particolarmente appassionato diciamo di termini anatomici perfetti, semplicemente perché vorrei che passasse questo messaggio soprattutto ai giuristi che stiamo parlando della struttura che ha le dimensioni di uno stecchino da denti. Pensiamo a uno stecchino (..) non credo che qualcuno mi citerà per pubblicità occulta, se posso chiedere al collega gentilmente io ho presentato ecco uno schematismo in cui si vede dalla parte posteriore il cornetto laringeo sinistro, è quella struttura che ho quadrato in rosso e ho disegnato in azzurro, questo cornetto e non corno che suggerisce l’idea di una struttura possente e chissà di quali capacità a resistere, questo cornetto ha le dimensioni mediamente lo ha detto il Professor PIERUCCI e siamo tutti assolutamente concordi in genere, di un paio di centimetri, è chiaro c’è una… naturalmente c’è una variabilità come in tutte le misurazioni del corpo umano ma grosso modo siamo tutti convinti che doveva misurare non più di un paio di centimetri. Questo cornetto quindi misura esattamente (..) 2 centimetri, basta confrontarle con una moneta da 10 lire… da 10 centesimi e si vede che c’è una corrispondenza, stiamo parlando di questa dimensione, ecco (..) questa struttura di un centimetro circa la sua metà diciamo a mezzo centimetro è risultata… alla fine di questa estenuante dissezione è risultata avere una soluzione di continuo, la soluzione di continuo che si è vista ha mostrato un inginocchiamento non so se si riesce a vedere di una quarantacinquina di gradi adesso poi questo è un oggetto mobile quindi..

Ecco questo per dare la misura e l’idea di quale struttura fosse in gioco, questo è l’unico elemento traumatico di tutta l’autopsia, null’altro è stato evidenziato da una T.A.C. total body che ha ricercato in tutte le strutture scheletriche qualunque segno, per la verità ne ha trovato uno ma è una vecchia frattura femorale ma che non ha nessun rilievo ai nostri fini quindi un cadavere assolutamente dal punto di vista scheletrico intonso, anche dal punto di vista cutaneo è vero sì che stiamo parlando di una questione che in coscienza dobbiamo tutti essere consapevoli noi diciamo medici legali è un evento più unico che raro, esumazione a 17 anni di distanza ma è anche vero che questi processi conservativi come la corificazione e la mummificazione, quelli di cui il cadavere era portatore, dicevo questi processi conservativi hanno di fatto mantenuto integra e leggibile la cute e nessuna lesione cutanea si è rilevata, stiamo parlando quindi di tutti i dati negativi, l’unica lesione che è stata trovata è questa.
Sempre dovendo affrontare il discorso della vitalità o non vitalità di questa disconnessione o frattura che dir si voglia non dobbiamo aver paura delle parole, frattura non vuol dire assolutamente in vita quindi possiamo tranquillamente usarlo, ecco il Professor PIERUCCI con la sua equipe ha fatto tutta una serie di indagini approfondite istologiche, microscopiche alla ricerca di segni di vitalità perché certamente se avessimo trovato dei segni di vitalità di questa lesione avremmo avuto la percezione assoluta, è banale quello che sto dicendo, che si era prodotto quando FRANCESCO NARDUCCI era ancora in vita.
Non si sono trovati, non si trovate certo le cellule del sangue travasato e questi… e siamo d’accordo col Professor PIERUCCI eravamo certi al cento per cento che non l’avremmo trovate però non si sono trovate nemmeno prodotti di degradazione come l’emoglobina e il ferro, quindi perché avere investito giustamente tempo, danaro… il danaro è banale, tempo e attenzione alla ricerca come ha fatto il Professor PIERUCCI di questa eventuale prova di vitalità della lesione per poi dire: “noi l’abbiamo fatta ma eravamo già sicuri che non avrebbe dato nessun risultato” io credo che questa affermazione sia un po’ stressata, l’abbiamo fatta forse con le speranze modeste ma dare per certo che non averla trovata è una… una aggettivazione di neutralità, intanto noi non l’abbiamo trovata, non possiamo dire: “siccome non l’abbiamo trovata non vale nulla questo dato” anzi addirittura lo ribaltiamo alla fine della relazione PIERUCCI dicendo… che posso citare sperando di non sbagliare, la frase con cui in tema di causa della morte il Professore conclude, “quanto meno probabile strozzamento e strangolamento”, addirittura quanto meno sembra un giudizio riduttivo rispetto a un probabile, certo strangolamento e strozzamento.
Ora con una lesività di queste dimensioni riferita solo ed esclusivamente ad un unico cornetto tiroideo superiore senza prove di una sua produzione in vita mi domando: come si può arrivare a dire “quanto meno probabilmente è stato strozzato o strangolato”, lei con molta diciamo attenzione ha ricordato questa mattina delle voci (..) che io nella ormai diciamo passata mia unica relazione ho indicato dimostrando che la possibilità della lesione di un solo cornetto in uno strozzamento o strangolamento è un’ipotesi sicuramente remota addirittura in molte casistiche non rilevata.
Questo valeva per allora, io nel brevissimo tempo che mi è stato concesso perché è recente il mio rientro in gioco quindi ho potuto riguardare quello che avevo scritto e cercare (..) ho trovato una nota divulgata nell’ambiente medico legale pubblicazione sempre dell’ottimo Professor UMANI RONCHI intitolata “Asfissie meccaniche violente” in questa sua diligentissima raccolta che è datata 2006 quindi che è assolutamente recente e che cita in prefazione… ho valutato due… più di settecento voci bibliografiche di tutti i tempi quindi assolutamente una messe di pubblicazioni internazionali e anche diciamo non solo geograficamente ma anche temporalmente estremamente ampia e diffusa.

In questa pubblicazione nella parte che è diciamo il convincimento che matura UMANI RONCHI e l’altro autore BOLLINO credo che sia, sì BOLLINO, si parla di strozzamento, a pagina 97 di questo manuale, di questa monografia è indicato “segni interni lesività specifica dello strozzamento” a pagina 98 si legge sono due righe chiedo scusa ma sono a mio modesto avviso indicative, fortemente indicative, il riscontro di un’unica frattura del corno superiore tiroideo prima di questo fa tutta una serie di pubblicazioni citando le varie lesioni che vanno dalla rottura dell’osso ioide in più punti, da infiltrazioni emorragiche importanti di strutture muscolari, da lesioni della lingua e da altre sempre nella questione che riguarda lo strozzamento torno a dire il riscontro di un’unica frattura di un corno superiore tiroideo con scarsa infiltrazione ematica non c’è bisogno che lo ricordi qui di infiltrazioni ematiche noi non ne abbiamo trovate, in assenza di altri segni lesivi quelli che dicevo delle altre strutture assume scarso valore diagnostico, quindi seppur vitale quella lesione, se lo fosse stata da sola qualcuno che ha raccolto diligentemente tutte le voci bibliografiche più importanti del mondo, stiamo parlando di… non vorrei dare un numero sbagliato o 600 o 700 me ne scuso, ecco 700, arriva a fare questa affermazione assoluta, ora noi come mai oggi senza le prove di una infiltrazione emorragica e solo con questa lesioncina arriviamo a dire quasi certamente, per lo meno quasi certamente è stato strozzato o strangolato NARDUCCI, non voglio neanche dare risposte lascio la domanda al pensiero di tutti e rispetto comunque le conclusioni a  cui tutti potranno arrivare. Questo è il discorso sulla causa…
(..)
G.U.P. – Lei ha detto che per quello che riguarda la vitalità della lesione è d’accordo con il Professor PIERUCCI sul fatto che non si è trovato infiltrazione di sangue…
CONSULENTE – Sì.
G.U.P. – E questo era scontato.
CONSULENTE – No io…
G.U.P. – (..) però se non ho capito male diceva lei emoglobina, qualche cosa che poteva essere in qualche modo (..) di sintesi del sangue o comunque una derivazione, può essere un pochino più chiaro su questo cioè secondo lei cosa è (..) stato possibile trovare e in effetti comunque non si è trovato.
CONSULENTE – No ma se non ricordo male prego il beneficio di inventario perché non ho avuto modo di riguardare tutto, per me nella mia idea superficiale e di lontananza da Perugia era un caso che addirittura credevo concluso, chiedo scusa non leggo i giornali quindi ho potuto raccogliere cose un po’ frammentariamente, dicevo se non ricordo male il Professore non è questa una critica alla condotta delle indagini, io credo che anche questo… la ricerca dell’emoglobina è stata tentata, è una domanda Professore non è un’affermazione perché non me ne ricordo, non credo che lei si sia limitato a cercare globuli rossi, no?
(..)
G.U.P. – Ammettiamo, ammettiamo che lo si debba ancora fare, okay?
CONSULENTE – Se fosse possibile.
G.U.P. – Si trova una lesione di quel genere, per dimostrare che sia una lesione prodotta in vita lei che cosa fa?
CONSULENTE – Cerchiamo l’emoglobina o il ferro in quello stretto punto dove troviamo questa (..).
(..)
G.U.P. – Tuttavia sarebbe stato possibile cercare poi verifichiamo se è stato fatto (..) emoglobina, ferro, qualcosa del genere, questo secondo lei ove fosse stato trovato avrebbe dato una chiara, sicura, possibile, aleatoria dimostrazione della (..)?
CONSULENTE – Se fosse stato trovato confrontandolo con le zone (..) in quantità diversa sì. (..) Sì perché il ferro rimane… rimane.
(..) Il discorso delle diatomee. (..) Vorrei ricordare a tutti che in un 30 per cento circa di cadaveri annegati indipendentemente da quando viene fatta la ricerca non certo a distanza di 17 anni le diatomee non si trovano. (..) E’ un dato globale che riguarda tutti gli annegamenti, adesso potremo trovare una casistica che dice 40 forse una che dice 25 ma non è che è il sillogismo, diatomee uguale annegamento non esiste una cosa… (..)
CONSULENTE TORRE – Sono TORRE sono, se posso dire una cosa, non è che nel 30 per cento non ci sono, solo nel 30 per cento ci sono. (..) Tutta la letteratura è concorde sul fatto che solo nel 30 per cento dei casi di annegati veri si trovano diatomee.
CONSULENTE – Esattamente quello che volevo dire è stato un lapsus (..) e me ne scuso.
(..)

Sollecitato dalle obiezioni dei consulenti delle controparti, il prof. PIERUCCI è poi tornato sulle considerazioni medico-legali già spiegate, rilevando:

(..) Ecco, rapidamente per quanto riguarda i segni diciamo così la causa di morte, dunque intanto se… siamo andati alla ricerca dei segni diciamo così della vitalità perché lo si deve fare ecco, lo si deve fare perché non si sa mai che cosa le indagini offrono, a considerare quindi qualche sorpresa a volte si fa ecco, noi abbiamo tentato anche la ricerca dell’emoglobina anche lì però è una emoglobina ossidata che a volte (..) si ritrova nel cadavere putrefatto per cui abbiamo fatto le reazioni del ferro; ecco ci speravamo, beh si spera sempre perché un risultato positivo è sempre più interessante di un risultato negativo quale che sia la fattispecie. Poi per quanto riguarda la frattura ecco non mi dilungo perché ne abbiamo già parlato e perché poi… però mi riaggancio a quello che ha detto il Professor FORTUNI, dice: “se avessimo trovato un segno di notevole… di una notevole violenza meccanica diciamo grossolana estesa topograficamente ecco allora poteva anche diciamo la frattura di questo stuzzicadenti dell’osso ioide avere un suo significato – dice – ma così no perché è avulsa la… un complesso lesivo più importante”. Ecco invece a me proprio quello che ha fatto venire il sospetto perché se vedevo un cadavere fracassato e allora ci sta anche specialmente in sede laringea, in sede diciamo… nella regione ioidea allora ci stava anche che si fratturasse il corno ioideo, in queste condizioni invece mi fa con più fondatezza pensare ad una applicazione locale circoscritta, questo, per quanto riguarda poi il corpo rigido eccetera sì questo avrebbe lasciato delle lesioni cutanee visibili allora e non più all’esumazione ma con estrema probabilità avrebbe comportato anche delle fratture osteo-laringee, osteo-cartilaginee per esempio su altri settori della laringe, sullo scudo tiroideo, sull’osso ioide cosa che invece non si è vista, ecco che non esiste e quindi questo dà maggior peso alla mia ipotesi di probabilità direi accentuata, ecco credo di aver detto tutto quello che c’era da dire.
(..)

