6 Giugno 1994 17° udienza processo Pietro Pacciani
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Luigi Ciani, Gherardo Gherardi, Nilo Donati, Palmerio Metaponti, Franco Lotti, Iris Martelli, Giuseppe Bevilacqua, Edoardo Iacovacci, Bruna Vieri, Igino Borsi, Paolo Bonciani
Dato che le registrazioni presentano un audio non perfetto possono sussistere errori di trascrizione, nel caso se ne trovino durante la lettura contattateci per la eventuali correzioni: redazione@mostrodifirenze.com
Presidente: Bene, buongiorno, benissimo ci siamo tutti, l’udienza è aperta, manca il Pubblico Ministero… ci siamo tutti ma invece il Pubblico Ministero non c’è… Vediamo di recuperare il Pubblico Ministero… Un Pubblico Ministero… Prego. (Fuori microfono) Chi ha una caramella da queste parti?
P.M.: Inizieremmo con i testi…
Presidente: Benissimo.
P.M.: …per oggi, ovviamente c’è qualche certificato medico, dico ovviamente per me, per loro…
Presidente: Va bene.
P.M.: Vediamo cosa possiamo fare sono citati 11 o 12 testi.
Presidente: Vediamo chi c’è e cominciamo
P.M.: Si, cominciamo con Ciani Luigi.
Presidente: Ciani Luigi. Si accomodi signor Ciani, sieda pure lì, la formula magica? Vuol dare intanto le sue generalità per cortesia?
L.C.: Si, Ciani Luigi, nato a San Piero a Sieve, xx.xx.19xx
Presidente: Residente?
L.C.: San Casciano Val di Pesa
Presidente: San Casciano Val di Pesa
L.C.: Via xxxxxxx, 28.
L.C.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia dispos… deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero, prego.
P.M.: Signor Ciani, ci può dire qual è la sua professione?
L.C.: Si, ottico e fotografo.
P.M.: Dove?
L.C.: A San Casciano Val di Pesa in Via Morrocchesi n.21.
P.M.: Ha un negozio quindi?
L.C.: Si ho un negozio.
P.M.: Da quanto tempo?
L.C.: Dal ’66 circa.
P.M.: Senta signor Ciani, ricorda se ha mai fatto una visita oculistica al signor Pacciani lei?
L.C.: No.
P.M.: Una visita per prescrizione di occhiali?
L.C.: No, no non me lo ricordo.
P.M.: Non lo ricorda perché non ha mai frequentato il suo negozio o non lo esclude?
L.C.: Mah, non lo posso escludere ma non me lo ricordo.
P.M.: Ecco. Ricorda allora se ha mai confezionato degli occhiali per lui? Ha la possibilità? Tiene una documentazione delle prescrizioni che fa? Degli occhiali…
L.C.: Si, no, non tengo una documentazione perché consegno al cliente un cartoncino che poi mi riporterà al momento di una seconda prestazione, quindi…
P.M.: Lei lo conosce il signor Pacciani? Proviamo così.
L.C.: No.
P.M.: Di persona. No.
L.C.: No.
P.M.: No. Quindi allora alla domanda che le ho fatto prima la risposta è: non conoscendolo…
Avvocato Bevacqua: La domanda per cortesia, non le considerazioni, mi scusi Pubblico Ministero.
P.M.: Riprovo.
A.B.: Grazie.
P.M.: Lei non lo conosce.
L.C.: No, non lo conosco.
P.M.: Le richiedo: Gli ha mai fatto gli occhiali?
L.C.: Io non lo conosco e non mi ricordo…
P.M.: Bene, bene, ho capito, ho capito. Senta una cosa, il suo negozio si trova vicino alla misericordia di San Casciano?
L.C.: Si.
P.M.: Ha per caso, lei, invece fatto degli occhiali o visite per occhiali a dei familiari del signor Pacciani? Figlie, moglie?
L.C.: Non ricordo, non li conosco…
P.M.: Ecco quindi non conosce né la moglie né le figlie del Pacciani.
L.C.: No.
P.M.: Benissimo. Senta una cosa, ha per caso lei ricordo di quanto potesse costa… no, facciamogliela in un altro modo, presso il suo negozio le visite per le prescrizioni degli occhiali le faceva lei come ottico o veniva un oculista?
L.C.: No, no, sempre io come ottico, comunque non erano visite semmai controlli.
P.M.: Controlli si, chiedo scusa è la poca pratica del vostro mestiere che mi induce a far la domanda in questo modo. Questo controllo che lei fa o faceva veniva fatturato al cliente? Nel senso lei fa un controllo e poi prescrive, o meglio confeziona un paio d’occhiali, il fatto del controllo viene fatto pagare o è negli occhiali?
L.C.: Assolutamente no, lo escludo nella maniera più assoluta.
P.M.: Lei sa se qualcuno a San Casciano, del suo stesso mestiere, fa pagare questo tipo di controllo?
L.C.: Non lo so.
P.M.: C’è qualchedun altro che lei sappia?
L.C.: Non credo perché gli ottici di solito lo fanno gratuitamente.
P.M.: Ci sono invece… c’erano negli anni ’80, anzitutto, degli oculisti che facevano queste visite a San Casciano e poi mandavano dall’ottico a fare gli occhiali?
L.C.: Presumo di si.
P.M.: Lei sa se queste visite hanno un prezzo, oggi, più o meno standard? E sa quale era il prezzo dell’epoca?
L.C.: No, io posso presumere il prezzo di oggi ma non quello dell’epoca.
P.M.: Quale può essere il prezzo di oggi?
L.C.: Oggi 80/100.000 lire per una visita oculistica, poi dipende anche dall’oculista.
P.M.: Certo.
L.C.: C’è chi chiede molto di più.
P.M.: E’ chiaro. Ci sono oculisti che vengono a San Casciano?
L.C.: Si.
P.M.: Sa se venivano anche nel 1980?
L.C.: Non lo so, con certezza non lo so ma penso senz’altro.
P.M.: Lei faceva o confezionava occhiali sulla base…
L.C.: Di ricette.
P.M.: Di ricette di ottici che venivano a San Casciano?
L.C.: Di oculisti
P.M.: Di oculisti, chiedo scusa.
L.C.: Di oculisti, non ricordo se erano oculisti che venivano a San Casciano ma c’era anche un servizio dell’INAM, quello che oggi è la USL.
P.M.: E l’INAM era un servizio per i mutuati quindi non veniva fatto pagare?
L.C.: Si era un servizio per mutuati che non veniva fatto pagare oppure veniva fatto pagare in parte.
P.M.: Le è stato mostrato un biglietto, o meglio un foglio, dalla Polizia, nel quale c’era scritto “Fatto visita per occhiali Lire 25.000 già ordinate per martedì sera ore 7.00, giorno 5 luglio 80, 2 diotrie in più già presi”?
L.C.: Si.
P.M.: Una annotazione di questo genere “ Fatta visita per occhiali Lire 25.000” non riguarda certamente lei per quel che ci ha detto…
A.B.: Questa è la domanda? La domanda per cortesia.
P.M.: Le chiedo… La domanda era… l’ho già fatta… ha già risposto…
A.B.: No lei gli ha fatto la risposta nella domanda
P.M.: 25.000 non l’ha… Lei mi riconferma che le 25.000 per questa visita non le faceva pagare?
L.C.: Assolutamente no.
P.M.: Benissimo. Non ricorda quindi se un certo 5 luglio ’80, questo signore che lei dice di non conoscere è venuto da lei? Lei non lo conosce?
L.C.: No, no.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Scusi, prego, lei è l’unico ottico di San Casciano?
L.C.: No.
A.C.: Ce ne sono altri…
L.C.: Ce n’è un altro ottico, si.
A.C.: Senta mi scusi, dunque lei ha una popolazione, diciamo, anche campestre?
L.C.: Si, si.
A.C.: Ecco, ritiene lei che qualcuno fra i più incolti affermi di avere una o più diottrie in più perché è menomato viceversa nella vista…
A.B.: La domanda per cortesia.
A.C.: Questa è la domanda.
L.C.: Vorei che mi fosse ripetuta per cortesia.
A.C.: Dunque, un soggetto il quale è fra i più incolti dice che ha una o più diottrie in più…
L.C.: In più o più? Perché più in gergo ottico vuol dire… E’ una precisa prescrizione…
A.C.: In più… In più… Ecco, può per la sua incoltezza di campagna essere una persona che vuole dire che lui è menomato…
Presidente: Avvocato ma questo… questa che domanda è?
L.C.: Può darsi che una persona intenda di avere un difetto…
Presidente: Ma no, guardi, non risponda, non risponda assolutamente, è un giudizio assolutamente campato in aria che non ha alcuna attinenza, questo è un giudizio lei non glielo può chiedere quindi…
A.C.: No ma ora enuncio in maniera più chiara. In sostanza avere due o più diottrie significa vedere meglio o vedere peggio?
L.C.: Mah se uno è corretto vede meglio, se non ha gli occhiali vede peggio… E’ un discorso abbastanza difficile da fare…
A.C.: No, cioè, scusi, rispetto alla norma del visus che ognuno ha da ciascuno occhio, no? In decimi…
L.C.: Se davanti agli occhi…
A.C.: Se uno ha più diottrie del normale vede meglio o vede peggio?
L.C.: Tecnicamente non è valido, scusi questo… Questa domanda non è valida tecnicamente.
A.C.: Si può arrivare a dodici diottrie?
L.C.: Una persona non ha delle diottrie, una persona ha un visus che va da zero a dieci decimi. Questo in ottica oculistica s’intende. Se mancano dei decimi si introducono delle diottrie per recuperare questi decimi.
Presidente: L’avvocato dice, è una strana domanda, per carità, le vuol far dare un giudizio che non le compete…
A.C.: No non è un giudizio è un parere.
Presidente: Un parere… avvocato… Se non è zuppa e pan bagnato! Basta. Vuol fare altre domande? Il teste deve riferire sui fatti.
A.C.: Bene, grazie.
Presidente: Null’altro signori avvocati di parte civile? No. Prego signori difensori, avvocato Bevacqua.
A.B.: Si grazie. Mi scusi signor Ciani, lei ha detto nel suo interrogatorio reso esattamente il 20 marzo ’93 che in quella zona vi erano tutta una serie di altri negozi di foto ottica tant’è che… perlomeno qualche anno…
L.C.: No non l’ho detto.
Presidente: Ha detto uno, avvocato.
A.B.: C’era un altro?
L.C.: Certo, non tutta una serie, un altro.
A.B.: No, perché le hanno mostrato, i signori della Questura, le hanno mostrato una serie di fotografie del signor Pacciani…
L.C.: Si.
A.B.: E lei disse che alcune di queste non poteva averle fatte lei.
L.C.: Una fototessera non mi sembrava appartenesse al mio modo di fotografare.
A.B.: Quindi è probabile che questa fotografia sia stata fatta da un altro.
L.C.: Da un altro oppure a Firenze o in un altro posto.
A.B.: Certo, quindi anche a Firenze si può fare…
L.C.: Si come no!
A.B.: Senta, le domando una domanda ben precisa a cui lei ha già, per la verità, già risposto ma che non è stato oggetto della domande del Pubblico Ministero, questa scritta che le fu mostrata e che dice: “fatto visita per occhiali lire 25.000 già ordinati per martedì sera ore 7:00 giorno 5 luglio 80 due diottrie in più già presi” ecco, due diottrie più già presi significherebbe che cosa? Che questa persona aveva necessità di che cosa? Le domando…
L.C.: No, due diottrie in più può voler dire due cose, o una correzione ottica che tecnicamente si dice +2 oppure due diottrie più di quelle che ho già.
A.B.: Siamo d’accordo, ecco, perché lei dice: “Circa l’annotazione – due diottrie in più – penso si possa ipotizzare che gli occhiali correggevano la vista di due diottrie” questo l’ha detto lei.
L.C.: Si, si può ipotizzare, certo.
A.B.: Questo l’ha detto lei.
L.C.: Si può ipotizzare che gli occhiali correggessero la vista di due diottrie…
A.B.: L’avrebbe detto il 15 luglio 1993.
L.C.: Si.
A.B.: Quindi evidentemente per potere avere o comprare o acquistare un paio di occhiali che correggessero la vista era necessario far vedere la vista, far vedere il visus da qualcuno…
L.C.: Ma non è detto perché allora si, oggi no. Insomma a lei gli interessa allora.
A.B.: Nel 1980 bisognava farlo vedere da qualcuno.
L.C.: Si.
A.B.: Questo qualcuno chi poteva essere?
L.C.: Poteva essere un oculista o anche un ottico.
A.B.: O anche un ottico. Quindi se fosse stato l’oculista, l’oculista avrebbe avuto, penso, diritto ad un onorario?
L.C.: Si certo.
A.B.: Nessun altra domanda, grazie.
Presidente: Nessun altra domanda? Possiamo licenziare il teste?
P.M.: Si Presidente.
Presidente: Può andare, grazie, buongiorno.
L.C.: Prego, buongiorno.
P.M.: Sentiamo Gherardi Gherardo
A.B.: Aspetti, scusi signor Presidente, mi perdoni. E’ l’imputato che mi spinge a domandare…
Presidente: Allora il teste per cortesia.
A.B.: L’imputato non sa se era andato da lui o da altri però domanda se questi occhiali l’avesse fatto lui.
Presidente: E’ in grado, prima di tutto, di…
L.C.: No.
Presidente: E allora è inutile assolutamente…
L.C.: No perché su questi occhiali c’è una montatura con una marca che forse si potrà leggere che posso avere io come qualsiasi altro ottico e dalle lenti purtroppo non sono in grado di…
Presidente: E’ impossibile risalire quindi…
L.C.: Mi dispiace ma…
Presidente: Non è in grado di rispondere a questa domanda. Facciamoglieli vedere allora avvocato. Ci vuole uno strumento per misurare quante diottrie sono… il cilindro, l’asse tutte queste cose qui.
L.C.: Si, cilindro, asse, diottrie e quindi poi si fa una prescrizione precisa.
A.B.: Senta mi scusi un’ultima domanda, lei ha un negozio vicino a tal signor Ciappi? Me lo dica lei perché io non lo conosco il signor Ciappi, la Coldiretti.
L.C.: No io ho un negozio dove credo, credo, una volta ci fosse la Coldiretti di questo signor Ciappi.
A.B.: Dove c’era… Ecco…
L.C.:E’ un palazzo che era di proprietà della famiglia Ciappi.
A.B.: Ho capito.
L.C.: Questo senz’altro.
A.B.: Perché pare che si sia recato, il signor Pacciani, in prossimità di questa Coldiretti dove…
L.C.: Si però quando c’era io non c’era più il signor Ciappi perché… No perché io sono dove prima era questa Coldiretti.
P.M.: A meno che non facessero gli occhiali alla Coldiretti!
Presidente: Possiamo andare avanti signori? Allora il teste può andare, grazie, buongiorno.
Presidente: Proseguiamo.
P.M.: Gherardi Gherardo.
Presidente: Teste Gherardi Gherardo, prego si accomodi signor Gherardi, lo vogliamo far sedere rivolto verso la Corte però? Il microfono sistemiamolo, grazie. Vuol dare le sue generalità signor Gherardi per cortesia?
G.G.: Si, Gherardi Gherardo nato a Firenze xx.xx.xxxx, abitante a San Casciano, Via Xxxxxxx, 11.
Presidente: Vogliamo dargli la formula da leggere per cortesia? Legga quella formula, grazie.
G.G.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto è in mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, scusi mi ero dimenticato, consente l’uso delle telecamere?
G.G.: No.
Presidente: No, allora non inquadrate questo signore, risponda per cortesia alle domande del Pubblico Ministero.
P.M.: Può dirci qual è la sua professione signor Gherardi?
G.G.: Io ci ho un… La mia professione è un’attività di ottico.
P.M.: Dove?
G.G.:A San Casciano.
P.M.: Da quando ha…
G.G.: Diciamo così, dal ’74 circa.
P.M.: Dov’è ubicato questo negozio?
G.G.: Via Machiavelli, 23, con studio ortometrico in via Guarducci, 11.
P.M.: E’ un negozio che è per caso vicino alla Misericordia?
G.G.: No è un negozio vicino a… diciamo così…
P.M.: Non è vicino alla Misericordia. Lei conosce personalmente o ha mai conosciuto per motivi professionali, relativi alla sua professione, il signor Pacciani?
G.G.: Eh no, penso di no, perlomeno se ho avuto occasione non mi ricordo in che occasione.
P.M.: Non si ricorda in che occasione in che senso?
G.G.: No
P.M.: Allora la domanda gliela faccio più specifica, ricorda di avere effettuato un controllo della vista e confezionati un paio di occhiali per il signor Pacciani nell’anno 1980?
G.G.: No, non me lo ricordo.
P.M.: Però non lo esclude?
G.G.: Quando uno non se lo ricorda non lo può nemmeno escludere.
P.M.: La figura del signor Pacciani ovviamente è oggi cambiata rispetto al 1980, le dice niente come suo cliente?
G.G.: No, assolutamente, anzi, mi sono sforzato qualche volta di cercare di ricordarmelo…
P.M.: Le sono state, per caso, mostrate dalla Polizia foto del Pacciani più giovane?
G.G.: Mah io ho visto delle foto, ora non mi ricordo se era più giovane o no, questo non me lo posso ricordare, forse si, forse si, mi sembra di si.
P.M.: Le sembra di si però neppure in quelle foto di Pacciani più giovane, se gliele hanno mostrate come mi sembra di capire, lei ha riconosciuto un suo cliente?
G.G.: No.
P.M.: Per caso lei ha avuto fra i suoi clienti in quell’epoca qualche membro della famiglia Pacciani? La moglie o le figlie?
G.G.: Mi sono sempre sforzato, anche in questo giorni, cercare di ricordarmi qualcosa…
P.M.: Ma non le dice nulla..
G.G.: No assolutamente.
P.M.: lei quando, già nell’80 faceva i controlli della vista per prescrivere gli occhiali o non li ha mai fatti?
G.G.: Mah, solitamente c’è… si fanno fino, diciamo così, non a tutte le correzioni, quando ci si accorge che ci sono delle correzioni astigmatiche, noi come ottici non le possiamo fare.
P.M.: Ma nel caso in cui si tratti di diottrie li fate voi i controlli…
G.G.: Si, si si tratta di una presbiopia semplice si.
