Il 19 aprile 2006 rilascia testimonianza di Maurizio Mion.

Lo stesso, sentito da Codesta A.G. in data 19.04.2006, tra le altre cose relative ai fatti per cui fu sottoposto alla misura coercitiva, riferisce i sottonotati particolari riguardanti l’attuale Ispettore della Questura di Perugia Monica NAPOLEONI, figlia del suindicato Luigi Napoleoni. In sostanza il MION riferisce che nel corso della perquisizione nei suoi confronti in esecuzione all’O.C.C. per i motivi sopra enunciati, Monica NAPOLEONI, che partecipava all’operazione di P.G. insieme ad altri colleghi e dirigenti, si interessa particolarmente alla vicenda NARDUCCI ed in particolare alla documentazione che lo stesso MION custodisce nel proprio computer e nei propri supporti informatici. Il MION, a questo proposito, riferisce:

“….Debbo raccontare per filo e per segno quello che mi è accaduto in quanto lo ritengo rilevante ai fini della domanda che mi è stata posta. Verso le tre di notte sono riuscito a chiamare il mio avvocato Alessandro Vesi del Foro di Perugia che si è precipitato sul posto. Di tanto in tanto veniva nell’ufficio anche l’Ispettrice Monica Napoleoni. Come seppi in seguito, in quel momento il GICO e la Squadra Mobile stavano eseguendo le altre ordinanze di custodia cautelare. Verso le cinque e mezzo, sei mi è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dopo un po’ il mio avvocato è andato via dopo avere avuto un colloquio con il Dr. Nappi. Verso le sei e mezza sette io mi sono reso disponibile per la perquisizione nel mio ufficio dove avevo i documenti relativi ai fatti che mi venivano contestati, ma anche la documentazione relativa al caso Narducci e in particolare tutta la documentazione relativa alle intercettazioni di cui curavo le scadenze, le proroghe e le nuove aperture. Oltre a questo avevo anche documentazione relativa ad un procedimento di cui era titolare il Dr. Razzi e che riguardava un appartenente alla Polizia Provinciale. Quest’ultimo procedimento era stato originato da uno stralcio sul caso Narducci.
L’Ispettrice Napoleoni e il dr. Chiacchiera erano perfettamente a conoscenza che io lavoravo in particolare sul caso Narducci. Vi erano anche il Sov. Stefano Gubbiotti e l’Isp. Bigini che credo fossero anche loro a conoscenza di questa mia attività. Io feci presente a tutti quali erano i documenti che riguardavano i fatti che mi venivano contestati, ma il Dr. Chiacchiera e l’Isp. Napoleoni mi rassicurarono dicendomi di non preoccuparmi perché avrebbero visionato loro tutto il materiale che intendevano acquisire. Io mi sono fidato delle loro assicurazioni e li ho lasciati fare. Fatto sta che mi hanno preso tutti i documenti che si trovavano sulla scrivania e nei cassetti, ivi compresi quelli relati ad altri procedimenti e in particolare quelli del caso Narducci, tra cui tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e materiale informatico. Io ricordo di avere fatto presente che il materiale che loro acquisivano riguardava anche fatti estranei ai fatti contestatimi e in particolare quelli relativi al caso Narducci, ma il dr. Chiacchiera e l’Isp. Napoleoni mi dicevano di stare tranquillo e di non preoccuparmi perché avrebbero esaminato tutto loro. A tutt’oggi il mio legale Alessandro Vesi non ha ricevuto alcun avviso di deposito di processi verbali di perquisizioni e sequestri, ne io ho avuto copia di alcun atto. Prima di partire dalla Questura l’Ispettrice Napoleoni, presente il Dr. Luigi Nappi, mi ha detto di non preoccuparmi e che si era già adoperata presso il GICO perché fosse lei a fare la perquisizione a casa mia e nel dirmi questo chiedeva conferma al dr. Nappi, chiedendogli : “vero dottore, no? “ e il Dr. Nappi annuiva. Dalla Questura sono stato portato nella mia abitazione dal Dr. Chiacchiera, da Bigini e Rossi Claudio. In un’altra auto viaggiava l’Isp. Napoleoni con Gubbiotti. Appena arrivati a casa, in Fraz. S. Apollinare, Via Vittorio Veneto 10, l’Ispettrice Napoleoni nel corso della perquisizione che in pratica non è stata fatta, mi ha chiesto i CD del caso Narducci, perché lei riteneva che io ce l’avessi. Infatti sapeva che l’Ispettore Fantauzzi aveva dei CD sul caso Narducci e data la delicatezza del caso pensava che anche noi ne avessimo delle copie. Io sono rimasto sorpreso di questa richiesta e ho chiesto a che cosa servissero loro questi CD. Erano presenti anche il Dr. Chiacchiera, l’Isp. Bigini, il Sov. Gubbiotti Stefano e l’Ass. Rossi Claudio. Preciso che gli elementi della Mobile che si occupavano del caso Narducci e cioè l’Isp. Fantauzzi e l’Ass. Bordoni erano presenti al momento del mio arresto ma si erano poi allontanati. In pratica la Napoleoni si è portata solo nel mio studio ma non ha trovato quello che cercava e allora io le feci presente che dormivo in un’altra casa che si trovava adiacente a quella perquisita. Li è entrato oltre alla Napoleoni anche il Gubbiotti e successivamente anche il Bigini. Hanno guardato nei cassetti e altrove perché cercavano i CD del caso Narducci. Io però dicevo che non avevo i CD di questo caso, anche se li avevo in un primo tempo. Aggiungo che io ero sottoposto ad una attività di intercettazione telefonica curata dal GICO, ma so che la Napoleoni si recava spesso in sala intercettazioni credo del GICO a seguire le mie intercettazioni. Queste cose le ho sapute da un collega della Guardia di Finanza e dall’Isp. Fausto Passeri della Squadra Mobile di Perugia.
Questo lo ricordo con certezza. Anche appartenenti all’Arma dei Carabinieri mi hanno avvertito di questi ascolti delle mie telefonate, dal febbraio 2004 al mese di giugno /luglio 2004. Nelle telefonate io ovviamente parlavo oltre che delle mie vicende personali, anche, e con frequenza quotidiana, delle indagini sul caso Narducci. In particolare ricordo che parlavo spesso con l’Ass. Natalini e l’Ass. Borghi del GIDES che seguivano le intercettazioni relative alla vicenda Narducci e in particolare quelle che riguardavano le utenze dell’Isp. Luigi Napoleoni, padre di Monica Napoleoni. L’attivita di intercettazione era stata concentrata a Firenze per motivi di maggiore riservatezza. Ricordo che un giorno venne intercettata una telefonata tra la madre di Monica Napoleoni e quest’ultima un giorno o due dopo che l’Isp. Napoleoni era stato sentito a Firenze e in quella telefonata Monica parlando con la madre cercò di bloccarla dicendole che erano intercettati. Me lo ricordo perfettamente perché avevo svolto funzioni di assistente a Lei in un verbale di assunzione di informazioni e poco dopo pervenne dal GIDES una telefonata e poi un fax in cui si comunicava al magistrato che la Napoleoni era a conoscenza dell’attività di intercettazione. Ricordo anche che nel periodo in cui i miei telefoni erano sotto controllo facemmo anche attività di indagini in S. Casciano Val di Pesa. Aggiungo che spesso io seguivo l’attività di indagine presso di lei, svolgendo anche funzioni di assistenza al verbale, mentre l’isp. Fantauzzi, l’Ass. Emili e l’Ass. Bordoni operavano in altri luoghi. Ricordo che seguivo, come intercettazioni della vicenda Narducci, i pescatori di S. Feliciano, l’autista del Questore Trio e i componenti della famiglia Narducci. Seguivo anche un’attività di intercettazione sullo stesso caso che riguardava un ortopedico fiorentino. Dei vari componenti della Mobile, quello che aveva più contatti con il GIDES di Firenze ero io. Durante la perquisizione dell’altro appartamento che è di proprietà di una signora inglese, feci presente alla Napoleoni che non ricordavo dove si trovassero questi CD, ma lo sapeva la mia convivente, Matysiuk Katarzina Anna di nazionalità polacca. La Napoleoni mi chiese di chiamarla. Ciò può essere verificato dall’analisi dei tabulati relativi alle chiamate partite dall’abitazione della signora inglese Pailthorpe Avon utenza numero 0758786035 verso il cellulare 3479297809 intestato alla mia convivente Anna. Io la chiamai verso le dieci del 17/09/2004. Lei mi ha detto che forse potevo trovare questi CD nella parte alta del mobile bar sita vicino al telefono. Tutti i poliziotti che stavano facendo la perquisizione e in particolare l’Isp. Napoleoni e il Dr. Chiacchiera, hanno voluto consultare il mio computer portatile ed hanno cancellato alcuni files, dopo avermi allontanato ed avermi chiesto la password.
Ricordo che prima che mi allontanassi il Dr. Chiacchiera ordinò a Rossi che stava al computer, di cancellare due files che interessavano il procedimento che era seguito dal Dr. Razzi. Non so che cosa altro mi abbiano cancellato, ma il computer ce l’ho ancora io ed è a vostra disposizione.
