Il 22 Gennaio 2003 rilascia testimonianza l’Avv. Pietro Fioravanti.

Questa la testimonianza:

Questa la trascrizione:

Il giorno 22.01.2003 alle ore 16,42 dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dal Dott. Michele GIUTTARI Dirigente la Squadra Mobile della Questura di Firenze, dal Ten. Antonio Morra Comandante del R.O.N.O. CC. di Perugia, dall’ Ispettore Capo CASTELLI Michelangelo, Vice Sovrintendente Michele Natalini e Ass. Capo BORGHI Alessandro appartenenti alla squadra mobile della Questura di Firenze e dall’ Ass. Mion Maurizio appartenente alla Squadra mobile della Questura di Perugia, è comparso l’Avvocato Pietro FIORAVANTI, nato a Pignano del Tronto (AP) il 22.07.1937, residente a Firenze e domiciliato in viale dei Mille nr. 97, il quale, richiesta delle generalità, risponde:

” Sono l’Avvocato Pietro Fioravanti, già generalizzato atti.”

Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., poiché il procedimento nel quale l’avvocato FIORAVANTI viene esaminato come persona informata sui fatti è diverso da quello nel quale l’avvocato FIORAVANTI ha prestato la sua attività professionale in difesa del defunto Pietro Pacciani, e riguarda unicamente la morte del professore Francesco Narducci. Ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p.

Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.

Domanda: “Lei ha reso delle dichiarazioni dinanzi alla Squadra Mobile della Questura di Firenze in data 05.12.2002 sia nel proc. nr. 3212/96 RG mod.44 Proc. Firenze sia nel Proc. nr. 17869/01 RG. Mod.44 Proc. Perugia . Lei Conferma quanto ha dichiarato?”

Risposta: ” Si Confermo quanto dichiarato il 05.12.2002, di cui ho ricevuto lettura e aggiungo di aver saputo dallo stesso Pietro PACCIANI che Francesco Narducci aveva sposato una Spagnoli. Questa affermazione il Pacciani me la fece quando si incominciò a parlare della Carlizzi e sicuramente nella sentenza di primo grado. In particolare credo che il Pacciani mi abbia detto queste cose nel gennaio 1985.”

Domanda: ” Quando il Pacciani le ha parlato del Narducci?”

