11 Novembre 1997, 31° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

Link a Radio Radicale per sentire l’audio delle deposizioni

Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com

Giuseppe Fazzina, Massimo Fanni, Fabrizio Poli

(NdR: L’audio parte a seduta iniziata)

P.M.: …in dose massiccia dei farmaci dicendo non avrebbe voluto deporre perché si trova in questo stato di difficoltà soggettive nel carcere di Augusta, nella lettera che io produco ha fatto presente che la verità l’ha detta è quella che ha detto ma ha questa difficoltà. Questo è quello che risulta dalle carte odierne.

Presidente: Ora sentiamo lui

Avv. Nino Filastò: Volevo precisare questo presidente e signori della corte che non è il primo episodio in cui questa persona assumere farmaci tenti al suicidio in carcere lo ha già fatto in precedenza.

AUDIO DANNEGGIATO

Presidente: Dov’è nato?

G.F.: Siracusa

Presidente: Quando?

G.F.: 13 10 47

Presidente: Detenuto a Siracusa?

G.F.: Ad Augusta per altra causa.

Presidente: Senta legga quel foglio che è davanti a lei, bisogna leggere ad alta voce per cortesia

G.F.: Ma io non mi avvalgo dalla facoltà di non rispondere

Presidente: Aspetti allora la questione è un’altra, lei non è che viene imputato qui di un reato connesso a questo processo eccetera lei viene come semplice testimone e come testimone ha l’obbligo di leggere quella formula e di deporle, di fare le sue dichiarazioni, ci può dire i motivi che ci vuol dire però deve parlare altrimenti commette un reato che poi il PM deve procedere magari a lei non gli farà né caldo né freddo un altro reato in più però formalmente così

G.F.: Consapevole della responsabilità morale e giuria che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è mia conoscenza. Mi avvalgo dalla facoltà di non rispondere.

P.M.: Chiede di non essere ripreso penso.

G.F.: Chiedo di non essere ripreso neanche

Presidente: Va bene niente le telecamere per cortesia. Allora io ripeto lei non può usufruire di questa facoltà perché è un testimone e come testimone deve non solo deporre ma deve dire tutta la verità che sa, se poi sono fatti rilevante o non rilevante è un’altra storia però in questo processo lei viene portato come testimone e come tale ha l’obbligo di dichiarare.

G.F.: Allora nulla perché io non ho ricevuto nessun avviso di comparizione a testimoniare.

Presidente: Cosa vuol dire questo? È detenuto, se lei ha avuto delle minacce in carcere o altrove mi dica cos’è successo o non è successo, scriva pure però lei ha l’obbligo di deporre se poi non vuol deporre io non posso prendere con le tenaglie le parole, il pubblico mistero agirà poi nei suoi confronti che devo dire.

G.F.: Perfetto non voglio deporre.

Presidente: Perché non vuole deporre?

G.F.: Così, non voglio deporre, non voglio dire niente.

Presidente: Pubblico Ministero.

P.M.: Io prima volevo fare una domanda diversa può darsi che su questa non abbia motivo di non deporre, volevo che lei dicesse alla corte per quale motivo lei è detenuto e dove, che cosa ha commesso.

G.F.: Io sono detenuto per tentato omicidio il quale non è vero che ho fatto questo tentato omicidio, mi hanno condannato per tentato omicidio.

P.M.: Questo fatto dov’era avvenuto?

G.F.: Questo fatto mi ha traumatizzato.

P.M.: Questo l’abbiamo capito io le chiedevo solo dove è avvenuto questo fatto per il quale lei oggi è detenuto, è avvenuto in Toscana o in Sicilia?

G.F.: No in Sicilia.

P.M.: In Sicilia e ci può dire l’anno?

G.F.: 93

P.M.: Nel 1993. Ma lei poi è stato detenuto/è stato arrestato/è stato in quell’anno lì 93-94 a Firenze?

G.F.: Sono stato arrestato a Firenze perché latitante

P.M.: Lei era latitante, è stato nel carcere di Sollicciano? Ricorda il periodo erano gli anni 93-94?

G.F.: 93-94 sì.

P.M.: Ecco lei in relazione a questa sua detenzione ha scritto delle lettere al PM e poi ha deposto determinate cose, è vero che ha scritto queste lettere lo ricorda?

G.F.: Sì è vero che ho scritto queste lettere ma non me lo ricordo più.

P.M.: Non si ricorda più che cosa?

G.F.: Quello che ho scritto.

P.M.: Però in queste lettere se io gliele mostro le ricorda? Riconosce la sua calligrafia?

G.F.: Io conosco la mia calligrafia però non so fino a che punto perché non voglio rispondere a niente.

P.M.: Sì questo l’abbiamo capito, io vorrei che le fosse mostrata una lettera questa che è in atti per sapere se è la sua calligrafia, lei ha già confermato in alcuni interrogatori che è la sua calligrafia.

G.F.: Sì è la mia calligrafia.

P.M.: In quella lettera lei diceva la verità?

G.F.: Non voglio rispondere a questo

Avv. Nino Filastò: Un istanza presidente se il pubblico ministero mostrasse anche la seconda lettera al testimone.

P.M.: Sì sono più d’una

Avv. Nino Filastò: Sì tutte quelle che ha scritto, tutte.

P.M.: Sì l’ultima, sono qui nel fascicolo se vogliamo mostrare tutte le lettere, compresa l’ultima, c’è n’è una ultima nella quale dice che si vuole avvalere della facoltà di non rispondere, sono in ordine cronologico.

G.F.: Sì è la mia calligrafia.

P.M.: C’è ne sono altre più avanti ,l’ultimissima in cui dice spiega il motivo per il quale. Addirittura in una di queste lettere la penultima dice “ho fatto la mia deposizione agli agenti che sono venuti qui ad Augusta in quella deposizione c’è tutta la verità”

Avv. Nino Filastò: C’è anche che vuole essere scarcerato

P.M.: Infatti non è scarcerato, infatti si vede. Senta una cosa io le faccio ancora una domanda perché vediamo che forse arriviamo lo stesso, quando lei era a Firenze a Sollicciano ricorda di essere stato nel centro clinico?

G.F.: Sì.

P.M.: Lei Ricorda nel centro clinico se ha avuto degli episodi che mi sembra ricordava ora il difensore di uno degli imputati in cui lei ha tentato il suicidio a Firenze?

G.F.: Sì perché ero depresso, mi era nato un bambino e non mi è stata data la possibilità di vederlo.

P.M.: Quindi lei era stato arrestato da latitante e quando fu arrestato le nacque un bambino il giorno successivo?

G.F.: Sì.

P.M.: Senta nel carcere di Sollicciano lei conobbe perché era vicino di cella con lei Pietro Pacciani?

G.F.: Sì

P.M.: Ricorda lei in che cella era Signor Fazzina?

G.F.: Sì era la cella 3.

P.M.: Lei, e ricorda il Pacciani In che cella era?

G.F.: La cella 4.

P.M.: La cella 3 e la cella 4 sono vicine?

G.F.: Sì.

P.M.: Ci si può parlare?

G.F.: Non si può parlare perché ci stanno le guardie.

P.M.: Le ha mai passato il signor Pacciani delle sigarette?

G.F.: Senta io non voglio più rispondere a niente, voglio andare via e basta

P.M.: eh l’ho capito signor Fazzina ma lei tanto in queste lettere e questi verbali che lei ha confermato nelle lettere io chiedo che siano prodotti alla corte quindi sono cose che lei ha già detto e io chiederò che siano utilizzate le dichiarazioni che lei ha fatto, tra l’altro lei per scritto ha detto che è la verità quindi il fatto che oggi non lo ridica

G.F.: Io ho detto che ho scritto quelle lettere ma non mi ricordo più cosa ho scritto, può anche essere frutto della mia fantasia.

P.M.: Ho capito, come mai le sarebbe venuta questa fantasia?

G.F.: Così per ottenere dei benefici per poter essere scarcerato.

P.M.: Certo, li ha ottenuti questi benefici.

G.F.: No non li ho ottenuti.

P.M.: A chi aveva scritto lo ricorda?

G.F.: Come sarebbe a chi aveva scritto?

P.M.: A chi aveva scritto/a chi aveva chiesto questi benefici?

G.F.: Ah al dottor Canessa.

P.M.: In cosa consistevano questi benefici?

G.F.: I benefici che chiedevo erano quelli che mi aspettavano non è che chiedevo.

P.M.: Cioè erano benefici che le aspettavano indipendentemente

G.F.: Indipendentemente dalla

P.M.: E vuol dire quali erano questi benefici?

G.F.: I benefici era la liberazione anticipata cioè i giorni della liberazione anticipata e la continuazione dei reati che mi comportavano metà pena e così potevo uscire

P.M.: Glieli hanno dati questi benefici?

G.F.: No non me li hanno dati.

P.M.: Ma allora non le spettavano.

G.F.: No mi spettavano solo che hanno trovato la scusa che ho avuto due rapporti e non mi hanno dato 9 mesi ma bensì 45 giorni.

P.M.: Capito, quindi lei da questa sua deposizione non solo non ha tratto nessun beneficio ma dei danni quindi?

G.F.: Dei danni.

P.M.: Ecco però per scritto lei dice che quella che ha detto è la verità.

G.F.: Non lo ricordo.

P.M.: Presidente io ovviamente non ho altre domande da fare chiedo il verbale di questo signore per quanto di competenza del PM e chiedo la produzione delle lettere e dei verbali che sono in atti perché confermati nelle lettere.

Presidente: Allora si autorizza fin d’ora il lascio della copia del presente verbale con il PM, le altre parti posso, parte civile/il difensore.

Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò nessuna domanda ovviamente.

Presidente: Bene allora lei può andare grazie.

P.M.: La produzione compreso il certificata (audio basso) più gli accertamenti, sentirei presidente l’ispettore Fanni.

Massimo Fanni: Ispettore Fanni Massimo nato a Firenze 27 7 63 squadra mobile Firenze

Presidente: Prego

M.F.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.

P.M.: Grazie Presidente, ispettore può spiegare innanzitutto alla corte, le ci ha detto ispettore di polizia, a quale ufficio è addetto?

M.F.: Alla squadra mobile, alla prima sezione della squadra mobile di Firenze.

P.M.: Lei ha partecipato alle indagini relative ai fatti per i quali oggi è processo?

M.F.: Sì

P.M.: Senta lei ha fatto accertamenti per quanto riguarda la situazione patrimoniale dell’imputato Vanni con particolare riferimento a depositi postali?

M.F.: Sì

P.M.: Lei ha avuto risposte chiesto documenti alle poste in questo senso?

M.F.: Sì

P.M.: Ricorda le ultime risposte in merito quando le sono giunte, è roba recente?

M.F.: Sì è roba recente sono giunte le ultime poco meno di un mese fa.

P.M.: Rispetto a richieste che avevate fatto in passato?

M.F.: Sì

P.M.: Lei ha fatto anche, ora vediamo questi accertamenti postali, accertamenti per quanto riguarda lo stipendio del Vanni quando lavorava e la sua pensione?

