Giancarlo Ferri, di professione pescatore, si tratta di un testimone diretto che nel pomeriggio del 9.10.1985 (il giorno seguente alla scomparsa del Francesco Narducci) vide su una barca a motore che si trovava in località San Feliciano il cadavere di un uomo che aveva avuto modo di osservare per diversi minuti, tanto che lo descriveva come: “snello, asciutto, vestito con una maglietta e poi riconosciuto nelle foto del Narducci Francesco esibitegli dal PM.

Queste degli stralci delle su dichiarazioni del 17 settembre 2004:

…indossava la maglietta nocciola, aveva le mani innalzate a livello del capo con i polsi in direzione delle tempie, le gambe erano diritte. L’uomo non era assolutamente gonfio, tanto che rimasi stupito dal fatto che era asciutto e muscoloso. …il cadavere che io vidi sulla barca non era quello di un annegato, non era assolutamente gonfio e non sputava acqua. Inoltre, l’uomo che vidi sulla barca era solo leggermente bagnato. La maglietta era un po’ umida ma i capelli erano asciuttissimi. Era un bell’ uomo.” In parte dal Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 14

Il Ferri racconta di essere stato avvicinato, tre o quattro giorni prima di rilasciare la sua testimonianza, dal pescatore Luigi Dolciami il quale lo ha invitato a ritrattare le sue dichiarazioni. Ferri ha troncato il discorso avendo avuto il sentore che si trattava di un’indebita pressione. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 328

Circa la sequenza dei giorni che ho descritto, può esservi qualche incertezza nel senso che io mi ricordo che, andando a San Feliciano, in una mattina di ottobre verso le 10.00/10.30, vidi del movimento, mentre mi trovavo nel vecchio pontile e venni a sapere che era scomparso un medico, marito di una SPAGNOLI, che esercitava il suo lavoro a Firenze. Capii subito che si riferivano a FRANCESCO NARDUCCI, che conoscevo di nome. Ricordo che piovigginava e non c’era vento. C’era qualche goccina d’acqua. Io tornai a casa per il pranzo e quella sera la televisione, sicuramente il TG3, dette la notizia della scomparsa del medico. Il giorno dopo, mi sono recato nuovamente a San Feliciano nel vecchio pontile, vicino al monumento, verso le ore 15.00. Da lì notai all’incirca tre, quattro o cinque barche in direzione della punta nord-occidentale dell’Isola Polvese chiamata Macerone. Dopo una ventina di minuti, le barche si sono spostate verso la darsena di San Feliciano, a cinquanta metri circa dal vecchio pontile. Si trattava di barche di pescatori, in una delle quali vi era il cadavere, asciutto e muscoloso, con capelli ricciolini biondi e carnagione chiara che ho poi riconosciuto in questa Stazione Carabinieri nelle foto mostratemi, raffiguranti FRANCESCO NARDUCCI. Le foto mi sono state mostrate a rovescio, come vidi il cadavere, che aveva il capo verso di me e i piedi rivolti verso il lago.
Ribadisco che era vestito con una maglietta color nocciola, forse senza colletto e mutandine celesti. Il cadavere lo vidi ad una distanza di poco più di un metro, con il capo verso di me e le gambe verso il lago. Alla guida dell’imbarcazione vi era un pescatore sui 30/35 anni di cui non ricordo il nome.
(..) Poteva trattarsi anche di RENATO PISINICCA, DOLCIAMI ALBERTO o COCCHINI RINO, che ricoveravano sempre la barca in quel punto, però non sono sicuro di ciò. Queste indicazioni le faccio perché mi sembra di ricordare qualcuno di questi anche per l’età, ma non ne sono sicuro. Poteva trattarsi anche di CELESTINO SCARCHINI o di ZOPPITELLI GIULIANO, che è morto due o tre anni fa di infarto e che ricordo essere stato molto amico del NARDUCCI di cui ne curava la ville e abitava vicino al cimitero.
Quello che ricordo è che la barca con il cadavere venne nel posto ove ormeggiavano le imbarcazioni RENATO PISINICCA e COCCHINI RINO. Non ricordo con precisione ciò che disse la TV quella sera, ma rammento che solo qualche giorno dopo parlarono del ritrovamento del corpo del medico ed io rimasi sorpreso perché erano passati dei giorni dal ritrovamento, dato che avevo assistito al ritrovamento del cadavere di NARDUCCI. Ricordo che, quando vidi la foto presentata dal TG3, che raffigurava il medico in giacca e cravatta, mi sembrò diverso da come lo avevo visto in maglietta e mutande e a rovescio. Lì per lì, l’uomo che vidi in televisione, al dritto, mi sembrava più magro di quello da me visto, che, ripeto, ho riconosciuto essere il NARDUCCI, perché, quando mi sono state mostrate le foto che ho saputo, poi, essere quelle del NARDUCCI, ho subito riconosciuto in esse l’uomo da me visto, nel senso che erano identiche le fattezze e le foto mi sono state mostrate secondo la stessa prospettiva in cui avevo visto il cadavere, cioè a rovescio, con il capo verso di me e il tronco dalla parte opposta. Aggiungo che il cadavere che indossava la maglietta nocciola aveva le mani innalzate a livello del capo con i polsi in direzione delle tempie, le gambe erano diritte. L’uomo non era assolutamente gonfio, tanto che rimasi stupito dal fatto che era asciutto e muscoloso. Debbo aggiungere anche che, all’epoca, vi erano dei parenti o amici del NARDUCCI, che avevano una villetta in loc. Macchione tra Torricella e Monte del Lago e notai che, mentre al momento del fatto vi era un vano adibito a garage aperto, qualche tempo dopo il fatto, vidi che quel vano era stato chiuso con una muratura. Ho saputo da qualche contadino o persona del posto che il NARDUCCI frequentava quella villa. Ricordo che all’epoca qualcuno diceva che NARDUCCI fosse morto annegato, ma il cadavere che io vidi sulla barca non era quello di un annegato, non era assolutamente gonfio e non sputava acqua. Inoltre, l’uomo che vidi sulla barca era solo leggermente bagnato. La maglietta era un po’ umida ma i capelli erano asciuttissimi. Era un bell’uomo. Dopo alcuni mesi dalla morte del NARDUCCI sentii la gente del luogo parlare dello stesso come del probabile “Mostro di Firenze”. Solo dopo ho sentito parlare di PACCIANI, del postino e del farmacista come di persone coinvolte con NARDUCCI nei delitti, ma non ricordo il momento preciso in cui ne sentii parlare, comunque l’ho sentito per televisione. Del farmacista ho sentito parlare qualche anno fa, come ho sentito dire che NARDUCCI avesse una villa a San Casciano.
(..) Io ho visto quel cadavere e lo dirò per sempre perché è l’esatta verità, penso però che gli altri pescatori abbiano paura di dire la verità perché potrebbero anche essere stati minacciati. Debbo anche aggiungere che alcuni mesi fa vennero dei toscani per la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, uno dei quali era sui 55/60, anni con capelli grigi, mentre la donna era sui 40 anni, che mi intervistarono e CELESTINO SCARCHINI scappò via. A mio avviso, CELESTINO SCARCHINI non racconterà queste cose perché l’ho visto molto spaventato. COCCHINI forse è un po’ meglio. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 336/337

17 Settembre 2004 Testimonianza di Giancarlo Ferri

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