25 Maggio 1994, 12° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Graziella Pacciani, Rosanna Pacciani, Angiolina Manni, Romano Pierini, Daniela Bandinelli

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Presidente: Bene, possiamo cominciare l’udienza, signor Pubblico Ministero i suoi testi, chi sono…
P.M.: Si Presidente io sentirei Pacciani Graziella.
Presidente: Pacciani Graziella, benissimo. Procediamo con la Pacciani Graziella, si accomodi.
P.M.: (fuori microfono) Come? una delle signore che l’hanno presa a cuore, delle vicine di casa.
Presidente: Si accomodi. Signorina buongiorno. Lei è la figlia dell’imputato…
Graziella Pacciani: Si.



Presidente: Vogliamo, Romano, giriamo verso di me, verso la Corte, grazie. Ascolti signorina in questa sua qualità lei ha facoltà di non deporre di astenersi dal deporre oppure può deporre ma deve naturalmente dire la verità.
G.P.: Si…
Presidente: Intende deporre?
G.P.: Si.
Presidente: Intendo deporre, non intende astenersi. Signor Pubblico Ministero…
P.M.: Signor presidente prima..
Presidente: Dunque un’altra cosa, scusi, vuole essere ripresa dalle telecamere?
G.P.: No.
Presidente: No. Allora signori a questo punto, per favore, smettete sia fotografi che cineoperatori, inquadrate altri soggetti ma non la signorina. Ecco, allora può leggere per cortesia quella formula?
G.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Solo per sapere, chi è lei signora?
Ornella: Io sono Ornella XXX
P.M.: Posso spiegare io Presidente?
Presidente: Ecco, si…
Avvocato Bevacqua: Ce lo dice lei?
P.M.: Certo
Ornella: Sono di Mercatale e da un po’ di anni sto vicino alle figliole.
Presidente: Ho capito.
Voce fuori microfono: Dama di compagnia.
P.M.: Direi di no.
Presidente: Non scherziamo eh!!
P.M.: Vedrete che in questo caso l’ironia non fa proprio parte di questo processo
Avvocato Bevacqua: (Incomprensibile)
Presidente: E’ una signora di Mercatale la quale, a quanto pare, si prende cura di questa ragazza, la quale deve avere dei problemi…
P.M.: Ora lo vedremo, lo vedremo…
Presidente: Forse li vediamo…
P.M.: Se poi non è il caso la Corte
Presidente: Comunque non credo che la presenza della signora dia fastidio a nessuno e io le consento di rimanere, ovviamente lei signora non deve assolutamente aprire bocca, è chiaro.
P.M.: Presidente prima di passare all’esame del teste vorrei fare una richiesta nel metodo alla Corte e si tratta di questo: il P.M. sa benissimo di quanti diritti abbia l’imputato di dire in qualsiasi momento ciò che ritiene opportuno a sua difesa, abbiamo visto ieri di come si comporta e la Corte ha ritenuto opportuno di farlo parlare ogni volta che crede. Il P.M. ha tutti i motivi a che ciò continui, l’interesse questo dell’accusa, volevo però sottolineare che comunque il Presidente e la Corte nel far esercitare questo legittimo diritto hanno sempre un potere/dovere di regolamentazione dell’udienza e quindi chiedo espressamente che nell’esercizio di questo diritto sia data una regolamentazione nel senso che anzichè far fare il controesame del teste dall’imputato, anzichè dal difensore tecnico, si scelga un momento, non so, alla fine dell’udienza, quello che crederà il presidente perchè come abbiamo visto le difficoltà di alcuni testi non sono poche, l’atteggiamento dell’imputato è stato ritenuto da lei Presidente ieri meritevole di valutazione dal punto di vista penale soprattutto sotto il profilo dell’oltraggio e come facevo presente ieri se questo problema c’è si potrebbe evitare che si ripeta, pur nell’esercizio di quei dirittti dell’imputato, regolamentando, non lo so, che parli alla fine dell’udienza o quando crede lei ma forse sarebbe opportuno non consentire ogni teste, ecco, veda lei, questa è la mia istanza specifica, credo motivata non ho comunque alcun problema nel dire -parli quando vuole-, anzi, più parla, a parere del P.M., meglio è, ma questo è un altro problema, il problema in questo momento del P.M. è che i testi che vengono sentiti siano il più sereni possibile e meno intimoriti. faccio questa richiesta stamani perchè ci sono dei testi che, a mio avviso, hanno già subito abbastanza intimidazioni in passato da questo signore.
Presidente: Bene. A parte ogni valutazione
P.M.: Si, si, io chiedo solo se è possibile regolamentare in qualche modo, come crede lei, scegliere un momento dell’udienza:
Presidente: Avvocato Bevacqua voleva dire qualcosa…
A.B.: Si signor Presidente, sono perplesso sulla minaccia o sui timori che può eventualmente provocare Pacciani, in questo stato, nei riguardi dei testimoni, per la verità mi sembra un po’, così, da discutere sul piano della logica più elementare, voglio dire che l’imputato ha diritto, ogni qualvolta si presenta una situazione cosiddetta probatoria, che per ora non ho ancora avuto modo di palpare sul piano, così, della valutazione delle prove, credo che abbia diritto di potere interloquire perchè le cose io non le so, lui solo le conosce, io direi e mi permetto di suggerire, se è possibile, al signor Presidente, ogni qual volta l’imputato vuole parlare, magari mi permetto io o il collega di dire al Presidente che l’imputato vuol dire alcune cose su certe circostanze, parlare dopo mi sembra assurdo. Parlare dopo alla fine dell’udienza, alla fine del dibattimento molte cose sfuggono, molti particolari non sono in grado di essere percepiti neppure dalla corte perchè l’imputato non le ricorda neppure più. Grazie.
Presidente: Quello che lei non deve fare, capito, Pacciani è di saltare su, come ha fatto ieri, ma ripeto, non le giova mica sa, tra l’altro. Capito? E insolentire i testi, quello mai, ma comunque anche interrompere, eccetera. Dopo può dire quello che vuole, siccome oggi, naturalmente, ci sono testimonianze un po’ delicate lei, capisce, ieri si poteva anche lasciar passare ma oggi non si può, questo è chiaro, quindi se lei vuole dire qualche cosa lei lo può dire, lo chieda a mezzo dei suoi difensori e io le darò la parola, al momento opportuno. Va bene? Possiamo proseguire?
P.M.: Si senz’altro Presidente, grazie.
Presidente: Tra l’altro, gliel’ho già detto, il comportamento processuale può essere indicativo anche di un certo suo carattere e questo, capito?
P.M.: Bene presidente, grazie. Signorina Pacciani, abbiamo sentito lei è la figlia dell’imputato, lei è la figlia maggiore o la figlia minore?
G.P.: No, la figlia minore.
P.M.: E’ la più piccola. Quanti anni ha oggi?
G.P.: Ventisei.
P.M.: Vive in famiglia lei?
G.P.: Mhm, vivo con mia sorella.
P.M.: Dove? Con sua mamma o altrove?
G.P.: No, in un…
Presidente: Sua sorella è sposata, vero? Mi pare…
G.P.: No.
P.M.: No, no, no, nessuna.
Presidente: No, non è sposata. Allora mi sono sbagliato.
G.P.:
P.M.: Attendo la risposta, chiedo, ho chiesto dove vive…
G.P.: In Piazza di’ Popolo vicino alla Cooperativa
P.M.: Quindi vivete non con vostra madre
G.P.: No però ci si va spesso a trovarlo o sennò viene spesso lei da noi.
P.M.: Lei ha un lavoro?
G.P.: Si, lavoro in una famiglia a Firenze.
P.M.: Fin quando ha vissuto in casa? Col suo padre e sua madre?
G.P.: Fi…
Presidente: Provi a ricordare all’incirca…
G.P.: Fino a diciannov’anni, diciotto/diciannove.
Presidente: Fino all’età di diciotto/diciannove anni. lei ha detto ora ne ha ventisei?
G.P.: Si.
P.M.: Come mai a diciannove anni è andata via di casa?
G.P.: Mhmm… No, cioè, mia sorella lavorava in una famiglia a Firenze e questa… questa famiglia aveva… aveva una cugina che…
Presidente: Si, si, dica pure non c’è mica nessun problema?
P.M.: Stia tranquilla signorina Graziella… Cercavamo di capire quando è andata via di casa e se c’era un motivo di lavoro oppure è successo qualcosa per cui lei si è allontanata da casa o è stata allontanata…
G.P.: No, nn…
Presidente: Non si agiti così, guardi, non c’è nulla di particolare, se può dirci il motivo… Del perchè lei è andata via di casa, non si trovava bene in casa?
G.P.:
P.M.: Presentaste forse una denuncia? Era successo qualcosa?
A.B.: Prego di non suggerire signor Presidente
P.M.: No, è la domanda! Presentaste una denuncia? E’ una domanda.
G.P.:
Presidente: Lei presentò una denunzia, o lei o sua sorella?
G.P.: No.
Presidente: No. Dice di no.
P.M.: Benissimo. Successe qualcosa di particolare?
G.P.: No, cioè la…
Presidente: Qualche episodio in famiglia…
P.M.: Ci ritorniamo dopo Presidente.
Presidente: Si.
P.M.: Torniamo agli anni in cui lei era in casa. Se non ho capito male lei è stata in casa fino all’età di diciannove anni? Eh?
G.P.: Si.
P.M.: Senta una cosa, andiamo subito alle domande specifiche, lei sa se suo padre in casa, le ha viste, aveva dei fucili?
G.P.: Cioè, si, aveva, si ce l’aveva un fucile.
P.M.: Uno o due signorina?
G.P.: Ce ne aveva due, uno la aveva regalato a… Insomma a i’ su’ nipote, a Valerio.
P.M.: E l’altro? Lo aveva in casa?
G.P.: Si, cioè, si ce l’aveva.
P.M.: Si ricorda com’era questo fucile e dove lo teneva? Quello non regalato
G.P.:
P.M.: Lo teneva in casa? Lo teneva da un’altra parte?
G.P.:
Presidente: Lì proprio non…
P.M.: Presidente
Presidente: Lei non vuole dire queste cose… …Molto agitata
P.M.: Per chiarire… Posso spiegare una cosa io? Già a questa domanda, davanti al P.M., la signorina si fermò per un’ora o due ore, poi con grande difficoltà spiegò perchè a questa domanda non riusciva a rispondere, è consacrata nel verbale, ovviamente che loro non conoscono, poi ripose, era per spiegare se era una domanda che per qualche motivo la signorina era difficile rispondere.
Presidente: Capisco ma non è che possiamo aspettare un’ora ancora
P.M.: No, no, no, anzi, era il contrario, volevo dire se il Presidente mi consente, se la signorina non va avanti, chiedo di poter leggere il verbale in quel punto. Tutto qua.
Presidente: Qui facciamogli una contestazione.
P.M.: Signorina lei, la contestazione era questa, a questa domanda si fermò così a lungo, poi ci spiegò perchè non riusciva a rispondere sull’argomento o quali difficoltà aveva, ora ricorda perchè lei su quel fucile, su quella domanda si trovò in difficoltà a rispondere?
G.P.:
Presidente: Lo ricorda, si?
P.M.: E’ il verbale del 19 maggio ’92 davanti al P.M.
G.P.:
Presidente: Non da nessuna risposta, è molto agitata più che mai, siamo fermi Pubblico Ministero.
P.M.: Ricorda dove lo teneva questo fucile?
G.P.:
Presidente: Se lo ricorda?
G.P.: Cioè, si, mhmm…
P.M.: Presidente, chiedo di poter leggere il verbale.
Presidente(fuori microfono): Romano apriamo le porte sennò si muore…
A.B.: Semmai Presidente, chiedo scusa signor Presidente, perchè per ritornare alle regole antiche, cioè quelle del codice…
Presidente: Allora moderne…
A.B.: E’, antiche ma moderne, visto che ce ne siamo un pò dimenticati, ecco, io credo, che mi pare che sia lei che debba, signor Presidente, eventualmente, in caso di contestazione, far leggere alla impu… alla testimone, la dichiarazione, è lei che deve fare…
Presidente: Cerchiamo di vedere se…
P.M.: Noi stiamo provando se la signorina si rilassa
Presidente: Ce la fa da se, articolo avvocato?
A.B.: 49, credo. O no?
P.M.: Si, si. Cerchiamo di andare alla sostanza
A.B.: Mi pare che questo articolo dice, perchè sarà oggetto, mi scusi signor Presidente, di ulteriori miei interventi.
Presidente: Certo, benissimo.
A.B.: Mi scusi.
Presidente: Noi cerchiamo di vedere se il te..
A.B.: Deve essere pertinente ai fatti, i fatti devono essere quelli relativi alla imputazione, l’imputazione di cui noi ci dobbiamo difendere è quella di una serie di duplici omicidi e basta.
P.M.: Prima bisogna valutare il teste in diversi modi.
Presidente: Avvocato, l’articolo di cui lei parla, ecco, io chiedo sempre, scusatemi…
A.B.: Sbaglierò!
Presidente: A quale norma vi riferite? Lo chiedo per un motivo…
P.M.: Regole per l’esame testimoniale se non ho…
Presidente: Lei se non erro, almeno credo, riferisce il 499?
A.B. : Si.
Presidente: Il comma quinto, immagino.
A.B.: Il comma sesto. “Durante l’esame il Presidente interviene per assicurare…
Presidente: …La pertinenza delle domande
A.B.: Si ma poi c’è un altro articolo, ora non ricordo esattamente, quello delle contestazioni,
Presidente: I divieti di lettura. E’ il 500.
A.B.: Esattamente. No ma io volevo parlare anche della pertinenza delle domande perchè poi ci sono..
Presidente: E va be’ avvocato, ma io mica…
A.B.: Ancora no, ancora no.
Presidente: Io stavo… Non ci si finisce mai di meravigliare con questo nuovo codice, ogni poco c’è qualcosa di strano… Però questa norma di cui lei parlava, francamente non mi era nota…
A.B.: No era il quattro del 500. “Quando a seguito della contestazione”, ho sbagliato di un punto Presidente, alla mia età si può anche sbagliare un numero, “sussiste difformità rispetto al contenuto della deposizione le dichiarazioni utilizzate per la contestazione sono acquisite” eccetera, “e sono valutate e..”, ma prima ancora
Presidente: Questo non c’entra nulla avvocato.
A.B.: No, no, ha ragione anche lei. Eheee, parla che il…
P.M.: Proviamo…
Presidente: Comma uno, si, si… Avvocato, il 500 comma uno dice: “Fermi i divieti di lettura e di allegazione le parti per contestare in tutto o in parte il contenuto della deposizione posso servirsi delle dichiarazioni precedentemente rese dal testimone
P.M.: E’ quello che ho cercato di fare
Presidente: … contenute nel fascicolo…
P.M.: E’ quello che ho cercato di fare Presidente.
A.B.: Ma è il Presidente che deve dirlo se devono oppure no.
P.M.: No è la parte che può utilizzare
Presidente: Avvocato, l’esame è condotto dalla parte, poi io intervengo se…
P.M.: Anche se qua, anche se in questo processo, consenziente il P.M. per motivi suoi, sono tanti
Presidente: Io intervengo per, naturalmente, dirigere, regolare, ammettere, non ammettere le domande, assicurare la pertinenza ma di più non posso fare, il gioco del codice è questo, dobbiamo rispettarlo.
P.M.: Ma sembra che…
Presidente: Signorina, scusi, questa è una digressione che noi uomini di legge facciamo e quindi…
P.M.: A noi interessa la verità, la genuinità della teste
Presidente: A noi interessa la verità, io vedo che lei è molto agitata e emozionata, la prego di stare tranquilla, lei non deve temere assolutamente niente qui.
P.M.: Io ho voluto solo spiegare che è stato un episodio che alla stessa domanda, la prima, la signorina si trovò in difficoltà e volevo cercare di capire per quale motivo.
Presidente: Se può, risponda, ecco. E sennò ricorreremo, ricorrerà…
P.M.: Alla contestazione, nel senso che a questa domanda ha già risposto, è questa la contestazione che io faccio e chiedo di leggerla.
Presidente: Si, però se lei non risponde eh… capito? Lei deve ricorrere a questo mezzo, c’è poco da fare. Se crede naturalmente.
P.M.: Certo che credo! Sono qua che sto serenamente cercando…

Presidente: Vogliamo provare a fare un’altra volta la domanda alla signorina?
P.M.: Si, Signorina ricorda come mai lei non volle rispondere in un primo momento e si fermò sul discorso del fucile? Allora, ricorda dove custodiva il fucile e perchè lei ha… Non voglio dire cose suggestive…
Graziella Pacciani: … si, cioè…mhmm
Presidente: Lo ricorda?
P.M.: Presidente chiedo di leggere, sennò…
Presidente: Dove lo custodiva? Dov’era questo fucile? Se lo ricorda?
G.P.: Lo teneva… Mmhm… Cioè lo teneva dentro un arma… dentro un armadio.
P.M.: Com’era questo fucile signorina?
Presidente: Dentro un armadio. In casa quindi ovviamente.
G.P.: Quando si stava a Montefiridolfi.
Presidente: Quando si stava a Montefiridolfi.
G.P.: Uno e un altro ci disse che l’aveva regalato a un suo amico, se poi è vero non lo so.
Presidente: E un altro lo aveva regalato a un suo amico. Se poi è vero non lo so.
P.M.: Vide mai usare questo fucile in casa? Nei confronti di qualcuno?
G.P.:
Presidente: Ricorda se fu usato da suo padre? In qual maniera? Nei confronti di chi?
G.P.: Si, mi ricordo una volta, cioè quando ero più piccola, stavo a Montefiridolfi, cioè lui minacciò la mamma puntandoglielo addosso.
Presidente: Gli puntò addosso il fucile.
P.M.: Lei, dall’atteggiamento di suo padre, ebbe paura che lo potesse veramente usare?
Avvocato Bevacqua: Questa è una valutazione signor Pubblico Ministero.
G.P.: Si.si.
P.M.: L’ha detto
A.B.: E’ un giudizio, è un giudizio mi oppongo.
Presidente: Dunque questa domanda ovviamente comporta una valutazione
P.M.: Benissimo. Come usò questo fucile? Cosa disse?
Avvocato Fioravanti (fuori microfono) : Zitto Pietro fammi sentire.
Presidente: Ecco, come usò, il Pubblico Ministero domanda, questo fucile? Lo usò contro la mamma, lei ha detto.
G.P.: Mhmm, si.
P.M.: In che modo?
Presidente: In che modo?
G.P.:
P.M.: Disse qualcosa?
G.P.: Cioè dicendo che la voleva ammazzare.
Presidente: Dicendo che la voleva ammazzare.
P.M.: Glielo puntò?
Presidente: Glielo puntò contro? Domanda il Pubblico Ministero.
G.P.: Si, si.
Presidente: Si.
P.M.: Quale era l’argomento della discussione? Perchè questa minaccia?
G.P.: Mha, ora… cioè non me lo ricordo.
P.M.: Va bene signorina. Sa, ha visto mai, se suo padre aveva delle pistole?
G.P.: Cioè si, una la teneva in ma… cioè la teneva in macchina. Coperta con degli stracci.
P.M:: Perchè dice una signorina?
G.P.: Cioè volevo di’ quella lì. Ora…
P.M.: La teneva in macchina, lei l’ha vista questa pistola?
Avvocato Fioravanti (fuori microfono) : Pietro bisogna che mi fai sentire sennò…
G.P.: Si, si, l’ho vista.
P.M.: Era una pistola piccola, grande? Lei conosce le armi? Sa, le conosce? Le ha mai viste aldilà di questa che ci ha descritto? E’ in grado di dirci qualcosa di più di questa pistola?
Presidente: Ci può dire qualcosa?
G.P.: Si era mo.. era molto, insomma… non tanto… mhmm,
Presidente: Non tanto?
G.P.: Non tanto grande, cioè non era…
Presidente: Non tanto grande
P.M.: Cioè era molto piccola allora?
G.P.:
Presidente: Capisco che per una che non si intende di armi…
P.M.: Allora, lei ha già spiegato la forma con i gesti delle mani o con dei paragoni, ce lo può fare ancora? Se ricorda che grandezza poteva avere?
G.P.: Cioè così… com’era…
Presidente: Ecco, di quali dimensioni ci
P.M.: Lei, allora cominciamo, lei l’ha vista bene da poterci dire le dimensioni?
Presidente: Ricorda d’averla vista? Bene? Cioè in più occasioni…
G.P.: Si, l’ho vista.
P.M.: Ma l’ha vista in macchina allora? Lui la teneva in macchina o l’ha vista anche altrove?
G.P.: Si la tene… si la teneva in macchina. Coperta con dei cenci
P.M.: E lei l’ha vista in macchina perchè gliel’ha mostrata suo padre o l’ha vista da sola casualmente o perchè è andata a vederla lei, perchè era curiosa…
G.P.: No mhmm…
P.M.: Gliel’ha mostrata suo padre signorina?
G.P.:
Presidente: L’ha vista per caso oppure suo padre gliel’ha mostrata? Questo domanda il Pubblico Ministero, oppure l’ha vista per qualche altro motivo? Non so…
G.P.: …
P.M.: Le è capitato di vederla?
G.P.: No, cioè faceva vedere, cioè quando s’andava in macchina…
P.M.: Prego, prego, lo dica! Quando andavate in macchina, poi ci spiegherà perchè.
G.P.:
P.M.: Ve la mostrava lui?
G.P.: Si.
P.M.: Ve la mostrava perchè?
G.P.:
Presidente: Mha, Pubblico Ministero, forse è meglio ricorrere alla contestazione su questo punto.
P.M.: L’abbandonerei un attimo ci ritornerei fra un pò quando ce l’ha l’argomento. Si. L’ha descritta, senz’altro, vediamo fra un attimo. Allora, lei ha detto ha visto una pistola e ha visto un fucile. Col fucile ha visto se andava a caccia? Sa se andava a caccia? Sa che tipo di fucile era? Per cosa lo usava aldilà di quella minaccia che lei ci ha detto era un fucile che serviva a qualche scopo preciso?
G.P.: Si l’adoprava spesso quando andava… quando…
P.M.: Andava fuori insomma con questo fucile
G.P.: Si. Si.
P.M.: E tornava con della selvaggina?
G.P.: Si, ogni tanto portava dei fagiani.
P.M.: Lei ricorda che tipo di fucile era questo? Se era una doppietta?
G.P.: Era a due..
P.M.: Due canne?
G.P.: Due canne.
Presidente: Diciamo ecco a due canne perchè doppietta…
P.M.: Si, si era a due canne. Aveva, in un periodo aveva anche un cane? Qualcuno gli aveva lasciato un cane? Aveva un cane?
G.P.: Si, delle persone che stavano… quando si stava a Montefiridolfi… de… delle persone gli avevan lasciato
Presidente: In custodia, un cane
G.P.: Si. Un cane, un cane nero, cioè da… cioè gli lasciavano del mangiare da… da…
P.M.: E glielo facevano tenere.
G.P.: Si.
P.M.: Il mangiare gli lasciavano? E di questo mangiare cosa ne faceva? Il mangiare dei cani a chi lo dava?
G.P.: A noi.
P.M.: A voi della famiglia?
G.P.:
P.M.: Senta una cosa il cane come lo trattava? Lo custodiva o…
G.P.: Si… No.
P.M.: Cosa gli faceva al cane?
G.P.: Lo picchiava come faceva a noi.
A.B.: Presidente chiedo scusa ma io…
P.M.: Lo picchiava scusi, intanto facciamo rispondere!
A.B.: No, mi perdoni. E’ una questione di pertinenza delle domande rispetto all’oggetto dell’imputazione signor Presidente. Innanzitutto mi scuso per prima ma credo di avere detto giusto quando parlavo del 499, che è il numero 5. Glielo leggo e dice che il testimone può essere autorizzato dal Presidente a consultare…
Presidente: A consultare… Eh no avvocato, lo legga tutto per favore
P.M.: Eh no per piacere, ora le norme non le giriamo…
A.B.: Contenuto della memoria, documenti da lui…
Presidente: Da lui redatti
A.B.: Va be’ e l’ha firmati! Va be’…
Presidente: Da lui redatti! Eh, no, avvocato per l’amor di Dio
P.M.: No, sennò…
A.B.: Va be’ comunque aldilà di questo dato che può essere interpretato…
Presidente: Per favore!
A.B.: …In maniera diversa
Presidente: No. Non può essere interpretato che in un unica maniera, ci mancherebbe altro!
P.M.: Avvocato viaaa…
Presidente: No, no la norma è chiara eh!