M.F.: Sì

P.M.: Senta allora lei sa che sono stati fatti accertamenti anche per quanto riguarda depositi bancari per i quali ha già deposto in quest’aula il dottor Vinci responsabile della sezione omicidi io invece oggi mi vorrei occupare di questi depositi postali che sono diventati noti per lei e ovviamente per le indagini solo in epoca successiva e vorrei innanzitutto partire da questo, lei ha accertato innanzitutto nel rapporto di lavoro del Vanni con l’ente poste da cui dipendeva in che periodo ha ricevuto la liquidazione per cessata

M.F.: Sì è risultato che è andato in pensione quindi c’è stato il collocamento a riposo il 31 maggio dell’87 quindi dal primo giugno era in pensione, c’è stato

P.M.: Delle liquidazioni

M.F.: Delle liquidazioni, la prima liquidazione è arrivata nel giugno, io comunque poi ho i dati qui precisi con il permesso

P.M.: Penso di si

M.F.: Nel giugno dell’87 eccolo qua l’importo preciso 12.318.210, poi nel novembre dell’87 c’è stato un adeguamento di circa 3.700.000 di preciso sono 3.746.680 ed un altro nel giugno dell’88 poi nel 96 un altro adeguamento anzi una riliquidazione per le nuove leggi sulle pensioni di circa 12 milioni

P.M.: Quindi il grosso della liquidazione nel tempo è quello dell’87 di 12 milioni più 5 insomma globalmente 17.

M.F.: Sì

P.M.: Senta una cosa lei ha già detto che risulta che oltre i depositi bancari di cui è già stata informata le parti e la corte di questo processo perché erano agli atti lei ha ricevuto notizia che il Vanni ha anche usufruito e avuto nel tempo dei depositi postali, ci sa dire in quale ufficio?

M.F.: Sì è risultato all’ufficio postale di Monte Firidolfi che il Vanni ha avuto acquistato buoni postali fruttiferi sia ordinari che a scadenza per un valore complessivo di circa 53 milioni.

P.M.: Sono tutt’ora giacenti?

M.F.: Sono tutt’ora giacenti sono circa 44 milioni però diciamo l’importo più rilevante però che è circa 19.500.000 lire sono stati movimentati dal febbraio

P.M.: Movimentati vuol dire acquistati o depositati?

M.F.: Acquistati sì acquistati dal 24 febbraio del 1984 al successivo 25 agosto sempre dello stesso anno.

P.M.: Dunque nel 1984 lei dice un totale di?

M.F.: 19.500.000 lire io li ho anche qui in ordine cronologico tutti se li vogliamo.

P.M.: Prima vorrei chiederle questo Lei dice che fra il 24 febbraio 84 e il 25 agosto 84 sono 19 milioni e mezzo e poi lei è in grado di documentarci, ci può dire in quell’epoca qual era lo stipendio del

M.F.: Lo stipendio era di circa 1 milione, allora è variato da 2.030.000 al 1.080.000 lire nell’84, ve lo so dire di preciso era di 1.032.000 lire

P.M.: Quindi a fronte di uno stipendio in quei mesi di 1 milione al mese, ha detto febbraio-agosto, 6 mesi ci sono depositi per 19 milioni

M.F.: Per 19.500.000

P.M.: C’è la causale come sono stati depositati se in contanti o

M.F.: No erano comunque, no non c’era la causale

P.M.: Ci vuole specificare esattamente come sono stati acquistati questi

M.F.: Allora sono stati acquistati eccola qua questa è estratto dalla documentazione che c’è stata inviata dalla posta, in data 24 febbraio due buoni postali da 2 milioni ciascun

P.M.: Quindi 4 milioni il 24 febbraio.

M.F.: Il 28 sempre di febbraio quindi dopo 4 giorni 2 milioni per 2 buoni postali, altri 4 milioni.

P.M.: Siamo ad 8.000.000 in 4 giorni

M.F.: Il 2 marzo quindi dopo 2 giorni tre buoni postali da 2 milioni ciascuno, 6 Milioni, il 5 marzo due buoni postali da 500.000 lire ciascuno e uno da 1 milione quindi sono altri 2 milioni. In data 2 maggio tre buoni postali da 500.000 ciascuno, il 25 giugno un buono postale da 500.000 lire, il 28 giugno un altro buono postale da sempre da 500.000 lire, il 25 luglio sempre un buono postale da 500.000 lire, il 25 agosto un altro buono postale da 500.000 lire, il calcolo fatto 19.500.000.

P.M.: Lei ha accertato presso le poste o presso comunque il datore di lavoro se in quel periodo al di là dello stipendio l’ente Poste aveva corrisposto.

M.F.: Non è stato corrisposto altro, c’era questo almeno dall’ente poste c’era questo stipendio di 1.032.000 lire nell’84.

P.M.: Senta ci sa dire o ha accertato lei ha detto che era 1.032.000 lire nell’84 quanto era lo stipendio negli anni successivi, l’ha fatto nell’85?

M.F.: Sì nell’85 era 1.079.000, nell’86 1.084.000 lire nell’87 al momento D fino a maggio dell’87 1.077.000 lire.

P.M.: Quindi costante grosso modo milione, lei ha per caso potuto verificare o ha verificato se il Vanni ha ora una pensione dalle Poste e a quanto

M.F.: Allora la pensione dal Giugno 87 da iniziali 938.000 lire attualmente è 1.646.000 lire.

P.M.: Lei sa se la moglie convivente del Vanni ha una pensione? Una forma di

M.F.: Sì ha una pensione erogata dall’INPS cosiddetta di indennità rurale e l’ha iniziata a prendere nel febbraio dell’80 e nel febbraio dell’80 erano 1.500.000 (salta l’audio)

P.M.: Lei ha verificato successivi poi ha detto è arrivato fino a 50 milioni e attualmente sono 40 se ci sono stati periodi nei quali ha fatto depositi così cospicui?

M.F.: Questo è il periodo in cui c’è stato il versamento/l’acquisto di buoni postali più elevato.

