28 Novembre 1997, 34° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Mario Vanni, Giancarlo Lotti

Presidente: Comodi. Allora, ci siamo tutti? Lotti, c’è? 
(voce fuori microfono)
Presidente: Ah, ecco.
Avvocato: Presidente, scusi, sfrutterei l’attimo che ancora non c’è il signor Lotti, per fare una precisazione.
Presidente: Dica.
Avvocato: Ieri voi avete acquisito – e forse già l’avevate nel fascicolo – la lettera di pugno scritta da Lotti Giancarlo. E vi renderete conto che questa lettera è scritta da un semianalfabeta. Era quello che lui cercava anche di dire ieri.
Presidente: Sì, ma difatti…
Avvocato: È un semianalfabeta. Allora io, poiché, ad onor della verità, lessi speditamente l’ultima parte della lettera, ma questo l’avevo fatto perché, dalla segretaria del mio studio che è fiorentina, mi ero fatto fare una traduzione. Altrimenti non l’avrei potuta fare. Ora, se voi vi volete avvalere di questo testo che interpreta quello per facilitarvi il compito quando…
Presidente: No, no. No, no… 
Avvocato: Così io ve lo fornisco.
Presidente: No, no, avvocato.
Avvocato: Era una gentilezza per facilitare il lavoro della Corte.
Presidente: Eh, lo so. Però non… possiamo servirci di altri mezzi, non di quello.
Avvocato: Grazie, Presidente.
Presidente: Niente. Allora…
Avvocato Colao: Presidente, mi scusi.
Presidente: Mi dica.
Avvocato Colao: L’imputato Vanni avrebbe da fare una dichiarazione, preliminarmente.
Presidente: Okay.
Avvocato Colao: Se lei consente… Grazie.
Presidente: Allora, aspetti. Diamo prima atto che ci sono tutti… Signorina, ha preso… Le parti, tutti. Vanni con due difensori; Faggi rappresentato dai due difensori. L’avvocato Zanobini per Corsi. Lotti è presente con Bertini. Le parti civili mi sembrano quasi tutte. Comunque l’avvocato Curandai che mi rappresenta anche le altre. Va bene? Lei prende poi il nominativo, tutti i nomi. Allora, prego.
Mario Vanni: Permette, signor Presidente.
Presidente: Mi dica.
Mario Vanni: La senta, io gli è du’ anni che son qui e non ho fatto nulla, sono innocente. Non ho visto mai nemmeno la mi’ moglie, perché l’è malata, la un può venire a trovarmi. E quindi son malato anch’io. C’ho un’ernia, c’ho un’urciola e poi c’ho, Dio bono, un coso… una cateratta. Io dico: peggio che così! Io mi rimetto a lei.
Presidente: Va bene.
Mario Vanni: lo non ho fatto nulla, sono innocente, gli direi…
Presidente: Quella è un’altra cosa. Ora non possiamo dire nulla su questa cosa qui. Va bene? Allora, Lotti, per cortesia, venga qui. Bene. Buongiorno. Ecco, lei mi dice quando è stanco. Va bene? ?
Giancarlo Lotti: Sì, sì…
Presidente: Lì c’è sempre l’acqua a sua disposizione. Prego, avvocato Curandai.
Avvocato Curandai: Sì. Avvocato Curandai, parte civile Laura Rontini. Signor Lotti, io cercherò di esprimermi con parole semplici e molto chiare. E, quindi, spero che anche lei possa rispondere tranquillamente e serenamente in maniera chiara. Innanzitutto le vorrei chiedere cortesemente se lei ha mai conosciuto o ha sentito parlare di un certo Oliviero, signor Oliviero.
Giancarlo Lotti: Oliviero gli era il postino di San Casciano.
Avvocato Curandai: Il postino di San Casciano. Lei lo ha conosciuto?
Giancarlo Lotti: Si andava anche a mangiare insieme.
Avvocato Curandai: Ecco. Senta, a proposito di questo signor Oliviero, che cosa le ha riferito il Vanni?
Giancarlo Lotti: Mah, e…
Avvocato Curandai: O che cosa sa, a proposito del Vanni?
Giancarlo Lotti: Come, a proposito del Vanni?
Avvocato Curandai: Cioè, questo signor Oliviero, ha fornito oppure no qualcosa al Vanni?
Giancarlo Lotti: Sì, quei cosi… come si chiamano? Il vibratore.
Avvocato Curandai: Vibratore.
Giancarlo Lotti: Gliel’ha consigliato lui.
Avvocato Curandai: Sì. Le risulta che anche il signor Oliviero, oltre al Vanni, sia andato a Vicchio?
Giancarlo Lotti: No, questo non… lo escludo.
Avvocato Curandai: Lo esclude, o non l’ha presente?
Giancarlo Lotti: No, no, questo niente. No.
Avvocato Curandai: Perché, c’è un testimone, il quale dice di aver visto anche Oliviero a Vicchio insieme al Vanni. Le risulta…
Giancarlo Lotti: Lui c’ha la macchina.
Avvocato Curandai: Le risulta…
Giancarlo Lotti: Oliviero c’ha la macchina. Ci aveva la macchina.
Avvocato Curandai: E quindi può darsi che portasse anche il Vanni a Vicchio?
Giancarlo Lotti: Mah, questo io non so niente, di questo. Che l’abbia portato, io questo non lo so. Io non posso sapere tutte le cose che fanno gli altri.
Avvocato Curandai: Sì, sì. No, siccome ci sono dei testi che parlano di Vanni a Vicchio, e poi…
Presidente: Va be’, avvocato, non lo sa.
Avvocato Curandai: … ovviamente di questo Oliviero.
Giancarlo Lotti: Ma se gli è andato con lui, io come faccio a saperlo? Son cose…
Avvocato Curandai: Va be’… Benissimo, no, non c’è problema. Senta, c’è da chiarire un particolare: lei ha mai ricevuto del danaro da Vanni?
Giancarlo Lotti: No.
Avvocato Curandai: Le faccio questa domanda perché, la teste Bartalesi invece dice che sistematicamente le avrebbe dato del danaro il Vanni.
Giancarlo Lotti: A me?
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: No. Questo, gli è escluso.
Avvocato Curandai: Io non ne posso fare ovviamente una contestazione formale, però…
Giancarlo Lotti: Io gliene dico davanti a tutte le persone che gli è qui. A me un m’hanno dato niente nessuno.
Avvocato Curandai: Comunque. ..
Giancarlo Lotti: Io ho lavorato giorno per giorno, mi son guadagnato dei soldi lavorando. Sicché io non ho preso niente da nessuno.
Avvocato Curandai: No, no, io non le posso contestare nulla perché lei…
Presidente: No, signor Lotti, lei stia tranquillo. Voleva sapere se lei ha ricevuto danaro da Vanni. Tutto qui.
Giancarlo Lotti: Io son tranquillo. Io non ho avuto mai soldi da nessuno.
Presidente: Tutto qui. Può chiarire tranquillo… Se lo ha ricevuto, lo dica. Se non lo ha ricevuto, non lo dica.
Giancarlo Lotti: No, no, no.
Presidente: Basta.
Avvocato Curandai: Non ci sono problemi, risponde di no. Io le dico semplicemente che la teste Bartalesi, con cui lei ha avuto un breve rapporto, ha parlato sistematicamente di questo… Va be’, ne prendiamo atto. Lei ricorda un litigio fra lei e il Vanni davanti al Bar Centrale, a cui avrebbe assistito il signor Butini Fabrizio?
Giancarlo Lotti: Mah, sarà stato forse semplice. Un credo di tante cose…
Avvocato Curandai: No, se lo ricorda. Non ci son mica problemi…
Giancarlo Lotti: No, no…
Avvocato Curandai: Lo ricorda, o non lo ricorda? Si ricorda di aver detto gualche frase precisa, in quella occasione, al Vanni?
Giancarlo Lotti: Mah, un me ne ricordo di preciso ora.
Avvocato Curandai: Perché il Butini, su questo punto, è stato molto preciso, eh.
Giancarlo Lotti: No, un me ne ricordo. Se…
Avvocato Curandai: Voglio dire: prima di rispondere, può benissimo anche attendere, riflettere. Perché sono fatti lontani nel tempo, magari. Quindi può prendere anche tempo, prima di rispondere. Non è obbligato a rispondere subito. Ha capito, signor Lotti? Stia tranquillo.
Giancarlo Lotti: Eh, lo so. Non me ne ricordo di questo fatto.
Avvocato Curandai: Non se lo ricorda. Il Butini dice questo, che: “Se mi metto a parlare, tu stai più fermo”, lei avrebbe detto al Vanni. ‘Se io – Lotti – mi metto a parlare, tu stai più fermo, te Vanni.’ Davanti al Bar Centrale in San Casciano.
Giancarlo Lotti: Mah, l’ho detto innanzi, non me lo ricordo di preciso.
Avvocato Curandai: Il Butini, su questo punto, è stato preciso.
Giancarlo Lotti: Se… su questo fatto, non… non son sicuro.
Avvocato Curandai: Non è sicuro?
Giancarlo Lotti: No.
Avvocato Curandai: Il Butini, qui, è stato molto sicuro.
Giancarlo Lotti: Eh, lo so.
Presidente: Va be’, il Butini. Lui non è… Perché…
Avvocato Curandai: Va bene, va bene. Basta. Non c’è nessuna polemica, non ci sono problemi. Lei risponde sì o no e si va avanti.
Giancarlo Lotti: Io gliel’ho detto, no. Non mi ricordo preciso.
Avvocato Curandai: Sì, sì, io… non c’è dubbio. 
Giancarlo Lotti: Non è cosa di…
Presidente: Comunque, c’è stato un litigio fra lei e il Vanni davanti a quel bar? Ora, non si ricorda in che termini, ma c’è stato un litigio, o no?
Giancarlo Lotti: Mah, su questo fatto un lo so. Qualche parola. Ma io…
Presidente: No, no 
Giancarlo Lotti:  .. un me ne ricordo.
Presidente: … se c’è stato un litigio, indipendentemente dal contenuto. C’è stato un litigio, o no?
Giancarlo Lotti: Ma un… me ne ricordo di preciso, su questo fatto. Bah, un posso dire sì o no.
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Va bene. Signor Lotti, ieri lei ha parlato di un medico che, in cambio di danaro, avrebbe ricevuto, come lei ha detto, la carne. Cioè, questi…
Presidente: Scusi, eh avvocato…
Avvocato Curandai: Prego, prego.
Presidente: Lui ha parlato di un dottore.
Avvocato Curandai: Di un dottore…
Presidente: Eh, se mai chiediamo. Ma, dottore, è un medico… Perché poi l’avvocato Colao, ha fatto la domanda e poi non l’ha completata.
Giancarlo Lotti: Ma lui dice un medico veterinario.
Presidente: Eh, quello, quel dottore, era un medico, o un dottore, un titolo… un laureato?
Giancarlo Lotti: Mah, lei a quale dottore si riferisce?
Avvocato Curandai: Scusi, se mi consente, Presidente, di fare la domanda.
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Allora, lei ieri ha parlato di un dottore che andava a Mercatale da Pacciani a prendere i feticci in cambio di danaro. Va bene? Ci siamo?
Giancarlo Lotti: Questo l’ho detto.
Avvocato Curandai: Sì. Era un medico, o un dottore… non so, un commercialista…
Giancarlo Lotti: Vanni gli ha detto che gl’era un medico. Io un posso mica approfondir la cosa.
Avvocato Curandai: Era un medico. Bene.
Giancarlo Lotti: Lui m’ha detto così. Poi, se l’era un medico…
Avvocato Curandai: Senta, e questo scambio: danaro-feticci, riguarda tutti i delitti oggetto di questo processo? Cioè: ’81-’82-’83-’84-’85?
Giancarlo Lotti: Questo, non lo so di certo. Questo non… Come faccio a saperlo preciso… Non lo so.
Avvocato Curandai: Signor Lotti, io credo che lei sappia molte cose. Mi sembra che possa fare uno sforzettino in più, per dire la verità. È il momento opportuno. È l’unico momento veramente opportuno di dire la verità. Io la prego di dire più cose, su questo punto. Perché qui si deve dire la verità, tranquillamente e sinceramente.
Giancarlo Lotti: Mah, io ho visto quel giorno. Poi io un so altre cose.
Avvocato Curandai: Lo ha visto quel giorno?
Giancarlo Lotti: Quel giorno e basta.
Avvocato Curandai: In piazza di San…
Giancarlo Lotti: Poi, se gl’è stato altre cose…
Avvocato Curandai: Lei lo ha visto…
Giancarlo Lotti: … tra loro, io non lo so. Questo, un posso…
Avvocato Curandai: … anche fisicamente, questa persona?
Giancarlo Lotti: No, un l’ho vista io, personalmente. L’ho vista in questa macchina.
Avvocato Curandai: In questa macchina.
Giancarlo Lotti: Poi, un l’ho vista per bene, la persona come l’era.
Avvocato Curandai: Quindi, lei, su questa persona non ci può dire nient’altro?
Giancarlo Lotti: Io…
Avvocato Curandai: Per esempio ci può dire qual era lo scopo di questo scambio danaro-feticci? Che scopo…
Presidente: Scusate, scusate… Avvocato, scusi un attimo. Ricordo alle telecamere di non riprendere il Lotti, eh. Ora, vale anche l’avvertimento di ieri. Bene, possiamo continuare.
Avvocato Curandai: Grazie. Ricorda lo scopo di questo scambio? Cioè, lei può dire qualcosa su questo punto?
Giancarlo Lotti: No, io un posso dire, perché a me, più di quello, un mi hanno detto. È un dottore che andava da Pietro, e basta.
Avvocato Curandai: Ma…
Giancarlo Lotti: Come fo a sapere altre cose?
Avvocato Curandai: … di che zona era? Era di Firenze, di Siena…
Giancarlo Lotti: E come fo a sapere, a me un mi hanno mica detto se gl’era di Firenze, o se gl’era di Prato, o di coso. Come fo a sapere queste cose!
Avvocato Curandai: Nemmeno che specializzazione avesse? Medico generico, cosa?
Giancarlo Lotti: A me m’anno detto un dottore. Come fo a capirlo se gl’era un dottore di medicina, o di coso. Come fo…
Avvocato Curandai: Lei non ci può dire nemmeno l’età. L’età, niente?…
Giancarlo Lotti: L’età. Come fo a sapere… I’ ché vo a domandargli l’età io? Se parlava quell’altro, come facevo a dirlo io?
Avvocato Curandai: Signor Lotti, io ho l’impressione… 
Presidente: Non si deve… Lotti, non si deve adirare…
Giancarlo Lotti: No, io non mi arrabbio.
Presidente: Sono domande legittime, scusi. Allora… 
Giancarlo Lotti: Lo so…
Presidente: Poi gliene farò anch’io delle altre. Perché lei deve dare delle spiegazioni, scusi, eh. Abbia pazienza, eh.
Avvocato Curandai: Signor Lotti…
Presidente: Non si può metter su un castello, qui…
Avvocato Curandai: Coraggio, coraggio, coraggio. Bisogna tirarla fuori, questa verità. Questo è il momento opportuno. Mi scusi, io insisto perché rappresento una delle parti…
Presidente: L’avvocato vuol sapere se sa qualcosa di questo dottore, di questo medico.
Giancarlo Lotti: Mah, a me m’aveva detto un dottore, però le altre cose non le so io.
Avvocato Curandai: Ma io ho l’impressione che le sappia le cose, lei, invece. Le dica, le dica, è il momento opportuno.
Presidente: Ora, senza volermi inserire nelle domande che poi arriverà il mio turno, ma possibile che una persona come il Vanni, come il Pacciani, vengano a parlare di lei di tante cose e lei non ha, neanche per curiosità, dice, non fa nessuna domanda? Si limita così. Perché lei ha confessione di tutti. Abbia pazienza, eh.
Giancarlo Lotti: Ma se un me l’hanno detto…
Presidente: Lei, le cose, le sa molte di più, caro Lotti. Eh, se non le vuol dire, è un altro discorso e non gliele possiamo strappare con le mani, con le tenaglie. Però, qualcosa in più dovrebbe dire. Per suo interesse, interesse di tutti, per la Giustizia.
Avvocato Curandai: Se sa qualcosa di più, ce lo dica, serenamente.
Presidente: Com’è la domanda, allora. Se non vuol rispondere, che si può fare? Andiamo.
Avvocato Curandai: No, ma sta riflettendo. Forse…
Giancarlo Lotti: No, non sto riflettendo. Se dico una cosa e io non so altro, i’ che devo dire cose che un so?
Avvocato Curandai: No, quello no.
Giancarlo Lotti: Eh, e allora?
Avvocato Curandai: Io le chiedo di dire quello che lei sa. Io credo che lei sappia molte cose di più. Va bene, passiamo ad altre domande. Passiamo, appunto, al duplice omicidio di Vicchio. quando lei parlò a Vanni della famosa piazzola di Vicchio. E, su questo punto, c’è anche l’ammissione di Vanni. Vanni ha detto che lei gli parlò di questa piazzola. Il Vanni, in quel momento, che cosa le chiese di preciso? Se lo ricorda? Siccome lei è stato interrogato su questo punto, quindi io credo che possa ricordare quello che lei ha già dichiarato un anno fa.
Giancarlo Lotti: Sì, quande s’andette là?
Avvocato Curandai: Sì. Quando lei andò col Pucci e vide questa piazzola, la Panda celeste, eccetera…
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: … poi lei ne parlò col Vanni. Va bene?
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: E il Vanni, in quel momento, cosa le disse? Quando lei ne parlò col Vanni.
Giancarlo Lotti: Quando ho trovato il Vanni?
Avvocato Curandai: Sì. Quando lei gli dice: ‘noi s’è trovato questa piazzola, questa Panda celeste’, cosa disse il Vanni?
Giancarlo Lotti: C’era queste persone, c’era questa macchina celeste ferma.
Avvocato Curandai: Sì. E cosa disse, in quel momento, il Vanni? Se lo ricorda? Sennò glielo ricordo io.
Giancarlo Lotti: No, disse di fare un sopralluogo là, in questa piazzola.
Avvocato Curandai: Le disse, scusi?
Presidente: Di fare un sopralluogo là, su questa piazzola.
Avvocato Curandai: Sì, ecco: “Egli mi chiese il percorso che avevo fatto per andare a Vicchio”. È vero questo?
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Ecco. Poi, nei successivi colloqui, il Vanni le dette oppure no conferma di aver fatto un sopralluogo a Vicchio, insieme a Pacciani, sì, o no?
Giancarlo Lotti: Eh, questo… questo un lo so. Se c’enno andati da soli, questo non…
Avvocato Curandai: Ecco…
Giancarlo Lotti: Qui’ giorno siamo andati insieme, questo lo dico.
Avvocato Curandai: Sì, però, lei deve essere un po’ più preciso su questo punto, perché lo è già stato preciso. Cioè, il Vanni e il Pacciani le dissero che, prima del duplice omicidio, erano già andati là a Vicchio, eh? Glielo dissero?
Giancarlo Lotti: Mah… prima dell’omicidio?
Avvocato Curandai: Eh, glielo dissero che erano già andati anche loro là, andarono, prima dell’omicidio?
Giancarlo Lotti: Sì, ci andarono.
Avvocato Curandai: Ci andarono, ecco. E questo lo aveva già detto. Bene. Senta…
Giancarlo Lotti: No, il giorno…
Avvocato Curandai: No, io non…
Presidente: Aspetti, lo faccia completare, lo faccia completare.
Avvocato Curandai: Certo.
Presidente: Dica.
Giancarlo Lotti: Il giorno innanzi, mi chiesero di andare… insomma…
Presidente: Con loro.
Giancarlo Lotti: Di andare insieme.
Presidente: Ecco.
Giancarlo Lotti: No, per precisare all’avvocato. Insomma, per…
Presidente: Il giorno prima dell’omicidio, le disse: ‘domani si va’. È così?
Giancarlo Lotti: Quello me l’hanno detto innanzi, il giorno…
Presidente: Prima, il giorno prima.
Giancarlo Lotti: Di andare su questo luogo qui.
Presidente: E che loro erano stati anche a Vicchio per conto loro, quando glielo hanno detto? Se glielo hanno detto.
Giancarlo Lotti: Lo dissero dei giorni innanzi, che gli erano stati a guardare questa piazzola.
Presidente: Ah.
Avvocato Curandai: Sì, sì, ma questo lo ha già dichiarato. Allora…
Presidente: Avvocato, non lo sappiamo cosa ha dichiarato.
Avvocato Curandai: Certo.
Presidente: Perché non li abbiamo questi verbali, eh.
Avvocato Curandai: Ma io faccio le domande proprio per informare la Corte, eh. Io le so, le conosco le risposte e non conosco solo le mie domande. Dunque…
Presidente: Quando lei dice “loro”, scusi avvocato. Quando dice “loro”, “loro” chi?
Giancarlo Lotti: Mario e Pietro.
Presidente: Mario e Pietro Pacciani.
Avvocato Curandai: Bene. Passiamo ad un’altra domanda. Lei ricorda a che ora arrivaste a Vicchio la sera del…
Giancarlo Lotti: È sempre stato dopo cena.
Avvocato Curandai: Sì. Ma ricorda. . .
Giancarlo Lotti: Di preciso, come fo a ricordarmi… è da tanto tempo.
Avvocato Curandai: Eh, cerchi di fare uno sforzettino su questo punto. Perché lei ha dichiarato qualcosa di preciso, già, davanti… davanti a tre Procuratori della Repubblica, non davanti a un vicebrigadiere di periferia, ma davanti a tre Procuratori della Repubblica, tutti e tre riuniti per lei.
Giancarlo Lotti: Siamo partiti verso le nove e mezzo, le dieci.
Avvocato Curandai: Dunque, lei ha dichiarato che arrivaste alle 23.00, verso le 23.00. Può darsi?
Giancarlo Lotti: Mah, preciso… non ho mica guardato l’orologio se gl’era più tardi o no.
Avvocato Curandai: Può confermare?
Giancarlo Lotti: Sarà stato più tardi delle 22.00.
Avvocato Curandai: Certamente. Lei ha già dichiarato verso le 23.00, conferma questa… Benissimo. Senta un’altra cosa: lei ha più volte descritto il coltello usato da Vanni per gli omicidi. Lo ha descritto nell’interrogatorio dell’11 marzo del ’96 e in sede di incidente probatorio. Poi lo ha descritto anche in aula, ieri. Lei, scusi, era. . . mi sembra che lei fosse presente quando questo pugnale, quando questo coltello da cucina fu mostrato al dottor Maurri, eh? Lei era presente in aula.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Quel coltello sequestrato a Vanni, può essere identificato con quello che lei ha visto in mano a Vanni quando egli procedeva a questi assassini, a questi omicidi?
Giancarlo Lotti: Mah, io ho visto quella lunghezza che ho fatto ieri.
Avvocato Curandai: Ecco, quel coltello sequestrato a Vanni, visto qui in aula, è quello? Può esser quello?
Giancarlo Lotti: Può darsi sia quello. No, son sicuro che sia quello lì. Poi…
Avvocato Curandai: Va bene. Senta, lei ieri…
Giancarlo Lotti: … per avere…
Avvocato Curandai: … ha parlato poi di uno spolverino. Lei…
Giancarlo Lotti: Lo spolverino lo aveva…
Avvocato Curandai: Sì, ha parlato di uno spolverino, nel senso…
Giancarlo Lotti: Una volta sola un l’aveva.
Avvocato Curandai: No, adesso passiamo a un altro…
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Mi scusi, eh signor Lotti.
Giancarlo Lotti: No. ..
Avvocato Curandai: No, no, stia tranquillo.
Giancarlo Lotti: No, io son tranquillo.
Avvocato Curandai: Non ci sono problemi.