P.M.: Per caso questo tipo di attività di controllo voi la fatturate al cliente?
G.G.: Assolutamente no.
P.M.: Quindi voi fate pagare solo gli occhiali?
G.G.: Nel caso il cliente si faccia gli occhiali si altrimenti no, in considerazione che la clientela, insomma, sia del luogo si cerca di non fare tutto questo anche perché non si può fare.
P.M.: Presso il suo negozio, per caso, venivano degli oculisti a fare visite?
G.G.: Dentro al negozio no però, diciamo così, ho uno studio lì non molto distante da noi si, c’erano degli oculisti che venivano a fare questi controlli.
P.M.: Sa per caso questi oculisti se avevano nel mill… anzi, cominciamo da oggi, quale può essere l’onorario che chiedono per una visita oculistica oggi?
G.G.: Beh oggi sono 50.000 lire, oggi.
P.M.: Lei ha possibilità di ricordare quale fosse il prezzo di una visita nell’anno ’80 o nel vago?
G.G.: Con esattezza no, penso sulle 30.000 lire.
P.M.: Nell’anno ’80, quindi in quindici anni c’è stato un aumento di 20.000 lire?
G.G.: Si perché tutto questo grazie a noi che si supplisce dando al meglio la possibilità di poter fare questi prezzi perché gli diamo tutto gratis, insomma ecco.
P.M.: Senta una cosa, lei ha documenta… conservato o la possibilità di reperire documentazione concernente occhiali o fatture relative all’anno ’80?
G.G.: Si nell’occasione che vennero da me a domandarmi tutto questo si andò a vedere se avevo ancora dei documenti degli anni ’80 mi sembra si sia trovato delle fatture che si riferivano, diciamo così, al prezzo di un occhiale di quell’epoca.
P.M.: Io le chiedo: fra questa documentazione ha per caso trovato se c’era fatture che lei ha emesso o ricevute che ha emesso nei confronti del signor Pacciani per vendita di occhiali?
G.G.: No queste ricevute si riferivano a occhiali forniti a degli enti che poi erano i prezzi correnti di quell’epoca ma specifiche a Pacciani no.
P.M.: Non ha trovato niente.
G.G.: Anche perché non si facevano insomma.
P.M.: Non le facevano. Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Avvocati di parte civile? Prego. Signori difensori. Avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta signor Gherardi, lei ha detto che nella zona venivano molti… alcuni oculisti, alcuni da lei, altri da altri ottici e qualcuno veniva da Montespertoli
G.G.: Qualcuno no, uno, non negli anni ’80.
A.B.: Non negli anni ’80. Senta, lei poi ha fatto riferimento all’annotazione di due diottrie..
G.G.: Due?
A.B.: Scusi eh, scusi, lei ha detto questo, l’annotazione, se conferma questa circostanza…
G.G.: Non ho capito bene, scusi.
A.B.: Se conferma la circostanza che ora le leggo e che lei ha riferito alla SAM cioè alla…
P.M.: Se si possa confermare…
A.B.: Va be’, senta, due diottrie…
P.M.: Mi sembra proprio…
Presidente: Va be’ intanto
A.B.: Va be’ non…
Presidente: E’ soltanto un gioco perché glielo chiede, allora non se lo ricorda, glielo contesta…
A.B.: Presidente ma faccio… seguo le regole, lei sa cosa vuol dire “due diottrie in più”? Due diottrie più o in più, cosa vuol dire?
G.G.: Generalmente sono due diottrie, così si chiamano i gradi a cui si riferiscono gli occhiali che generalmente possan servire a una persona anziana, a un presbite.
A.B.: Ecco, quindi sono delle correzioni che si attuano sulle lenti, va bene? Per far vedere meglio una persona presbite o anziana?
G.G.: Oppure anche un ipermetrico, in questo caso servirebbero per veder anche da lontano.
A.B.: Ecco, quindi sono soltanto delle correzioni che si devono fare sulle lenti per persone che ne hanno necessità, bisogno.
G.G.: Certo.
Presidente: Anche un miope quindi.
G.G.: No, un miope ha un segno negativo anziché positivo.
A.B.: Oh senta, un’ultima domanda e poi mi cheto ma lei l’ha già risposto per la verità perché c’è stata una ricerca della Polizia per sapere, in quel periodo, quanto potesse costare e dovesse costare o costasse, comunque, una visita medica, secondo la Polizia e una pagina del processo, costava allora una visita medica da 15 a 40.000 lire, è possibile? Una visita oculistica, scusi.
G.G.:15 magari no, sulle 30 insomma. Non ho notizie di 15.000 lire.
A.B.: Non ha notizie perché io invece ho questa notizia…
P.M.: Non l’avranno presa dal signore
A.B.: No, domandavo… Siccome loro dicono: “Per quanto riguarda i medici liberi professionisti essi hanno precisato che il costo delle visite oculistiche da loro effettuate era vario, che pressappoco nell’anno 1980 il costo poteva oscillare dalle 15.000 alle 50.000” addirittura, non 40.000 “ma che nessuno di loro ha memoria o traccia” eccetera. Ricorda? Cioè è possibile? Questo non me lo sono inventato è pagina 1363 del volume C. Eh?
G.G.: Posso dire quello che io ho già confermato. A me nel 1980 era sulle 30, son quasi certo che fossero 30.000 lire.
A.B.: Va bene, comunque è possibile che qualcuno facesse 25?
G.G.: Qualcuno buono ma io…
A.B.: Lei non era buono, va bene grazie.
Presidente: Avvocato Colao.
A.C.: Scusi, lei dal punto di vista tecnico ritiene che un soggetto possa avere precisamente due diottrie in più da ambedue gli occhi?
G.G.: Non ho capito, scusi.
A.C.: Cioè la carenza di visus può essere da un occhio o dall’altro…
G.G.: Esatto.
A.C.: Quindi di regola quando trovate delle diottrie in più o in… cioè quando vuoi trovate le diottrie, non so tecnicamente, io non sto parlando bene però… insomma quando aggiungete delle diottrie per correggere la vista a un soggetto, la carenza di visus, occhio destro o occhio sinistro sono perfettamente coincidenti?
G.G.: Quasi mai.
A.C.: Quasi mai, quindi due diottrie in più ad ambedue gli occhi è un caso eccezionale?
G.G.: Generalmente può esse’ così se un occhio tira 2,25 e uno tira 2,00 si cerca di equilibrare la correzione e fare 2,00, quindi non è detto che quello 2,00 diottrie sia per forza 2,00.
A.C.: E fate una precisazione se uno fosse carente da un occhi o dall’altro di un certo visus dite: due diottrie in più all’occhio destro, uno all’occhio sinistro?
G.G.: Ora in questo caso sarebbero troppe. 2,00 occhio destro, 1,00 occhio sinistro si dovrebbe fare dei calcoli un po’ più specifici.
A.C.: Se uno avesse passato una visita, chi si sottopone ad una visita da voi esce con dei dati certi?
G.G.: Certo.
A.C.: Grazie.
Presidente: Altre domande signori? Possiamo licenziare il teste, buongiorno, può andare.
G.G.: Buongiorno.
Presidente: Questo signore è il teste?
P.M.: Donati Milo
Presidente: Donati Milo, si accomodi prego signor Donati sieda lì, sieda pure… si benissimo niente telecamere anche per il signore. Vuole per cortesia dare le sue generalità?
N.D.: Donati Milo nato a Buonconvento il xx.xx.xx, residente a San Casciano, Via Xxxxxx, xx.
Presidente: Benissimo, vuole… gli date quella formula per piacere?
N.D.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di questo a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo, signor Donati vuole cortesemente rispondere alle domande del Pubblico Ministero, prego?
P.M.: Signor Donati vuole dire alla Corte qual è la sua professione?
N.D.: La mia professione è istruttore di scuola guida.
Presidente: Istruttore di scuola guida.
N.D.: Ho una scuola guida si.
P.M.: Ha una scuola guida. Dove?
N.D.: A San Casciano.
P.M.: Da quando?
N.D.: Daaa… cioè prima lavoravo con l’ACI e poi nell’ottant… non me lo ricordo… nell’80… insomma l’ho acquisita io dopo… cioè ora è mia personalmente.
P.M.: Prima, negli anni ’80, l’aveva ugualmente ma sotto l’insegna ACI?
N.D.: Si.
P.M.: Però c’era lei?
N.D.: Si c’ero io si, si, si.
P.M.: Anche prima dell’80?
N.D.: Si, si, si, si.
P.M.: Benissimo. In questa sua attività o in altre circostanze ha mai avuto occasione di conoscere il signor Pietro Pacciani?
N.D.: Io nella mia attività ho avuto modo di conoscerlo… cioè due volte l’ho veduto. Una volta, non mi ricordo l’anno, che venne a rinnovare la patente con il certificato dell’USL e poi quando venne a prendere la partente, a fare un condono di un bollo, basta, io prima d’allora non avevo mai conosciuto questo signore.
P.M.: Lei alla Polizia ha detto “eravamo nel ‘92”, è così?
N.D.: Io non me lo ricordo l’anno.
P.M.: Aveva controllato o questa patente o le sue carte per dire che era il gennaio ’92?
N.D.: Ora non me lo ricordo.
P.M.: Allora è una cosa di quindici anni fa o di due o tre anni fa?
N.D.: No, roba di due o tre anni fa.
P.M.: Benissimo vede allora il ’92.
N.D.: Ora non mi ricordo…
P.M.: Prima non l’aveva mai conosciuto?
N.D.: Mai, no, no, mai parlato.
P.M.: Senta per caso quando lei si occupa, per un cliente, delle pratiche per la patente si occupa anche delle visite mediche necessarie per la vista e per la patente?
N.D.: No, no, no per la visita per la patente o l’USL oppure viene un medico lì, gli fa la visita…
P.M.: Viene lì da lei?
N.D.: Viene lì da me, com’è sempre venuto. Ma questo qui, mi ricordo io, è un certificato dell’USL, questo suo.
P.M.: Questo del ’92.
N.D.: Ultimo, si, non mi ricordo l’anno.
P.M.: Io volevo vedere se lei ricordava, per caso, se era venuto il Pacciani da lei nell’anno ’80, per dire…
N.D.: No, no, no.
P.M.: Lo esclude?
N.D.: No, no, no.
P.M.: Ricorda chi erano i medici oculistici che venivano da lei nell’anno ’80 per queste visite?
N.D.: Bah…
P.M.: Se lo ricorda eh…
N.D.: Colonnello Chiarugi Corrado era…
P.M.: Era uno che veniva da lei?
N.D.: Si, si, come venivano in tutti gli altri posti.
P.M.: Senta, di queste visite oculistiche dell’epoca lei ha conservato traccia? Qualche documentazione?
N.D.: Mai, noi no. E’ la prefettura che conserva le tracce.
P.M.: Dico tante volte… Lei questi clienti che venivano a fare visite oculistiche regolavano il prezzo della visita con la sua autoscuola o direttamente…
N.D.: Col medico, col medico.
P.M.: Col medico il quale rilasciava un certificato che poi lei adoprava per le pratiche.
N.D.: Esatto, esatto.
P.M.: Ricorda o ha modo di ricordare quanto poteva essere nel 1980 il prezzo di una visita oculistica fatta dai medici che venivano da lei o è un’impresa ardua? Ricordare…
N.D.: Mah… Non lo so, 10… 12… Non lo so io quanto, io non posso quantificare…
P.M.: Non lo sa, il prezzo… questi medici vengono ancora oggi? Questi o altri ovviamente?
N.D.: Altri, altri vengono.
P.M.: Lei sa qual è il prezzo che chiedono oggi? Se allora, forse, prendevano 10…
N.D.: Si, si oggi prendono 25.000 lire.
P.M.: Oggi.
N.D.: Oggi.
P.M.: All’epoca lei dice 10/12?
N.D.: Non lo so io non mi posso ricordare.
P.M.: Grazie non ho altre domande.
N.D.: Prego.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Lei lo conosce il dottor Lotti Franco?
N.D.: Si da molto tempo.
A.B.: Da molto tempo. Senta, lei ricorda se ha parlato col dottor Lotti Franco del 1980, ora le dico se ha parlato e quando e perché e in che occasione… 1980, se ha parlato di una domanda che il signor Pacciani aveva fatto per la caccia. Se lo ricorda?
N.D.: Io col dottor Lotti queste cose non ne ho parlato.
A.B.: Perché io lo dico perché un teste di riferimento… il dottor Lotti avrebbe detto questo, esattamente nell’anno ’93, 25 marzo: “Nel ribadire che io non rilasciai alcuna certificazione al Pacciani e che egli me la richiese… devo aggiungere che potrebbe essere forse interessante sentire se per caso il Pacciani si sia rivolto ad un altro mio collega…” eccetera, dottor Caselli, “infine per completezza devo dire che quando il Donati Danilo mi parlò della domanda del Pacciani Pietro doveva essere…”
N.D.: Non Danilo, Nilo.
A.B.: Qui c’è Danilo. E’ lei Donati Danilo?
N.D.: No io sono Donati Nilo. Come il fiume d’Egitto.
A.B.: Ho capito e invece Danilo è il nome di una bellissima operetta, va bene?
N.D.: Ma io non lo so.
A.B.: “Mi parlò della domanda del Pacciani Pietro, doveva essere un periodo poco dopo il 1980”. Senta, questo l’ha detto questo signore, non l’ho detto mica io.
N.D.: Appunto…
A.B.: Questo signore dice che con lei ha parlato…
N.D.: A me…
A.B.: Ha parlato… scusi… Abbia pazienza.
N.D.: Prego, prego.
A.B.: lei mi dice si, no, mi dice quello che vuole. “Doveva essere un periodo poco dopo il 1980 ma non so dire se poco dopo il 10 luglio 1980” che è la data che compare sulla fonte eccetera, eccetera… Il dottor Lotti ricorda ai signori Carabinieri del gruppo di San Casciano, della stazione dei carabinieri di San Casciano, che lei, con lui, con lui, avete avuto un colloquio relativamente alla denunzia fatta dal signor Pacciani o alla richiesta, comunque, di pratica per ottenere la licenza di caccia e secondo il dottor Lotti questo discorso sarebbe avvenuto nel 1980, lei non se lo ricorda?
N.D.: No
P.M.: Ma non si occupa di licenze di caccia.
N.D.: Io non mi occupo di… di porto darmi, di caccia.
A.B.: Allora c’è un altro Donati Danilo che abbia queste cose? Donati Danilo denominato Nilo di San Casciano.
N.D.: Nilo, io, sono io.
A.B.: Nilo.
N.D.: Si Nilo, esatto, giusto.
A.B.: Alto Nilo e basso Nilo, lei è alto e questo è Nilo, il Donati Danilo è proprio lei, il dottor Lotti parla di lei.
N.D.: Ma permette…
A.B.: Guardi glielo faccio leggere.
N.D.: Ma d’accordo.
P.M.: Non so se si può far leggere eh…
Presidente: Lei non se lo ricorda?
N.D.: Io non me lo ricordo, poi non c’era motivo che il dottor Lotti dovesse venire da me a dirmi: che gli si fa il porto d’armi a lui? Io? E che c’entro io col porto d’armi? O un’altra faccenda…
N.D.: No, no, non mi sono spiegato io, ne avete parlato…
N.D.: No, io non ho parlato.
A.B.: Ne avete parlato col dottor Lotti…
N.D.: Lui l’avrà detto…
A.B.: Lui ne ha parlato con lei e lei ha parlato di quest’anno 1980…
N.D.: Ma io no.
A.B.: Allora Presidente io contesto, sia pure derelato, la dichiarazione… se si può fare.
P.M.: No, no, sentiremo il dottor Lotti.
A.B.: Sentiamo il dotto Lotti.
Presidente: Avvocato lei gli può dire – questo ha detto così – Lui dice: io non l’ho mai detto anzi lo escludo –
A.B.: Sentiremo il dottor Lotti.
Presidente: Può darsi che siccome lei aveva a disposizione medici militari…
N.D.: Dottore io che devo dire? Io non me lo ricordo.
Presidente: Non se lo ricorda.
A.B.: Son quindici anni fa…
N.D.: Non è che io…
A.B.: Dottor Lotti evidentemente lo ricorda.
N.D.: Non ci sarebbe stato motivo se fosse venuto, si c’è sta… venu… ma io no.
A.B.: Va bene allora io chiedo che si senta… perché mi pare che sia… faccia parte della lista del Pubblico Ministero… il dottor Lotti su questo punto. Lotti Franco, medico, 1247
P.M.: L’abbiamo già sentito.
Presidente: E’ già venuto, si.
P.M.: L’abbiamo già sentito.
A.B.: Ma deve ritornare, medico condotto…
P.M.: L’abbiamo già sentito.
Avvocato Fioravanti: Deve tornare per altre cose.
A.B.: Ma dice che deve tornare…
Presidente: Deve tornare… allora quel giorno…
P.M.: Doveva tornare ma tutte le domande che dovevo fare io furono poi fatte dall’avvocato Bevacqua…
A.B.: Allora io chiedo…
P.M.: E’ bene farlo… Io non ho motivo di farlo ritornare.
A.B.: E io si.
P.M.: Lo ri-citiamo.
A.B.: Grazie.
P.M.: Non avevo.
Presidente: Va be’ lo faremo tornare allora un giorno con la…
P.M.: Senz’altro
Presidente: Vediamo se ricorda… certo se il teste, a distanza di tanto tempo, non ricorda ho l’impressione che anche se il dottor Lotti viene e cerca di rinfrescargli la memoria…
A.B.: Ma dico, un discorso c’è stato.
Presidente: Lo faremo tornare e allora Pubblico Ministero…
P.M.: Bene.
Presidente: Se ne occupa lei senza…
P.M.: Senz’altro.
Presidente: …troppe formalità.
P.M.: Ci penso io.
Presidente: E allora quel giorno, tanto è un minuto…
P.M.: Li facciamo tornare tutti e due. Volevo solo chiedere nuovamente al signor Donati, per paura di aver capito male, lei nemmeno indirettamente si occupa di porto d’armi e licenze di caccia?
N.D.: No io…
P.M.: Nemmeno per caso? Qualche volta…
N.D.: A qualche amico gli ho fatto l’invio fogli.
P.M.: Lei?
N.D.: Si, si hai voglia.
P.M.: Ecco, al signor Pacciani no.
N.D.: No, no, no per carità d’Iddio, no.
P.M.: Per caso il dottor Lotti è venuto da lei a parlarle del… non so… del suo amico Pacciani…
N.D.: Io, io… A me… Io l’unica volta che ho parlato con il signor Pacciani è stato in quell’occasione che è venuto a rinnovare la petente…
P.M.: Eravamo, abbiamo già visto, nel gennaio ’92, bene, grazie, saranno richiamati entrambi e così chiariremo il punto.
Presidente: Va bene.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Può andare il teste, signori? Grazie, allora lei un giorno lei tornerà, le faremo perdere meno tempo possibile.
Presidente: Quale altro teste abbiamo?
P.M.: Sentiamo Metaponti Palmiero.
Presidente: Metaponti Palmiero.
P.M.: Che è un teste che dice si sente poco bene vorrebbe andar via prima possibile.
Presidente: Prego. Si accomodi prego. Buongiorno. Ecco sieda lì per cortesia. Si metta comodo. Bene, ci vuol dare le sue generalità? Lei è il signor Metaponti?
Palmerio Metaponti: Palmerio.
Presidente: Residente a?
P.M.: Impruneta.
Presidente: Benissimo, vuol leggere quella formula signor Metaponti?
P.M.: Consapevole della responsabilità morale e giudicata che assumo con la mia deposizione mi impegno di dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è mia conoscenza.
Presidente: Benissimo. Senta, consente la ripresa televisiva?
Metaponti: No.
Presidente: Allora anche questo signore non inquadratelo. Allora signor Metaponti per cortesia vuole rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
Metaponti: Si.
P.M.: Signor Metaponti lei conosce il signor Pietro Pacciani?
Metaponti: Io lo conoscevo ma…
P.M.: Quando lo conosceva? Prima di dire ma, perché appena si parla di Pacciani tutti mettono un ma!
Metaponti: No, io lo conoscevo quando stavo ni Mugello, poi io venni via.
P.M.: Ecco in che epoca siamo?
Metaponti: Io venni via ni ’61.
P.M.: Ecco a quell’epoca lì Pacciani, se le nostre carte sono giuste, a Vicchio non c’era perché era in carcere fino al ’64. Quindi lei quando l’ha conosciuto?
Metaponti: Conoscevo di prima, quando s’era ragazzi.
P.M.: Ohooo ecco, poi l’ha mai più visto?
Metaponti: No io un frequentavo mica la zona sua io frequentavo altre zone!
P.M.: Aspetti a prendere le distanze così, non c’è problemi. Aspetti un secondo.
Metaponti: Si, si.
Presidente: Senta ma lei, stia tranquillo…
Metaponti: Sto tranquillo va benissimo.
Presidente: Tutto ciò che concerne Pacciani le fa paura anche solo il conoscerlo, che male c’è?
Metaponti: Niente, per me niente.
Presidente: E apposta!
P.M.: Lo conosceva quando era ragazzo perché ha grosso modo la sua età? Eravate ragazzi…
Metaponti: No, io, lui è più anziano di me.
P.M.: Ecco e lo conosceva in che modo?
Metaponti: Così di vista, passando…
P.M.: Solo passando, di vista da lontano?
Metaponti: Da lontano.
P.M.: Più lontano possibile.
Metaponti: Ehh
P.M.: Mai avvicinarsi troppo…
Presidente: Senta, senta
Avvocato Fioravanti: Questi sono giudizi…
Metaponti: Come io stasse qui che lui stasse distante cinque o sei chilometri da me, ecco…
P.M.: Come faceva a vederlo scusi a sei chilometri?
Metaponti: A volte andavo a giro io.
Presidente: Silenzio per favore.
P.M.: Lo conosceva come allora? Ci parlava?
Metaponti: No. Parlare ci s’è parlato da… a volte, non sempre.
P.M.: No qualche volta addirittura non ci parlava nemmeno. Senta una cosa e dopo che lei è venuto via da Vicchio io ho capito che non vi parlavate, vi guardavate da lontano, le chiedo una persona così poco conosciuta da lei l’ha mai vista dopo?
Metaponti: Io no, dopo un l’ho rivista più.
P.M.: Non è mai venut… E’ mai venuto a trovarla?
Metaponti: Una volta.
P.M.: Ohoo allora perché dice che non l’ha mai più vista?
Metaponti: Una volta l’è venuto.
P.M.: Uno che non conosce, che non ha mai visto, sta a cinque, sei chilometri di distanza dice è venuto a trovarmi però un l’ho mai più visto.
Metaponti: E’ venuto a trovarmi quando stavo quaggiù.
P.M.: Ohoo allora ci spiega come mai uno che lei non conosceva, che tiene tutte le distanze che ci ha spiegato, in un’epoca successiva la viene a trovare? Innanzitutto lei gli aveva comunicato il suo indirizzo?
Metaponti: No io no davvero!
P.M.: Allora, cominciamo, quando è venuto a trovarla e dove?
Metaponti: Qui a Bagna, a Bagna, all’Impruneta.
P.M.: Lei abita a Impruneta ora
Metaponti: Si.
P.M.: Sa localizzare nel tempo il momento in cui una persona, così poco frequentata da lei, viene a trovarla? In che anno può essere…
Metaponti: In che anno non me lo ricordo.
P.M.: L’anno scorso, dieci anni fa?
Metaponti: No. Sarà anche dieci anni fa.
P.M.: Dieci anni fa. ’84, ’85 anni così?
Metaponti: Si.
P.M.: ’86, ’83. Lei se lo vede arrivare in casa?
Metaponti: Io lo vidi arrivare lì con le su’ figliole.
P.M.: Quindi un lo riconosce nemmeno perché se l’ha visto da ragazzo…
Metaponti: No io
Avvocato Bevacqua: La domanda Pubblico Ministero.
P.M.: Lo riconosce o deve dirle io sono…
Metaponti: No io un lo riconoscevo.
P.M.: Fu lui che disse chi era?
Metaponti: Fu lui che disse: Io son Pietro Pacciani. E basta.
P.M.: E lei cosa disse?
Metaponti: Che dissi? Lo salutai, così.
P.M.: Si ricordò subito chi era?
Metaponti: Dopo quando lo vidi, lì per lì… Lo riconobbi subito.
P.M.: E gli chiese… Due cose: il morivo della visita e come aveva avuto il suo indirizzo?
Metaponti: No un mi chiese nulla.
P.M.: No, lei chiese a Pacciani il motivo di questa visita improvvisa?
Metaponti: No.
P.M.: Non gli chiese…
Metaponti: No.
P.M.: No. Se l’è chiesto lei come mai dopo tanti anni è venuto da lei?
Metaponti: Io me lo son chiesto, detto, come gl’avrà fatto a trovarci?
P.M.: Mhmm, questo è proprio vero. Non disse che aveva un appunto col suo indirizzo?
Metaponti: Nooo un mi disse nulla.
P.M.: Senta una cosa e durante questa visita, che se non ho capito male lui era con le figlie, le disse qualcosa? Parlaste del tempo passato? Capì che le voleva domandare qualcosa? Le domandò qualcosa?
Metaponti: No di’ tempo passato non si parlò niente.
P.M.: Niente. Parlaste del presente?
Metaponti: Del presente in quel momento.
P.M.: E di che cosa in particolare? Lui le chiese qualche informazione?
Metaponti: No a me no.
P.M.: La chiese a qualcuno dei suoi familiari?
Metaponti: Penso di no.
P.M.: No. Fu una visita…
Metaponti: S’era io e la mi’ moglie soli.
P.M.: Fu una visita inaspettata…
Metaponti: Inaspettabile…
P.M.: …e non si capì perché…
Metaponti: Ehh, io non posso sape’ niente.
Presidente: Allora insomma parlaste del più e del meno? Era una visita così…
Metaponti: No, no un si parlò di niente.
Presidente: Ma scusi, abbia pazienza…
Metaponti: Guardate, domandando queste cose…
Presidente: Ma scusi chi è l’uomo nero il Pacciani? Che lei ha una paura matta a dire il vero perché è venuto a trovarla?
Metaponti: Non lo so perché è venuto a trovammi. Gnene ho detto ora!
Presidente: Ma questo arriva dopo anni e anni che non vi siete ma né visti né…
Metaponti: Si vede che gli’ha cercato l’elenco, gli avrà cercato l’indirizzo su qualche elenco. Io penso che sia così perché… Io l’indirizzo un gnen’ho dato, come gli ha fatto a trovammi allora?
P.M.: Lei ha nome e cognome sull’elenco? Basta cercare tutti i nomi ed i cognomi di tutti gli uomini della Toscana prima o poi si trova anche lei?
Metaponti: Sull’elenco…
P.M.: O non c’è il suo numero sull’elenco?
Metaponti: Sull’elenco del telefono, telefono c’è!
P.M.: Del comune di Impruneta.
Metaponti: Del Comune dell…
P.M.: C’è il suo numero?
Metaponti: Si.
P.M.: Quindi se uno la vuol cercare sull’elenco si trova?
Metaponti: Ha’ voglia!
P.M.: Pacciani anche se vi vedevate a distanza di sei chilometri conosceva il suo cognome o no?
Metaponti: Sii
P.M.: ha visto, allora volendola cercare la poteva trovare. Io non ho capito onestamente cosa venne a fare anche se lei l’ha detto alla Polizia…
Presidente: Nessuno…
P.M.: …che cosa le chiese…
Metaponti: A me un mi chiese niente.
P.M.: Senta signor Metaponti il suo atteggiamento è abbastanza strano, le chiese una cosa sola come fa ora a non ricordarlo?
Metaponti: Che cosa mi chiese?
Presidente: Provi a ricordarsene via! Via contestiamogli si fa presto.
P.M.: Lei dice: “Il Pacciani… Dopo aver parlato del più e del meno ed averci detto i tanti mestieri imparati durante la detenzione per l’omicidio di un uomo che nel ’51 aveva sorpreso in intimità con la Miranda il Pacciani ci chiese a me e a mia moglie dove abitava attualmente Miranda” non è vero questo?
Metaponti: Si. Questo l’ha chiesto ma io non lo so, io non sapevo dove abitava.
P.M.: Io le ho chiesto cosa le chiese il signor Pacciani lei mi ha detto “non mi chiese nulla” e invece le chiese dove abitava Miranda Bugli.
Metaponti: L’ha chiesto alla mi’ moglie!
P.M.: Lei era presente?
Metaponti: Io si ero presente
P.M.: Lei sapeva o sa dove abitava in quel momento, cioè negli anni ’83, ’84 o anni così, dove abitava Miranda Bugli?
Metaponti: Io no.
P.M.: Sua moglie lo sapeva?
Metaponti: Non lo so. L’è lì ora viene anche lei.
P.M.: Glielo chiediamo. Sa se al Pacciani fu risposto dove abitava Miranda Bugli? Perché gli rispondeste…
Metaponti: No. Questo un lo so.
P.M.: E’ però voi gli diceste dove abitava.
Metaponti: …
Metaponti: Non glielo disse lei, glielo disse sua moglie?
Metaponti: …
P.M.: Sua moglie ha qualche motivo per sapere dove abitava Miranda Bugli?
Metaponti: L’è i… La su’ sorella l’ha sposato co’ i’ fratello di Miranda.
P.M.: Ohooo, ha visto! Ha visto! Era così difficile dirci questa banale verità?
Metaponti: Nooo.
P.M.: E allora come mai c’è voluto così tante contestazioni per farglielo dire? C’è qualche motivo?
Metaponti: No per me no.
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande?
Avvocato Bevacqua: Senta signor Meta…
Presidente: Avvocato Bevacqua.
A.B.: Metafonti si chiama lei?
Presidente: Metaponti.
A.B.: Lei sa leggere e scrivere vero?
Metaponti: Insomma, così, così.
A.B.: So and so.
Presidente: Lui è sempre così e così. Qualunque domanda lei le fa dice: “Mah, forse si forse no”
A.B.: Come Orazio, sta nel mezzo. Lei che non si chiama Orazio ma si chiama Palmiero
Metaponti: Si.
A.B.: Ho sentito che leggeva piuttosto così…
Metaponti: Ecco. Si.
A.B.: Senta me, dunque lei ha detto che il signor Pacciani stava a circa quindici chilometri di distanza.
Metaponti: Da me si.
A.B.: Ohooo, no cinque, eran quindici, è vero?
Metaponti: Ha’ voglia, anche di più. Un l’ho mica mesurati! Un l’ho mica mesurati io!
A.B.: Anche di più. Benissimo.
Metaponti: Unn’ho mica camminato pe’ anda’ da lui…
A.B.: E lei ricorda anche, quando viene interrogato… Si ricorda quando fu interrogato lei dalla Polizia?
Metaponti: Si.
A.B.: Se lo ricorda?
Metaponti: Ha’ voglia.
A.B.: Quante persone la interrogarono?
Metaponti: Uno.
A.B.: Uno solo. Lei difatti, fu uno solo. Senta, quando fu interrogato dalla Polizia lei disse che andò nella primavera dell’86 venne, nella primavera dell’86, il signor Pacciani da lei con le bambine.
Metaponti: Si.
A.B.: E’ vero? Ohooo. Ecco, ricorda se l’occasione di questo giorno cadeva nel il… il… in una, durante una festività particolare quale quella della mongolfiera?
Metaponti: …
A.B.: Se la ricorda? La mongolfiera. Quella che sale…
Metaponti: Quello un me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda. Si ricorda se quel giorno, in questa località, facevano mescite di vini? C’era roba del genere? San Giuseppe.
Metaponti: A San Giuseppe
A.B.: Che fanno a San Giuseppe?
Metaponti: Fanno le frittelle.
A.B.: Fanno le frittelle. Tant’è che lei gli regalò delle frittelle. Se lo ricorda?
Metaponti: Si.
A.B.: Ohooo, quindi… Se lo ricorda?
Metaponti: Quello si.
A.B.: Delle frittelle al signor Pacciani e dette delle frittelle anche alle figlie del signor Pacciani.
Metaponti: Si.
A.B.: Va bene ohooo, nell’occasione pare che il signor Pacciani le abbia domandato dove stava la Miranda e lei non lo sapeva
Metaponti: No io un lo sapevo.
A.B.: Non lo sapeva. Si ricorda, se lo ricorda, ma credo che se lo debba ricordare, se in questa stessa occasione, cioè quando fu interrogato, non nell’occasione del San Giuseppe, la SAM, cioè quel signore che la interrogava le domandò se lei avesse mai conosciuto Bardi Danio?
Metaponti: Si Bardi Danio lo conoscevo perché era figlio d’un cugino di’ mi’ poro babbo.
A.B.: Era figlio di un cugino di un suo povero babbo. Ecco, così, tanto per sapere, solo perché…
Metaponti: Si, si va bene.
A.B.: C’è una pistola che non si trova più eccetera…
Metaponti: Gli’è morto!
A.B.: E’ morto poveretto, va be’ per carità io… Ma io voglio sapere soltanto, ecco il signor Bardi Danio era di origine del Mugello?
Metaponti: De’ no del Mugello ci anda… ci veniva, così dai parenti.
A.B.: Ecco e dove veniva esattamente?
Metaponti: Gli andava a Casole
A.B.: Casole di dov’è?
Metaponti: Sopra Vicchio.
A.B.: Sopra Vicchio. Aveva una casa là?
Metaponti: Si ci aveva i parenti. Ci aveva uno zio.
A.B.: Ci aveva uno zio. Ed era parente vostro quindi veniva spesso?
Metaponti: Era figliolo d’un cugino di’ mi’ poro babbo.
A.B.: E veniva spesso lui?
Metaponti: Veniva qualche volta così da noi
A.B.: Lui è stato mi pare campione
Metaponti: Ma veniva ragazzino.
A.B.: Si è stato campione anche italiano di nuoto, qualcosa del genere?
Metaponti: Quello, quello non lo so.
A.B.: Eh?
Metaponti: Quello un me lo ricordo.
A.B.: Era un uomo alto tipo me?
Metaponti: Si, grande gli era grande
A.B.: Grande, grande, molto alto.
Presidente: Non era molto alto.
A.B.: No. Come me, se lo ricorda?
Presidente: Bardi Danio purtroppo lo conosciamo.
A.B.: E l’ho conosciuto anch’io perché facevo anch’io qualche cosa.
Presidente: Allora non era alto come lei.
A.B.: Un po’ più basso di me ma bello eh? No, soltanto questo, era suo parente?
Metaponti: Parente… Cugino d’i’ mi’ poro babbo.
A.B.: E veniva spesso lassù?
Metaponti: Veniva qualche volta. Una volta l’anno nell’estate.
A.B.: No nessun’altra domanda. La domanda è soltanto perché c’era qui nel… capito?
Metaponti: Si questo lo sapevo me la fecian laggiù la domanda.
A.B.: Nessun’altra domanda. Grazie.
Presidente: Altre domande?
P.M.: Nessuna Grazie.
Presidente: Può andare. Per ora.
P.M.: Sentiamo Martelli Iris, Presidente.
Presidente (fuori microfono): Che sarà la moglie di quest’omino.
Presidente: Martelli Iris, venga signora. Signora si accomodi, la signora non vuol essere ripresa quindi… non viene ripresa. La rivolti verso di noi Antonio per cortesia. Bene signora buongiorno.
Iris Martelli: Buongiorno.
Presidente: Lei è la signora Martelli Iris.
I.M.: Si.
Presidente: Dov’è nata signora?
I.M.: Vicchio.
Presidente: Quando?
I.M.: Il 24 di luglio nel 1927.
Presidente: Nata a Vicchio il 24 luglio 1927. Risiede attualmente dove?
I.M.: A Impruneta.
Presidente: All’Impruneta. Benissimo. Vuole leggere per cortesia quella formula?
I.M.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è in mia conoscenza.
Presidente: Benissimo signora. Vuole rispondere per cortesia alle domande che le farà il Pubblico Ministero e poi gli avvocati?
I.M.: Si.
Pubblico Ministero: Signora lei conosce Pietro Pacciani?
I.M.: Si.
P.M.: Come mai lo conosce?
I.M.: Perché quando eravamo piccoli i nostri genitori stavano vicino di casa.
P.M.: Dove?
I.M.: A Vicchio di Mugello.
P.M.: Lei ha la stessa età di Pacciani?
I.M.: No. Penso che lui abbia qualche anno di più.
P.M.: Quindi lei lo conosceva, lo vedeva da ragazza?
I.M.: Si. No da ragazza, da figlioletta.
P.M.: Da bambinetta. Ha mai avuto occasione di conoscerlo meglio all’epoca o no?
I.M.: No.
P.M.: Poco più che di vista?
I.M.: Si di vista, così, basta, poi…
P.M.: Poi l’ha mai più rivisto dopo questa conoscenza da ragazza?
I.M.: No.
P.M.: Mai più?
I.M.: No.
P.M.: Lei dove abita signora ora?
I.M.: A Impruneta.
P.M.: L’ultima volta che l’ha visto quindi è quando era ragazza?
I.M.: Cioè io l’ho visto quando eravamo piccoli.
P.M.: Si.
I.M.: Non da ragazza.
P.M.: Da bambinetti.
I.M.: Si.
P.M.: Poi non l’ha più visto?
I.M.: No.
P.M.: Signora suo marito e lei stessa alla Polizia giudiziaria avete detto che invece l’avete visto successivamente, lo ricorda ora?
I.M.: Si l’ho visto quando è venuto a trovarci.
P.M.: Va be’ forse io non ho capacità…
Presidente: E’ questione di capirsi…
P.M.: Bene, ora ci siamo capiti. Quando è venuta a trovarla?
I.M.: Quando è venuto a trovarci qui all’Impruneta.
P.M.: E’ venuto a trovarvi all’Impruneta, si ricorda quanto tempo fa? In che epoca eravamo? Che anno poteva essere?
I.M.: No io non me lo ricordo che anno poteva essere.
P.M.: Tanti anni fa? L’anno scorso?
I.M.: Nooo
P.M.: Una diecina d’anni fa? Può essere?
I.M.: Non lo so sarà sei, sette anni, non lo so.
P.M.: Ricorda se era un’occasione particolare? Se era una festa?
I.M.: Era il mese che si facevano le frittelle.
P.M.: San Giuseppe.
I.M.: Ecco, era quel mese lì.
P.M.: Comparve perché vi telefonò, vi disse vi vengo a trovare?
I.M.: No.
P.M.: Comparve all’improvviso.
I.M.: Comparve così. Noi eravamo lì, abbiamo visto arrivare questa macchina
Avvocato Bevacqua: “Comparve” Presidente.
P.M.: Compar…
Avvocato Fioravanti: E’ la risposta questa qui.
Presidente: Signori calma.
P.M.: Suonò al campanello? La domanda.
I.M.: No. Non c’era il campanello.
P.M.: Non c’era il campanello. Comunque non vi telefonò? Arrivò.
I.M.: Si, arrivò.
P.M.: Era solo?
I.M.: Con le figlie.
P.M.: Era con le figlie, la moglie c’era?
I.M.: No.
P.M.: Lei sapeva che era sposato?
I.M.: Sii
P.M.: Ecco, e che aveva due figlie?
I.M.: Sii
P.M.: Lo sapeva prima che venisse?
I.M.: Lo sapevo perché…
P.M.: Da chi lo sapeva?
I.M.: Lo sapevo dai nostri conoscenti. Parlando avevo saputo che lui s’era sposato.
P.M.: Ecco, quando venne fu la classica improvvisata, dopo una quarantina d’anni uno capita…
I.M.: Si.
P.M.: Fu contenta di vederlo?
I.M.: Mah, contenta… E’ una persona che non s’è visto da tanto tempo, poi…
P.M.: Benissimo e le spiegò il motivo della visita o no?
I.M.: No.
P.M.: No. Poi è rivenuto periodicamente o non è più venuto?
I.M.: No non è più venuto.
P.M.: Le chiese qualcosa in particolare? Qualche informazione? Qualche notizia?
I.M.: No.
P.M.: Nessuna notizia. Parlò solo lui o vi fece delle domande?
I.M.: Nooo, si parlò così, della vita sua, di dove stava di casa, la vita che s’era fatto con le figlie, con la moglie…
P.M.: Va be’, dopo quarant’anni è il minimo. Senta una cosa, lei conosce Bugli Miranda?
I.M.: Si.
P.M.: Come mai?
I.M.: Perché è cognata di mia sorella.
P.M.: Il Pacciani per caso le fece qualche domanda sulla Bugli?
I.M.: No.
P.M.: Nessuna.
I.M.: No.
P.M.: Senta una cosa, lei sapeva o sa che il Pacciani conosceva la Bugli o no?
I.M.: Certo che lo so.
P.M.: Come mai lui conosceva la Bugli?
I.M.: Penso che quando successe il fatto lo conosceva la Bugli no?
P.M.: Ecco, lei sa di quel fatto lì del ’51?
I.M.: Ehh, stavamo a Vicchio!
P.M.: Benissimo quindi lei lo sa. Lei conosce o conosceva, nel momento in cui venne Pacciani, l’indirizzo di quell’epoca della Bugli? Dove abitava?
I.M.: No.
P.M.: Non lo sapeva?
I.M.: No.
P.M.: Il Pacciani glielo chiese?
I.M.: No, non me lo chiese.
P.M.: Suo marito ci ha detto il contrario.
I.M.: Io non ho udito questa parola.
P.M.: Lei non sapeva dove abitava in quel momento?
I.M.: No, non lo sapevo.
P.M.: Ce l’ha detto proprio poco fa suo marito…
I.M.: Mah, me l’avrà detto però io non ho udito queste parole.
P.M.: E come mai suo marito dice che fra le domande chiese l’indirizzo della Bugli?
I.M.: Noo, l’indirizzo della Bugli non ce l’ha chiesto.
P.M.: Dice suo marito nell’interrogatorio: “ Mia moglie rispose che non lo sapeva tranne che doveva stare nella zona di Montelupo Fiorentino” quindi lei, secondo quel che dice suo marito, non solo sapeva anche l’indirizzo ma sapeva anche che era nella zona di Montelupo Fiorentino, non lo sapeva?
I.M.: No.
P.M.: Se l’è sognato suo marito?
I.M.: Io non ho…
P.M.: Non ho altre domande grazie. Lei sa dove ora abita la Bugli?
I.M.: La Bugli si, sta, ora so che abita verso Montelupo.
P.M.: Fiorentino?
I.M.: So…
P.M.: Ma guarda che coincidenza! Grazie.
Avvocato Bevacqua: Pubblico Ministero poi vedremo…
Presidente: Un attimo, un attimo perché vedo gli avvocati di parte civile.
Avvocato Santoni Franchetti: Una sola domanda signora, lei conosceva la Bugli anche prima del 1951?
I.M.: No.
A.S.F.: Non l’aveva mai vista prima del famoso fatto…
I.M.: No.
A.S.F.: Nessun’altra domanda. Grazie.
Presidente: Avvocato Colao.
Avvocato Colao: Signora scusi ma lei del fatto di sangue lo sapeva?
I.M.: Certo che lo sapevo.
A.C.: Nei paesi se ne parla…
I.M.: Nei paesi se n…
A.C.: Era un fatto grosso
I.M.: Parlano i giornali
A.C.: E se ho capito bene la Bugli con lei è imparentata
Avvocato Bevacqua: Dopo.
I.M.: Dopo però. Non prima.
A.C.: Dopo si è imparentata.
I.M.: Ehh, dopo s’è imparentata, no prima.
A.C.: Quindi quando gli si presentò il Pacciani lei rimase turbata o no? Da vedere quest’uomo che gli si presentava dopo il fatto che era avvenuto?
I.M.: Non ho capito la domanda, scusi.
A.C.: Cioè lei rimase impaurita quando vide il Pacciani? Che è comprensibile…
I.M.: Impaurita…
A.C.: Oh lo dica via, se rimase
I.M.: Cioè impaurita no, visto, una persona che non s’è visto da tanto tempo…
A.C.: E e poi anche “quella” persona, no?
I.M.: Come?
A.C.: Quella persona che era stata
Avvocato Fioravanti: Quale persona?
Avvocato Bevacqua: La domanda per cortesia!
A.C.: La domanda è questa: Senta lei può escludere nella maniera più categorica che il Pacciani non abbia chiesto informazioni della Bugli?
I.M.: A me non me l’ha chiesto.
A.C.: E non ha sentito neanche che ne parlava…
Avvocato Bevacqua: La domanda per cortesia!
A.C.: … con suo marito
Presidente: La sta facendo avvocato.
A.C.: E’, perché mi sembra strano!
Avvocato Bevacqua: E va be’ tutto sembra strano!
I.M.: Potevo io parlare con le figlie? Potevo aver l’orecchio volto alle figlie e non sentivo le parole che diceva lui con mio marito.
A.C.: Allora lei non può escludere che il Pacciani abbia chiesto a suo marito dov’era andata a stare la Bugli…
I.M.: Mah e questo non lo so. Ma se io non l’ho sentito…
A.C.: Va bene, grazie.
Presidente: Avvocato Beavacqua prego.
Avvocato Bevacqua: Su questo punto poi sentiremo i verbalizzanti. Questo è un punto molto interessante sul piano della metodica indagatoria e si sentirà. Scusi…
P.M.: Vedrà cosa le sveleranno! Si prepari!
A.B.: A me sveleranno poco, però…
Avvocato Fioravanti: Tante cose!
Presidente: Signori per favore
A.B.: Io leggo tra le righe.
Presidente: Non perdiamo tempo, fa caldo, fra l’altro!
A.B.: Senta signora, volevo dirle questo, lei è la parente della signora Bugli, lei è la parente?
I.M.: No io sono la sorella.
A.B.: E’ lei la sorella…
I.M.: Della cognata della Bugli.
A.B.: Quindi il legame fra lei e la Bugli…
I.M.: Non c’è.
A.B.: Si ho capito ma dico il lentissimo legame è fra lei e la Bugli non fra suo marito e la Bugli, è lei che è legata
I.M.: Sono io, si.
A.B.: Ecco, ohooo. Senta signora un’ultima cosa, suo marito sa leggere?
I.M.: Si penso di si. Poco.
A.B.: Poco. Basta. Il vento non sa leggere…
Presidente: Signora senta per cortesia mi dica, all’Impruneta lei dove abitava? Nel centro abitato o in campagna?
I.M.: In campagna ma è un centro che ci sono delle famiglie vicine.
Presidente: Quindi lei abita in una casa colonica…
I.M.: Si però ci sono altri inquilini attaccati alla casa.
Presidente: Attaccati alla casa ci sono altri inquilini.
I.M.: Si.
Presidente: Cos’è una piccolissima…
I.M.: Frazione.
Presidente: Una piccolissima frazione vicino alla strada?
I.M.: Sii
Presidente: A che distanza dal centro abitato dell’Impruneta?
I.M.: Mah, un so, tre chilometri due chilometri…
Presidente: Tre chilometri. Altre domande signori?
A.B.: Presidente m’ero dimenticato una cosa, senta signora quando suo marito è stato interrogato dalla Polizia c’era anche lei?
I.M.: Quando?
A.B.: Suo marito un giorno fu interrogato..
I.M.: No, non c’ero.
A.B.: Fu chiamato solo suo marito?
I.M.: Si.
A.B.: Ecco lei fu chiamata da qualcuno?
I.M.: No, non fui chiamata.
A.B.: Ma parlarono con lei?
I.M.: Si vennero delle persone.
A.B.: E cosa le dissero?
I.M.: Cioè vennero ad interrogarmi delle persone a casa.
A.B.: E cosa le domandarono?
I.M.: Mi domandarono che cosa era venuto a fare Pacciani e come mai era venuto. Basta.
A.B.: Ecco signora le domandarono anche se lei aveva detto a Pacciani o se Pacciani aveva domandato a lei dove si trovasse la Bugli? Domandarono questa circostanza?
I.M.: Può darsi che me l’hanno chiesto però non me lo ricordo.
A.B.: E lei ha risposto come ha risposto oggi al Pubblico Ministero?
I.M.: Penso di si.
A.B.: Cioè che il Pacciani non le ha…
I.P.: Si, che non me l’ha chiesto.
A.B.: Non gliel’ha chiesto. Lei conferma che Pacciani non gliel’ha chiesto.
I.M.: Io non mi ricordo che queste parole mi siano state dette.
P.M.: –INCOMPRENSIBILE–
A.B.: Si va be’ ora lo vediamo, lo vedremo quando sentiremo i signori, lo vedremo.
P.M.: Lo vedrà.
A.B.: Vedrò, vedro!
P.M.: Che sorpresa!
A.B.: Sorpresa è per noi.
Avvocato Fioravanti: Presidente posso chiedere?
Presidente: Prego avvocato.
A.F.: Signora lei ha firmato niente davanti alla Polizia quando le chiedevano queste cose?
I.M.: No.
A.F.: Quindi non ha firmato un verbale?
I.M.: No.
A.F.: Ecco ma Pacciani, quando è venuto lì da voi, siete entrati in quel discorso della Bugli, ricordando i fatti del ’51? O per niente ci siete entrati nel discorso?
I.M.: No non ci siamo entrati.
A.F.: Grazie signora.
I.M.: Lui non ha parlato di questa…
A.F.: Grazie signora.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Nessuna grazie.
Presidente: Possiamo mandare via la signora.
P.M.: Chiedo l’utilizzazione del verbale del Metaponti che abbiamo usato per contestazioni è il verbale 4 marzo ’92.
Presidente: Benissimo. Può andare signora. Per le contestazioni a Metaponti naturalmente.
P.M.: Si, certo, certo.
A.F.: Metaponti non c’è contestazioni.
P.M.: Si gli abbiamo contestato e gli ho letto il pezzo, Presidente.
A.F.: Ah, va bene, si, si certamente.
P.M.: Proprio il punto… E lui ha detto
Presidente: Il punto focale.
P.M.: L’unico che ci interessa. Oltre che c’è un appunto in possesso di Pacciani con l’indirizzo di questi signori.
P.M.: Allora Presidente, i potenti mezzi, come si usa dire, fanno sì che noi abbiamo qua il dottor Lotti.
Presidente: Benissimo.
P.M.: Quindi possiamo provvedere subito, abbiamo fatto trattenere anche il teste Donati Milo e quindi riusciamo, nei limiti di quel che ci riuscirà, a capire… Io non ho domande da fare al dottor Lotti quindi dico solo che è qui, ci penserà la Corte…
Presidente: Benissimo, allora…
P.M.: Intanto solo il dottor Lotti, penso… Donati… Come credono loro io non ho domande da fare…
Presidente: Io li metterei a confronto per vedere se si ricordano questa circostanza.
P.M.: Perfetto.
A.B.: Chiediamo prima al Lotti se ricorda questo…
P.M.: E’, direi forse…
Presidente: Allora richiamiamo il dottor Lotti per primo. Il dottor Lotti volevo. Dunque il teste, l’altro teste, come si chiamava?
P.M.: Donati Milo.
Presidente: Per favore allora teniamolo un attimo fuori mentre sentiamo il dottor Lotti; su questo punto però… Lotti Francesco no…
A.B.: E’ Lotti Franco, nato a Pontedera.
P.M.: Ci sono due Lotti Franco.
Presidente: Lui è stato interrogato sulla faccenda del guardone e sulle cure che aveva prestato al Pacciani.
P.M.: Esatto.
Presidente: Su quella circostanza nulla era stato…
P.M.: No Presidente né io né…
Presidente: Quindi sarebbe bene che…
A.B.: Ecco, io le posso domanda…
Presidente: Visto che… allora a questo punto cominciamo signori a domandare al signor Lotti qualcosa in merito a quella circostanza.
A.B.: Posso farla io?
P.M.: Io non ho domande.
Presidente: Prego avvocato.
A.B.: Dottor Lotti lei quando fu interrogato dalla Stazione Carabinieri di San Casciano, dal maresciallo e da altri signori della SAM, disse una serie di cose, fra l’altro lei disse che c’era una scuola guida…
P.M.: Facciamo prima la domanda.
A.B.: Si…
Presidente: Beh va be’ su, sennò…
P.M.: Bene, bene, come crede.
A.B.: Che c’era una scuola guida e pratiche amministrative…
F.L.: Soprattutto scuola guida.
A.B.: Scuola guida e pratiche amministrative
F.L.: Quasi essenzialmente scuola guida.
A.B.: Però lei ha detto: “E’ vero che egli presentò tale domanda che veniva seguita dalla scuola guida. Egli…” cioè lui, Pacciani, “…presentò una domanda per ottenere il porto… la licenza di porto di fucile”
F.L.: Da caccia.
A.B.: Da caccia certo eh, sennò!
F.L.: Di questi tempi…
A.B.: “E’ vero che presentò tale domanda che veniva seguita dalla scuola guida e pratiche amministrative di Donati Danilo denominata…”
F.L.: Nilo.
A.B.: “Nilo di San Casciano”. Questa la conferma?
F.L.: Donati Nilo si, Donati Danilo no signor avvocato.
A.B.: “Pratiche amministrative di Donati Danilo denominata Nilo” e allora… l’ha scritto lei io glielo dico.
F.L.: Io? Il signor Donati si chiama Nilo, non Danilo.
Presidente: L’hanno verbalizzato male, via!
A.B.: Va be’…
Presidente: Non è un giallo.
A.B.: Nooo per carità! E alla fine di questo, dopo che le hanno mostrato una serie di scritte fatte su un blocco dal signor Pacciani, le fecero vedere uno scritto: Pagato lire 16.000 al signore della caccia e pesca della domanda per la caccia fra la quale c’era un certificato medico e termina con la data oggi 10 luglio ’80…
Presidente: Non riprendiamo il teste eh…
F.L.: No.
A.B.: Mi deve arrivare la risposta per esame… Lei dice questo.
F.L.: Si signore.
A.B.: “Nel ribadire che io non rilasciai alcuna certificazione al Pacciani e né che egli me l’abbia richiesta personalmente, volevo aggiungere che potrebbe essere forse interessante sentire se per caso Pacciani si sia rivolto ad un altro mio collega di Mercatale cioè il dottor Vinicio Caselli”, questo ha detto lei. “Infine per completezza”, questo ha detto lei, “per completezza devo dire che quando il Donati Danilo mi parlò della domanda del Pacciani Pietro doveva essere un periodo poco dopo il 1980 ma non so dire se poco dopo il 10 luglio ’80” che è la data che compare sull’appunto, oppure poco dopo l’anno 1980 nel suo complesso. Lei questa circostanza che ha riferito a suo tempo, in momenti non sospetto ai signori verbalizzanti, la conferma?
