Sul proiettile la firma del mostro

FIRENZE – Fa parte dello stesso lotto di alcuni proiettili utilizzati dal mostro. La cartuccia trovata mercoledì sera a Mercatale Val di Pesa nell’ orto di Pietro Pacciani, unico indagato per gli otto duplici omicidi, ha la stessa caratteristica imperfezione, un difetto sulla “H” impressa sul fondo. Di più: sembra che ci sia anche un altro minuscolo segno, quello lasciato dall’ estrattore di una pistola. E’ un piccolo graffio, che può essere lasciato anche su un proiettile inesploso (come quello appena trovato) che venga messo in canna e poi espulso senza essere sparato. La Scientifica ne sarà certa solo dopo aver tolto le incrostazioni di terriccio che avvolgono la cartuccia. Se c’ è, l’ impronta dell’ estrattore sarà decisiva, perchè potrà essere confrontata con quella che compare, chiara, sui bossoli trovati dopo i delitti del maniaco. La prima scossa, comunque, è arrivata dalle analisi sulla lettera “H”, caratteristica delle pallottole calibro 22 della Winchester, quelle del mostro. Il proiettile trovato nell’ orto di Pacciani, condannato in passato per un omicidio e per aver violentato le figlie, è marchiato da una “H”. Fin qui nulla di eccezionale: secondo i calcoli della casa produttrice con quel calibro e quella lettera sono stati venduti decine di milioni di proiettili in tutto il mondo. Ma questo proiettile ha rivelato di più: una delle gambette della “H” è più sottile delle altre. Un segno inconfondibile: vuol dire che quella cartuccia è stata marchiata dallo stesso punzone di quelle utilizzate negli omicidi. E secondo gli esperti, all’ epoca la Winchester non importava in Italia più di centomila proiettili per ogni lotto. Difficile stabilire quanti di questi siano stati venduti in Toscana. L’ imperfezione della “H” ha disegnato un cerchio molto più piccolo, ma sempre troppo grande per chiudere un’ inchiesta delicata come questa. Il procuratore capo di Firenze, Piero Luigi Vigna, e il sostituto Paolo Canessa, titolari dell’ inchiesta, dovranno chiedere al giudice per le indagini preliminari un incidente probatorio, perchè vengano eseguite sul proiettile le nuove analisi. A parte quella sul graffio dell’ estrattore, sono considerate importanti nagli uffici della Squadra anti mostro le perizie sui metalli e sulla polvere da sparo. E ci sarebbe anche una lettera su cui ora lavorare. Anonima, arrivata alla fine del ‘ 91 ai magistrati: “Andate a scavare nell’ orto di Pacciani”. Intanto la perquisizione continua. Mercatale la segue indispettita, coinvolta da un assedio che sembra non finire mai. Poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco hanno lavorato dentro e fuori casa Pacciani anche per il primo maggio, e per tutta la giornata di ieri. Oggi si riprende alle 8. Domani, lo stesso. Non manca molto, giurano gli uomini della Sam. Casa Pacciani e la casa delle figlie sono quasi finite. Dopo il proiettile, ieri è saltata fuori una lama: è piccola, forse di un coltello da cucina. “Vediamo” dicono gli investigatori, ma non ci credono molto. Mancano gli ultimi lotti dell’ orto che saranno completati forse già domani sera. Poi si passerà ad altri poderi dove Pacciani ha lavorato. Sono tre terreni che saranno perquisiti forse già durante la prossima settimana. “Andiamo avanti, che dobbiamo fare”, dice il capo della squadra antimostro, il commissario Perugini. E’ lui che dirige le operazioni. E’ lui che non perde d’ occhio neanche per un attimo Pietro Pacciani. L’ ha visto all’ inizio della perquisizione, lunedì scorso, freddo, distaccato, duro come al solito con la moglie costretta a dargli del “voi”. L’ ha visto sicuro di sè, quasi strafottente quando i vigili del fuoco mercoledì pomeriggio cominciavano a portare via i martelli pneumatici che gli avevano sventrato il giardino. “Scommettiamo che non trovate niente”, diceva sorridendo. Poi, l’ ha visto serio, teso, irrigidito da quelle operazioni lente ed infinite, quando ha capito che la perquisizione andava avanti. Fino alla fine. Mentre anche l’ onorevole missino Altero Matteoli si interessa al caso con una lettera al ministro della Giustizia perchè inviti i magistrati fiorentini alla “massima riservatezza su questa indagine”, Mercatale vive e sopporta l’ invasione. Questi per il paese, sono giorni di sagra. La gente cena in piazza e i cantanti, glorie locali, si alternano sul palco. Tutti passano davanti a via Sonnino, rifiutano l’ idea che Pietro Pacciani sia l’ assassino. Ieri mattina è stato staccato un cartello incollato all’ entrata di Marcatale. C’ era scritto: “Questo è il paese del mostro”.

di FABIO GALATI

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3 Maggio 1992 Stampa: La Repubblica – Sul proiettile la firma del mostro
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