Giancarlo Lotti: No.
Avvocato Curandai: Non ci sono problemi. Allora, lei ieri ha parlato di uno spolverino.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Noi sappiamo tutti che cosa è successo ieri. Ieri, lei ha detto che, per quanto riguarda l’omicidio di Vicchio, escludeva che quello spolverino…
Giancarlo Lotti: No, di molte volte non mi riesce esprimermi…
Avvocato Curandai: …sì. Fosse stato prelevato dal Vanni. E ha spostato questa scena, questo prelevamento, questo indossamento dello spolverino, lo ha spostato all’85.
Avvocato Filastò: La domanda qual è, avvocato?
Avvocato Curandai: Questa è la premessa della domanda. Come fa lei.
Avvocato Filastò: La domanda, però.
Avvocato Curandai: Come fa lei, Filastò. Anche lei fa le premesse, quando fa le domande. Me la faccia fare anche a me, per cortesia.
Presidente: Va bene. Niente polemiche, per cortesia.
Avvocato Curandai: No, nessuna polemica. Allora, dico: se io le mostrassi le fotografie di alcuni spolverini, lei sarebbe in grado di riconoscere, più o meno, quello indossato da Vanni?
Giancarlo Lotti: Sul celeste.
Avvocato Curandai: Gliele faccio vedere, così…
Presidente: Erano sul celeste, dice lui.
Giancarlo Lotti: Sul colore celeste, due…
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Era uno spolverino celeste…
Giancarlo Lotti: Di quelli che si portano fino a qui.
Presidente: Sì, a metà, a metà gamba.
Giancarlo Lotti: Quelli normali.
Presidente: Sì.
Giancarlo Lotti: Aveva delle tasche qui davanti e… Però, su un coso solo, un gliel’ho vista.
Presidente: Su un…?
Giancarlo Lotti: Su un… lì, all’85, non l’ho visto.
Presidente: Scusi, scusi, faccia parlare. 
P.M.: No, glielo lasci… Sta dicendo: su uno non gliel’ho visto.
Presidente: Eh, ‘su uno non gliel’ho visto’. Su quale non l’ha visto?
Giancarlo Lotti: Su uno dell’85. Quello, son sicurissimo, non l’aveva.
Presidente: Non l’aveva.
Giancarlo Lotti: No.
Presidente: A me sembra che anche ieri sera ha detto proprio il contrario.
Giancarlo Lotti: No, mi sono… espresso male io.
Presidente: Ecco. Ieri sera ha detto che a Vicchio lo escludeva.
Giancarlo Lotti: No, mi sono…
Presidente: Lo escludeva.
Giancarlo Lotti: No, mi sono un po’ sbagliato io, perché…
Presidente: Ecco, mi dica, mi chiarisca.
Giancarlo Lotti: … perché ho parlato e allora mi sono… 
(voce fuori microfono)
Presidente: Ecco, chiarisca un po’. Allora, lo spolverino quand’è che non lo aveva?
Giancarlo Lotti: Nell’85.
Presidente: Nell’85.
Giancarlo Lotti: Gli altri cosi ce l’aveva.
Presidente: Ce l’aveva a Vicchio, come Vicchio, Baccaiano e Giogoli?
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Sempre lo stesso spolverino celeste?
Giancarlo Lotti: Io ho visto sempre quello.
Presidente: Ah.
Giancarlo Lotti: Eh, qui gl’è un colore un po’ diverso. Come fo a…
Avvocato Curandai: No, ma il tipo è quello… Non mi interessa il colore…
Giancarlo Lotti: Eh, le maniche ce l’aveva di certo.
Avvocato Curandai: E il tipo?
Giancarlo Lotti: Il tipo celeste.
Avvocato Curandai: Soltanto che era celeste. Presidente, vogliamo dare atto che il Lotti ha indicato i due spolverini sequestrati a Vanni?
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Mah, veramente, lui non è che ha detto così, eh. Lui ha detto, lo spolverino è un’altro.
Avvocato Filastò: È tutta una cosa che si sta inventando lei, avvocato.
Avvocato Curandai: Io non m’invento niente.
Avvocato Filastò: Sì. . .
Presidente: No, avvocato, avvocato, scusi…
Avvocato Curandai: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: Perché ha detto celeste, ma non ha indicato proprio nulla.
Presidente: Ma no
Avvocato Filastò: Per ora, almeno.
Avvocato Curandai: Io…
Avvocato Filastò: Se vuole, glielo fa rivedere. E probabilmente ora voi…
Presidente: Avocato, sappiamo cos’è uno spolverino, via. Non occorre… Non è quello lì lo spolverino che aveva il Vanni.
Avvocato Filastò: Ha detto celeste. Ed ha detto che il colore non lo può vedere. Non ha indicato proprio nulla.
Giancarlo Lotti: No, ma lì un si…
Avvocato Curandai: Allora…
Giancarlo Lotti: Lì, non si vede.
Presidente: Era scuro, lì è scuro, comunque.
Giancarlo Lotti: Eh, lo so…
Presidente: Lì è scuro.
Avvocato Curandai: Presidente, Presidente, riformulo la domanda.
Presidente: Ecco.
Avvocato Curandai: A me non interessa il colore dello spolverino, interessa il tipo. Siccome io ho in mano quattro fotografie di spolverini, fra cui quello sequestrato a Vanni, ci vuole indicare a quale di questi tipi corrisponde lo spolverino visto a Vanni la sera de… Il modello, il modello. È qua. Lui ci deve indicare il modello. Basta.
Giancarlo Lotti: Come fo a giudicare costì, il modello? Il modello…
Presidente: No, non riconosce il modello. Lo guardi, via. Lo guardi… Lo riconosce così, o no?
Giancarlo Lotti: Quello… è il tipo.
Presidente: Non sono… è diverso da questo? Lo dica, se è diverso lo dice; se non è diverso, lo dica. Scusa, eh.
Giancarlo Lotti: Come… su questo qui, l’era un po’ più… va giù. Questo gl’è un po’ più corto. Quello, va giù a mezza gamba, qui.
Presidente: A mezza gamba.
Giancarlo Lotti: Saranno questi due qui, per me. Perché uno… lo spolverino è qui…
Presidente: Allora, diamo atto che vengono mostrati al teste le fotografie…
Giancarlo Lotti: Questi due… questi due non c’hanno…
Presidente: … di quattro spolverini. . .
Giancarlo Lotti: Son quei due davanti.
Presidente: …e lui indica i due della parte sinistra.
Avvocato Curandai: (voce fuori microfono) E diamo atto che sono gli spolverini sequestrati a Vanni.
Presidente: E va be’.
Avvocato Curandai: Ci siamo arrivati, pian pianino, vede, si arriva a tutto.
Presidente: Lui non ha detto che sono quelli gli spolverini.
Avvocato Curandai: Ma non gli ho chiesto… Presidente, io ho chiesto il modello, non ho chiesto il colore.
Presidente: Ah, va bene. Benissimo.
Avvocato Bertini: Presidente, possiamo dare atto che indicava la lunghezza dello spolverino… Il Lotti indicava con la mano…
Presidente: Sì, a mezza gamba, a mezza gamba. Lo spolverino…
Avvocato Curandai: Questo, chiarisce…
Presidente: Che ha visto che arrivava a mezza gamba. 
Giancarlo Lotti: E gl’ era giù per qui, un n’è che…
Presidente: Sì, mezza gamba.
Giancarlo Lotti: C’è anche di quelli un po’ più lunghi. Secondo che…
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Va bene, va bene. Allora, altra domandina: ecco, dopo il delitto… Adesso ritorniamo un attimino al delitto di Vicchio.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Lei, in sede di incidente probatorio, ha parlato di un coltello. Cioè che la ragazza, la povera Pia Rontini, fu colpita, fu uccisa con un coltello. Io le voglio fare questa domanda: per quanto… Lei ha sentito degli spari?
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Quando c’era la macchina di fronte a quell’altra macchina…
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: … la macchina celeste.
Avvocato Curandai: Va bene. Lei ha visto la direzione degli spari. Ha visto contro chi erano diretti? O ha solo sentito gli spari? Risponda.
Giancarlo Lotti: Io ho sentito degli spari.
Avvocato Curandai: Non ha visto la direzione degli spari.
Giancarlo Lotti: La direzione… Se gli hanno presi nella macchina…
Avvocato Curandai: Ecco.
Giancarlo Lotti: … qualcheduno l’avrà colpito di certo.
Avvocato Curandai: Va bene. Quindi lei ha solo sentito gli spari. Non ha visto il bersaglio, non ha visto la direzione, cioè il bersaglio.
Giancarlo Lotti: Se c’era la macchina davanti, quello davanti a sparare…
Avvocato Curandai: Va be’. Ecco, dopo questo, il delitto di Vicchio, la macchina di Pacciani era davanti a lei, o dietro?
Giancarlo Lotti: No, davanti.
Avvocato Curandai: Davanti.
Giancarlo Lotti: Gl’era davanti lui.
Avvocato Curandai: Bene. Come procedeva?
Giancarlo Lotti: Ma loro…
Avvocato Curandai: Procedeva… Sì, sì, un c’è problema.
Giancarlo Lotti: Aspetti un secondo.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Perché la macchina era dentro la piazzola.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: La sua. La mia, no.
Avvocato Curandai: Certo.
Giancarlo Lotti: La mia l’era dalla parte della strada.
Avvocato Curandai: Bene, bene.
Giancarlo Lotti: Da una parte… più su della piazzola.
Avvocato Curandai: Dica pure tutto quello… Benissimo, sì.
Giancarlo Lotti: Questo, gl’è quello che ho visto io, lì.
Avvocato Curandai: Bene, bene. Io volevo sapere, però, una cosa precisa. Perché lei ha già fatto molte dichiarazioni su queste…
Presidente: Ora facciamolo parlare, facciamogli precisare.
Avvocato Curandai: Sì.
Presidente: Questa è una cosa che non ha mai detto prima…
Avvocato Curandai: Certo, Presidente.
Presidente: Non l’ha detto mai prima.
Avvocato Curandai: Certo.
Presidente: Allora, lei la macchina dove la lasciò?
Giancarlo Lotti: Io, la macchina, l’ho lasciata prima della piazzola. Andando…
Presidente: Ha imboccato la stradina che porta alla piazzola, o no?
Giancarlo Lotti: No, io nella piazzola non ci sono entrato, perché c’era…
Presidente: È rimasto sulla strada, è rimasto…
Giancarlo Lotti: Io son rimasto sulla strada. La macchina, guardando…
Presidente: Sulla strada asfaltata, intendiamoci, su quella lì?
Giancarlo Lotti: No. Non sulla… Perché lì un c’è strade asfaltate. C’è un pezzo l’è sterrata.
Presidente: Sì, quella che va alla piazzola.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Però dica… quando dice che l’ha lasciata sulla strada…
Giancarlo Lotti: Poi, più avanti, non mi ricordo se l’è asfaltata o no.
Presidente: Scusi, quando lei dice l’ha lasciata sulla strada, è la strada asfaltata, o una diversa strada?
Giancarlo Lotti: No, no, gl’è lì, qui’ pezzetto l’era sterrata.
Presidente: Quel pezzettino che, dall’asfalto, va… Bene.
Giancarlo Lotti: Io l’ho lasciata un po’ più sopra della piazzola. Guardando così, che si guarda il fiume, o si guarda le case di fronte della parte di là.
Presidente: Sì.
Giancarlo Lotti: E loro l’avevan messa dentro, nella piazzola. Proprio accosto… non proprio vicino, ma insomma… che potessimo sortire, andar via di dentro la piazzola.
Presidente: Ah, l’hanno messa proprio vicino alla Panda, loro.
Giancarlo Lotti: Non proprio accosto.
Presidente: Sì, va be’, ma insomma vicino.
Giancarlo Lotti: Un pochino distante, pochino. Un n’è che…
Presidente: Lei ha detto: così che non potessero sortire… È così, vuol dir questo, no?