A conclusione dell’udienza del 3 giugno 2009, vi sono state alcune domande rivolte direttamente ai consulenti della difesa:

PUBBLICO MINISTERO – Voi diciamo avete fatto presente, avete… ovviamente non avete potuto negare la presenza della frattura del corno superiore sinistro della cartilagine tiroide, avete però sostenuto che questa frattura si deve essere verificata post mortem, no? Quindi ora oggi prendo atto che questa frattura non si è verificata nel corso delle operazioni svolte dal Professor PIERUCCI e quindi dobbiamo ritenere che per voi questa frattura si è verificata dalla… (..) nella fase post mortale dal recupero del cadavere fino praticamente alla evidenziazione della frattura.
(..)

Quindi in uno di quei momenti si è verificato… secondo la vostra… ecco lei non era presente ma il Professor FORTUNI era presente nella… diciamo all’accertamento, all’evidenziazione di questa frattura avete formulato delle osservazioni, delle eccezioni, delle… avete contestato non la correttezza del metodo del sistema impiegato dal Professor PIERUCCI ma avete sostenuto la possibilità in quella occasione, in quella… di questa evenienza e in ogni caso quando secondo voi questa situazione potrebbe essersi verificata tenendo presenti le caratteristiche di questa lesione e la sede protetta, io mi riferisco perché prendo come punto di riferimento non stupitevi ma lo prendo… le prende anche il Professor PIERUCCI le affermazioni del Professor SIGNORINI, diciamo si tratta di una piccola lesione isolata senza alcun segno di traumatismo in settori contigui posizionata in sede protetta e poi spiega perché questa sede è protetta. Ecco tenendo presenti queste caratteristiche in quali occasioni, in quali evenienze potrebbe secondo voi essersi verificata, andiamo un pochino più sul concreto, questa frattura?
G.U.P. – Prego Professor FORTUNI.
CONSULENTE – Intanto la premessa che farei è questa: noi abbiamo preso, noi plurale (..), noi abbiamo preso atto di questa situazione al termine della dissezione naturalmente in quella situazione eravamo ancora ben lontani da tutta una serie di esami alla ricerca di una vitalità della lesione perché non c’è dubbio che se il Professor PIERUCCI insieme a noi che poi abbiamo seguito il resto delle operazioni avesse trovato che c’era un’infiltrazione emoglobinica se non di cellule della serie rossa del sangue chiaramente avremmo dovuto dire: “questo è avvenuto con il Professor NARDUCCI vivo” questo non potevamo contestare nulla se non prendere atto di questo e aspettare gli esami successivi per capire se c’erano segni di vitalità o meno. Una volta svolti tutti gli accertamenti che il Professore ha svolto alla ricerca vana di segni di vitalità noi dopo abbiamo fatto la nostra relazione (..), non ho difficoltà a ripeterlo, nessuno pensa che una maldestra manovra impropria, imperita, negligente manovra del settore abbia prodotto la lesione, quello che io modestamente penso è che questa lesione intanto se vale una regola diciamo che è quella della scienza che le cose vanno provate non avendo trovato segni di infiltrazione ematica, emoglobinica o di ferro perché dobbiamo valutare questo come un dato inutile e non avendo tra l’altro nessun altro elemento che ci guida, ritenerlo addirittura al limite paradossalmente la prova del fatto che sia prodotto in vita, perché ?
Perché tanto eravamo sicuri che non trovavamo infiltrazioni ematiche quindi questo è il primo punto che vorrei precisare rispetto alla domanda che mi è stata posta, cioè perché non abbiamo fatto delle osservazioni nell’immediato, questa è la risposta, dopodiché non avendo trovato nessun segno di vitalità concordo naturalmente col Professor PIERUCCI che non è che c’era la probabilità elevatissima di trovarlo ma neanche però la certezza assoluta di non trovarlo, altrimenti ho ascoltato con attenzione quello che ha detto il Professor PIERUCCI va comunque fatta la ricerca, sì va comunque fatta ma non credo che qualcuno cercherebbe mi vengono tutti esempi demenziali me ne scuso già da ora, la positività di un test di gravidanza in un maschio, se siamo sicuri che non c’è non stiamo a spendere nemmeno i soldi…
(..) Si può essere verificata… che poi è un falso problema questo non perché lei ha fatto una domanda che sia falsa, è un falso problema in questo senso si può essere verificata a mio avviso da quando viene ripescato il cadavere a quando il Professor PIERUCCI la evidenzia ma anche se si fosse verificata prima in vita da sola non è dimostrativa nemmeno in termini di modesta possibilità che quella sia una morte da asfissia meccanica acuta da strangolamento o strozzamento, questo è il mio modesto pensiero.
G.U.P. – E’ un problema diverso cioè secondo lei pur ammettendo che sia verificata prima…

CONSULENTE – Io non so quando si è verificata. (..) Più probabilmente dopo la morte.
G.U.P. – Però lei dice più probabilmente dopo la morte e mi dice più probabilmente dopo la morte l’ho capito, perché? Perché ci sono esiti negativi di accertamenti sangue, emoglobina, ferro, ma se dovesse fare (..) una sorta di scaletta, di classifica di quale sia la collocazione temporale e logica che si sentirebbe di privilegiare la collocherebbe al momento della dissezione o la collocherebbe in un momento precedente o la collocherebbe al momento del ripescaggio, se è possibile fare (..) del genere.
CONSULENTE – Io non mi sento di dare una risposta neanche in termini di probabilità, non è detto neanche…
(..)
G.U.P. – Fermo restando… cioè se non capisco male lei guarda gli esami anche radiologici e dice: “una lesione di quel genere non poteva sfuggire alla radiografia e alla T.A.C.”.
CONSULENTE – Per l’alta definizione di immagine che hanno…
G.U.P. – E ce lo ha ripetuto anche poco fa, quindi se la radiografia e la T.A.C. non evidenziavano fino a quel momento è evidente o è logico che si è prodotta in un momento successivo, ecco (..) la dissezione, giusto?
CONSULENTE – Questo è il mio pensiero. (..) Oggi si dirada un po’ il discorso rispetto a eventuali traumatismi accessori non legati allo strozzamento, strangolamento però al di là di questo più probabilmente lo collocherei in quello spazio.
G.U.P. – (..) della serie quindi a suo avviso con il blocco diciamo del collo già sezionato rispetto al resto del corpo, una operazione (..) lei dice: “nel fare quelle operazioni si può essere senza che se ne sia accorto lì al momento prodotto quel tipo di risultato”.
CONSULENTE – Ho usato un termine se lo posso ripetere che vale per i metalli anche per… se uno continua a piegare un filo di ferro a un certo momento si rompe, se questo è una serie di microtraumatismi ripetuti si può avere lo stesso una lesione di questo tipo in strutture così fragili. (..) Senza il dovere per forza immaginare un atto anche solo unico un pochino più violento, anche la sommatoria di questi stress ecco.
G.U.P. – Ho capito. Non abbiamo fatto rispondere al Professor TORRE sulla domanda se secondo voi c’è una possibilità di (..).
CONSULENTE TORRE – Ma direi che è difficile dire, a me pare che le ipotesi più ragionevoli siano il ripescaggio, il ripescaggio seguito dalle manovre settorie proprio perché nel ripescaggio mi è capitato di vedere prendere questi morti per il collo e allora è un luogo in cui capita di vedere cose di questo genere.
G.U.P. – E secondo lei invece il fatto che come abbiamo sentito il Professor FORTUNI non sia stata percepita questa lesione (..) nei giorni immediatamente precedenti alla dissezione (..)…
CONSULENTE TORRE – Bisogna dire delle cose che sono talmente aleatorie, io ho detto secondo me (..) forse al primo posto forse metterei il ripescaggio, in secondo posto le manovre settorie, direi che non posso escludere che quel materiale così indurito si sia… che abbia subito una fratturina possa essersi poi evidenziata man mano che si facevano le manovre settorie, cioè tolto tutto il connettivo mummificato intorno è rimasto da solo questo cornetto molto fragile perché calcifico e allora a quel punto si è scoperta la frattura.
G.U.P. – Che magari c’era da prima…
CONSULENTE TORRE – Che magari c’era da prima e magari… sono tutte cose molto molto aleatorie.
G.U.P. – Prego.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi vedo… non mi pare che siete d’accordo.
CONSULENTE – Non siamo d’accordo.
PUBBLICO MINISTERO – Ecco, no, no, prendo atto di questa…
CONSULENTE – Garantisce la genuinità non è che diciamo…
(..)

PUBBLICO MINISTERO – Gli accertamenti fatti all’epoca e la diagnosi conseguente, annegamento da probabile episodio sincopale, questa diagnosi è stata una diagnosi che poteva correttamente formularsi da un punto di vista medico legale sulla base degli accertamenti svolti o no?
CONSULENTE – Direi di no da quel poco che so, perché per avere la certezza di un annegamento i sacri testi dicono quando si forma si vede il fungo schiumoso che fuoriesce dalla bocca e non mi risulta che questa… (..) Verrebbe in mente un passaggio logico, siccome lo peschiamo dall’acqua è morto annegato, cosa che spesso si vede non in medicina legale ma in medicina prestata alla medicina legale (..)
PUBBLICO MINISTERO – E’ una diagnosi fatta.. scorretta sulla base degli accertamenti svolta.
CONSULENTE – Presunta vorrei dire.
PUBBLICO MINISTERO – Presunta.
CONSULENTE – Presunta come si può in certe situazioni, per esempio nella scheda Istat delle cause di morte è pretesa la diagnosi presunta non è obbligatoria una diagnosi accertata, quindi con la mentalità di chi fa il medico necroscopo che deve dare una causa di morte… io non è che devo difendere nessun collega né d’ufficio né di conoscenza perché non so di chi sia però…
PUBBLICO MINISTERO – Non era un medico legale.
CONSULENTE – Sì no, dico un collega anche non medico legale, però ecco potrebbe essere… ecco a volte si fa la diagnosi presunta che poi magari viene verificata giudiziariamente.
PUBBLICO MINISTERO – Un’ultima domanda (..), sono state notate tracce di patologie da cui il NARDUCCI, evidentemente l’uomo di Pavia…
CONSULENTE – A parte l’aterosclerosi che era abbastanza avanzata per l’età del paziente alla carotide non ricordo se la destra o la sinistra tracce di patologie spontanee tali da poter farci capire che soffriva di una malattia grave non ce ne sono.
PUBBLICO MINISTERO – Non ce ne sono.
CONSULENTE – Non so se posso andare oltre la domanda.
(..) Stiamo parlando di patologie neoplastiche che formano delle masse che a volte perdurano anche nel cadavere esumato perché hanno una consistenza e una scarsa vascolarizzazione eccetera ma se pensiamo a una patologia virale, a una patologia neoplastica del sangue è chiaro non si possono ritrovare in quelle situazioni, certo se aveva un tumore a un polmone, una palla di 5 centimetri è possibile che si sarebbe potuta trovare, se aveva una leucemia non si trovava se aveva una malattia infettiva virale senza diciamo fare delle distinzioni particolari nulla ce lo dimostrava.
PUBBLICO MINISTERO – Comunque segni di patologie non ne sono stati trovati?
CONSULENTE – No, assolutamente.
(..) CONSULENTE TORRE – No solo una parola, non risulta ci fossero segni di patologie di ordine naturale, ripeto non c’erano però… non erano più individuabili neanche i reni questo chiaramente indica che una patologia di parti molli che possa essere andata incontro a colliquazione non sarebbe stata comunque riconosciuta.
(..)
AVVOCATO FALCINELLI – Approfitterei per chiedere al Professor FORTUNI un chiarimento circa il profilo che peraltro è emerso anche nel precedente dibattito e che comunque il Professor FORTUNI tratta nella sua consulenza vale a dire un dato… forse l’unico dato certo della questione che qui ci occupa vale a dire l’uso di Meperidina o meglio le tracce di Meperidina che sono state rinvenute nel cadavere del povero FRANCESCO NARDUCCI, lei Professore tratta questo tema nella sua relazione e volevo sapere da lei non tanto la prova o la conferma della traccia di Meperidina, ma il significato che il farmaco assume nella dinamica del fatto che qui ci interessa.
G.U.P. – Prego.

