Alle ore 10.15 si presentano presso la Stazione dei carabinieri le famiglie dei due ragazzi, denunciano il mancato ritorno alle rispettive abitazioni. 

Sulla scena del crimine, oltre il Commissario Dott. Sandro Federico e il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Adolfo Izzo arriva anche il tenente Olinto Dell’Amico.

I rilievi fotodattiloscopici furono eseguiti dal personale dipendente del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica.

I rilevamenti della scientifica posizionano la FIAT Ritmo nel punto di incrocio fra le due strade sterrate, quella che corre parallelamente a via D’Arrigo e quella che si diparte dalla strada suddetta perpendicolarmente; dista circa 4.50 metri dal vicino cipresso e risulta parcheggiata sull’erba.

Da notare che poco distante, parallelo a via dell’Arrigo scorre il Fosso di Ghindossoli che va a sfociare nel Torrente Vingone alla fine di via di Mosciano.

La scena omicidiaria vede il giovane Giovanni Foggi dentro la macchina seduto al posto di guida, con il sedile leggermente reclinato. La testa è orientata a destra e a distanza sembra effettivamente una posizione che ricorda una persona che dorme, come ebbe a dire Vittorio Sifone. Il giovane indossava una camicia sbottonata, i pantaloni erano calati ed indossati su una sola gamba. Indossava un paio di mutande tipo boxer. Esaminato il portafogli di Giovanni Foggi furono rinvenute 83.000 lire ed al collo portava una collanina con crocifisso.

La vittima maschile era stato colpito da tre proiettili a piombo nudo. Le tre ferite erano localizzate due nell’area cranica ed una al torace. Inoltre erano presenti due ferite inferte all’arma bianca. Una era localizzata al collo e l’altra al torace.

Il finestrino anteriore sinistro era infranto e la maggior parte delle schegge vetrose risultavano all’interno dell’automobile. Gli sportelli anteriori erano entrambi chiusi senza sicura, mentre quelli posteriori erano chiusi con la sicura.

Di fronte allo sportello anteriore sinistro fu trovata una borsa bianca di paglia che risultava chiusa, le mollette a scatto erano correttamente alloggiate. Questo fatto contrasterà in seguito con la testimonianza di Vittorio Sifone che descrive la borsa come aperta. Il contenuto della borsa era sparso a terra nell’area intorno alla borsa stessa. Il contenuto a terra constatava della carta d’identità, delle chiavi, vari oggetti per il trucco e due biglietti dell’ATAF.

Quattro bossoli Winchester Long Rifle calibro 22 serie H vengono ritrovati al davanti della ruota posteriore sinistra dell’autovettura ad una distanza dal centro della ruota dai 75 ai 90 centimetri.

L’esame dell’autovettura evidenza la presenza di vari oggetti, le scarpe di entrambi i ragazzi sul pianale anteriore destro,  un mazzo di chiavi, svariate monete e una cartuccia cal.12 da fucile inesplosa nel portaoggetti ed sul pianale anteriore destro l’involucro di un profilattico vuoto.

Sul bordo superiore della spalliera del sedile anteriore di destra viene repertato un foro di proiettile al centro di un’ampia gora ematica con presenza di numerosi capelli. Un secondo foro da proiettile, sempre sulla spalliera, procurando un tramite inclinato verso il basso trapassa la spalliera stessa e impatta sulla carrozzeria interna presente fra i due sportelli anteriore e posteriore.

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Tracce ematiche si ritrovano attorno alla maniglia interna d’apertura dello sportello anteriore destro. Si tratta di una macchia con svariate colature. Altra macchia ematica si trova vicino alla manovella di apertura del vetro dello sportello posteriore destro. In questo caso le colature proseguono fino al fondo dell’autovettura dove formano una macchia ematica da raccoglimento. Infine sul sedile sinistro è presente una macchia di sangue nella parte superiore che ha generato, nel colare, una macchia anche sul tappetino posto su pianale posteriore.

All’interno dell’automobile vengono trovati altri tre bossoli. Uno sul sedile posteriore, uno sul tappetino posteriore ed uno sotto il medesimo tappetino. Sono tutti bossoli uguali a quelli rinvenuti fuori, Winchester Long Rifle calibro 22 serie H.
Sotto il medesimo tappetino viene rinvenuto anche un proiettile deformato. Ad una successiva ispezione dell’auto dal foro presente sul bordo superiore della spalliera anteriore destra viene estratto un altro proiettile. Non furono rilevate impronte digitali esaminando l’auto e nemmeno sui corpi dei due giovani. 

La vittima femminile, Carmela De Nuccio, si trovava distante dall’automobile diversi metri, circa 12, oltre la strada sterrata in un campo più basso rispetto al piano stradale. Non vengono rilevati segni di trascinamento, ma nel rapporto e nella testimonianza di Vittorio Sifone lo stesso riporta di aver notato sia in prossimità della macchina che poi nel campo sottostante evidenti segni di trascinamento dati dall’erba che appariva schiacciata lungo il percorso di spostamento.

Carmela è stata raggiunta da cinque proiettili a piombo nudo. Uno l’ha colpita di striscio al mento, uno al polso destro, uno all’avambraccio sinistro, uno al torace raggiungendo il cuore ed il quinto ed ultimo colpo ha raggiunto la colonna vertebrale penetrando fra le vertebre cervicali.

Il corpo di Carmela giaceva supino con la testa reclinata sulla sinistra, la bocca era semiaperta e la collanina di perle giaceva fra le labbra.

Addosso aveva una camicetta e dei jeans che però erano stati tagliati con estrema precisione sul fianco sinistro in maniera da essere abbassati facilmente. La cintura stessa dei pantaloni appariva recisa sulla sinistra cosi come anche le mutandine.

Il collo della ragazza presentava alcune ecchimosi. I piedi non calzavano scarpe. La zona pubica presentava un’ampia ferita corrispondente all’area pilifera del pube eseguita post mortem. In pratica la parte cutanea e pilifera era stata escissa mediate un taglio semicircolare a partenza dalle ore 10.00 in senso orario fino a tornare al punto di inizio. L’incisione risulta molto netta e precisa. Questa precisione è stata tale da permettere lo scollamento dei tessuti cutanei fino al sottostante strato adiposo, senza intaccare le strutture muscolari sottostanti. Il taglio ha leggermente intaccato il grande labbro di sinistra.

7 Giugno 1981 Mattina: primo sopralluogo a Mosciano di Scandicci
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