Giancarlo Lotti: Sì, sì, quello lì. Perché la macchina l’era fatta per così e messa vicino… un n’è proprio un bosco, insomma, gl’è un boschetto così, normale. Vedendolo… Poi c’è le macchine torno torno, lì. In do’ c’è l’aiola.
Presidente: Sì, esatto.
Giancarlo Lotti: L’aiola, questa piazzolina. Però, a quell’epoca, non lo so se era più corta, la piazzola, o più grande. Come piazzola, dicevo, più corta…
Presidente: Sì, c’erano degli arbusti torno torno, sì.
Giancarlo Lotti: Sì. Poi, la macchina, non l’han messa proprio precisa, perché, se doveva sparare a quei due, bisognava stesse un pochino più distante, la macchina. Un n’è precisa proprio lì. 
Presidente: E lei dove si collocò?
Giancarlo Lotti: Ma io ero quasi vicino alla strada. Perché la piazzetta l’è a 4-5 metri, non… Un metro più o meno, non è che sia stato di molto distante, io.
Presidente: C’era la macchina celestina, la Panda celeste. Poi c’era la macchina del Vanni e Pacciani. E lei dov’era?
Giancarlo Lotti: Ma io ero un po’ più… verso la strada. Però non proprio vicino alla strada. Un pochino…
Presidente: Vedeva bene, comunque? Vedeva bene?
Giancarlo Lotti: No, io stavo un pochin distante, perché sai, la paura che avevo addosso, non è da starci vicino…
Presidente: A che distanza era dalla macchina? Dalla macchina del Pacciani o quella del…
Giancarlo Lotti: La mia, io?
Presidente: No, lei, lei. Non la sua macchina. Alla macchina quella ferma.
Giancarlo Lotti: Eh, quante sarà stato? Pochissimo. Un pezzetto così. Un metro, massimo.
Presidente: No, lei, lei come persona, lei si ferma, a un certo momento. Perché lei cosa andò a fare?
Giancarlo Lotti: No, io mi fermai lì e loro andettan dentro e portonno la macchina… Poi…
Presidente: Io volevo sapere a che distanza osservava la scena, lei?
Giancarlo Lotti: Io ero un po’ più distante. Per non esser proprio lì che un pigliassin me.
Presidente: Appunto, ma siccome lei ha detto una distanza… ieri sera ha detto: ‘da qui al fondo della stanza’. È così?
Giancarlo Lotti: No
Presidente: Meno, dieci metri, cinque metri, due metri, dieci passi.
Giancarlo Lotti: No, ma questo è il fatto della macchina degli Scopeti, la distanza. Questa è un’altra distanza, è diversa.
Presidente: Sì, a Vicchio, appunto, questa… ho capito, ma siccome ieri lei, per dare l’idea della distanza, ha fatto riferimento all’ampiezza di quest’aula, va bene? Ora, io le ricordo a lei, siccome lei dice: ‘ è distante’, bene; vogliamo sapere in metri, in passi quant’è la distanza.
Giancarlo Lotti: Sarà stato un quattro o cinque metri, di preciso un… 
Presidente: Ecco, questo… Ma è una cosa che ha detto già all’incidente probatorio.
Giancarlo Lotti: Quattro o cinque metri son pochini, ‘un è che…
Presidente: Prego, avvocato.
Avvocato Curandai: Bene. Allora, scusi, signor Lotti, dunque, dopo il delitto di Vicchio, ecco, siamo subito dopo il delitto, il Pacciani a che velocità procedeva? Piano, sostenuta, la velocità, andava forte, pianino?
Giancarlo Lotti: Era una strada un po’ sterrata, però io la strada… la conosceva solamente lui, io un…
Avvocato Curandai: Sì. Lui la conosceva bene la strada?
Giancarlo Lotti: Io sono andato dietro a lui, un so, dietro al Pacciani.
Avvocato Curandai: Ecco, ma veniva sollevata della polvere, molta polvere? La velocità com’era, veloce o no?
Giancarlo Lotti: Io un ho guardato, perché, sai, in quei momenti lì impaurito com’ero un ho mica guardato se l’era veloce o a 40 o a 50. Quello…
Avvocato Curandai: Comunque veniva sollevata molta polvere, lei ha detto.
Giancarlo Lotti: Lui andava un pochino più forte di me.
Avvocato Curandai: Ecco, lui andava più forte di lei. Bene. E il Pacciani le dette l’impressione, oppure no, che conoscesse quella zona? Andò davanti per questo, forse.
Giancarlo Lotti: Per me sì, perché io un la conoscevo di certo. Io un la conoscevo di sicuro.
Avvocato Curandai: Ecco, lei…
Giancarlo Lotti: Poi se…
Avvocato Curandai: Si.
Giancarlo Lotti: … s’è passato dove c’era una fonticina, una fonte, c’è un ponticino…
Avvocato Curandai: Sì, siete passati anche di lì.
Giancarlo Lotti: … poi si passa di lì. E c’è una fonticina dalla parte destra andando per questa strada.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: E poi si proseguì. Poi s’arrivò a questo posto in do’ c’è questo casolare. Poi con la macchina proprio qui un ci siamo andati. C’è un tratto, sarà stato un 50 metri, che un si poteva entra’ perché c’era delle buche grosse e allora con la macchina non si poteva entrare.
Presidente: Ecco, una cosa sola, scusi avvocato, per puntualizzare.
Avvocato Curandai: Prego, Presidente.
Presidente: Lei a questo casolare ci siete andati dopo essere passati dalla fonticina? O prima di passare la fonticina?
Giancarlo Lotti: Dalla fonticina e poi questo casolare. O prima, sa la strada un la conoscevo.
Presidente: Ho capito, però, siccome lei ricorda la fonticina, ha detto cose che… si ricorda anche che portava più acqua, meno acqua e tutte queste cose qui, vuol dire che la conosceva bene questa fonticina. Ora dice che ha passato la fonticina e poi ha parlato del casolare dove andava a nascondere non so che cosa. Ecco, volevo sapere io, al casolare ci siete passati prima di andare alla fonticina, passare davanti alla fonticina, o dopo?
Giancarlo Lotti: Questo come fo a giudicano, non lo so mica.
Presidente: Eh, no, lo sa lei, non lo so mica io, se lei dice: ‘passato’…
Avvocato Curandai: Presidente, l’ha già detto prima.
Presidente: Cioè?
Avvocato Curandai: L’ha già detto prima. Ha già detto prima…
Presidente: Sì, questo lo so, lo so, ma io volevo richiamare, puntualizzare meglio questo.
Giancarlo Lotti: Poi la strada non lo so se s’è ripresa così o s’è ripresa in un altro modo. Un m’orizzonto su questo fatto qui. L’è quello.
Presidente: Un’altra cosa. Quando siete tornati lì a San Casciano, siete passati per Dicomano?
Giancarlo Lotti: La sapevan loro. Può darsi sia stato Dicomano, un son sicuro se siamo passati di là.
Presidente: Ma non c’era anda…
Giancarlo Lotti: Perché gl’hanno preso un’altra strada giù…
Presidente: Ma lei conosceva quella zona? C’andò con la Nicoletti… 
Giancarlo Lotti: Lo so ma…
Presidente: … prima, poi c’è andato con Fernando, dopo.
Giancarlo Lotti: Un l’ho fatta tutta la strada… Ma quella strada lassù, io un l’avevo mai fatta.
Presidente: Non l’aveva mai fatta.
Giancarlo Lotti: No, l’ho fatta quando c’era loro.
Presidente: No, dico, Dicomano… lo sa i paesi dove sono? Non siamo mica nel mondo della…
Giancarlo Lotti: Lo so, ma i paesi li conosco lì, per bene, non è che…
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Va bene.
Presidente: Comunque, avremo modo di chiarire dopo, va’.
Avvocato Curandai: Allora, un’altra domanda. Dunque, lei… Il Pacciani le ha mai parlato di un certo Bini Roberto? Bini Roberto di Vicchio. Le ha accennato qualcosa? Bini Roberto.
Giancarlo Lotti: Mah, io non saprei…
Avvocato Curandai: Cerchi di ricordare con calma, tanto…
Giancarlo Lotti: Io questo nome, un lo so, questo nome se me l’ha detto o no. Un son sicuro.
Avvocato Curandai: Va bene.
Giancarlo Lotti: No, se le cose me le ricordo per bene le dico, ma ora…
Avvocato Curandai: Si, sì…
Presidente: Ma è quello che deve dire.
Avvocato Curandai: … se non se lo ricorda, pazienza, non ci sono problemi. Dunque, io vorrei sapere per quale motivo lei, una volta, cioè, prima del duplice omicidio di Vicchio, fosse tornato a Vicchio da solo. Come mai andò da solo a Vicchio?
Giancarlo Lotti: Sono andato per vede’ se si vedeva bene la piazzola. Però di sopra non si vede la piazzola. Dalla strada, in do’ c’è la casa del contadino.
Presidente: Scusi, avvocato, cos’è questo?
Avvocato Curandai: Dunque, questo… Dunque, lei una prima volta con chi andò a Vicchio? Prima dell’omicidio. Una prima volta.
Giancarlo Lotti: La prima volta con la Filippa.
Avvocato Curandai: Con la Filippa.
Presidente: La Filippa.
Giancarlo Lotti: La seco…
Avvocato Curandai: Ecco, una seconda volta?
Giancarlo Lotti: Con i’ Pucci.
Avvocato Curandai: Ecco, attenzione, perché lei… 
P.M.: Poi ha detto c’è andato una volta da solo.
Avvocato Curandai: Sì, lei c’è andato…
Presidente: Poi c’è andato da solo.
Avvocato Curandai: Lei c’è andato una volta da solo.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Le risulta di aver dichiarato questo alla Poli alla… 
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Ecco, c’è andato una volta da solo. Perché ci andò una volta da solo a Vicchio, prima dell’omicidio?
Giancarlo Lotti: C’andai per vede’ se vedevo la te… la piazzola.
Avvocato Curandai: Era un’iniziativa sua?
Giancarlo Lotti: No, questa era un’iniziativa mia. Un c’era altri con me. Ero da me solo.
Avvocato Curandai: Per vedere la piazzola?
Giancarlo Lotti: Per vedella dalla parte di sopra. 
(voce fuori microfono) Dall’alto.
Giancarlo Lotti: Dall’altro in do’ c’è la casa. Però di sopra non si vede.
Avvocato Curandai: Quindi, per guardare.
Giancarlo Lotti: Sì. Mica che sia andato giù, laggiù, no.
Avvocato Curandai: Ecco, ma ci vuol spiegare perché?
Presidente: Dove passa la… Dove passa la linea lì sopra il colle. Da lì… da lì voleva guardare?
Giancarlo Lotti: Ma di lassù non si vede.
Presidente: Non si vedeva la piazzola.
Giancarlo Lotti: No, perché è distante, c’è appena un pochino di bosco, da lassù dal contadino, però non si… 
P.M.: La strada…
Presidente: Sì, sì, ho capito, sì, sì.
Avvocato Curandai: Per vedere se era coperto, se si vedeva meglio?
Giancarlo Lotti: No, invece di lassù un si vedeva bene.
Avvocato Curandai: Ecco, di lassù non si vedeva meglio, ecco.
Giancarlo Lotti: Perché, il bosco… c’è un po’ di coso lontano, sicché un è che …
Presidente: Lei passò attraverso, si dice, una specie di tratturo, cioè, terreno incolto.
Giancarlo Lotti: Tra… come sarebbe, un lo capisco. 
P.M.: Un viottolo, via, diciamo…
Presidente: Un vio… voglio dire, per arrivare a sopra la piazzola, lei la macchina dove la lasciò?
Giancarlo Lotti: No, io passai di lì e girai. Guardai un momento…
Presidente: Girò su… girò di su, no?
Giancarlo Lotti: No, ma lì un c’è un viottolo, c’è una strada che c’è il contadino, si sale su.
Presidente: Eh, appunto, lei la macchina la lasciò sulla strada e poi a piedi arrivò lì sopra alla…
Giancarlo Lotti: Però un ci stetti tanto, ci stetti un pochino.
