Il 25 Novembre 2005 prosegue, presso il Tribunale di Perugia, l’incidente probatorio a carico di Alfredo Brizioli + 17 indicato come N. 9852/03 Reg. G.I.P. e N. 8970/02 Reg. NR.

Presso l’ufficio del Giudice per le indagini preliminari sono presenti come cancelliere la Sig.ra Daniela Barnocchi, come giudice la Dott.ssa Marina De Robertis e come pubblico Ministero Giuliano Mignini.

Nella giornata del 25 novembre 2005 vengono sentiti i seguenti testi: Antonio Colletti, Emma Magara, Pietro Fioravanti.

Questo il verbale: Incidente Probatorio 25 novembre 2005 COLLETTI, MAGARA, FIORAVANTI P.

Questi degli stralci delle deposizioni:

Questo uno stralcio delle dichiarazioni del Ten. Col. Antonio Colletti.

Ha precisato che ricorda di avere informato delle notizie pervenutegli in merito al “Mostro di Firenze” e al Narducci, nel corso del 1987, l’allora Comandante della Legione Carabinieri Col. Giuseppe Vecchio, perché era sua intenzione svolgere accertamenti.

Il Colonnello Vecchio gli rispose in questo modo: “disse che della cosa si interessava l’Arma Territoriale con una Stazione, Comandante di Compagnia… e che la cosa per ora stava nelle loro mani e sembrava…

PM (Dott. Mignini): quindi il Colonnello disse: “non se ne deve occupare lei perché se ne sta occupando l’Arma Territoriale”.

Antonio Colletti: sì. Sì.

PM (Dott. Mignini): per Arma Territoriale intendeva la Stazione Carabinieri competente…

Antonio Colletti: sì, sì, sì.

PM (Dott. Mignini): …e la Compagnia da cui dipendeva?

Antonio Colletti: la Compagnia Carabinieri di Perugia.

PM (Dott. Mignini): di Perugia, che era comandata all’epoca da?

Antonio Colletti: mi sembra dal Capitano Di Carlo.“

Non soddisfatto della risposta, il Colonnello Colletti si rivolge all’allora Procuratore Generale Dr. Marco De Marco, al quale comunica la stessa notizia e la sua disponibilità a svolgere accurate indagini. Ma il Procuratore Generale, gli rispose negli stessi termini: “mi disse che si interessava la Polizia di Stato, si interessava l’Arma dei Carabinieri Territoriale e cose, “per cui – dice – io ritengo…”… ha parlato anche mi sembra che mi disse col Colonnello Vecchio disse che non c’era bisogno di noi, del nostro intervento che già avevamo compiti investigativi qui a Perugia molto molto importanti e delicati e per cui “lasciamo stare – dice – si interessano loro”.

PM (Dott. Mignini): quindi il Procuratore Generale le disse: “le indagini – su questa vicenda Narducci – le sta facendo la Polizia di Stato”.

Antonio Colletti: sì.

PM (Dott. Mignini): quale organo della Polizia di Stato glielo disse?

Antonio Colletti: mi disse: “la Polizia di Stato” ma perché lì da lui poi veniva anche un Commissario.”

PM (Dott. Mignini): E chi è il Commissario che, insieme al Capitano Di Carlo, si occupava, meglio si dovrebbe dire, si sarebbe dovuto occupare delle indagini sul caso Narducci? “Era per caso il Commissario Dottor De Feo?:

Antonio Colletti: De Feo sì, sì, sì. Il quale veniva… naturalmente lui veniva soltanto due… un paio di volte a settimana dal Procuratore, un giorno sì e un giorno no dal Procuratore Generale, cioè quando io ero fuori dell’ufficio entrava lui, quando ero dentro io usciva lui, lui stava soltanto qualche ora così poi andava via…. sì De Feo, De Feo.

PM (Dott. Mignini): il Procuratore Generale alludeva al Dottor De Feo quando diceva che se ne stava occupando la Polizia di Stato?

