La mattina del 9 agosto 1997, intorno alle 6.30, un signore di nome Luciano Boschi, un ex ferroviere residente a Castellina, si reca presso la discarica per scaricare un paio di materassi. Giunto sul posto vede il taxi fermo e si avvicina. Vede all’interno dello stesso una donna riversa sul lato guida, immobile, tanto che il primo pensiero è che dorma.  La ragazza ha la testa reclinata sulla spalla destra, indossa una maglia bianca a trama traforata, dei blue jeans e dei sandali. L’ex ferroviere le sta per chiedere se va tutto bene, ma ancor prima di aprire bocca si pietrifica. Quella ragazza non dorme, quella ragazza è morta strangolata.

Il Boschi risale sulla sua Ape in cerca di aiuto.

Poco dopo sopraggiunge una volante della Polizia ed anche i Carabinieri di Castellina. La ragazza viene identificata come Alessandra Vanni, sparita da Siena l’8 agosto 1997.

Al primo sopralluogo vengono individuati segni di strangolamento e dei graffi sul collo. Attorno al collo un solco sotto il mento che presenta un segno a forma di X lasciato dalla corda stessa e sul lato destro del collo due segni lasciati probabilmente da alcune unghiate. Sul sedile posteriore c’è un’estesa macchia, forse sudore.

Presenta le mani legate dietro il sedile con uno spago uguale a quello usato per strangolarla, forse lo stesso, un cordino di canapa. Il nodo usato per immobilizzare le mani con il cordino ricorda quelli praticati dai marinai. Sembrerebbe che i polsi siano stati legati post mortem. Non ha né contusioni né segni di violenza. Sul cruscotto dell’auto è presente un’impronta da scarpa, forse della stessa vittima nel tentativo di divincolarsi. Manca la borsa di con un incasso di circa 140.000 lire.

Il tassametro esaminato indica che il taxi è arrivato a Castellina in Chianti, nei pressi di un luogo appartato vicino ad una discarica nei pressi del cimitero comunale, alle 00.09 dopo 44 minuti di corsa ad una media oraria di 60 Km/h e segna un costo della corsa di 55.200 lire. Da successivi calcoli è l’importo corretto per una corsa da piazza Matteotti a Castellina in Chianti.

La donna è deceduta, si saprà successivamente all’esame autoptico, in un lasso di tempo che va dalle 1.00 alle 3.00. Alessandra si è anche difesa graffiando il suo assassino infatti sotto  le sue unghie si ritroveranno tracce di pelle. La Scientifica reperterà anche un bulbo pilifero non appartenente ad Alessandra.

La cordicella di canapa con la quale è legata, è la stessa che l’ha strangolata, come risulterà da una perizia merceologica. Verrà accertato anche che è stata legata post mortem in quanto i segni lasciati dalla pressione della corda sono completamente differenti dai segni lasciati su un corpo in vita.

Nei giorni successivi gli inquirenti, guidati dal Procuratore Capo di Siena Dott. Calabrese, battono varie piste, dalla rapina perché l’incasso della serata (140 mila lire) è sparito, a quella passionale, a quelle della droga, alla pista del maniaco, fino a quella esoterica.

Un anno prima aveva divorziato da Stefano, meccanico senese, con il quale il rapporto non funzionava più ma non erano rimasti rancori. Peraltro il giovane era all’estero, in vacanza, nelle ore del delitto.

I colleghi comunicano di una relazione che la ragazza aveva iniziato con un altro tassista, pure lui di nome Stefano. E’ bastata una piccola indagine suo conto da parte dei Carabinieri per appurare che era in giro fuori città durante il suo turno di lavoro esattamente quando è avvenuto l’assassinio. Prima di andare a dormire l’uomo aveva provato a raggiungerla telefonicamente, ma senza successo, perché il cellulare della donna era rimasto a casa. Dopo averla cercata per un po’, aveva concluso che anche lei si fosse ritirata.

Alcuni indizi ci portano ad un somalo di nome Stefano Nicolino Mohamed, nato a Mogadiscio nel 1949 e conosciuto in città con il soprannome Steve. Nicolino è un simpatizzante della contrada della Selva e fino alla settimana prima abitava a Ponte a Bozzone. Si è trasferito da qualche giorno a Quercegrossa ed il taxi lo utilizza abitualmente per farsi accompagnare a lavoro. Con Alessandra ha stretto una conoscenza proprio per questioni lavorative e infatti anche il pomeriggio stesso di quel venerdì, Alessandra chiama Nicolino chiedendogli se vuole ricevere in dono dei gattini, che la ragazza ha trovato abbandonati in una scatola di cartone legata con uno spago fuori dal consorzio dei tassisti. Ma quella sera, stando alle dichiarazioni di Nicolino, non avviene nessuno incontro con la tassista.

Il caso si arena e piano piano cade nel dimenticatoio.

9 Agosto 1997 Ritrovamento del corpo di Alessandra Vanni

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