Presidente: Ho capito, però ci andò a piedi.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Percorse un po’…
Giancarlo Lotti: La lasciai da una parte lì, perché lì c’è il contadino, un c’è posto in do’ arrivare proprio al bosco lì. E basta. Poi, laggiù un ci sono andato io.
Presidente: Guardò dall’alto.
Giancarlo Lotti: Dall’alto lassù è un po’ … al tetto, però non si vede la piazzola.
Avvocato Curandai: Va bene. 
Avvocato Filastò: Visto che non glielo chiede nessuno glielo chiedo io, scusi Presidente, ma perché voleva vedere questa piazzola lei?
Presidente: Avvocato, questo lo diremo noi dopo.
Avvocato Filastò: No, no, già che ci siamo, no?
Presidente: Sì, sì.
Avvocato Filastò: Mi parrebbe ovvio.
Avvocato Curandai: Presidente, io vorrei proseguire, vorrei…
Presidente: Sì, va be’, avvocato, ora un po’ si deve capire, eh. Perché sa, ci sono interessi…
Avvocato Curandai: Certo, certo.
Presidente: Perché… va be’, la domanda gliela faccio io, così poi… Perché voleva andare lì, perché andava lì?
Giancarlo Lotti: Sono andato così, per…
Avvocato Curandai: Gliel’ho chiesto io.
Presidente: Eh?
Giancarlo Lotti: Sarà stato per curiosità, così…
Presidente: Per curiosità. Questa è non tanto curiosità…
Giancarlo Lotti: No, curiosità, per vedere se c’era la piazzola e basta.
Presidente: Lotti, parliamoci chiaro, parliamoci chiaro. Allora, lei è andato con la Filippa, ha visto la piazzola, una piazzola frequentata. È ritornato col Pucci, ha visto la coppiettina. Ne ha parlato col Vanni e col… col Vanni. Il Vanni, che lei dice, non lo so, lei dice che era implicato in altri episodi di omicidio, il Vanni vuol fare il sopralluogo, e lei dice che è andato per conto suo a fare il sopralluogo…
Giancarlo Lotti: Col Pacciani c’è andato.
Presidente: … ma anche lei va a fare il sopralluogo. Vedi quante cose… lei ci va, perché ci va? Perché ha interesse anche lei a andare. Dica la verità a questo punto, su, eh.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Non è che l’hanno trascinato per le corde o l’hanno ricattato, come dice lei. Questo non sta né in piedi né in terra. Lei c’è andato perché ci voleva andare. S’era fatto convincere, non so, per delle ragioni sue. Però lei è andato. Lei mi sa dire della fontanina, mi sa dire che quella fontanina portava più acqua o meno acqua…
Giancarlo Lotti: No, io ho detto c’era una fontanina, non ho detto che buttava acqua…
Presidente: Io, ripeto, io seguo le sue dichiarazioni. Non lo so.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Voglio sapere da lei. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Bertini: Presidente, non era la fon… è il fiume che portava più acqua, eh.
Presidente: Ah, va be’, insomma, va be’.
Avvocato Bertini: 
Perché era estate.
Avvocato Curandai: Va bene, Presidente, non mettiamo troppa carne al fuoco.
Presidente: Bene. Okay può continuare.
Avvocato Curandai: Allora, io vorrei concludere il mio controesame, cortesemente, ecco.
Presidente: Sì, Sì.
Avvocato Curandai: Lei ha parlato di una certa Manuela a cui avrebbe spedito, insieme al Vanni, una lettera, dopo l’omicidio di Vicchio, vero?
Giancarlo Lotti: Per me l’era diretta a lei, poi…
Avvocato Curandai: Sì. 
Giancarlo Lotti: … di questo io un ho visto nessuna lettera…
Avvocato Curandai: Questa Manuela dove lavorava?
Giancarlo Lotti: In un bar…
Avvocato Curandai: In un bar.
Giancarlo Lotti: … in un bar lì, vicino a Vicchio.
Avvocato Curandai: Ecco, ci potrebbe specificare in quale bar?
Giancarlo Lotti: Come fo a dillo? Io… un c’è mica il bar… come fo a…
Avvocato Curandai: Io le ho chiesto se è possibile. Se non è possibile mi dice di no.
Giancarlo Lotti: Appena si vien via c’è questo bar all’angolo lì.
Avvocato Curandai: All’angolo dove? No, perché io…
Giancarlo Lotti: Lì, appena si risorte di laggiù dal ponticino della bottega…
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Si fa un po’, un lo so quanti… qualche chilometro, un lo so di preciso quanti. E c’è questo bar.
Avvocato Curandai: E c’è questo bar.
Presidente: Ma al centro dell’abitato di Vicchio o una frazioncina, un casolare così?
Giancarlo Lotti: No, è una frazioncina così, lì. Un è proprio… coso.
Avvocato Curandai: Non è vicino alla…
Giancarlo Lotti: C’è un bar però un è proprio nel paesino. Io ho visto questo bar, il paesino un l’ho visto proprio…
Presidente: Un paesino, non lo so, un gruppo di case. Ci sarà un bar dove ci sarà…
Giancarlo Lotti: Sì, delle case vicino c’erano, al bar lì.
Presidente: Un bar non si inette mica dove c’è la campagna.
Avvocato Curandai: È il bar vicino… C’è una stazione vicino? C’è una stazione vicino?
Presidente: Più in là, sì.
Avvocato Curandai: Ecco, va bene, è quello, sì, sì. Bene. Allora, ora le faccio… Ecco, per quanto riguarda questa domanda, lei può benissimo attendere un attimo perché probabilmente subito non ricorderà, è una domanda un po’ particolare. All’epoca dei fatti, il Pacciani, se lei ricorda, cerchi magari… attenda prima di rispondere, ha mai indossato una camicia scozzese celestina? Ecco, cerchi di ricordare.
Giancarlo Lotti: Ma questo…
Avvocato Curandai: Eh, se ricorda.
Presidente: Sa cos’è la camicia scozzese?
Avvocato Curandai: Sì, celestina.
Giancarlo Lotti: Ma io un me ne ricordo… per di’ la verità, un mi ricordo come l’era vestito.
Avvocato Curandai: E una camicia a fondo rosa, l’ha mai indossata in quel periodo il Pacciani?
Giancarlo Lotti: Un saprei. Un potrei dirlo preciso, perché un…
Avvocato Curandai: Non può dirlo con certezza. Sarebbe strano se se lo ricordasse, bisogna dare atto di questo.
Giancarlo Lotti: Eh, lo so. Però un me ne ricordo preciso se gl’aveva queste due camicie o no.
Avvocato Curandai: Senta una cosa ancora, il Pacciani, negli anni ’79-’80 – quindi siamo fine anni ’70, ’79-’80 – prima di questi fatti, le avevano mai proposto di andare a fare una gita a Vicchio?
Giancarlo Lotti: Un saprei. No, all’ora l’avevo conosciuto da poco, sicché un era… un è che…
Avvocato Curandai: Allora, lei davanti al Procuratore della Repubblica, ha dichiarato: “Ricordo che” — siamo negli anni ’79—’80 – “il Pacciani mi disse se qualche volta avessi avuto piacere ad andare con lui a Vicchio a fare una girata. Dove lui aveva abitato prima di essere venuto ad abitare a Sant’Anna.” Conferma questo che aveva già dichiarato un anno fa? Durante l’interrogatorio del 6 marzo.
Giancarlo Lotti: Ma, può darsi me l’abbi parlato, però preciso un mi ricordo se… qualcosa m’aveva detto.
Avvocato Curandai: Va be’.
Giancarlo Lotti: Però, preciso, no quelle… credo un ci sia andato.
Avvocato Curandai: Ah, poi lei non c’è andato.
Giancarlo Lotti: No.
Avvocato Curandai: L’aveva invitato.
Giancarlo Lotti: Questo discorso m’è venuto in mente… Sì, questo me l’ha detto, però io un ci son mai andato, in quell’epoca lì.
Avvocato Curandai: Ho capito, quello è un altro discorso. L’invito ci fu, l’invito ci fu però.
Giancarlo Lotti: L’invito sì, me ne ricordo, sì, l’invito, sì.
Avvocato Curandai: Bene.
Giancarlo Lotti: Però io ho escluso, un sono andato a quella… negli anni lì.
Avvocato Curandai: Va bene. Ora passiamo a un altro scenario, a un altro delitto. Senta, mi vuole descrivere un po’ più precisamente, un po’ più dettagliatamente i movimenti che fece il Pacciani quella sera del delitto dei due ragazzi tedeschi? Cioè, lei ha detto: ‘iniziò a sparare dalla parte destra della macchina’. Poi, cosa fece?
Giancarlo Lotti: Sì, aspetti un momento…
Avvocato Curandai: Sì.
Presidente: Lei voleva precisare una cosa che ha detto ieri…
Giancarlo Lotti: No, ieri un mi son precisato per bene.
Presidente: Riguardo al delitto di Giogoli?
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: Eh, cosa voleva dire?
Giancarlo Lotti: Io avevo detto diverso a quello, invece…
Presidente: Non lo so, cosa… dica cosa è, cosa vuol dire ora.
Giancarlo Lotti: Gli ho visti da una parte, no agli sportelli davanti, dove c’è la guida, dalla parte di dietro…
Presidente: No, parli al microfono perché non si sente.
Giancarlo Lotti: Ah, scusi, eh. Dalla parte di… io son qui, no, che qui c’è la guida. Io avevo detto così, invece, ero un po’ offuscato io nel parlare, no, invece, nelle parte di dietro…
Presidente: Lei ha detto esattamente ieri, parola più parola meno, ha detto: ‘uno era sulla destra un po’ rigirato’, così, ha fatto il verso, ‘l’altro era sull’altra parte verso il volante, davanti’. Questo ha detto lei.
Giancarlo Lotti: Invece, no… No, m’ero espresso male ieri, io. Invece, eran di dietro dallo sportello. Di dietro…
Presidente: Dietro dietro.
Giancarlo Lotti: Dietro dietro, sì.
Presidente: Lei parla delle due persone morte?
Giancarlo Lotti: Sì, sì, sì. Ieri dissi sul davanti, invece no. Io son qui, nella parte di dietro loro. Di dietro, la metà del…
Presidente: Lei quando dice: ‘io son qui’, lei, quando rigira… Perché lei ieri ha detto: prima ha sparato dalla destra, poi ha dato la pistola a Pacciani è andato alla sinistra e ha sparato. Poi lei è andato dal lato dove Pacciani ha aperto la porta?
Giancarlo Lotti: Però son dalla parte sempre della metà del furgone, di dietro.
Presidente: Sì, ho capito. Lei è andato da quell’altra parte, dalla parte sinistra del furgone, ha aperto…
Giancarlo Lotti: No, da quell’altra parte c’è andato il Pacciani.
Presidente: E lei da dove è entrato, dove ha visto lei?
Giancarlo Lotti: Quando hanno aperto lo sportello ho visto dalla parte di dietro erano. Non davanti.
Presidente: Quale sportello ha aperto?
Giancarlo Lotti: Quello metà.
Presidente: Quello a metà.
Giancarlo Lotti: Metà del…
Presidente: Fiancata destra o fiancata sinistra?
Giancarlo Lotti: No, fiancata dove c’è uno sportello. No gli sportelli davanti, quelli sono esclu…
Presidente: Sì, ho capito.
Giancarlo Lotti: Io mi sono espreso male ieri. Sono di dietro…
Presidente: Ecco, lo sportello chi lo ha aperto, Pacciani?
Avvocato Curandai: C’è uno sportello solo, Presidente. Quello dietro.
Presidente: Facciamolo parlare, mi scusi, eh. Io devo sapere anche se uno dice la verità, avvocato…
Avvocato Curandai: Certo, certo.
Presidente: … non venga a dire… Lo so anch’io che c’è uno sportello solo. Eh, scusi, eh.
