Joseph Bevilacqua è nato a Totowa nel New Jersey il 20 dicembre 1935. La sua origine è italoamericana, in Italia, registrato all’anagrafe, usa il nome Giuseppe. Sposato e con tre figlie, attualmente vive in provincia di Firenze.
Michele Antonio Bevilacqua il padre di Joseph, nasce in Italia il 10 settembre 1912 e si trasferisce nel New Jersey dove diventa Michael Anthony. Nel 1934, all’età di 22 anni, sposa la diciottenne Celeste Zaccaro, nata il 28 aprile 1916, e nel 1935 nasce il primo figlio Joseph, seguito da Anthony (1937), Michael John (1942), Patsy e Irene (1950).
Dal 1945 la famiglia Bevilacqua risulta residente a Totowa Boro.
Il padre Michael Anthony di professione è calzolaio per la ditta Rafferty Brothers di Paterson. Risulta volontario dei vigili del fuoco per 21 anni. È anche un musicista perché risulta essere stato membro della Merchant Marine Band. Muore a Totowa Boro l’1 febbraio 1977, a 64 anni. Lascia moglie, cinque figli, 13 nipoti e un pronipote.
La madre Celeste Zaccaro, casalinga, muore martedì 29 luglio 2003 a Totowa all’età di 87 anni.
Il 14 luglio 1953 partecipa ad un’audizione per arruolarsi nei Marines ma viene rifiutato perché minorenne. Diventa effettivo 18 maggio 1954.
Il 28 ottobre 1954 come Marines dell’esercito degli Stati Uniti viene trasferito in Germania.
Il 21 novembre 1957 vince un concorso per diventare istruttore chimico CBR e svolge il ruolo di insegnante fino al 1 giugno 1964 data in cui entra nel 5° Distaccamento di Criminal Investigation della polizia militare con sede a Livorno in Italia.
Tra i ’60 e il ’70 Bevilacqua ha due figlie da Valeriana T., Maria e Stella.
Dopo un trasferimento in Germania il 27 settembre 1965 il 4 agosto 1966 rientra negli USA. In questo periodo svolge servizio nel ’Army CID.
Il 2 febbraio 1968 viene assegnato in Vietnam dove dal 9 giugno 1968 la sua mansione viene cambiata da fante anticarro e comincia ad occuparsi di operazioni di intelligence.
Il 4 maggio 1968 Joseph Bevilacqua viene insignito della medaglia Silver Star per azioni eroiche sul campo.
Il 7 febbraio 1969 rientra negli Stati Uniti. Il 9 aprile 1970 Joseph Bevilacqua viene trasferito in Europa. Dal dal 27 aprile 1970 viene assegnato al comando della 7a Armata con sede a Heidelberg dove permane sino al 1 dicembre 1973.
Bevilacqua avrebbe detto a Francesco Amicone di essere stato un agente operativo del CID sotto copertura, nei mesi in cui formalmente ricopriva l’incarico nella 7a Armata e quello precedente al CONARC.
La signora Torelli dal 1969 al 1984 risulta residente in Via Fratelli Rosselli.
Nel 1971, Bevilacqua viene assegnato dal CID all’ 8o Comando Logistico di Camp Darby nel ruolo di supervisore della sicurezza in quello che è il più importante centro logistico delle forze armate USA nel Mediterraneo.
Bevilacqua avrebbe affermato di essere stato al servizio del CID ininterrottamente dal ’64 al ’74, anche mentre risultava assegnato al 27o reggimento Fanteria in Vietnam nel 1968, sebbene nel registro dei suoi trascorsi ogni riferimento al CID smetta di comparire dopo il 1966.
Nel 1974 Bevilacqua si congeda dall’esercito con il grado di primo sergente e si stabilisce a Firenze.
Dal 1 luglio 1974 lavora presso il cimitero monumentale americano, come assistente del sovraintendente, per conto dell’American Battle Monuments Commission. Il Cimitero dei Falciani detto “cimitero americano” è sito ai Falciani alla periferia di Firenze. Il 15 dicembre 1976 verrà raggiunto dalla moglie americana che rimarrà in Italia sino al 14 gennaio 1977, momento in cui si separano. Diventerà sovraintendente effettivo il 27 febbraio 1977 dopo che il precedente sovraintendente viene trasferito, il 26 febbraio 1977, in Francia.