A.B.: Ciascuno ci ha le proprie idee
Presidente: Il diritto si può tirare in molti versi ma l’italiano no di sicuro
A.B.: Siamo d’accordo. Siamo d’accordo. Presidente, siamo perfettamente d’accordo.
P.M.: Menomale. Menomale.
A.B.: Ma credo che la pertinenza della domanda sia importante in un processo…
P.M.: Allora la giudica il Presidente
Presidente: Ammetto la domanda.
P.M.: Bene grazie.
A.B.: Va bene allora Presidente siamo d’accordo.
P.M.: Allora risponde, scusi stava rispondendo come trattava questo cane, ha detto…
Presidente: Scusi eh, sono questioni tra di noi…
P.M.: Sennò ogni volta, già è in difficoltà la signorina, se troviamo il sistema…
Presidente: Lei non si preoccupi.
P.M.: …con pretesti
Presidente: Qui alziamo la voce, così, ma siamo ottimi amici tutti, quindi non si preoccupi assolutamente, non si agiti soprattutto. Sono momenti che ci servono anzi a rinsaldare l’amicizia…
P.M.: Forse fanno rilassare anche la signorina, chissà?
Presidente: No, invece vedevo che si agitava
P.M.: E’, appunto. Speravo…
Presidente: Ecco, vuol rispondere?
P.M.: Aveva già risposto, volevo che rispondesse, che si sentisse tutti.
G.P.: Si lo picchiava con…
P.M.: Ha aggiunto qualcosa signorina…
G.P.: Si con dei bastoni, cioè come ci trattava noi.
P.M.: Ecco, era questo.
Presidente: Come ci trattava noi.
P.M.: Con dei bastoni.
G.P.: Perchè non lo so… non lo sopportava che abbaiasse.
P.M.: E voi vi trattava coi bastoni in che modo?
G.P.: Si coi bastoni, anche dei vinchi
P.M.: Anche?
G.P.: Mhmm
P.M.: Non ho capito signorina, mi perdoni
G.P.: Con… con… con dei vinchi… o sennò con la cintura dei pantaloni
P.M.: Con dei scusi, vuole spiegare?
Presidente: Con dei bindi. Cosa sono i bindi? Spieghiamo perchè è un vocabolo di campagna.
P.M.: Per questo volevo che lo spiegasse
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Non riesco a seguirlo.
G.P.: Sono quelli delle vite.
P.M.: Sono? Riesce a spiegarlo in altro modo?
Presidente: Si, cosa sono?
G.P.: Quelli delle vite. Come si dice?
P.M.: Delle viti?
G.P.: Quelli pe’ lega’ le viti.
Presidente: Dei cosi, dei salici praticamente.
P.M.: Per legare le…
Presidente: Delle fruste di salice

P.M.: Come mai picchiava voi?
Graziella Pacciani: No, per qualsiasi cosa per esempio quando s’era piccoline perchè non ci riusciva fare i compiti…
Presidente: Per questo motivo.
P.M.: E quando eravate grandi?
G.P.: Eh, quando s’era grandi prima cosa perchè non voleva s’andasse fuori
P.M.: Eppoi?
G.P.: Eh…
P.M.: Lo dica signorina via, tanto prima o poi lo deve dire
A.B.: (incomprensibile)
P.M.: E’ nel verbale lo usiamo per contestazione
A.B.: Se si può utilizzare quel verbale
P.M.: Ce ne sono una diecina, se non si usa uno si usa l’altro.
A.B.: Bene.
P.M.: Perchè vi picchiava da grandi signorina?
G.P.: Mhmm
Presidente: Lo dica liberamente guardi, non…
G.P.: Perchè non ci ha mai voluto.
P.M.: Prego?
Presidente: Perchè non ci ha mai voluto?
G.P.: … Ci diceva… cioè una volta disse… che…
Presidente: Si, si, parli liberamente guardi e tranquillamente.
G.P.: Quando la mamma ebbe un aborto, cioè… mhmm… cioè lui seppe che era un bambino e lui disse che era meglio che era st… era meglio che era stato vivo lui che noi.
Presidente: Cioè avrebbe preferito… Era un maschio
G.P.: Preferiva più dei maschi che noi
Presidente: Avrebbe preferito che avesse vissuto lui anzichè voi due.
P.M.: E per questo vi picchiava signorina? O vi picchiava perchè voleva qualcosa?
Presidente: Prima ha detto: “Non ci ha mai voluto”
P.M.: Bhe, io chiedo se ci sono altri motivi perchè da grandi
Presidente: Non val… Cioè lei voleva dire, scusi per la… Mi intrometto per precisare, che qui bisogna…
P.M.: Certo Presidente.
Presidente: Non v’ha mai voluto bene. Questo vuole…
G.P.: Si.
Presidente: Si.
P.M.: Ma vi picchiava anche per altri motivi più specifici quotidiani o periodici?
G.P.: Anche quando non si voleva andare a letto con lui.
P.M.: Quando non volevate andare a letto con lui.
Presidente: Signori silenzio eh, attenzione, calma, il pubblico faccia assoluto silenzio perchè sennò uscite subito.
P.M.: E picchiava entrambe?
G.P.: No, mhmm
P.M.: O picchiava quella che non voleva andare a letto con lui di volta in volta?
G.P.: Si, certe volte la Rosanna, certe volte…
P.M.: Come vi picchiava?
G.P.: Cioè con…
Presidente: Con che cosa? Con le mani? Con qualche altra cosa? Non so…
G.P.: Con….
Presidente: Come vi picchiava?
G.P.: Con le mani.
Presidente: Con le mani.
P.M.: Quando ha cominciato che età aveva lei? Se c’è stato un, se ricorda quando è avvenuto la prima volta o i primi, prime volte se son state più d’una. Che età aveva lei signorina?
G.P.: Undici/dodici anni.
P.M.: E questo si è ripetuto?
G.P.: Si.
P.M.: Fino a quando?
G.P.: Mhmm… non ho capito bene…
P.M.: Fino a quando si è ripetuto? Da quando lei aveva undici/dodici anni…
G.P.: Fino a diciannove anni.
Presidente: Fino a diciannove anni.
P.M.: Capitava una volta ogni tanto o la picchiava per questo motivo anche più frequentemente? Lei ha dei ricordi…
G.P.: Certe volte anche… frequen… insomma… come si dice?
P.M.: Non lo so, tutti i giorni…
G.P.: No, tutti i giorni no ma…
P.M.: Ecco.
G.P.: La mamma si, specialmente la mamma si.
Presidente: La mamma tutti i giorni?
G.P.: No, tutti i giorni no ma per bischerate
P.M.: E voi?
G.P.: Per sciocchezze.
P.M.: No, no per il motivo che… torniamo al motivo che vi picchiava perchè non volevate andare a letto con lui. Allora, rimango a lei, ogni quante, se c’è una possibilità di dargli una temporalità a questi episodi, una volta ogni tanto o spesso, lei ha detto che per un arco di sette/otto anni, no? Nove anni, lei ha detto non tutti i giorni
G.P.: No tutti i giorni no ma…
P.M.: Ma?
Presidente: Ma?
P.M.: Quasi?
G.P.: Mhmm.
Presidente: Quasi?
G.P.: Si.
Presidente: Quasi tutti i giorni.
P.M.: Sia di notte che di giorno?
G.P.: No di no…
P.M.: E’ mai capitato che vi svegliasse di notte per questo motivo?
G.P.: Non ho capito…
Presidente: Cioè, domanda il Pubblico Ministero, se qualche volta è capitato che vi svegliasse di notte per avere rapporti con voi
G.P.: Si.
Presidente: Dice di si.
P.M.: Signorina poi torniamo su questo argomento che è un pò difficile, mi rendo conto. Ritorniamo ad uno più semplice, quando usciva col fucile era di giorno o anche di notte? Dopo cena?
G.P.: Certe volte dopo cena.
P.M.: Usciva col fucile dopo cena
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Stai calmo
P.M.: Aveva, quando usciva, un vestito particolare? Da caccia…
G.P.:
P.M.: Ricorda qualcosa?
Presidente: Aveva un vestito particolare o era vestito come tutti i giorni?
G.P.: No, come… mhmm
P.M.: Aveva gli stivali? Aveva una giacca da caccia?
Presidente: Lo ricorda? Quando usciva se aveva qualche cosa di diverso dal solito? O no?
G.P.: No, conn…
Presidente: Era vestito normalmente.
G.P.: Si.
Presidente: Come usano i contadini naturalmente, vestito da campagna, come sempre
G.P.: Mhmm
Presidente: Si?
G.P.: Si.
Presidente: Dice che era vestito da campagna come sempre
P.M.: E il fucile. Portava con se qualche attrezzo? Non so una busta? Un sacchetto?
G.P.: Si certe volte portava, cioè, delle buste o sennò delle balle, cioè per metterli… cioè dipende quanto…
Presidente: Delle balle
P.M.: Quante ne…
Presidente: Per mettere i fagiani ovviamente
G.P.: Mhmm
P.M.: Ha mai visto suo padre imbalsamare animali?
G.P.:
Presidente: Cioè imbalsamarli personalmente, ha capito signorina?
P.M.: No, però una volta…
Presidente: Ci aveva provato perlomeno?
P.M.: Presidente, scusi eh, siccome l’ha già detto e è oggetto poi eventualmente… mi scusi eh… mi rendo conto che tutti vogliamo sapere cosa dice la signorina perchè pensiamo tutti, almeno il P.M. che sia la verità, però andiamo per gradi perchè vedo, con difficoltà, ce lo sta dicendo
Presidente: Cerco di aiutare…
P.M.: Allora, dice, una volta l’ha visto imbalsamare. Cosa imbalsamava?
G.P.: No… mhmm…
Avv. Fioravanti (fuori microfono): Zitto Pietro.
G.P.: Si spellò una marmo… come si dice? Una…
P.M.: Una marmotta ha detto, si, ha detto proprio giusto. Cioè giusto, non lo so, lei così…
Avvocato Bevacqua: Marmotta l’ha detto lei.
P.M.: Bene allora facciamolo dire alla signorina, via.
Presidente: Che animale era? Era in grado di riconoscerlo? Marmotte nel Mugello non l’ho mai viste per la verità.
P.M.: Ma non siamo in Mugello Presidente questa volta che ce lo dirà la signorina.
Presidente: Che cos’era quest’animale signorina?
G.P.: Era… si una marmotta, tipo…
P.M.: Tipo marmotta, dice.
Presidente: Tipo marmotta
G.P.: Si una marmotta era.
P.M.: Lei ricorda come la imbalsamava e cosa fece della carne di questo animale?
G.P.: Ce lo fece mangiare a noi.
P.M.: Ma lei lo mangiò volentieri?
G.P.: No.
P.M.: Glielo fece mangiare per forza?
G.P.: Si.
Presidente: Ma era pur se… Era selvaggina in fondo no?
(Squilla un telefono cellulare)
Presidente: Signori per favore i telefonini, ve l’ho già detto eh?
P.M.: Senta una cosa signorina a volte lei ha detto quando la notte tornava vi svegliava e pretendeva, nei modi che ci ha detto, di fare l’amore con voi. A volte capitava questo anche la mattina presto?
Graziella Pacciani: Si.
P.M.: Che tipo di rapporti aveva con voi?
Avvocato Bevacqua: Signor Presidente, io le chiedo scusa, lo so che lei, lei già la conosce questa vicenda perchè era giudice in questo processo, nel suo processo…
Presidente: Io me l’ero dimenticata per la verità.
G.P.: Si, si va bene ma io vorrei che si dimenticasse perchè c’è già una sentenza, mi perdoni.
Presidente: Comunque non scendiamo… Io, vorrei…
A.B.: Sennò si fa il processo… Si sta facendo il processo ad un’altra cosa.
P.M.: No, no, no. Assolutamente.
Presidente: No.
A.B.: E si. Io credo di si. Io faccio eccezione.
Presidente: Diciamo che questa vicenda naturalmente è sullo sfondo di questo processo…
P.M.: Gli dava da mangiare la carne è in un altro processo? La marmotta…
Presidente: Ha il valore che può avere
A.B.: Si ma signor Presidente
Presidente: Ecco però vorrei… magari non andiamo, se non è strettamente necessario…
P.M.: E’ strettamente necessario Presidente.
Presidente: E’ strettamente necessario.
P.M.: A parere del P.M., poi lei…
A.B.: A parere della difesa non lo è.
P.M.: Allora il Presidente deciderà
A.B.: Per cui la difesa propone eccezione formale sul punto ai sensi dell’articolo 187 del codice di procedura penale
Presidente: Benissimo.
A.B.: Non è assolutamente pertinente.
Presidente: Benissimo. Per il momento però proseguiamo
A.B.: Va be’ allora, però lo metta a verbale!
Presidente: Vedremo. Vedo. In conseguenza…
P.M.: C’è già a verbale perchè è registrato, non c’è bisogno di scaldarsi è nel verbale
A.B.: C’è caldo…
Presidente: Andiamo avanti Pubblico Ministero. Ripeto naturalmente, non posso valutare in questo momento fino a che punto la sua…
P.M.: Io chiedo che tipo di rapporto
Presidente: Però magari..
P.M.: Che tipo di rapporti aveva con questa ragazza. Quelli ovviamente che… sotto minaccia.
G.P.: Cert… mhmm… Posso rispondere?
Presidente: Certo signorina.
G.P.: Certe volte ci obbligava a… a…
Presidente: Dica, dica, guardi, tanto… In quest’aula si sente di tutto quindi…
G.P.: A mettere…
Presidente: Dica liberamente tutto
G.P.: A mettere in bo… mhmm A mettere in bocca il…
Presidente: Il membro.
G.P.: Si.
P.M.: Per i tipi di rapporti che sceglieva, di volta in volta, vi mostrava prima delle foto di giornali pornografici perchè capiste qual’era il tipo di rapporto che voleva?
G.P.:
Presidente: Dice vi faceva vedere i giornali porno…
G.P.: Si, ho capito.
Presidente: …Perchè vi comportaste in quella maniera che era raffigurata lì? Spiego così la sua domanda.
P.M.: Si, si.
Presidente: Non lo so, dica se sì, se no.
G.P.:
Presidente: Vi faceva vedere i giornali pornografici? Domanda il Pubblico Ministero. Sempre, a volte, qualche volta, mai…
G.P.: Si, qualche volta
Presidente: Mi sembra abbia annuito però dobbiamo sentire, ha capito? Devono sentire anche gli altri.
G.P.: A volte si.
Presidente: A volte si. E allora la domanda del Pubblico Ministero, io mi limito a ripeterla naturalmente, era questa: lo faceva per farvele vedere così o perchè voleva che voi faceste, che lei, che voi faceste quello che era raffigurato in quei giornali, in quelle foto?
G.P.:
Presidente: Dica tranquillamente come stanno le cose.
G.P.:
Presidente: Dica pure con la massima tranquillità.
G.P.:
Presidente: Ha capito?
G.P.: Si ho capito la domanda.
P.M.: Signorina è un sì o un no eh?
Presidente: Capito? Ve lo mostrava così, tanto per farvi vedere eccetera oppure voleva che, pretendeva da voi che faceste quelle cose che erano effigiate lì.
G.P.: Mhmm…
Presidente: Dica e un c’è nulla di…
P.M.: Non è semplice Presidente eh… Rendiamocene conto.
Presidente: Si, si e lo so, io cerco di aiutare
P.M.: Anch’io cerco, comunque sappiamo che c’è anche un’altra strada per aiutare la signorina, sennò…
Presidente: Certamente.
P.M.: C’è un verbale.
A.B.: Signor Presidente, io, per carità, non è che voglia io dare fastidio alla Corte ma mi perdoni, veramente, qua credo che stiamo uscendo fuori dal binario.
Presidente: Ma no avvocato, vede, lo capisco…
A.B.: No, Presidente, ci sono due sentenze, sennò io piglio i motivi di appello dell’avvocato Filastò, i motivi di ricorso per Cassazione dell’avvocato Filastò, di questo processo,
P.M.: E poi prende la sentenza definitiva oltre che i motivi di appello!
A.B.: Ma c’erto, c’è già la sentenza definitiva.
Presidente: Signori non bisticciamoci, il discorso è molto più semplice. C’è qui un imputato, Pacciani, il quale dice di essere un bravissimo padre di famiglia ed un marito e un padre esemplare…
P.M.: Ohooo, grazie Presidente! Io non l’ho… Bravissimo. La ringrazio.
A.B.: Presidente ma stiamo discutendo di un’altra cosa
P.M.: Di reati attinenti la sfera sessuale
Presidente: Siccome qui è un processo in cui …
P.M.: Omicidi sessuali
Presidente: Per favore!
A.B.: Non sono omicidi sessuali
Presidente (fuori microfono): Questa priorità non funziona comunque, questa non funziona.
A.B.: Gli omicidi di un pazzo!
P.M.: Questo fa comodo ora dire che è un pazzo.
A.B.: Non fa comodo nulla
Presidente: Signori vi ho tolto il microfono state parlando fra di voi. Continuiamo.
A.B.: Io mi permetto, scusi signor Presidente…
Presidente: Io avvocato la capisco benissimo, poi tra l’altro siamo a disagio tutti, non creda, però processualmente, la valuteremo come la valuteremo ma oggettivamente…
P.M.: Il P.M. vuole…
Presidente: …E’ pertinente con questo processo.
A.B.: Questo è pertinente
P.M.: Poi la domanda l’ha fatta lei Presidente quindi non vedo come
Presidente: Io non è che ho fatto la domanda.
P.M.: No, ora, Presidente, ora scusi, lei stava ripetendo la domanda che ho fatto io e la signorina stava cercando…
Presidente: Io sto ripetendo, come ripeterò le domande dell’avvocato Fioravanti
P.M.: Bene, senz’altro.
Presidente: Degli avvocati di parte civile.
P.M.: Giustissimo.
Presidente: Cercando di aiutare la signorina che è a estremo disagio, poverina
P.M.: Ma è l’argomento, è lo stato di questa signorina che la mette a disagio non credo che nessuna persona non sarebbe a disagio.
Presidente: Diamine, certo.
P.M.: Quindi dobbiamo cercare di aiutarla non certo di…
Presidente: Ecco signorina, scusi eh… Ogni tanto vede che qui… Quindi il Pubblico Ministero le stava domandando se suo padre le faceva, vi faceva vedere questi giornali pornografici, puramente e semplicemente o se invece ve li faceva vedere… Ecco, allora, ve li faceva vedere puramente e semplicemente?
G.P.: Mhmm
Presidente: Lei ha già detto ve li faceva vedere, che ve li faceva vedere, allora, diciamo che ve li faceva vedere perchè voi faceste o cercaste di fare quelle cose che si vedevano effigiate?
G.P.: Si, alcune volte si.
Presidente: Alcune volte si.
P.M.: Signorina, ricorda se qualche volta tornando di notte suo padre le, in occasioni come queste cioè che pretendeva con violenza di far l’amore, era ubriaco?
G.P.: Si, è capitato.
P.M.: E se venivano sua madre e sua sorella le teneva lì con lei o le mandava via?
G.P.: Certe volte le mandava via.
Presidente: Certe volte le mandava via.

P.M.: Ricorda se in una di queste occasioni si occupò in maniera particolare di una parte del suo corpo? Il seno sinistro?
G.P.: Si una volta…
Presidente: Una volta.
P.M.: E cosa successe? Cosa successe in quell’occasione…
Presidente: Lasciamolo dire a lei. Cosa successe?
G.P.: Una volta lui…
Presidente: Si, si, dica pure.
G.P.:
Presidente: Ecco, cosa fece una volta? Lo dica tranquillamente.
G.P.: Lui…
A.B.: Si può dare atto a verbale di queste… Di questi momenti piuttosto lunghi…
P.M.: E’ registrato che bisogno…
Presidente: E’ videoregistrato avvocato
A.B.: I giudici…
P.M.: Che bisogno c’è?
Presidente: Più di così…
A.B.: Si, va bene, no, no. Va bè…
P.M.: I giudici sono presenti, è videoregistrato, si possono rivedere in ogni momento i futuri giudici che dovessero occuparsi di questo processo…
A.B.: Mi auguro di no.
P.M.: A qualsiasi titolo lo potrebbero anche rivedere
A.B.: Va be’, è un mio augurio.
Presidente: Non ipotecate il futuro signori.
G.P.: Ma posso rispondere?
Presidente: Certo che può rispondere signorina!
G.P.: Lui co… Cioè, lui con la bo… con…
Presidente: Una volta… Si…
G.P.: Mhmm
Presidente: Dica pure, dica tranquillamente.
G.P.: Cioè mi fece venire un livido ni’ seno…
Presidente: Nel seno quale?
G.P.: Seno sinistro.
Presidente: Nel seno sinistro. Le fece venire un livido nel seno sinistro.
P.M.: E la mattina dopo cos… Prego, prego…
G.P.: Si, la mattina dopo che ha… mhmm… Faceva come se un fosse successo niente.
P.M.: E cioè, come se un fosse successo niente nel senso che lo negava o si meravigliò lui?
G.P.:
P.M.: Le chiese: Cosa hai fatto? Chi t’ha fatto questo?
G.P.: Si, disse che cosa ci avevo fatto.
P.M: E lei cosa le rispose?
G.P.: Che era stato lui.
P.M: E lui cosa disse?
Presidente: Che era stato lui.
P.M.: E lui cosa disse?
G.P.:
Presidente: Cosa disse? A questa sua affermazione? Disse: “Sei stato te” e lui cosa disse?
G.P.:
P.M.: Riconobbe che era stato lui o si meravigliò e lo negò?
Presidente: E’, giriamola così.
G.P.: … Cioè un ci credeva che fosse…
Presidente: Non ci credeva… Che fosse stato lui o che lei avesse male?
P.M.: Era un livido Presidente, se non ho capito male, no? Quindi, aldilà del dolore c’era il livido. Si sta parlando di un livido.
Presidente: Si normalmente però uno non gira col seno fuori
P.M.: Non lo so. Normalmente no ma in un letto, in queste occasioni, può darsi che la ragazza non fosse con la camicina da notte.
G.P.: No, ci faceva spogliare, completamente.
Presidente: Ci faceva spogliare completamente.
P.M.: Ha visto è molto più semplice la verità.
A.B.: Non ha risposto alla domanda.
P.M.: Ora ci risponde, se non ci risponde glielo contestiamo.
Presidente: Ecco e allora ritorniamo alla domanda che le aveva fatto prima il Pubblico Ministero.
P.M.: Riconobbe che era stato lui o lo negò?
G.P.:
Presidente: Cioè l’autore di questo livido?
G.P.: Si ho capito.
Presidente: Cioè negò?
G.P.: Si lo negò.
Presidente: Lo negò. Ecco perchè dice -è così- allora non capivo bene. Negò di essere stato lui.
P.M.: E era, la notte, come ha detto lei, le sembrò che aveva bevuto, la mattina era sobrio? Almeno le sembrò…
G.P.: Si, si.

P.M.: Senta una cosa, il fatto che lui uscisse la notte era in particolari giorni della settimana…
Graziella Pacciani:
Presidente: Usciva così senza eh…
G.P.: Si, ho capito.
Presidente: O c’erano dei giorni in cui usciva abitualmente? Non so…
G.P.: Certe volte il sabato, la domenica, insomma il sabato più che altro.
P.M.: Certe volte o più spesso il sabato e la domenica?
P.M.: La notte eh?
Presidente: Il Pubblico Ministero dice: il sabato e la domenica usciva abitualmente…
G.P.: Si ho capito
P.M.: Qualche volt..
Presidente: Nulla di strano, il sabato e la domenica si esce tutti normalmente
P.M.: Il nostro imputato dice che lui lavora quindi è per questo la domanda, ci ha ventotto vitelli.
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): E’ la verità.
Presidente: Quindi abitualmente usciva il sabato e la domenica, usciva anche altre sere?
G.P.: No, no più che altro il sabato e la domenica.
Presidente: Più che altro il sabato e la domenica.
P.M.: Senta signorina, è capitato, qualche volta, una volta, che lei abbia avuto dei ritardi nel suo ciclo mensile?
G.P.: Si
A.B.: Mi oppongo alla domanda Presidente, non c’entra mica nulla…
P.M.: C’entra! C’entra. Faccio la domanda e poi… Le faccio tutte e due così…
Presidente: C’è un importanza specifica, se non ricordo male.
P.M.: Si. No, no, no non ricorda male Presidente. E è mai capitato?
G.P.: Si, si ebbi un ritardo di… insomma otto mesi… sei mesi non me lo ricordo.
Presidente: 6 mesi?
G.P.: Insomma 8 mesi
A.B.: 8 mesi?
P.M.: Mesi o giorni signorina?
G.P.: 8 mesi.
Presidente: 8 mesi.
P.M.: O giorni signorina?
G.P.: No mesi.
Presidente: Mesi.
P.M.: Bene, la portò a… andò… ebbe modo di andare da una ostetrica?
G.P.: Si, lui mi portò…
Presidente: Da un medico, da qualcheduno…
G.P.: Si mi portò da un’ostetrica che ci ha l’ambulatorio vicino alla dottoressa, che ci ha l’ambulatorio… mhmm… vicino…
P.M.: Dove? A Mercatale?
G.P.: Si a Mercatale.
Presidente: A Mercatale.
G.P.: Vicino dove c’è la dottoressa.
P.M.: E in merito a questo suo stato di apparente gravidanza cosa disse di dire all’ostetrica, oppure lei cosa disse?
Presidente: Questo ritardo, diciamo…
P.M.: Questo… bhè… sa, ha detto 8 mesi, quindi… per me…
Presidente: Bhe, gli 8 mesi possono essere stati…
P.M.: Certo, certo, ritardo, diciamo ritardo, benissimo.
G.P.: Lui mi di…
Presidente: Allora, dovremmo domandargli se quando ce lo portò, quanti mesi erano decorsi.
P.M.: Benissimo
Presidente: Quelli successivi
P.M.: Ci siamo capiti tutti è inutile che stiamo… Era per vedere se riuscivo a far capire cos’erano gli 8 mesi. Cosa disse all’ostetrica signorina? E se quello che disse gli era stato suggerito da qualcuno.
G.P.: No, prima lui mi disse che dovevo dirgli che ero stata con dei ragazzi però io quando andai… quando… Cioè entrai lì dentro… insomma a parlare con l’ostetrica…
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Zitto!
G.P.: Cioè gli dissi che non ero stata con nessuno, con nessun ragazzo.
P.M.: E cosa disse?
G.P.: Ecco, però non me la sentii di dirglielo che ero stata
Presidente: Che era stata con suo padre.
P.M.: E poi prese una strada quel fatto. Senta una cosa…
Presidente: Magari gli vogliamo domandare, per precisare
P.M.: Prego.
Presidente: Dopo quanto tempo dal ritardo la portò lì?
G.P.:
Presidente: Ha capito?
G.P.: Ho capito però…
Presidente: Da quanto tempo, dopo che le erano cessate le mestruazioni, lei fu portata da suo padre lì? Non dopo 8 mesi..
G.P.: No, un pò prima, ora non me lo ricordo.
Presidente: Ricorda dopo quanti mesi? Che lei aveva cessato il ciclo, la portò?
G.P.: No, di preciso…
Presidente: Uno, due, tre, quattro, cinque, non lo so.
G.P.:
Presidente: Grosso modo… Non ricorda. Non importa.
G.P.: No, di preciso non…
P.M: Senta signorina, lei ha detto che le è rimasto inpresso, abbiamo visto come, l’episodio che suo padre minacciò sua mamma di ammazzarla con il fucile, è mai successo un episodio simile con un coltello?
G.P.:
Presidente: Se cioè sua madre è stata minacciata oltre che con il fucile quella volta anche…
P.M.: No, no in un episodio diverso o nello stesso. Io chiedo se in episodi diversi.
Presidente: Lo ricorda?
G.P.: … No co’ il cortello ora non mi viene…
P.M.: Posso contestare alla signorina ciò che dice il 21 novembre del
A.B.: Posso sapere cosa ha detto prima? Prima di contestare? Col coltello…
Presidente: Sembra che abbia detto: “Col coltello no”, qualcosa del genere.
A.B.: Grazie
Presidente: E’ vero?
P.M: Non lo ricorda, oppure…
G.P.: Però una volta…
A.B.(fuori microfono): E’, per forza!
Presidente: Però una volta?
G.P.:
Presidente: Ecco, cosa successe una volta’ Ce lo racconti.
G.P.:
Presidente: Cosa successe una volta?
G.P.: … Lui gli tirò alla mamma… Una accetta.
Presidente: Lui tirò alla mamma una accetta.
P.M.: E non la prese?
G.P.: No ma…
P.M.: Ma?
G.P.: No, non la prese però… Perchè si scansò ma sennò…
Presidente: Perchè si scansò.
P.M.: Cos’era successo? Perchè gli tirò un’accetta? Abbiamo una sentenza che tirò, nel ’43, l’accetta al padre.
Presidente: Come mai ci fu questo gesto di suo padre? Perchè tirò l’accetta a sua madre? Questa accettata a sua madre? perchè? Questo vuole sapere.
G.P.: Si, ho capito.
Presidente: Quale era il motivo, insomma.
G.P.: Mha ora di preciso non lo…
Presidente: Non lo ricorda.
G.P.: E un’altra volta, cioè, lui gli tirò… cioè lui… insomma, lui, fece… Cioè una volta faceva…
Presidente: Si, si, dica pure.
G.P.: Cioè lui faceva… Cioè faceva del sapone in casa, fatto in casa, no?
Presidente: Il sapone col ranno, si.
G.P.: E la mamma gli doveva arreggere un co… mhmm …cioè lui lo mise tipo in un acquaio, ora un me lo ricordo di preciso…
Presidente: Si.
G.P.: E la mamma si vede…
Presidente: Il vascone.
G.P.: Si, in quel momento gli…
Presidente: Se lo lasciò scivolare?
G.P.: E lui…
Presidente: Ecco, lui che gli fece? Che le fece?
G.P.:
Avvocato Fioravanti (fuori microfono) :Zitto, zitto, Pietro, non ti fa’ vedere parlare.
G.P.: E lui gli tirò questo…
Presidente: Dica, dica.
G.P.:
Presidente: Gli tirò questo vascone in testa?
G.P.: No, no volevo dire un altro…
Presidente: Si.
P.M.: Non gli tirò il vascone
G.P.: Gli tirò un cortello, tipo quelli che si adopra per macellai, per taglia’ la carne.
Presidente: Un coltello da macellaio. Un coltello grosso.
G.P.: Mhmm.
P.M.: Ha mai minacciato sua mamma di sgozzarla con un coltello?
G.P.:
A.B.: Io Presidente mi oppongo a questo. Presidente mi scusi, siamo d’accordo che lei vuole andare fino in fondo…
Presidente: Certo avvocato!
A.B.: …alla personalità
P.M.: E noi abbiamo…
Presidente: Voglio andare fino in fondo, respingo la sua opposizione, come respingerei quella di chiunque altro, Pubblico Ministero compreso.
P.M.: Temiamo chi non vuole sapere la verità
Presidente: Per cui possiamo andare avanti.
P.M.: Grazie Presidente.
Presidente: Sono argomenti antipatici, certo.
P.M.: Antipaticissimi
Presidente: Ma il processo è anche questo. Prego.
P.M.: Grazie Presidente. Può rispondere signorina alla domanda? Lei ha già risposto, glielo ricordo, sempre il 21 novembre ’92, a una domanda specifica, anzi l’ha detto lei spontaneamente.
G.P.:
Presidente: Ci dica pure. Tanto siamo qui senza alcuna fretta nè impazienza.
G.P.:
P.M.: Signorina non è poi così difficile, o si o no eh…
G.P.:
Presidente: Dica pure tranquillamente signorina.
G.P.:
P.M.: Signorina, o un si o un no.
Presidente: Dica pure tranquillamente, noi recepiamo qualunque cosa lei ci dice, non c’è nessun problema.
P.M.: Io le chiedo se suo padre, ha mai puntato alla gola di sua madre un coltello con l’intento di sgozzarla
Presidente: O perlomeno con la minaccia
P.M.: Con la minaccia, chiedo scusa, con la mi… Ehee è vero, faccio ammenda.
Presidente: Minacciandola
P.M.: La signora è viva, per fortuna, non ha mai avuto ferite di quel tipo quindi era proprio una domanda
Presidente: Questa è la prova
P.M.: E’ qui con noi stamani, sarà sentita…
Presidente (fuori microfono): Speriamo.
P.M.: E’ un si o un no signorina?
G.P.:
P.M.: Come mai è titubante?
Presidente: Ricorda un episodio come questo o no?
G.P.:
Presidente: Se non lo ricorda dica non lo ricordo.
G.P.:
A.B.: Si può dare atto che il silenzio dura da dieci minuti, quasi?
P.M.: E’ registrato per dieci minuti.
A.B.: E’ registrato ma scritto non c’è
Avvocato Fioravanti: Non è registrato.
Presidente: Dura certamente da…
P.M.: Tre minuti
A.B.: Qualche minuto tutto
Presidente: Da qualche minuto sicuramente
P.M.: A me non fa che piacere far notare che dura da tanti minuti, si figuri se la cosa…
Presidente: Lasciamo i commenti, non perdiamo tempo nei commenti, per favore.
P.M.: Per me anche se aspettiamo mezz’ora va benissimo.
Presidente: Signorina
A.F. : (fuori microfono): Anche per noi va benissimo.
P.M.: Sennò glielo contestiamo e via!
Presidente: Sennò il Pubblico Ministero le legge la parte della sua deposizione che, credo, concerna questo episodio.
P.M.: E’ la stessa domanda messa all’affermativo Presidente, non ho altro, non ci sono altri particolari.
Presidente: Lo ricorda questo episodio, un episodio come questo, simile, o no? Che il suo babbo puntava alla gola di sua madre un coltello o qualcosa del genere
P.M.: O minaccia
Presidente: Minacciando: -Io ti sgozzo- o qualcosa del genere, io non so…
G.P.:
Presidente: Ricorda questo episodio? Lo ricorda?
G.P.: … mhmm sì.
Presidente: Sìì?
P.M.: Cos’era successo signorina?
Presidente: Ha mormorato sì.
P.M.: Bhe, non è un episodio semplice. Vediamo se riesce a spiegarci cosa successe
Presidente: Vediamo se lei, in brevissimo tempo, ce lo può raccontare.
G.P.:
Presidente: Cosa successe… Cosa ricorda…
G.P.: … Si una volta lui, cioè gli disse alla mamma se non ritornava a i’ su’ pos… insomma dov’era… dov’era naa… come si dice? Dov’era…
Presidente: Dov’era?
G.P.: Al suo posto. Come si dice? Ai suoi posti no?
P.M.: Dov’era nata signorina.
G.P.: Si, dov’era nata.
P.M.: Ai suoi luoghi d’origine.
Presidente: A casa. Se non ritornava a casa sua, insomma. Si levava di torno quindi…
G.P.: Si, l’avrebbe…
Presidente: L’avrebbe ammazzata? Sgozzata col coltello?
P.M.: Ce lo aveva in mano quando diceva questo?
G.P.:
Presidente: Ecco, era una semplice minaccia oppure… fisic… il coltello proprio in mano? Dice il Pubblico Ministero?
P.M.: O glielo puntò alla gola, era questa la domanda.
G.P.:
P.M.: E’ sempre un si o un no la prima risposta.
Presidente: Gli disse: Se non torni a casa tua…
G.P.: No eppoi, eppoi voleva fare il divorzio da lei.
Presidente: Voleva?
G.P.: Fare il divorzio da lei.
Presidente: Voleva fare il divorzio da lei. Ho capito. Pubblico Ministero…
P.M.: Ma l’episodio in cui venne fuori questo argomento avvenne con lui che aveva un coltello in mano vicino alla gola di sua madre?
Pietro Pacciani (fuori microfono): Unnè mica vero nulla…
P.M.: Se potessimo fermare un attimo questi click che la signorina è già in difficoltà.
Presidente: Signori, signori, eh? Con queste macchine e con questi motori, fermiamoci.
P.M.: Avevamo detto che non voleva essere fotografata e ci sonio…
Presidente: No, non stanno fotografando.
P.M.: Allora ho sentito male io.
Presidente: Per la verità non stanno fotografando.
P.M.: Ho sentito dei click di macchina fotografica.
Presidente: Attenzione eh? Che se poi mi accorgessi
P.M.: Ho sentito Presidente… Ho sentito dei click di macchina fotografica.
Presidente: Si ma non stanno fotografando. Se poi… E’ chiaro se io mi accorgo o vengo informato che qualcuno contravviene poi la pagano tutti eh..
P.M.: Le chiedo solo che se
Presidente: Quindi ciascuno sorvegli l’altro perchè poi paga il giusto per il peccatore.
P.M.: Date le difficoltà della ragazza se possiamo per un attimo sospendere
Presidente: Io non ho avuto motivo di lamentarmi fino ad adesso.
P.M.: Nemmeno io per la verità. Io chiedevo solo un po’ di silenzio.
Presidente: Ecco, quindi per favore ora sospendiamo anche tutto questo click, scatti e altre cose. Ecco, allora signorina, ritorniamo a questo discorso.