Antonio Colletti: dice: “sì si sta interessando l’Arma Territoriale dei Carabinieri, la Polizia di Stato e cose…”… e poi naturalmente colloquiava col Dottor De Feo, però io non…”.

PM (Dott. Mignini): allora, l’Arma Territoriale io vorrei avere la conferma che… che cosa intendeva il Procuratore Generale per Arma Territoriale?

Antonio Colletti: Arma Territoriale… gruppo…

PM (Dott. Mignini): che cosa era per lei l’Arma Territoriale?

Antonio Colletti: era il Gruppo Carabinieri… il Comando Gruppo Carabinieri di Perugia che terminava… il Comando Gruppo tramite Compagnia e Stazione locale.

PM (Dott. Mignini): ecco, ho capito.

Antonio Colletti: e poi eventualmente i Nuclei investigativi incorporati nel Gruppo di Perugia a partire dal Nucleo di Polizia Giudiziaria nostro, mio. “

Sembrerebbe che sussista un corto circuito innescato per far si che nessuno indagasse realmente sulla morte del Narducci. Il Ten. Col. Antonio Colletti si interessa per le indagini chiedendo se deve occuparsene e riceve risposta negativa dal Colonnello Vecchio dei carabinieri il quale dice che se ne occupano territorialmente, cioè le unità sul Trasimeno agli ordini del Capitano Di Carlo (quello che era sul pontile…) ed insieme a lui il Commissario Dottor De Feo. Non convinto il Ten. Col. Antonio Colletti lo chiede anche al Procuratore Marco de Marco, ma ottiene la stessa risposta se ne occupano territorialmente. Invece sappiamo che: (vedi 7 gennaio 2002) Di Carlo non si è assolutamente interessato del caso se non per le ricerche del Narducci. Non solo non fece nulla, ma impedì al Bruni non solo di fare qualcosa, ma anche di esprimere dei dubbi sull’operato in atto (vedi 13 Ottobre 1985). Quanto al Commissario Dr. De Feo, la moglie dell’ex Presidente Mazzini ci ha raccontato quali intenzioni “investigative” avesse il funzionario. In pratica Trio e De Feo non fecero nulla e allo stesso modo Di Carlo e il Comandante della Legione dell’epoca Vecchio e cosi il Procuratore Generale Mauro de Mauri. Nel non fare nulla hanno anche impedito al Colonnello Colletti di svolgere le indagini che avrebbe voluto svolgere.

Dichiarazioni di Emma Magara. Si riporta il passo più significativo del verbale:

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): le contesto che in data 1 ottobre 2002 sentita alla Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Perugia lei ha detto questo, io glielo leggo: “il giorno 8 ottobre ’85 giorno della scomparsa del Professor Narducci Francesco io e mio marito ci siamo recati alla villa di San Feliciano del Professor Narducci per rimettere la legna, ci siamo recati nella villa verso le ore 14:00 circa, ivi giunti non c’era nessuno, abbiamo notato che vi erano vistose tracce lasciate sulla breccia del piazzale di casa lasciate molto presumibilmente da una moto” oggi dice di non aver visto queste cose, allora… poi oggi dice che era sola mentre allora dice che era anche suo marito.

EMMA MAGARA: no io ho detto ero sola, veniva su anche mio marito ma io sono andata su e il legnaiolo non è venuto, sono tornata giù.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): già ma lei ha detto qui che siete andati nella villa, eravate insieme. Che cosa ricorda adesso? Ricorda meglio, quale delle due ricostruzioni ricorda meglio?

EMMA MAGARA: io mi ricordo così, di questo…. io sono andata su mio marito è restato giù, io sono andata su direttamente alla villa del Narducci…. no non è arrivato mio marito….mio marito neanche è salito lassù.

G.I.P. (DOTT.SSA DE ROBERTIS): poi ha visto se era andata prima una moto, se c’erano tracce…

EMMA MAGARA: no, no, no, non ho visto niente.