Il 23 agosto 1984 si sposa con Meri Torelli che ha già una figlia di nome Anna Maria. Al 1 gennaio 1985 risulta domiciliato in via degli Scopeti 136.
Tra il 14 e il 20 dicembre 1984 (compleanno di Bevilacqua e data che ricorre due volte anche nel caso Zodiac), è in edicola il numero della rivista identificato dalla ricercatrice Valeria Vecchione che il Mostro di Firenze utilizzerà per il suo “ultimo atto” nel 1985, la lettera del 10 settembre 1985 a Silvia della Monica.
Nel 1988, Bevilacqua viene trasferito al cimitero di Nettuno, vicino a Roma.
Bevilacqua viene chiamato a testimoniare al processo Pacciani, nell’udienza del 6 giugno 1994. Il delitto del 1985 è avvenuto a trecento metri in linea d’aria da casa sua. Racconta nella testimonianza aver visto l’imputato e le vittime qualche giorno prima della loro morte. Incorre in un grave errore temporale sostenendo di avere saputo degli omicidi il giorno successivo al delitto quando non era ancora stata divulgata la notizia.
Il 29 novembre 2002, quale presidente onorario della squadra di baseball del Nettuno, i Nettuno Lions, viene premiato al termine della stagione.
Il 26 maggio 2004 esce un articolo sulla rivista “The Christian Scienze Monitor” relativo alla squadra di baseball del Nettuno dove è intervistato anche Joseph.
Nel giugno/luglio del 2008 Joseph relaziona sui sistemi di irrigazione dei CDM, relazione poi pubblicata dal PGMS Grounds Management Forum in cui compare in una fotografia mentre riceve la visita presso il cimitero di Nettuno del Presidente statunitense George W. Bush.
In pensione dal 2010 torna a vivere a Sesto Fiorentino.
Il 25 gennaio 2011 apre una società la “G & G spic and span the cleaning man”.
Nel 2010 il nome di “Joe” compare in seguito ad una testimonianza fornita da Alfredo Virgillito. Inseguito alla testimonianza, nonostante l’inaffidabilità del teste, si sviluppa un indagine che poi viene integrata nella Richiesta archiviazione strage piazza Fontana. L’indagine porta all’identificazione di “Joe” in Joseph Bevilacqua il 22 luglio 2011.
Nel 2017, dopo alcuni incontri fra il giornalista Francesco Amicone e Giuseppe Bevilacqua per la stesura della sua biografia, lo stesso ha ammesso al giornalista Amicone, per quanto racconta il giornalista, la sua responsabilità negli omicidi di Zodiac e del Mostro di Firenze.
Nel 2018 Francesco Amicone denuncia alle forze dell’ordine quanto appreso dal Bevilacqua nel 2017 e pubblica il primo articolo sul suo coinvolgimento nei delitti seriali del MdF il 4 agosto 2017.
Il 23 dicembre 2023 Joseph Bevilacqua alias Giuseppe Bevilacqua muore a Firenze.
Informazioni ricavate, totalmente o in parte, dal blog: https://ostellovolante.com
Informazioni ricavate in parte dal forum: https://jbinvestigation.forumfree.it/
Non me la racconta giusta
È ambiguo
È stata quasi una rivelazione per me questa intervista di Francesco Amicone.ci sono troppe coincidenze che lo fanno sospettare,una su tutte quando al processo,dice che i sui cani sentivano urlare il francese,per non parlare dei dettagli della ragazza appoggiata all’albero che prendeva il sole in bikini nero,troppi particolari per uno che passava in auto.sembra più il racconto di uno che li spiava.
Pingback:Mostro di Firenze – Monster of Florence - 25 Marzo 1977 Atto vandalico al cimitero americano dei Falciani
Se veramente costui è stato il killer Zodiac, noto una contraddizione: nel testo si dice che rientra negli Usa nel 1969, mentre il primo omicidio certo del serial killer è del 20 dicembre 1968.
La contraddizione potrebbe essere considerare il duplice delitto del 1968 come parte della serie.