CONSULENTE – (..) Questa sostanza sicuramente era nelle abitudini del Professor NARDUCCI da mesi perché i capelli erano sufficientemente lunghi, per alcuni mesi per lo meno (..), nell’ultima… nell’immediatezza della morte è difficile poi dire un’ora, mezz’ora o quattro ore, ne ha fatto un uso si può arrivare a dire che l’uso era eccedente l’uso… la quantità la dose terapeutica, certamente ha inciso sulle capacità mentali al momento della morte in termini di perdita di capacità di reazione, di mancanza di equilibrio, tutti abbiamo visto anche se l’esempio… capisco ci sono i familiari in aula me ne scuso, il soggetto che si fa una iniezione di eroina da strada, ecco la situazione nell’immediatezza se è una iniezione perché altrimenti potrebbe essere benissimo un’assunzione orale, è qualcosa del genere per cui si ha addirittura una perdita temporanea a tratti di coscienza sia una difficoltà anche a respirare se la dose è maggiore, certamente la capacità di reagire rispetto ad un che ne so… su un movimento della barca se tu sei… ti trovi in piedi o quant’altro è grandemente attenuata.
Per quello che possiamo dire e a questo cadavere che dopo 17 anni è stato riesumato abbiamo fatto dire tantissime cose, anche il reperire questa sostanza e poterla anche quantificare è una operazione di grande maestria tossicologica perché non è scontato che si possa ritrovare, poi c’è stato anche un riscontro di tipo credo circostanziale che era nelle sue disponibilità questo farmaco quindi anche questo non è… non vorrei che la medicina legale vi abituasse sempre a dei risultati così eccezionali perché dopo 17 anni in effetti questo sì che è un reperto di grande…
AVVOCATO FALCINELLI – Significativo.
CONSULENTE – Significato, poteva essere anche una dose letale, poco si sa perché nessuno può dire cosa succede dopo 17 anni in una sicuramente assunta dose di questo farmaco.
AVVOCATO FALCINELLI – (..) Lei ha richiamato prima uno studio del Professor RONCHI e del
Professor BOLLINO in tema di asfissie meccaniche violente che è uno studio abbastanza recente, se sbaglio mi corregga, del 2006 e ha letteralmente riportato a foglio 98 un passaggio che non stiamo qui a ripercorrere ma che sostanzialmente smentisce o comunque offre un momento di riflessione critica alla tesi avanzata dal Professor PIERUCCI. Volevo chiederle questo: in quell’elaborato che lei ha richiamato e ha tratto uno spunto è un riferimento, una analisi scientifica di 700 casi sostanzialmente per capire le metodologie.
CONSULENTE – Dunque la premessa che fanno gli autori è: “abbiamo esaminato più di 700 note” intendendo pubblicazioni scientifiche in tema di asfissie meccaniche violente e quindi questa è la somma dei dati bruti anche chiamiamoli così statistici ma è anche poi il convincimento che lo studio di tutta questa materia rielaborata da noi ci porta a dare quindi questo è un po’ è le conclusioni in ambito di strozzamento ed ambito di lesione di un solo cornetto tiroideo a cui addivengono, non vorrei ripeterlo, assume scarso valore diagnostico anche se vitale.
AVVOCATO FALCINELLI – Anche se vitale. Senta ha…
G.U.P. – Nelle 700 pubblicazioni ciascuna delle quali immagino avesse una sua casistica?
CONSULENTE – Sì, sì, sì diciamo hanno fatto…
G.U.P. – Quindi non 700 casi, di più?
CONSULENTE – No, no, no, sono moltissimi. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 468 a 489

All’udienza del 3 giugno 2009 il prof. PIERUCCI, iniziando dal problema dell’adipocera cutanea sollevato dal prof. FORTUNI, e rispondendo a specifica domanda sul fatto se la ritenesse una tematica rilevante, ha osservato:

CONSULENTE – Assolutamente no perché la adipocera si può formare a seguito di sommersione di cadavere però per tempi molto molto lunghi, molto lunghi vuol dire nell’ordine dei mesi vuol dire. Non è fenomeno che si è verificato istologicamente vale a dire formazione di adipocera presente sotto forma di cristalli insolubili e insolventi (..) è un fenomeno che d’altra parte è molto ben conosciuto in cadaveri indipendentemente dalla permanenza in acqua, è un fenomeno legato così alla (..) idrica ma quella di origine cadaverica stessa nelle zone ipostatiche, nelle zone che stanno sotto per molto tempo e di questo sinceramente ho l’esperienza anche in cadaveri diciamo esumati dopo decenni, non molte ma ecco mi è capitato di avere cadaveri soprattutto in sede di ricognizioni pre beatificazione, pre segnalazione, abbiamo fatto ecco e si vede tranquillamente che… e poi anche nel caso nell’esumato normale, nel putrefatto (..) nelle sedi ipostatiche si ha questo aspetto che è da considerare la fase istologica della adipocera cioè la formazione di sostanze di origine lipidica che però sono insolubili e che hanno un aspetto… quindi questo…
G.U.P. – Quindi per lei non c’erano (..).
CONSULENTE – Assolutamente no perché altrimenti avrebbe dovuto stare dei mesi e non cinque giorni, quello che è stato.
(..)
G.U.P. – (..) Lei conferma la valutazione che si trattava secondo lei di una fase enfisematosa?
CONSULENTE – Sì, cromatica quella iniziale e anche enfisematosa ma era rigogliosa (..)…
G.U.P. – A questo punto le caratteristiche (..) praticamente dalla certificazione della Dottoressa SEPPOLONI che in più punti si capiva che in pratica (..).
CONSULENTE – Sì, sì. (..) Dunque la macerazione è un fatto caratteristico del cadavere che permane in acqua, ecco quindi della sommersione, dipende dalla sommersione e dipende dalla quantità dipende dal tipo di sommersione e dalla durata.
G.U.P. – In sé quindi non ha nulla a che vedere con…
CONSULENTE – Con la putrefazione. (..) Putrefazione, può prescinderne anche se c’è una fase della putrefazione un po’ più avanzata quella che prevede al fatto (..) che si contrassegna per una epidermolisi cioè una perdita, un distacco dell’epidermide che direi morfologicamente ma non geneticamente è… cioè morfo geneticamente è analogo alla… è molto simile alla macerazione ecco per cui è macerato si vede anche nel cadavere diciamo esumato da bara che poi anche lì…
G.U.P. – Col fatto che ci fossero delle perdite di…
CONSULENTE – Epidermide sì. (..) Solo dai dati testimoniali perché fotografie del cadavere diciamo appena recuperato mi sembra di averne vista una o due insomma ecco. (..) Io credo di averla descritta come stempiato, ecco come… ma direi una stempiatura di tipo fisiologico o anatomico chiamiamolo non di tipo trasformativo insomma non è che ci siano… che poi mi sembra di aver letto e questo nella mia relazione diciamo sulla fattibilità che riporto molte testimonianze di qualcuno che aveva visto i capelli cadere a ciocche, anzi caduti a ciocche come se fossero stati…
(..)
G.U.P. – Allora partiamo quindi da questo punto, sulla base di queste considerazioni che lei fa (..) fase enfisematosa (..), giusto? In quel caso (..) è stato detto in particolare dal consulente della Parte Civile SPAGNOLI che se quella era la fase, se quello era (..) l’encefalo non avrebbe dovuto avere le caratteristiche che lei invece ha riscontrato (..), è vero concorda con questa conclusione?
(..)
CONSULENTE – Io sono d’accordo su questo. (..) Vado avanti così tiriamo in ballo anche le osservazioni del Professor TORRE (..) il quale si rifà a dati di letteratura molto vecchi quelli… (..) Ci sono tabelle riportate anche da un trattato abbastanza recente di (..) RONCHI medico legale di Roma e collaboratore sulla diagnosi di epoca di morte e riporta delle tabelle… (..) ecco questa tabella riferisce della colliquazione cerebrale durante il mese di ottobre, la riporta per tutte le stagioni, ecco la colliquazione nel mese di settembre avviene in sei giorni nel mese di ottobre avviene in dieci giorni, questi sono dati ottenuti sul fiume Reno ecco non il nostro di Romagna ma ecco quello… (..) il vero Reno, qui la temperatura è molto inferiore.. (..) Le condizioni variano in rapporto anche per esempio alla alternanza fra sommersione ed esposizione all’aria (..) quindi io non ci vedo grandi possibilità diciamo di estrapolare una data più esatta per la permanenza in acqua (..). Non è che noi abbiamo fatto l’autopsia al momento che il cadavere è stato recuperato dall’acqua, il cadavere è stato autopsiato dopo 17 anni ma a prescindere dagli anni sappiamo benissimo ed è una nozione acquisita che le alterazioni del cadavere sommerso e (..) quelli dell’annegato sono abbastanza contenute finché il cadavere è nell’acqua, una volta tirato fuori, tirato all’aria la putrefazione procede in maniera tumultuosa, proprio in maniera… io ecco nella consulenza di fattibilità quella precedente riportavo il caso che ci è capitato del Maresciallo dei Carabinieri e che il giorno… il mattino della autopsia dice: “ma questo non è il cadavere che abbiamo tirato fuori ieri dall’acqua” perché era completamente diverso nel giro di una notte può cambiare radicalmente, i processi cadaverici in particolare la putrefazione hanno un decorso tumultuoso proprio galoppante eccetera quindi quando è stato estratto il cadavere dalle acque il 13 ottobre dell’85 l’encefalo sarà stato non so come, sicuramente dopo uno o due giorni l’encefalo era come qua. (..) E’ certo, questo è certo perché una cosa… infatti gli autori tedeschi che sono precisi che cosa dicono? Dicono encefalo eccetera, cadavere esaminato, dopo due o tre giorni di permanenza in cella a più 4 gradi invece qui non è stato a 4 gradi, quindi (..) l’encefalo si colliqua. Ora ecco non è che io mi aspettassi all’esumazione di trovare l’encefalo colliquato come sembra attribuirmi il Professor TORRE nella sua… peraltro pregevole consulenza però se l’encefalo era colliquato in precedenza naturalmente sottostando alle ulteriori trasformazioni, in particolare alla disidratazione, alla evaporazione, comunque alla disidratazione che c’è stata è notevole si doveva coagulare per dire così una massa uniforme e non una massa formata come quella che abbiamo trovato e questo vale non solo per l’encefalo, vale per il cuore, vale per altri visceri mentre per altri c’è stata colliquazione tipo… comunque ecco polmoni… cuore ed encefalo, l’encefalo quello su cui ci focalizziamo ora ecco dico in questo caso non è che diciamo l’osservazione dell’encefalo attuale sia rapportabile a quella di 17 anni fa, però 17 anni fa sicuramente l’encefalo se era colliquato non poteva se non diciamo a mezzo di una sorta di neo embriogenesi, una neoformazione, una specie di miracolo di Lazzaro ecco ritornare a prendere la sua forma normale.
(..) G.U.P. – (..) Il Professor FORTUNI nella sua relazione dice: “non sono mica tanto convinto che si trovasse quel cadavere in una fase enfisematosa (..)” dice: “si può (..) ritenere che alla fase cromatica della putrefazione si stava sovrapponendo una iniziale fase gassosa” se mi chiarisce anche da un punto di vista cronologico quali possono essere le differenze (..).
CONSULENTE – Le risponderò, prima voglio precisare un concetto che non ho chiarito a sufficienza prima, vale a dire anche un cadavere estratto dall’acqua (..) lasciato alla temperatura ambiente in pochissimo tempo va in putrefazione rigogliosissima e, a maggior ragione va in putrefazione non solo un giorno, due giorni, dieci mesi, dopo 17 anni ecco quindi lo stato enfisematoso od enfisematoso o prevalentemente cromatico della iniziale situazione dell’encefalo al recupero non condiziona in maniera decisiva l’ulteriore processo colliquativo, un po’ di putrefazione male non fa perché c’è già tutto in essere tutto il suo strato biologico però quello che ugualmente sarebbe andato incontro a colliquazione, ecco dopo una permanenza di cinque giorni in acqua ecco per cui stare a dire che rimeditando un poco diciamo la vicenda allo stato attuale io in tema di compatibilità ecco mi sembra di essere stato un po’ troppo cauto, ecco ora sarei un po’ più…
G.U.P. – Più determinato.
CONSULENTE – Più determinato ecco. (..) Gassosa o enfisematosa sono sinonimi, ecco la putrefazione comincia di solito con un cambiamento di colore fase cromatica ecco.
G.U.P. – Quindi quando lei dice fase cromatica (..).
CONSULENTE – No lui accentua diciamo la prima fase io la seconda ecco, lui dice: “siamo ancora all’inizio” io dico: “siamo all’inizio un po’ ho progredito” ecco.
G.U.P. – E allora la mia domanda era se fossimo veramente all’inizio e non più tardi come invece ipotizza lei, rimarrebbe uguale secondo (..).
CONSULENTE – Sì, sì, sì, sarebbe… secondo me sì. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 536 a 538