G.I.P. (DOTT.SSA DE ROBERTIS): …lei questa cosa l’ha detta però.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): lei l’ha detta questa.

EMMA MAGARA: no questo non lo deve dire…..

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): no, no, questo lei lo ha dichiarato signora.

EMMA MAGARA: io ho detto che c’erano le ruote, no.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): le tracce, delle tracce come di una ruota e nel piazzale, signora in data primo ottobre 2002 davanti ai Carabinieri….

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): no il cancello l’ho capito, che poi è stata nel piazzale.

EMMA MAGARA: l’ho aperto.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): dov’è che è andata la parte bassa o la parte alta?

EMMA MAGARA: la parte alta appena che ho aperto il portone.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): ecco, che cosa ha visto? Ha detto di aver visto questo biglietto.

EMMA MAGARA: un bigliettino, ma l’ho detto un bigliettino così era e così.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): un bigliettino?

EMMA MAGARA: può darsi che sia… anche può darsi lasciato detto questo biglietto per chi veniva per…

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, lei oggi parla di biglietto.

EMMA MAGARA: un bigliettino.

PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): largo quanto come un biglietto da visita?

EMMA MAGARA: piccolino, un bigliettino così e così.“

Sembra evidente che la donna ritratti ciò che aveva raccontato in sede di testimonianza lasciando presumere o che non si ricordava più nulla o che era stata fortemente influenzata a cambiare le sue dichiarazioni.

Dichiarazioni dell’Avv. Pietro Fioravanti durante l’incidente probatorio.

Il legale ha parlato, tra l’altro, della violenta aggressione subita dal figlio il 4 o 5 agosto 1994 (vds. pp. 100 e 101). Il processo Pacciani era fermo per la pausa estiva. Poi, successivamente, il legale ricevette, nella cassetta della posta del suo studio, dodici proiettili cal. 22 , serie H, dentro una busta con un biglietto dove era scritto: “bastano questi” (vds. p. 104). Il legale ha riferito che, recatosi dal Dr. Bernabei della SAM, prima di entrare, tolse un proiettile per nasconderlo e, quando è stato ricevuto dal funzionario, avrebbe sentito qualcuno bisbigliare: “ ma non erano dodici ? “ (vds. p. 105). Il legale ha anche alluso ad accessi illegali nel suo Studio (vds. p. 107) e ad aggressioni fisiche (vds. p. 111) e, infine, ad una inquietante telefonata di minaccia ricevuta il 7.10.2005, prima di essere sentito nell’incidente probatorio perugino, quando uno sconosciuto gli disse: “ Ricordati quello che è successo a tuo figlio Mirco… non mettere nei guai anche la tua famiglia”, chiara allusione a quanto accaduto al figlio nel ‘94 (vds. pp. 112 e 113). L’Avv. Fioravanti ha confermato che il suo cliente gli aveva detto che avrebbero dovuto fare le indagini sul medico morto al Lago Trasimeno, che aveva un appartamento in affitto a Vicchio o a San Casciano e che la morte del Narducci andava chiarita perché avrebbe potuto andare a suo vantaggio (vds. pp. 129 e 135). Il legale ha anche opposto il segreto professionale sulle confidenze del Pacciani (vds. pp. 193 e 194) ed ha rivelato che la cassetta registrata del suo colloquio con la Ciulli, moglie del Calamandrei, non è stata più rinvenuta (vds. p. 214).