P.M.: Se mi consente per una volta faccio la contestazione, può darsi serva
Presidente: Forse è meglio.
A.B.: Quale verbale scusi?
P.M.: E’ il verbale del 21 novembre ’92. La signorina dice: “Una volta…”
A.B.: Un momento Presidente, io mi oppongo perchè questo verbale è… questo verbale è nullo ai sensi dell’articolo
P.M.: 21 novembre ’92, Polizia giudiziaria
A.B.: Esattamente ai sensi dell’articolo 199 codice di procedura penale, perchè la signorina non è stata avvertita che era figlia o parente del…
P.M.: Era stata avvertita in precedenza.
A.B.: Non vuol dire, ogni volta deve essere avvertita. E quindi questo verbale è nullo.
P.M.: Dice: “A ulteriore precisazione di quanto riferito nei precedenti verbali…”
A.B.: Non mi interessa, non mi interessa, ogni qualvolta deve esser fatto, deve essere avvertita della facoltà di non rispondere e mi sembra strano che addirittura per ben tre volte: 21/11/92, 29/10/92, 5/11/92 la signorina non è stata avvertita e quindi questo vale sia per il P.M. …
P.M.: No, no il P.M. l’ha avvertita, chiedo scusa
A.B.: Non l’ha avvertita, legga bene! Non l’ha avvertita.
P.M.: “Intendo rendere sommarie informazioni anche se esse riguardano mio padre”
A.B.: E che vuol dire? L’avvertimento è una cosa diversa. Ben precisa lo dice il 199.
P.M.: Siii può essere indiretta.
A.B.: Nooo è indiretta come la testimonianza indiretta
P.M.: No, no, no.
Presidente: Pubblico Ministero ci vuole riepilogare per cortesia il succedersi temporale dei…
P.M.: Allora, la prima volta in cui viene avvertita della facoltà, sia pure in modo indiretto, “Intendo rendere sommarie… sono figlia di Pacciani Pietro” questo è l’ambito, quindi gli si chiede se è figlia, “e” c’è un e “intendo rendere sommarie informazioni anche se esse riguardano mio padre” dopo questa, che è del 19 maggio ’92, ce ne sono moltissime, quella di cui sto parlando, di cui chiedo contestazione è 21 novembre ’92, quindi successiva.
A.B.: Presidente mi scusi, la lettera della legge è ben precisa, ecco mi pare che il 199 dice: “Facoltà di astensione dei prossimi congiunti eccetera, il giudice a pena di nullità avvisa le persone predette della facoltà di astenersi chiedendo loro se intendono avvalersene”, questa locuzione non esiste, non esiste neppure nel verbale del Pubblico Ministero, nè tanto meno esiste nel verbale di Polizia giudiziaria.
P.M.: Io vorrei prima far vedere i verbali così loro…
A.B.: Un momento, ho finito, ho finito!
Presidente: Un momento lasciamo parlare l’avvocato Bevacqua
A.B.: Un minuto. Non solo ma la giurisprudenza della Corte Suprema di Cassazione ha ritenuto che tale obbligo vale anche per la Polizia giudiziaria. Punto e basta.
Presidente: Ecco, quindi lei solleva formale eccezione
A.B.: Nullità dei verbali.
Presidente: Su questo punto noi, quindi nullità dei verbali
A.B.: Quindi la non utilizzabilità neppure ai fini della contestazione.
Presidente: Ne per la contestazione ne per tutte… Va bene, Pubblico Ministero però lei ci dovrebbe fornire questi verbali
P.M.: Sono qua.
Presidente: A questo punto… Nessuno deve dire altro su questa questione?
P.M.: Sono in ordine cronologico, questo è il primo, questi sono i successivi.
Presidente: Bene, la Corte si ritira.
[Pausa]
Presidente: Si da lettura della seguente ordinanza. La Corte provvedendo sulla opposizione difensiva avverso alla contestazione a Graziella Pacciani delle dichiarazioni da lei rese al Pubblico Ministero e alla Polizia giudiziaria, atteso che dal verbale delle dichiarazioni in data 19 maggio ’92 al Pubblico Ministero risulta solo che la teste si limitò a dichiarare che intendeva rendere dichiarazioni a lei richieste pur se riguardavano il padre ma non risulta in alcun modo che costei fu avvertita che aveva il diritto di astenersi dal rendere dichiarazioni secondo regola tassativa dell’articolo 199 comma terzo, codice procedura penale, che oltretutto tale avvertimento secondo l’insegnamento della Suprema Corte sezione sesta, 12/5/86 deve essere esplicito ed univoco pur non richiedendo formule sacramentali e in presenza di espressa eccezione su tale aspetto, come oggi formulata dalla difesa, la Corte deve dichiarare che la contestazione alla Pacciani delle dichiarazioni rese al Pubblico Ministero o alla Polizia giudiziaria non può essere effettuata a cagione del vizio di nullità che investe i verbali menzionati, per questi motivi dichiara la nullità dei verbali indicati in narrativa e pertanto la loro inutilizzabilità ai fini delle contestazioni. Bene, alleghiamole al verbale, Pubblico Ministero le ridò i verbali e richiamiamo Graziella Pacciani per continuare l’esame.
Presidente: Ecco signorina si accomodi di nuovo, stia attenta ai fili. Si accomodi pure, benissimo. Bene, signori silenzio. Allora prego Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie Presidente.
Presidente: Proseguiamo l’esame.
P.M.: Signorina lei ci ha parlato di quello che avveniva in casa, è mai uscita, lei e sua sorella, con suo padre nei boschi? Per scampagnate, per altri motivi?
Graziella Pacciani: E… si.
P.M.: Dove vi portava?
G.P.: Mhmm… Si quando c’era le feste, per esempio a Spedaletto, a Chiesanuova, insomma a Tavarnelle, a San Casciano…
P.M.: Vi ha mai portato fuori di casa a fare l’amore?
G.P.: Si. Specialmente nei boschi.
P.M.: Specialmente scusi?
G.P.: Nei boschi.
Presidente: Specialmente nei boschi.
P.M.: Di giorno o anche in ore buie?
G.P.:
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Zitto Pietro, zitto.
G.P.:… Anche di notte. Anche di notte.
Presidente: Anche di notte.
P.M.: Vi portava entrambe o ha portato, per quel che ne sa, solo lei?
G.P.:… Certe volte tutte e due insieme e invece…
P.M.: A volte anche da sola? Ricorda i posti dove vi portava?
G.P.:
Presidente: Ricorda?
P.M.: Vi ha mai portato a Scopeti? Una località, se lei sa che esiste una località che si chiama Scopeti.
G.P.:… mhmm…
Presidente: Conosce Scopeti o la strada degli Scopeti?
P.M: Sant’Andrea in Percussina
G.P.: Si mi sembra, si per andare a trovare gli Hare Krishna
P.M: Vicino agli Hare Krishna
Presidente: Dagli hare Krishna, si, esatto.
P.M.: Una piazzola vicino agli Hare Krishna? Di fronte? Prima, dopo…
G.P.:
Presidente: In prossimità, diciamo… Una piazzola in prossimità di questa villa degli Hare Krishna, lo ricorda?
G.P.:
P.M.: Si o no signorina?
Presidente: Si ci vuole un pò di pazienza.
P.M.: Ci vuole un pò di tempo però visto che un si o no…
Presidente: Fa sempre così, quindi, dico, se lo ricorda? Di essere andata, se si o se no…
G.P.:
Presidente: In una piazzola lungo questa strada vicino alla villa degli Hare Krishna, si o no? Se lo ricorda.
G.P.:
P.M.: Lei ci ha detto agli Hare Krishna quindi evidentemente ha capito… L’ha detto lei, signorina, Hare Krishna.
G.P.:
Presidente: Ce lo dica, senza problemi anche se sono ricordi sgradevoli naturalmente, terribili… Però lei cerchi di dirci qualcosa o si o no.
G.P.:
Presidente: Ricorda questa circostanza signorina?
G.P.:… Si, si.
P.M.: Senta signorina era una piazzola a lato della strada?
G.P.:
P.M.: Lei ha detto vicino agli Hare Krishna. Se lo ricorda. Lei ha detto erano boschi. Ora ci dice hare Krisha. Scopeti…
G.P.:
P.M.: Ci si andava con la macchina? Facciamo così signorina, voi andavate con la macchina?
Presidente: Arrivava in macchina vicino agli Hare Krishna in questo luogo dove la portava suo padre? O scendevate? Ecco, tanto per…
G.P.:
Presidente: Cerchi, appunto, se ce lo può dire, se lo ricorda…
G.P.:
Presidente: Se poi non lo vuol dire io non è che lei è obbligato a dirlo, insomma… Alla fine…
Non possiamo costringerla a ricordare, però se lei lo ricorda ce lo dica. Se cioè suo padre la portava fin lì in macchina, arrivavate sul posto in macchina o dovevate lasciare la macchina e poi proseguire a piedi… Questo le chiede il pubblico Ministero
G.P.:…Ho capito.
Presidente: Lo ricorda?
G.P.:
Presidente: Non se lo ricorda.
G.P.:… Cioè si ci portava con la macchina, ci portava con la macchina.
Presidente: Quindi fin lì con la macchina.
P.M.: L’amore lo facevate in macchina o vi faceva scendere?
G.P.:...
Presidente: Fra le cose che dovevate fare o doveva fare lei con suo padre o dovevate fare, le facevate in macchina o vi faceva scendere?
G.P.:… Certe volte in macchina, cioè ci toccava, ci…
Presidente: Vi toccava, si, insomma…
P.M.: Facevate anche l’amore?
G.P.: Ma non per…
Presidente: Ma non per?
Presidente: Guardi, lei cosa sta facendo con quella telecamera? La punti da un’altra parte. Dico a lei, si, non sta prendendo, però la punti da un’altra parte. Bravo. Lo stesso voi signori laggiù. Ecco.
Presidente: Senta signorina, quindi, ci dica un pochino.
G.P.:
Presidente: Vi toccava? Qualunque cosa facesse la faceva in macchina o anche fuori? Fuori dalla macchina, cioè vi faceva scendere?
G.P.:
Presidente: Provi a dircelo.
G.P.:
Presidente: Capisco lei si agita, me ne rendo conto ma…
G.P.:
Presidente: Non è in grado di rispondere
G.P.:
Presidente: Signor Pubblico Ministero non mi pare che sia in grado di rispondere
P.M.: Facciamo un’altra domanda.
Presidente: E’ agitata, agita le gambe…
P.M.: Proveremo nel caso… io mi riservo di interrogarla ancora dopo che abbiamo parlato degli esiti delle perquisizioni, proveremo quella volta lì. Però ho ancora qualche domanda.
Presidente: Va bene.
P.M: Signorina, rimanendo a questo argomento che capisco con evidenza che per lei è difficile da ricordare, ricorda se quando andavate lì in macchina, questo ce lo ha già detto, a volte in due a volte da sola, una delle due era costretta a uscire e lui rimaneva solo? Questo è mai successo?
A.B.: La domanda precisa
P.M.: E’ mai successo che quando eravate in macchina, arrivati in quella piazzola di cui ci ha già parlato, le volte in cui andavate in due una delle due fosse costretta o invitata a uscire? Si o no. Più domanda di così…
Graziella Pacciani: … mhmm
P.M.: O stavate tutti e tre signorina?
G.M.:
Presidente: Ha capito la domanda?
G.M.: Ho capito, ho capito.
Presidente: Certo.
P.M.: Ha capito benissimo è la difficoltà del dirlo Presidente. L’abbiamo già messo in evidenza…
Presidente: Sto cercando di…
P.M.: Se ci riusciamo…
G.M.: Certe volte lui… Cioè non proprio in quella piazzola, insomma…
Presidente: Si, in genere…
G.M.: Si, insomma, lui ci obbligava…
Presidente: Pubblico Ministero diceva: stavate insieme tutti e tre oppure una era obbligata a uscire? O invitata a uscire…
G.M.:… No, certe volte lui ci obbligava… Cioè… Mhmm
Presidente: Ci obbligava a stare tutte e due insieme? Oppure una a uscire?
G.M.: No quando ci portava nei boschi… ci…
Presidente: Cosa faceva?
G.M.:
Presidente: Quando vi portava nel bosco, ci?
G.M.:… Per esempio, co’ una, co’ una faceva rapporti e una ci obbligava a… Un mi viene…
P.M.: Forse a fare da palo?
G.M.:… A st… A..
Presidente: A vigilare a che cosa…
A.B.: 899 numero 3 codice di procedura penale.
Presidente: A partecipare anche lei o no?
G.M.: No.
Presidente: No, ecco! Non a partecipare. Con una aveva i rapporti…
G.M.: Faceva in modo che non venisse nessuno.
Presidente: A vedere che non venisse nessuno.
P.M.: Non è forse fare da palo?
Presidente: Va be’, però, naturalmente…
P.M.: Senta una cosa signorina, in quella piazzola o in quelle piazzole nei boschi è mai capitato che ci fossero, per lo stesso motivo, o per altri motivi, altre coppie in macchina?
G.M.: No… mhmm
Presidente: In genere eravate soli, allora.
G.M.: Si.
Presidente: Non c’erano altre macchine con altre coppie.
G.M.: Quando ci porta…
Presidente: Quando vi portava
G.M.: No.
Presidente: Dice di no. Che erano sempre soli.
P.M.: Senta e allora cosa dovevate vigilare, cosa vi diceva di vigliare?
Presidente: Bhe, lo ha già detto prima per la verità.
P.M.: Si io ho capito vigilare non so a vigilare da che cosa?
Presidente: Che non arrivassero altri.
P.M.: Ah, ecco, non avevo capito, chiedo scusa.
Presidente: Vero? Non vorrei avere…
G.M.: Si, si.
Presidente: Si.
P.M.: Non avevo capito.
Presidente: No, me lo conferma perchè avrei potuto…
P.M.: Si, si. Ho capito male io.
Presidente: …Dire una cosa non vera… Io sono quello più in grado di… con la Corte naturalmente.
P.M.: Vi ha mai detto perchè, dato che facevate quelle cose, l’amore in casa, vi portava anche nei boschi? Lei glielo ha mai chiesto?
G.M.: Scusi, non ho capito la…
P.M.: Lei ci ha detto fin’ora che aveva rapporti con voi in casa, nei modi che ci ha detto e che vi costringeva, nei modi che ci ha detto, a andare anche nei boschi in macchina. Lui le ha mai detto perchè andavate anche nei boschi dato che avevate la disponibilità della casa? Prima domanda. Seconda, gliel’ha mai chiesto?
Presidente: Aspetti, aspetti, una per volta sennò…
P.M.: Una alla volta.
Presidente: Allora dice il Pubblico Ministero poichè voi avevate la possibilità di fare quelle cose, o lui aveva la possibilità di fare quelle cose con voi, avere rapporti con voi in casa, senza alcun disturbo, come mai vi portava nei boschi? Anche nei boschi?
G.M.:
Presidente: C’è una spiegazione? Un qualcosa, un perchè di questo?
G.M.:
Presidente: Usciva così senza eh…
G.M.: Si, ho capito.
Presidente: O c’erano dei giorni in cui usciva abitualmente? Non so…
G.M.: Certe volte il sabato, la domenica, insomma il sabato più che altro.
P.M.: Certe volte o più spesso il sabato e la domenica?
G.M.: ...
Presidente: Se lei lo sa… C’è un motivo?
G.M.: No ora non mi viene.
Presidente: Non lo sa, non lo sa.
P.M.: Gliel’ha mai chiesto?
Presidente: Glielo ha mai chiesto perchè?
P.M.: Lei o sua sorella…
Presidente: Glielo avete mai chiesto? Perchè ci porti nei boschi… e via dicendo… a fare queste cose… ecco, così. Domanda tipo questa.
G.M.:
Presidente: Glielo avete mai chiesto?
G.M.: No.
Presidente: No. No.
P.M.: Presidente io..
Presidente: Fa cenno di no col capo…
P.M.: Per noi è no.
Presidente: La Corte ne è testimone.
P.M.: Presidente io con la riserva che ho detto di risentire la signorina dopo che avrò mostrato e parlato del… tramite Polizia giudiziaria, dei contenuti delle perquisizioni, in questo momento non ho altre domande.
Presidente: Quindi in un secondo momento per oggi no.
P.M.: Per oggi no.
Presidente: Per oggi no. Allora passiamo alle domande… ecco, è l’avvocato Colao, l’avvocato di parte… stia tranquilla… che vuole fare una domanda. Prego avvocato.
Avvocato Colao: Signorina Pacciani accetta una domanda? Le vorrei fare una domanda, mi risponde?
Presidente: Si avvocato, l’ha detto, poverina… lei cerca…
A.C.: Vorrei sapere una cosa, lei ha detto che lui tornava la notte e a volte la svegliava per fare quelle cose. Se non l’avesse svegliata lei si sarebbe accorta che lui rientrava o no perchè dormiva insieme alla mamma e alla sua sorella?
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Aspetta fammi sentire.
Graziella Pacciani:
A.C.: Ha capito la mia domanda?
G.P.: Si.
A.C.: Se ne sarebbe accorta se non l’avesse svegliata che lui rientrava a casa? La notte?
G.P.: Certe volte quando tornava lui… cioè non… noi… cioè noi si dorm… si dormiva, non….
A.C.: Bene grazie. Voglio sapere questo. Cioè volevo sapere questo. poi un’altra cosa mi scusi, lei ha mai fatto da infermiera a lui fasciandogli le ferite che si produceva… sui bracci… Si ricorda questo?
G.P.: Si. Mhmm…
A.C.: Siii?
G.P.: Si.
Avvocato Fioravanti (fuori microfono): Zitto Pietro, zitto!
G.P.: Una volta quando lui…
A.C.: Una volta quando?
G.P.:
A.C.: Si era fatto male?
G.P.:
A.C.: Ecco, mi vuol rispondere con precisione prego? Si era fatto male al braccio…
A.B.: Non può suggerire la risposta perchè lei è dalla stessa parte del Pubblico Ministero!
Presidente: Si era fatto male?
A.B.: Ecco, quindi, io posso fare il controesame lei no.
Presidente: Si era fatto male suo padre?
A.B.: E’ una novità.
G.P.: Si tornava
Presidente: A una mano?
G.P.: No ogni tanto veniva a casa…
Presidente: Silenzio.
G.P.: Tornava a casa… cioè… ferito al braccio o alle mani…
Presidente: Dei graffi? Si, insomma, roba che può capitare in campagna, no?
G.P.: Ci obbligava a fasciarli
Presidente: Ci obbligava a fasciarli.
G.P.: A medicarlo…
Presidente: A medicarlo. E a fasciarlo.
G.P.: Si.
A.C.: Grazie. Le faccio un’ultima domanda. Scusi, il babbo, cioè lui, quando faceva l’amore con voi, alle volte, usava un membro di gomma? E’ una domanda un pò scabrosa ma se lei è venuta qui, naturalmente può rispondere… Se crede.
G.P.: Si lo…
Presidente: Si.
G.P.: Si.
Presidente: Lo usava spesso?
A.C.: Si lo usava spesso…
G.P.: Con noi si. Si lo usava.
A.C.: Con voi o anche su di lui?
G.P.: … Anche su di lui.
Presidente: Anche su di lui, avvocato.
A.C.: Signorina grazie.
Avvocato Pellegrini: Signorina io sono un avvocato che difende gli interessi di una famiglia a cui è stata uccisa una figlia.
Presidente: Avvocato, saltiamo le premesse.
A.P.: No, no è soltanto per presentarmi.
Presidente: Sappiamo chi è lei e cosa rappresenta qui. La domanda…
A.P.: Lei lo sa ma la signorina Pacciani non lo sa, quindi mi pare giusto che io mi presenti e mi qualifichi, vista la difficoltà di comunicazione con questa testimone.
Presidente: Questa non la agevola di sicuro. Ora faccia la domanda.
A.B.: Bhe, insomma, ognuno lo valuta a modo suo. Allora signorina, ritorn… lei ha detto, durante l’esame precedente, di aver visto una pistola nella vettura di suo padre, si ricorda, più o meno, quanti anni lei aveva quando ha visto questo oggetto?
G.P.:
A.P.: Era una bambina piccola, una ragazzina…
G.P.:
Presidente: E’ avvenuto molto tempo fa? Diciamo, avvocato…
G.P.: Si l’ho capita la domanda. …Mha, ora l’eta non me la ricordo, però era… Molto tempo fa.
Presidente: E molto tempo fa e l’età non me la ricordo.
A.P.: Lei è nata nel ’67.
G.P.: Si.
A.P.: 1980, ’81, ’82…
G.P.:
A.P.: Molto prima che andasse via di casa?
Presidente (fuori microfono): Difficile…
G.P.: Quando si stava ancora…
Presidente (fuori microfono): Ecco!
G.P.: Quando si stava mhmm… Quando… mhmm…
A.P.: Non si preoccupi.
G.P.: Me la potrebbe ripetere? Scusi…
Presidente: Prego?
G.P.: Me la potrebbe…
Presidente: Rifare?
A.P.: Come?
Presidente: Cioè, quando lei vedeva questa pistola, ricorda grosso modo dove abitavate in quel periodo?
G.P.: Si abitava a Mercatale.
Presidente: A Mercatale.
A.P.: Se lei vedesse una pistola uguale sarebbe in grado di riconoscerla?
Presidente: Sarebbe in grado di riconoscer… perlomeno…
A.P.: Individuarla, grosso modo…
Presidente: Di dire…
G.P.: Penso di si, penso.
Presidente: Penso di si.
A.P.: Bene, non ho altre domande alla teste.
Presidente: Altro?

Presidente: No. Benissimo.
Presidente: Bene, buona sera. Allora riprendiamo l’udienza, chi chiamiamo signor Pubblico Ministero?
P.M.: Chiamiamo Pacciani Rosanna Presidente.
Presidente: Pacciani Rosanna. Si accomodi signorina, buonasera. Si accomodi lì prego. Ecco, rivolta verso di me. Facciamola sedere per bene. Ecco, stia pure comoda. Vuole leggere per cortesia quella dichiarazione? Quella formula?
Rosanna Pacciani: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è la mia coscienza.



