L’8 agosto 1997, venerdì, Alessandra Vanni, di 29 anni, termina alle ore 21.00 il suo turno al centralino della Cooperativa Tassisti Senesi cominciato alle ore 14.00. Il suo compito al centralino è quello di prendere le telefonate dei clienti e trasferirle ai taxi operativi. Quella sera, come sempre, annuncia alla radio: “Sono le 21.00, sono le 21.00, inserisco il centralino automatico, buonanotte a tutti”.

Dopo il divorzio aveva deciso di prendere la licenza di abilitazione alla guida taxi e dopo il lavoro al centralino, saltuariamente, prestava servizio taxi con l’automobile “Siena 22” un’Alfa Romeo 155 di proprietà dello zio Onofrio, storico tassista di Siena. In quei giorni lo zio era in ferie in Ungheria per assistere al gran premio di Formula 1.

Si reca a casa dove cena con i suoi genitori e alle 22.00 recupera l’Alfa 155 e comincia un turno di notte. Anche il suo ragazzo è di turno quella notte, ma Alessandra ha lasciato il cellulare a casa, ed il suo ragazzo non riuscirà a mettersi in contatto con lei.

Alle 22.00 si trova in piazza Matteotti, punto di ritrovo dei taxi. Vengono registrate dal tassametro alcune corse. Ha trasportato due paracadutisti alla vicina caserma situata in piazza d’Armi, poi una famiglia inglese e alle 23.07 un paio di studenti chiamano per una corsa che termina alle 23.18 in piazza Gramsci. Alle 23.25 l’avrebbero vista nuovamente in piazza Matteotti dove parlava con due colleghi. Qui avrebbero notato due stranieri chiedere alla ragazza il costo per una corsa fuori città e avrebbero sentito Alessandra parlare di 50.000 lire. Ma la ragazza, testimoniano due suoi colleghi, alle 23.25 era ancora ferma alla piazzola dei taxi di Piazza Matteotti.

Poi il tassametro viene impostato con la tariffa 2, quella extraurbana e il taxi parte.

Alcuni testimoni, poi escussi durante le indagini, sostenevano di aver visto “Siena 22” a Quercegrossa, alla periferia Siena, circa alle 24.00. L’auto avrebbe imboccato un vicolo per poi fare manovra davanti ad un bar(NdR: possibile posizione). Dopo pochi minuti i clienti del locale rivedono il taxi che gira, si ferma ancora, come se stesse cercando qualcuno. Alcuni testimoni dichiarano di aver visto a bordo del taxi due passeggeri, altri di averne visto soltanto uno, altri ancora affermano di aver notato soltanto Alessandra. Poi il taxi sparisce.

L’avvistamento successivo è quello in frazione Fonterutoli di Castellina: un uomo vede una persona uscire da un taxi bianco, parcheggiato davanti al capannone di un fabbro, e risalire velocemente sul sedile anteriore.

Ciò che è certo è che il taxi da Siena muove verso le colline, imbocca la Chiantigiana, la ss 222, in direzione Castellina in Chianti.

Poco dopo la mezzanotte, 24.09, due persone vedono il taxi passare e sterzare deciso nella stradina sterrata che porta alla discarica di Castellina in Chianti nelle vicinanze del cimitero. Alessandra fa manovra e mette l’Alfa 155 in direzione della via di uscita, come per rientrare nella Chiantigiana.

Alessandra Vanni non farà più ritorno a casa.

Alle 24.00 i colleghi non sentendola e non vedendola più si allarmano ma solo alle 5.30 del mattino, dopo qualche ricerca, i familiari danno l’allarme al 113. Solo la mattina del 9 agosto 1997 alle 6.30 verrà ritrovato il corpo.

8 Agosto 1997 Omicidio di Alessandra Vanni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore