Il 24 Aprile 2006 rilascia testimonianza Ferdinando Zaccaria

Questo uno stralcio della testimonianza:

Domanda: Chi e quando ha proposto di organizzare l’attività su villa Bibbiani?
(..) Nel mese di dicembre dello scorso anno o gennaio di quest’anno Mario Spezi mi telefonò dicendomi di aver saputo da Luigi Ruocco di una casa situata in località Capraia – Limite che sarebbe stata frequentata da sardi. Devo premettere che tempo prima mi trovavo con lo SPEZI a casa della signora TRIOLO ex convivente del RUOCCO da cui aveva avuto una bambina e in quella occasione SPEZI e RUOCCO si conobbero e si scambiarono i numeri dei rispettivi cellulari. Prima ci fu uno scambio di battute tra i due, e RUOCCO disse che in passato aveva avuto modo di conoscere i sardi, e questo perché SPEZI gli aveva chiesto se fosse a conoscenza di un luogo di sardi che ancora non fosse conosciuto. Chiaramente SPEZI gli chiedeva ciò per le sue indagini giornalistiche sul “mostro di Firenze”. Dopo giorni ricevetti dallo SPEZI la telefonata di cui ho detto. Con questa telefonata SPEZI mi disse di accompagnarlo a vedere il posto del quale aveva delle indicazioni. Mi ricordo che mi disse che c’era una strada che si restringeva e dopo un po’ bisognava girare a destra, Mi sembrò male rifiutare e lo accompagnai, ma non trovammo il posto. Ricordo che lui telefonò a RUOCCO diverse volte facendosi dare meglio le indicazioni e una volta ci parlai anch’io e mi arrabbiai. RUOCCO mi rispose che ci avrebbe accompagnati lui quando avrebbe avuto tempo perché stava lavorando.
Dopo un po’ SPEZI mi ritelefonò o venne in ufficio e mi fa: “ho fissato l’appuntamento con RUOCCO alla Coop di Ponte a Greve”. Mi disse che RUOCCO non avrebbe voluto che andassi anch’io perché per lui io ero sempre un poliziotto. Questo sempre secondo quello che mi disse SPEZI. Io però lo accompagnai all’appuntamento.
Da lì SPEZI mi chiese di andare con la macchina mia tutti e tre e così ci recammo a Limite Capraia dove RUOCCO ci portò su una stradina dietro a un bosco dove lasciammo la macchina e proseguimmo a piedi per 50/100 metri. Incontrammo poi una sbarra di traverso e RUOCCO da lì ci disse: “quella è la casa”. Indicò una Villa e disse: “mi ha detto che l’accompagnava qui.” Poi siamo andati via. Poi credo il giorno dopo o comunque in quei giorni siamo tornati io e SPEZI in quella villa di mattina. Era aperto e sono entrato con la macchina del parcheggio. Ci siamo incamminati a piedi e abbiamo incontrato un giardiniere che tagliava l’erba, di nome SALVATORE, siciliano, con cui ci siamo messi a parlare, soprattutto SPEZI che chiedeva notizie della storia della Villa. Poi siamo andati in una discesa lì vicino e Spezi mi disse: “per me è questa perché mi disse che c’era un furgone vecchio o una macchina vecchia parcheggiata.” Quella in pratica era la casa dei sardi per come SPEZI aveva appreso da RUOCCO e come SPEZI mi riferì. Se non ricordo male mi disse anche che RUOCCO gli aveva fornito una foto o gliel’aveva fatta vedere. Devo ancora dire che in questo posto sono tornato ancora un’altra volta quando SPEZI venne a trovarmi con un suo amico giornalista americano e mi chiese di accompagnarlo per far vedere la villa a questo suo amico. Era di giorno, la mattina, e li accompagnai con la macchina mia. Voglio ancora dire che SPEZI in una occasione mi disse che in questa casa di Limite un amico di RUOCCO aveva accompagnato VINCI e aveva visto un armadietto dove c’erano delle scatole. Alla domanda di quest’amico al VINCI di cosa ci fosse stato dentro queste scatole, scatolette, il VINCI aveva risposto: “sono affari miei.”
Domanda: SPEZI le ha fatto riferimento alla necessità di risolvere con tale comportamento i suoi problemi giudiziari?
(..) No, mi disse che avrebbe fatto un grosso scoop giornalistico. Devo dire che delle sue vicende personali con me non parlava.
Domanda: SPEZI le ha detto di avere problemi e con quale autorità procedente?
(..) Forse mi disse di avere un problema con la procura di Perugia perché lui era amico di un suo amico d’infanzia. Io non gli chiesi nulla.
Domanda: Douglas Preston era a conoscenza del piano?
(..) Sì. Evidentemente l’aveva informato SPEZI. Io non lo conoscevo e lo conobbi quando vennero insieme da me nella circostanza che ho spiegato.
Domanda: qualcuno ha parlato di oggetti da far rinvenire in villa Bibbiani?
(..) Davanti a me no. Quello che io ho fatto e ho sentito l’ho già riferito.
Domanda: RUOCCO ha parlato della possibile presenza di una machine-pistol, di una Beretta calibro 22 e di scatolette?
(..) A me RUOCCO disse solo che un suo amico gli aveva riferito che il sardo forse aveva anche una Beretta 22. Non lo sentii parlare di machine-pistol. Mi riferì invece SPEZI che il RUOCCO gli aveva parlato di certe scatolette.
Domanda: che cosa contenevano queste scatolette?