Presidente: Ecco, però lei essendo figlia dell’imputato può, se vuole, la legge gliene accorda la facoltà, astenersi dal deporre, cioè può non deporre, naturalmente se depone, come dice la formula, deve dire la verità. Preferi… Preferi… Vuole deporre o vuole astenersi dal deporre?
R.P.: Deporre.
Presidente: Deporre vuol dire rispondere alle domande che le facciamo.
R.P.: Si.
Presidente: Vuole rispondere?
R.P.: Si.
Presidente: Bene e allora risponda per cortesia alle domande che le fa ora…
P.M.: Non so se le telecamere Presidente
Presidente: Oh, dunque le telecamere le vuole essere…
R.P.: No.
Presidente:… ripresa o no?
R.P.: No.
Presidente: Allora signori fotografi e cineoperatori inquadrate altri ma non la signorina. D’accordo? Bene. Ecco, a questo punto il Pubblico Ministero le fa alcune domande, poi anche le altre parti. Prego signor Pubblico Ministero.
P.M.: Signorina lei è la figlia di Pietro Pacciani?
R.P.: Si.
P.M.: La figlia maggiore o la minore?
R.P.: Maggiore.
P.M.: Quanti anni ha signorina?
R.P.: 28 e mezzo.
P.M.: Ha un lavoro? Lavora lei?
R.P.: No, non lavoro.
P.M.: Ha lavorato?
R.P.: Ho lavorato, si.
P.M.: Che lavoro faceva?
R.P.: Collaboratrice domestica in una famiglia Firenze poi ho lavorato a Decimo qualche mese al… Al ricovero.
P.M.: E ora ha smesso.
R.P.: E ora si, sono a casa.
P.M.: Da quanto tempo ha smesso?
R.P.: Sarà quasi un ann… quasi un anno.
P.M.: Quasi un anno. E come vive? Con sua sorella, con sua mamma…
R.P.: Vivo da sola, la mi’ sorella, con la mi’ sorella ma la mi’ sorella lavora tutta la settimana fuori a Firenze e torna il sabato e la domenica.
P.M.: Lei ha una pensione?
R.P.: Mhmm. No.
P.M.: Quindi si aiuta con sua sorella?
R.P.: Si.
P.M.: O sua sorella aiuta lei.
R.P.: Mia sorella aiuta me.
P.M.: C’è un motivo particolare per cui in questo periodo lei non lavora?
R.P.: Un po’ perché non ho voglia io poi non lo trovo.
P.M.: Ho capito. Senta, fin quando lei ha vissuto con sua madre e suo padre?
R.P.: Sino al millenovecento….
P.M.: Aldilà dell’anno se…
R.P.: ’88, ’89.
P.M.: Fino all’88, ’89 e in quegli anni lei è andata a stare con sua sorella?
R.P.: Dopo si.
P.M.: Senta una cosa, i rapporti con suo padre come sono stati finché siete stati insieme?
R.P.: Brutti.
P.M.: Ce lo vuole spiegare perché brutti?
R.P.: Ma perché ci… Ci ha violentato per…. Per otto o nove anni
P.M.: Vi ha violentato?
R.P.: Si.
P.M.: Vuole spiegare?
R.P.:
Presidente: Cosa vuol dire… Ecco, spieghi con parole povere, con parole sue, cosa…
R.P.: Che ci mandava a le… Ci chiamava a letto tutte e due o solo io…
P.M.: Chiedeva di fare all’amore con lui?
R.P.: Si.
P.M.: Lo pretendeva, vi minacciava se non lo facevate?
R.P.: Si, mi, minacciava anche qualche volta, se nn…
P.M.: In che modo?
R.P.: Ci dava le spinte, ci brontolava.
P.M.: L’ha mai picchiata?
R.P.: No per questo no.
P.M.: La prima volta che è successo questo quand’è stato?
R.P.: Sui nove, dieci anni.
P.M.: Nove, dieci anni fa o quando lei aveva nove, dieci anni.
R.P.: Quando io avevo nove, dieci anni.
P.M.: E poi è continuato per tutti gli anni che ha detto lei?
R.P.: Si finchè poi non l’abbiamo denunciato.
P.M.: Senta una cosa e sua mamma di questo fatto era a conoscenza?
R.P.: Si lo sapeva e glielo diceva anche però lui non voleva… La brontolava e non voleva che si intromettesse.
P.M.: Quando succedevano questi rapporti era presente sua mamma? O la mandava via?
R.P.: La mandava via.
P.M.: Lei… Sua sorella era presente a volte o era sempre…
R.P.: A volte si la maggior parte di volte no.
P.M.: Nel senso che era presente e stava a vedere o ve lo faceva fare insieme?
R.P.: Insieme.
P.M.: In casa avveniva questo?
R.P.: In casa o fuori…
P.M.: In casa dove e quando?
R.P.: Quando si stava a Monte, a Montefiridolfi, anche a Mercatale.
P.M.: In camera da letto?
R.P.: Si in camera, si.
P.M.: Di giorno, di notte?
R.P.: Si, di, di notte.
P.M.: Ma…
R.P.: Ma a volte, qualche volta anche di giorno però.
P.M.: Come avveniva? Voi lo capivate o ve lo diceva espressamente? Vi svegliava se dormivate?
R.P.: No prima di dormire.
P.M.: Di notte è mai capitato che vi sveglias… Che la svegliasse?
R.P.: No.
P.M.: Lei no. Sua sorella?
R.P.: Penso di no.
P.M.: Lei… Sua sorella ci ha detto il contrario. Non è mai capitato… Lei dormiva con sua sorella?
R.P.: Si dormivo con la mi’ sorella a volte con la mi’ mamma, insomma, quan… quando lui chiamava la mi’ sorella di là…
P.M.: Ecco, era lui praticamente che diceva chi doveva andare da lui.
R.P.: Si.
P.M.: In camera da letto, chiamiamola matrimoniale, insomma…
R.P.: Si.
P.M.: Decideva chi di voi tre, a questo punto, doveva andare a dormire con lui?
R.P.: Si.
P.M.: Sera per sera decideva?
R.P.: Quasi sempre.
P.M.: Si, dico, ma
R.P.: Si, sera per sera.
P.M.: Diceva stasera vieni te, stasera vieni te, e le altre due, madre e figlia, dormivano in un’altra stanza.
R.P.: Si.
P.M.: Lei ha detto, se non ho capito male, che a volte anche fuori casa?
R.P.: Si anche fuori casa.
P.M.: Cioè? Cosa vuol dire fuori casa? La portava a far l’amore con lui, ad aver rapporti con lui fuori casa eh?
R.P.: Si.
P.M.: Ci vuol spiegare?
R.P.: Fuori ca… Una volta, un par di volte con me in cant… In canti… Non so se era una cantina, capanna, insomma…
Presidente: Una capanna.
R.P.: Si.
P.M.: Sa dove?
R.P.: Quando s’ era a Monte a Montefiridolfi.
P.M.: In macchina è mai successo?
R.P.: In macchina?
P.M.: Sii?
R.P.: Qualche volta.
P.M.: Anche in macchina. E’ mai capitato
R.P.: Anche a… a… quando s’andava nei boschi.
P.M.: E nei boschi cosa succedeva? In macchina o vi faceva scendere?
R.P.: No, no. Faceva scendere.
P.M.: E a volte anche in macchina?
R.P.: No, con me quando faceva… ci scendeva.
P.M.: E’ mai capitato che facesse scendere lei dalla macchina e rimanesse lui con sua sorella?
R.P.:
P.M.: Se lo ricorda e se è successo.
R.P.: Mi sembra di no.
P.M.: Le sembra di no. E lei dice nei boschi, ci vuol spiegare come?
R.P.:
P.M.: Vi faceva scendere, vi portava entrambe o una alla volta nel bosco?
R.P.: … mhmmm… Una alla volta.
P.M.: Una alla volta. E l’altra restava in macchina o la lasciava a casa?
R.P.: A casa.
P.M.: Lei conosce le zone intorno a Mercatale? Lei conosce dov’è Scopeti?
R.P.: Si.
P.M.: Dove sono gli Hare Krishna?
R.P.: Si.
P.M.: E’ mai capitato di andare lì con suo padre?
R.P.: Dagli Hare Krishna si, spesso. S’andava la domenica spesso.
P.M.: E nelle strade, nei boschi lì vicino?
R.P.: No.
P.M.: Lei mai.
R.P.: No.
P.M.: E’ mai capitato che quando eravate insieme con suo padre, per questo motivo, lui si mettesse a guardare altre coppiette? O altre auto, auto dove c’erano coppie?
R.P.: … Guardava qualche volta, si, quando c’era questi ragazzini che si baciavano, insomma…
P.M.: Aveva un cannocchiale un binocolo?
R.P.: Si ci aveva, si portava in macchina un cannocchiale.
P.M.: Lei l’ha mai visto se con il cannocchiale lo usava per guardare meglio?
R.P.: Mhmmm non me lo ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda. Senta una cosa, ha mai ricevuto minacce, lei da suo padre, con un coltello o con un fucile? Minacce eh, intendo.
R.P.: No.
P.M.: Ha mai visto se con un coltello…
R.P.: Si alla mi’ mamma.
P.M.: Alla sua mamma. Come mai?
R.P.: Con il fucile la voleva ammazzare quando si stava a Montefiridolfi.
P.M.: Come mai?
R.P.: La minacciò.
P.M.: Come mai?
R.P.: Ma, mhmmm così perché era geloso, non so.
P.M.: Geloso di cosa?
R.P.: Era geloso che lei andasse con gli uomini.
P.M.: Perché sua mamma andava con altri uomini?
R.P.: No, non ci andava ma era geloso, lui si metteva in testa queste cose.
P.M.: E come la minacciò? Cosa gli disse?
R.P.:
P.M.: Aveva il fucile in mano?
R.P.: Si col fucile in salotto e lei era fuo… fuo… fuori e gli puntava il fucile.
P.M.: E sua mamma come reagì?
R.P.: Male.
P.M.: Accondiscese a ciò che voleva lui?
R.P.: Come?
P.M.: O prese e se ne andò?
R.P.: No, no.
P.M.: Stette buona e calma e fece quello che lui voleva?
R.P.: Bhe fece quello che lui voleva… Insomma… Lei l’era, l’era… lì fuori e non so cosa si stava facendo…
P.M.: Gli disse t’ammazzo se…
Avvocato Bevacqua: Signor Presidente
P.M.: L’ha detto la signorina “t’ammazzo”.
A.B.: E non l’ha detto.
P.M.: Bene
A.B.: Faccia le domande su fatti specifici, abbia pazienza, scusi eh…
P.M.: Allora ha detto che minacciò d’ammazzarla?
R.P.: Si.
P.M.: Ohooo, ha visto?
A.B.: E’ un’altra cosa, un po’ diverso. Facciamoglielo dire a lei.
P.M.: Senta una cosa lei questo fucile ce l’ha presente?
R.P.: Mha, ce n’aveva diver… due, non so se uno era a due canne, che gli puntò non mi ricordo quale era.
P.M.: Lei questi fucili li ricorda entrambi in casa?
R.P.: No, no non me li ricordo.
Presidente: Uno aveva due canne?
R.P.: So che uno aveva due canne
P.M.: Uno aveva due canne. Sa che fine ha fatto questo fucile? E’ ancora in casa?
R.P.: No non sono in casa, non lo so che fine abbin fatto. Se le dava a i su’ cugino, non lo so.
P.M.: Sa se col fucile andava a caccia suo padre?
R.P.: Quando era a Montefiridolfi si, andava a caccia.
P.M.: Di giorno, di notte?
R.P.: Di notte, dopo cena.
P.M.: E tornava con selvaggina?
R.P.: Si.
P.M.: Cosa portava?
R.P.: Fagiani.
P.M.: Usciva dopo cena per andare a caccia?
R.P.: Si.
P.M.: Usciva vestito da caccia o usciva vestito normalmente?
R.P.: No vestito normale.
P.M.: Usciva vestito normale. Ha mai visto se suo padre imbalsamava animali?
R.P.: Si ha imbalsamato una… Come si chiama?
P.M.: Un animale del bosco?
R.P.: Si.
P.M.: E’ un animale raro? Lo ricorda?
R.P.: no, no unn’era…
P.M.: Lei era presente o… Era in casa quando faceva questa operazione di imbalsamazione?
R.P.: Si.
P.M.: Sua sorella ci ha detto che la carne di quell’animale ve lo dette da mangiare, è vero?
R.P.: Può darsi.
P.M.: Lei non lo ricorda?
R.P.: Di quell’animale non me lo ricordo ma può darsi.
P.M.: Senta aveva un cane suo padre?
R.P.: Si.
P.M.: Era suo?
R.P.: No, ne aveva, ne aveva due, uno nero che gli dettero dei fiorentini che stavano accanto a noi, per badallo durante la settimana, gli davano il mangiare.
P.M.: Questo mangiare che gli davano che faceva? Lo dava al cane?
R.P.: E no, lo dava a noi.
P.M.: A voi chi? Voi figlie? Alla mamma?
R.P.: Si alla mamma, a noi. A me e alla mi’ sorella. Poi ce n’aveva un altro, un lupo.
P.M.: Come li trattava questi animali?
R.P.: Male.
P.M.: Cioè?
R.P.: Quello nero bastonate gli dava, una volta infilò un cane in casa…
P.M.: Una volta, scusi?
R.P.: Infilò un cane in casa, in camera e co’ i forc.. co’ i forcato gli, gli, gliele dava a questo cane.
P.M.: Senta una cosa, che tipo di rapporti aveva suo padre con lei? Quando faceva l’amore?
R.P.:
A.B.: Presidente, io, non lo so, credo che sia una domanda non pertinente. Non dico impertinente, non pertinente.
P.M.: Abbiamo…
A.B.: All’oggetto della causa.
Presidente: No. Vogliamo fare delle domande più specifiche?
A.B.: Ecco, perché questa mi sembra impertinente, nel senso non pertinente.
Presidente: La materia è quella che è.
A.B.: Certamente.
Presidente: Facciamo domande magari più specifiche.
P.M.: Usava strumenti tipo vibratori, falli di gomma?
R.P.: Si. Vibratori.
P.M.: Per far l’amore con lei o lo usava anche su se stesso con lei presente?
R.P.: Per fare l’amore con me.
P.M.: Aveva, le imponeva, la costringeva a rapporti orali? Lei sa cosa vuol dire?
Presidente: Spieghiamoglielo sennò orali… Per bocca, insomma.
R.P.:
Presidente: Spieghiamoglielo.
R.P.: Come? Me lo può ripetere?
Presidente: Spiegarglielo crudamente
P.M.: Presidente, io andavo per gradi, lei è andato subito al dunque, ha fatto bene.
Presidente: E d’altra parte lei, sa, orali, sa rapporti orali, lei poi…
P.M.: Io non lo so, provo. Ha capito signorina a cosa ci riferiamo?
R.P.: Se mi ripete la domanda forse… Dato che mi ha spiegato orali…
P.M.: Lei sa cosa vuol dire rapporti per bocca? L’ha mai costretta a rapporti di questo tipo?
R.P.: Eheee a volte si.
Presidente: Signori fate silenzio perché come siete entrati potete anche uscire eh? Quindi non ci devono essere mormorii neanche un sussurro. Chiaro?
P.M.: Questo sia in casa che fuori?
R.P.: Si.
A.B.: Chiedo scusa, mi perdoni, siccome c’è una norma del codice di procedura penale che quando si tratta di fatti scabrosi e di procedimenti di un certo tipo il Presidente può obbligare le persone a stare qui ad andar via perché si debba fare a porte chiuse, se il signor Pubblico Ministero vuole ripercorrere la stessa strada del processo del 1988, io…
P.M.: No voglio fare il riassunto.
A.B.: Io faccio istanza ben precisa perché il processo si svolga a porte chiuse. Mi perdoni Presidente. Questo credo che sia obbligatorio da parte della difesa.
Presidente: Obbligatorio ma siccome…
A.B.: Da parte della difesa richiedere…
Presidente: Siccome però è rimesso al mio potere discrezionale
A.B.: Chiederlo alla difesa.
Presidente: Bene, benissimo, lei ha perfettamente ragione però allo stato non ritengo di esercitare questo potere.
A.B.: Siamo d’accordo Presidente.
Presidente: E’ chiaro che se sento un sussurro…
A.B.: Va be’ ma è come…
Presidente: No, non importa avvocato, non voglio commenti perchè ciò metterebbe a disagio la teste. Per il momento andiamo avanti così.
A.B.: Va be’.
P.M.: Questo tipo di rapporti, in modi diversi, che lei ci ha descritto avvenivano sia in casa che, come ha detto lei, nei boschi?
R.P.: Si.
P.M.: Anche in macchina nei limiti del possibile ovviamente.
R.P.: Si.
P.M.: Che macchina aveva?
R.P.: La Cinquecento, nella Ford credo di non aver avuto rapporti in macchina.
P.M.: Senta una cosa, le ha mai raccontato, suo padre, di precedenti fatti che lo avevano portato in passato in carcere?
R.P.: Si.
P.M.: Cosa le ha raccontato?
R.P.: Che era… Che aveva ucciso uno per via di una donna che doveva essi sposassi, lei la scappò con quest’uomo e lui l’ha ucciso.
P.M.: Di questa donna le ha mai… Prego?
R.P.: Diciotto pugnalate, non so, un me lo ricordo…
P.M.: Questo diceva lui…
R.P.: Si.
P.M.: Corrisponde alla verità. Lei ricorda se suo padre di questa donna le ha mai parlato?
R.P.: Si è viva anche ora.
P.M.: L’ha mai conosciuta lei?
R.P.:
P.M.: L’ha mai portata a vederla?
R.P.: Mi sembra una volta.
P.M.: Lei quindi con questa donna ha parlato?
R.P.: Io ho parlato… Insomma…
P.M.: L’ha accompagnata, l’ha conosciuta?
R.P.: Si.
P.M.: E’ stata a casa di questa donna con suo padre?
R.P.: Si.
P.M.: C’era anche sua sorella?
R.P.: Penso di si.
P.M.: Di questa donna le ha parlato, prima di quella visita, più volte o solo in rare occasioni?
R.P.: No in rare occasioni.
P.M.: E quando vi portò a trovarla cosa vi disse?
R.P.: Che si andava a trovare questa donna che era viva ancora.
P.M.: Questa donna disse qualcosa a voi?
R.P.: No ora non me lo ricordo perché è tanto che…
P.M.: Era in rapporti cordiali suo padre con questa donna?
R.P.: Si.
P.M.: Siete stati a casa sua un po’ o…
R.P.: Si siamo stati
P.M.: O vi siete trovati fuori?
R.P.: No siamo stati un pochino a casa sua.
P.M.: Si ricorda dov’è questa casa?
R.P.: No non me lo ricordo.
P.M.: Vi accompagnò lui?
R.P.: Si.
P.M.: C’era anche sua madre o eravate sole…
R.P.: No, sole.
P.M.: Senta una cosa, di questa donna suo padre, prima di quella volta o dopo, le ha mai mostrato delle foto dicendo che…
R.P.: Si.
P.M.: Che foto erano?
R.P.: Una foto mezza di lei, poi una mentre… facevano all’amore, insomma mentre…
P.M.: All’amore come signorina?
R.P.: Mentre lei glielo prendeva in bocca.
P.M.: E’ una foto che è stata sequestrata se gliela mostro, è ai corpi di reato, se gliela mostro lei la riconosce?
R.P.: Beh, non lo so se posso riconoscerla.
P.M.: Se riconosce la foto che le mostrò suo padre.
R.P.: Ahh… Ss..
P.M.: Lui le disse che era la foto di questa donna che gli faceva un rapporto di quel tipo?
R.P.: Si.
P.M.: E le disse che era la donna del ’51?
R.P.: Si.
P.M.: Presidente questa foto è ai corpi di reato, io ne ho qui una copia, elenco quando è stata sequestrata, chiedo di poterla mostrare alla teste.
Presidente. Si, gliela mostrerei perché sennò dobbiamo aprire il corpo di…
P.M.: No, no ne ho qui apposta la copia.
(…)
P.M.: La didascalia siccome non è l’originale è stata riportata da un atto di PG. La foto è quel corpo di reato con quel numero.
Avvocato Bevacqua: Io ho sempre delle riserve, mi scusi signor Presidente, sulla pertinenza di queste fotografie, di tutto questo interrogatorio sulla base di quello che è l’imputazione.
Presidente: In base a quello che vuol sostenere il Pubblico Ministero tutto questo sarebbe pertinente, mi pare d’aver capito. Dalla relazione introduttiva c’è un legame tra questo omicidio…
P.M.: A parere del Pubblico Ministero, tenterà di dimostrarlo se non lo dimostra non utilizzerete voi nella vostra decisione questo materiale signori.
Presidente: Oppure diremo che tutto sommato…
P.M.: Non ha pertinenza
Presidente: Oppure non raggiunge il fine che il Pubblico Ministero si vuol prefiggere
P.M.: Non andiamo nel futuro.
Avvocato Bevacqua: No, io devo pensare al presente. Il futuro è nelle mani di Dio, però…
Presidente: Va bene.
Avvocato Bevacqua: In nel presente dico che non è pertinente.
P.M.: E’ sequestrata!
Avvocato Bevacqua: E’ la domanda, è tutta la serie di domande che non sono pertinenti a mio avviso.
Presidente: Quella è la linea dell’accusa e la sua, giustamente, è la linea della difesa.
Avvocato Bevacqua: Per la difesa è non pertinente punto e basta!
Presidente: E’ un po’ che lei lo ripete mi pare che abbia diritto di farlo, però… D’altra parte… Prego.
R.P.: Non me lo ricordo se l’era questa fotografia.
P.M.: Era una fotografia…
R.P.: Di questo genere
P.M.: Era di quel genere lì.
Presidente: Era di quel genere ma non ricorda se…
P.M.: E’ quella
Presidente: …era proprio quella.
R.P.: No, non me lo ricordo.
P.M.: Però suo padre le disse che nella fotografia che lo mostro…
Avvocato Bevacqua: No, questo non lo può dire! Lei deve fare la domanda!
P.M.: L’ho fatta prima! Ha già risposto.
Presidente: Perché, perchè non fate parlare la teste?
Avvocato Bevacqua: Si certo ma prima che parli la teste
Presidente: Lei stava dicendo e io lo ripeto, perché lo abbiamo sentito bene, è una foto di questo genere ma non mi ricordo se proprio quella foto lì, ho detto bene?
R.P.: Si.
Presidente: No, non vorrei aver sbagliato.
R.P.: No, ha detto bene.
Presidente: Ho detto bene.
Avvocato Bevacqua: Bene. Grazie.
P.M.: Mostrandole quella foto o una simile di quel genere suo padre le disse che quella raffigurata era la donna?
R.P.: No…
Avvocato Bevacqua: Cosa le disse, deve domandare lei!
P.M.: L’ha già risposto prima.
Avvocato Bevacqua: No lei deve domandare… Mi scusi Presidente sennò…
Presidente: Avvocato, è… Oh vvia… L’attuale Pubblico Ministero verteva…
Avvocato Bevacqua: Siamo d’accordo.
Presidente: …Su questo tema e vi ha detto proprio così.
Avvocato Bevacqua: Certamente però io credo…
Presidente: Lei ha riposto dicendo che non è in grado di dirlo.
Avvocato Bevacqua: Mi scusi Presidente…
Presidente: Era una foto simile punto e basta.
Avvocato Bevacqua: Certamente, l’accusa, colui che chiede l’esame, deve domandare le circostanze specifiche.
Presidente: Allora, cosa le disse suo padre…
Avvocato Bevacqua: Ohooo
Presidente: …mostrandole quella foto? Va bene così?
P.M.: L’avevamo già fatta prima questa domanda.
Presidente: Si fa prima a…
P.M.: Perfetto.
Presidente: Cosa le disse suo padre mostrandole una foto o quella o una di quel tipo lì signorina? Ricorda cosa le disse?
R.P.: Disse che quella era… che era la su’ donna e era in un momento, insomma, in cui faceva…
Presidente: Nel momento in cui faceva quelle cose effigiate lì, insomma.
R.P.: Si.
P.M.: Era la sua donna del ’51? La sua ex fidanzata?
R.P.: Si.
Presidente: La Miranda!
R.P.: Si, la Miranda.
P.M.: La Bugli Miranda.
Presidente: Diamogli un nome.
P.M.: Bene. Su quella foto, quella che le ho mostrato io, c’è una scritta dietro, lei ricorda in una foto del genere di aver visto una scritta o no?
R.P.:
P.M.: Ora la scritta non è quella originale è riportata perché non è il corpo di reato.
R.P.: Ma la scritta non lo ricordo.
P.M.: Non se lo ricorda.
Presidente: Va bene.
R.P.: No perché non me la fece vedere.
P.M.: Senta, suo padre aveva più fotografie analoghe che diceva essere della Bugli Miranda?
R.P.: Come?
P.M.: Aveva più fotografie di quel tipo e diceva che erano…
Avvocato Bevacqua: La seconda proposizione…
Presidente: Facciamo, facciamo, facciamo…
Avvocato Bevacqua: La prima si.
Presidente: La prima. Facciamo, questo è vero, facciamo la prima domanda, poi dopo la svilupperemo.
P.M.: Suo padre aveva più fotografie simili? O uguali?
R.P.: No
P.M.: O aveva quella sola?
R.P.: Ne aveva due o tre.
P.M.: Di tutte, due o tre, diceva che la donna raffigurata…
R.P.: Si.
P.M.: …in quel modo era la Bugli?
R.P.: Che era si, della sua, era stata la su’ donna.
P.M.: Bene grazie.
Presidente: La Miranda cioè.
R.P.: Si.
P.M.: Le è mai capitato di andare con suo padre nei pressi di questa donna, Bugli Miranda, senza entrare in casa ma rimanere lontano?
R.P.: No.
P.M.: La casa dove abitate chi l’ha comprata?
R.P.: I’ mi’ babbo.
P.M.: Quando lei lavorava ricorda quanto guadagnava?
R.P.: Si, settecentomila lire.
P.M.: Di questo denaro che guadagnava ricorda come lo spendeva?
R.P.: No me lo prendeva tutto i’ mi’ babbo. Infatti per du’ anni, in du’ anni me li ha presi tutti lui. Ho lavorato cinque anni però due, i primi due anni me li ha presi lui i soldi.
P.M.: Tutti completamente.
R.P.: Si.
P.M.: E negli anni successivi gliene lasciava una parte?
R.P.: No negli anni successivi poi è successo che… che si è denunciato sicchè…
P.M.: Andò in carcere.
R.P.: Poi ho cominciato a mettere i soldi da parte da me.
P.M.: Presidente io per il momento, riservandomi come ho già fatto stamani per la sorella, altre domande dopo un’altra parte di attività istruttoria non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Colao di parte civile
Avvocato Colao: Signorina si ricorda un episodio in cui lei si tagliò i peli e suo padre si arrabbiò molto per questo?
R.P.: No, un ricordo.
A.C.: Si ricorda se con suo padre andava in sagre di paese e vi lasciava, a volte anche a lungo, in macchina e lui andava in giro?
R.P.:
A.C.: Feste di paese…
R.P.: Si, no, durante le feste e lui ci, ci diceva di stare… proprio in macchina no ma ci diceva di stare lì vicino, nelle vicinanze e lui gli andava a giocare, non so dove gli andava.
A.C.: Ma anche paesi, diciamo, di una certa distanza dalla vostra casa?
R.P.: Si.
A.C.: Andavate in macchina?
R.P.: Si in macchina.
A.C.: E guidava bene il babbo la macchina?
R.P.: Si.
A.C.: Conosceva bene i posti? Si muoveva bene per le vie?
R.P.: Si, si.
A.C.: Bene. Grazie. Un’altra cosa, dunque, quando voi eravate picole, lei stessa ha detto che avete subito delle violenze, ora, questo particolare in cui lui, diciamo, immetteva nella vostra vagina piccolina delle zucchine…
Avvocato Bevacqua: Ma la domanda qual è?
A.C.: O dei cetriolini.
Avvocato Bevacqua: La domanda!
A.C.: Si ricorda?
R.P.: Si, ricordo.
A.C.: Ecco e che giustificazione dava quando compiva questi atti? Che vi diceva quando vi metteva queste zucchine o i cetriolini nelle piccole vagine?
R.P.: Che… No… Che con lui non c’era nessun pericolo mentre se andavo insieme con quegli’altri c’era il pericolo di rimanere in cinta, insomma.
A.C.: Va bene, grazie signorina. Ho finito.
Presidente: Gli avvocati di parte civile hanno altre domande? Nessuna. Prego la difesa. Avvocato Fioravanti.
Avvocato Fioravanti: Senta signorina Rosanna nel febbraio 1992 lei si ricorda che il babbo era a casa? Era uscito dal carcere… Si ricorda?
R.P.: Si. Poi se gli era di febbraio non ricordo.
A.F.: Ecco, quando è uscito dal carcere il babbo lei ha chiesto a lui di fare pace? Di ritornare insieme?
R.P.: Proprio pace no.
A.F.: Si, cioè gli ha telefonato se poteva andare a mangiare a casa sua?
R.P.: Si. Ci sono stata una volta.
A.F.: Senta una cosa, lei da giovane, quando era più giovane cioè, è stata innamorata di un ragazzo di nome Isola Luca.
R.P.: Si.
A.F.: E lei due o tre anni prima già lavorava e il babbo gli aveva aperto un libretto al portatore…
P.M.: La domanda!
A.F.: La sto facendo.
P.M.: No sta raccontando lei i fatti.
A.F.: No non sto raccontando i fatti.
P.M.: Come no?
A.F.: Il babbo gli aveva aperto un libretto al portatore con i risparmi del lavoro?
R.P.: Quando stavo insieme con Luca no.
A.F.: Quando?
R.P.: No non lavoravo ancora.
A.F.: Ecco ma questo Luca ebbe a prelevare dal libretto di lavoro tutto il contenuto?
R.P.: No.
A.F.: Dal libretto di risparmio cioè.
R.P.: No questo no. Li prendeva qualcheduno così ma non dal libretto.
A.F.: Lei ha dato in mano a Luca…
R.P.: Si ho dato in mano dei soldi dei quali non sono mai riuscita a riaverli.
A.F.: Senta una cosa quando era ancora… Ecco, quanti soldi aveva in quel libretto?
R.P.: Non lo so, non me lo ricordo.
A.F.: Può darsi che ci fu un ammanco di oltre quattro milioni dal libretto?
Presidente: Cioè che furono presi quattro milioni
R.P.: No, no.
A.F.: Tre milioni?
R.P.: No, si, dieci, ventimila lire mi prese.
A.F.: No, dunque, senta una cosa, quando era più piccola lei è stata messa in un collegio di suore insieme alla Graziella?
R.P.: Si.
A.F.: Ecco, è stata sempre in questo collegio oppure è fuggita qualche volta?
R.P.: Dal collegio?
A.F.: Si.
R.P.: No.
A.F.: Non è fuggita mai?
R.P.: No.
A.F.: Ecco e quando è andata in quella casa di contadini, in quella casupola in mezzo ai campi insieme a due ragazzi?
R.P.: Ci sono andata…
P.M.: Questo lo sta dicendo lei?
A.F.: No, no è andata con due ragazzi, la domanda è all’inverso e allora?
R.P.: Ci sono andata ma insieme a una mia amica.
A.F.: Mentre era in collegio col giovane Pecci.
R.P.: Si.
A.F.: Ecco. Si e un altro che si chiamava Mazzoni. Senta una cosa, lei oggi sta bene?
R.P.: Mah, insomma. Benino sto.
A.F.: Quante volte è stata ricoverata in ospedale in questi ultimi, in questo ultimo anno?
R.P.: Mai.
A.F.: Mai?
R.P.: E’ un anno che non sono ricoverata.
A.F.: Ecco, prima?
R.P.: Ci sono stata due o tre volte.
A.F.: In quale reparto?
R.P.: Pissichiatria.
A.F.: Ospedale di Ponte a Niccheri?
R.P.: Si.
A.F.: Lei ha detto prima che il babbo vi portò a casa della Miranda Bugli…
R.P.: Della?
A.F.: Miranda Bugli.
R.P.: Ah, si, si.
A.F.: Della ex donna del babbo.
R.P.: Si, si.
A.F.: Ecco, dove si trovava la casa?
R.P.: Eh, non ricordo.
A.F.: Ma si trovava vicino a Mercatale?
R.P.: No, no lontano.
A.F.: Lontano quanto?
R.P.: Eh, ora… Diversi chilometri.
A.F.: Senta, un’altra cosa, lei andava insieme alla Graziella e al babbo alle feste paesane.
R.P.: Si.
A.F.: E’ andata alla Festa de l’Unità nel settembre ’85 insieme al babbo a Cerbaia?
R.P.: Si.
A.F.: Fino a che ora siete stati alla sera dell’8 settembre? Perché la Festa de l’Unità era l’8 settembre. Domenica.
R.P.: Eh, si rimase a cena dopo, fino, non lo so, le 9:00, le 10:00.
A.F.: Ecco, quando siete usciti dalla cena, non si accendeva la macchina? La Ford faceva le bizze?
R.P.: Si.
A.F.: E chi è che vi ha dato la spinta per far ripartire la macchina? Vi ha aiutato?
R.P.: Credo uno.
A.F.: Era un meccanico di Mercatale?
R.P.: Penso di no.
A.F.: Lei conosce Marcello Fantoni?
R.P.: Si sta accanto a me.
A.F.: Poteva essere Marcello Fantoni?
R.P.: Nn… Penso di no.
A.F.: Ecco, vicino al tavolo, alla cena c’era una signora che era la moglie di Marcello Fantoni. L’ha vista lei?
R.P.: Non ricordo ora.
A.F.: Comunque la macchina s’era fermata e un meccanico vi ha aiutato a farla ripartire?
R.P.: Si.
A.F.: Nessun’altra domanda.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
Avvocato Bevacqua: Senta signorina voglio fare due domande ma molto banali. Senta lei a questo ragazzo col quale stava ha dato il libretto?
R.P.: No.
A.B.: E come glieli ha presi questi dieci mila lire o venti?
R.P.: Ce li avevo così.
A.B.: Dove ce li aveva?
R.P.: Ce li avevo io a portata di mano.
A.B.: E lei non gliel’ha contestato perché gli ha preso soldi?
R.P.: E’, mi disse che me li rendeva ma poi non me li ha più riresi.
A.B.: Senta il babbo si è arrabbiato perché lui non gli ha reso soldi?
R.P.: Si.
A.B.: Si è arrabbiato parecchio?
R.P.:
A.B.: Si o no?
R.P.: No.
A.B.: E come si è arrabbiato? Mi dica quando il babbo è arrabbiato un po’ o quando è arrabbiato parecchio.
R.P.: Mhmm
A.B.: No in che senso?
R.P.:
A.B.: Cosa le fece? La sgridò? Le disse non devi stare più con questo signore?
R.P.: Non…
A.B.: Non se lo ricorda eh?
R.P.: No.
A.B.: Non se lo ricorda. Senta signorina a proposito di quella imbalsamazione di quell’animale da bosco, del bosco, lei ricorda se questo animale rimase in casa qualche giorno? E poi fu buttato via?
R.P.: … No lo imbalsamò e poi rimase lì.
A.B.: Non si ricorda se il babbo lo portò, questo animale, presso di una persona a San Casciano la quale persona voleva parecchi soldi, tant’è che poi lui lo tenne a casa, tentò di imbalsamarlo, non gli riuscì? Non se lo ricorda questo?
R.P.: Ahh, si. Si lo portò a imbalsamare, voleva un monte di soldi e allora lui lo imbalsamò da solo con la carta…
A.B.: Ecco, dica un po’ la verità.
P.M.: Lo imbalsamò da solo.
A.B.: Lo imbalsamò da solo e dov’è ora?
R.P.: A casa.
A.B.: E qual è?
R.P.: Casa sua.
A.B.: A casa sua?
R.P.: Dove sta la mamma.
A.B.: Ma quale è? Perché lo hanno cercato tutti non lo hanno trovato, non lo hanno visto.
R.P.: Eppure c’è.
A.B.: Ma quella è un’altra cosa che fu trovata in una discarica, se lo ricorda?
R.P.: No.
A.B.: Quella donnola, quella specie di donnola lunga, spelacchiata, se la ricorda quella?
R.P.: Come?
A.B.: Si ricorda un animale piuttosto lungo, sempre quadrupede ma piccolino e lungo con una coda, spelacchiato… Se lo ricorda questo?
R.P.:
A.B.: Che c’era a casa sua? Con una tavoletta di sotto? Quindi imbalsamato regolarmente?
R.P.: E’ quello che ha imbalsamato lui!
A.B.: Quello che ha imbalsamato lui?
R.P.: Si.
A.B.: Non è quello che ha trovato nella discarica? Se lo ricorda preciso?
R.P.: No, non ricordo.
A.B.: Non se la ricorda questa.
R.P.: No.
A.B.: Comunque, scusi, a proposito di questa imbalsamazione il babbo va a San Casciano, porta questo animale da imbalsamare, dopo quanti giorni lo riporta indietro?
R.P.: Subito.
A.B.: Subito. E poi che fa? Lei era presente quando lui poi fa questa operazione di tassificazione, qualcosa del genere…
R.P.: Si lo imbalsamò coi pezzi di carta.
A.B.: E come ha fatto?
R.P.:
A.B.: Lei era presente?
R.P.: Si.
A.B.: Senta, volevo domandare un’altra cosa, lei è stata ricoverata recentemente o no?
R.P.: Un anno fa
A.B.: Il 18 maggio ’91? Se lo ricorda?
R.P.: Ora non…
A.B.: 17 giugno ’91, 18 gennaio ’92… Se lo ricorda?
R.P.: Può darsi.
A.B.: Può darsi? E prima di questa data è stata ricoverata altre volte?
R.P.: No.
A.B.: E quando si è manifestata questa sua malattia?
R.P.: Per via d’essermi innamorata di una persona.
A.B.: Ohooo era un prete questa persona?
R.P.: Si.
A.B.: S’è innamorata di questo prete?
R.P.: Si.
A.B.: Era il prete della parrocchia?
R.P.:
A.B.: Si o no?
R.P.: Si.
A.B.: Si chiamava Don Marco?
R.P.: Si.
A.B.: Nessun’altra domanda.
Presidente: Altre domande signori ne avete? Possiamo per il momento allora licenziare la teste.
P.M.: Si sen’altro Presidente.
Presidente: Può andare signorina, buonasera. Romano la accompagna per favore? Non scattiamo fotografie.
Presidente: La prossima teste?
P.M.: Manni Angiolina, la moglie del Pacciani.
Presidente: Manni Angiolina, signori silenzio assoluto, signora si accomodi, buonasera.