“PACCIANI diceva” queste erano le mie frasi, “come mai FIORAVANTI io sto qui dentro al carcere a morire e sono iniziate tante indagini sui personaggi come quel medico…” … sbagliava anche a dire come era morto, perché lui sapeva queste notizie o dai giornali, non lo so come le sapesse “quel medico morto sul Lago Trasimeno con una corda al collo, che era da un motoscafo dove gli avevano preso… gli avevano tolto la benzina, l’avevano mandata…”… la nafta, insomma. Questa era la frase “come mai tutti gli altri personaggi di cui si faceva nome in dei procedimenti, no procedimenti, delle indagini iniziate si sono zittiti, interrotti e io sto qui dentro a morire?” (..) ..PACCIANI rimproverava l’Avvocato FIORAVANTI, anzi i suoi Avvocati, di non aver fatto indagine su questi fatti di cui le indagini si erano fermate, come mai, chi deve essere protetto, questo.
(..) Il finale dice: “voi non avete fatto quello che vi ho detto – voi Avvocati – dovevate fare indagini sul medico morto con una pietra al collo sul Lago Trasimeno” inizialmente non faceva il nome, poi logicamente risvegliato il caso sui giornali lui avrà letto sicuramente, io non gli ho mai chiesto a PACCIANI nell’85 mese di ottobre se aveva saputo che… della morte di NARDUCCI, non glielo ho mai chiesto questo, lui parlava del medico e degli altri tralasciati come indagini scrivendolo nei memoriali e dicendo: “voi non avete proseguito quello che avete iniziato a fare” “PACCIANI ma guarda che non abbiamo iniziato a fare niente, queste indagini le staranno facendo, le riprenderanno”
“no, le hanno interrotte e io muoio dentro il carcere perché accusano solo me perché ho ucciso nel ’51 e perché ho violentato le figlie”, ecco questo.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, prima di andare avanti, oltre al NARDUCCI a chi si riferiva PACCIANI?
PIETRO FIORAVANTI: PACCIANI si riferiva a tutti quelli che erano già morti perché poi dopo il 1993 è morto anche Vinci e VARGIU, agosto ’93 bruciato, è morta l’amante insieme al proprio figlio MIRCO, quello piccolino di tre anni, bruciata dentro una macchina.
Tutti bruciati morivano, ecco tutti questi che sono morti PACCIANI diceva che tutti potevano essere immessi nelle indagini di queste mostruosità e ci sono pagine anche tenerissime nei memoriali di rievocazione dei genitori di questi poveri ragazzi morti che Pacciani scriveva soprattutto negli ultimi memoriali, quello di sessantotto pagine dove riassume tutto questo.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, io mi riferisco al momento iniziale, dunque lei si ricorda se avendo un atto del processo che riguardava il NARDUCCI chiese a PACCIANI se lo conoscesse e si ricorda la sua risposta?
PIETRO FIORAVANTI: un atto… aspetti faccio mente locale su questo atto.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): cioè nelle dichiarazioni che lei ha reso al GIDES lei… sembra che sia stato lei a chiederlo al PACCIANI se questo medico di Perugia si chiamasse NARDUCCI.
PIETRO FIORAVANTI: sì, gli ho detto io: “ma di chi parli, di NARDUCCI?” ecco lì lui mi ha detto…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): e perché lei…
PIETRO FIORAVANTI: “il medico morto ah si chiamava NARDUCCI” questo.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): ecco, ma perché lei… lei come faceva a sapere del Narducci?
PIETRO FIORAVANTI: (..) come facevo a sapere di NARDUCCI, ma il 1985 quando è morto NARDUCCI si è letto qualche cosa.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): qualche cosa, ma…
PIETRO FIORAVANTI: sì, no, logicamente quello che è venuto fuori poi.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): e lui rispose in questo modo, rispose…
PIETRO FIORAVANTI: lui mi ha risposto così, al che mi ha meravigliato un po’ quando ha messo NARDUCCI, l’ex farmacista, VINCI, VINCI FRANCESCO, VINCI… l’altra…
(..)
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, e che cosa le diceva poi PACCIANI del NARDUCCI? Quali particolari della sua vita e della sua morte aggiungeva nel corso degli anni?