Sulle osservazioni del prof. TORRE e del prof. BALOSSINO, quindi rispondendo a ulteriori domande delle parti, il consulente del P.M. così prosegue:

CONSULENTE – Dunque la prima differenza è che non mi risulta dalle foto allegate dal Professor TORRE che tratti di annegati e questo cambia molto perché nell’annegamento e soprattutto nel cadavere in posizione voglio dire sommerso la ipostasi si forma prevalentemente al viso e questo al viso, al volto, al capo e quindi all’encefalo e quindi questo imprime alla putrefazione un acceleramento indubbio. Ma poi quello che… ecco posso dire senza… con molta pacatezza al collega amico TORRE che è incorso lui nello stesso errore nel quale sono incorso io nel non sottolineare il fatto… quello è l’encefalo di uno appena estratto dall’acqua o appena autopsiato diciamo in condizioni quindi di relativa freschezza, qui invece dobbiamo mettere quell’encefalo, dargli 17 anni successivi, ma lasciamo stare gli ultimi 16 anni e mezzo, nei primi… nella prima settimana successiva e quell’encefalo va incontro… dell’annegato o del sommerso va incontro a colliquazione con estrema facilità e con notevole rapidità ecco (..).
Qui non ho presente la descrizione della Dottoressa SEPPOLONI però se non mi sbaglio anche l’addome era molto tumefatto, anche lo scroto era molto tumefatto, anche le testimonianze dice un particolare i piedi sfuggivano dal… sembravano che uscissero, che non fossero contenuti più nel… ecco non è un fenomeno limitato al viso e al volto, lì può aver facilitato sicuramente l’espressione, i colore specialmente la tumefazione eccetera e tra parentesi dico io la colliquazione encefalica, però non è un fenomeno limitato è un fenomeno generalizzato, diffuso.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, torniamo alla… passiamo alla seconda consulenza, ecco lei nella seconda consulenza accenna, accenna perché non c’erano i quesiti, accenna ad un problema che lei si è trovato di fronte e problema rilevante, molto rilevante che ha… perché lei ne parla in diversi punti della consulenza il problema della… il problema identità del cadavere ripescato e quindi anche del cadavere autopsiato e quindi… del cadavere ripescato e quindi anche dei conseguenti problemi circostanziali, ecco quando ha cominciato a porsi questo problema? Il problema che non c’erano i quesiti ovviamente perché nessuno si era posto un problema del genere, il problema della compatibilità tra definiamolo quello che lei ha usato l’uomo di Pavia e l’uomo di Sant’Arcangelo e sulla base di quali considerazioni.
CONSULENTE – Intanto il problema primitivo (..) primordiale era quello della identificazione del cadavere e quella starei a dire che è risultata agevole già a colpo d’occhio perché era talmente ben conservato che si vedevano… si vedeva nettamente la corrispondenza fra le foto e il cadavere.
PUBBLICO MINISTERO – Lei dice il cadavere di Pavia quindi?
CONSULENTE – Quello di Pavia, sì parlo di questo quindi poi c’è stato anche inserita nella consulenza principale l’apporto della Dottoressa CARLESI che ha dimostrato la sovrapponibilità diciamo del calco ricavato dal cadavere con le foto disponibili, quindi sulla identità, sulla identificazione del cadavere diciamo così di Pavia per quello del NARDUCCI FRANCESCO non ci sono dubbi ecco.
All’atto che abbiamo cominciato a vedere un cadavere così ben conservato rispetto alle descrizioni del recupero, rispetto alle… insomma qui sembrava che i fenomeni cadaverici fossero tornati indietro non che fossero andati in avanti, è questo, che abbiamo cominciato ad avere dei dubbi e poi soprattutto all’autopsia, l’esame dell’encefalo, quello me lo aspettavo già colliquato, non ancora colliquato come dice TORRE, non è che me lo aspettassi fluido a quel momento ma come un… diciamo l’esito di un già fluido, cioè una massa informe, rassodata, ecco invece lì (..) ben conservate con… e anche a livello microscopico insomma c’era una qualche coerenza con un organo ben conservato e poi non solo l’encefalo ma anche il cuore, anche altri organi ecco, quindi a questo punto mi sono chiesto, dico: “ma è quel cadavere là oppure si tratta di qualche altra cosa” ecco diciamo un quesito tecnico ecco, tra l’altro ci è capitato anche di fare le riesumazioni e trovare il cadavere di una donna mentre si cercava quello di un uomo quindi anche nel nostro ambito…
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, ecco mi parli dei pantaloni rinvenuti sul NARDUCCI, sull’uomo oggetto dell’autopsia, della riesumazione che ha indicato è stato identificato esattamente per il NARDUCCI, di che taglia erano e poi volevo sapere… (..) Sì va bene, se erano abbassati verso il pube o se erano indossati normalmente nel punto di vita…
CONSULENTE – Mi sembra che fossero infilati…
PUBBLICO MINISTERO – Se aderivano al corpo, se erano integri e chiusi con un bottone oppure aperti.
(..)
CONSULENTE – No, no, no, se ben ricordo (..) diversamente specificato vuol dire che erano indossati regolarmente perché si dà atto dell’indumento indossato (..).
G.U.P. – (..) il problema è se quei pantaloni potevano entrare (..).
CONSULENTE – Mi sembra anche difficile, c’era se non mi sbaglio anche la posizione delle mani che in un certo senso ostacola lo scivolamento della cintura e dei pantaloni sotto insomma erano le mani appoggiate sull’addome, quindi mi sembra un po’ arzigogolata ecco questa ricostruzione, insomma tutto è possibile…
G.U.P. – Lei però ricorda una posizione normale…
CONSULENTE – Sì, sì.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Ecco, i pantaloni erano chiusi se lo ricorda? Chiusi con un bottone e non erano stati tagliati? Prima quando è stato trovato.
CONSULENTE – Dunque i pantaloni che abbiamo visto all’esumazione erano indossati regolarmente e chiusi, occlusi, diciamo abbottonati regolarmente.
PUBBLICO MINISTERO – Abbottonati.
(..) CONSULENTE – No, no, non erano tagliati non erano… è venuto il dubbio per la camicia che fosse… ecco che poi lo abbiamo risolto, abbiamo fatto anche osservazione al (..) per vedere se era un taglio fresco e abbiamo concluso che era un taglio fatto da noi che per un attimo ci siamo dimenticati di averlo fatto ecco.
PUBBLICO MINISTERO – Senta, sotto i pantaloni ha trovato qualcosa?
CONSULENTE – Sì abbiamo trovato… lì forse c’è, abbiamo trovato… ora quello che ricordo senza fare ricorso all’elaborato, abbiamo trovato una sorta di asciugamano.
PUBBLICO MINISTERO – Di che spessore?
CONSULENTE – Spessore… questo qui non so se lo abbiamo misurato ma sarà stato 3, 4 millimetri.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, il cadavere oggetto dell’accertamento autoptico, quindi il cadavere di Pavia aveva i capelli, i peli e le unghie diciamo diffusi, non diffusi in tutto il corpo oppure c’erano…
CONSULENTE – Sì, sì. No, no, li aveva, li aveva, le unghie erano presenti ecco facilmente staccabili, alcune le abbiamo trovate nella bara ecco.
PUBBLICO MINISTERO – I peli erano presenti nel corpo?
CONSULENTE – I peli erano presenti mi sembra di sì ecco, non so se ha sottomano la descrizione.
(..)
AVVOCATO SPINA – Riconosce in queste fotografie i pantaloni indossati dal cadavere?
CONSULENTE – Direi di sì.
AVVOCATO SPINA – In queste fotografie quei pantaloni le sembrano slacciati ovvero allacciati?
CONSULENTE – Ma io da queste foto sinceramente non riesco a fare una diagnosi diciamo così.
G.U.P. – (..) a occhio sembrerebbero aperti, a occhio.
AVVOCATO SPINA – Anche a noi sembrerebbero tali.
G.U.P. – Però non si vedono bottoni.
(..) AVVOCATO SPINA – La posizione dei pantaloni da ciò che lei osserva è definibile come di pantaloni nella loro posizione normale ovvero abbassati? Anche con riferimento alla sottostante mutanda.
CONSULENTE – Direi che sono lievemente abbassati.
(..)
Ecco una cosa che… una cosa che devo rimarcare è che molti bottoni erano saltati tanto che nella bara noi abbiamo fatto anche delle… abbiamo anche radiografato diciamo così il sedimento della bara alla ricerca di eventuali corpi metallici, proiettili, tutto quello che si può fare ecco e abbiamo trovato anche dei bottoni e mi sembra di averne dato atto a proposito dell’esame radiologico di quello total body fatto il giorno stesso della…
(..)
AVVOCATO CRISI – Volevamo anche esibire… signor Giudice perché non era stato possibile prima, non so se lei ne ha la disponibilità oggi, verificare anche per quanto riguarda la chiusura del pantalone 48 S le fotografie che sono allegate all’elaborato del Professor PIERUCCI, ne abbiamo una su computer se lei volesse chiaramente se… e questo è riscontrabile circa la posizione di chiusura… (..) Questa è una fotografia che è allegata all’elaborato del Professor PIERUCCI, poi ci dice chiaramente (..)
AVVOCATO SPINA – Sì sulla produzione, esibizione dell’Avvocato CRISI, a mia domanda poco fa ella ha risposto che le foto che io ho prodotto corrispondono al momento esatto dell’apertura della bara, le condizioni che avete trovato all’apertura della bara. È esatto questo?
CONSULENTE – Sì.
AVVOCATO SPINA – La fotografia che le è stata mostrata poco fa tratta dal computer la numero 44 risale a un momento successivo o come la può collocare?
CONSULENTE – Bisognerebbe che rivedessi le due a confronto.
AVVOCATO SPINA – Ecco, allora chiedo che questo sia possibile.
(..)
CONSULENTE – Questa mi sembra precedente a quella la foto autentica…
AVVOCATO SPINA – Quella cartacea Professore.
CONSULENTE – Quella cartacea ecco mi sembra precedente perché è ancora… diciamo sono
coperte le porzioni inferiori mentre quella successiva cioè quella…
G.U.P. – Quella nel computer.
CONSULENTE – Quella nel computer è successiva perché mette allo scoperto quello che è sotto i pantaloni.
G.U.P. – Quindi presuppone…
CONSULENTE – Presuppone che sia stato…
G.U.P. – Tolto…
CONSULENTE – O tolto o sollevato, modificato…
AVVOCATO SPINA – Quindi quella cartacea certamente precedente cronologicamente.
CONSULENTE – Direi di sì direi. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 538 a 541