F.L.: Assolutamente no.
A.B.: Non la conferma?
F.L.: Sono due circostanze diverse. Due eventi diversi perché in un primo momento, allora io ero ufficiale sanitario e medico condotto, in tal veste ci riunivamo una volta ogni tanto per rilasciare le certificazioni per le patenti e una tantum c’era anche qualcosa di patenti o altre cose quando…
A.B.: Ma io la domanda… scusi…
F.L.: No, no, mi consenta, ci arrivo…
A.B.: Ci arriva? Assemblato lei?
F.L.: E’ che lei ha assemblato due cose che non…
A.B.: Assemblato lei.
Presidente: Facciamo parlare il teste.
F.L.: Dunque…
Presidente: Si rivolga a noi.
F.L.: Nell’occasione di quando fecero… Nilo Donati mi sottopose… dice – Bisogna passare la visita anche al signor Pacciani – e c’era allegato un curriculum che non era proprio angelico…
A.B.: Certamente.
F.L.: Mi dispiace che in questa occasione… siccome ci sono… avrò detto – siccome ci sono a Firenze delle apposite commissioni io non rilascio certificazione – questo è un episodio avvocato, il secondo episodio invece si riferisce, io parlo quando quella sera ero… non mi ricordo quando ma grosso modo… ero ufficiale sanitario… ero all’autoscuola e feci questo discorso, questo ragionamento, mi spiego avvocato? E dissi, siccome c’è un curriculum, ripeto, quello che è io non sono autorizzato a rilasciare, non posso, ci sono diverse commissioni… e questo riferii ai Carabinieri.
A.B.: Ah, va be’ questo è un altro discorso lei doveva soltanto rilasciare un attestato di idoneità fisica mica poteva assuemrs…
F.L.: Mi consenta avvocato, lei mi ha domandato, mi consente? Lei mi ha domandato in quell’occasione vidi uno scritto…
A.B.: Io le sto domandando una cosa, non ci siamo capiti, lei mi deve dire se conferma o no…
F.L.: Non ci siamo capiti.
A.B.: Non ci siamo capiti io e lei, se conferma quello che ha scritto allora oppure se non lo conferma…
F.L.: Se lei…
A.B.: Aspetti, io glielo rileggo, mi scusi.
F.L.: Non c’è bisogno.
A.B.: Noo, glielo rileggo: “Infine per completezza devo dire che quando il Donati Danilo mi parlò della domanda del Pacciani Pietro doveva essere un periodo poco dopo il 1980 ma non so dire se poco dopo il 10 luglio ’80…” va bene? “…che è la data che compare sull’appunto oppure poco dopo l’anno 1980 nel suo complesso.” Me la… questa cosa l’ha detta lei o non l’ha detta lei?
F.L.: Posso, posso…
A.B.: Voglio sapere se questo..
F.L.: Non posso dire si, si o no se prima non ha la completezza di farmi finire il mio assunto.
A.B.: No, mi scusi…
P.M.: Facciamoglielo finire!
A.B.: No, no
F.L.: Eh insomma!
A.B.: Mi scusi Presidente!
Presidente: Avvocato sono due tempi diversi
A.B.: La domanda è…
P.M.: Si impedisce al teste di dire?
A.B.: No…
Presidente: Siete senza microfono quindi non potete parlare, allora, allora facciamo dire quello che vuole al teste altrimenti lo mettiamo fuori strada e stiamo mezz’ora a smanaccare.
F.L.: Ci son già fuori strada.
Presidente: Dopo che il teste ha parlato e riferirà quello che vuole, allora a questo punto lei gli farà le richieste di precisazione, di contestazione che crede, quindi andiamo avanti così.
A.B.: Mi scusi Presidente, per carità, non è che voglia interloquire con la sua implicita ordinanza…
P.M.: Facciamolo parlare.
A.B.: Mi scusi signor Presidente, qua il discorso è molto semplice…
P.M.: Facciamoglielo fare.
A.B.: Per cortesia!
Presidente: Intanto non è semplice perché c’è…
A.B.: Io non voglio andare fuori dal seminato, qua c’è una dichiarazione che questo dice, lui dice di avere in quel periodo parlato con questo signore…
Presidente: Col Donati di una domanda relativa alla licenza di caccia…
A.B.: Ohooo, l’ha detto lui, spontaneamente sua davanti ai Carabinieri, alla Polizia.
P.M.: Ma anche oggi l’ha ridetto.
A.B.: Vediamo che cosa ci viene a dire il signore.
F.L.: Allora esaurito il primo episodio in cui io dissi a Donati che non era possibile rilasciare la certificazione per concessione eccetera, eccetera, i Carabineri e la SAM mi domandarono l’evento, se era vero, non posso stabilire esattamente la data comunque è vero, senz’altro. Per quanto riguarda invece… Certo! Lo sto dicendo, mi consenta!
Presidente: Dottore, dottore, guardi lei adesso si rivolga verso di noi.
F.L.: In un secondo tempo, mi consenta, non ricordo le date signori, ho fatto un mestiere di memoria ma ora non me ne ricordo più; in un secondo tempo i Carabinieri mi esibirono quel facsimile, cioè la fotocopia del Pacciani dell’80, e io dissi… cosa dissi avvocato? Mi consenta…
A.B.: Ecco, questo qua che volevo sapere che lei… se lei lo confermava. Lei disse: “Infine per completezza devo dire che quando il Donati Danilo mi parlò della domanda del Pacciani Pietro doveva essere un periodo poco dopo il 1980 ma non so dire se poco dopo il 10 luglio ’80 che è la data che compare sull’appunto oppure poco dopo l’anno 1980 nel suo complesso.” Questo le volevo sapere da lei, se lei l’ha scritto questo e se lei l’ha detto, se lei l’ha letto e se lei l’ha firmato.
F.L.: Mi consenta avvocato…
Presidente: Risponda a noi.
F.L.: Allora, come ripeto e confermo, quando io vidi la richiesta del Pacciani io dissi quello che ho già detto, devo ripeterlo?
F.L.: Presidente: No, no, non le stava bene…
F.L.: In un secondo tempo, non ricordo quando, mi fu esibito e ricordo anche da chi, questo scritto fotocopiato del Pacciani ma in quell’occasione onestamente mi pare che non vadano assieme…
A.B.: E oggi non collima nulla, per forza, oggi non può collimare nulla, oggi, oggi 6 giugno 1994 non può collimare nulla, prima collimava però, io produco la documentazione.
Presidente: Comunque dottore lei parlò col Donati della faccenda del Pacciani?
F.L.: Della domanda per ottenere il ce…
Presidente: Donati Nilo, il titolare dell’autoscuola.
F.L.: Si signore per ottenere il… insomma la licenza di caccia.
Presidente: E il Donato non se ne ricorda.
F.L.: Ecco!
A.B.: E’ un medico, capisce?
Presidente: Non vuol dire naturalmente. Uno ha diritto di non ricordare.
F.L.: Ci sta, ora se mi consentono…
A.B.: Lei è un medico, è vero?
F.L.: Chi?
P.M.: Lo lasciamo finire?
Presidente: Viaaa, avvocato Bevacqua! Dottore si rivolga a noi, lei non guardi di là.
F.L.: Mi consenta, che io me lo ricordi… perché fu un evento un po’ straordinario… il nome del Pacciani che io allora conoscevo poco, come ebbi a dire anche l’altra volta… il nome del Pacciani e quest’evento, questo… diciamo… questo… ripeto, questo frangente mi rimase impresso, può essere rimasto impresso a me, io non facevo granchè…
Presidente: Naturale, naturale, lei aveva visto quella documentazione allegata, c’era evidentemente qualche cosa che ricordava i precedenti del Pacciani…
F.L.: Ecco, mi illuminò, mi, mi, mi…
Presidente: Lei ha detto, prima, che fu per quello che lei non volle rilasciargli il certificato.
F.L.: No non rilasciai certificazione, però mi consenta, io perchè… però Donati non si ricorda… Io non faccio…
Presidente: No, no va bene.
F.L.: Io ne ho fatte poche di certificazioni, lui ne ha fatte migliaia…
Presidente: lei se lo ricorda perché si appuntò l’attenzione per le caratteristiche…
F.L.: Così, perché mi saltò all’occhio…
A.B.: Questo dato non se lo ricordava prima, vero? Questa cosa? Il Donati prima non se lo ricordava…
Presidente: Gliel’ho detto io avvocato.
F.L.: Guardi, il signor Donati lo fa tutt’ora quel mestiere, io smisi di farlo…
A.B.: Lei com’è arrivato oggi qua all’improvviso?
P.M.: E’ stato citato.
A.B.: Anche oggi lui?
P.M.: Certo.
Presidente: Era citato.
A.B.: Ah, per oggi era citato?
Presidente: Certo. E’ arrivato forse in ritardo.
F.L.: Ero al mare ieri.
A.B.: Ah?
Presidente: Era al mare.
P.M.: Siamo veloci.
A.B.: Quello non lo metto in dubbio, noi siamo come le tartarughe.
P.M.: L’abbiamo portato subito.
Presidente: Va bene signori
F.L.: Avvocato mi permetta…
A.B.: No, no non voglio più sapere nulla da lei.
F.L.: No, no.
Presidente: Mi sembra sia chiarito…
– BRUSIO –
Presidente: Silenzio, si sta… Silenzio, fate silenzio, fate silenzio, fate silenzio, il teste ha risposto alle domande più che congruamente, nel senso che ha dato le risposte più complete possibile alla valutazione è la vostra, avvocato Fioravanti lei voleva fare una domanda al teste?
A.F.: Si una domanda semplicissima. Quando il Pacciani ha presentato i documenti per ottenere il nullaosta o quella certificazione, tra i documenti, che lei ricorda, c’era un certificato di riabilitazione della Corte di Appello di Firenze?
F.L.: Fu una scorsa…
A.F.: Ecco, se l’avesse guardato meglio quel certificato c’era e lei doveva dare il nullaosta.
Presidente: Va bene non gliel’ha dato, avvocato amen!
F.L.: Ad libitum?
Presidente: Dottore non risponda. Lei risponda alle domande che ammetto io.
F.L.: La prego…
Presidente: Questa è una considerazione fuori dal contesto di questo processo. Allora, volete ora sentire il Donati a confronto? Mi sembra assolutamente inutile.
P.M.: Assolutamente inutile, vorrei solo fare una domanda sempre per vedere se ho capito bene, per chiarire al massimo; il dottor Lotti ci diceva… gli è stato fatto precisare nei modi che sappiamo, se era l’80 e lui ci ha detto quello che ha potuto dire, però ci ha anche detto era un’epoca in cui io facevo l’ufficiale sanitario, lei ricorda, è in grado di ricordare in che epoca guardava quelle pratiche? Cioè in che epoca ha fatto l’ufficiale sanitario?
F.L.: Grosso modo dal ‘78/’77 fino grosso modo all’85.
P.M.: Ecco, il fatto che questa pratica la può aver vista nell’80 è perché le ricorda qualcosa o perché le è stato chiesto?
A.B.: La domanda, scusi, la domanda, mi perdoni.
P.M.: Come ricor… Cioè… Allora riproviamo, lei ricorda con esattezza, avendo un parametro di riferimento, l’epoca o l’anno in cui, aldilà di quello che le ha mostrato la SAM, l’anno in cui ha visto questa pratica del Pacciani o non ha nessun parametro quindi nella sua mente se non ci sono…
A.B.: La domanda! Scusi.
P.M.: Se ha un parametro… Avvocato mi lasci… Son stato zitto ne ha fatte mezz’ora!
Presidente: Avanti, avanti, avanti.
P.M.: Ne fo una sola!
A.B.: Un parametro. Lei ce l’ha un parametro?
P.M.: Allora! Ame…
A.B.: Ce l’ha o non ce l’ha un parametro?
P.M.: Ricorda, scusi, se in questi anni… Si e lo capisco dottor Lotti, io…
F.L.: No, no ma non mi rivolgo a lei.
P.M.: Lo so benissimo, vorrei ben vedere. La ringrazio, la ringrazio era quello che volevo dimostrare. Volevo vedere se era possibile, rinfrescando il suo ricordo…
F.L.: Si, si.
P.M.: In questa sua attività di ufficiale sanitario, che va grosso modo dal ’78 all’85, lei faceva queste pratiche come componente della commissione che ci ha detto…
F.L.: Il medico della commissione.
P.M.: Ne vedeva tante… non so, la settimana? Al mese? Come vi riunivate?
F.L.: Mah, in verità ero io diciamo il gerente… veniva la gente, gli facevamo vedere alcuni… come si dice? La vista, l’udito, queste cose qui e poi si faceva il certificato.
P.M.: Per la licenza…
F.L.: Per la patente.
P.M.: No io dico per la caccia.
F.L.: E grosso modo era lo stesso, a quei tempi era la stessa… non c’era…
P.M.: Quante ne facevate?
F.L.: Di caccia pochissime.
P.M.: Pochissime.
F.L.: Direi sulle dita di una mano, patenti si…
P.M.: Sulle dita di una mano in tutte e sette gli otto anni?
(…)
P.M.: Questa lettura di questi atti
F.L.: Mah, direi l’81, l’82…
P.M.: ‘81/’82 ma come mai? Perché lei faceva già questo lavoro da un po’ di tempo? Perché fu uno degli ultimi? Non lo so. Come mai lei la colloca nel tempo…
F.L.: Ma io… c’era una ragione che ora mi sfugge, per cui io pensai, ripensando spesso all’episodio, che… ecco dottore… mi pareva che fosse quell’età lì, dall’80 all’82, grossomodo.
P.M.: Bene grazie non ho altre domande.
A.B.: Scusi, lei pensa molto a questo episodio?
Presidente: Non ammetto questa domanda.
A.B.: Eh ha detto lui che pensa molto a questo episodio.
Presidente: Non ammetto questa domanda.
F.L.: Signor Presidente posso rispondere.
Presidente: No, no lei non risponde. Altro?
P.M.: Nessun’altra domanda grazie.
Presidente: Può andare, direi che il confronto, se siete d’accordo è del tutto superfluo.
A.B.: No, no niente.
Presidente: Può andare grazie dottore.
F.L.: La ringrazio.
Presidente: Buongiorno.
Presidente: Va bene, andiamo avanti, questo signore è?
P.M.: E’ il signor Bevilacqua Giuseppe.
Presidente: Si accomodi signor Bevilacqua prego, vuol dare le sue generalità per cortesia?
G.B.: Scusi non si sente bene, non s’è sentito, scusi.
Presidente: Vuol dare le sue generalità?
G.B.: Mi chiamo Bevilacqua Giuseppe, sono un americano, sono un funzionario di un governo straniero.
Presidente: Ah, ho capito, italo-americano immagino… di origine
G.B.: Grazie.
Presidente: Benissimo. Senta, dov’è nato?
G.B.: Io New Jersey che è in Stati Uniti, 1935, Totowa nel New Jersey.
Presidente: New Jersey.
G.B.: Si.
Presidente: New Jersey, Stati Uniti, 1935 e poi?
G.B.: Totowa nel New Jersey.
Presidente: Totowa nel New Jersey. Ripresa televisiva? Consente la ripresa televisiva?
G.B.: No.
Presidente: No e allora signori per favore… ecco, benissimo, basta abbassare… Senta vuole leggere per cortesia… mi son dimenticato di dirle… dove risiede? Dove abita attualmente?
G.B.: Io lavoro a Roma.
Presidente: Lei lavora a Roma. Bisogna che lo legga ad alta voce, scusi, mi ero dimenticato…
G.B.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia disposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Signor Bevilacqua vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero? E poi a quelle che gli faranno gli altri avvocati?
G.B.: Grazie.
P.M.: Signor Bevilacqua, lei ha detto lavora a Roma, può specificare la sua professione attuale? Dove lavora…
G.B.: Si, al tempo di questo…
P.M.: No, no attualmente.
G.B.: Ora?
P.M.: Si.
G.B.: Lavoro per l’ambasciata americana a Roma.
P.M.: Dove?
G.B.: Al cimitero di Anzio.
P.M.: Di Anzio. E nel 1985 dove lavorava?
G.B.: Al cimitero americano di Firenze.
P.M.: La località come si chiama?
G.B.: La località mezzo Impruneta e mezzo San Casciano.
P.M.: Al cimitero de I Falciani?
G.B.: Si.
P.M.: Lei ricorda… era a Firenze comunque… quando avvenne l’omicidio del 1985, del settembre, in località Scopeti, lo ricorda questo episodio?
G.B.: Si.
P.M.: La zona, il punto, scusi, dove avvenne l’omicidio lei successivamente l’ha vista? Le è stata indicata?
G.B.: Si.
P.M.: Ce l’ha presente?
G.B.: Si.
P.M.: La conosceva già quel punto?
G.B.: Si, passava spesso.
P.M.: Nei giorni precedenti all’omicidio che è stato scoperto il lunedì 10 di settembre dell’85, nei giorni precedenti lei era passato da quella zona?
G.B.: Due o tre giorno prima dell’omicidio, la tragedia, io andavo a San Casciano, facevo la ponte degli Scopeti e andava su, alla seconda curva ho visto la coppia francese, che c’era la ragazza appoggiata ad un albero in costume da bagno, prendeva il sole e l’uomo, il suo ragazzo, stava appoggiato in un sacco a pelo a terra.
P.M.: Lei ricorda quanti giorni prima della domenica?
G.B.: Preciso non si può dire ma sembra due tre giorni.
P.M.: Due, tre giorni. Lei ha detto anche che ha poi saputo qual è la zona dove i ragazzi furono trovati morti…
G.B.: Si.
P.M.: Questa, dove li ha visti lei, questa prima volta non è quella?
G.B.: No c’era 5/600 metri più avanti
P.M.: Se io le mostro una foto che è stata scattata grazie alla sua indicazione, lei vuol vedere se è questa la zona dove vide la prima volta la ragazza in costume da bagno?
G.B.: Si, va bene.
P.M.: Può vedere la foto.
Presidente: Si può girare.