(..) Non lo so. Quando andai con SPEZI e RUOCCO a vedere la casa io chiesi a RUOCCO che cosa fossero le scatolette di cui SPEZI mi aveva parlato e lui mi rispose: “A me questo amico ha detto solo di avere visto queste scatolette, ma non il contenuto”. Io chiesi questo perché avrei dovuto fare un appunto per la Questura ed era quindi necessario fornire quante più notizie possibili.
Per me non era altro che un dovere civico di chi sapendo quei fatti che avrebbero potuto rappresentare dei reati avvertiva la necessità di informare la polizia. Dovete considerare a maggior ragione che sono stato per 30 anni in Polizia.
Domanda: potevano contenere forcine o munizioni?
(..) Non lo so. Come ho spiegato l’amico rispose a RUOCCO: sono fatti miei.
Domanda: perché non sono state rinvenute le munizioni calibro 22 e dove si trovano?
(..) Non sono state rinvenute perché all’atto in cui presi la pistola calibro 22 le utilizzai per andare a sparare per provare l’arma. Nella scatola da 50 c’erano poche e così le sparai.
La pistola era di quelle da collezione, di quelle da donna da borsetta e volli provarla.
Credo che fosse il 1995 – 1996.
Domanda: è stato lo SPEZI a parlarle delle armi e delle scatolette?
(..) Delle scatolette me ne parlò SPEZI la prima volta, mi sembra al telefono, poi fu lo stesso RUOCCO a parlarne durante il viaggio per accompagnarci alla casa. Credo che nella stessa occasione genericamente RUOCCO disse che i sardi avevano armi perché non gli mancavano ma non fece riferimento a un’arma specifica né tantomeno a una Beretta 22 tranne l’accenno di cui sopra.
Domanda: da chi e quando è stato redatto l’appunto per la Questura?
(..) L’appunto come fonte confidenziale materialmente l’ho redatto io ma sulla base di notizie fornitemi dallo SPEZI e quelle da me direttamente acquisite come ho spiegato. L’ho portato prima al dottor Bernabei che mi indirizzò dal dirigente della squadra mobile per competenza. Fu così che parlai e consegnai l’appunto al dottor Filippo Ferri. Nei giorni successivi lo SPEZI mi sollecitava che io intervenisse in Questura a smuovere le indagini per fare intervenire la polizia presso la villa. Io però non feci nessun sollecito, contrariamente a quello che dissi a SPEZI per tagliare corto il discorso, avendo già fatto il mio dovere di cittadino informando di quello che avevo saputo la polizia.
Domanda: si è dichiarato disponibile ad accompagnare la polizia sul posto?
(..) Sì. Dissi al dottor FERRI che non era facile trovare il posto e che io eventualmente sarei stato disponibile ad accompagnarlo.
Domanda: ha capito dai discorsi che SPEZI le ha fatto e dalle sollecitazioni per far intervenire la polizia al più presto che lui credesse a questi fatti, e quindi al possibile rinvenimento di armi o di altro materiale interessante per le sue indagini?
(..) Credo di sì. Ho avuto la chiara impressione che SPEZI ci credesse e fosse convinto che la polizia avrebbe trovato oggetti utili alle indagini che lui stava conducendo e questo gli avrebbe fatto fare uno scoop mondiale.
Domanda: ha altre cose da dire?
(..) Non ho altro da dire e chiedo di essere prosciolto non avendo commesso alcunché di illecito.
(..) Voglio aggiungere di essermi ricordato di aver depositato al dottor FERRI una foto raffigurante Antonio Vinci che mi aveva consegnato precedentemente SPEZI. Era una foto di repertorio di un vecchio processo, almeno a quanto mi disse SPEZI. Una foto che io portai di mia spontanea volontà e SPEZI non mi disse nulla e non so se l’ha mai saputo che io l’abbia consegnata alla Polizia.
Domanda: perché e quando SPEZI le diede la foto di VINCI ANTONIO?
(..) Perché ero curioso di vedere chi fosse questa persona che io non avevo mai visto e quindi conosciuto.
La mia curiosità derivava dal fatto che Spezi mi parlava di questo VINCI ANTONIO come di persona che secondo lui poteva avere un ruolo nella vicenda del “mostro di Firenze”.
Mi diede la foto verso gennaio di quest’anno.

Vedi: Sentenza Micheli Pag. 896/897/898/899

delle scatolette me ne parlò Mario Spezi la prima volta, mi sembra al telefono, poi fu lo stesso Rocco a parlarne durante il viaggio per accompagnarci alla casa. Credo che nella stessa occasione genericamente Rocco disse che i sardi avevano armi perché non gli mancavano ma non fece riferimento a un’arma specifica né tantomeno a una Beretta 22 tranne l’accenno di cui sopra… l’appunto come fonte confidenziale materialmente l’ho redatto io ma sulla base di notizie fornitemi dallo Spezi e quelle da me direttamente acquisite come ho spiegato.

Inoltre

Spezi mi parlava di questo Antonio Vinci come di persona che secondo lui poteva avere un ruolo nella vicenda del Mostro di Firenze.

e ancora

Alla mia richiesta di precisazioni, la fonte ha aggiunto che in quel posto ci poteva essere la famosa pistola calibro 22 del Mostro di Firenze con altri oggetti pertinenti a quella vicenda.

24 Aprile 2006 Testimonianza di Ferdinando Zaccaria

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