 

In occasione della stessa udienza, si è registrato un primo contributo della dott.ssa Carlesi, già in ordine alle attività compiute all’atto della riesumazione ed allo stato del cadavere:

CONSULENTE – Allora all’apertura della bara le mani erano leggermente poste non sul sotto costale come di solito ma erano leggermente scese, le mani, aveva un giubbotto la cui parte finale del giubbotto con un fussoir ossidato si sovrappone alla chiusura del pantalone, può darsi che nelle immagini questo non riesca a essere chiaro perché la parte inferiore del giubbotto era in pelle e aveva un colore abbastanza sovrapponibile a quello blu scolorito dei pantaloni sotto e questa ossidazione del fussoir del giubbotto può nelle immagini trarre un po’ in… a me non sembravano scesi i pantaloni, i pantaloni comunque erano chiusi e poi abbiamo studiato nel dettaglio i pantaloni, ovviamente tolti senza lesionarli perché il corpo si era… consentiva la svestizione in questo caso senza andare noi a interferire col taglio dei pantaloni, questi pantaloni sono in cotone con la parte interna che le è stata… fatta vedere in quella immagine che si rivede ancora la parte diciamo così di fodera a ribattere la cintura e la chiusura, reca in quell’immagine il 48 S, il tagliandino del 48 S quindi indica la taglia, li abbiamo misurati erano 75… inestensibili perché di cotone foderato non avevano parti estensibili in 75 centimetri chiusi, la parte che abbiamo fatto vedere in quella sezione dell’interno reca anche l’impronta ossidata del bottone di chiusura, la sovrapposizione con l’asola quindi vuol dire che erano che erano chiusi anche dall’interno.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi quello è il rovescio?
CONSULENTE – E’ il rovescio.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, questi… nell’elenco dei documenti sequestrati si dice pantaloni chiusi con bottoni in parte persistenti cioè c’erano più bottoni, com’era la chiusura?
CONSULENTE – Esatto, quello che stavo dicendo adesso che una parte reca l’immagine ossidata di un pantalone che per lisi del filo di cucitura non era più presente, l’altro vicino era presente.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi era la chiusura fatta a bottoni, è una chiusura a bottoni.
CONSULENTE – No questa è la chiusura della vita.
PUBBLICO MINISTERO – Ah del punto di vita mentre sotto c’era una…
CONSULENTE – Credo di ricordare una zip.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, lei ha detto che erano inestensibili questi pantaloni quindi non erano…
CONSULENTE – Sì foderati.
PUBBLICO MINISTERO – Elasticizzati.
CONSULENTE – Cotone. No.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi non potevano allargarsi. Senta erano indossati sul punto di vita o erano abbassati?
CONSULENTE – Erano indossati, a me sembra anche rispetto a dove cade il giubbotto al punto fisiologico, sopra (..) perché non erano calati.
PUBBLICO MINISTERO – Erano quindi indossati regolarmente?
CONSULENTE – Sì e comunque al di sotto c’era la camicia, c’erano i boxer e c’era un telo per cui il bacino…
PUBBLICO MINISTERO – Quanto era…
CONSULENTE – Quindi l’addome era comunque coperto.
PUBBLICO MINISTERO – Che spessore aveva tutto questo insieme di telo.
CONSULENTE – L’abbiamo… l’ho misurato e fotografato con uno spessimetro, 3 centimetri.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi ha…
CONSULENTE – Dai 3 ai 3 centimetri e mezzo considerando lo spessore dei pantaloni e quello che indossava fino ad arrivare allo strato…
(..)
E’ vero quello che diceva il Professor PIERUCCI c’è una tumultuosità anche nelle ore proprio e successive al ripescaggio di un corpo (..) cioè a togliere un cadavere sommerso o in acqua e portarlo semplicemente al funerale, c’è un’evoluzione veramente tumultuosa della putrefazione e con una fase enfisematosa che si sta… galoppante, allora se si applicano delle procedure di tanato prassi ove è lecito farle quindi in Francia si svuota il cadavere dai gas putrefattivi e si riesce a vestire ma con molta difficoltà perché comunque si svuota solo la parte estensibile, cioè l’addome, in realtà poi gli arti, il torace è un cadavere di difficilissima vestizione tant’è che si tagliano regolarmente gli abiti che la famiglia fornisce, si appongono quando non si può neanche svuotare dai gas putrefattivi io non ho… cioè non ho… non sono capace di vestire un corpo per quanto riesca oltretutto maleodorante uscito dalla… cioè ci sono delle condizioni dalla lettura e dalla conoscenza della putrefazione lette dalle prove testimoniali che mi rendono veramente perplessa quando vedo un 72 di vita vestito, chiuso. (..) 75 meno 3, anche pensando alla compressione e al modo peculiare di quella vestizione mi sento io che ho per mesi fatto queste operazioni lo vedo al limite della praticabilità. (..) E soprattutto leggendo una deposizione che è quella della sorella del Dottor MIRIANO allora non… (..) Non mi rendo conto di come… (..) come il corpo venga descritto assolutamente riconoscibile coi vestiti che abbiamo noi trovato in esumazione perché poi c’erano anche delle altre incongruenze su chi avesse vestito l’uomo ripescato, disteso sembrava sorridesse, sembrava truccato, quindi un volto così e soprattutto la descrizione calzante degli abiti che abbiamo trovato con a livello dell’addome aveva un po’ di pancetta, strano per un (..), questa cosa sinceramente incrociando i dati non mi torna, uno perché se io comprimo un ripescato a patto che la vestizione è avvenuta a casa quindi è stato una mattinata sul molo, lo porto a casa quindi passano ore e quello che dicevo la tumultuosità dei fenomeni trasformativi in questi casi enfisematosi è tanta, penso che non fosse neanche particolarmente freddo perché noi abbiamo cercato di ricreare anche le condizione ambientali di quel 13 ottobre, non era un 13 ottobre rigido e comunque come si diceva prima o stai a 4 gradi o stai in una cella frigorifera o se no questa cosa diventa esponenziale non segue lo standard tradizionale, quindi non è correlabile a tabelle è proprio galoppante. Incrociando tutti i dati io sinceramente non riesco a capacitarmi.
G.U.P. – Le faccio una domanda diversa che non riguarda (..) con le conclusioni del Colonnello GAROFANO, non le chiedo se ha ragione lei o se ha ragione il Colonnello GAROFANO (..) a proposito della circonferenza addominale lei calcola da 110 a 119 (..) e il Colonnello GAROFANO la calcola in 99, giusto?
CONSULENTE – Sì.
G.U.P. – Allora ipotizziamo che ha ragione lui, 99, una persona che ha un addome diciamo così gonfio per il gas, dovuto alla presenza di gas può avere un addome di 99 (..) che può essere compresso fino a mettere dei pantaloni che ha (..).
CONSULENTE – Se fosse stato vestito contestualmente lì in quel momento forse.
G.U.P. – Lì in quel momento del ripescaggio…
CONSULENTE – Del ripescaggio e su quella foto, altrove con un passaggio…
G.U.P. – Di altre ore.
CONSULENTE – Altre ore no.
G.U.P. – Secondo lei no.
CONSULENTE – Secondo me non, proprio… no, anche perché non gonfia solo l’addome.
(..) Dai piedi eccetera, far passare un 48 small che ha anche dimensioni degli arti inferiori, cioè calzare un pantalone di quel tipo a quel tipo di corpo è al limite della praticabilità e sinceramente lì non so di preciso quante ore siano passate però alcune e quindi da 99 può passare esponenzialmente a molto di più.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Senta, lei non è l’aspetto antropometrico quindi ne possiamo parlare anche se questa cosa la dice successivamente in una delle consulenze ma non riguarda l’aspetto antropometrico, lei ha parlato di edentulia nell’uomo del lago.
CONSULENTE – Per la posizione del volto sembra un po’ disteso da gas ma sembra che sia molto poca la distanza tra i punti con i limiti dell’immagine in se però rispetto ad esempio al volto di paragone della salma che invece ha la dentatura perfetta quindi le parti posteriori danno un’altezza verticale significativa in quel corpo può essere parzialmente… può trarre in inganno la sfericità che assume una facies negroide distesa dall’enfisema putrefattivo però l’altezza era tra diciamo naso e mento poca per cui fa pensare a una chiusura del morso si dice in termini…
PUBBLICO MINISTERO – L’altezza quindi era molto… fra naso e mento era molto bassa?
CONSULENTE – Era molto bassa quindi fa pensare che almeno nei settori posteriori non ci fosse un’occlusione che poi fa una leva, fa una forbice se ci sono i denti dietro è più alta.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Il cadavere di Pavia invece aveva… l’altezza com’era la stessa o era un’altezza maggiore?
CONSULENTE – No, no, era una dentatura completa quindi ai settimi, un’altezza che dava un volto armonioso, non c’era anterotazione della mandibola, no, no…
PUBBLICO MINISTERO – Assolutamente regolare.
CONSULENTE – E in buona chiave occlusale anche l’ho descritta come odontogramma.
PUBBLICO MINISTERO – Senta, quando… lei mi dovrebbe dire il momento in cui… quali sono stati gli elementi che vi hanno cominciato a far pensare a qualcosa di… che non vi eravate… che non vi aspettavate e cioè al problema, a questo problema identificativo di compatibilità fra il cadavere che avevate analizzato nella prima consulenza e il cadavere che avete… che è stato oggetto di autopsia.
CONSULENTE – La cosa più immediata per me è la vestizione come ho detto prima cioè non riuscivo a far quadrare i dati, successivamente soprattutto dopo le fasi ispettorie tutti i rilievi prima enunciati dal Professor PIERUCCI mi vedono assolutamente d’accordo nel senso che le fasi della putrefazione si innescano e non c’è nessun ritorno cioè sono evolutive, non è che io posso avere una fase cromatica enfisematosa dall’inizio eccetera e tornare a una buona presentazione del cadavere, cioè non c’è possibilità di ritorno da una fase all’altra c’è solo una possibilità evolutiva..
(..) anche la semplice macerazione citata dalla Dottoressa SEPPOLONI non la ritrovo, ho le unghie, ho i peli, ho i capelli, è un cadavere che doveva essere molto ben conservato a mio avviso e non si concilia con le immagini di un corpo in fase putrefattiva, enfisematosa.
(..)
CONSULENTE TORRE – Solo un paio di cose chiedo scusa, solo una cosa, un chiarimento, ho sentito bene o ha detto che i calzoni avevano un giro vita di 73 centimetri?
