Mister Kappa sfida Firenze ora vi dirò chi è il mostro

FIRENZE – La pistola Beretta calibro 22 del mostro tace da sei anni e mezzo. Ma se l’ assassino è scomparso di scena, intorno a lui non cessa il fragore. La caccia non si è mai fermata. Lo cercano, non smetteranno mai di cercarlo, magistrati, polizia e carabinieri. Ma lo cercano anche altri. Investigatori privati, avvocati, scrittori. Uno di loro è convinto di averlo trovato. E domani esce in tutta Italia un libro che proporrà nome e cognome del presunto colpevole. L’ autore è un maestro di karate che da anni si interessa alla sequenza di omicidi del mostro (otto coppie uccise in 17 anni) e che è convinto di aver risolto l’ enigma. Il libro si intitola “Il mostro di Firenze – La teoria finale” e l’ autore si cela per il momento sotto uno pseudonimo: Mister Kappa. Ieri Mister Kappa si è incontrato con gli investigatori della Squadra antimostro della questura di Firenze, diretta dal vicequestore Ruggero Perugini. Era accompagnato dal suo legale. Ha consegnato loro una copia del libro e ha esposto la sua tesi: nome e cognome del presunto assassino, le radici della sua follia. E’ convintissimo di aver trovato la chiave dell’ enigma. Sa quanto rischia sul piano legale ma non si ferma, e questa sera presenterà i risultati della sua “investigazione”. Non resta che aspettare. L’ inchiesta ufficiale sul mostro di Firenze è un campo minato. Molte persone sospette sono finite in carcere. Quasi tutti sono stati scagionati da un delitto avvenuto mentre erano dietro le sbarre. Nei mesi scorsi, il procuratore della Repubblica di Firenze Pier Luigi Vigna, che con il collega Paolo Canessa tenta di risolvere l’ enigma, ha messo sotto inchiesta un contadino di San Casciano Val di Pesa, Pietro Pacciani, che uccise a roncolate un rivale in amore e che più tardi è stato in carcere per violenza alle figlie. L’ autore de “La teoria finale” non ha dubbi. Pacciani non c’ entra. Quattro – a suo parere – i dati certi nella sequenza dei delitti: la pistola, che è sempre la stessa; il territorio (i dintorni di Firenze); l’ odio contro le coppie che si amano in macchina; la perversione sessuale. La chiave dell’ enigma è anche per lui nel primo omicidio, quello del 1968 a Signa: per quel delitto è stato condannato Stefano Mele, un manovale sardo che era il marito della donna uccisa e che quasi certamente fu aiutato da altri. In quell’ ambiente deve essere ricercato il mostro. Su questo punto l’ autore del libro è sibillino: l’ assassino “non può essere né esterno ma neppure interno” a quel gruppo di persone. Il primo delitto gli ha fornito l’ arma, la calibro 22, che è anche il punto debole della sua catena. Non è propriamente un serial killer, un assassino seriale, perchè uccide a scadenze molto ampie. Colpisce e mutila per vendetta e deve aver avuto contatti con i magistrati che ha sfidato inviando i proiettili e un lembo del seno della sua ultima vittima. Non ha più di 45 anni e non è alto più di un metro e 70. E’ stato egli stesso a far scoprire, con una comunicazione anonima, il collegamento fra il delitto del ‘ 68 e i successivi. La “rivelazione” è annunciata per questa sera alle 17,50 in punto.

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9 Aprile 1992 Stampa: La Repubblica – Mister Kappa sfida Firenze ora vi dirò chi è il mostro
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