P.M.: La signora non vuol essere ripresa l’ha già detto.
Presidente: Non vuol essere ripresa ovviamente quindi, né fotografata per cui no, nessuna ripresa. Si metta pure comoda, guardi me, senta… se mi vuole guardare signora…
A.M.: Si, non sento nulla.
Presidente: Ascolti, mi sente signora? Mi sente? Sente quello che le dico? Mi sente? Si? Non so se sente o no… Mi sente?
A.M.: Ntzu… No.
Presidente: Sente cosa le dico?
A.M.: Si.
Presidente: Ecco bene, ascolti lei è qui per essere interrogata se crede, per rispondere a delle domande, però siccome lei è la moglie dell’imputato, del Pacciani Pietro, se vuole…
A.M.: Moglie? Mhm…
Presidente: Moglie mhmm…
A.M.: Ntzu… che moglie?
Presidente: Insomma per lo meno allo stato civile lei risulta coniugata con Pacciani Pietro, va bene? E’ qui per essere interrogata dalla Corte di Assise, dal Pubblico Ministero, dai difensori però lei in questa sua qualità può non rispondere, può astenersi dal deporre, cioè dal rispondere alle domande e andarsene sennò deve dire la verità. Vuole rispondere o non vuole rispondere?
A.M.: No io no voglio rispondere.
Presidente: Allora non intende astenersi.
A.M.: No.
Presidente: Quindi vuole rispondere, allora c’è il Pubblico Ministero che le vuole fare, per cominciare, qualche domanda, legga però prima… ci legge?
A.B.: Ma vuole rispondere?
Presidente: Vuole rispondere avvocato si.
A.B.: Non ho capito, credevo dicesse di no.
Presidente: Vuole rispondere?
A.M.: No.
Presidente: No non vuole rispondere.
A.M.: No, non rispondo.
Presidente: Allora ho capito male io, m’era sembrato… allora vuole andare via?
A.M.: Si.
Presidente: Oh ecco benissimo, allora evidentemente mi ero ingannato io… Allora signora lei è libera può andarsene, Romano l’accompagna per favore…
Presidente: Bene, riprendiamo l’udienza, ci siamo tutti, signor Pubblico Ministero.
P.M.: Vorrei introdurre Pierini Romano.
Presidente: Signor Pierini Romano prego. Buonasera signor Pierini si accomodi prego, sempre girato verso di me, verso la Corte, bene. Senta lei non è che ha legami di parentela con le parti? Con l’imputato?
R.P.: Come dice Presidente?
Presidente: Legami di parentela con l’imputato? Con nessuno?
R.P.: No, no, no, no.
Presidente: Benissimo. Allora…
R.P.: Devo legge’ questo?
Presidente: Vuole leggere quella formula?
R.P.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Consente la ripresa con telecamere eccetera?
R.P.: No.
Presidente: Preferisce non essere ripreso.
R.P.: Se mi fa piacere, se fosse possibile.
Presidente: Certamente, non riprendete il signore e non fotografatelo. Vuole dare le generalità alla signora per cortesia?
R.P.: E’ il nome, cognome?
Presidente: Nome, cognome, dove sta, quand’è nato…



R.P.: Pierini Romano, San Casciano Val di Pesa, Via xxx xxxxxx, 12.
Presidente: Risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
R.P.: Si.
P.M.: Signor Pierini lei ha presente, ha conosciuto, di vista il Pacciani?
R.P.: Di vista si.
P.M.: da tanto tempo?
R.P.: Si è da una ventina d’anni.
P.M.: Una ventina d’anni.
R.P.: Si, di vista.
P.M.: Senta una cosa, signor Pierini, lei ricorda di essere stato, negli anni passati, in macchina…
R.P.: Siii ma tanti anni.
P.M.: Tanti anni fa.
R.P.: Si, si.
P.M.: Sa localizzare… In macchina in intimità?
R.P.: Da fidanzati, quando ero fidanzato co…
P.M.: Con sua moglie.
R.P.: Con mia moglie.
P.M.: Benissimo quindi non abbiamo nessun problema, di quel tipo, nel raccontarlo. Bene? E’ questo il concetto.
R.P.: Si.
P.M.: Sa localizzare nel tempo questi episodi in cui andava…
R.P.: Si una volta agli Scopeti.
P.M.: Perché evidentemente è successo un episodio particolare ma io intanto volevo vedere se riuscivo a localizzarlo nel tempo.
R.P.: Ah!
P.M.: In che epoca poteva essere?
R.P.: Ah, la dice l’anno? E, questo qui verso il ‘78/’79
P.M.: Cosa successe questo caso che lei ricorda? Primo perché si ricorda, grosso modo, l’anno, come mai le viene così in mente? C’è qualche particolare che lo lega a questo anno? E poi, cosa successe?
R.P.: Si, mi ricordo che l’anno fu questo qui, non dopo, perché quando successe questo mio padre era sempre vivo e lui è morto il 24 di giugno del 1980.
P.M.: Ecco, quindi è sicuramente…
R.P.: Prima!
P.M.: L’episodio che lei ci vuole raccontare… Un episodio avvenuto prima che avvenisse suo padre.
R.P.: Certo.
P.M.: Qualche tempo prima. Cosa successe in questa piazzola degli Scopeti?
R.P.: Eh successe che ci si fermò con la macchina
P.M.: Lei e la sua allora fidanzata
R.P.: Si, moglie ora, e insomma…
P.M.: Era nella piazzola diventata famosa?
R.P.: Nella piazzola famosa si.
P.M.: Famosa perché? Io ho usato…
R.P.: Nella piazzola dov’è successo l’ultimo…
P.M.: Delitto dei francesi
R.P.: Delitto, delitto. Si.
P.M.: Bene, lei si ferma, ebbe più occasioni o era un caso particolare? C’era stato più volte in quella piazzola?
R.P.: No, lì… Non ho ricordanza, no.
P.M.: Quindi le è rimasto particolarmente impresso. Cosa successe?
R.P.: Ci si fermò con la macchina
P.M.: Era giorno, era sera?
R.P.: No era sera, dopo cena.
P.M.: Era buio.
R.P.: Era buio, si. Verso le 9:00.
P.M.: Cosa successe?
R.P.: Ci si mise un pochino lì fermi e dopo venti minuti, mezz’ora, ora… Vidi come una lampadina
P.M.: Vicino alla macchina?
R.P.: Si, si a tre o quattro metri.
P.M.: da che parte?
R.P.: Dalla parte destra, si, noi s’aveva la macchina girata in giù per andare verso Firenze
P.M.: Dalla parte del finestrino suo o…
R.P.: No dalla parte del finestrino della…
P.M.: Della sua moglie?
R.P.: Si.
P.M.: Della sua fidanzata di allora. Vide una pila?
R.P.: Si. Vidi una pila e alzai il capo e vidi Pacciani.
P.M.: Che lei già conosceva?
R.P.: Si, si.
P.M.: Cosa fece lei a quel punto?
R.P.: Eh, via, s’andò via subito. S’andò via subito.
P.M.: Ebbe paura perché era Pacciani o sarebbe scappato per…
R.P.: Eh no vidi così di buio e s’andò… insomma l’istinto d’andà via e basta, subito immediatamente.
P.M.: Non è che riconoscendo Pacciani ebbe una paura particolare?
Avvocato Bevacqua: Faccia la domanda, scusi, Pubblico Ministero!
P.M.: Ebbe una paura particolare perché era Pacciani? Ecco la domanda. Lei ha riferito questo alla Polizia Giudiziaria.
R.P.: Si, si.
P.M.: Sotto questo profilo. Cioè, dice, se forse avessi riconosciuto che era un altro…
Avvocato Bevacqua: Facciamo rispondere lui, scusi eh…
P.M.: Infatti mi son fermato subito.
R.P.: Scusi mi rifà la domanda per favore?
P.M.: Dico, lei scappò subito proprio perché aveva riconosciuto che era Pacciani e sapeva che era un tipo particolare..
R.P.: Si, è! Scappai, insomma, si.
P.M.: per questo motivo?
R.P.: Si. Sarei scappato uguale però, comunque…
P.M.: Riconoscendo lui non ebbe dubbi che era meglio scappare. Non gli venne il dubbio, così, che era meglio affrontarlo?
R.P.: No, no, no.
P.M.: Dargli una sassata?
R.P.: No. No. No.
P.M.: Era meglio scappare. Perché sapeva qualcosa di Pacciani?
R.P.: Eh no, come… Così, così, voce di popolo ma insomma unnè che…
P.M.: Quale era questa voce che la fece scappare?
R.P.: Si, insomma, la voce, s’era sentito dire dei fatti successi dì Mugello…
P.M.: Che fatti erano?
R.P.: Quello che, insomma, ci fu un morto nì Mugello e compagnia, ecco a quel punto…
P.M.: Allora appena vide che era lui…
R.P.: Si, via!
P.M.: Scappaste via.
R.P.: Poi a quel punto io, insomma, non sapevo tante cose, ecco.
P.M.: Ed era la piazzola dov’è avvenuto quell’omicidio lì?
R.P.: Si, si.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile niente.
Avvocato Bevacqua: Signor Presidente io devo fare un’istanza piuttosto antipatica ma la devo fare. Mi dispiace per gli uomini di legge, perché gli uomini di legge sono, cioè…
Presidente: Avvocato non ci…
A.B.: Gli ufficiali di Polizia Giudiziaria che sono stati citati tutti come testimoni in questo processo e sono sempre nell’aula.
Presidente: Io non li vedo avvocato.
A.B.: E io li vedo. Li vedo e li rivedo.
Presidente: Allora diciamo che…
A.B.: E sono, dico quali sono: Ruggero Perugini, Riccardo Lamperi, Alessandro Venturini, Mario Spina, Callisto Di Genova, Paolo De Simone, Nunziatina Mantini, Paola Baghino, Livia Scirocchi, Giampero Mella, Giuseppe Pizzo, Enrico Colagiacomo, il Capitano Paolo Scriccia, Arturo Minoliti, Pietro Frillici.
Presidente: Eh si. Lei ha perfettamente ragione.
P.M.: Sono tutti questi elencati nell’aula?
Avvocato Fioravanti: Si.
A.B.: Io ho detto queste persone non dovrebbero stare in aula.
P.M.: Se ce n’è…
A.B.: Non lo so se ci sono o non ci sono.
P.M.: Ah, ecco, perfetto!
Presidente: Ci sono o non ci sono? Io, perdoni ma non li vedo.
A.B.: Io li conosco, li stimo moltissimo ma purtroppo non ci possono stare.
Presidente: Va bene, certamente. Se ci sono e non ci devono stare
P.M.: Lo sanno.
Presidente: Lo sanno, quindi se non lo ricordano glielo ricordiamo
A.B.: Dall’inizio speravo che non ci stessero ma…
Presidente: Avvocato lei me lo doveva segnalare prima.
A.B.: No deve dare atto il signor Pubblico Ministero
P.M.: Per una persona me l’ha detto e non c’è! Gli altri sono stati avvertiti.
Presidente: E allora io ovviamente non posso che ricordare l’obbligo
P.M.: Ce ne sono due soli di quell’elenco, stiamo pure tutti tranquilli.
Presidente: A futura memoria non c’è nessuna malizia
P.M.: Benissimo. Di quindici ce ne sono due soli, però ci sono in questo momento, ora non ci sono più…
Presidente: Non ci sono più e non ci devono essere.
A.B.: Pubblico Ministero mi deve dare atto della mia lealtà io…
P.M.: E la persona che c’era infatti, appena l’ha ricordato a quella persona, a cui era stato detto ma…
Presidente: Benissimo. Torniamo al teste.
A.B.: Allora senta signor Bend… Band… Signor? Lei si chiama…
Presidente: Perini
R.P.: Pierini
A.B.: Bandinelli è la moglie. Senta che lavoro fa lei? Mi scusi.
R.P.: Sono operaio.
A.B.: Operaio di che cosa?
R.P.: Sono una cantina vinicola abbastanza…
A.B.: Famosa.
R.P.: Famosa.
Presidente: Può dirci anche il nome tanto…
R.P.: Marchesi Antinori
A.B.: Ah, allora!
Presidente: Le cantine Antinori. Giustamente famose. Tutti le conosciamo.
A.B.: No, io, ecco, le volevo domandare come ha fatto lei, com’è stato, si è recato lei da qualcuno? E’ andato lei da qualcuno a dire queste cose oppure è stato qualcuno a venire da lei?
R.P.: No, no, voce così n’essere a i’ barre, nella piazza, nì posto di lavoro a volte…
A.B.: La voce di che?
R.P.: Eh?
A.B.: Ci sono voci e voci. Dico, no? Volevo domandare è andato lei spontaneamnte…
R.P.: No, no, no.
A.B.: Dal maresciallo a dire queste cose? O è venuto il maresciallo da lei?
R.P.: A dire icchè?
A.B.: A domandargli di queste cose.
R.P.: No, no voci così di gente comune.
Presidente: Forse non ha capito la domanda. Signori silenzio.
A.B.: E’ andato lei a dire a qualcuno di questo episodio che le era accaduto o è stato qualcuno a domandare a lei: Ma le è mai accaduto un episodio del genere?
R.P.: Ma il fatto accaduto degli Scopeti?
Presidente: Si.
R.P.: Ah, la dice?
A.B.: Si.
R.P.: No, no son stato chiamato.
A.B.: Da chi è stato chiamato?
R.P.: Dai Carabinieri.
A.B.: Ecco, ma come l’hanno chiamato? Così?
R.P.: Eh?
Presidente: Come l’hanno… Perché l’hanno chiamato?
A.B.: Non guardi! Guardi me, guardi me io son… non sono bello ma insomma… Abbia pazienza. Guardi me, che cosa, che cosa le hanno detto?
R.P.: Mi hanno chiamato e hanno fatto delle domande.
A.B.: Che domande? Ce lo dica, tanto qua…
R.P.: Si, dì Pacciani…
A.B.: E che cosa le hanno domandato?
R.P.: Eh?
A.B.: Che cosa le hanno domandato?
R.P.: M’hanno domandato se avevo visto Pacciani, qui e là e…
A.B.: Qui e là dove? Che cosa le hanno domandato esattamente?
R.P.: Eh?
A.B.: Che cosa le hanno domandato? Se aveva visto Pacciani dove?
R.P.: M’hanno domandato dove avevo visto Pacciani durante…
A.B.: Perché loro sapevano che aveva visto Pacciani?
R.P.: Eh?
A.B.: Loro sapevano che aveva visto Pacciani?
R.P.: No l’hanno saputo quando l’hanno domandato.
A.B.: Quindi loro non lo sapevano.
R.P.: No.
A.B.: Loro non lo sapevano che lei aveva visto Pacciani?
R.P.: No.
A.B.: Non lo sapevano. Però, dice, vediamo, lui evidentemente, zac, si va e lei lo sa. Aveva visto Pacciani.
R.P.: Si.
A.B.: Ohoo e lei l’ha visto una notte Pacciani.
R.P.: Si, di sera.
A.B.: Una sera o di notte?
R.P.: Si dopo cena verso le 9:00 e mezza.
A.B.: Lei ha detto mezzanotte.
Presidente: No, avvocato!
P.M.: Non l’ha detto avvocato.
A.B.: No, non lo so, di notte? No ho sbagliato io è un’altra cosa. Va be’ ma arriviamo anche a questo.
Presidente: Verso le 9:00, dopo le 9:00.
A.B.: Scusi, che era? Estate? Inverno?
R.P.: No, no gli era stagione bona. Estate.
A.B.: Estate. E lei aveva il finestrino aperto? Chiuso? Macchina scoperta? Coperta?
R.P.: No il finestrino sarà stato giù, insomma a metà, un me lo ricordo, è passato vent’anni.
A.B.: Vent’anni.
R.P.: Si insomma sedici anni. Se è successo nel ’79!
A.B.: ‘78/’79…
R.P.: ‘78/’79.
A.B.: Senta e lei cosa ha visto? Lei era in intimità… Ora ci deve dire tutto dell’intimità, abbia pazienza, tanto, tanto… E l’intimità com’era lei? Dov’era messo? In macchina…
R.P.: S’era lì in macchina, gli era un quarto d’ora…
A.B.: E, si, do… qua… Quando lei ha visto questo lumicino, perché lei ha visto un lumicino no? Ha avuto paura del lumicino? O no?
R.P.: Si.
A.B.: Vede il lumicino che lo illumina, il lumicino lo illumina… Ecco, illumina lei? Illumina la sua ragazza che poi diventa moglie? Era sopra di qualcuno? Lei era sotto? Eravate insieme? Eravate abbracciati? Eravate così a parlare?
R.P.: S’era lì in macchina, ora non me lo ricordo, lì in intimità, s’era di certo.
A.B.: In intimità.
Presidente: Stavate facendo all’amore insomma.
R.P.: Ehh bravo!
A.B.: Ohoo
Presidente: Bravo…
A.B.: Stava facendo all’amore. Bravo lei che faceva all’amore!
Presidente: Silenzio, silenzio per favore. Silenzio.
A.B.: Lei stava facendo all’amore giusto? Ohooo e l’amore normale o l’amore…
P.M.: Presidente io faccio l’opposto delle contestazioni che mi sono state fatte fin’ora. Non lo so…
A.B.: Io voglio sapere come lui ha fatto a vedere. E quindi voglio sapere com’era, dov’era, in che posizione si trovava lui e si trovava la sua fidanzata. Mi pare che questo teste…
Presidente: Va bene. Grosso modo naturalmente. I particolari li eviti.
A.B.: Grosso modo se se lo ricorda. Era in eh?? Oppure era ancora in atteggiamento
R.P.: No s’era in atteggiamento…
P.M.: Presidente, rimaniamo almeno nel decente
Presidente: Be’, va be’, per favore, per favore! Smettiamola.
R.P.: Il teste dovrà…
Presidente: Pubblico Ministero lasciamo fare le domande semmai ci penso io. Allora, l’avvocato vuol sapere se lei, mentre stava facendo all’amore, era comunque in posizione tale… Comunque se poteva vedere chi le proiettava questa luce addosso.
R.P.: Si ero lì, sarò stato lì…
A.B.: Sarà stato o era?
Presidente: Che macchina aveva?
R.P.: No ero ma ora la posizione…
A.B.: Era di sopra? Di sotto?
R.P.: Di so… No sarò stato di sopra!
A.B.: Sarà stato di sopra. Ohooo!
R.P.: Ero di sopra.
A.B.: Quindi finalmente un fatto normale. Va bene? Lei era di sopra giusto?
Presidente: Scusate un momento è stato domandato al teste che macchina era la sua? Se la ricorda?
R.P.: Un me lo ricordo perché la cambiai, prima avevo la Cinquecento prima, prima…
A.B.: Ah! Sarà difficile…
R.P.: Nel ’79 forse avevo la Centoventisette. Allora.
A.B.: Color bianco, pisello, com’era?
R.P.: Se avevo la centoventisette mia si era bianca. Invece se gli era quella della mi’ ragazza gli era gialla.
A.B.: Gialla. Allora…
Presidente: Era sempre una 127?
R.P.: Si. Si.
A.B.: Quindi lei era di sopra alla ragazza. Questa luce, questo lumino, questa… Dove lo vide lei? Lei era così… E faceva…
R.P.: Alzo la testa e…
A.B.: Alza la testa?
R.P.: Si.
A.B.: Si è girato dal finestrino e si vede davanti a lei che cosa?
R.P.: La lampadina.
A.B.: La lampadina. Ohooo, vede la lampadina, quindi vede una luce che l’abbaglia, che fa lei in quel momento?
R.P.: Icche fo?
A.B.: Eh..
R.P.: Vo via, l’ho detto dianzi.
A.B.: Quindi lei vede una luce?
R.P.: Si vedo una luce e vedo un signore
A.B.: E come fa a vedere il signore con la luce davanti?
R.P.: Bene!
A.B.: Bene come? Che giorno era?
R.P.: Insomma bene, gli era lì di notte ma vidi, fisicamente, insomma.
A.B.: Come?
R.P.: Fisicamente. Da i’ fisico.
A.B.: E dal fisico che vuol dire?
R.P.: Dalla statura.
A.B.: Scusi, la teneva in bocca la lampadina? Dove la teneva?
R.P.: L’avrà avuta in mano.
A.B.: L’ha vista la mano lei?
R.P.: Eh?
A.B.: L’ha vista la mano lei?
R.P.: Si.
A.B.: Ha visto la mano e la faccia a che distanza l’aveva dalla mano?
R.P.: Dalla mano? La faccia dalla mano?
A.B.: E’!
R.P.: A quaranta centimetri.
A.B.: Quaranta centimetri lei vede la pila, la mano e la faccia di questo signore? E lo riconosce?
R.P.: Mah, si, fisicamente.
A.B.: Fisicamente che vuol dire?
R.P.: A i’ fisico, alla statura!
A.B.: Alla statura e al fisico.
R.P.: Si. A i’ fisico della persona.
A.B.: Con la pila in mano?
R.P.: Si, con la pila.
A.B.: Con la luce in faccia?
P.M.: Ha detto di si già tre volte Presidente! Tre volte ha detto di si.
Presidente: Silenzio, silenzio, Pubblico Ministero lasciamo che il difensore faccia le domande.
A.B.: Voglio capire, voglio capire! Mentre lei sta facendo l’amore si vede una luce
R.P.: No ma io vedo…
A.B.: Stava facendo l’amore, lei stava di sopra, vede una luce
R.P.: Si.
A.B.: Ha paura, vede il braccio, la luce è qua, la distanza, la faccia e lei riconosce Pacciani di notte?
R.P.: Alzo il capo e io vedo
A.B.: Alza il capo?
R.P.: Si. La testa.
A.B.: E lei riconosce…
R.P.: Io…
A.B.: Va be’ faremo un esperimento sul punto, Presidente.
P.M.: Va be’ l’ho faremo.
R.P.: Per quanto che abbia potuto constatare si.
A.B.: Che significa “per quanto ha potuto constatare”? Me lo spieghi.
P.M.: Presidente, mi scusi…
Presidente: No, no, no Pubblico Ministero lasciamo la difesa che faccia le domande.
A.B.: Come mi spiega, come ha fatto a constatarlo? Quando l’ha constatato?
R.P.: Subito, quando…
A.B.: Subito quando?
R.P.: Alzo la testa, vedo la lampadina, alzo il capo e vedo…
A.B.: Alza il capo e che fa?
R.P.: E vedo l’omo, insomma, vedo la persona.
A.B.: Vede la persona? E la lampadina resta lì?
R.P.: La lampadina non me lo ricordo se
A.B.: No lei se lo deve ricordare perché se vede la faccia si deve ricordare dov’è andata a finire la lampadina.
R.P.: Si, la lampadina proiettava verso la macchina
A.B.: Verso la macchina, quindi anche verso di lei?
R.P.: Certo.
A.B.: Ma lei lo sa… L’ha mai vista una lampadina di notte? L’ha mai vista una persona di notte con la lampadina? Che tiene la lampadina e un altro che è illuminato… Ha mai visto quell’altro che è illuminato che riesce a riconoscere quello che tiene la lampadina? L’ha mai visto lei?
R.P.: Cosa?
A.B.: Dico, si è mai reso conto che è impossibile? No, dico, lei se lo deve ricordare perché qua c’è una persona che rischia tanto, capisce?
R.P.: Si, si.
Presidente: Avvocato, avvocato.
P.M.: Ora mi sembra…
Presidente: Ora lasciamo stare perché cosa rischia Pacciani non si sa.
A.B.: Voglio sapere come ha fatto, mi scusi Presidente
Presidente: Insomma… Ha capito il senso? Dice l’avvocato se lei aveva la lampadina piantata in faccia e quindi era abbagliato…
P.M.: Ha detto era a tre metri eh, non dimentichiamocelo.
R.P.: L’avrà abbassata la lampadina quando ho alzato il capo l’avrà abbassato la lampadina!
A.B.: L’avrà abbassata o l’ha abbassata?
R.P.: L’ha abbassata, io…
A.B.: E dove l’ha messa? Lei si ricorda tutto, mi deve dire dove ha messo la lampadina.
R.P.: Non lo so, l’avrà messa fuori, l’avrà messa…
R.P.: L’ha messa o l’avrà messa? Lei deve ricordare un fatto. Perché noi da questo fatto che lei ricorda dobbiamo trarre delle conclusioni che sono importanti. Va bene?
R.P.: Mhmm.
A.B.: Capisce che cosa? Ecco…
P.M.: Non so se è un’intimidazione al teste…
Presidente: Nooo
P.M.: Va bene.
A.B.: Sono importanti.
Presidente: Non forziamo la situazione.
P.M.: Non forziamo, esatto.
Presidente: Il teste… Lei deve stare assolutamente tranquillo comunque.
R.P.: Si, si io son tranquillo.
Presidente: Se lei dice la verità poi che sia verosimile o non verosimile lo giudicheremo noi. Lei deve dire la verità. Stia tranquillo non le succederà assolutamente nulla.
A.B.: Ha capito cosa voglio dire io? Mi sembra un po’ difficile così.
R.P.: No, io…
A.B.: Lei ha detto che questa lampadina scendeva in giù. Giusto? Quindi andava a finire dove? Nella portiera?
R.P.: Alla portiera, certo.
A.B.: La portiera non illumina. Non illumina né custodisce.
R.P.: Si.
A.B.: Né regge o governa nessuno. O no?
R.P.: Si, allora avevo già alzato il capo e avevo visto la figura della persona.
A.B.: Quindi aveva intravisto una sagoma?
R.P.: Si.
A.B.: Quindi una sagoma.
R.P.: Si.
A.B.: Ohoo, quindi non le fattezze? Capisce?
R.P.: Per conto mio…
A.B.: No. Ma lei aveva visto una sagoma o non aveva visto una sagoma?
R.P.: Si. Da prima ho visto la sagoma.
A.B.: Da prima. Vediamo da prima. Lei vede la sagoma e che fa? Ha paura, si toglie da quella posizione gradevolissima per lei?
R.P.: Si.
A.B.: E anche per la sua partner? Di sopra?
R.P.: Si.
A.B.: E che fa?
R.P.: Alzo la testa e poi… E poi l’ho detto, vo via.
A.B.: Lei dov’era sul sedile anteriore di guida o sul sedile a lato?
R.P.: Sul sedile non di guida, sul sedile destro.
A.B.: E allora che fa lei? Si toglie da lì, si alza, non so come faccia, va be’ si alza e poi che fa? La prima cosa che fa, che fa?
R.P.: La prima cosa che fo metto in moto la macchina e vo via.