CONSULENTE – 75.
CONSULENTE TORRE – 75, ma a me pare impossibile, mi sono preso la briga di misurare adesso questo qua, questo è 40 centimetri quindi un girovita di 75 credo che andrebbe bene a una anoressica.
CONSULENTE – Questo lo abbiamo misurato.
CONSULENTE TORRE – Eh va be’ allora o qui i pantaloni si sono accorciati ma questi sono 75 centimetri di girovita, vorrei solo anche aggiungere che dalle tabelle normali di indumenti che possono trarsi da internet un abito… dei calzoni da uomo di taglia 48 hanno un girovita che va da 82 a 85, no chiedo scusa da 94 a 97, il 48 da uomo è da 94 a 97, non c’è neanche una misura di calzoni da uomo che va da 75 dobbiamo passare o sulla donna o francamente sul bambino, per cui ho qualche dubbio sulla effettività di quella misura 75 ripeto… questo… ho qui un metro, questo è 40, 20 e 20 fanno 40 io credo che mia figlia pesa 42 chili probabilmente ha un giro vita così.
CONSULENTE – Io posso solo dirle che lo abbiamo fotografati misurati e i documenti sono agli atti per cui…
CONSULENTE TORRE – Ma non le viene qualche perplessità sulla correttezza di quella misurazione a questo punto?
CONSULENTE – Ah per forza l’abbiamo misurato e rimisurato, la mia perplessità nasce di lì  Professore.
CONSULENTE TORRE – Ma quindi questo signore sarebbe stato vestito con dei pantaloni da donna?
CONSULENTE – Era un 48 small come…
CONSULENTE TORRE – No un momento, ci sono anche altre cose quella S almeno secondo…  secondo molti documenti non vuol dire small cioè 48 equivale ad S, 50 a M, 52 a L, 54 a XL, 56 a XXL, può anche darsi che esistano dei 48 small però io..
(..) Cioè ma è un modo diverso di esprimere la dimensione, tutto qua, comunque i pantaloni 48 sono sui 95 centimetri, ripeto dalle tabelle che si trovano e anche dal buon senso… adesso il buon senso forse non bisogna utilizzarlo però pensare che un maschio adulto possa avere 75 centimetri di girovita secondo me uno dovrebbe porsi dei problemi, solo questo perché li rimisurerei quei pantaloni.
CONSULENTE – Professore sono agli atti e li abbiamo misurati e rimisurati e fotografati.
CONSULENTE TORRE – Forse avete visto degli altri pantaloni allora perché quei pantaloni lì non possono essere andati addosso a un maschio adulto chiedo scusa.
(..) Allora altre cose io ho visto una sua relazione, non credo di entrare adesso in questioni antropometriche, qui siamo questioni di esame della faccia e della testa di questo cadavere del lago, lei parla di… non parla di indice cefalico ma parla di classificazione del Broca e disse che questo è un brachicefalo.
CONSULENTE – Sì.
CONSULENTE TORRE – Che cos’è l’indice encefalico di Broca?
CONSULENTE – E’ un rapporto tra la dimensione (..) del vertice e le dimensioni trasversali ed ha un riferimento per inscrivere la forma in determinate figure geometriche ed ha una scala dal brachicefalo al…
CONSULENTE TORRE – No scusi perché io non è che mi occupi direttamente di queste cose, ma risultava… mi risultava che questo indice è il rapporto tra la larghezza e la lunghezza del cranio cioè va… (..) encefalico ed è quello che mi serve per dire se uno è dolicocefalo o brachicefalo?
CONSULENTE – No bisogna anche fare per iscrivere il… in una figura bisogna anche tenere presente (..).
CONSULENTE TORRE – Teniamo pure presente però l’opistocranio è fondamentale per dire che
uno è dolicocefalo?
CONSULENTE – Sì (..).
CONSULENTE TORRE – E lei dove lo ha trovato l’opistocranio di questo signore…
CONSULENTE – Il punto d’appoggio.
CONSULENTE TORRE – Come?
CONSULENTE – Il punto di appoggio per cui ho…
CONSULENTE TORRE – Però non capisco come mai nel suo elenco cita il Bregma, cita il Thorus, Nasion, sottonasale, alveolare (..) ma di opistocranio non parla mai.
CONSULENTE – Perché io arrivo fino a… ho l’appoggio e quindi vedo fino al Bregma e ho
calcolato… e chiaramente poi tra l’altro come dicevo prima è…
CONSULENTE TORRE – No ma chiedo scusa, adesso si può poi giocare su tutto però lei non ha l’opistocranio, non ha il punto nucale di questo morto che è l’unico elemento che può indicare se uno è brachi o dolicocefalo.
CONSULENTE – Non ho l’opistocranio ma ho il punto di appoggio per cui se ho un cranio per esteso prendo il pogonion e prendo il punto di appoggio lo posso mediare tant’è vero che gli do… un brachicefalo è noto la bassezza del terzo facciale.
CONSULENTE TORRE – Insomma quella bassezza lì mi permetta su un soggetto con quei labbroni e quel nasone pensare… perché ha la facies negroide pensare di individuare una spina nasale o una punta del mento…
CONSULENTE – No.
CONSULENTE TORRE – Cioè io devo dire che non mi era mai capitato di vederlo.
CONSULENTE – Questo nel dettaglio è stato proprio lei e le stavo dicendo prima con i limiti dell’immagine e con i limiti della…
CONSULENTE TORRE – Ecco, ma allora se uno ha tanti limiti mi dica la verità non sarebbe meglio dire: “non si può dire niente” non ha l’occipite, non ha nessun punto osseo di riferimento perché lei poi lo dice: “da una prima analisi è un brachicefalo” ma come fa a sapere come era fatta dietro quella testa?
CONSULENTE – Poi siamo riusciti comunque… a parte che ci sono anche del… questo tecnicamente mi sembra di averle risposto comunque perché se prendo il pogonion, prendo il punto di appoggio che è immediato l’opistocranio nel Bregma posso sbagliare di poco ma non tanto da andare da un brachicefalo a un (..).
CONSULENTE TORRE – Il punto di appoggio si vede bene in quell’immagine?
CONSULENTE – Non ho capito.
CONSULENTE TORRE – Si vede bene in quell’immagine, sotto non è che ci sia qualcosa di morbido…
CONSULENTE – No la coperta sotto.
CONSULENTE TORRE – Ecco ma una coperta sotto se compressiva…
CONSULENTE – Però riusciamo a determinare dove finisce la coperta e dove inizia…
CONSULENTE TORRE – E quindi anche questo con una interpretazione?
CONSULENTE – No con un limite netto dell’immagine quando finisce un tipo di textor e quando inizia l’altra, appunto prima lo avevo detto ci sono dei limiti di tolleranza data anche dalla sfericità del cranio. (..)
CONSULENTE TORRE – Nulla da dire, voglio solo precisare mi sono ripreso l’immagine di quella testa il punto di appoggio non si vede niente, c’è delle.. materiali morbidi che arrivano all’orecchio per cui quello che c’è sotto potrebbe essere una testa piatta come quella di un mongolo, potrebbe essere un dolicocefalo come un abissino per cui…
CONSULENTE – Non credo.
CONSULENTE TORRE – Sono tutte illazioni chiedo scusa.
CONSULENTE – No perché tra l’altro ci sono anche poi delle descrizioni sia su persone che hanno visto il cadavere sul lago sia poi a distanza di tempo raffrontando le varie foto anche questa molto sono (..).
CONSULENTE BALOSSINO – Sono BALOSSINO, la Dottoressa CARLESI ha messo in evidenza il fatto che ci sia una limitazione relativa alla dimensione delle immagini e allora noi stiamo lavorando, penso che lei abbia lavorato con due immagini completamente diverse e sono una quella relativa al ripescamento del cadavere e l’altra quella della riesumazione, quindi due immagini con due dimensioni, con due risoluzioni completamente diverse e allora mi chiedo se la Dottoressa abbia preso in considerazione questo fatto nell’applicazione di quello che lei chiama filtro fotografico find edges che non è altro che un filtro che mette in evidenza i contorni, ora proprio perché mette in evidenza i contorni devo fare attenzione, mi chiedo se la Dottoressa ha fatto attenzione al fatto che da una parte lavora su delle immagini zoomate quindi con l’effetto di tassellamento e dell’applicazione dei pixel e dall’altra su immagini che invece sono dettagliate e sulle quali questo filtro agisce in modo completamente diverso.
CONSULENTE – Sì su questo però chiedo che possa rispondere il.. perché sono state immagini che comunque sono state acquisite con un determinato modo, abbiamo guardato il livello di accuratezza delle immagini, certo siamo consci delle due fonti diverse, sono valutazioni che sicuramente sono state prese in considerazione, nel tecnicismo posso avvalermi del… di chi in realtà ne capisce più di me.
CONSULENTE BALOSSINO – Queste sono le stesse conclusioni e comunque alle quali erano giunti anche i R.I.S. i quali appunto hanno messo in evidenza il fatto che il find edges sia un filtro digitale e non un filtro fotografico, che permette di esaltare i contorni chiaro scuri dell’immagine e non di esaminare nel dettaglio il comportamento della luce dalla materia delle zone esaminate, prima di tutto queste considerazioni che tiro via quelle più tecniche portano però a dire che sul corpo, sulla testa, sul cranio della persona che è stata ripescata non c’è presenza di capelli, questa è sfunzione molto forte basata su delle considerazioni che sono relative alla scarsa risoluzione e distanza, al disturbo introdotto alla grana della pellicola che ovviamente non fanno vedere i particolari quindi c’è un aspetto di tipo tecnico ma c’è anche un aspetto visivo perché qui viene detto: “dato qualitativo del corpo recuperato” cioè se è qualitativo allora io guardo le immagini, guardo le due immagini possibilmente ricondotte alla stessa… allo stesso aspetto e poi faccio una analisi qualitativa non certo applico un filtro di esaltazione dei contorni perché ho due immagini completamente diverse.
CONSULENTE – Sì sulla comparazione posso essere d’accordo, sullo studio della singola immagine abbiamo cercato di acquisirla nel miglior modo possibile tant’è vero che nelle controdeduzioni col Professor (..) abbiamo visto come può essere acquisita e il grado di riproduzione della stessa immagine (..).
CONSULENTE BALOSSINO – Scusi, del cadavere ripescato?
CONSULENTE – Sì, a seconda dei vari modi di applicazione (..) e ripeto nel… quindi ci sono problematiche di cui lei sta affrontando la cosa che abbiamo sicuramente preso in considerazione, quindi se da una parte c’è uno studio qualitativo di quell’immagine con quella risoluzione e dall’altra ho delle altre immagini le fonti noi le distinguiamo molto chiaramente abbiamo applicato più di un filtro di studio e comunque non ho mai pensato… sì le faccio vedere ma in realtà mi rendo conto che i conti sono assolutamente diversi, questo sono… è una cosa che abbiamo tenuto in considerazione. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 541 a 547