Avvocato Curandai: Quello grande si apre…
Presidente: Allora, questo sportello chi l’ha aperto?
Giancarlo Lotti: Dopo che hanno sparato definitivamente tutto, hanno aperto gli sportelli…
Presidente: Gli sportelli, quindi, lato sinistro.
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: E allora?
Giancarlo Lotti: Dalla parte di dietro…
Presidente: Sì.
Giancarlo Lotti: … un erano sulla guida loro, quei due, davanti…
Presidente: Esatto, erano sulla parte del pianale di dietro.
Giancarlo Lotti: Del pianale dove dormivan lì.
Presidente: E uno era più dietro.
Giancarlo Lotti: Uno gl’era un po’ più indietro, in qua, e uno un po’ appoggiato verso la parte sinistra…
Presidente: Ho capito, va bene. 
Avvocato Bertini: Presidente, mi perdoni…
Avvocato Curandai: Senta…
Avvocato Bertini: 
Scusa… Su questo punto, poi si esaminerà la registrazione di ieri, il Lotti disse anche che sparò dalla parte del vetro anteriore, da parte del lato guida…
Presidente: Sì, sì, sì, ma non. . .
Avvocato Bertini: 
… e non vide nessuno davanti a sé. Quindi è ovvio che… è una conseguenza logica…
Presidente: Sì, va bene, va bene.
Avvocato Curandai: Poi disse un’altra cosa, che vide le persone attraverso i vetri opachi. I vetri opachi si trovano dietro.
Presidente: Va bene, va bene.
Avvocato Curandai: Non davanti, attenzione.
Presidente: Facciamo precisare questo, non stiamo facendo discutere il processo, avvocato.
Avvocato Curandai: No.
Presidente: Stiamo solamente capendo cosa voleva dire lui. È una cosa diversa. 
(voce fuori microfono)
Presidente: Eh? 
(voce fuori microfono)
Presidente: No, io ho capito che ieri ha detto una cosa e oggi ne ha detta un’altra. Solamente questo ho capito io.
Giancarlo Lotti: C’era un vetro opaco…
Avvocato Filastò: Io ho capito un’altra cosa, Presidente…
Giancarlo Lotti: E va be’
Avvocato Filastò: … per dir la verità, comunque è un altro discorso.
Presidente: Bene. Poi me lo dirà, alla fine me lo dirà. Va bene?
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Presidente: Prego, avvocato.
Avvocato Curandai: Con queste interruzioni, Presidente, non si sa dove si va a finire, perché io ho diverse domande, eh.
Presidente: Siamo qui per sapere la verità indipendentemente dai tempi e i modi che si fa.
Avvocato Curandai: Bene, certamente, no, no, ma io non ho nessun problema.
Presidente: Sì, sì.
Avvocato Curandai: Dunque, adesso ho perso un attimo il filo, attenzione… Ecco, per quanto riguarda adesso altri particolari, veniamo a parlare del delitto degli Scopeti. Su questo punto lei ci potrebbe dire con più precisione i movimenti che ha fatto il Pacciani per rincorrere e, diciamo, catturare, diciamo così, questo ragazzo, fermare. Cioè, con quale braccio lo ha fermato?
Giancarlo Lotti: Catturallo.
Avvocato Curandai: Lo ha fermato col braccio destro o col braccio sinistro?
Avvocato Filastò: … sistemare anche questa cosa qui.
Giancarlo Lotti: Io ho detto il braccio sinistro…
Avvocato Curandai: Si tratta di chiarirlo.
Giancarlo Lotti: Il braccio sinistro. 
Avvocato Mazzeo: Ma non doveva fargli delle domande su Giogoli?
Presidente: No, no, avvocato, no. 
(voci sovrapposte )
Avvocato Curandai: No, guardi…
Avvocato Mazzeo: Ha detto che doveva fare delle domande sul delitto di Giogoli, Presidente. Non ne ha fatte neanche una.
Presidente: Avvocato, avvocato. 
(voci sovrapposte)
Avvocato Mazzeo: E ora passa agli Scopeti.
Presidente: Avvocato… Sì. ..
Avvocato Curandai: Io posso…
Avvocato Mazzeo: L’ha imboccato su Giogoli perché facesse questa ritrattazione.
Avvocato Curandai: Ma no…
Presidente: No, no, no…
Avvocato Mazzeo: Non gli ha fatto neanche la domanda su Giogoli. Ha detto prima: ‘adesso le farò delle domande su Giogoli’.
Avvocato Curandai: Giogoli, io faccio le domande. . .
Presidente: No, non è vero nulla che l’ha imboccato.
Avvocato Mazzeo: Lui ha precisato il davanti e il dietro dello sportello, ora va sugli Scopeti.
Avvocato Curandai: Ma di che cosa ha paura, avvocato? Avvocato Mazzeo, di che cosa ha paura lei, scusi?
Avvocato Mazzeo: Io non ho paura di niente.
Avvocato Curandai: E allora stia calmo.
Avvocato Mazzeo: Mi indigna la menzogna, d’accordo?
Avvocato Curandai: Ma stia calmo.
Avvocato Mazzeo: Mi indigno a questo sistema.
Presidente: No, no
Avvocato Mazzeo: …la giustizia, questo sì.
Presidente: … di questo… scusi, avvocato…
Avvocato Curandai: No, no. . .
Presidente: Avvocato…
Avvocato Mazzeo: Forse lei ha paura di quello che ha dichiarato lui ieri.
Avvocato Curandai: No…
Avvocato Mazzeo: E vuole farglielo cambiare.
Avvocato Curandai: Io voglio chiarire, perché…
Avvocato Mazzeo: No, lei non vuole chiarire.
Avvocato Curandai: No…
Presidente: Avvocato, avvocato.
Avvocato Curandai: Lei vuole interrompere e intimorire.
Presidente: Avvocato… avvocato, lei s’è lasciato…
Avvocato Mazzeo: Lei vuole confondere le idee ai Giurati. Questo vuol fare lei, non vuole chiarire.
Presidente: Avvocato…
Avvocato Curandai: Questa è la vostra tattica, se lo ricordi bene, non la mia.
Presidente: Avvocato…
Avvocato Mazzeo: Questa è la sua tattica. Lei ha detto che doveva fare delle domande su Giogoli, avvocato. Gliele faccia. 
(voci sovrapposte)
Avvocato Curandai: La mia tattica è la verità. Caro mio, siamo qui per la verità. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: Non ho imboccato niente io. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: Voi avete paura della verità.
Presidente: Non è il sistema questo di condurre. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, lei ha paura della verità. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: E quando non si ha paura, si sta calmi. 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, stia calmo. Lei si sta innervosendo troppo. Quando ci si avvicina alla verità, ci si innervosisce. 
(voce fuori microfono)
 « DOPO LA SOSPENSIONE »
Presidente: Spero che il clima sia tornato più sereno. Una cosa voglio dire all’avvocato Mazzeo… come si chiama, Mazzei si chiama lei?
Avvocato Mazzeo: (voce fuori microfono)
Presidente: Così, per dovere mio… il dovere mio è questo. Quando c’è un controesame, non è che la parte non può più toccare gli argomenti che sono stati trattati precedentemente. Ogni parte può riesaminare tutto, come farà, come farete voi, quando avrete a disposizione il Lotti. Quindi, non credo che quel termine che lei ha usato, “tignoso”, non sta bene nelle aule giudiziarie. Devo dire questo. Non credo che l’avvocato voglia fare nulla di particolare. Sta facendo il suo dovere. Certo, ognuno di noi ha un metodo, però rispettiamo tutti. Tutto qui. La serenità e la correttezza giovano a tutti, compresi questi poveri imputati che sono tra noi. Tutto qui. Spero che un incidente di questo genere non… Tutti avrete modo, l’ho sempre detto dall’inizio, tutti avrete modo di fare le vostre domande senza nessuna preclusione. Perché noi vogliamo accertare la verità. Perché questo processo è sofferenza per il Giudice, ricordatevelo. Voi fate il vostro dovere, difendete il vostro cliente. Io soffro, io come gli altri, tutti i giorni. Anche perché, dico io, non bisogna essere estremamente formali, fiscalisti, perché questo non giova alla Giustizia.
Avvocato Mazzeo: Presidente, sono perfettamente d’accordo con lei. Al di là delle intemperanze, comunque, sotto il profilo del rispetto della lealtà dell’esame, perché lei dice la sofferenza del Giudice, ecco, la sofferenza dell’imputato caricato di certe accuse…
Presidente: Ognuno sa la propria condizione.
Avvocato Mazzeo: Ecco, allora, se si introduce un argomento e si anticipa di dover fare delle domande su quell’argomento, ci si aspetta che poi vengano fatte. Solo questo.
Presidente: Lei ha bloccato subito, comunque lasciamo stare, chiuso l’incidente. Andiamo avanti. Dimenticato tutto. Prego, avvocato Curandai. Faccia le domande, cortesemente, possibilmente semplici, perché lui possa capire, rendersi conto perché… ecco, tutto qui.
Avvocato Curandai: Io credo di essere stato semplice finora.
Presidente: Bene. No, io non volevo mica dire che non è stato semplice, insomma… Ricordarlo non vuol dire negare.
Avvocato Curandai: Scorreva… andava tutto serenamente, scorreva tutto serenamente…
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Forse troppo serenamente. Allora, dunque… ecco, per quanto riguarda la domanda iniziale, ecco, questa pausa è stata veramente propizia, perché lei, signor Lotti, non ha ancora risposto alla domanda sul delitto di Giogoli. Vale a dire, i movimenti esatti di Pacciani. Noi siamo rimasti a questo: il Pacciani ha cominciato a sparare sulla destra, furgone lato destro; poi cosa ha fatto dopo? Dov’è andato dopo?
Giancarlo Lotti: (voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: Sì, sì. Il Pacciani…
Presidente: Parli al microfono, non si sente. Allora, al lato destro c’era lui, dice il Lotti.
Avvocato Curandai: Sì, bene.
Giancarlo Lotti: Dalla parte in do’ c’è il vetro che è un po’ metà che un si vede bene il coso.
Avvocato Curandai: E il Pacciani poi le ha preso la pistola e dov’è andato?
Giancarlo Lotti: Dalla parte…
Avvocato Curandai: Dalla parte…?
Giancarlo Lotti: Dalla parte, così, di là.
Avvocato Curandai: Sinistra?
Giancarlo Lotti: Dalla parte… sempre dalla parte della guida.
Avvocato Curandai: Dalla parte sinistra, allora. Della guida, va bene.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Poi cosa ha fatto il Pacciani, successivamente?
Giancarlo Lotti: L’ha sparato dalla parte in do’ l’è girato di là.
Avvocato Curandai: Dalla parte sinistra. Poi cosa ha fatto dopo aver sparato?
Giancarlo Lotti: Dopo quando hanno sparato del tutto, gl’ha aperto lo sportello e erano dalla parte come ho spiegato innanzi. Non proprio davanti, di dietro del furgone.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Di dietro gli sportelli… i seggiolini del davanti.
Avvocato Curandai: Ecco…
Giancarlo Lotti: Se… un mi spiego bene, lo so.
Avvocato Curandai: Sì, sì, no. Lei si è spiegato meglio davanti al Procuratore, quando ha detto: “Poi Pietro tornò”… “quindi andò dalla”… Dice: “Pietro si portò dalla parte sinistra del furgone. Sentì altri colpi. Poi Pietro tornò sulla parte destra del furgone. Aprì lo sportello, guardò dentro”
Giancarlo Lotti: Aprì lo sportello e…
Avvocato Curandai: Ecco, quindi, sulla parte destra, la scena finale sulla parte destra del furgone.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: In do’ c’è l’apertura di…
Avvocato Curandai: Bene. Va bene. Questo volevo sapere, grazie. Ecco, ora…
Presidente: Insomma, dove c’è lo sportello. Lui aprì quello sportello, l’unico sportello che c’era sulla fiancata.
Avvocato Curandai: Benissimo. Insomma, la scena si…
Presidente: Diversa da quelle delle…
Avvocato Curandai: …conclude sulla parte destra.