Non mi è mai stato sequestrato. La stessa cosa Monica Napoleoni ha fatto sul mio computer fisso cancellando le foto relative alla prostituzione scattate dall’Isp. Volturno. La Napoleoni ha cancellato anche una cartella contenente foto dei ritagli di giornali rigurdante la vicenda Narducci dal 2002 fino al giorno del mio arresto. Di ciò si è accorta anche mia sorella Mion Gloria che era entrata in quel momento nel mio studio. Ricordo che la Napoleoni era seduta al mio computer mentre il Dr. Chiacchiera era in piedi alla sx della Napoleoni, mentre io ero accovacciato alla sua dx. In quel momento entrò mia sorella che ha sentito Chiacchiera ordinare alla Napoleoni di cancellare ora questo ora l’altro file, dicendo rivolto a me :”non ti preoccupare è meglio per te così la perquisizione è negativa.” Ho solo firmato, prima di entrare in carcere il processo verbale della perquisizione della mia abitazione, con esito negativo. Credo che il verbale è stato firmato dal Dr. Chiacchiera, da Bigini e Rossi Claudio. Sono stato in carcere in isolamento per tre mesi e venti giorni. Poi sono stato messo agli arresti domiciliari sino quasi alla scadenza dei termini massimi di custodia cautelare. Il mio primo avvocato è stato Alessandro Vesi del Foro di Perugia. Dopo alcuni giorni il Vesi mi ha detto che sarebbe stato opportuno che lo avesse affiancato un avvocato di maggior peso. Tra i tanti si offrì di difendermi l’avvocato Luciano Ghirga che era stato contattato dall’avvocato Vesi. L’avvocato Ghirga ha preso al conferimento del mandato la somma di duemila euro da mio fratello. All’epoca non era ancora difensore dell’avvocato Alfredo Brizioli e ricordo che in quel periodo si diffuse la notizia che era stata chiesta e respinta una misura restrittiva della libertà personale del Brizioli, del Questore Trio e del Colonnello Di Carlo. Quando l’avvocato Vesi chiese a Ghirga di affiancarlo, penso che lo abbia informato delle attività di Polizia che stavo svolgendo, in particolare delle indagini sul caso Narducci. Ricordo che nel corso dei primi contatti con l’avvocato Ghirga, questo ultimo parlando dell’attività che svolgevo, accennò ad una frase contenuta ad una annotazione che io le avevo inviato e nella quale io riferivo l’espressione con la quale il Brizioli, rivolto al Dr. Walter Patumi e al Prof. Fortuni, commentava le conclusioni a cui era pervenuto il Prof. Giovanni Pierucci circa la rottura dell’osso ioide del Narducci. Il Brizioli disse infatti: “Mi raccomando, da questo momento, neghiamo l’evidenza !”.
L’Avv. Ghirga mi riferì esattamente questa espressione e poi, in un’altra occasione, mi disse che non contava nulla la muta, alludendo alle dichiarazikoni di Angela Caligiani. Io rimasi sorpreso perché non sapevo che Ghirga difendesse il Brizioli e comunque non ricordo se già fossi a conoscenza che il Ghirga difendeva il Brizioli quando mi disse queste cose. Ricordo anche che mi preoccupai che si pensasse male di me visto che avevo lo stesso difensore del Brizioli, soprattutto quando il Tribunale estromise il Brizioli dalle accuse. Con mia grande sorpresa il Ghirga non si è fatto più sentire da me dalla Pasqua del 2005, ma non so se abbia parlato con l’altro mio avvocato. So solo che l’istanza di revoca della misura cautelare in carcere l’ho dovuta fare io personalmenmte su un foglio di block notes di cui conservo la copia. L’avvocato Vesi ne era a conoscenza e lo ha riferito all’avvocato Ghirga. Uscito dal carcere, ho richiesto al Dr. Nappi l’accesso agli atti amministrativi per quanto concerne tutti quanto da me redatto, inerenti la prostituzione e i turni. La richiesta l’ho inoltrata a maggio 2005 e poi ad agosto dello stesso anno e gli atti mi sono stati consegnati solo alla fine del 2005, ma mancano sei atti che presumo fossero presenti sulla mia scrivania insieme alla documentazione sul caso Narducci. Nulla so di quest’ultima documentazione ma credo che sia in deposito presso la Squadra Mobile ed io la esaminerò. A tutt’oggi non ho ancora ricevuto l’avviso ex art. 415 bis c.p.p…..”

Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 65/66

19 Aprile 2006 Testimonianza di Maurizio Mion

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