Il dott. RAMADORI, sempre alla stessa udienza, ha così risposto alle domande rivoltegli:

PUBBLICO MINISTERO – Vi siete soffermati sulla… i problemi di compatibilità dei due… dei cadaveri, diciamo del cadavere del lago e del cadavere oggetto dell’autopsia di cui ha parlato il Professor PIERUCCI, che cosa…
CONSULENTE – Noi avevamo esposto le nostre considerazioni che più che considerazioni erano perplessità fin dalla prima relazione che poi abbiamo integrato attraverso un ulteriore supplemento.
Ci sono dei fatti che noi abbiamo lasciato all’attenzione degli inquirenti, non azzardandoci ad addivenire a delle conclusioni certe anche perché il caso è quanto mai complesso però in effetti avendo partecipato a tutte le fasi dell’indagine autoptica che si è svolta in diverse occasioni e avendo preso visione anche del materiale fotografico che ci era stato fornito queste iniziali perplessità sono state confortate in un certo senso e soprattutto in estrema sintesi lo stato di conservazione degli organi ed in particolare dell’encefalo ci è sembrato incompatibile con una fase cromatico enfisematosa quale quella iniziale posto che come giustamente rilevato dal Professor PIERUCCI a cui mi devo continuamente rifare perché non posso che concordare la accelerazione dei processi putrefattivi una volta ripescato il cadavere ha sicuramente un andamento che è stato definito galoppante ed è irreversibile nel senso che lo stato di conservazione dell’encefalo quale quello riscontrato all’autopsia in cui erano ancora visibili le circonvoluzioni esterne e anche la suddivisione tra sostanza bianca e grigia anche se ovviamente non poteva più definirsi bianca e grigia a quel punto secondo noi lascia riflettere sul fatto che ci sia… ci possa essere questa compatibilità.
PUBBLICO MINISTERO – Cioè lei vuol dire… vorrei che mi rispondesse su questo punto che la fase enfisematoso putrefattiva delle trasformazioni cadaveriche poi evolve in fasi successive…
CONSULENTE – Evolve.
PUBBLICO MINISTERO – Che si caratterizzano dalla perdita d’acqua no…
CONSULENTE – Sì, non solo dalla perdita d’acqua ma dal disfacimento…
PUBBLICO MINISTERO – Esatto.
CONSULENTE – Alla fine della struttura macroscopica cosa che invece a livello del cadavere sottoposto ad autopsia non si è affatto verificato anzi si è scoperto anzi si è scoperto con una certa sorpresa che in effetti lo stato di conservazione era relativamente perfetto, possiamo chiamarlo così.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi…
CONSULENTE – Comunque sicuramente non derivante da una fase finale della putrefazione normale.
PUBBLICO MINISTERO – Quindi per sintetizzare, i fenomeni di degradazione che sono legati alla fase enfisematoso putrefattiva delle trasformazioni cadaveriche possono regredire una volta cessata la fase…
CONSULENTE – No sono irreversibili, sono irreversibili.
(..)
AVVOCATO CRISI – Sì Dottor RAMADORI sono stati già affrontati vari temi, su uno vorrei tornare per un approfondimento, tra i vari elementi di contrasto di cui lei ha appena parlato ovvero un ordine a quella che è la visita necroscopica del tempo e quelle che sono risultanze all’esito dei suoi approfondimenti vorrei ritornare chiedendole una specificazione per quanto concerne un dato cheinsieme al Professor BACCI avete indicato come di importanza primaria ovvero quello dello stato della massa encefalica.
CONSULENTE – Sì ne accennavo prima, nella relazione originaria quindi nella descrizione dello stato anatomico riportata dal Professor PIERUCCI c’è proprio la descrizione di questo encefalo di cui si distinguevano nemmeno con la fantasia dell’occhio proprio le circonvulsioni esterne nonché alla sezione la distinzione tra la materia bianca e quella grigia che è quello che si ritrova normalmente, questo fatto sta a indicare che i processi di trasformazione e anche di putrefazione che dovevano… che ci si doveva aspettare in base a una cronologia di ricostruzione sono stati in un certo senso smentiti perché sarebbe quasi un unicum ritrovare un encefalo in quelle condizioni se già la fase cromatico enfisematosa putrefattiva è avanzata e (..) allor quando questa fase accelera una volta che viene ripescato dall’acqua, ecco questo avevamosottolineato oltre ad altri fattori che ci lasciavano perplessi sulla compatibilità.
AVVOCATO CRISI – Quali sono gli altri fattori di perplessità scusi che avete illustrato nella vostra relazione? Ne avete indicato uno primario che è quello dello stato della massa encefalica.
CONSULENTE – Sì.
AVVOCATO CRISI – Ma se ne sono stati apprezzati…
CONSULENTE – Poi la conservazione…
AVVOCATO CRISI – Ne sono stati apprezzati anche altri Dottore ce li vuole cortesemente..
CONSULENTE – Così molto schematicamente la conservazione degli annessi cutanei come i peli e i capelli o anche le unghie che sono stati trovati in stato relativamente integro e anche in sedi tipiche quando sempre riferendosi alle risultanze pur imprecise del certificato necroscopico iniziale o anche ad alcune testimonianze di persone che hanno assistito al ritrovamento del cadavere in base a questo certificato e alle testimonianze.. si poteva pensare che questi annessi fossero stati in tutto o in gran parte perduti proprio per i fenomeni trasformativi, anche l’abbigliamento era… ci ha fatto porre qualche riflessione in particolare ai pantaloni che risultavano allacciati con solo qualche bottone che mancava quando nella fase enfisematosa come già detto da precedenti consulenti è estremamente difficile procedere al rivestimento di un cadavere in quelle condizioni. (..) Direi che è improbabile che possa essere rivestito senza procedere alla… (..) Sì, lo trovo improbabile ecco. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 547 a 549

Il professor TORRE ha invece dichiarato, limitatamente al dibattito con gli altri medici legali:

CONSULENTE – Sono TORRE, soltanto inizierei con qualche appunto ancora a proposito di quanto aveva riferito prima la Dottoressa CARLESI, io direi che si vede piuttosto bene in immagine come questa, questo è il nostro famoso cadavere sul pontile che la regione della nuca è assolutamente invisibile, c’è tutto questo insieme di materiali qua c’è l’orecchio, argomentare sulla base di un’immagine di questo genere la lunghezza di quel cranio è assolutamente impossibile, aggiungo che tra l’altro che la Dottoressa CARLESI parla di Bregma come punto di incontro tra le suture coronale, sagittale, metopica a prescindere dal fatto che la metopica non c’è quasi mai c’è solo nell’1 per cento dei soggetti e dice che il riconoscibile essendo visibile tutta la squama frontale, ora di questo morto a parte la considerazione che la squama frontale non si vede in un soggetto che non sia scheletrizzato comunque la regione occupata dalla squama frontale è quasi completamente nascosta, solo questo. Torniamo un momento ai nostri problemi di putrefazione perché insomma la discussione in questo caso mi pare che verta essenzialmente sull’attribuibilità di questo cadavere, il doppio cadavere insomma la conosciamo bene la vicenda. Ora io vorrei se fosse possibile sgombrare il campo da un equivoco perché qui sembrerebbe quasi che una persona che muore non vada poi incontro agli usuali fenomeni putrefattivi a meno di circostanze sfavorevoli come quella di essere stato estratto dall’acqua. Ora mi sembra che seguendo il ragionamento che ha fatto il Professor PIERUCCI (..) sembrerebbe che se io muoio e vengo inumato fresco cioè in tutte le esumazioni che noi vediamo normalmente dovremmo avere un cervello perfettamente conservato, direi che questo non è vero tant’è che loro stessi si sono sorpresi di una conservazione particolarmente buona, aggiungo questa questione del cervello, incominciavamo a parlare del cervello… il cervello non è che si colliqui come dice giustamente PIERUCCI si rammollisce, se questo cervello rammollendosi… Se il soggetto non viene sottoposto ad autopsia e quindi il cervello non scola fuori al momento dell’apertura del neurocranio questo cervello è avvolto dalle meningi, le meningi sono delle membrane fibrose piuttosto consistenti che seguono fedelmente tutte circonvoluzioni cerebrali quindi lui si rammollisce, non c’è ragione per cui le meningi si interrompano e il cervello vada a scolare da qualche parte, quando poi questo cervello come è capitato qui si ricompatta per essersi disidratato è logico che la sua morfologia soprattutto se uno la va a cercare, è chiaro che nelle normali esumazioni si fa piuttosto grossolanamente e si raccoglie quello che c’è di poco consistente, non c’è nessuna ragione per cui quel cervello non conservi l’aspetto macroscopico delle sue circonvoluzioni. Ora io…
(..)
G.U.P. – Una domanda a questo punto, un chiarimento, tutto okay lei reputa che dinanzi a una situazione invece particolare come questa caratterizzata da una permanenza in acqua e caratterizzata da un fenomeno putrefattivo qualunque fase fosse in ogni caso già avanzato questi elementi permanenza in acqua e sommersione in acqua (..) che incidenza avrebbero dovuto avere invece sullo stato (..).
CONSULENTE – Del cervello, ecco anche qui c’è un altro argomento da chiarire, è vero che la permanenza in acqua dopo l’estrazione accelera i fenomeni putrefattivi, bisogna solo porsi il problema del perché, la permanenza in acqua accelera i fenomeni putrefattivi semplicemente perché l’acqua con la macerazione danneggia la cute e la cute è la miglior barriera contro i germi che sono responsabili della putrefazione per cui il cadavere estratto dall’acqua va incontro rapidamente a putrefazione ma essenzialmente sulla cute e sul sottocute non si comprende perché un cadavere estratto dall’acqua debba andare in putrefazione più rapidamente a livello del cervello, non c’è ragione perché questo capiti se mi sono spiegato.
G.U.P. – Sì, sì.
CONSULENTE – Direi la rapidità di putrefazione è quella, perché si dice poi… (..) L’evoluzione degli organi è imprevedibile nei cadaveri, probabilmente di quei reni qualche cosina ci sarà rimasto, devo dire che però il contenuto dell’endocranio è estremamente segregato nei confronti del mondo esterno e la zona meno esposta alla putrefazione da parte di batteri endogeni intestino e così via per cui non mi stupisce che ci sia un cervello magari meglio conservato di un rene ma prendendo… riprendendo il discorso precedente perché si dice anche… anche nel parlare comune che il morto estratto dall’acqua, l’annegato è più putrefatto e gonfio, tutti lo dicono, “il morto era gonfio” semplicemente per quella ragione che il morto come ha ben sottolineato PIERUCCI in acqua giace con la testa in giù quindi le macchie ipostatiche si formano prevalentemente al volto, la regione in cui la putrefazione è sempre iniziale e più accentuata e la regione dove ci sono tante macchie ipostatiche che contengono il sangue che va in putrefazione rapidamente e quindi facilmente gonfia questo volto, diventa verde nerastro, faccia negroide e gonfia, quindi direi che non mi stupisce una situazione del genere, io qui già nella relazione avevo messo qualche immagine di cadavere ne ho aggiunta qualcuna, questo è uno stato cromatico enfisematoso non particolarmente accentuato, abbiamo però già gli occhi chiusi com’era questo qua, abbiamo il colore verdastro del volto, questo era il suo cervello, in questo caso non era colliquato, questo è un morto che è più putrefatto, è più putrefatto e ha un cervello che è già francamente rammollito però attenzione qui si vedono ancora bene le circonvoluzioni del cervello, questo è un morto che può essere simile al nostro forse lo è di più perché del nostro sappiamo solo qual era lo stato del volto (..).. sono argomenti che sarebbe stato opportuno toccare anche a proposito della lunghezza di quel cadavere se si bada all’atteggiamento in semi flessione di questi arti che è piuttosto comune nei cadaveri in questo stato di putrefazione si capisce bene il perché di quella cosa che ha stupito tanto il Pubblico Ministero Dottor MIGNINI cioè che noi poi avevamo aggiunto una decina di centimetri alla lunghezza del nostro morto perché è chiaro che se allungo una gamba che è flessa io rimango più lungo ma di questo parleremo la prossima volta.
Vorrei anche far notare in questo morto qui abbiamo anche un gigantismo putrefattivo del pene, però vorrei far notare che il livello sopra le spine iliache cioè quel punto in cui ci si mettono i pantaloni non è particolarmente gonfio, non lo è mai perché la grande… il grande gonfiore dell’addome è là dove la parete addominale è più cedevole, ora non bisogna pensare che i pantaloni siano come quelli di Fantozzi, scusatemi, fin sopra l’ombelico, se io mi alzassi adesso si vede bene che i miei calzoni sono più o meno a livello delle spine iliache e quella è una regione lo si vede in questo morto come in tutti i morti gonfi e putrefatti in cui l’aumento volumetrico dell’addome non è particolarmente significativo, aggiungo quel che avevo detto prima comunque che anche nelle… non lo avevo detto lo avevo scritto, anche in quella valutazione del R.I.S. che riprenderemo più avanti abbiamo un addome che non è grande, dell’ordine dei 99 centimetri è quello forse è un valore per certi versi attendibili perché non è una misurazione della lunghezza fatta così sghemba, è un’altezza di un addome che era mi pare 27,5 centimetri quindi un addome non…
G.U.P. – 25 e 8.
CONSULENTE – Come?
G.U.P. – Era 25 e 8.
(..)
CONSULENTE – E quindi non era un grande addome, io non vedo nessuna difficoltà a far entrare dei calzoni numero 48 in un soggetto che ha un addome di quelle dimensioni, che sia gonfiato un pochino ancora dopo va bene, posso sicuramente infilargli quei calzoni fino a sopra il pube, è chiaro non dei calzoni che siano con un diametro come quello che ci ha riferito la Dottoressa CARLESI, adesso io non mi intendo di tessuti e di stoffa è possibile che gli acidi, tutte questi materiali che ci siano in una bara dove un individuo va in putrefazione possano determinare un infeltrimento, un raccorciamento e un restringimento degli abiti però a questo punto risulta chiaro che tutte le discussioni a proposito dell’altezza dei pantaloni sull’addome crollano completamente se ci sono dei calzoni che sono passati da 80 centimetri a 73 allora è chiaro che nel corso di quei 19 anni non solo è cambiato il cadavere sono cambiati anche i calzoni e i rapporti tra calzone e cadavere dire quali potessero essere e direi mi pare del tutto arbitrario (..). Ora insomma mi pare che questa questione delle condizioni tanatologiche di quel cervello non abbiano alcun significato, oltretutto come ho già scritto vorrei chiedere al Professor PIERUCCI e ad altri che se ne sono occupati quanti morti hanno esumato a 17 anni dalla morte, quanti di questi erano stati inumati freschi e quanti inumati già putrefatti e allora gli chiederei se ha notato una differenza tra il cervello dell’esumato dopo 17 anni inumato fresco da quello putrefatto, io personalmente è vero che ho citato un lavoro, un testo dei primi… di metà dell’800 però eran tempi in cui si lavorava bene, io non ho trovato in proposito nessun dato della letteratura quindi io direi che quella questione del cervello così come quella dei pantaloni sono degli argomenti che non assumono assolutamente nessuna valenza ai fini di dire se quello era o non era il cadavere di NARDUCCI. Capelli, anche qui santo cielo abbiamo un morto di 17 anni in cui abbiamo soltanto delle notizie a proposito del fatto che perdesse qualche ciocca di capelli, le ciocche di capelli sono appariscenti quando vanno a depositarsi al suolo o su una stoffa e io non… penso da testa possano essere benissimo essersi distaccate delle ciocche di capelli (..).
G.U.P. – Mi torna indietro di un paio di… ecco, esatto queste fotografie qua ecco lei se non ho capito male dalla prescrizione o meglio dalla presa visione di una fotografia di questo genere lei conclude nel senso che una persona che vede una testa così dal corpo appena riesumato può confondere se non ho capito male una fisiologica stempiatura con…
(..)
CONSULENTE – Non tanto una fisiologica stempiatura, io dico che per esempio al centro di questo ovale vedo dei capelli molto radi, lì è facilissimo che sia… ci sia stata la mancanza di qualche piccola ciocca di capelli per esempio, come faccio io di un cadavere in cui vedo dei capelli tutti a ciuffetti a sapere se qua e là delle piccole ciocche non si erano staccate al momento del rinvenimento del cadavere putrefatto, è questo che voglio dire, indubbiamente lui è molto stempiato, devo dire che proprio… (..) su questa immagine qui perché là in mezzo vedo dei vuoti che superano la stempiatura, comunque mi pare che anche a proposito dei capelli sia proprio difficile dire che da questo morto non sono state allontanate delle ciocche di capelli. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 549 a 551