P.M.: Più consistente, nei periodi successivi (salta l’audio) in genere in che ammontare sono i depositi? Prima di questi 19 milioni c’erano altre (salta l’audio)

M.F.: Sì c’erano delle cifre dal 76 mi sembra la prima cifra, devo trovare la documentazione dell’ente poste, eccola qua, allora ci sono dei versamenti fin dal 76, degli acquisti di buoni postali fruttiferi, nel 76 risulta un buono postale da 50.000 lire nell’aprile e riscosso nel maggio del 76, un altro sempre nell’aprile da 100.000 lire però.

P.M.: Ecco a me interessa vedere non quelli dal 50 se negli anni diversi dall’84 ci sono acquisti per 2, 4, 6 milioni come solo nell’86

M.F.: Aspetti qualcosa c’è ma è da 1 milione nell’85, nell’86 c’è ne sono tre, allora uno nell’85 e 3 nell’86, sono da 1 milione, poi questi sono dell’84 nell’87 ce ne sono 8 da 500.000 lire, sempre nell’86 ce n’è uno da 1 milione

P.M.: Globalmente comunque le cifre di 19 milioni 500

M.F.: Quella è la più alta.

P.M.: Bene grazie, senta vorrei farle un’altra domanda lei ha fatto accertamenti presso il carcere di Sollicciano, cioè cambio completamente argomento eh, in merito ai periodi di detenzione in quel carcere insieme dei detenuti Sgangarella e Vinci, ha fatto accertamenti di questo tipo?

M.F.: Si

P.M.: Ne può riferire l’esito?

M.F.: Sì risultano co-detenuti presso il carcere di Sollicciano dal 17 maggio 84 lo Sgangarella e Vinci Francesco dal 17 maggio 84 al 26 ottobre dell’84, 17 maggio sarebbe la data che lo Sgangarella è stato trasferito da un altro carcere a quello di Sollicciano mentre il 26 ottobre dell’84 è la data di scarcerazione del Vinci. In questo periodo lo Sgangarella non ha mai usufruito di licenze perché la sua prima licenza l’ha usufruita nel marzo dell’87, ecco prima di questa data si era allontanato solo tre giorni, si era allontanato era stato fuori dal Sollicciano solo per tre giorni perché ricoverato all’ospedale di Careggi

P.M.: Quindi nel periodo di co-detenzione

M.F.: 17 Maggio-26 ottobre 84.

P.M.: Erano in una sezione o al centro clinico o in sezioni in cui potevano avere contatti?

M.F.: Allora lo Sgangarella è sempre stato al centro clinico mentre il Vinci Francesco è stato al centro clinico in occasione di una frattura/di una sospetta frattura che alla mano destra mi sembra nel luglio dell’84.

P.M.: C’è traccia negli atti che ha visto lei di questa frattura di cui fra l’altro

M.F.: Si

P.M.: C’è un certificato. Senta una cosa in precedenza il Vinci Francesco era stato ricoverato al centro clinico lei sa? Aveva fatto scioperi della fame?

M.F.: In precedenza sì per sciopero della fame però risale al 1982 quindi non c’era Sgangarella insieme.

P.M.: Di questi accertamenti che lei ha fatto, ha fatto un prospetto? Un’annotazione con le date precise?

M.F.: Sì feci un’annotazione ma non so se l’ho con me comunque è stata fatta un’annotazione.

P.M.: In questa annotazione che io ho qua sotto gli occhi lei ricorda se ha materialmente verificato in quale cella era lo Sgangarella?

M.F.: Non mi ricordo adesso dovrei leggere l’annotazione non so se l’ho qui con me ecco aspetti ci dovrebbe essere, periodo di detenzione eccolo qua sì, ho le celle di Sgangarella però no non sono relativa a quell’anno

P.M.: Le ha successive, Lei quindi ha fatto anche accertamenti per verificare il periodo di Co-detenzione fra Sgangarella e Pacciani.

M.F.: Sì infatti sono relative a quel periodo lì all’87 fino al 95, dall’87 al 95.

P.M.: Quindi in questo lungo periodo 87-95 ci sono stati periodi di co-detenzione fra Sgangarella

M.F.: Di co-detenzione si presso il centro clinico del carcere di Sollicciano

P.M.: Sono periodi lunghi?

M.F.: Abbastanza sì, ci sono periodi io se vuole glieli posso leggere.

P.M.: No mi interessa grosso.

M.F.: No comunque ci sono ci sono stati anche dei lunghi periodi oltre ad un paio di mesi, tre mesi ed anche di più che sono stati ricoverati presso delle Celle diverse però sempre all’interno del centro clinico di Sollicciano

P.M.: Lei ha identificato anche le singole celle?

M.F.: Singole celle sì ci sono tutte.

P.M.: Bene Io non ho altre domande chiedo anche per quest’ultima fatto, per questa deposizione del ispettore Fanni di poter produrre i documenti relativi sia agli accertamenti postali pervenuti dall’ente poste che io ho dato anche in copia al difensore e del Vanni e l’annotazione relativa a questi periodi di co-detenzione Vinci-Sgangarella e Sgangarella-Pacciani che sono in atti.

Presidente: Altre parti? Difensore

Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò difensore di Vanni, lei ha accertato se la moglie del signor Vanni aveva dei depositi bancari oppure aveva acquistato buoni postali propri?

M.F.: Ha acquistato dei buoni postali cointestati con il marito e ha anche un conto cointestato con il marito mi sembra presso il Chianti Fiorentino, la banca del Chianti Fiorentino.

Avv. Nino Filastò: Questi buoni postali contestati quando li ha acquistati? Son quelli che lei ha indicato oppure sono in più questi?

M.F.: Alcuni erano intestati altri erano intestati solamente a Vanni Mario adesso glieli so dire di preciso quali erano eccoli qua, perché l’ente poste c’è l’ha comunicato quali sono quelli cointestati

Avv. Nino Filastò: Ecco quali sono quelli cointestati e a quale anno risale l’acquisto di quelli cointestati?