Giancarlo Lotti: C’è quelli sportelli sa, come si aprono…
Avvocato Curandai: Sì, scorrono. Allora, passiamo ora al delitto degli Scopeti, perché per quel che mi ris… che secondo il mio programma, diciamo, secondo la mia opinione, sul delitto di Giogoli è già stato detto quanto potesse interessare a questa parte civile.
Giancarlo Lotti: Ma io credo d’avello spiegato bene, un lo so..
Avvocato Curandai: Bene, bene, non ci sono problemi. Dunque, per quanto riguarda gli Scopeti, io le faccio queste domande e lei può anche, se vuole, alzarsi, cortesemente e mimare i movimenti, sarebbe forse meglio. Cioè, quando il Pacciani rincorre il ragazzo, come lo ferma, col braccio sinistro o col braccio destro?
Giancarlo Lotti: Col braccio sinistro.
Avvocato Curandai: Lo ferma. Col braccio destro che cosa fa?
Giancarlo Lotti: Mah, col braccio destro lo prende qui, poi io un vedo bene, perché c’è una persona avanti, una di dietro, un vedo bene se lo colpisce alla gola o davanti qui.
Avvocato Curandai: Ecco, ‘fu colpito al collo’, lei ha detto ieri. Poi dove fu colpito il ragazzo?
Giancarlo Lotti: Sarà colpito anche davanti qui.
Avvocato Curandai: Davanti, cioè nel petto.
Giancarlo Lotti: Però io un vedo bene…
Avvocato Curandai: Cosa intende il petto, lei?
Giancarlo Lotti: Davanti c’è il petto, un credo ci sia altre cose.
Avvocato Curandai: Ecco, facciamo un attimino un passo indietro, per quanto riguarda questa scena. Quando il ragazzo uscì dalla tenda, va bene?
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Il Vanni dove si trovava esattamente in quel momento?
Giancarlo Lotti: Lì fuori un c’era. Dentro la tenda.
Avvocato Curandai: Che cosa stava facendo in quel momento, se lo ricorda?
Giancarlo Lotti: Poi, innanzi, ho sentito tagliare la tenda io.
Avvocato Curandai: Si ricorda che cosa stesse facendo in quel momento? Tagliando la tenda?
Giancarlo Lotti: Io l’ho visto tagliare, da una parte, la tenda. Come uno strappo così.
Avvocato Curandai: Quindi, il ragazzo, quando uscì? In che momento uscì? Quando il Vanni stava tagliando la tenda?
Giancarlo Lotti: No, quella l’aveva bell’e tagliata.
Avvocato Curandai: Tagliata, ecco. E quindi, poi, successivamente, il ragazzo uscì dalla tenda.
Giancarlo Lotti: Però un so se c’eran cerniere o no. Questo io un l’ho visto…
Avvocato Curandai: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Io un ero proprio di dire… di sta tranquillo, perché lì un è che stavo tranquillo.
Avvocato Curandai: Sì, perché su questo punto lei è stato preciso. Ha detto che il Vanni, quando… nel momento in cui il Vanni tagliava la tenda poi il ragazzo… successivamente poi il ragazzo è uscito dalla tenda, è scappato, insomma, ecco. Conferma?
Giancarlo Lotti: Io, vestito… io ho visto un attimo, un è che avessi visto…
Avvocato Curandai: Un attimo. Sì, sì… .
Giancarlo Lotti: Può darsi abbia avuto qualche documento sotto…
Avvocato Curandai: Sì, sì, dica pure. Ecco, passiamo un attimo, tornando indietro, al pomeriggio della domenica. Siamo alla domenica del fatto, cioè, l’8 settembre dell’85. Prima di raggiungere Firenze, lei e Pucci, quel pomeriggio, vi siete fermati agli Scopeti?
Giancarlo Lotti: Sì, ci siamo fermati.
Avvocato Curandai: Ecco, che ore erano più o meno?
Giancarlo Lotti: Come fo a ricordammi. Dopo mezzogiorno, poteva esse’ stato le tre o più tardi. Questo un lo giudico.
Avvocato Curandai: Ecco, va bene. Senta…
Giancarlo Lotti: Prima di quell’ora, un lo so…
Avvocato Curandai: Quanto tempo vi siete intrattenuti?
Giancarlo Lotti: Insomma, a parlare lì, il tempo passava. Un so il preciso quanto.
Avvocato Curandai: Più o meno se lo ricorda?
Giancarlo Lotti: Un’ora o più… un è che abbi guardato per bene 1’orologio.
Avvocato Curandai: Va bene. Ecco, senta, per quanto riguarda sempre il delitto degli Scopeti, lei ha assistito a tutta la scena, ovviamente. Il Pucci, no? Il Pucci non ha assistito a tutta la scena?
Giancarlo Lotti: No, lui l’era più impaurito di me. Andette un po’ più giù, prima d’anda’ alla macchina in do’ c’era sulla strada… sulla piazzola lì.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Insomma, c’è una piazzolina in do’ si mette da una parte, per non sta’ sulla strada asfaltata.
Avvocato Curandai: Senta, fu lei poi a riferire al Pucci le cose che il Pucci non potè vedere. Gliele riferì lei, quello che lei aveva visto?
Giancarlo Lotti: Gl’avrà visto qualche cosa, ma io avevo visto di più di lui.
Avvocato Curandai: Poi gli ha riferito lei, o no, qualcosa?
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Di quello che gl’era successo, che sparava, chi tirava fuori…
Avvocato Curandai: Bene.
Giancarlo Lotti: Insomma, gl’andava fori il coso. Lui ha visto, però ha visto un po’ meno di me.
Avvocato Curandai: Senta, io adesso passerei al delitto di Baccaiano.
Presidente: Avvocato, facciamo lo stacco tra la risposta e la domanda, perché sennò si accavallano, come è successo ora.
Avvocato Curandai: Sì, certo, certo.
Presidente: Si accavalla, poi non so se la trascrizione viene, o non viene.
Avvocato Curandai: Certo, certo, è giusto.
Presidente: Un piccolo stacco di un millesimo di secondo, però serve a definire, bene? Prego.
Avvocato Curandai: Senta, per quanto riguarda il delitto di Baccaiano, lei ricorda dove il Pacciani sparò, in che punto della macchina?
Giancarlo Lotti: La prima volta, quando erano su questa piazzettina. . .
Avvocato Curandai: Sì, bene.
Giancarlo Lotti: sempre sulla strada. Dalla parte dello sportello.
Avvocato Curandai: Sì. Poi?
Giancarlo Lotti: Poi quande gli attraversonno di là, io veddi che volevano sortire, però non ce l’hanno fatto a sortire dal fossetto. Il fossetto era abbastanza profondo. Profondo, una cosa giusta, non è…
Avvocato Curandai: Senta, io le ho chiesto – se lei ricorda – dove il Pacciani sparò, in quale altro punto della macchina?
Giancarlo Lotti: Dalla parte, quando gl’andette dalla strada di qua?
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Sul davanti.
Avvocato Curandai: Sul davanti. Sul davanti cosa intende, il vetro, oppure no?
Giancarlo Lotti: II. vetro anche.
Avvocato Curandai: Il parabrezza? Eh.
Giancarlo Lotti: Poi c’era dei fari anche rotti sul davanti.
Avvocato Curandai: Sì. Senta, lei ebbe l’impressione che questi due ragazzi avessero riconosciuto i loro aggressori?
Giancarlo Lotti: Lì per lì, non lo so.
Avvocato Curandai: Sì, o no?
Giancarlo Lotti: Può darsi l’abbiano riconosciuti, come fo a dillo?
Avvocato Curandai: Lei al dottor Canessa dichiarò: “Per me i due avevano riconosciuto le persone”, cioè il Vanni e il Pacciani.
Giancarlo Lotti: Ora se gl’abbiano riconosciuti, io non ero proprio lì vicino a loro, a due passi. Mentre gl’andettero dalla parte di là della strada, credevano di risortire con la macchina, invece non ce l’hanno fatta.
Avvocato Curandai: Senta signor Lotti, ancora qualche altra domandina, eh. Allora, lei col Vanni parlò di questi omicidi, ovviamente, dopo che furono commessi questi omicidi. Il Vanni che cosa le disse, che stato d’animo esattamente manifestava?
Giancarlo Lotti: Mah…
Avvocato Curandai: Che cosa le disse a proposito di questi omicidi?
Giancarlo Lotti: Ma quando? Quando… Il tempo, dopo?
Avvocato Curandai: Sì, quando voi parlavate di questi omicidi, qual’era lo stato d’animo di Vanni? Che cosa le diceva il Vanni? Gli sembrava preoccupato? Che cosa le ha detto? Le ha detto qualcosa di preciso il Vanni?
Giancarlo Lotti: Preoccupato per quell’altro, perché… per Pietro.
Avvocato Curandai: Che cosa le disse esattamente il Vanni?
Giancarlo Lotti: Preoccupato.
Avvocato Curandai: Le disse una cosa precisa. Gliela ricordo, gliela contesto: “Mario mi invitava a non parlare di queste cose in quei locali”, cioè evidentemente lei ha parlato di un bar…
Giancarlo Lotti: Mah, di queste cose in un locale un credo di parlarne bene lì.
Avvocato Curandai: Ecco.
Giancarlo Lotti: Perché le gente ti ascoltano lì, dentro il bar. Non è che ci sia una persona o due.
Avvocato Curandai: Certo. Senta, lei da quanto tempo conosceva il Vanni?
Giancarlo Lotti: Il Vanni l’ho conoscevo da parecchi anni.
Avvocato Curandai: Da parecchi anni. Ecco, come persona, le garbava il Vanni?
Giancarlo Lotti: Lì per lì, poi sa quando uno comincia a bene, comincia a essere un po’ diverso con la persona.
Avvocato Curandai: Perché lei ha dichiarato delle cose precise su questo punto, eh. Veda un po’ di ricordarle se può, eh. Veda un po’ di ricordare un aspetto del Vanni, che lei ha comunicato ai giudici. Cioè, lei disse al dottor Canessa che il Vanni non le garbava tanto perché era un tipo violento.
Giancarlo Lotti: Pietro un tipo violento?
Avvocato Curandai: “Non mi garbava” – dice – “come persona il Vanni, era troppo violento”. Ricorda di aver detto questo ai magistrati?
Giancarlo Lotti: Sì, ho detto qualcosa. Ora di preciso non mi ricordo bene.
Avvocato Curandai: Ecco, lei ieri ha parlato delle paure del Vanni: ma di che cosa esattamente, precisamente aveva paura il Vanni dopo questi omicidi?
Giancarlo Lotti: Ma di prima?
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Del complesso della lettera?
Avvocato Curandai: Dopo questi omicidi, di che cosa aveva paura il Vanni? Di che cosa esattamente aveva paura il Vanni?
Giancarlo Lotti: Paura… non saprei.
Avvocato Curandai: Aveva… Lei ha detto, glielo ricordo: “Il Vanni aveva una grande paura che succedesse qualcosa anche a lui e che Pacciani parlasse. Aveva paura di finire in carcere anche lui e, per la verità, l’avevo anch’io”.
Giancarlo Lotti: Sì, quel punto lì sì. Ma questo fatto che gl’è, prima o dopo?
Avvocato Curandai: Va bene. Quindi ovviamente, questo dopo gli omicidi.
Giancarlo Lotti: Sì.
Avvocato Curandai: Certo.
Giancarlo Lotti: No, io ho detto: prima o dopo?
Avvocato Curandai: Sì, sì, dopo gli omicidi. Io mi riferisco a dopo gli omicidi.
Giancarlo Lotti: Dopo.
Avvocato Curandai: Ecco, va bene. Senta, lei, durante le indagini preliminari, riconobbe in una foto un uomo con la barba, come persona che lei aveva visto insieme a Vanni, in San Casciano, dopo il 1983. Io voglio sapere soltanto una cosa, se lei lo ricorda: dopo che lei vide questa persona con la barba, identificata poi con Vinci Francesco, la vide insieme a Vanni, che cosa le disse il Vanni a proposito di questa persona?