PIETRO FIORAVANTI: guardi PACCIANI io ritengo che in quel tempo ci fu anche… ci fosse stato anche penso nell’84 l’omicidio di un Conte a Firenze, PACCIANI in un memoriale parla che quello che ha sparato al Conte…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): Conte Corsini?
PIETRO FIORAVANTI: …e dice il nome, Conte CORSINI, lo scrive nel memoriale non è che me lo invento io, io non lo conoscevo proprio, abita nel Mugello, abitava nel Mugello ma aveva degli affari anche nella zona di San Casciano e lui ha lavorato per le vigne del Conte CORSINI, quando dice: “ho lavorato sia per Villa Verde sia… – nello stesso memoriale aggiunge – e per il Conte CORSINI nelle vigne” che sono tra Mercatale e San Casciano, lo scrive lui questo.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): sì.
PIETRO FIORAVANTI: e lì dice: “ma quello che aveva dato in affitto delle stanze a un medico di Perugia” ecco, lì lo dice PACCIANI ma io non ho mai sentito chiedermi da PACCIANI, “indaga sì – dice – su questo medico, su VINCI, sul farmacista, dovete indagare perché io solo sto qui dentro” ma non è che PACCIANI mi dice: “questo aveva delle stanze nella villa di…”… lo scrive.
G.I.P. (DOTT.SSA DE ROBERTIS): …deve essere riformulata la domanda, se ricorda che PACCIANI gli riferì che aveva conosciuto personalmente questa persona di cui si parlava e cioè NARDUCCI.
PIETRO FIORAVANTI: assolutamente questo né l’ho detto né lo dico ora.
G.I.P. (DOTT.SSA DE ROBERTIS): no.
PIETRO FIORAVANTI: non mi ha mai riferito che conosceva quella… io non ho avuto nessuna impressione che PACCIANI… cioè ho dubitato che PACCIANI sapesse qualcosa di più e che avesse scritto delle cose… per scrivere la SPAGNOLI, ginecologo, che poi ginecologo non penso che sia…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): va be’.
PIETRO FIORAVANTI: per scrivere queste cose qualcosa potesse sapere ma è un dubbio mio, però…
(..) …mi ricordo che cosa disse sulla morte del NARDUCCI, “è morto affogato con una pietra al collo e su un gommone dove gli avevano messo la benzina per l’andata e non per il ritorno” questo è quello che scrive PACCIANI e me lo ripeteva anche (..) ..lo scrive nei memoriali e me lo ha detto, anche a me, però corrisponde a quello che è scritto nei memoriali.
(..)
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, quante volte lui le ha parlato di questa vicenda, di questa cosa?
PIETRO FIORAVANTI: ma lui lo ripete in tre o quattro, cinque memoriali questo qui perché si dimentica magari di averlo detto, può darsi che a me me lo abbia detto parecchie volte questo, quando lui si voleva difendere e faceva le sue tesi difensive, delle cose dovevamo sfrondarle e discutevamo su questi punti, dico: “PACCIANI ma scusa, ma perché hai scritto qui a questo memoriale così, ma lo vedi che è controproducente verso di te, che cosa vuoi chiarire con questo” e allora mi diceva che io non capivo niente perché non avevo proseguito le indagini.
(..) PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): lei ha svolto accertamenti, dopo aver parlato con il PACCIANI ha fatto degli accertamenti per conto suo, cioè ha in qualche modo seguito l’esortazione di PACCIANI?
PIETRO FIORAVANTI: sì, io ho fatto accertamenti di quelli che potevano fare un avvocato prima della legge sulle indagini del difensore.
(..) PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, in questi accertamenti poi… ci deve riferire poi la fonte, ha avuto indicazioni a conferma di quello che le diceva il PACCIANI relativamente al medico perugino NARDUCCI FRANCESCO?
PIETRO FIORAVANTI: io…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): e al Conte CORSINI per esempio.
PIETRO FIORAVANTI: ma del Conte CORSIN io sono stato compagno, mi sono fratturato un femore ero vicino di letto al signore che ha sparato e ha ucciso il Conte CORSINI ed è stato condannato a sei anni, a sei anni, per omicidio prete… disgrazia, disgrazia, sei anni di condanna.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): chi era questa persona?