M.F.: Allora questi purtroppo non sono in ordine cronologico comunque nel giugno dell’84 c’è n’è uno da 500.000 cointestato e anche nel luglio dell’84 quindi ci sono due buoni postali da 500.000 lire cointestati, poi un altro cointestato anzi altri 6 sono del 93, del gennaio 93 e del novembre 93

Avv. Nino Filastò: Per quanto in totale?

M.F.: Allora sono abbiamo detto 6 per 3.000.000 perché sono da 500.000 lire, poi nel gennaio dell’86 uno da 1 milione contestato, nel gennaio del 95 tre da 1 milione.

Avv. Nino Filastò: Va bene senta ed il conto corrente contestato quanto c’è sopra?

M.F.: Ah nel conto corrente cointestato adesso non mi ricordo questi li abbiamo trattati prima comunque non so se ho qui l’annotazione eccola qua forse sì quello contestato attualmente però anzi all’ottobre del 96 quando è stato fatto l’accertamento vi erano 70.389.440 lire.

Avv. Nino Filastò: Benissimo senta a quanto ammonta attualmente la pensione della signora Vanni?

M.F.: Attualmente sono 8.500.000 annue

Avv. Nino Filastò: All’anno, sa se per caso intorno a 1984 questa signora questa pensione è aumentata e se ha ricevuto degli arretrati?

M.F.: No non lo so, non stato accertato.

Avv. Nino Filastò: È una pensione che viene erogata alla Signora da quale ente?

M.F.: Dall’INPS e si chiama pensione di indennità rurale.

Avv. Nino Filastò: Ed hanno cominciato a corrisponderla nel 1980?

M.F.: Nel febbraio dell’80.

Avv. Nino Filastò: Controllando la sua lista è esatto che è proprio a partire dopo l’80 che cominciano i depositi un pochino più cospicui di questi due coniugi?

M.F.: Ma ci sono nell’84 diciamo ecco questi

Avv. Nino Filastò: Sì ma anche rispetto agli anni precedenti agli anni 70 dove mi pare ho visto, ho dato una scorsa a questo suo esame negli anni 70 c’era ben poco poi dall’80 comincia qualche cosina in più per irrobustirsi nell’84 più o meno così, dall’84 più o meno versamenti insomma sono più o meno la stessa entità nell’84 un po’ di più ma più o meno eh?

M.F.: Ci sono ecco io ho riscontrato la cifra più alta in questi se mesi dell’84 e poi ci sono altri versamenti ma sono del 95, altri versamenti cointestati.

Avv. Nino Filastò: Nell’87 non ci versamenti?

M.F.: Sì ci sono versamenti nell’87.

Avv. Nino Filastò: Anche lì ci sarà un po’ un’impennata immagino di versamenti.

M.F.: Glieli elenco allora sono 8 versamenti da 500.000 quindi 4 milioni, aspetti, sempre nell’87 non c’è n’è altri nell’87, ci sono solamente quei 4 milioni

Avv. Nino Filastò: E nell’88?

M.F.: Ci sono nell’89, ci sono nell’89 nell’88 non ci sono.

Avv. Nino Filastò: Senta passando ad un altro argomento ci può dire quando è andato in carcere a Sollicciano per la prima volta il signor Vinci buonanima.

M.F.: Questo non lo so.

Avv. Nino Filastò: Insomma il pubblico ministero ha detto che non gli importava invece me interessa, ci può precisare i periodi di soggiorno comune nel centro clinico di Sollicciano di Vinci e di questo Sgangarella.

M.F.: Di Vinci e di Sgangarella?

Avv. Nino Filastò: Quando hanno soggiornato nel centro clinico di Sollicciano i periodi.

M.F.: Al centro clinico dici Sgangarella vi era fisso mentre il Vinci Francesco

Avv. Nino Filastò: Ma infatti quando hanno coinciso?

M.F.: Risulta solamente il giorno il 4 luglio dell’84 che il Vinci è stato al centro clinico.

Avv. Nino Filastò: Quindi un giorno, un giorno solo questi due signori hanno convissuto insieme al centro clinico, e per quanto tempo sono stati in celle vicine nella stessa sezione?

M.F.: Alla stessa sezione il Vinci era in sezione mentre al centro clinico un giorno solo risulta il Vinci

Avv. Nino Filastò: Ecco va bene ho capito, ma lei ha parlato del fatto che probabilmente erano stati vicini di celle? No?

M.F.: No

Avv. Nino Filastò: No perché l’uno stava al centro e quell’altro stava in sezione. Quindi sostanza questi due signori hanno convissuto insieme a Sollicciano un giorno.

M.F.: Sì

Avv. Nino Filastò: Grazie non ho altre domande.

Presidente: Altre domande? Può andare grazie. C’è il Poli bene. Come si chiama lei?

Fabrizio Poli: Fabrizio Poli, nato a San Casciano Val di Pesa il 5 12 49.

Presidente: Allora siete d’accordo a farlo sentire penso questo teste va bene? Su accordo delle parti viene disposta l’audizione. Dove risiede?

F.P.: Risiedo a Chiesanuova Val di Pesa quindi San Casciano, comune di San Casciano.

Presidente: Comunque è stato indicata anche l’avvocato Filastò mi pare in ogni modo ora vediamo. Avvocato Bertini.

Avv. Stefano Bertini: Buongiorno lei conosce Giancarlo?

F.P.: Sì certo.

Avv. Stefano Bertini: Quando l’ha conosciuto?

F.P.: All’incirca nel 87 sarà stato, ora con precisione non ricordo ma insomma in quegli anni là 86/87.

Avv. Stefano Bertini: In che circostanza l’ha conosciuto? E per quale motivo?

F.P.: Perché mi fu chiesto di ospitarlo.

Presidente: Serve che legga un attimo il foglio.

F.P.: Ah

Presidente: Vuole essere ripreso dalle telecamere o no.

F.P.: Preferisco di no.

Presidente: Allora niente telecamera per cortesia.