A.B.: Allora lei, aspetti un attimo, mi scusi, mi scusi, lei vede questa pila, vede questa luce, la prima cosa che fa… E’ giusto?
R.P.: Si.
A.B.: Quindi non ha neanche il tempo di vedere altro che una sagoma? Si vede una luce, o no?
R.P.: Io ho visto…
A.B.: Si o no?
R.P.: Si ho visto la luce, ho visto la sagoma…
A.B.: Una sagoma lei vede, cioè immagina di aver visto una sagoma perché c’è una luce
R.P.: Si ma la luce poi la fu abbassata, io alzai il capo e…
A.B.: Allora lei che fece? Allora lei aspetta che la luce si abbassa e non ha detto prima che scappava? Che guidava? Che andava via?
R.P.: Si e poi andai via.
A.B.: Insomma lei l’ha vista o non l’ha vista questa persona?
R.P.: Si l’ho vista.
A.B.: Ha visto una sagoma.
R.P.: Si.
A.B.: Una sagoma.
R.P.: Si.
A.B.: Dopo di che si alza da lì e va, dove va?
R.P.: Quando vo via di lì?
A.B.: Si alza da sopra la sua dolce fanciulla, oggi signora, e che fa?
R.P.: Vado dalla parte della guida, metto in moto la macchina e vo via.
A.B.: E va via.
R.P.: Si.
A.B.: E ‘sta luce dov’è andata a finire?
R.P.: La luce poi ndo’ gli’è andata a finire…
A.B.: Cioè lei la luce lei la vede un attimo e poi non la vede più?
R.P.: No io poi vo via.
A.B.: Quindi lei vede la luce soltanto nel momento in cui lei si accorge di qualche cosa di strano, perché la luce mentre sta facendo all’amore, diciamo la verità, vede questa luce, ha paura, forse la sua donna non capisce che cosa c’è, lei piglia, si rimette, non so come faccia perché l’ha ci deve essere stato un gran canaio, prima di arrivare alla fine, si va via e chiuso e non vede più la luce?
R.P.: Andato via di lì un vedo più nulla.
A.B.: Non vede più nulla. Quindi lei ha visto una sagoma?
R.P.: Si eh!
A.B.: Perché non l’ha denunziata subito questa cosa ai carabinieri? A suo tempo? Nel ’79?
P.M.: Cosa doveva denunciare? Sarebbe pieno di denuncia la mattina.
R.P.: Io no. Io non denunciai nulla perché vedendo uno con la pila
P.M.: Gli aveva fatto qualcosa?
R.P.: Signor Presidente mi sembra che… assurdo…
P.M.: Per carità del Dio!
A.B.: Allora io le voglio fare una domanda.
Presidente: L’avvocato le fa questa domanda, è libero di farla.
A.B.: Questa domanda. Dunque lei è vero che è stato sentito insieme alla sua fidanzata?
R.P.: Si.
A.B.: Insieme dal Maresciallo dei Carabinieri e dai poliziotti?
R.P.: Si.
A.B.: Tutti e due insieme? Se lo ricorda questo?
R.P.: Si.
A.B.: Perché lei è stato chiamato da carabinieri quando?
R.P.: Io sono stato chiamato, guardi, forse mi ricordo anche il giorno, sono stato chiamato nell’ottobre del 1992.
A.B.: Bravo. Il 17.
R.P.: Il 17
A.B.: Ha visto, è una giornata tremenda il 17.
R.P.: Eh?
A.B.: Va bene. In questo giorno lei dice: “Era quasi mezzanotte” mi scusi Presidente, ecco perché mi ricordavo la mezzanotte…
R.P.: Un me lo ricordo…
A.B.: Eh?
R.P.: Io ho detto le nove e mezzo, poi…
A.B.: Era, dice però mezzanotte, qua, la mezzanotte deve quadrare in qualche modo
Presidente: Dopo cena ha detto, le 9:00 dopo cena
A.B.: Però qua c’è scritto “era quasi mezzanotte”
Presidente. E vuol dire che era mezzanotte, allora ricordava meglio, forse.
P.M.: Mi scusi, per correttezza, “era quasi mezzanotte” lo dice la donna!
A.B.: Certo ma poi lo conferma anche lui.
P.M.: No. La domanda è stata fatta alla donna.
R.P.: Io non me lo ricordo c’è qualche cosa
P.M.: Era quasi mezzanotte, eran passati dieci anni!
Presidente: Va be’ tanto signori…
A.B.: Eran passati dieci anni.
P.M.: Alla donna contestiamo che
Presidente: Ma la cosa non si sposta
P.M.: Una persona diversa che era mezzanotte…
A.B.: Non si sposta. Certamente. Volevo domandarle un’ultima cosa che… Lei è vero che un’altra volta fu avvicinato, in occasione di queste effusioni amorose che lei aveva con sua moglie, allora fidanzata, da un altro signore
R.P.: Si, si, si.
A.B.: Tal Pucci. Ecco, come sagoma questo Pucci assomiglia al Pacciani? Come sagoma?
R.P.: No. Gli è un omo piccino, basso…
A.B.: E lui invece è du’ metri?
R.P.: Si, no. Gli è più piccino perché, insomma…
A.B.: Lei l’ha visto anche questo di notte?
R.P.: No gli era di giorno allora. Una sera
A.B.: Ahaa, questo…
R.P.: Una domenica sera di giorno.
A.B.: E questo lo vide bene.
R.P.: Si, si.
A.B.: Oh, invece lui lo vide con la pila.
R.P.: Gli era di giorno come ora!
A.B.: Era di giorno come ora. Senta Presidente io non avrei altre domande sul punto però vorrei fare qualche domanda alla signora e poi eventualmente anche a loro, a lui insieme perché c’è una cosa che vorrei chiarire.
Presidente: Be, vedremo.
A.B.: Grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti ha domande da fare?
Avvocato Fioravanti: No Presidente, io volevo insistere con una istanza che aveva fatto l’avvocato collega che i testi devono essere fuori dall’aula e non con la porta aperta a sentire tutto l’interrogatorio.
Presidente: Quella è la stanza del Pubblico Ministero
A.F.: E lo so però
Presidente: Non ci dovrebbero stare i testi salvo che per motivi
P.M.: Presidente io vorrei allora farle presente un problema perché è un problema che io ho da tempo, mi risulta…
Presidente: Non me lo ha manifestato.
P.M.: No, no ma mi è venuto in mente ora, mi risulta che parte dei dibattimenti vengono trasmessi in diretta da una radio, noi non possiamo impedire ai testi lontani di sentire la radio quindi il problema della porta aperta è uguale identico alla radio.
Presidente: E va be’ se anche lo trasmettono in differita mi sembra…
P.M.: No, no in diretta. E quindi è allora un falso problema.
Presidente: No, i testi non possono stare
P.M.: Non ce ne sono.
Presidente: Devono stare fuori dell’aula.
P.M.: Chiudiamo sicuramente la porta, stia tranquillo.
Presidente: Se c’è qualcuno, per motivi di servizio, lì dentro, la porta deve essere chiusa.
P.M.: Non ne ho la più pallida idea io non controllo cosa c’è nelle porte lontane, comunque se cortesemente quella porta qualcuno la chiede, siamo disponibilissimi a dire a quei signori di andarsene in Questura e di chiamarli quando ne abbiamo bisogno, se è necessario.
Presidente: Va bene, sarebbe meglio, forse, per evitare…
P.M.: Lo facciamo, lo facciamo, lo facciamo.
Avvocato Fioravanti: Nessuna domanda devo fare.
Presidente: Dunque senta adesso signori Pierini. Riandiamo a quella sera, voi state facendo l’amore sul sedile della macchina, come accade tante volte, quindi lei vede questa lampada, questa lampada come se ne rende conto? Vede un chiarore dentro l’auto?
R.P.: Esatto.
Presidente: Ovviamente. Lei ha la testa girata?
R.P.: Certo.
Presidente: Questo chiarore si riferiva poi a questa famosa lampada
R.P.: Mhm
Presidente: Ricorda se questa lampada intanto era, questa luce veniva dal finestrino lato guida? Oppure dal lato…
R.P.: No da quell’altro lato.
Presidente: Dall’altro lato dov’era lei.
R.P.: Si, si dov’era la ragazza diciamo.
Presidente: Ecco.
R.P.: Dal lato destro.
Presidente: Dal lato destro, quindi dov’eravate voi in quel momento.
R.P.: Si, si.
Presidente: Lì per lì lei rimase un pochino sorpreso
R.P.:E’, si.
Presidente: Poi che fece? Si alzò di scatto?
R.P.: Alzai il capo, vidi e poi via.
Presidente: Ecco, un momento. Il concetto è chiaro, lei se l’è data a gambe. Intanto le domando, altre volte si era trovato in una situazione simile? Anche non in quel luogo lì?
R.P.:E… e.. no, perché noi fori non è che si andesse di molto. No.
Presidente: Quindi quella era la prima volta.
R.P.: Difatti quella fu l’ultima volta poi non siamo tornati più.
Presidente: Fu anche la prima volta che si trovò in una situazione simile?
R.P.:E si di notte perché poi, di giorno come ha detto l’avvocato…
Presidente: Con un guardone di notte.
R.P.: Quello lì. Si, si di notte.
Presidente: Quindi lei rialza il capo, guarda fuori del finestrino?
R.P.: Eh?
Presidente: Guardò fuori del finestrino?
Si, si, si.
Presidente: Il finestrino era abbassato? Semiabbassato?
R.P.: Si è! Ora…
Presidente: D’estate probabilmente sarà stato…
R.P.: Certo.
Presidente: Va be’, comunque quello… Ecco, quindi lei vede questa luce, quando lei alzò il capo questa luce che fece?
R.P.: Quando alzai il capo, questa luce, ora, icchè la fece? La… Un me lo ricordo, se la s’allontanò un pochino, se abbassò la mano…
Presidente: Ecco ma le domando: lei riconobbe, lo ha detto, il Pacciani
R.P.: Si.
Presidente: E di questo ne è sicuro?
R.P.: Bah!
Presidente: Ma in questa situazione di buio, naturalmente, con in più questa luce che sicuramente in un primo momento l’ha abbagliata, le è stata proiettata negli occhi, comunque addosso, come fa a dire che fosse proprio il Pacciani? L’ha riconosciuto con sicurezza?
R.P.:
Presidente: Glielo domando.
R.P.: Io l’ho detto, per me…
Presidente: Potè vederne le fattezze?
R.P.: Eh.
Avvocato Bevacqua: Che vuol dire “eh”?
Presidente: Cioè “sì”?
R.P.: Sì.
Presidente: Ecco, per vedere le fattezze di una persona ovviamente questa persona deve trovarsi in una situazione di luce anche precaria ma sufficiente
R.P.: Certo ma ora un mi ricordo se c’era anche la luna, mi pare.
Presidente: Quindi c’era una situazione ambientale che comunque le fattezze di questa persona lei è sicuro di averle viste bene.
R.P.: Là un me lo ricordo se c’è un lampione, se c’è o là alla strada… Un me lo ricordo però, mi pare.
Presidente: C’era del chiarore che veniva dalla strada anche?
R.P.: Eh mi pare che ci sia stato un lampione, c’è un cancello più in su, c’è una villetta…
Presidente: Quindi lei dice che la situazione ambientale non era di notte fonda, di buio assoluto ma c’era un chiarore ambientale che derivava, lei ha detto c’era la luna.
R.P.: Bhe, mi sembra, si.
Presidente: Sembra che ci fosse la luna e poi forse anche un lampione lungo la strada.
R.P.:E poi forse anche un lamipine, si.
Presidente: Comunque quello che volevo sapere è questo: lei è sicuro d’aver riconosciuto proprio il Pacciani. Mi dica una cosa, ma questo Pacciani lei lo conosceva… lei dove abita? Scusi, ha detto?
R.P.: Ora?
Presidente: No, allora dove abitava?
R.P.: Allora abitavo sopra Montefiridolfi.
Presidente: Sopra Montefiridolfi.
R.P.: Mhm
Presidente: Quindi il Pacciani lo conosceva bene?
R.P.: Di vista, di vista.
Presidente: Di vista si.
R.P.: Di vista. Io un ci ho mai parlato…
Presidente: Però lo vedeva frequentemente?
R.P.: Eh?
Presidente: A Montefiridolfi, che non è una metropoli, lo vedeva frequentemente?
R.P.: Si, poi l’ho rivisto a Mercatale, San Casciano, così.
Avvocato Bevacqua: Presidente, si ma questa zona che dice che c’era questo lampione che è in città allora?
R.P.: No perché vicino, lì sotto c’è come un ristorantino, a due o trecento metri ma quello però gli è distanti, però più su mi sembra, un me lo ricordo, però mi sembra io ce l’ho visto, c’è un cancello e c’è una villetta.
A.B.: Ma lei era davanti al cancello?
R.P.: Eh?
A.B.: Lei era davanti al cancello?
R.P.: No di qua alla strada
A.B.: Di qua alla strada quindi non si vede
R.P.: Insomma sulla strada.
A.B.: Sulla strada?
R.P.: Si.
A.B.: Era nascosto?
R.P.: Si. Lì lungo la strada.
A.B.: E dove ci si nasconde non ci sono i lampioni perché non ci si deve far vedere, o no?
R.P.: Si ora un me lo ricordo se questo lampione… Mi sembra che a questo cancello che ci fussi stato anche una luce pubblica, ecco. Però gliè passato tant’anni eh!
A.B.: Ma dico, in genere due amanti, due ragazzi che si voglian bene, due che vogliono fare come lei, uno sopra e uno sotto, non si mettono vicino alla luce, o no?
R.P.: Si ma sa…
A.B.: Si o no?
R.P.: Come?
A.B.: Si o no?
R.P.: Come?
A.B.: Si mettono alla luce per farsi vedere? Ha capito cosa le voglio domandare?
R.P.: Si
A.B.: In genere si nascondono. Quindi si ammacchiano, come si suol dire.
R.P.: Si, noi s’era…
A.B.: E quindi lei era ammacchiato?
R.P.: No, lungo la strada, lì.
A.B.: Ma nella macchia. Vicino a una macchia…
R.P.: C’è delle piazzole lì.
A.B.: C’è delle piazzole e s’è messo là, nelle piazzole non ci sono, in genere, a parte la luna, non credo che ci siano anche delle luci.
R.P.: No, no lì no.
A.B.: Lì non c’erano. Quindi c’era solo la pila
R.P.: Si.
A.B.: Grazie. Grazie.
R.P.: Lì c’era la pila.
Presidente: Senta, un’altra cosa che volevo domandarle, scusi avvocato Colao, per tornare a come è stato contattato dai Carabinieri. Sono venuti da lei su indicazione di qualcuno?
R.P.: No a me mi fu telefonato a casa.
Presidente: Lei di questo fatto ne aveva parlato a volte in giro? A suo tempo eh…
R.P.: No, no, no. In giro, ne avrò parlato a casa ma fuori no.
Presidente: Si, certo prego.
XXX : Scusi, ci vuole chiarire, però non so se si sappia… Funziona? Ecco, i Carabinieri quando la convocarono le chiarirono come erano arrivati a lei? Glielo spiegarono? L’abbiamo chiamata, abbiamo chiamato lei signor Pierini invece di Mario Rossi perché sappiamo che, faccio un ipotesi, perché ci interessa di capire come sono arrivati a lei e perché.
R.P.: No, io…
XXX : Glielo dissero?
R.P.: Un me lo ricordo bene ma insomma mi dissero… Cominciarono a farmi delle domande, durante che, s’era fidanzati, se ci si appartava, se s’era avuto, se s’era visto della gente vicino alla macchina, così.
XXX : Ho capito ma lei capisce bene che non è che l’hanno chiesto a tutta la popolazione giovanile della sua zona
R.P.: Certo.
XXX : Se l’hanno chiesto a lei un motivo ci sarà. Gliel’hanno chiarito?
R.P.: Mah io..
XXX : Non gliel’hanno chiarito.
R.P.: Un me lo ricordo.
Presidente: Vorrà dire che i verbalizzanti ce lo spiegheranno.
P.M.: Ce lo spiegheranno, tra l’altro l’hanno scritto in testa al verbale, così leviamo…
R.P.: Noi non ce l’abbiamo.
P.M.: Si, no, no, lo dicevo perché abbiamo la possibilità e la fortuna di chiederlo ai verbalizzanti che sono citati come testi e che non sono nell’aula né c’erano prima.
Presidente: Avvocato Colao
Avvocato Colao: Prego, ecco lei ha detto che ha visto il Pacciani, ha detto così e le faccio una domanda, la luce della lampadina tascabile era una luce forte o flebile? Una luce può essere o un faro o una piccola luce, secondo lei com’era questa luce?
R.P.: Ma ora… La luce gli’era abbastanza… E’ passato tant’anni ma insomma gli’era una luce abbastanza picchiante, insomma.
A.C.: Ecco ed era… Questa luce era alliniata col volto della persona che lei ha riconosciuto o era discosta dal volto della persona? Cioè era sulla stessa linea la luce o lontana?
R.P.:
A.C.: Ci pensi con calma.
Avvocato Bevacqua: Ha già detto, scusi. Ha già parlato.
A.C.: No ma scusa lascialo rispondere.
A.B.: No ha già detto. Era a quaranta centimetri dalla pila.
R.P.: Si, ora, ho detto a quaranta, venti…
A.C.: Allineata o discosta? E’ importante questo.
R.P.: Chi se lo ri… Volevo dire, unn’ha mica il metro uno!
A.B.: certo.
Presidente: Non ho mica il metro, dice.
A.C.: Ma di lato o davanti?
R.P.: Eh?
A.C.: La luce era davanti al viso della persona…
Presidente (fuori microfono): Non se lo ricorda bene.
A.C.: …O di lato?
R.P.:A i’ viso mio?
A.C.: Del Pacciani. C’era il Pacciani
Presidente: O presunto tale
A.B.: Io mi oppongo scusi.
Presidente: O presunto tale, avvocato, via…
A.B.: C’era un tizio il quale aveva una luce in mano.
Presidente: L’individuo, diciamo.
A.B.: L’individuo.
A.C.: L’individuo. Io infatti stavo parlando
Presidente: E va be’, via, si capisce
A.C.: Questa luce, allora, non so se mi spiego, era davanti al viso di questo individuo o era di lato? Perché il viso voleva vedere dentro? No? Com’era?
R.P.: La luce… Sarà stata un po’ discostata, un me lo ricordo ora. Io veddi questa…
A.C.: D’accordo, grazie.
Presidente (fuori microfono): Avete altre domande? Avvocato Pellegrini.
Avvocato Pellegrini: A questo punto mi sembra importante, la lampadina la teneva bassa o alta questa persona?
R.P.: Da prima faceva pari del finestrino, quando alzai il capo
A.P.: pari del finestrino, quindi all’altezza della vita?
R.P.: Si. Vers.. Si. All’altezza dei vetri, a metà finestrino.
A.P.: A metà finestrino?
R.P.: Si. Circa.
A.P.: Su una macchina, una 126, una 127, cos’era?
R.P.:E quello un me lo ricordo di preciso.
A.P.: Una utilitaria
R.P.: Si. Certo.
Presidente: Avvocatessa, lei.
Avvocatessa: Scusi signor Pellegrini ma lei ci ha detto che era, Pierini, scusi, lei ci ha detto che era estate, poteva essere giugno o luglio? O che mese era? Se lo ricorda approssimativamente?
R.P.: Ehee no. Mi ricordo era una stagione buona, abbastanza calda anche.
Avvocatessa: Comunque alle nove di sera era già buio totale oppure c’era ancora un po’ di chiarore dato dal sole che non era ancora tramontato completamente?
Avvocato Bevacqua: –Incomprensibile
Avvocatessa: Il signore ha detto le nove.
R.P.: Ho detto le nove e mezzo però io…
Avvocatessa: Si ma non è importante l’ora esatta è importante se c’era ancora un po’ di chiarore
Presidente: Il sole era tramontato?
R.P.: Il sole l’era tramontato.
Avvocatessa: Quindi era buio totale?
R.P.: Si.
Avvocatessa: O c’era ancora un po’ di chiarore tale da consentire di vedere eventualmente il volto?
Avvocato Bevacqua: Non suggerisca la riposta per cortesia. Abbia pazienza. La risposta no.
Avvocatessa: C’era ancora un po’ di chiarore?
R.P.: Si, se gli era le nove e mezzo d’estate
Presidente: No questo non può dirlo. Ha capito?
R.P.: Si, si.
Presidente: Non tragga deduzioni. Senta lei… Avvocatessa più di questo non si può dire, eh!
R.P.: Io un me lo ricordo.
Presidente: Se ero allora io, lui ha detto che comunque in quelle condizioni di luce, sarà la luna, sarà il lampione, sarà qualche cosa o non sarà, comunque in quelle condizioni di luce lui è riuscito a distinguere in quella figura con la lampadina il Pacciani. Secondo lui.
Avvocatessa: A me sta bene. Era solamente per fornire un quadro.
Presidente: Certo, certo.
Avvocatessa: E un’altra cosa lei raccontò l’episodio in paese a qualcuno?
R.P.: No, no.
Avvocatessa: Grazie.
R.P.: Unn’ho raccontato nulla.
Presidente: Possiamo licenziarlo?
P.M.: Senz’altro Presidente.
Presidente: Allora per il momento può andare di là signor Pierini, aspetti se ci fosse ancora qualche domanda da rifarle. Nel frattempo può andare via.