Risposta :” Ricordo che quando si preparava il processo di primo grado tra i primi del 93′ e gli inizi del 94′, nel corso di un colloquio con il Pacciani al quale portavo periodicamente le copie degli atti del processo per conferire con lui, avendogli chiesto se avesse sentito parlare del Narducci nel quale si parlava ora non ricordo in quale atto, il Pacciani mi rispose testualmente: “ma questo era quel medico che aveva una villa in affitto a Vicchio o a San Casciano”. Poiché successivamente il Pacciani collegò il Narducci al Conte Corsini che aveva una villa tra Vicchio e Borgo, mi sembra di ricordare che il Pacciani sottolineò in particolare la località di Vicchio come dimora del Narducci. Ricordo di averlo sentito chiedermi come mai non si era più parlato né del Narducci né del Corsini. Ricordo anche che nel corso di una delle udienze del dibattimento di primo grado e precisamente prima della audizione del Dr. Perugini avvenuta il 4 0 5 luglio del 1994, il Pacciani esclamò in aula testualmente: “Ma perché non avete continuato le indagini sul medico morto a bordo di un gommone nel lago Trasimeno?”. Ricordo che in più occasioni il Pacciani mi disse che il Narducci era morto con una pietra legata al collo. Da come ho potuto capire, il Pacciani deve aver conosciuto il Narducci a Vicchio dove molto probabilmente il medico Perugino aveva una villa in affitto o addirittura una porzione di villa del Corsini che aveva a Vicchio anche una riserva di caccia. Il Pacciani mi diceva che il Narducci e il Corsini erano “in combutta” e che il Narducci aveva una abitazione a Vicchio ma le riunioni le facevano a san Casciano vicino alla chiesa sconsacrata e ad una azienda vinicola. Pacciani quando parlava di combutta alludeva anche all’esercizio della caccia che evidentemente accomunava sia il Corsini che il Narducci. Non si trattava solo di caccia ma anche di altre attività del tipo di quelle che ho descritto nel verbale redatto in data 05.12.2002 e cioè di attività di tipo magico sessuale violenta tipo quelle che caratterizzavano i rapporti sessuali tra il Pacciani il Vanni, la Sperduto e la Ghiribelli, ma anche persone di alto livello cui allude una lettera anonima che il Pacciani mi consegnò poco prima del processo e che consegnai in originale al Dirigente della S.A.M. Dr. Perugini su invito del Dr. Canessa che informai immediatamente. Oltre all’attività Magico sessuale che ho descritto il Pacciani alludeva anche a rapporti di pedofilia che avrebbero coinvolto non i cosiddetti “compagni di merende” ma soprattutto persone altolocate. In sostanza vi sarebbe stato un giro di personaggi che si incontravano sia per la comune passione venatoria sia per orientamenti sessuali anomali del tipo sopra descritto e nei quali vi era anche una marcata componente bisessuale che caratterizzava anche i compagni di merende. Preciso anche che durante il processo mi giunsero in maniera anonima 32 lettere con un mittente inesistente di via Alfani nr. 70 tra le quali ve ne erano alcune molto significative tra cui una in cui si parlava di una attesa di 4 ore e si ricordava un episodio che a mia memoria riguardava calze a rete e cose di questo genere. L’epicentro di tali frequentazioni era San Casciano e in particolare una villa diroccata che si trova nella frazione di Chiesa Nuova di San Casciano, via di Faltignano dove abitava Salvatore Indovino e che veniva frequentata tra gli altri anche da mago Verdino detto “MANOLITO”. Questo mi è stato riferito sempre da Pacciani e si tratta di circostanze rese pubbliche nel secondo processo “ai compagni di merende”. Il Pacciani sottolineava in particolare il ruolo del farmacista di san Casciano Dr. Calamandrei definendolo ironicamente “bel soggetto”. A questo proposito anche durante il processo di primo grado di Pacciani, nel mese di maggio 1994 verso le 19,00 di sera, dopo che era venuta a trovarmi la moglie del Dr. Calamandrei che era venuta da me su indicazione di un giornalista mi telefonò in studio proprio il Dr. CALAMANDREI chiedendomi, preoccupato se sua moglie fosse stata da me e alla mia richiesta di poter parlare con lui su quanto riferitomi dalla moglie il Calamandrei mi invito nella sua casa alle terme di Firenze poco oltre la loc. Impruneta. La signora era venuta da me per riferirmi circostanze di estrema gravità riguardo al marito e connesse ai duplici omicidi di Firenze.”

A questo alle ore 18,25 entra l’Assistente Capo EMILI Salvatore della Squadra Mobile della Questura di Perugia.

Riprende l’Avvocato Fioravanti:” Narducci a quanto riferitomi dal Pacciani era inserito in questo ambiente, e questo l’ho saputo anche per degli accertamenti che ho fatto di mia iniziativa ma sempre nell’ambito della difesa Pacciani. Oggi sono sicuro rivedendo tutto in maniera retrospettiva che le indagini sulla morte del Narducci furono bloccati dall’alto sia a Firenze che a Perugia e a Firenze forse anche per un intervento esterno. Sono successe cose piuttosto strane, molto strane nelle indagini sui duplici omicidi attribuiti al così detto “Mostro di Firenze” che in realtà erano sicuramente “Mostri al plurale” con una maestria particolare nei tagli delle parti anatomiche femminili. A questo proposito preciso che la mammella sinistra di Nadine Mauriot asportata nel delitto del 1985 aveva un disegno perfetto, “la O di Giotto”, e ho sempre pensato che a compiere tali delitti dovesse essere stato un medico.

Domanda: Di queste 32 lettere ne ha parlato con Pacciani e che cosa gli ha detto?

Risposta. Ve ne dico una parte di quello che mi ha detto: ” Toh! Toh! Guarda! Guarda! Come a dire: finalmente ci siete arrivati. Così è stata l’espressione di Pacciani. Per il resto non posso rispondere trattandosi di fatti che ritengo coperti dal segreto professionale. Aggiungo soltanto che l’anno scorso è stata scoperchiata la tomba del Pacciani, all’incirca nell’epoca in cui è stato seppellito Giancarlo Lotti. Questo danneggiamento l’ho visto personalmente.

Domanda del Dr. Giuttari: Tra i giornalisti con cui ha avuto rapporti professionali ha avuto rapporti anche con Giovanni Spinoso?