F.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.

Avv. Stefano Bertini: Quindi stava dicendo quando come aveva conosciuto il signor Lotti.

F.P.: Sì perché appunto mi fu chiesto dal comune di San Casciano se potevo ospitare questa persona Giancarlo nella casa di accoglienza che noi avevamo nella parrocchia a Chiesanuova.

Avv. Stefano Bertini: Si ricorda chi glielo chiese?

F.P.: Fu una richiesta telefonica, non mi ricordo se fu l’assistente sociale o l’assessore alla sicurezza sociale del Comune, insomma una di queste due persone del comune di San Casciano.

Avv. Stefano Bertini: Quindi le fu raccomandata questa persona perché aveva una situazione personale difficile.

F.P.: Sì di abitazione soprattutto priva di abitazione.

Avv. Stefano Bertini: Certo si ricorda com’era la situazione economica del signor Lotti appena l’aveva conosciuto, appena venne in questa casa famiglia?

F.P.: Ma per quanto per quanto io ne so una situazione molto semplice, aveva una vecchia macchina e lui mi disse che faceva il manovale presso un’impresa edile quindi all’inizio viveva di questo lavoro poi però perse questo lavoro perché mi disse che la ditta aveva chiuso e quindi lui è rimasto per diverso tempo, ora non mi ricordo quanto di preciso, senza lavoro e aveva anche difficoltà a dare il contributo per le spese perché noi facevamo pagare chi poteva un contributo per il consumo dell’energia elettrica della casa di accoglienza e lui spesso mi diceva che non aveva i soldi per darmeli questi per pagare questi contributi che erano minimi tra l’altro.

Avv. Stefano Bertini: Comunque a questo riguardo ho sempre cercato di far fronte ai suoi impegni per quanto poteva oppure

F.P.: Sì per quanto poteva è sempre stato corretto.

Avv. Stefano Bertini: Le risulta che abbia fatto anche il bracciante agricolo manovale.

F.P.: Sì sempre detto da lui che io non ho mai avuto motivo per andare a verificare comunque detto da lui bracciante agricolo mi sembra a Montepaldi alla fattoria di Montepaldi o in un centro che c’è lì mi sembra dell’università facoltà di agraria.

Avv. Stefano Bertini: Senta lei per quanto tempo l’ha conosciuta? Quanto tempo è rimasto nella sua casa famiglia?

F.P.: è rimasto 7 anni sicuramente.

Avv. Stefano Bertini: Quindi in questo tempo piuttosto lungo lei avuto modo penso di conoscere appunto Lotti Giancarlo anche nel rapporto con lei stesso e con le altre persone che frequentavo questa casa, secondo lei che comportamento aveva per quanto è a sua conoscenza per la sua esperienza diretta, che comportamento aveva con gli altri il signor Lotti.

F.P.: Comportamento sostanzialmente corretto normale.

Avv. Stefano Bertini: Non litigioso per esempio.

F.P.: No questo certamente no.

Avv. Stefano Bertini: Ha mai avuto problemi di ubriachezza?

F.P.: No che io sappia no o che fossero evidenti o che abbiano causato qualcosa diciamo di confusione all’interno della casa d’accoglienza no.

Avv. Stefano Bertini: Quindi aveva un carattere mite denotava carattere mite?

F.P.: Sì sostanzialmente devo dire di sì molto silenzioso, stava sulle sue.

Avv. Stefano Bertini: Ha mai avuto quindi nessun appunto altero o discussione particolare con vicini di stanza o di camera?

F.P.: Ogni tanto qualcosa ma diciamo nell’ambito della normalità della vita di persone che si incontrano non avendo niente in comune se non il bisogno di stare in una casa quindi che non erano né amici né provenienti anche alcuni da situazioni particolari perché o extracomunitari o ex carcerati quindi litigi per il ménage della non so perché tu non hai fatto le pulizie nel turno che ti era stabilito ecco allora nascevano delle discussioni ma non violente per quanto ne so io.

Avv. Stefano Bertini: Quindi per questo le risulta sempre che le risulti se a causa di questo comportamento di questo carattere mite come ci ha detto fosse un po’ oggetto anche diciamo fosse considerato un bonaccione di cui gli altri approfittavano oppure non è così?

F.P.: Sì cioè ora l’opinione mia personale

Avv. Stefano Bertini: No quanto da lei verificato personalmente se lo sa, se c’è lo può dire.

F.P.: Nella casa era considerato per dai discorsi che potevano essere fatti dagli altri appunto la persona sì un bonaccione un po’ come si diceva un orso no che se ne sta un po’ per conto suo, che parla poco ecco cose di questo genere.

Avv. Stefano Bertini: Ecco a questo riguardo Don Poli sempre che sia una circostanza che è emersa quindi di fatto lei possa averla verificata, le risulta che il Giancarlo fosse una persona bugiarda o uno che inventava delle frottole? Delle cose non vere/un fanfarone?

F.P.: No magari stava zitto ma insomma io non ho potuto verificare che lui mi abbia detto per quello che mi ricordo una cosa e poi ho verificato che non era vera ecco mi sembra proprio di no.

Avv. Stefano Bertini: Quindi lei dice che parlava poco però quando parlava diceva si confidava apertamente dicendo la verità.

F.P.: Sì molto poco io non ho avuto grandi contatti diciamo di conversazione con Giancarlo se non per le questioni che riguardavano l’andamento della casa di accoglienza.

Avv. Stefano Bertini: Le risulta che abbia avuto dei problemi o abbia denotato dei problemi di omosessualità all’interno di questa casa o risulta che

F.P.: No non risultano, nella mia conoscenza no non risulta.

Avv. Stefano Bertini: La ringrazio non ho domande presidente.

Presidente: Prego avvocato Filastò

Avv. Nino Filastò: Avvocato Filastò dunque Don Poli lei ha detto che è stato presso la vostra casa famiglia 7-8 anni ci può precisare il periodo da quando a quando?