P.M.: Bandinelli Daniela
Presidente: Signori silenzio, signori silenzio. Signora prego, può accomodarsi qua. Romano l’accompagni sennò la signora non trova… Stia attenta alle scaline. Ecco. Ecco, si accomodi lì signora. Si stia attenta ai fili. Ecco, sieda pure signora. Vogliamo dare quella dichiarazione? Quella formula da leggere. Vuol leggere quella dichiarazione signora?
Daniela Bandinelli: Consapevole della responsabilità morale e giudi giudi ridica che assumo con la sua deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.



Presidente: Vuol dare le sue generalità alla signora? Quand’è nata?
D.B.: Il x di maggio del ‘xx
Presidente: Dove signora?
D.B.: San Casciano.
Presidente: A San Casciano. E risiede adesso?
D.B.:A San Casciano.
Presidente: Via?
D.B.: Via xxx xxxxx, 12.
Presidente: Senta signora preferisce… Vuole essere ripresa dalle telecamere oppure preferisce non essere ripresa?
D.B.: No preferisco di no.
Presidente: Di no. E allora per favore anche in questo caso allontaniamoci. Bene signora allora, il Pubblico Ministero e le altre parti vogliono rivolgerle alcune domande, cominciamo con il Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Signora lei ricorda di essere stata con suo marito, allora suo fidanzato, nella piazzola degli Scopeti qualche volta in intimità?
D.B.: Si.
P.M.: Più di una volta o una volta sola?
D.B.: Mah anche qualche volta si.
P.M.: Ricorda una volta che una persona, un guardone con la pila vi si avvicinò? Vi spiò?
D.B.: Si.
P.M.: Come lo ricorda questo episodio?
D.B.:Che si era, insomma, in macchina di notte e all’improvviso si vide illuminare da il finestrino la macchina. Dentro.
P.M.: Lei era in posizione tale che vedeva la pila o no?
D.B.: No la posizione era un po’ strana praticamente, comunque la luce dentro la vidi.
P.M.: Lei ebbe modo di vedere da chi veniva o da dove veniva questa luce o non ebbe la possibilità? Vide solo la luce?
D.B.: Solo la luce. Si.
P.M.: Vide che era una luce di una pila o non lo vide?
D.B.: Si. La luce di una pila.
P.M.: Cosa faceste?
D.B.:A qui punto si scappò.
P.M.: Scappando prima lei ebbe modo di vedere poi questa pila o chi, o in che mani era la pila o no?
D.B.: No, si vide soltanto l’ombra, gli ripeto, gli era buio.
P.M.: Lei?
D.B.: Si, andando via, scappando, si vide la pila e l’ombra di questa persona e ma poi noi si andò via.
P.M.: Suo marito poi le disse chi aveva riconosciuto in quella persona?
D.B.: Si.
P.M.: E chi aveva riconosciuto?
D.B.: Eh l’è il Pacciani.
P.M.: Io non ho altre domande. Grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande?
Avvocato Pellegrini: No Grazie.
Presidente: Signori avvocati della difesa, Avvocato Bevacqua.
Avvocato Bevacqua: Grazie. Signora lei ha avuto due volte occasione di essere oggetto di sguardi indiscreti da parte di persone estranee al vostro menage fidanzati prima, familiari dopo o no?
D.B.: Solo due volte.
A.B.: Due volte. Ohooo. Una volta… Ci racconti la prima e ci racconti la seconda.
D.B.: La prima volta era di giorno, di pomeriggio, verso, sarà stato verso le 4:00, così, sotto i boschi di Mercatale appunto. E la seconda volta era appunto questa notte qui, questa sera qui.
A.B.: Era notte? Che ora era?
D.B.: Ma sarà stato verso le undici e mezza…
A.B.: Le undici e mezza. Ecco, dove vi eravate nascosti?
D.B.: Quando dice?
A.B.: Mezzanotte, quella di mezzanotte. Era quasi mezzanotte.
D.B.: Nella piazzola dove poi è successo la strage. Insomma, la tragedia.
A.B.: Ah sii?
D.B.: Si.
A.B.: Ah. Era là.
D.B.: Quando s’ebbe paura che si scappò l’era là.
A.B.: Ecco. Da quanto tempo eravate lì voi?
D.B.: Con precisione non me lo ricordo ma sarà un’ore… mezz’ora/ un’ora.
A.B.: Quando è arrivata questa pila, questa luce voi eravate nell’intimità piena?
D.B.: Si.
A.B.: Piena, piena eh?
D.B.: Si.
A.B.: Ohoo. Senta signora, mi scusi, ma glielo devo domandare, lei dove stava? Nel sedile a lato della guida?
D.B.: No io ero nì sedile destro, quello…
A.B.: Dove sta il passeggero.
D.B.: Dove sta il passeggero.
A.B.: E suo marito?
D.B.: Mio marito l’era sopra di me.
-RISATE-
A.B.: Sopra di lei, ohoo. Son fatti di natura
Presidente: Signori via su.
A.B.: Son fatti di natura non c’è mica problemi.
D.B.: No, infatti, non mi sto mica vergognando io.
A.B.: Ecco signora scusi lei questa pila l’ha vista per quanti secondi/minuti/ore? Quanto c’è stata questa pila?
D.B.: Eh la pila… Frazione di secondi, si perché appena si vide illuminare dentro la macchina s’andò via, cioè si mise in moto e s’andò via.
A.B.: Quindi lei era supina, va bene?
D.B.:Mhm
A.B.: Sopra c’era suo marito, beati voi, facevate queste cose e lei stava sulla destra no?
D.B.: Si.
A.B.: Quando arrivò questa pila da che parte arrivò? La luce?
D.B.: Da sinistra. Dalla parte di là.
A.B.: Ecco, perché lei signora ai carabinieri disse: “Mentre eravamo in intimità un uomo si avvicinò con la pila accesa al vetro lato guida della vettura per spiarci. Lato guida. Capito? Cioè da un’altra parte. Se lo ricorda bene?
D.B.: No a quell’ora non me lo ricordo perché io mi ricordo, ora come ora, mi ricordo che l’era dalla mia parte.
A.B.: Dalla sua parte. Però alla Polizia, a proposito, quanti erano che la interrogavano signora?
D.B.: Non me lo ricordo, saranno stati quattro o cinque.
A.B.: Quattro o cinque ad interrogarla per una cosa così banale?
Presidente: Mica tanto.
P.M.: Bene, grazie Presidente. Grazie.
A.B.: Quattro o cinque. Senta… A volte basta uno, intelligente ne basta uno.
P.M.: Comunque non è banale quindi siamo a posto.
A.B.: Aldilà della banalità, mi scusi signora, quindi lei è sicura, ora è sicura che era il lato dove stava lei ma quando è stata interrogata dai Carabinieri o dalla Polizia, comunque Carabinieri e Polizia insieme, lei ha detto che invece era lato guida.
D.B.: Va be’ ora con precisione non me lo ricordo, so soltanto che la macchina s’illuminò poi…
A.B.: Ecco, s’illumino, non d’immenso, s’illumino e che fece?
D.B.: Come che fece?
A.B.: S’illumino, quando s’illumino lei che fece? Passò tutta la voglia sicuramente.
D.B.: Ehee, penso proprio di si.
A.B.: E suo marito che fece?
D.B.: Si scappò gliel’ho già detto.
A.B.: Prima di scappare ci si deve muovere un pochino, si deve togliere da una certa situazione imbarazzante…
D.B.:E’ certo, se gli sto dicendo che lui gli era sopra di me sarà ritornato al posto di guida…
A.B.: Mi scusi tanto ho bisogno di scandire questi momenti. Mi perdoni signora.
D.B.: Si, si ha’ voglia.
A.B.: Suo marito si toglie, si toglie, vede la luce, la vede anche lei, ci stanno guardando, pensate perlomeno, lei ha detto due o tre secondi, pochi secondi è stata ‘sta cosa no?
D.B.: Certo non si potea mica sta’ lì!
A.B.: Quindi pochi secondi, pochissimi.
D.B.: Si.
A.B.: Uno, due, tre, giusto?
D.B.: Si.
A.B.: Uno, due, tre.
D.B.: Il tempo di mettere in moto la macchina e anda’ via.
A.B.: Ecco però quando suo marito si toglie da sopra di lei, che è un po’ difficoltoso per vari motivi: perché c’è il freno a mano, perché il freno penso l’avesse messo, il freno a mano…
D.B.: Certo, la macchina senza freno a mano mi sa che un ci sta.
A.B.: Avrà probabilmente qualche vestito, qualche muta… qualche cosa, si mette dall’altra parte, giusto? E si mette… Quando suo marito è già alla guida questo è già scappato via con la luce?
Presidente: Se lo ricorda? Ricorda questi momenti signora? La scansione di questi momenti.
D.B.: Questo momento semplicemente non me lo ricordo. Io soltanto mi ricordo che quando lui entrò… insomma mise la macchina in moto per anda’ via a me mi venne di girarmi e vidi quest’ombra.
A.B.: Vide un’ombra.
D.B.: Che stava andando via.
A.B.: Ecco, quindi vide un’ombra, lei vide soltanto un’ombra?
D.B.: Si.
A.B.: Quello che vide lei l’avrà dovuto vedere anche suo marito?
D.B.: Penso di si.
A.B.: “Penso di si”. Quindi anche suo marito vide le ombre?
D.B.: Questa persona…
A.B.: Vide una luce e delle ombre? O un’ombra…
D.B.: Si
A.B.: Basta, non ho altre domande.
P.M.: Basta nemmen’io. Grazie.
Presidente: Altre domande avvocato?
Avvocato Fioravanti: Nessuna.
Presidente: Allora signora invece ce n’è qualcuna. Quindi ricordiamo questi momenti. Innanzitutto, questa lampadina lei la vide, cioè la vide proprio o vide solo il chiarore all’interno dell’auto? Si rese conto che c’era una lampada perché c’era chiarore all’interno dell’auto?
D.B.: Era una torcia grossa così che era puntata su’ i’ vetro
Presidente: Era di forma circolare?
D.B.: Si.
Presidente: Quindi aveva una parabola circolare piuttosto grande?
D.B.: Queste torce grosse.
Presidente: Era grossa. Quindi aveva una parabola di diametro abbastanza grosso. Quindi faceva una luce discreta?
D.B.: S’illuminò tutta la macchina dentro!
Presidente: S’illuminò tutta la macchina. Senta signora quindi, diciamo che voi state scappando e cosa vi state dicendo in quel momento lì? Il su’ marito che gli stava dicendo? O lei a suo marito, se lo ricorda?
D.B.: Mah, ora proprio i particolari… Io non me lo ricordo. Si sarà detto: scappiamo perché c’è qualcuno che ci guarda! Io penso…
Presidente: Scappiamo. Ecco ma senta che era il Pacciani quando gliel’ha detto?
D.B.: Quando poi s’era, s’era un po’ calmata la cosa perché la paura fu tanta.
Presidente: Ecco ma quando, scusi?
D.B.: Quando s’arrivò a casa.
Presidente: Quando s’arrivò a casa. Cioè quella sera stessa cosa gli disse esattamente suo marito?
D.B.: “Lo sai chi era quello lì?” E allora me lo disse.
Presidente: E lei questo Pacciani lo conosceva?
D.B.: Lo conosco così di vista frequentando il paese di Mercatale.
Presidente: A quell’epoca?
D.B.: Si.
Presidente: A quell’epoca lei dove stava?
D.B.: Lì a San Casciano.
Presidente: A San Casciano. E lei conosceva il Pacciani a quell’epoca?
D.B.: Lo conoscevo come lo conosco ora. Così di vista, frequentando, gliel’ho detto, il paese…
Presidente: Veniva a Mercatale qualche volta questo Pacciani?
D.B.: Io?
Presidente: No il Pacciani.
D.B.: Si Pacciani stava a Mercatale.
Presidente: Stava a Mercatale. Quindi glielo disse la sera stessa?
D.B.: Si, quando s’arrivò a casa mi disse: “Lo sai chi era quello lì? L’hai riconosciuto chi gli era quello lì?” E mi disse chi era.
Presidente: Mostrava paura di questo fatto?
D.B.:I’ mi mari… insomma i’ mi’ fidanzato?
Presidente: Si, che fosse il Pacciani?
D.B.: Porca!
Presidente: “Porca” vuol dire si.
D.B.: Si.
Presidente: Ma glielo spiegò? Ma ora scusi ora è chiaro, dopo tutti questi fatti qui è là, uno può dire: “Uh che paura che ho del Pacciani” ma a quei tempi dice. “Hai visto chi era? Il Pacciani”, perché doveva aver paura allora del Pacciani?
D.B.: Perché s’era sentito a giro che gli era successo delle cose e… Insomma che c’era stato dei delitti, così e allora lì per lì uno è segno che ci abbia paura.
Presidente: ma riferiti al Pacciani già allora?
D.B.: Ma penso che allora Pacciani non c’entrava
Presidente: Ah, non c’entrava, allora non se ne parlava di delitti riferiti al Pacciani, allora perché questo Pacciani faceva tanta paura a suo marito? Provi a ricordare, se se lo ricorda perché capisco che…
D.B.: Perché c’era qualcosa che non andava, tutte le cose non andavano bene su di lui. Una gran cosa, una grande, come si dice? Ora un mi so spiegare…
Presidente: No dica pure con parole sue.
D.B.: No un mi so… Come si può dire?
P.M.: Reputazione.
Presidente: Cioè in pubblico non godeva di grossa conside… Estimazione diciamo?
D.B.: Come?
Presidente: In pubblico si diceva male di lui?
D.B.: Si appunto, la gente non diceva tanto bene di lui.
Presidente: Tanto bene di lui.
Avvocato Bevacqua: Scusi Presidente io devo fare una contestazione alla signora sulla base delle sue domande.
Presidente: Certo, prego.
A.B.: Senta signora lei quando fu sentita la prima volta, perché lei viene sentita due volte, va bene?
D.B.: Si.
A.B.: Se lo ricorda? Una volta con cinque persone e un’altra volta dal Dottor Vigna. Vero?
D.B.: Preciso.
A.B.: la prima volta che viene sentita con cinque persone lei dice esattamente così, io gliela leggo e poi lei mi dice se è vero o non è vero, lei non parla assolutamente che suo marito, allora fidanzato, gli ha detto un giorno dopo o comunque nell’immediatezza che quello era Pacciani e lei dice questo: “In un’altra occasione sempre negli anni ’78 era quasi mezzanotte e mentre eravamo in intimità un uomo si avvicinò con una pila accesa al vetro lato guida della vettura per spiarci, ci impaurimmo moltissimo ed il mio fidanzato ripartì immediatamente. La persona che spiava si allontanò nel bosco.” Quindi non si dice nulla chi è e chi non è. “In un’altra occasione sempre negli anni ‘78/’79 quando fummo molestati da un altro guardone che ho riconosciuto come Pucci Giuliano. Ricordo che io scesi di macchina per scacciarlo ed egli scappò per ritornare poco dopo a guardare dal vetro posteriore.” Bene?
D.B.: Si.
A.B.: “Nell’occasione ricordo che era di pomeriggio, verso le ore 15:00, era voce comune che il Pacciani Pietro abitante a Mercatale Val di Pesa maltrattava la sua famiglia”, questo lei ha detto allora, “maltrattava la sua famiglia”.
D.B.: Perché forse non è vero?
Presidente: RIDE
A.B.: Certo signora ma è proprio questo, capisce? E’ proprio questo.
D.B.: Si. Appunto.
A.B.: Quello che c’è in questo processo. C’è questo.
D.B.: E io gli ho detto quello che…
A.B.: Allora, “maltrattava la sua famiglia”, “In quegli anni mio marito abitava a Montefiridolfi ed egli mi diceva che il Pacciani era chiacchierato come guardone”, lei quel giorno ai Carabinieri e alla Polizia insieme non disse null’altro signora. Perché?
D.B.: Come non dissi altro?
A.B.: lei disse che Pacciani maltrattava la famiglia
D.B.: Si.
A.B.: E che secondo suo marito il Pacciani era un guardone. Punto e basta.
D.B.: Si e allora?
A.B.: Ah le sembra poco?
D.B.: io non gli ho mica detto che quella sera il Pacciani ci aveva la rivoltella per veni’ ad ammazzarmi, gli ho semplicemente detto che ci aveva una pila per illuminarmi dentro la macchina.
Presidente: Suo marito le aveva detto che quello era il Pacciani?
D.B.: Si vede che lui l’avrà riconosciuto.
A.B.: Ahaaa si vede che lui l’aveva riconosciuto. Ma lei non l’ha riconosciuto.
D.B.: Io vidi soltanto la macchina illuminarsi e quando lui scappò, quando io mi girai vidi l’ombra da i’ di dietro della persona.
A.B.: Ohooo. Ecco allora questa sera lei dice, conferma davanti alla Corte che questa pila era sulla destra dove stava lei o sulla sinistra? Sul lato guida?
D.B.: Ora come ora io mi ricordo che l’era la parte dov’ero io, poi se io l’altro giorno dissi da quell’altra parte… Tutte le cose, tutti i particolari non me li ricordo.
A.B.: Sono importanti i particolari.
D.B.: Va bene, eh lo so ma se non me lo ricordo
A.B.: Va bene. Grazie.
Presidente: D’altra parte dice la verità.
Avvocato Fioravanti: Presidente una sola domanda se permette.
Presidente: Avvocato Fioravanti. Silenzio.
A.F.: Io volevo sapere signora quanto era alta quest’ombra che lei ha visto? L’altezza dell’ombra.
D.B.: Mah, tanto alta la non era, sarà stata…
A.F.: Tanto alta non è una misura signora.
D.B.: Eh lo so ma unn’è che io le sappia giudicare tanto le altezze…
A.F.: Lei l’ha vista. Ha visto l’ombra.
D.B.: Certo che l’ho vista. Però ora non mi ricordo quanto poteva essere alta. Capito? Anche perché è passato diversi anni e non mi ricordo tutti i particolari.
Presidente: Tanto alto non gli sembrava. Così ha detto.
A.F.: Tanto alto non sembrava. Pucci nell’altra volta le sembrava tanto alto o no?
D.B.: Pucci lo vidi. Anzi scesi per scacciarlo, sicchè…
A.F.: E quanto è alto Pucci, signora?
D.B.: Non lo so quanto sarà alto
Presidente. Come suo marito? Di più o di meno?
D.B.: All’incirca sarà come lui. Non so.
A.F.: Senta, nella zona c’era molto verde? C’erano molte frasche? Molti alberelli? Era chiusa come zona?
D.B.: Quando? La notte?
A.F.: Si, nella piazzola.
D.B.: La piazzola l’è… Insomma c’è gli alberi alti ma non è che ci sia stato il verde. Il verde era d’intorno.
A.F.: D’intorno si, la boscaglia. C’era boscaglia?
D.B.: Intorno e lì c’è la piazzola dove ci si ferma le macchine.
A.F.: C’era la luna?
D.B.: La luna.
A.F.: Non era piena? Luna.
D.B.: Luna.
A.F.: Senta una cosa il vetro della macchina lato no guida ma lato passeggero, lato suo, era aperto?
D.B.: No era chiuso.
A.F.: Era chiuso. Vetro lato passeggero, vetro lato guida era aperto o chiuso?
D.B.: Questo non me lo ricordo. Sarà stato aperto perché generalmente lui lo tiene sempre aperto, comunque questo non glielo so dire, ecco, non lo so, cioè non me lo ricordo.
A.F.: Grazie.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna grazie.
Presidente: Può andare signora grazie. Buonasera
D.B.: Buonasera.
P.M.: Presidente le dico subito che c’erano altri due testi, non so se è il caldo se è la giornata, aspettavano qua da stamani, due si sono sentiti poco bene e mi sono permesso un’oretta fa di mandarli via, quindi bisogna aggiornarci a domani come numero di testi.
Presidente: Mi spiace, il problema del caldo si farà sentire perché io ho ricevuto una lettera del Sindaco il quale mi dice che pur mettendocela tutta ci vorranno due mesi di lavoro non di meno e tra l’altro ci vorrà l’aula a disposizione per i lavori, i tecnici mi avevano detto esattamente il contrario e purtroppo quindi… Non so come potremo andare avanti…
P.M.: Se otteniamo qualche mezzo provvisorio
Presidente: Vediamo, vediamo. Signori ci aggiorniamo comunque a domani mattina alle ore 9:00. L’udienza è tolta buonasera.

25 Maggio 1994 12° udienza processo Pietro Pacciani

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