PIETRO FIORAVANTI: era un giovane, io non ricordo il cognome, era un giovane che stava vicino di… al mio letto di ospedale al C.T.O. di Firenze nel 1992 io mi sono fratturato il femore nel mese di gennaio portando le borse sopra la neve davanti a casa sono caduto e secco, quindi sono stato ricoverato, andavo con le grucce ma ero ricoverato vicino a questo signore difeso dall’Avvocato ESPOSITO di Firenze, UBALDO ESPOSITO ed ha avuto una condanna di sei anni, era quello che diceva: “per disgrazia andando a caccia aveva sparato e preso sul volto il Conte CORSINI che è morto” ecco, queste sono le cose che io conosco e questo è quello che mi ripeteva PACCIANI, sia verbalmente sia scrivendolo poi.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): quindi lei ha avuto conferme di quello che le diceva il PACCIANI in questi accertamenti?
PIETRO FIORAVANTI: ho avuto alcune conferme sì, però non ho potuto estendere molto perché io non sono…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): nei limiti certo.
PIETRO FIORAVANTI: …un detective oppure…
(..)
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): lei ricorda quali giornali leggeva il PACCIANI quando stava in carcere?
PIETRO FIORAVANTI: il giornale che leggeva PACCIANI era “La Nazione”.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): “La Nazione”. Ecco, leggeva… il PACCIANI leggeva quotidiani stampati a Perugia come il “Corriere dell’Umbria” o comunque giornali diffusi anche a Perugia come “La Nazione” cronaca di Perugia?
PIETRO FIORAVANTI: ma guardi lui mi portava a volte tanti ritagli di giornali incollati su della carta dove mi di metteva… “guarda, vedi qui che succede, tu devi provvedere ad indagare ancora di più” dico: “PACCIANI ma che giornale è questo?” c’era il giorno ma non c’era il giornale… io non lo so se leggeva i giornali con la cronaca dell’Umbria.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): Avvocato scusi, ma in questi articoli si parlava di Narducci, quelli che glieli faceva vedere PACCIANI?
PIETRO FIORAVANTI: io questo non me lo ricordo se si parlava di NARDUCCI, quelli che mi faceva vedere PACCIANI.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): della sua morte.
PIETRO FIORAVANTI: ecco, come facevo però io…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): se si ricorda.
PIETRO FIORAVANTI: …la morte di NARDUCCI…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): se si ricorda.
PIETRO FIORAVANTI: no, no, perché quando è morto NARDUCCI nell’85 può darsi che qualche articolo sul giornale ci fosse stato…
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): ma qui siamo molto più in là.
PIETRO FIORAVANTI: …ma poi il silenzio fino al 2000… al 1993, ’94 quando uscì fuori anche dalle indagini che c’era questa morte poco dopo l’ultimo delitto degli Scopeti ma era una notizia così.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): una notizia isolata su quale giornale apparsa?
PIETRO FIORAVANTI: ma questo non lo so perché l’Umbria scrive molto anche su Firenze, cioè io ho visto stamattina il giornale “La Nazione” che è quasi tutto uguale ad eccezione di un trafiletto che a Firenze è riportato trafiletto qui è per esteso.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): senta, ma si ricorda se questi giornali quotidiani letti a Firenze sino a quando lei ha avuto contatti con il PACCIANI parlassero del NARDUCCI, del fatto che fosse stato ucciso con una pietra al collo, delle sue frequentazioni a San Casciano e nel Mugello, dei suoi rapporti col Calamandrei e il CORSINI? PIETRO FIORAVANTI: no.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): e del suo… questo… quindi i giornali…
PIETRO FIORAVANTI: no, no.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): …non ne parlavano.