F.P.: No dovrei andare a riguardare con precisione proprio i mesi diciamo dal

Avv. Nino Filastò: Grosso modo

F.P.: Dall’87 mi sembra perché la casa mi sembra fu aperta nell’87 fino al 96 fino a quando non è stato prelevato dalla questura è stato sempre lì

Avv. Nino Filastò: Dall’87 al 96

F.P.: Mi posso riservare di guardare presso i vigili urbani con più precisione perché io ho fatto la denuncia per l’antiterrorismo.

Avv. Nino Filastò: Comunque non prima dell’87.

F.P.: No perché la casa non c’era, perché sono arrivato a Chiesanuova nell’85/alla fine dell’85 la casa è stata aperta un anno e mezzo circa dopo si nel 87.

Avv. Nino Filastò: Ho capito, allora c’è ben poco da dire. Che lei sappia è religioso il Lotti?

F.P.: Questo non cioè la parrocchia non la frequentava la mia parrocchia, se frequentasse altre parrocchie questo non lo so.

Avv. Nino Filastò: Senta lei ha mai visto o notato che venisse visitato da certe persone lì nella casa famiglia da estranei o da persone

F.P.: No alla casa famiglia tra l’altro c’era l’obbligo poi non sempre era verificabile se questo accadeva di dire se qualcuno estraneo veniva ospitato, a me lui non ha mai chiesto mi sembra che mi ricordi di ospitare, era molto corretto in questo, non mi ha mai detto verranno a trovarmi delle persone mi sembra di no forse una volta ma non sono sicuro devo dire la verità, detto dagli altri della casa che lui abbia ospitato persone o abbia fatto entrare persone in casa mi sembra di no, però sa in 8-9 anni non è che ricordi poi con estrema precisione, mi disse una volta che sarebbe venuta una persona a trovarlo ma perché doveva vendere un cassettone che era di sua proprietà perché aveva difficoltà economiche e mi chiese se poteva questo sì mi ricordo se poteva far venire questa persona a vedere questo cassettone.

Avv. Nino Filastò: Disponeva di una stanza lui lì?

F.P.: Disponeva di una stanza in divisa con un’altra persona.

Avv. Nino Filastò: Ah quindi lui dormiva con un’altra persona? Ci vuol dire il nome di questa persona?

F.P.: Almeno per un periodo all’inizio mi sembra fosse solo, è stato per un periodo da solo perché lì andavano e venivano.

Avv. Nino Filastò: Questa persona che stava con lui

F.P.: Questa persona che stava con lui si chiama Fabrizio Bertini.

Avv. Nino Filastò: Fabrizio Bertini. Senta è mai capitato di vedere/di notare che Lotti fosse teso o preoccupato particolarmente di qualche cosa? Spaventato di qualche cos’altro?

F.P.: No, è difficile dirlo perché era sempre molto un po’ come dire un po’ cupo, un po’ silenzioso, quindi evidenziare momenti di particolare preoccupazione non riuscirei ecco.

Avv. Nino Filastò: Intorno all’anno 93?

F.P.: Non saprei no questo proprio non saprei.

Avv. Nino Filastò: Ha mai ricevuto delle confidenze da lui di essere preoccupato di qualche cosa? Di avere qualche peso nello stomaco?

F.P.: No, tranne che in una telefonata che però voi conoscete che è stata registrata quindi

Avv. Nino Filastò: Ma una telefonata che risale a quando?

F.P.: Una telefonata che lui mi fece quando già era nella casa protetta nel domicilio protetto.

Avv. Nino Filastò: Senta e dal punto di vista finanziario per avere un po’ un’idea lei ha detto che stentava a pagare questa retta.

F.P.: Non era una retta, erano le spese, quando arrivava la bolletta dell’Enel Io dividevo tra quelli

Avv. Nino Filastò: Può dire a quanto ammontava al mese?

F.P.: La bolletta com’è trimestrale? Mi sembra trimestrale mi sembra intorno alle 450.000 lire trimestralmente (salta l’audio) Sì almeno detto dai ragazzi della casa lui a volte rientrava tardi questo sì.

Avv. Nino Filastò: Rientrava tardi a che ora?

F.P.: Non lo so, magari arrivava alla casa dicevo Giancarlo come sta? Quello come sta? Giancarlo stanotte è arrivato tardi

Avv. Nino Filastò: Ecco ho capito, la sua parrocchia/questa casa famiglia è in via di Faltognano?

F.P.: Via di Faltognano numero 27.

Avv. Nino Filastò: A che distanza si trova dalla Casa Del signor, lei sa che c’è una casa di un certo Salvatore Indovino?

F.P.: Sì lo so per sentito dire che era credo la cosiddetta vecchia Fornace quella lì eh? Io sa non è che so quello che sanno i giovani detto dai giornali

Avv. Nino Filastò: Dimenticando i giornali lei ha presente c’è una casa appariscente con il tetto rovinato?

F.P.: No ai miei tempi era già tutto restaurato già abitato. Però ho sentito dire che questa casa era stata abitata da questa persona che appunto ora ha detto lei Indovino ma l’ho sentito dire dalla gente perché io non c’ero.

Avv. Nino Filastò: Con riferimento a quel periodo di tempo precedente voglio dire intorno agli anni 80 diciamo dall’81 al 90 ha idea all’epoca in cui era ancora abitata e frequentata da questo signor Salvatore Indovino detto il mago, a lei come religioso io immagino lei all’epoca era parroco della parrocchia

F.P.: Dunque quella casa appartiene, quella è l’ultima casa che appartiene a Sant’Andrea in Percussina quindi io non sono parroco però siamo confinanti

Avv. Nino Filastò: Ha mai sentito dire se in quella casa si svolgessero riti satanici?

F.P.: No mai.

Avv. Nino Filastò: Ma tante volte qualcuno ha raccontato dice ma sa chissà cosa fanno

F.P.: No è venuto fuori dopo che è scoppiato questo scandalo, è venuto fuori dice “ah sì ma eh sì c’era forse qualcosa” ma io all’epoca niente, io dall’85 quando sono arrivato fino a lei mi ha chiesto al 90 insomma fino a quando, io l’ho saputo solo dopo che è venuto fuori tramite i giornali.

Avv. Nino Filastò: Posso chiedere alla sua competenza di materia di questo genere e fra l’altro lo spiritismo appartiene in qualche modo anche alle competenze se lei ha mai sentito parlare del cosiddetto gioco della tazzina, quello che si fa con un tabellone segnando dei numeri.

F.P.: No del tavolo casomai che si muove ma della tazzina no.

Avv. Nino Filastò: Benissimo, senta ha mai sentito dire/raccontare in giro dell’ottico legato ad un episodio di un incendio di un bosco?

F.P.: No mi risulta nuovo lo sento dire da lei per la prima volta.

Avv. Nino Filastò: Che abbia avuto anche con storie di marziani?

F.P.: Marziani si qualcosa circolò a un certo punto però non mi ricordo quando.

Avv. Nino Filastò: Ecco ci può dire

F.P.: Che lui aveva detto che aveva visto i marziani Giancarlo ma ora di recente la cosa che è circolata di nuovo con tutte le illazioni vere o meno dei giornali

Avv. Nino Filastò: Quando l’ha sentito dire?

F.P.: Eh non me lo ricordo da qualcuno in parrocchia o da un giornalista che mi ha intervistato non mi ricordo di preciso.

Avv. Nino Filastò: Lui aveva avuto un contatto di un terzo tipo/quarto tipo qualcosa del genere?

F.P.: No cose ora così specifiche no dice sembra che Lotti abbia visto marziani/abbia detto che ha visto marziani quindi una cosa già riportata.

Avv. Nino Filastò: Grazie non ho altre domande.

Avv. Stefano Bertini: Presidente una domanda, riguardo quest’ultimo fatto non ho ben capito la circostanza dei marziani lei l’ha appresa da Lotti personalmente?

F.P.: No assolutamente.

Avv. Stefano Bertini: Ha saputo magari che anche

F.P.: Cioè certe persone che mi hanno detto ho sentito dire che il Lotti ha detto che ha visto una cosa ecco un racconto tipo manzoniano insomma.

Avv. Stefano Bertini: Ha mica poi saputo sempre in questa circostanza che anche altri hanno visto marziani per caso?

F.P.: Non mi ricordo guardi, sono cose proprio che non mi interessavano affatto.

Presidente: Pubblico Ministero?

P.M.: Nessuna domanda grazie.

Presidente: Parte civili.

Avv. Nino Filastò: Sui marziani presidenti un argomento di interesse sono appassionato della materia. Le risulta che in effetti ci sia stato un avvistamento in un certo periodo di tempo a San Casciano?

F.P.: Che io sappia no.

Avv. Nino Filastò: Di un ufo.

F.P.: No.

Avv. Nino Filastò: Proprio non se lo ricorda.

F.P.: No proprio lo ignoro, lo ignoro completamente.

P.M.: Io chiedevo la pertinenza con questo processo della domanda.

Presidente: Facciamo fare tutte le domande perché non si dica niente.

Avv. Giampaolo Curandai: Avvocato Curandai parte civile, mi scusi lei prima ha detto che anteriormente allo scandalo chiamiamolo così relativo alla casa di Salvatore Indovino nessun parrocchiano le aveva parlato di quella casa diciamo come di una località strana eccetera. Ecco dopo lo scandalo dopo lo scoppio dello scandalo qualche parrocchiano le ha confidato/le ha riferito qualcosa che aveva visto qualcosa di strano?

F.P.: Di specifico no, solo voci che circolavano in parrocchia, nessuno è mai venuto personalmente da me a dirmi io so questo o ricordo quest’altro in relazione a quella casa

Avv. Giampaolo Curandai: Comunque le hanno riferito delle voci?

F.P.: Delle voci sì c’erano, dice l’indovino ora non mi ricordo con precisione si va nel vago capito però sì di qualcuno che allora “ah dice ma questo indovino sì faceva qualcosa di magie legato anche al suo nome Indovino” insomma collegavano questo significato del nome con certe pratiche di magia ecco qualcosa del genere ma voci sentite in giro in parrocchia Non di più. Non saprei nemmeno ricordare chi/quale persona l’ha detto o chi l’ha riferito che l’ha sentito dire.

Avv. Giampaolo Curandai: Comunque questo è avvenuto dopo lo scandalo? Lei ha saputo di queste voci dopo lo scandalo.

F.P.: Si dopo che i giornali avevano detto che era coinvolta anche questa casa della vecchia Fornace.

AUDIO DISTURBATO DA UN GIORNALISTA (è un davvero un singolare personaggio questo Giuseppe Fazzina detenuto nel carcere siciliano di Augusta per tentato omicidio comparso oggi come teste nel processo presunti complici di Pacciani, la conoscenza di quest’ultimo fatta durante)

Sconosciuto: Senta un attimo questo Bertini dove abita?

Don Fabrizio Poli: Senta con precisione non lo so che abita in una casa nel Comune di Firenze avuta quando noi decidemmo di chiudere la casa di accoglienza io chiesi a chi abitava allora nella casa di potersi sistemare in qualche modo di avere 6 di tempo e lui poi ottenne dal Comune di Firenze un alloggio del Comune di Firenze credo nella zona di Piazza Donatello in quella zona là però la via precisa non me la ricordo.

Presidente: Allora si va a giovedì mattina ore 9

11 Novembre 1997 31° udienza processo Compagni di Merende

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *