Cassazione riapre parzialmente il caso Narducci ma non c’è associazione a delinquere

di Francesca Marruco

Non ci fu nessuna associazione per delinquere finalizzata a depistare le indagini sulla morte del medico perugino Francesco Narducci, deceduto misteriosamente nell’ottobre 1985  nel Lago Trasimeno, sospettato di essere implicato nelle vicende del mostro di Firenze. Lo hanno sancito i giudici della Corte di Cassazione rigettando ricorso contro il non luogo a procedere  del gup perugino Paolo Micheli presentato dalla procura. Contestualmente la Corte ha ha anche annullato con rinvio degli atti al gup di Perugia per sette capi di imputazione e annullato decretandone la prescrizione per altri nove ( tranne che per le contestazioni dell’avvocato Brizioli che aveva rinunciato alla prescrizione).

Nessuna associazione Con la sentenza della Suprema Corte cadono dunque definitivamente le accuse legate al depistaggio e al presunto doppio cadavere nei confronti  del padre  e del fratello di Narducci, Ugo e Pierluca, dell’ex questore Francesco Trio, dell’allora comandante del nucleo elicotteri dei vigili del fuoco Adolfo Pennetti Pennella, del dirigente della polizia Luigi De Feo e del legale amico della famiglia Narducci Alfredo Brizioli.

Atti al gup Sono stati accolti invece, al termine di una lunga camera di consiglio, parzialmente accolti i ricorsi presentati dalla procura di Perugia e dalla vedova di Narducci. Per sette capi d’imputazione infatti i giudici della Cassazione hanno annullato la sentenza e rinviato gli atti al gup di Perugia. In particolare tornano al gip  le accuse di minacce a pubblico ufficiale e rivelazione di segreto d’ufficio contestate ad Alfredo Brizioli. Sempre per Brizioli annullata con rinvio anche la contestazione  di favoreggiamento  per avere, secondo l’accusa,  cercato di impedire l’accertamento sulla cartilagine tiroidea e per avere indotto i consulenti a negare la frattura di Francesco Narducci. Stesso discorso per le accuse di calunnia per aver denunciato alcuni giornalisti, di intralcio alla giustizia e minacce a pubblico ufficiale. Sempre per Brizioli Alfredo e l’ex questore Francesco Trio,  è stata annullata con rinvio la contestazione di interruzione di pubblico ufficio per avere turbato la regolarità delle indagini del Gruppo Investigativo dei delitti seriali Firenze – Perugia. Annullate con rinvio anche le contestazioni ad Emma Magara per falsa testimonianza e  per Mario Spezi, Luigi Ruocco, Zaccaria Ferdinando, per calunnia e diffamazione a mezzo stampa.

I reati prescritti Per alcuni dei reati contestati, per cui la Corte ha accolto il ricorso, è stata invece dichiarata la prescrizione. Si tratta in particolare delle accuse di calunnia per Narducci Maria Elisabetta e Valeri Elisabetta. Favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio per Dean Fabio. Giovanna Ceccarelli per favoreggiamento e falso ideologico. Ugo e Pierluca Narducci, Francesco Trio, Adolfo Pennetti Pennella per soppressione di atti e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale per aver, secondo l’accusa, soppresso la documentazione relativa all’intervento del nucleo elicotteri di Arezzo il 13 ottobre 1985. Frezza Adriana e Marcello Zoppitelli per false informazioni a pubblico ministero, Gianfranco Bernabei per favoreggiamento.

Falcinelli: caso chiuso «Con la sentenza della Corte di Cassazione è stata ribadita l’estraneità di Francesco Narducci alle vicende fiorentine , ed è altresì ripristinata la tutela della memoria di quest’ultimo valente studioso e docente della facoltà di medicina dell’università di Perugia». Lo ha riferito Francesco Falcinelli, l’avvocato della famiglia Narducci, dopo la decisione della Corte di Cassazione. «Con la sentenza di ieri – ha detto ancora – si è inoltre concluso il processo a carico dei miei assistiti che hanno espresso profonda soddisfazione per la decisone dei giudici di legittimità».

Ribadita estraneità Francesco Narducci a mostro Firenze Con la sentenza della Corte di Cassazione è stata «ribadita l’estraneità di Francesco Narducci alle vicende fiorentine, ed è altresì ripristinata la tutela della memoria di quest’ultimo valente studioso e docente della facoltà di medicina dell’università di Perugia». Lo ha riferito Francesco Falcinelli, l’avvocato della famiglia Narducci. «Con la sentenza di ieri – ha detto ancora – si è inoltre concluso il processo a carico dei miei assistiti che hanno espresso profonda soddisfazione per la decisone dei giudici di legittimità». «Caso definitivamente chiuso» anche per David Zaganelli che difendeva l’ex questore Francesco Trio.

Crisi, nessun caso chiuso E’ l’avvocato Francesco Crisi, che rappresentava la vedova di Narducci a proporre una lettura totalmente diversa: «Il ricorso nostro e della procura è stato accolto per 17 dei 20 capi d’imputazione e anche per l’assoluzione relativa all’associazione a delinquere bisognerà leggere prima le motivazioni».  Se è dunque certo che l’accusa più pensate è caduta, restano  in piedi, e qualcuno dovrà esprimersi in merito,  altre contestazioni  che potrebbero essere state messe in atto senza un’associazione alle spalle. Giuridicamente è una strada in salita. Ma è un mistero ancora tutto da raccontare.

Mostro di Firenze, la Cassazione riapre parzialmente il caso Narducci ma non c’è associazione a delinquere

22 Marzo 2013 Stampa: Umbria 24 – Cassazione riapre parzialmente il caso Narducci ma non c’è associazione a delinquere
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