FIRENZE – C’è un quarto indagato nell’ inchiesta sui delitti del mostro di Firenze. E’ un ex carabiniere di San Casciano, la cittadina del Chianti che ogni giorno di più sembra essere il cuore di tutti i segreti di questa storia terribile e infinita, la terra di Pietro Pacciani, di Mario Vanni, arrestato da un mese per l’ ultimo duplice delitto, di Giancarlo Lotti, l’ ex supertestimone che ha confessato di aver fatto il palo negli ultimi due duplici omicidi. Il nuovo indagato è un ex appuntato in pensione dal 1993. Ieri la sua casa è stata perquisita dagli uomini della squadra mobile coordinati dal dirigente Michele Giuttari. All’ ex carabiniere è stato recapitato un avviso di garanzia per concorso nei duplici omicidi del maniaco del 1984, del 1985 e nella morte di un bracciante agricolo, Renato Malatesta, trovato il 23 dicembre 1980 impiccato alla trave della stalla. Suicidio, fu il verdetto dei carabinieri del posto. Molto probabilmente un omicidio, pensa il pm Paolo Canessa. “Attenzione, questo non è il quarto mostro” specificano gli investigatori, “è un personaggio nuovo che avrebbe avuto un ruolo di custode di oggetti e procacciatore di altri, ad esempio cartucce”. Nell’ abitazione dell’ ex appuntato sono state trovate una pistola 7.65 e una carabina calibro 22 regolarmente denunciate e numerosi proiettili calibro 22 marca Winchester serie H (gli stessi usati dal mostro, peraltro diffusissimi), che verranno analizzati dalla Scientifica. “E’ un momento delicatissimo, credete” ha detto il questore Luciano Rosini chiedendo una specie di silenzio stampa. Nel pomeriggio l’ ex appuntato, che vive da più di 25 anni a San Casciano ed è conosciuto e stimato, è stato trasferito in gran segreto in procura dove è stato interrogato, alla presenza dell’ avvocato Alessandro Becattini, da Vigna e da Canessa. Sempre più sconvolto e disperato, ha saputo che diversi testimoni lo indicano come intimo amico di Pacciani, Vanni e Lotti. Secondo le testimonianze, l’ ex appuntato frequentava lo stesso giro di prostitute dei compagni di merende di Pacciani e alla fine si sarebbe trovato invischiato in un mondo che lo ricattava, al punto da costringerlo a custodire qualcosa di tremendamente scottante come i proiettili del mostro. Una delle chiavi del misterioso sodalizio che – secondo gli investigatori – legava l’ ex appuntato a Pacciani e agli altri compagni di merende, andrebbe ricercata nella oscura morte di Renato Malatesta, marito di Antonietta Sperduto, amante di Vanni e di Pacciani, trovato impiccato il 23 dicembre ‘ 80. Da tempo viveva nel terrore e dormiva con un falcetto sotto il cuscino. La moglie Antonietta, oggetto delle fantasie sessuali di Vanni e Pacciani, lo aveva lasciato da poco e si era trasferita nella colonica di Faltignano, luogo di strani incontri fra maghi e prostitute. Malatesta aveva sicuramente due “nemici”, Vanni e Pacciani, che lo avevano picchiato e minacciato. Un suicidio, conclusero i carabinieri di San Casciano a proposito di quella morte. Ma avevano indagato a fondo? Troppe cose non tornano. Ad esempio i piedi di Malatesta che toccavano terra. Ma le foto inviate al magistrato incaricato nel 1980 di indagare su quella impiccagione non mostravano i piedi. Ci furono coperture, connivenze? L’ ex appuntato ha negato di aver partecipato alle indagini sulla morte di Malatesta.

di CLAUDIA FUSANI e FRANCA SELVATICI

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/19/un-carabiniere-nella-banda-del-mostro.html

19 Marzo 1996 Stampa: La Repubblica – Un carabiniere nella banda del Mostro
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