Risposta: Certamente. Con Spinoso siamo stati anche a cena con Pacciani a casa del Pacciani. Con Spinoso chiaramente ci siamo scambiati idee, ipotesi sui delitti ma eravamo avversari perché supposizioni diverse essendo come sapete lo Spinoso il genero di Renzo Rontini.

Domanda: Si ricorda se con Spinoso ha parlato dei contatti avuti con la Marisa di Massa Carrara di cui ci ha parlato nel verbale del 5 dicembre 2002?

Risposta: Forse gli ho accennato di questa telefonata perché mi fido di Giovanni e so che se gli dico una cosa non la va a spifferare ai 4 venti.

Domanda: Le dice qualcosa il nome dell’Avvocato Modano di Monsummano?

Risposta: Il nome Modano non mi dice nulla. Conosco l’Avvocato Modaro di Monsummano con cui ho avuto contatti professionali e che mi risulta che abbia uno studio a New York.

A questo punto l’Ufficio dà atto che viene mostrata all’Avvocato Fioravanti un appunto manoscritto allegato alla nota nr. 500/02 della Squadra Mobile di Firenze del 22 gennaio 2003 e l’Avvocato Fioravanti dichiara: ” Io posso solo dire che durante il primo grado del processo Pacciani una certa Marisa di Massa mi chiamò dicendomi: “Lei è l’Avvocato di Pacciani?” Avutane risposta affermativa, la stessa continuò dicendomi: “Avrei bisogno di riferirgli qualcosa che le potrebbe interessare per il processo del “Mostro di Firenze”. Io rimasi un po’ scettico perché non sapevo chi fosse la mia interlocutrice e la invitai a venire nel mio studio, ma lei continuò come se nulla fosse dicendomi: “Io sono la donna che porta le ragazze vergini per i festini che fanno a San Casciano. Dopo i festini Pacciani doveva rimettere in ordine i locali. Però le devo dire anche che una delle ragazze restò in cinta e per far star zitto il padre gli hanno regalato una tenuta agricola in Garfagnana”. Nonostante il mio pressante invito a presentarsi la stessa non mi ha più cercato. Preciso che la telefonata è avvenuta mentre mi trovavo nel mio studio con mia moglie. Ne parlai anche con il Pacciani che si arrabbiò moltissimo, non so se perché toccato sul vivo o perché la cosa la ritenesse falsa per quanto lo riguardava. Non mi disse di indagare su questi fatti a differenza di quanto faceva ripetutamente per il Narducci. L’invito pressante ad indagare sulla morte di quest’ultimo il Pacciani me lo ha fatto dal momento dell’arresto per l’indagine sul “Mostro” cioè dal gennaio 1993 fino all’appello. Concludo dicendo che il Pacciani aveva con me un rapporto molto stretto e non sono sicuro che i riferimenti al Narducci li abbia fatti anche agli altri difensori. Quando io rinuncia al mandato, dopo l’assoluzione in appello del Pacciani, questo mi accusò di non aver fatto tutte le indagini che mi aveva chiesto tra cui espressamente quella sulla morte del Narducci e quella sulla morte del Conte Corsini.

A.D.R. Forse Suor Elisabetta è a conoscenza dei rapporti Pacciani/Narducci.

Domanda del Dr. Giuttari: Lei si è interessato in passato a far acquistare una villa ad un farmacista?

Risposta: Non ricordo proprio.

Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p.

Il Pubblico Ministero, rilevata l’esigenza che quanto riferito dalla persona informata non trapeli all’esterno, stante la delicatezza dell’indagine e la necessità di evitare che la divulgazione delle circostanze riferite dalla persona stessa pregiudichi le indagini;

PQM

Visto l’art. 391 quinquies c.p.p.

VIETA

alla persona esaminata di comunicare i fatti e le circostanze oggetto dell’indagine, di cui hanno conoscenza, per la durata di legge.

AVVERTE

conseguentemente che la persona stessa che la divulgazione delle notizie riferite è penalmente sanzionata dall’art. 379 bis c.p.p., inserito dall’art. 21 della l. n. 397/2000.

Il presente Verbale viene riletto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.

Chiuso alle ore 20,05.

IL PUBBLICO MINISTERO

(Dr. Giuliano Mignini sost.)

La testimonianza è riportata anche sul Gides 2 Marzo 2005 Nota riassuntiva Nr.133/05/GIDES Pag. 23/24/25. e su Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 65/66

22 Gennaio 2003 Testimonianza di Pietro Fioravanti

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