Giancarlo Lotti: Che conosceva questa persona, questo Francesco Vinci, come si chiama.
Avvocato Curandai: Ma le disse, se lo ricorda. Aspetti prima di tanto non c’è problema.
Giancarlo Lotti: No, no.
Avvocato Curandai: Dico, le disse una cosa precisa a proposito di questo Vinci, la ricorda?
Giancarlo Lotti: Che doveva sortire dal carcere. Una persona, questa persona qui.
Avvocato Curandai: Sì, sì. Cioè, le disse che quella era la persona…
Giancarlo Lotti: Che doveva
Avvocato Curandai: … che era uscita dal carcere a segui…
Giancarlo Lotti: No, che doveva uscire.
Avvocato Curandai: Che doveva uscire.
Giancarlo Lotti: Sennò non ci capi… 
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: Dunque, attenzione.
Giancarlo Lotti: Mah…
Avvocato Curandai: Allora, aspetti.
Presidente: Scusi, chiariamo meglio questo episodio.
Avvocato Curandai: Allora. No, lo sto chiarendo, guardi, Presidente.
Presidente: Però lei deve seguire un po’ anche le risposte che dà lui.
Avvocato Filastò: Presidente, se era lì, era uscito.
Avvocato Curandai: Presidente…
(voci sovrapposte)
Giancarlo Lotti: Io ho detto doveva uscire. Non è che è uscito…
Presidente: Aspetti, aspetti.
Avvocato Curandai: Presidente, io contesto, se l’avvocato Filastò ha la cortesia di…
Presidente: Aspetti, aspetti. Facciamo parlare… cosa voleva dire lui. Cosa voleva dire lei?
Giancarlo Lotti: Unn’era uscito in quel momento lì, doveva uscire. Però non è uscito mica subito questa persona, questo Francesco Vinci.
Presidente: Quanto… Lui era in carcere, Vinci?
Giancarlo Lotti: Sì.
Presidente: E doveva uscire.
Giancarlo Lotti: E doveva uscire questo qui.
Presidente: Eh, allora.
Giancarlo Lotti: Però non è uscito subito, sarà uscito dopo…
Avvocato Curandai: Ecco.
Giancarlo Lotti: Questo preciso…
Avvocato Curandai: Allora, per precisare meglio questa circostanza, io appunto le voglio ricordare che lei, davanti al Procuratore della Repubblica dichiarò questo: “Il Vanni mi riferì che era colui” – cioè la persona con la barba, che lei ha riconosciuto, eccetera – “era colui…”
Giancarlo Lotti: No, io l’ho riconosciuto…
Avvocato Curandai: Sì, in foto, in fotografia. “Era colui che avevano fatto uscire dal carcere commettendo l’omicidio dell’83.”
Giancarlo Lotti: Ma non era mica uscito.
Presidente: No, no, l’avvocato fa riferimento a quello che ha detto lei in altra occasione. Lei ha detto che una volta, a San Casciano, vide il Vanni con questo signore con la barba e parla…
Giancarlo Lotti: Sì, ma io…
Presidente: Aspetti, aspetti. Io gli ricordo cosa ha detto lei. E poi lei seppe dal Vanni, dice: ‘questo è il signore che abbiamo fatto uscire dal carcere’. E’ vero così, o non è vero?
Giancarlo Lotti: Però a me non me l’ha presentato. Io l’ho visto…
Presidente: Ho capito che non gliel’ha presentato.
Giancarlo Lotti: Io non sapevo…
Presidente: Però gli… Come?
Giancarlo Lotti: Questa persona io l’ho vista a San Casciano, però non sapevo che era questo Francesco Vinci. Se non me lo dicono, io come fo a sapere le persone.
Presidente: Son cose che ha detto lei, io non lo so. Lei…
Avvocato Curandai: Sì, sì Presidente. Ma va bene così.
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, l’ha già dichiarato anche prima questo.
(voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, ha già dichiarato anche prima. Ha dichiarato con precisione che il Vanni gli riferì che questa persona era colui che avevano fatto uscire dal carcere commettendo l’omicidio del 1983. Io glielo ‘ contesto perché queste sono parole…
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Filastò: (voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: No, lui ha continuato a dire…
Presidente: Ma non fate spiegazioni… Io non lo so, ragazzi, ma ci sono anche delle regole minime.
Avvocato Curandai: Ha confermato.
Presidente: Sennò ogni volta…
Avvocato Curandai: Ha confermato parzialmente.
Presidente: Avvocato Curandai, però…
Avvocato Curandai: Ha confermato sostanzialmente quello che era già stato detto, non ci sono problemi. Dunque, lei, signor Lotti, ha dichiarato più volte di avere avuto un rapporto con il signor Butini Fabrizio.
Giancarlo Lotti: Una cosa semplice, così, normale. Non è che si trattava.. .
Avvocato Curandai: Che cosa significa “semplice”?
Giancarlo Lotti: No, senza arrivare al punto di fare come una donna. Non so se mi so spiegare bene, o no.
Avvocato Curandai: Si è spiegato bene. Senta…
Presidente: Abbiamo capito, abbiamo capito.
Avvocato Curandai: Passiamo ad un altro argomento. Senta, lei ha abitato anche a Ponte Rotto, vero? Mi sembra.
Giancarlo Lotti: Via Lucciano 20.
Avvocato Curandai: Sì. Ecco, il Vanni e il Pacciani venivano a trovarla, o vennero in una occasione a trovarla a Ponte Rotto?
Giancarlo Lotti: Una volta…
Avvocato Curandai: Lei abitava a Ponte Rotto.
Giancarlo Lotti: Quella volta, poi c’è stato anche da sé. Ma quello così, per amici…
Avvocato Curandai: Comunque loro vennero a trovarla a Ponte Rotto?
Giancarlo Lotti: Quel giorno lì.
Avvocato Curandai: Sì. Ecco, lei sa spiegare perché vennero a trovarla a Ponte Rotto, il Vanni e il Pacciani?
Giancarlo Lotti: No, perché m’avevano visto con questa persona, in questa via a San Casciano. In via… come si chiama quella via?
Avvocato Curandai: Ecco.
Giancarlo Lotti: Via Empolese.
Avvocato Curandai: L’avevano vista con questa persona. Chi è questa persona?
Giancarlo Lotti: Questo Butini.
Avvocato Curandai: Ecco, l’avevano vista col Butini. Dove?
Giancarlo Lotti: Però mi veddano fermi, non è che sia andato al punto di…
Avvocato Curandai: Dove l’avevano visto? Dove avevano…
Giancarlo Lotti: Fermo con la macchina. Loro sono passati e gl’hanno riconosciuto la macchina.
Avvocato Curandai: Su questo punto poi lei ha già parlato. Allora adesso io le voglio fare alcune domande, poche, per quanto riguarda l’intercettazione telefonica del 24 marzo del ’96. Lei a un certo momento ha detto, parlando con la Filippa… La Filippa dice a un certo momento…
Avvocato Filastò: Presidente, ma questa qui è quella che deve essere trascritta ancora.
Avvocato Curandai: E’ già stata trascritta. Fa parte…
Avvocato Filastò: No, la perizia si è fatta ieri.
Presidente: … trascrizione fatta. Però la domanda gliela può fare, avvocato, scusi, può tornare dopo.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: La trascrizione c’è.
P.M.: (voce fuori microfono)
Avvocato Curandai: Dice la Filippa: “Ora il Pacciani… C’è stato lui, che lui è fuori. Lui è fuori, il Pacciani”, dice la Filippa. E lei gli risponde: “Lui gl’è furbo”. Cosa intendeva dire lei con questo?
Giancarlo Lotti: L’avrò detto così, non è che… non mi esprimo bene la parola.
Presidente: Il furbo è…
Avvocato Curandai: Va be’. Io credo che su questo punto ovviamente. ..
Giancarlo Lotti: Ma la telefonata…
Avvocato Curandai: Credo che il tenore della telefonata sia molto più eloquente. Senta, a un certo momento lei, durante questa telefonata, parla con la Filippa e dice: “Quando mi fermai lì, c’era la tenda. Vidi la tenda, c’erano due persone. Quell’altro l’ha riconosciute subito quelle persone”. Quell’altro chi è?
Giancarlo Lotti: Il Fernando.
Avvocato Curandai: Il Fernando. Il Pucci. Va bene. Io per il momento, per quanto riguarda le telefonate, non avrei altre domande. Allora, adesso… Senta…
Presidente: Come?
Avvocato Curandai: … signor Pucci… signor Lotti.
Giancarlo Lotti: Se è possibile, perché io sto di molto a sedere…
Avvocato Curandai: C’ho un’ultima domanda. C’ho un’ultima domanda soltanto.
Giancarlo Lotti: Va bene, va bene.
Avvocato Curandai: L’ultima, che diciamo…
Giancarlo Lotti: Per riposarmi un momento, perché…
Presidente: Sì, va bene. Facciamo questa… Breve, no?
Avvocato Curandai: No, un’ultima domanda.
Presidente: È breve o l’ultima?
Avvocato Curandai: L’ultima domanda.
Presidente: Bene. Così chiudiamo con l’avvocato Curandai.
Avvocato Curandai: Cioè, diciamo, avrei sinceramente due domande.
Presidente: Va be’, una la farà dopo.
Avvocato Curandai: Va bene. L’altra la facciamo dopo.
Presidente: Sì, se è breve, sennò lasciamolo stare, perché…
Avvocato Curandai: No, no, comunque. Senta, lei a quanto, dalla consulenza del professor Fornari, che è stata acquisita in atti, risulta che a un certo momento lei ha una sorella e una nipote, vero?
Giancarlo Lotti: Sì, e questo però…
Avvocato Curandai: Sì. E lei ha dichiarato al consulente che queste due persone si rifiutano di vederla. E’ vero questo?
Giancarlo Lotti: No, rifiutano. Se una persona passa in una via, una sorella, e non mi parla, io che ho fatto?
Avvocato Curandai: Ecco, ma…
Giancarlo Lotti: Io ho avuto il trasporto della mamma, che è morta a Firenze, chi l’ha fatto? Il sottoscritto l’ha fatto.
Avvocato Curandai: Sì.
Giancarlo Lotti: Oh.
Avvocato Curandai: Certo.
Presidente: Va be’, sono cose…
Giancarlo Lotti: Queste cose non le posso… andare avanti perché mi fanno male.
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: Lei ci può dire – se ce lo può dire bene, sennò non ci sono problemi – se vi sono dei motivi particolari…
Giancarlo Lotti: Motivi particolari non c’enno.
Avvocato Curandai: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Perché lei l’è una persona s’è sposata, l’ha avuto una figliola e la figliola l’ha du’ figlioli, un maschio e una femmina.
Avvocato Curandai: Mi può dire da quanto tempo lei non vede la sorella e la nipote?
Giancarlo Lotti: Per lei è come sii morto.
Avvocato Curandai: Ecco…
Giancarlo Lotti: È chiaro…
Avvocato Curandai: Ho capito.
Giancarlo Lotti: Io li trovavo a San Casciano. Se non stavo a San Casciano stavo da questo da questo prete giù.
Presidente: Scusi avvocato, volevo sapere un po’ che utilità può avere una domanda di questo genere in questo processo.
Avvocato Curandai: Mi basta questo. Presidente, mi basta questo. Un’altra domanda e si può sospendere.
Presidente: Va bene.
Avvocato Curandai: L’ultima domanda e si può sospendere.
Presidente: L’ultima domanda?
Avvocato Curandai: Sì, c’ho un’ultima domanda.
Presidente: Allora via, l’ultima domanda.
Avvocato Curandai: Senta, mi sembra di aver capito – forse, mi posso, anche sbagliare – che lei, a proposito di questo medico, di questo dottore, lei disse: “è il suo dottore, il suo”. Il suo di chi? Di Pacciani?
28 Novembre 1997 34° udienza processo Compagni di Merende

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