PIETRO FIORAVANTI: non so se ne avessero parlato ma io non ho fatto attenzione, non me lo ricordo questo.
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): sì.
PIETRO FIORAVANTI: questo non me lo ricordo, so che PACCIANI ha scritto: “questa pietra al collo, la moglie si chiamava SPAGNOLI” tutte queste cose…
(..)
PUBBLICO MINISTERO (DOTT. MIGNINI): no, no, lui ha avuto un colloquio, io parlo di colloqui, colloqui al carcere eccetera. Allora, lei sa se il PACCIANI possa essersi confidato sul NARDUCCI anche con altre persone in quel periodo?
PIETRO FIORAVANTI: non lo so.
(..)
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): ma almeno una volta, almeno una volta PACCIANI le riferì da dove aveva appreso quelle circostanze che riferiva circa il NARDUCCI, almeno una volta tra tutte quelle cose che lei ha riferito all’ufficio del Pubblico Ministero.
PIETRO FIORAVANTI: non me lo ha detto mai e non lo so individuare il motivo o meglio la circostanza da cui ha appreso questo.
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): quindi non le disse mai da dove aveva appreso quelle situazioni…
PIETRO FIORAVANTI: no.
(..)
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): …in uno di questi colloqui che si sono protratti nel periodo che lei ha riferito, le disse di aver appreso anche qualche informazione dai giornali?
PIETRO FIORAVANTI: sì questo sì, lui: “eh ma l’ho letto – mi diceva sempre – l’ho letto su “Visto”, l’ho letto su… – addirittura uno mi disse – l’ho letto su “Cronaca Vera” che io un giornale che…
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): ma in relazione…
PIETRO FIORAVANTI: …non conosco.
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): …al NARDUCCI anche?
PIETRO FIORAVANTI: su “Visto” mi sembra di sì, però io non…
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): e su quali circostanze se lei lo ricorda in particolare?
PIETRO FIORAVANTI: quando lui scriveva, scopiazzava anche e quando parlava con me commentava quello che…
(..)
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): io non le ho chiesto… il periodo l’ho chiesto prima. Tra le varie circostanze relative al NARDUCCI che lei oggi ha riferito all’ufficio del Pubblico Ministero quali di queste PACCIANI le disse di averle apprese da un giornale?
PIETRO FIORAVANTI: no PACCIANI non mi disse di averle apprese da un giornale, di averle apprese dalla stampa, dai giornali, no da un giornale.
DIFESA P.O. SPAGNOLI (AVV. CRISI): ecco, e in quali di queste circostanze, riferite al NARDUCCI, PACCIANI le disse di averle apprese da giornali, quindi da fonti di stampa?
PIETRO FIORAVANTI: non me lo ricordo.
..mi faceva il nome di… del medico sul Lago Trasimeno, perché mi faceva il nome della Spagnoli, io l’ho visto scritto, glielo ho chiesto, gli ho chiesto dico: “ma tu lo hai saputo…”… “sì l’ho letto, lo riporta ‘Visto’” queste le risposte, le trovate proprio in quello che ho depositato, però io direttamente gli ho detto: “ma PACCIANI, tu lo hai visto mai sulle palle degli… sugli occhi questo medico, l’hai visto mai?” questo non glielo ho mai chiesto perché mi interessava il processo PACCIANI non quello sul Lago Trasimeno, io quando è uscita fuori la storia del Lago Trasimeno avevo finito il processo PACCIANI da cinque anni.
DIFESA INDAGATI (AVV. DI MARIO): l’ultima domanda per riepilogare, quindi queste informazioni le riversava alla sua conoscenza comunicandole di averle apprese da dicerie in paese.
PIETRO FIORAVANTI: da dicerie in paese, da giornali che leggeva e dall’ambiente carcerario, questo. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 129/130/131/132/133/134/135

Queste le date degli incidenti probatori Brizioli +17:

4 novembre 2005 18 novembre 2005 25 novembre 2005 2 dicembre 2005 16 dicembre 2005 20 gennaio 2006 3 febbraio 2006 17 febbraio 2006

 

25 Novembre 2005 Incidente probatorio a carico di Alfredo Brizioli +17

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore