Il 1 Giugno (giorno e mese fittizi) 2009 viene messo in onda il Telefilm dal titolo “Il mostro di Firenze” per la regia di Regia: Antonello Grimaldi.
Cast: Marit Nissen, Ennio Fantastichini, Bebo Storti, Corso Salani, Nicole Grimaudo, Stefano Scherini, Giovanni Bissaca, Simona Caparrini, Pietro De Silva, Sergio Albelli, Sergio Forconi, Aurelio Pierucci, Pierpaolo Saraceno, Francesco Burroni, Marco Giallini, Massimo Sarchielli, Giorgio Colangeli, Tommaso Ramenghi, Corrado Solari, Duccio Camerini, Luca Busnengo, Claudia Giannotti, Francesco Borchi, Bruno Santini, Stefano Gragnani, Tiziana Di Marco, Lucia Gravante, Giuliana Colzi, Daniela Tusa, Giovanni Carroni, Daria Nicolodi, Edoardo Gabbriellini, Tatiana Lepore, Antonello Grimaldi, Roberto Accornero, Gennaro Diana, Massimo Bianchi, Luigi Petrucci, Sandro Ghiani, Pietro Fornaciari, Paolo Cioni, Ugo De Cesare, Francesca Vettori, Marco Viecca, Roberto Sbaratto, Leonardo Bertuccelli, Paolo Bessegato, Luciano Gallo, Federico Giani, Michele Albini
Note: Fiction TV in 6 episodi della durata di un’ora ciascuno. Dal Blog www.davinotti.com
Arduo fare ordine all’interno di un ginepraio che in cinquant’anni ha sommato piste di ogni genere arrivando a soluzioni solo parziali. Antonello Grimaldi ci prova con una miniserie in sei puntate (di una cinquantina di minuti ciascuna) che ha il grande merito di esporre con chiarezza molti dei fatti salienti riassumendo bene il procedere delle indagini fino al 2006. La ricostruzione dei delitti, che cinematograficamente ha rappresentato sempre il momento chiave dal punto di vista spettacolare, qui viene posta in second’ordine, lasciando che l’attenzione vada a porsi sul succedersi dei procuratori e dei giudici da una parte e sul dramma personale di Renzo Rontini (Fantastichini), realmente esistito, padre di una delle vittime che non si è mai dato pace in tanti anni cercando di condurre ricerche personali che potessero in qualche modo affiancarsi a quelle della polizia.
Una miniserie che, grazie agli importanti sviluppi degli anni Novanta con l’arresto di Pacciani e degli altri “compagni di merende”, alle ipotesi sul “secondo livello” riconducibili a personaggi misteriosi come Francesco Narducci (gastroenterologo di Perugia morto poco dopo l’ultimo omicidio del mostro e diventato col tempo il simbolo di tutti gli ipotetici mandanti irraggiungibili), ha molta carne al fuoco da cuocere dando un’ampia dimostrazione di quanto enorme, diramato e ampio sia il caso in questione. Dal punto di vista giudiziario la prima a mettere le mani sui dossier, a stabilire l’aggancio con l’unico delitto degli Anni Settanta, è la procuratrice Silvia Della Monaco (Grimaudo), che diventa la protagonista dei primi due episodi per poi passare la staffetta a Rotella (Camerini), quindi alla coppia Canessa (Salani)/Perugini (Giallini), cui si deve la messa in stato d’accusa di Pacciani e infine a Michele Giuttari (Colangeli), che più di tutti ha riunito le piste per dare una direzione precisa alle indagini arrivando a far condannare Vanni e Lotti (con Pacciani nel frattempo morto) e a lambire il secondo livello.
Insomma, per chi voglia davvero conoscere come si siano svolti i fatti noti senza dimenticare che comunque sempre in una fiction siamo, col compito quindi di individuare personaggi a tutto tondo, questa miniserie è davvero un ottimo punto di partenza. Che magari fatica un po’ a ingranare (le prime due puntate mettono in luce qualche imbarazzo recitativo di troppo) ma che migliora progressivamente andando a concludersi con un paio d’ore decisamente ben assemblate e altamente coinvolgenti. Fantastichini è una garanzia, Salani e Giallini conducono bene la loro parte mentre è Colangeli a brillare più di tutti (anche per merito di un ruolo centralissimo).
Nella ripresa di fasi processuali note al grande pubblico (le testimonianze ai limiti del comico involontario di Vanni e Pacciani) si restituisce in pieno l’atmosfera del tempo, la fotografia e la regia sono all’altezza della situazione e, per quanto un po’ didascalica, la serie assolve in pieno il compito di illustrare la via principale intrapresa dalle procure. Si tralasciano un’infinità di piste alternative (nemmeno mai citate), si sorvola su molti particolari, ma in un caso tanto complesso era inevitabile. Quello che resta è un ottimo esempio di prodotto moderno di perfetta godibilità, dedicato soprattutto a chi voglia ritrovare in sei puntate un riassunto lineare e chiaro di quanto si sia lavorato intorno al primo caso eclatante di serial killer italiano. DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR.
Episodio 1
Episodio 2
Episodio 3
Episodio 4
Episodio 5
Episodio 6