Queste le osservazioni, invece, del prof. FORTUNI:

CONSULENTE – Ma io credo che non ci siano punti di scontro diretto sostanziale nelle obiettivazioni e nelle notizie diciamo patrimonio culturale della nostra disciplina tanto meno fra il Professor PIERUCCI e me, io credo che bisogna intenderci quando il Professor PIERUCCI dice: “l’adipocera la vediamo a distanza di mesi in un cadavere che permane nell’acqua” il Professor PIERUCCI intende quella trasformazione che è una sorta di processo anch’esso potremmo chiamarlo conservativo in cui il cadavere diventa un fantoccio di cera anzi di masse saponose, certamente… (..) Sì però è chiaro che… è chiaro che ci vogliono dei mesi perché tutto questo succeda ma si legge anche nella relazione e lo abbiamo visto poi tutti con i nostri occhi che c’erano delle aree di adipocera, questo descrive il Professore e non possiamo certo che essere concordi con lui, queste aree…
G.U.P. – Ma secondo il Professor PIERUCCI se non ho capito male quella è una adipocera che con la sommersione non ha nulla a che vedere (..)
CONSULENTE – L’adipocera si realizza in ambiente umido e freddo perché mai queste zone non debbano dipendere dall’ambiente dove questo cadavere sarebbe soggiornato cinque giorni.
G.U.P. – Dice il Professor PIERUCCI se non ho capito male quella è una adipocera che viene da (..) umido freddo che è la bara sostanzialmente (..).
CONSULENTE – Sì.
G.U.P. – All’interno della bara e quindi quella è un’adipocera che si crea per effetto di quell’ambiente umido che si crea, che si realizza (..) questo mi sembra di aver compreso dalle sue considerazioni e a questo lei può obiettare se secondo lei non poteva avere quelle caratteristiche, non di più, di meno, è d’accordo?
CONSULENTE – No io credo che a maggior ragione se è… diciamo il cadavere è rimasto alcuni giorni in acqua ci possiamo aspettare delle aree di adipocera quindi…
G.U.P. – Ma lei per esempio nella sua esperienza ha degli.. adipocera in cadaveri che certamente non erano rimasti in acqua (..)?
CONSULENTE – Sì qualche volta sì in forma molto… più modesta, ci vogliono anche le condizioni… il microclima ambientale della cassa, le temperature esterne, magari un cadavere se non ricordo male le esumazioni che facevamo molti anni fa sull’Appennino tosco emiliano per studiare la morte da silicosi asbestosi nei lavoratori che avevano fatto la direttissima, insomma gli scavi per le gallerie del tratto ferroviario, ecco in quei casi cadaveri che quasi tutto l’anno non… permanevano temperature sicuramente non superiori si 30 gradi e in quei casi si trovavano delle aree di adipocera, l’umidità all’interno della cassa con delle temperature basse lo aveva prodotto comunque…
G.U.P. – Sono situazioni molto particolari che secondo lei nel caso di specie è difficile (..).
CONSULENTE – Adesso in Umbria sicuramente ci sono inverni freddi ma ci sono anche estati
molto calde quindi io questo… (..) Non vorrei dire una cosa di cui non sono completamente convinto per rispetto a lei Giudice e per chi mi ascolta, però ecco non è certo che ci vogliono mesi perché si formino delle aree di adipocera, è certo che perché il cadavere diventi un fantoccio di sapone ci vogliono dei mesi in acqua e in acqua diciamo temperature basse ma aree di adipocera possono essere favorite sicuramente dai liquidi, ma non solo dai liquidi anche dalle caratteristiche dei liquidi in termini di PH di sali in cui… che ci sono disciolti, tutta una serie di fattori che è difficile dare una risposta certa, in generale si può… sono convinto che un cadavere che soggiorni più tempo, più giorni in questo caso in acqua possa avere più probabilità di sviluppare aree di adipocera. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 551 a 552

Invitato ad eventuali approfondimenti in ragione delle obiezioni mossegli, il prof. PIERUCCI ha quindi dichiarato:

CONSULENTE PIERUCCI – (..) Ricomincio dal Professor TORRE circa la presunta mia sorpresa di fronte all’encefalo del caso diciamo di Pavia ecco, dell’autopsia di Pavia del 2002, non è che mi sia… che abbia avuto una sorpresa a trovare un encefalo così come a trovare il cuore, come a trovare altri visceri molto ben conservati ma la sorpresa è di averlo trovato tale in quel cadavere  che aveva soggiornato per molto tempo presumibilmente 5 giorni circa in acqua, acqua che in effetti apre la porta alla putrefazione rigogliosa della cute per quanto riguarda la epidermolisi, per quanto riguarda diciamo la macerazione ma non solo della cute anche dei visceri interni e perché dei visceri interni? Perché comunque si ha una… nella sommersione si ha un passaggio di liquido dentro il cadavere il quale poi in un qualche modo diffonde e diffondendo rende molto più fluido i liquidi e rende molto… imbibisce anche i tessuti molli a volte si arriva ad esempio di fronte a cadaveri quasi integri esternamente alla colliquazione dei legamenti intervertebrali ecco, cose che sono note e che sono registrate, quindi il processo putrefattivo nell’annegato in maniera particolare perché lì c’è un diretto immediato ingresso di liquido nel soggetto mentre annega cioè è ancora evidente, ma anche nel cadavere sommerso quindi c’è questa notevole imbibizione che facilita poi la putrefazione perché anche la putrefazione ha bisogno (..) dei terreni di coltura segni liquidi o segni solidi e quindi è facilitato, non solo la cute ma anche i visceri interni.
G.U.P. – Ecco una precisazione, però a questo punto l’organo che è costituito particolare oggetto di attenzione da parte sua e da parte dei consulenti della Parte Civile (..) ecco mi pare di comprendere nelle osservazioni del Professor TORRE che semmai a tutto voler concedere forse erano altri gli organi dove la particolare dinamica diciamo così del fenomeno putrefattivo sul cadavere che è rimasto in acqua e poi dopo viene recuperato e dovrebbe in qualche modo far sorgere dei dubbi sulla intervenuta colliquazione di organi magari non visceri, qualcosa dove c’è una maggiore possibilità di contatto e di (..) con l’acqua non invece per l’encefalo (..) Ecco, lei condivide questa osservazione cioè il fatto che l’encefalo essendo protetto poteva anche rimanere così?
CONSULENTE PIERUCCI – Non la condivido, intanto una precisazione anche a organi toracici in particolare il cuore è stato trovato molto ben conservato e se loro controllano le fotografie allegate vedono proprio un cuore che sembra quasi… quasi fresco ecco, quindi anche questo è già un elemento di dubbio, un po’ l’altro… o di sorpresa. L’elemento di sorpresa si riallaccia a una nozione che è stata sottolineata anche dal Professor TORRE vale a dire che la posizione particolare assunta dal cadavere sommerso in acqua, cioè con la testa in giù facilita la putrefazione del viso, delle parti molli ma anche dell’encefalo, quindi l’encefalo doveva essere partito ma non dico partito all’atto dell’autopsia fatta dal Professor TORRE cioè 10, 15 giorni dopo diciamo di sommersione o dall’annegamento ma partito nei giorni successivi, questo l’ho detto anche stamani, nei giorni successivi all’estrazione al recupero del cadavere perché è proprio allora che si esaltano e che si accelerano i processi.. Quindi aver trovato lasciamo stare gli ultimi 16 anni o gli ultimi 16 anni e mezzo di trasformazione, l’aver trovato ecco un cadavere così ben conservato va bene che le parti molli o meglio la leptomeninge conserva grossolanamente la forma però conserva il solido, conserva il semi solido e non il fluido, il fluido per sua natura è informe, ecco quindi avremmo dovuto trovare sì come troviamo talora un pugnetto di materia mollastra e magari compresenti le leptomeningi a parte la (..) nella fossa cranica posteriore ma informe non conformata come un cervello normale, ecco è questo il grande stupore, è quello che ha dato luogo sul piano diciamo così autoptico senza che avessi in quel momento un particolare voglio dire sospetto circostanziale perché noi avevamo il quesito generico “dica il perito – ora non ricordo le parole esatte – e fornisca tutti gli elementi utili alla identificazione del cadavere” quindi ecco questo qui è un elemento diciamo così di discrepanza molto notevole.
(..)
AVVOCATO COACCIOLI – (..) Posto che la permanenza in acqua del cadavere accelera in misura notevole e irreversibile il fenomeno putrefattivo vorrei sapere se ed in quale misura sulla accelerazione del fenomeno putrefattivo incide la temperatura dell’acqua.
CONSULENTE PIERUCCI – In misura notevole, è stato verificato ecco in… diciamo in ricerche abbastanza recenti che il comportamento dei vari parametri fra i quali anche le colliquazioni o i rammollimenti tessutali, la perdita dei peli, delle unghie eccetera è funzione della temperatura dell’acqua, ecco e ci sono degli schemi molto direi che allora non avevo presentato in perizia ma ci sono degli schemi riportati in molti trattati e in molte pubblicazioni ecco che danno questo doppio, triplo diagramma che dimostra proprio l’importanza della temperatura dell’acqua così come del tempo di permanenza in acqua.
AVVOCATO COACCIOLI – Perché la temperatura è importante.
CONSULENTE PIERUCCI – E’ un fattore importante anzi direi quasi decisivo. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 552 a 554

Conclusivamente, su domanda del P.M., i consulenti della difesa hanno rappresentato di aver preso in esame i dati testimoniali limitatamente a quanto risultante nelle relazioni del prof. PIERUCCI, e di non conoscere il contenuto dei verbali di sommarie informazioni risalenti ad epoca successiva: in particolare, di non aver tenuto conto nella stesura del proprio elaborato delle dichiarazioni della signora MARIA TERESA MIRIANO. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 554

3 Giugno 2009 Prima udienza preliminare procedimento 2782/05/21 per omicidio e associazione per delinquere
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