Credo che Nicola si riferisse al primo delitto del killer Zodiac e non al duplice omicidio del 1968 in Italia di Lo Bianco e Locci. Se Bevilacqua non era negli Stati Uniti nel 1968, non poteva aver commesso il primo delitto attribuito a Zodiac. Dunque tutta la tesi di Amicone perde di valore. Bisognerebbe veriricare se Bevilacqua era negli Stati Uniti nel dicembre del 1968.
https://www.mostrodifirenze.com/2021/08/06/6-agosto-2021-stampa-ostello-volante-come-il-mostro-ha-depistato-le-indagini-sul-1968/
Domanda: ma tra 1970 e 1973 era in Germania oppure in Italia?
E perché se si trova a Pisa, attorno alla città non compie delitti, ma attende il 1974, e poi il 1981?
Ottime domande
Pingback:Mostro di Firenze – Monster of Florence - 1 Giugno 2018 Il PM Luca Turco delega il ROS Sezione Anticrimine Carabinieri di Firenze per ascoltare Francesco Amicone
Pingback:Mostro di Firenze – Monster of Florence - 1 Giugno 2018 Il PM Luca Turco delega il ROS Sezione Anticrimine Carabinieri di Firenze ad ascoltare Francesco Amicone
Pingback:Mostro di Firenze – Monster of Florence - 13 Settembre 2017 Francesco Amicone litiga con Giuseppe Bevilacqua
Ho letto il blog di Amicone e lo trovo interessante (non escludo a priori ogni teoria purché sia basata su un filo logico), un po’ meno la questione dei bassoli del 1968, mi sembra un po’ troppo ritagliata intorno alla figura di J.B.
Integro il mio pensiero sulle incongruenze della testimonianza di J.B. al processo e la dichiarazione dell’avvocato Bevacqua. Ho una teoria, J.B. non è il MdF ne tantomeno Zodiac ma potrebbe aver visto e abbia taciuto perchè ha riconosciuto l’assassino (o gli assassini) che a sua/loro volta abbiano riconosciuto lui. Afferma piu volte che l’uomo visto a Scopeti(Pacciani)”aveva una divisa come quelli della Forestale o come quelli dell’Anas”. I forestali hanno la divisa verde/cachi, quelli dell’ANAS non hanno una divisa simile. Come si è fatto sbagliare? Mente o ha visto due persone e le ha riconosciute? Lo ripete piu di una volta. Specificò che conosceva tutti i forestali e gli operai dell’ANAS della zona perchè collaborano spesso assieme. Inoltre ripetè due volte che conosceva bene quei boschi perchè c’è passato migliaia di volte. Dice che i cani hanno abbaiato “forse perchè hanno sentito le urla dei francesi” e se non avessero abbaiato ma invece li avesse sentiti lui? Se si fosse diretto nella piazzola e avesse visto? Fa intuire quando è accaduto il delitto, lo dice in modo criptico. Sabato notte tra le 23 e le 2. Afferma piu volte “la notte del delitto”, quindi sa quale notte (ovviamente i giudici lo associano alla notte che i cani hanno abbaiato) ma non ricorda la data ma dice che ha sentito la notizia il giorno dopo alla mattina, dopo il caffè, quindi il martedi mattina perchè i corpi sono stati ritrovati il lunedi alle 13:30. Dico il sabato notte perchè mi collego alla busta inviata alla Della Monica. Un killer preciso e organizzato scrive “Repubblica” con una B sola? JB è italo americano ma se è Zodiac non commetterebbe un errore cosi banale, come la I al posto di 1 e le lettere che sono ritagliate dietro ad articoli che richiamano l’acqua. Il MdF ha un giorno e una notte per spedire la busta e la prepara con cura. Non ha mai scritto nulla agli inquirenti come Zodiac ma quella notte decide di farlo.Perchè? Solo una sfida oppure vuole incastrare un americano? JB non è un codardo, è un ex militare e detective ma non può difendere la sua famiglia e lo dice in Tribunale “non ho mai avuto pistole solo le mani” Probabilmente non ha mai visto i francesi vivi o forse ha visto solo la tenda o l’auto perche dice che la ragazza aveva i capelli corti e neri – come tutti i testimoni- ha visto la ragazza solo sulla foto pubblicata sui giornali. Certo se fosse il MdF saprebbe che non aveva i capelli corti e non potrebbe dirlo in Tribunale ma credo invece che abbia colto l’occasione del Processo per liberarsi la coscienza e cercare di aiutare senza destare sospetti. Ha una famiglia da proteggere e deve proteggersi. Ovviamente quello che dico può essere ribaltato su JB come MdF (Bevacqua fa quella esclamazione perchè ha intuito qualcosa, non lo fa con nessun’altro testimone) ma penso che non c’entri nulla. E’ un detective e forse ha fatto ricerche, sa chi è il killer, sa di essere stato visto, forse sa che Pacciani conosce il killero e che forse lo ricatta ma deve tacere finchè non coglie l’occasione per cercare di fare un po di giustizia. Ha un rimorso e lo dice riferendosi ai francesi “potevo fermarmi e dirgli attenzione pericolo di omicidio, ho sbagliato” ma non si riferisce a loro ma a se stesso perchè ha una coscienza da militare e poliziotto, ha il senso dell’onore. Perchè non è JB? Perchè uno psicopatico non rischia la vita in guerra e non salva i suoi compagni. Il MdF è uno psicopatico e gli psicopatici non sono altruisti. Inoltre la teoria di Amicone, in senso astratto, ha una sua logica ma mancano molti pressuposti. Il primo che non c’è una prova che JB sia stato negli USA e in California negli anni degli omicidi. La seconda la fantasiosa storia sullo scambio delle pallottole del fascicolo del delitto del 1968. Ha ragione nel dire che quelle prove non sono valide perchè è venuta a mancare la catena di sorveglianza che impedisce che possano essere alterate e afferma che negli USA prove del genere non sarebbero ammesse (si riferisce al fatto che la Magistratura consideri la pistola usata nel 1968 la stessa dei delitti del MdF e questo farebbe scagionare JB in quanto nel 1968 era in Vietnam). Appunto, sono prove innamissibili e JB alias presunto Zodiac lo sa benissimo , perchè fare tutto questo teatrino per falsificare prove che sarebbero non ammissibili in Tribunale? Mi domando perchè JB alias presunto Zodiac si sarebbe dovuto scomodare di andare a Perugia per consultare un fascicolo che riguardava un delitto avvenuto per motivi passionali, che aveva un colpevole e che era chiuso? Il giudice che ha concesse l’autorizzazione non ha chiesto il motivo di questa visita? Non c’è traccia negli archivi di questa autorizzazione? Poi, con grande fortuna, scopre che ci sono i bossoli e scatta il piano diabolico. Nessuno si è insospettito la seconda volta che è tornato (a Firenze questa volta) per rivedere lo stesso fascicolo? Anche qui, non c’è traccia del permesso scritto? Amicone afferma che sia stato fermo per 7 lunghi anni perchè cosi nessuno si sarebbe ricordato delle sue visite però nel 1974, a pochi mesi del suo arrivo in Italia e a pochissimi anni dai delitti in America sente la necessità di uccidere. La pistola l’avrebbe nascota nella base militare ma dal 1974 era in pensione. E se il famoso “Ulisse l’americano” fosse un italiano che per un certo periodo abbia abitato in America – magari emigrato da bambino – e fosse venuto a conoscenza dei delitti di Zodiac o addirittura fosse lui Zodiac (si capirebbero gli errori di ortografia nelle lettere di Zodiac). Credo che JB non sia il MdF e nemmeno sia Zodiac, anzi credo che Zodiac e il MdF siano due serial Killer diversi ma che il secondo si sia ispirato al primo. Vanni ha visto chi era il MdF, sapeva che era immigrato in America, l’ha riferito a Pacciani che forse lo ricattava.La tesi di Amicone ha un fondamento, qualcuno ha sostituito i bossoli nel fascicolo, qualcuno che sa come muoversi,che forse non deve chiedere un permesso, qualcuno che è vicino agli inquirenti ma non troppo. JB non è il Mdf ma una sua vittima.
Ascoltatevi la testimonianza e riflettete su alcuni passaggi, io ritengo che ci siano delle incongruenze.
Alla fine della lunga testimonianza si sente l’avvocato Bevacqua che rivolgendosi a qualcuno (fuori microfono) esclama:”non è che sia lui il Mostro?”.