P.M.: E’ alle sue spalle, leggiamo la didascalia, è una foto in atti in cui si dice: Via degli Scopeti, primo posto – la Polizia ha scritto – dove la coppia francese avrebbe montato la tenda per la prima volta. E’ una foto che è stata fatta su sua indicazione, dista 500 metri dal luogo dove è avvenuto il duplice omicidio. Ecco, vuol vedere se è questo il punto… vediamo se la vediamo un po’ meglio… dov’era la tenda… dov’era la ragazza perlomeno.
G.B.: La ragazza quando l’ho vista io era appoggiata all’albero più grande e prendeva il sole, era lì verso le nove e mezzo del mattino.
P.M.: Erano le nove e mezzo del mattino. Tende… vide anche la tenda dove era? O la macchina?
G.B.: La tenda sembrava avanti un po’ in la macchina stava di dietro che sembrava una Peugeot o un Golf. Vecchio, sembrava macchina vecchio.
P.M.: E lei vide la ragazza in quell’occasione?
G.B.: Si.
P.M.: E la notò questa ragazza?
G.B.: La notavo perché erta una ragazza molto carina aveva i capelli neri corti ed un costume da bagno, bikini, nero.
P.M.: Il ragazzo non lo vide?
G.B.: No lui non visto, ho visto una testa che era appoggiata ad un sacco a pelo…
P.M.: Nella tenda?
G.B.: Si.
P.M.: Dentro la tenda?
G.B.: Si.
P.M.: Era tutto nella zona indica… fra quei due alberi praticamente?
G.B.: Si, più o meno vicino all’albero a destra.
P.M.: Ecco, grazie. Vogliamo spengere…
Presidente: Che numero è questa foto?
P.M.: E’ la foto, chiedo scusa… numero due. Ecco, questo quindi è il primo luogo in cui lei vede questi ragazzi francesi, due o tre giorni prima del momento in cui furono rinvenuti i cadaveri e siamo alle nove e mezzo di mattina. Poi li ha visti ancora?
G.B.: Si l’ho visto un po’ più avanti, la seconda volta, più alto sulla strada, più vicino a San Andrea e c’era più o meno la cresta della salita… c’era forse due giorni dopo.
P.M.: Forse due giorni dopo. Quindi siamo… se prima era due o tre giorni… la prima volta sul giovedì, la seconda volta sul sabato… Una cosa…
G.B.: E’ possibile, giorni precisi non ricordo.
P.M.: No. Vogliamo mostrare la seconda foto? Se è questa la seconda volta dove ha visto i ragazzi. Vogliamo leggere la didascalia: Via degli Scopeti, punto tre di cui allo schizzo planimetrico – che il teste ha fatto e che poi mostrerò alla Corte – secondo posto scelto dalla coppia, la freccia indica la posizione. Vogliamo vedere? E’ questo il secondo posto?
G.B.: Si.
P.M.: Che poi è quello dove furono rinvenuti i cadaveri. Ecco, lei cosa vide quella mattina? La seconda volta?
G.B.: La seconda volta mi è rimasto un po’ impresso perché guardando loro… passare per la strada… tu vedevo… erano troppo scoperto… Si vedeva troppo dalla strada, macchine che passava di notte tu potevi vedere… loro non potevano dormire… qualcosa…
P.M.: Ecco, a lei è rimasto impresso che si erano accampati in un posto così scoperto.
G.B.: Si.
P.M.: E lei cosa vide questa seconda volta? E cos’era mattina di nuovo?
G.B.: Si, tutto non ricordo perché è un po’ di anni fa ma ricordi quello riguardo la tenda, ricordi la macchina che stava dietro la tenda.
P.M.: Persone ne vide? La ragazza e il ragazzo li vide?
G.B.: L’ho visti tutti e due quel giorno.
P.M.: Erano gli stessi…
G.B.: Gli stessi si.
P.M.: Sicuramente per lei erano gli stessi, la stessa auto e gli stessi ragazzi.
G.B.: Si.
P.M.: Questa seconda volta vide qualche altra cosa?
G.B.: No questo non ricordo, no. So che… ricordo la mattina, prima, dopo, che io passavo la strada andava a San Andrea…
P.M.: Cioè? San Andrea in direzione nord rispetto…
G.B.: Nord, andavo a nord passava da San Andrea, arrivato l’incrocio dopo San Andrea andava a destra per andare a Chiesanuova.
P.M.: Si.
G.B.: Due/trecento metri de l’incrocio c’è un campo aperto, mi fermai perché m’è rimasto sorpreso che ho visto uno in divisa, sembrava in divisa marroni, tipo forestale o ANAS, io lavorando là da anni conoscevo quasi tutti e m’è rimasto perché non conosceva questa persona. E mi fermai accanto alla strada, con mia macchina, lo guardava questa persona che aveva più o meno la diecina di metri da me, questa persona dopo che, penso che rese conto che io lo guardavo sceso e è andato via di quella zona là, è entrato più o meno in campo verso il bosco che è dietro San Andrea.
P.M.: Cioè… Mostriamo un attimo al teste la foto relativa al punto dove avrebbe visto questa persona secondo le indicazioni fornite alla polizia giudiziaria. Leggiamo la didascalia cortesemente: Insieme di via di Faltignano – io prego la Corte di tenere bene a mente da ora questa via Faltignano perché sarà oggetto di numerose testimonianze…–
Presidente: La foto numero 9 questa?
P.M.: Si, “Insieme di via Faltignano, la freccia A indica – secondo quello che ha raccontato il teste – il luogo ove fu visto
Presidente: E’ qui, diciamo…
P.M.: Qui… qui… chiedo scusa, non va letto così perché fu visto l’uomo… allora togliamo la didascalia per cortesia, no la didascalia soltanto, vediamo la foto senza la didascalia
Presidente: Vediamo solo la foto.
P.M.: Ah, perfetto, si, come non detto, non ricordavo che nella didascalia c’è scritto… Ecco, nel punto A c’era l’uomo?
G.B.: Si.
Avvocato Bevacqua: No, lei domanda chi c’era al punto A!
Presidente: Avvocato via
P.M.: A questo punto l’ho già letto purtroppo, quindi.
Presidente: C’era un uomo che sembrava in divisa da forestale.
P.M.: Bene…
Presidente: … o qualcosa del genere.
P.M.: Il punto B è la direzione in cui quest’uomo andò?
G.B.: Si.
P.M.: Ecco, lei ha detto ma forse ho capito male, che lei sa verso che direzione va questa strada?
A.B.: Glielo domandi.
P.M.: Lei lo sa o no?
A.B.: Perché se lei gli dice: il punto B è…
Presidente: Domandiamoglielo.
P.M.: Lei sa…
A.B.: Se gli dice il punto B è la direzione dove andava l’uomo gli ha già dato la risposta!
P.M.: Ma lì c’è, c’è la freccia
A.B.: Ma il punto B che cos’è?
Presidente: Ma signori miei, forza!
P.M.: Lo dica lei signor Bevilacqua.
G.B.: Posso risponde? Tu scende quella strada abbastanza, 4/500 metri e portavo in direzione dov’era lì la tenda di francesi.
P.M.: Ohoo, ha visto! Lei lo sa perché conosce quella strada.
G.B.: Io passavo dai quei boschi migliaia di volte.
P.M.: Eccoci, era più semplice di quello che pensassi. Senta una cosa, lei, questo uomo che ha descritto con questa casacca e ce l’ha descritto come persona che una volta guardato da lei si allontanò, così ci ha detto…
G.B.: Si.
P.M.: …ce lo sa descrivere meglio perché ha un ricordo o non ce lo sa descrivere meglio?
G.B.: No quelle che mi toccato che mi pensava che canosceva tutti li operai dell’ANAS e forestale perché noi lavoravamo molto insieme. Fermato perché è persona che non canoscevo.
P.M.: Con quella divisa le sembrava strano…
G.B.: Perché quella divisa sembrava o forestale o dell’ANAS. E quella era l’unica ragione che fermato.
P.M.: Ecco, lei ricorda le caratteristiche somatiche di questa persona o no?
G.B.: No, ricordi che mi toccava che mi stava a 10/15 metri, non so preciso, c’era il profilo del naso ed i capelli sopra.
P.M.: Era magro, era grosso?
G.B.: No era una persona più o meno robusto.
P.M.: Lei poi questa persona… le sono state mostrate delle foto di persone?
G.B.: Si
P.M.: Lei nelle foto che le sono state mostrate dalla Polizia ha creduto di riconoscere qualcuno?
G.B.: Si.
P.M.: Le è stata mostrata una foto in cui nella persona che riconosceva le è stato detto chi era?
G.B.: No io non sapevo chi era.
P.M.: Lei non sapeva. Lei ha riconosciuto una foto e non sapeva chi era.
G.B.: Foto solo.
P.M.: Oggi lei in quest’aula vede qualcuno che, sia pure con le sembianze di oggi, assomiglia a quella persona?
G.B.: Si.
P.M.: E chi è?
G.B.: Signore lì accanto all’avvocato.
P.M.: Come mai lei crede di riconoscere…
Presidente: Diamo atto che è Pacciani eh…
P.M.: Si senz’altro, accanto all’avvocato… O e l’avvocato Fioravanti…
A.B.: Agli avvocati, in mezzo agli avvocati.
Presidente: In mezzo agli avvocati.
P.M.: E ci vuole spiegare come mai lo riconosce come questa persona? Quali sono le caratteristiche somatiche che gli assomigliano?
G.B.: Il naso, i capelli dove c’è la faccenda sopra…
Presidente.: L’attaccatura?
G.B.: La stazzatura di qui davanti, si.
A.F.: Come lei pressappoco.
P.M.: Il busto insomma.
G.B.: Si.
P.M.: Non ho altre domande grazie.
Presidente: Avvocato Colao prego.
A.C.: Prego, lei ha fatto la descrizione molto accurata…
Presidente: Silenzio signori per favore!
A.C.: …si ricorda se la persona che lei ha visto, prima che si voltasse poi e l’ha osservata meglio di profilo, aveva un cappello anche?
G.B.: No, non teneva cappello.
A.C.: E vedendola si trovava davanti ad una persona abituata a stare all’aria aperta o no?
G.B.: Stava mezza a la strada, dopo è passato in campo.
A.C.: No, dico, il soggetto che lei vide era una persona che viveva all’aria aperta per colorito di viso?
G.B.: Si, si.
Presidente: Era colorito, insomma.
G.B.: Si, faccia un po’ rosso.
A.C.: Grazie non ho altre domande.
Presidente: Vi sono altre domande signori avvocati di parte civile? Nessuna. Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta da quanti anni lei è in Italia?
G.B.: 26 anni.
A.B.: Anche nel ’68 c’era in Italia?
G.B.: Si.
A.B.: Bene. Senta e dove stava in Italia?
G.B.: ’78?
A.B.: Ah.
G.B.: Cimitero americano
P.M.: ’78 o ’68?
A.B.: Settanto… non lo so, io ho detto ’68, l’ho buttato lì…
P.M.: Allora… chiediamo, forse ha capito male.
A.B.: Quanti anni è che è in Italia lei?
G.B.: Io quando arrivato prima 1964.
A.B.: ’64, sei, quattro.
G.B.: Sei, quattro ma io andato via d’Italia per lavoro 3/4 volte.
A.B.: ’64 lei è stato in Italia.
G.B.: Si.
A.B.: E in Toscana quante volte c’è stato?
G.B.: In tutto forse 22/23 anni.
A.B.: Bene, grazie e si è sempre occupato di bare, di morti, di cimiteri?
G.B.: No.
A.B.: Di che cosa?
G.B.: Lavoravo de Polizia criminale prima.
A.B.: Ah, Polizia criminale, quindi aveva anche delle pistole?
G.B.: Scusi?
A.B.: Aveva anche le pistole?
G.B.: No.
A.B.: Polizia criminale non ha pistole?
G.B.: Solo le mani.
A.B.: Solo le mani. Benissimo. Senta, ohooo, lei ha detto qualcosa di diverso quando fu interrogato, io glielo leggo e glielo contesto, bene?
G.B.: Si, dimmi.
A.B.: “Ho proseguito, sono giunto allo stop di via di Faltignano ed ho girato a destra in direzione di Chiesanuova, percorse alcune centinaia di metri” centinaia di metri, ora vedremo com’è “ove esiste una curva a sinistra e delle abitazioni sulla destra, da una stradina sterrata che si immette sulla strada che percorrevo sempre da destra ho visto una persona che veniva a piedi verso la mia direzione. Poteva avere sui 50 anni, di corporatura robusta, con incipiente calvizie…” sa che cos’è la calvizie?
G.B.: Mhmm.
A.B.: Ecco, “…capelli pettinati all’indietro, di colorito abbronzato sul rosso, come di persona abituata a stare all’aria che indossava un paio di pantaloni ed una camicia entrambi di color verde forestale” questo mi pare che collimi, “quello che mi ha colpito di più è stato appunto l’abbigliamento che ho ricollegato ad una guardia forestale o a un dipendente ANAS” va bene?
G.B.: Mhmm.
A.B.: Lei pensava che fosse o l’uno o l’altro. “Questi sentendosi osservato ha fatto un repentino dietro-front sparendo subito dopo.” Questo lei l’avrebbe visto nel 1985, lei fa riferimento alla persona che vide allora, cioè la bellezza di dieci anni fa, “con incipiente calvizie, capelli pettinati all’indietro, vestito verde” poi dice: “Si da atto che al teste viene mostrata la foto del Pacciani Pietro” va bene? Le mostrano la foto.
G.B.: Ma nessuno mi dette il nome del Pacciani.
A.B.: E qua lei lo firma…
G.B.: Si dopo che sono in strada due o tre foto insieme…
A.B.: Lei ha fatto il servizio criminale quindi è contigua al servizio criminale anche italiano, va bene? Vi capite benissimo, no? Li capisce? Vi capite? Voi…
G.B.: Si ma sembra che tu sta cambiando quello che ho detto.
P.M.: Sta dicendo che lei sta cambiando quello che lui ha detto.
A.B.: No, “Sono in grado di sapervi indicare i luoghi esatti…” tanto la produco questa…
G.B.: Si ma tu parlava del foto del Pacciani!
A.B.: Si da atto che al teste viene mostrata la foto del Pacciani Pietro, va bene?
G.B.: No mi è stata presentata tre o quattro foto…
A.B.: Ohoo e allora lei dice dopo: “Posso dire che la persona da me vista nel viottolo che ho precedentemente descritto aveva una certa somiglianza con la persona della foto, la fronte ed il naso mi ricordano qualcosa ma dato il tempo trascorso e la repentinità con cui l’uomo si è girato non mi consente di essere più preciso”. Ricorda di aver detto questo?
G.B.: Si.
A.B.: Benissimo, allora io gliel’ho contestato quindi lo produco, poi, poi lei fa un lungo giro con la Polizia, se lo ricorda?
G.B.: Si.
A.B.: Con la macchina, vero?
G.B.: Non era tanto lunga, solo sul luogo…
A.B.: Glielo dico io quant’è lunga; “Risaliti in macchina viene percorsa via degli Scopeti fino allo stop con via di Faltignano, si imbocca quest’ultima svoltando a destra, si percorrono alcune centinaia di metri, 600 metri” 600, sa quanti sono 600 metri? “…e sulla destra di detta via si notano delle abitazioni” eccetera, eccetera. “Il Bevilacqua indicando la strada sterrata prima dell’abitazione e che la fiancheggia dalla parte… dice – questo è il punto in cui ho visto venire verso la mia direzione l’uomo a piedi -“ cioè 600 metri distante da quel luogo dove stavano questi ragazzi.
G.B.: Certo centinaia di metri, non tenevo il metro avvocato.
A.B.: No ma avevano il contachilometri.
G.B.: No ma ognuno giudica con i suoi occhi.
A.B.: Comunque qui i signori verbalizzanti, i suoi amici italiani che fanno Polizia criminale, con lei a bordo…
G.B.: Non canosce nesciuno di criminali di qui
A.B.: No, no, suoi amici nel senso amici perché siamo tutti amore… amicizia…
Presidente: basta con le considerazioni!
A.B.: Va bene, i suoi amici hanno detto, scusi eh, abbia pazienza…
G.B.: Avvocato guardi ti giuri io non canoscio nisciuno.
A.B.: ma lo so ma io non ho mai detto che conosce qualcuno di questi.
G.B.: No ma tu stai mettendo…
Presidente: Va bene, va bene.
A.B.: Io mi chiamo Bevacqua come lei si chiama Bevilacqua, siamo tutti della stessa matrice non ci ubriachiamo mai o quasi… Geneticamente noi siamo… capito?
Presidente: Bene, facciamo la domanda.
A.B.: Allora, lei ha detto che ha visto questa persona e ha indicato questa persona, il luogo in cui l’avrebbe visto…
G.B.: Si.
A.B.: E dopo aver percorso diverse diecine o centinaia di metri con la macchina delle persone. Questo è, lo conferma?
G.B.: Si.
A.B.: Grazie, io produco la documentazione per le contestazioni.
P.M.: Non ho capito qual è il succo della contestazione, forse sono…
Presidente: Sulle fotografie, l’incipiente calvizie…
P.M.: Perfetto, perfetto.
A.B.: Perché l’ha conosciuto a malapena, una certa somiglianza, la fronte e il naso gli ricordano qualcosa.
P.M.: Perfetto.
Presidente: Vi sono altre domande?
P.M.: Si una ultima, signor Bevilacqua…
Presidente: Un attimo che vedo l’avvocato Fioravanti, voleva fare una domanda, prego avvocato.
A.F.: Prima di tutto Presidente vorrei rivedere tutte le foto dalla prima all’ultima, cioè dalla numero 2, perché è molto importante sapere di che epoca sono quelle foto, perché quelle sono foto diverse da quelle dell’epoca in cui l’ha vista lui. Dunque poi volevo capire, volevo sapere dal signor Bevilacqua, Beva… Bevilacqua si…
G.B.: Si.
A.F.: Mi scusi, volevo sapere se lei, pratico di cimiteri, ha visto quali sono le divise del cimitero di San Casciano, degli addetti del cimitero di San Casciano, che è vicino a Chiesanuova.
G.B.: Scusa, mi dice la domanda…
A.F.: Lei è pratico dell’ambiente cimiteriale…
G.B.: Si.
A.F.: Mi potrebbe dire, era vicino a San Casciano, di che colore e di che tipo sono le divise degli addetti al cimitero di San Casciano?
G.B.: Avvocato prima cosa il foto non è in colore…
A.F.: No, no, no non ci siamo capiti. Lei mi ha parlato che quell’uomo era in divisa, con una specie di divisa o ANAS o guardiaboschi, una divisa verde scuro, le divise degli addetti al cimitero di san Casciano, che ogni cimitero ha divise diverse…
G.B.: No, ma cosa vuoi sapere del cimitero?
A.F.: Voglio sapere se lei ha visto mai un becchino, un addetto al cimitero.
G.B.: Si io si.
A.F.: Ecco, quelli di San Casciano li ha mai visti lei?
G.B.: No.
A.F.: No. Allora ritorniamo alle foto…
Presidente: Avvocato, sono vestiti di verde?
A.F.: E sono vestiti di verde realmente.
P.M.: E ci mancherebbe!
Presidente: Ma il cimitero a che distanza è?
A.F.: E ci mancherebbe, io li ho visti.
Presidente: Avvocato, a che distanza è il cimitero?
A.F.: E’ vicino.
Presidente: E’ vicino.
A.F.: E’ vicino, è nel bivio tra Chiesanuova e San Casciano. Dunque, questa foto lei come la vede oggi era identica alla situazione dei luoghi di allora?
G.B.: Quello non lo so perché non ho visto oggi, avvocato.
A.F.: Ma lei le ha viste allora i luoghi!
G.B.: Si.
A.F.: Ecco, era identica a questo?
G.B.: Mah, forse questo è un po’ più cresciuto di quell’altra… un po’ più verdi, più natura, perché a settembre c’è meno piante che tu vedi…
A.F.: Ecco o meno verde di allora?
G.B.: Perché questo è bianco o nero e non può vedere che colore è!
A.F.: Si, si, no, no ma a parte il verde, il bianco e il nero ma ci sono più piante, più siepe o meno siepe di allora?
G.B.: No sembra passata sopra parecchio ora.
A.F.: Ecco, lei ha visto questo luogo passando dalla strada, venendo dal ponte all’inizio degli Scopeti in su, no?
G.B.: Si.
A.F.: Verso Sant’Andrea in Percussina, ecco, quando è passato lì lei… la strada è sotto no? Non è sopra…
G.B.: Si fa un po’ di salita…
A.F.: Ecco ma lei è sceso dalla macchina?
G.B.: Si ma io passavo a piedi tante migliaia di volte
A.F.: Si, no ma a me non mi interessano le migliaia a me mi interessano quei tre o quattro giorni prima dell’omicidio.
G.B.: Passare macchina
A.F.: In macchina?
G.B.: Si.
A.F.: E lei in macchina si è fermato su quel luogo?
G.B.: No ma voleva fermarsi.
A.F.: Ecco, lei ha visto una ragazza in bikini?
G.B.: Si io voleva fermare per la semplice ragione, per dire zona pericoloso, c’era problemi di omicidio e invece io non l’ho fatto e forse sbagliato.
A.F.: Problemi di omicidio c’erano eh? E quanti omicidi ci sono stati nella zona?
G.B.: Non lo so perché non ho seguito.
A.F.: Ah, non ha seguito.
G.B.: No, lo sapevo dei problemi perché c’era cartelli tutto lungo la strada che diceva zona del mostro e cose di quel genere, tanti cartelli.
A.F.: Senta signor Bevilacqua io volevo sapere una cosa, lei è passato in macchina e non si è fermato…
G.B.: No.
A.F.: La strada quanto è più bassa?
G.B.: La strada è un metro, un metro e mezzo più alto della strada d’asfalto che va da Scopeti a San Andrea.
A.F.: Ecco, un metro e mezzo…
G.B.: Più o meno e va a salire dov’era la tenda.
A.F.: E la piazzola, alla quale lei si riferisce, dov’è quell’albero bianco, più chiaro, la piazzola era libera nella visuale? Cioè lei la vedeva dalla strada? Un metro e mezzo più bassa?
G.B.: Si.
A.F.: A sedere sulla macchina?
G.B.: Si perché dopo si comincia a scendere.
A.F.: No, comincia a Sali…
G.B.: Resta così…
A.F.: La strada va in salita
G.B.: Si dopo scende.
A.F.: E la conosco benissimo. Ecco, quindi lei dentro la macchina, a sedere, su una strada un metro e mezzo più basso di quella…
G.B.: No, loro stavano un metro e mezzo più alto della strada.
A.F.: Un metro e mezzo più alto, ma che cosa c’era tra le piante che stavano sulla strada?
G.B.: C’era un po’ di pini, un po’ di piante…
A.F.: C’era una siepe per caso?
G.B.: Questi non ricordo, può essere ma non ricordo.
A.F.: Ecco, oggi non c’è.
G.B.: No, non credi che c’era neanche allora.
A.F.: Ma siccome il Pubblico Ministero ha le foto di allora, del giorno dell’omicidio, del giorno dopo, si può controllare. Lei dalla strada poteva o non poteva vedere quella piazzola?
G.B.: Vedeva dietro la macchina, la tenda.
A.F.: Ecco, chi l’ha interrogata a lei?
G.B.: Non lo so neanche il nome, non ricordo.
A.F.: No, no ma i nomi non mi interessano.
G.B.: Uno di Firenze…
A.F.: La Polizia o i Carabinieri? Uno, due, dieci?
G.B.: Credo la Polizia.
Presidente: Avvocato, avvocato, non si agiti!
A.F.: No, no, no io volevo sapere, volevo sapere…
P.M.: C’è scritto comunque eh…
A.F.: Ecco, la persona che lei ha visto e che a lei sembrava… perché lei non si è fermato prima a guardare la donna in bikini… si è fermato a guardare la donna, la ragazza in bikini?
G.B.: No.
A.F.: Non si è fermata.
G.B.: No.
A.F.: E ha visto anche il colore del bikini?
G.B.: Si.
A.F.: Ah, benissimo.
G.B.: Se tu ci hai un bikini bianco o un bikini nero è molto evidente.
A.F.: Un bikini nero, si vede bene…
G.B.: Anche io sono umano come voi.
Presidente: Il nero è uno dei colori che si vede meglio.
A.F.: Ed era una bella ragazza ha detto lei?
G.B.: Si, molto carina.
A.F.: Molto carina. Era la prima volta che la vedeva lei?
G.B.: No i giorni primi l’ho vista in prima posizione.
A.F.: I giorni prima l’ha vista…
Presidente: Nella prima..
G.B.: Perché loro stavano più basso della salita prima.
A.F.: Ah, ora erano più alti, l’ ha visti meglio.
G.B.: Si.
A.F.: Oh, senta una cosa, lei ha detto alla Polizia che altezza aveva quest’uomo che a lei sembrava uno dell’ANAS o della forestale?
G.B.: Credo più o meno alto come me.
A.F.: E lei quanto è alto?
G.B.: In americano 5.7 in italiano non lo so.
A.F.: Ma da un metro e mezzo in su? Diciamo un metro e mezzo più venti centimetri…
G.B.: Forse sono un metro e ottantadue/ottantatre, non lo so
A.F.: Un metro… quindi… alto come lei?
G.B.: Si.
A.F.: Un metro e ottantadue, la ringrazio.
A.B.: Mi ero dimenticato una cosa, che macchina ha lei?
G.B.: Io a quell’epoca tenevo una Lancia.
A.B.: La Lancia e prima?
G.B.: Prima della Lancia tenevo una 131.
A.B.: 131, quindi lei ha sempre avuto una macchina per…
G.B.: Si anche per mio lavoro avevo la macchina del lavoro, ecco.
A.B.: Senta, questa persona che lei ha visto, non aveva… a parte la calvizie, aveva baffi, barba?
G.B.: No, non…
A.B.: Ecco, le posso domandare se le hanno mostrato due fotografie? Se sono queste le fotografie? Che sono allegate a questo verbale suo?
P.M.: Vediamo di prendere le foto originali avvocato.
Presidente: Dunque, allora, avvocato, il teste si sieda per favore, si però… avvocato se lei non parla al microfono… Eh? Ce lo dica di là, ce lo dica di là poi magari glielo mostriamo. Piuttosto signor Bevilacqua mi vuol dire in misura americana quanto è alto lei? 5 piedi e 7 pollici?
G.B.: 5 e 7.
Presidente: 5 piedi e 7 pollici.
G.B.: Si, ma ricordi che io stavo a 8/10 metri da lui, mica tenevo il metro!
Presidente: Certamente.
G.B.: Non può essere preciso…
Presidente: Va bene, benissimo. Lei non è alto 1,82?
G.B.: …
Presidente: Va bene, non importa, proseguiamo.
A.F.: Ha detto quanto lui.
Presidente: E lui… i nostri calcoli… Ora vedremo meglio, dovrebbe essere alto sull’1,70 se è 5 piedi e 7 pollici o facciamo misurare pure lui domani dai periti
P.M.: Ci ha detto, tanto, che non…
A.F.: Facciamo la misura, se la differenza è 15 centimetri o 12…
A.B.: No Presidente io non ho domande soltanto…
P.M.: Io si Presidente
A.B.: Per le contestazioni produco quella…
Presidente: Benissimo vi sono contestazioni sulla produzione?
P.M.: No, per carità, per carità! Signor Bevilacqua io effettivamente non ho capito se lei poi ha fatto nella sua mente un passaggio ulteriore per riconoscere, come ci ha detto oggi, le sembianze della persona…
A.B.: La domanda, scusi.
P.M.: Ecco…
A.B.: La domanda.
P.M.: Volevo capire se dopo aver visto quelle foto lei ha visto il signor Pacciani da qualche parte e le è venuto in mente che potesse essere lui o da quelle foto non ha mai più visto…
G.B.: No l’avvocato presentato foto per far vedere che teneva i baffi, io non guardavo le persone, non ero innamorato di lui…
P.M.: Certo.
G.B.: Solo che ho visto la divisa e mi resi conto di quello…
P.M.: Ma come mai…
G.B.: Non è mica guardavo per fare un inchiesto?!?
P.M.: Certo, ma come mai oggi ci ha detto che assomiglia a Pacciani? Perché lo vede oggi o perché lo ha rivisto poi nel telegiornale, chiedo scusa…
G.B.: L’ho visto oggi perché telegiornale non guardo troppo perché io giro molto i miei lavori.
P.M.: Allora il signor Pacciani, quello che è in mezzo ai due avvocati, assomiglia alla persona…
G.B.: Si.
P.M.: …che lei vide?
G.B.: Si
P.M.: Per le caratteristiche che lei ci ha detto?
G.B.: Si.
P.M.: Bene grazie.
A.B.: Mi scusi Presidente, questa è una domanda nuova, credo di poter aver diritto a farla, ecco ma scusi lei ha detto che addirittura un suo cognato, ora non ci ho gli atti sotto gli occhi, avrebbe mostrato a lei una fotografia…
G.B.: No non è vero nulla.
A.B.: Sul giornale Il Messaggero.
G.B.: Non è vero nulla.
A.B.: Non è vero nulla, quindi lei ha detto cose diverse?
G.B.: No, tu l’hai detto avvocato io no.
A.B.: Ora glielo leggo eh? Un suo parente gli ha fatto vedere qualche fotografia?
G.B.: Ma chi mi lo ha fatto vedere?
A.B.: Ah?
G.B.: Chi lo fatto a me vedere questi foto?
A.B.: Sul giornale lei ha visto la foto del signor Pacciani?
G.B.: No.
A.B.: Ecco, com’è arrivato lei a dire…
G.B.: Io mia volontà, andato alla Polizia perché nisciuno mi è venuto a trovarmi al mio posto di lavoro, neanche uno…
A.B.: Ma è fuori zona…
G.B.: Io stavo la mattina, dopo io volevo parlare con Carabinieri…
P.M.: Ci vuole spiegare come mai? E cosa fece?
G.B.: Scusi?
P.M.: Ce lo vuole spiegare questo che sta dicendo? Lei volontariamente voleva parlare con i Carabinieri e cosa…
G.B.: Si perché la sera che sono stati ammazzati i francesi, io ci ho due cani da guardia, io a quell’epoca abitavo più o meno fra i cento metri sotto il luogo dove sono stati ammazzati, i miei due cani, uno è campione di difesa d’Italia, volevano saltare la rete che è quasi due metri e mezzo d’altezza e non li lasciava andare, perché li cani con i recchi forse sentiva i francese urlare e io osservava e metti i cani a catena perché teneva paura perché se attaccavano qualcuno. Dopo quando io ho sentito, la mattina, sulla radio in tutto della faccenda io volevo parlare con un poliziotto per spiegare che è possibile più o meno l’orario.
P.M.: E c’è andato dai Carabinieri?
G.B.: Si.
A.B.: Senta scusi, io forse qua leggo cose strane però lei ha detto questo, l’ha detto lei io non lo sapevo fino a che non l’ho letto e lei ha detto questo: “Dal ’74 al ’79 sono stato direttore del cimitero militare USA de I Falciani, per tale motivo ho avuto modo di ben conoscere la zona” eccetera, eccetera “In merito al duplice omicidio dei cittadini francesi, dopo che un mio cognato” vede che mi ricordo del cognato…
G.B.: Si ci ho sette o otto..
A.B.: “Il mio cognato mi ha portato in visione, a Nettuno, il quotidiano La Nazione che riportava appunto articoli del fatto e la foto di una persona raffigurante certo Pacciani Pietro, mi ricordo di questo.”
G.B.: Può essere possibile ma…
A.B.: No l’ha detto lei!
G.B.: Forse non rese conto, lei fatti tanti domande di quelle che sapevo…
A.B.: L’origine del suo racconto alla Polizia ha questa matrice
G.B.: C’è anche un po’ di tempo fa avvocato.
A.B.: Ohooo, quindi lei viene, così detto allertato, cioè viene spinto a dire alla Polizia che lei aveva visto una persona dopo che un suo cognato, l’ha detto lei…
G.B.: Si ma lui mi fa vedere quello tanto tempo dopo…
A.B.: No, non ci siamo capiti.
G.B.: No.
A.B.: O non ci vogliamo capire.
G.B.: No io non ti capito avvocato, scusi.
A.B.: No tu m’hai capito ma non ci vogliamo capire.
G.B.: Davvero non ti capito.
A.B.: Eheee te lo dico io che tu m’hai capito. Suo cognato le ha portato a lei… ha portato un documento a Nettuno, Nettuno sa dov’è? Vicino al mare, l’ha detto lei, va bene? “In visione a Nettuno”, Nettuno, sa dov’è Nettuno?
G.B.: Si.
A.B.: Ohooo, ci ha un cognato lei a Nettuno?
G.B.: No.
A.B.: Ce l’ha un cognato in Italia?
G.B.: Si.
A.B.: Ohoo, ha mai parlato con suo cognato di Pacciani?
G.B.: Veramente no ma quando lui viene di Firenze mi porta i giornali.
A.B.: Ohooo, quindi suo cognato è fiorentino?
G.B.: Forse lui mi ha fatto vedere i giornali.
A.B.: Ohoo ma no l’ha detto lei perché io non me lo invento, capisce?
G.B.: L’ho detto io là, l’ho detto, io ho firmato per quello, io l’ho detto.
A.B.: Allora io produco questo documento da cui risulta la sua… così…
G.B.: Ma è un giornale venduto a milioni… Non è che portava a posta per me, non è mica stata stampata per me. Io non vedo quello che tu vuoi arrivare avvocato.
A.B.: No, io voglio arrivare soltanto ad una cosa…
G.B.: E ce lo dici io l’ho letto.
A.B.: Che lei anche se non ha visto, secondo lei, il Pacciani alla televisione, ha visto le foto del Pacciani che le sono state mostrate da suo cognato…
G.B.: No state mostrate da quel signore là.
A.B.: Dopo.
G.B.: Uno di quelli lì.
A.B.: Dopo, dopo.
G.B.: Ma anche mio cognato ha portato il giornale e anche dopo, che lui viene a trovarmi una o due volte all’anno.
A.B.: Ma insomma avete parlato di questo…
G.B.: Non lo ricordo.
A.B.: Ah non lo ricorda, questa cosa non la ricorda, va be’ io ho prodotto il documento quindi mi pare che sia abbastanza importante, grazie.
P.M.: Un’ultimissima domanda, se è consentito, era quella che stavo facendo prima poi ci siamo un po’ interrotti, se io non ho capito male lei ha detto: io al momento dell’omicidio abitavo abbastanza vicino al luogo del fatto…
G.B.: Si.
P.M.: Ha parlato anche di metri?
G.B.: Tu fai un ligno diretto dove sono stati ammazzati i francesi a 3/400 metri.
P.M.: Lei in che via abitava?
G.B.: Non abitavo in un via, abitavo dietro cimitero.
P.M.: Ah, ecco. Senta una cosa, e lei ha detto, se non ho sempre capito male: i miei cani quella notte volevano…
G.B.: Si.
P.M.: Sentivano qualcosa?
G.B.: Si.
P.M.: Lei però non li sciolse?
G.B.: No perché i cani certe volte… un animale, una lepre, cinghiale…
P.M.: Sentivano qualcosa. E lei ha detto: io poi andai dai Carabinieri l’indomani?
G.B.: Ho chiesto: quando veniva uno parlar con me?
P.M.: E sono venuti?
G.B.: No, andato io.
P.M.: E’ andato lei. I Carabinieri di dove?
G.B.: Io ho chiesto Carabinieri del Nettuno per chiamare Firenze e dire quello lì di Firenze.
P.M.: E sono venuti dei Carabinieri da lei?
G.B.: No venuto io.
P.M.: E’ andato lei; si ricorda dove?
G.B.: A Borgo Ognissanto.
P.M.: E parlò con dei Carabinieri?
G.B.: Si.
P.M.: Quanti giorni dopo il fatto?
(…)
G.B.: Non lo so avrò messo dentro il verbale perché parlava de…
P.M.: E non ricorda se erano più di uno… erano un ufficiale? Era un sottufficiale?
G.B.: Era due/tre.
P.M.: Due o tre. Ricorda… lei conosce i gradi italiani? Lei sa…
G.B.: No, perché vestire civile.
P.M.: Ah ecco! Grazie, non ho altre domande.
A.B.: Su questa domanda che ha fatto il Pubblico Ministero… si ho quasi finito… senta, lei la sera sente questi cani che abbaiano, lei era dentro o fuori il cimitero?
G.B.: Dentro.
A.B.: Dentro il cimitero e la sera stessa se ne va a Nettuno?
G.B.: Scusi?
A.B.: La sera stessa se ne va a Nettuno lei?
G.B.: Non ti capisco.
A.B.: Lei ha detto che poi ha chiamato i Carabinieri di Nettuno
G.B.: Io andato via di Firenze nell’89.
A.B.: Ah quindi questa faccenda dei Carabinieri di Nettuno è dopo, nell’89?
G.B.: Si, si.
A.B.: Quattro anni dopo.
G.B.: Si.
A.B.: Quattro anni dopo, lì per lì non ricordava?
G.B.: Ho parlato due/tre volte prima ma non ho chiesto di fare un verbale scritto.
A.B.: Ecco scusi ma lei la giurisdizione territoriale, anche se voi avete la extraterritorialità perché… perché è degli Stati Uniti d’America quel terreno…
G.B.: Si.
A.B.: Lei se aveva bisogno di qualche cosa dove si rivolgeva? A quale stazione?
G.B.: I Carabinieri più vicino.
A.B.: Quali erano?
G.B.: San Casciano.
A.B.: Lei non è andato a San Casciano?
G.B.: Si, parlato con maresciallo là.
A.B.: Quando ha parlato?
G.B.: C’era pole dopo la faccenda.
A.B.: Però non ha messo a verbale nulla il maresciallo?
G.B.: Non credo.
A.B.: No, va bene, grazie. Quindi a Nettuno c’è andato nell’89?
G.B.: Si.
A.B.: Ecco scusi, nell’89 va a Nettuno, va bene?
G.B.: Si.
A.B.: Ecco e cosa dice ai Carabinieri di Nettuno? Perché dice qualcosa ai Carabinieri di Nettuno? Che cosa dice?
G.B.: Perché la faccenda veniva fuori dei francesi, nisciuno di mai…
A.B.: Che faccenda veniva fuori?
G.B.: Faccenda dell’omicidio di francesi, forse può esse utili quelli che sapevo.
A.B.: Certo ma venuto fuori questo omicidio dei francesi, veniva fuori anche il nome di qualche indagato? Di qualcuno che… Su cui…
G.B.: No, anche… Io ho parlato con i Carabinieri due/tre volte, loro detto che mi chiamavano a me.
A.B.: Ah.
G.B.: Invece io ho insistito per dire il mio.
A.B.: E lei, scusi, ai Carabinieri di Nettuno cosa doveva dire esattamente?
G.B.: Detto… C’era certi particolari che la faccenda dei francesi pensava importanti.
A.B.: E quali sarebbero questi particolari.
G.B.: Scusi?
A.B.: Quali erano questi particolari che secondo lei…
G.B.: Quelli che tu letto là.
A.B.: E anche dei cani?
G.B.: Si.
A.B.: Anche dei cani. E poi non l’hanno più sentita?
G.B.: No, i Carabinieri di Nettuno chiamati quelli di Firenze, loro sono chiamati me.
A.B.: Ah, questo succedeva nel ’90… ’91… ’92…
G.B.: ’90, penso ‘90/’91.
A.B.: Benissimo, grazie.
Avvocato Fioravanti: Presidente, avvocato Fioravanti vorrebbe fare qualche domanda.
Presidente: Possiamo anche farla. Forza signori, vediamo di essere però stringenti perché state domandando le stesse cose da un quarto d’ora.
A.F.: No io non domando le stesse cose Presidente perché ho… Signor Bevilacqua lei ha detto: “quando ho sentito la radio la mattina dopo”
G.B.: Si, preciso non ricordo ma l’ho sentito.
A.F.: la radio la mattina dopo?
G.B.: La radio, poteva essere giornale, qualche modo l’ho visto la faccenda.
A.F.: Ma lei alla sera…
G.B.: La strada era chiusa per andare a San Casciano.
A.F.: lei ha detto: “alla sera ho sentito i cani, li ho dovuti legare perché pensavo aggredissero qualcuno e la mattina dopo”
G.B.: Si.
A.F.: Queste testuali parole io l’ho segnate e poi saranno anche registrate “la mattina dopo ho sentito la radio” è… qui…
G.B.: Normalmente, la radio io metto ogni mattina alle sei e mezzo per sentire il giornale.
A.F.: Ecco e quella mattina…
G.B.: Perché io andavo a lavorare alle sei e mezzo la mattina, l’unica ragione… Andavo a prendere caffè e vedo che la strada per andare a ponte Scopeti in su era chiuso.
A.F.: Ecco ma lei la mattina dopo aver sentito i cani alla sera…
G.B.: No sentiti i cani dalle 11 alle 2 del mattina.
A.F.: Ecco e la mattina ha sentito la radio con il fatto?
G.B.: Poteva esse mattina, poteva esse un po’ più tardi perché non guarda orologio ogni volta…
A.F.: Del giorno 9?
G.B.: Poteva essere, i giorni non ricordo.
A.F.: La mattina dopo che ha sentito i cani?
G.B.: Sempre la mattina dopo.
A.F.: La ringrazio.
Avvocato Santoni: Una domanda Presidente.
Presidente: Avvocato Santoni.
A.S..: Un chiarimento, lei ha detto di aver sentito i cani… vorrei sapere esattamente quando ha sentito i cani rispetto a quando ha visto la persona camminare nel viottolo, va bene? E quando ha avuto la notizia dalla radio o dal giornale che sia, se lo può ubicare un po’ esattamente. Cioè, lei la notizia l’ha sentita quando? Lunedì? Martedì? I cani…
G.B.: Non ricordi i giorni.
A.S.: Però i cani hanno abbaiato in un giorno diverso…
G.B.: A lungo, molto cattivamente, è una cani da guardia addestrata.
A.S.: Lei non riesce a differenziare se i cani hanno abbaiato lo stesso giorno in cui ha visto questa persona…
G.B.: No, sono andato a l’angolo della rete in direzione dove sono stati trovati i francesi.
A.S.: Ma era lo stesso giorno che lei ha visto quella persona?
G.B.: Era la notte prima, la sera prima, la sera del delitto.
A.S.: Il problema è la sera del delitto quand’è.
G.B.: Non ricorda ma è la sera del delitto.
A.S.: No, è la sera prima che ha sentito la notizia alla radio?
G.B.: Si.
A.S.: Che lei ha sentito…
G.B.: Si la sera prima
A.S.: Questo è importante, non dica la sera del giorno del delitto perché ci posso… ci potrebbero essere dei problemi. Io voglio sapere questo..
A.B.: Lei deve fare delle domande i problemi ce li vediamo dopo.
A.S.: me li vedo anch’io se permette.
Presidente: Andiamo avanti! Ma vi rendete conto di quale importanza abbia la circostanza dei cani?
A.S.: Non sei l’unico attento a risolvere i problemi.
Presidente: I quali possono abbaiare anche alla luna! Oppure perché un riccio gli attraversa la strada? Che noi è mezz’ora che stiamo parlando di questi cani? Avanti.
A.S.: Comunque concludendo, lei ha sentito quei cani abbaiare in maniera sospetta…
G.B.: Si.
A.S.: …il giorno prima della notizia della radio?
G.B.: Si.
A.S.: Grazie.
Presidente: Dunque, signori ora basta eh?
G.B.: Signor Presidente io…
Presidente: Faccio una domanda io
Avvocato Colao: Una domanda molto breve, Presidente, sull’altezza, sull’altezza.
Presidente: Sull’altezza, dunque caro Pacciani perché non viene qui?
A.C.: Prego, no, dico…
Presidente: Avvocato non l’autorizzo a fare domande. Pacciani le dispiace venire qui, se crede? Accompagnatelo qui sull’emiciclo. Signor Bevilacqua si vuole alzare per piacere? Se crede eh? Non è mica obbligato.
A.F.: No, no, ci viene.
A.B.: Si assomigliano pure Presidente.
Presidente: Un po’ effettivamente.
A.B.: Molto Presidente!
Presidente: Allora… Il testimone non deve essere ripreso eh! Quindi attenzione! Allora, vediamoci un pochino. Il Pacciani è più basso, mettetevi davanti per favore, no, no, non colloqui Pacciani, non colloqui, lei non parli con l’imputato, mettetevi ad una certa distanza, ecco, allora vediamo, visibilmente… più vicini per cortesia, mi pare che sia più alto e che certamente un 5 cm… Più alto di un palmo si. Il testimone è più alto di un palmo…
A.B.: Bene, si assomigliano molto!
Presidente: Bene.
P.M.: Possiamo sentire anche noi cosa dice… Presidente possiamo sent…
Presidente: Quindi lei… No mi stava dicendo una cosa il teste. Ecco, lo dica pure al microfono.
G.B.: Personalmente l’avvocato… che non conosce neanche tuo nome… e tu potevi vedere la differenza, dieci metri, dell’altezza di lui e me? Tu dicevi più o meno, come ho detti io.
Presidente: Più o meno.
G.B.: E tu non fai vestiti, tu non sei uno che fai vestiti o roba da portare…
A.B.: No, no vestiti voglio da fare.
A.F.: Gliel’hanno fatto il vestito!
Presidente: Silenzio, silenzio, silenzio, il teste ha detto, l’indicazione mia era naturalmente “più o meno”.
P.M.: Più o meno a un’altezza come me.
Presidente: D’accordo, senta piuttosto signor Bevilacqua, signori silenzio, una cosa, lei parla di quel tipo che lei ha visto vestito di verde come uno che aveva, tra l’altro, una incipiente calvizie…
G.B.: Si.
Presidente: Ecco ci vuol dire…
G.B.: No sembrava più una giacca.
Presidente: Prego?
G.B.: Una giacca ulive tipo…
Presidente: No ma a proposito di questa incipiente calvizie, cioè com’era lui come capelli? Come me per esempio?
G.B.: I capelli?
Presidente: Si, oppure li aveva più folti?
G.B.: Uguale ma un po’ più di capelli forse.
Presidente: Aveva più capelli.
G.B.: Qui forse un po’ di più.
Presidente: Più di capelli.
G.B.: Ma naso tu dello stesso.
Presidente: Quindi lei vedendo Pacciani si convince
A.B.: No, il naso è lo stesso.
Presidente: Il naso? No ha indicato anche l’attaccatura dei capelli
P.M.: Facciamoglielo dire al teste invece di voler noi trovare differenze e somiglianze.
Presidente: Tanto per intendersi, allora, lei ha Pacciani qui davanti, ora lei deve essere rigoroso e obbiettivo al massimo grado. Lei guardi Pacciani, ha sempre avuto una capigliatura
G.B.: Sembra lui.
Presidente: Mi sembra lui.
A.B.: Va bene.
Presidente: Non è calvo il…
G.B.: Scusi?
Presidente: Il Pacciani non è che è affetto da calvizie ha l’attaccatura un po’ alta.
A.B.: Ora.
Presidente: Ora…
A.C.: Presidente io penso che lui non capisce
G.B.: No sono un po’ sordo, scusi.
A.F.: Ahaaaa… Ahaaaa…
A.B.: Ci sono delle fotografie ben precise in cui il teste dice di avere… ricorda… le fotografie che ho prodotto io, che poteva assomigliare soltanto dal naso e basta, perché le fotografie di allora, che vedevano il signor Pacciani pieno di capelli, non glielo ricordavano, addirittura soltanto il naso gli ricordava.
Presidente: Va be’…
A.B.: Ora ricorda tutto.
A.F.: E’ scritto agli atti.
G.B.: Può sembrare…
Presidente: Ci sono altre domande?
P.M.: Nessuna Presidente.
Presidente: Avvocato Colao.
A.C.: Mi scusi, sull’altezza io voglio chiedere questo, dunque lei ha detto che ha osservato bene l’uomo che usciva dal viottolo…
G.B.: Si.
A.C.: Bene e si ricorda se rallentò anche la velocità per osservarlo meglio? Della macchina…
G.B.: Scusi?
A.C.: Se rallentò…
G.B.: Io con la macchina?
A.C.: Si.
G.B.: Io fermato con la macchina.
A.C.: Ah si è fermato.
Presidente: Si era fermato avvocato.
A.C.: Allora scusi.
G.B.: Perché pensavo che conoscevo uno di guardia.
A.C.: Ok, diciamo, rispetto al piano dov’era lei con la macchina, rispetto al viottolo, il viottolo era più basso o più alto?
G.B.: Era più basso perché la strada andava così.
A.C.: Ecco, quindi lei apprezzò l’altezza da queste due posizioni…
G.B.: Io non ho mica cercavo a lui… preciso, preciso…
Presidente: Il metro non ce l’aveva, questo l’ha già detto. Basta così, il teste può andare, grazie buongiorno signor Bevilacqua, arrivederla.
P.M.: Presidente cinque minuti.
Presidente: Va bene.
P.M.: Grazie.
Presidente: Sospendiamo dieci minuti.
P.M.: Dieci minuti, grazie.
Presidente: Bene, signori ci siamo? Ci siamo tutti? Perfetto. Allora possiamo proseguire, signor Pubblico Ministero chi abbiamo?
P.M.: Sentiamo Iacovacci Edoardo, Presidente.
Presidente: Iacovacci Edoardo. Buongiorno, si accomodi signor Iacovacci Antonio, per favore i testi voltati verso di me, quindi verso di noi, diciamo, si, senta consente le riprese televisive?
E.I.: No.
Presidente: No, benissimo, allora anche qui sapete come regolare gli obbiettivi. Per cortesia le sue generalità complete.
E.I.: Iacovacci Edoardo, xx.xx.xx, Amaseno, Frosinone
Presidente: Residente?
E.I.: Firenze, Via Xxxxx Xxxxxx, 39.
Presidente Via Xxxxx Xxxxxx, 39; vuol leggere quella formula per cortesia?
E.I.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e non nascondere nulla di quanto a mia conoscenza.
Presidente: Benissimo vuole cortesemente rispondere alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Signor Iacovacci vuole spiegare alla Corte qual è la sua professione?
E.I.: Sono un poliziotto;
P.M.: Dove lavora ora?
E.I.: Attualmente all’ospedale militare.
P.M.: Prima dell’ospedale militare dove lavorava?
E.I.: Ho fatto servizio per undici anni all’ufficio Digos di Firenze.
P.M.: Ci vuol dire in che anni? Da quando a quando?
E.I.: Dal 1980 al 1991.
P.M.: In questo lasso di tempo ha mai fatto parte della squadra costituita appositamente per le indagini sul mostro?
E.I.: No.
P.M.: Lei mai. Lei però ha steso, le chiedo se è vero, una relazione in data 10 settembre ’85, diretta ai suoi superiori, è vero?
E.I.: Si questo è vero.
P.M.: Lei fece una relazione il 10 settembre ’85 ai suoi superiori della Digos?
E.I.: Si al dirigente, indirizzata al dirigente e per conoscenza all’allora dirigente della squadra mobile.
P.M.: E come mai? Cosa aveva visto? Cosa era successo? Cosa la indusse a scrivere questa relazione?
1.03.10
E.I.: Mi indusse l’omicidio… il duplice omicidio che era avvenuto agli Scopeti.
P.M.: Perché lei aveva visto qualcosa?
E.I.: Si ero stato lì la mattina, il sabato mattina, quindi essendo 10 che era martedì… lunedì 9, domenica 8, il 7, sabato mattina, sabato sette settembre verso le 10 e mezzo, credo…
P.M.: Cosa aveva fatto verso le 10 e mezzo?
E.I.: Verso le 10 e mezza stavo andando a San Casciano.
P.M.: Come?
E.I.: Con la mia macchina.
P.M.: Era solo?
E.I.: Si ero solo in macchina.
P.M.: Andava a San Casciano per motivi del suo servizio?
E.I.: No andavo a San Casciano per motivi personali.
P.M.: Quindi era libero dal servizio?
E.I.: Certo, si.
P.M.: Andava da qualcuno a San Casciano che non aveva niente a che fare con la sua attività?
E.I.: Si.
P.M.: Cose private?
E.I.: Si cose private.
P.M.: E cosa successe?
E.I.: Successe che siccome era molto presto anziché prendere la superstrada ho preso la via degli Scopeti…
P.M.: Che lei conosceva già?
E.I.: Si l’ho fatta altre volte perché…
P.M.: Sempre per questi motivi privati?
E.I.: Sempre per motivi privati, si mi piace la periferia di Firenze.
P.M.: Si e cosa avvenne?
E.I.: Mi sono fermato in questo piazzaletto, aiuola, non so come chiamarla per soddisfare un bisogno personale…
P.M.: Quale piazzaletto? Ci vuol dire quale?
E.I.: Un piazzaletto dove era posteggiata una Golf e davanti alla Golf era installata una tenda che era chiusa e probabilmente aveva delle persone dentro.
P.M.: Prego, vada avanti col racconto.
E.I.: Sicchè quando sono arrivato sul piazzaletto che è situato al di sopra della strada, bisogna… per arrivarci bisogna prendere un ciottolino sulla destra…
P.M.: Posso mostrare una foto aerea che da l’idea, Presidente, del luogo alla perfezione?
A.B.: Magari dopo!
P.M.: Si, ci sta parlando del piazzaletto, una via rialzata, così facciamo prima, perché poi ci indica qualcosa… E’ una foto presa dall’aereo, vediamo se… Ovviamente non so… non è fatta il giorno dopo l’omicidio, assolutamente, vuol vedere se le ricorda la zona o vista così non le dice niente?
E.I.: Sì il piazzaletto è quello lì.
P.M.: Prego, vada avanti col racconto così poi se le serve per indicare qualcosa lì c’è quella immagine vista dall’alto.
E.I.: Si in effetti il piazzale non è completamente aperto ma è diviso da un… da degli arbusti che sono bassi, non sono alti….
P.M.: Lei si fermò in quel piazzaletto lì?
E.I.: No ho fatto manovra e sono tornato giù.
P.M.: Ecco, vuole indicare allora lei dove si è… come si è posizionato? Ha fatto manovra con la macchina se non capisco male?
E.I.: Si ho fatto manovra con la macchina davanti la tenda e l’altra macchina che era posteggiata in fondo…
P.M.: Dove… Grosso modo dove si vede una macchina ora?
E.I.: È perfetto, si.
P.M.: Ecco, non è stata presa il giorno…
Presidente: Va bene, abbiamo capito.
P.M.: È successiva. Bene, lei ha fatto manovra lì dov’è quella macchina e poi?
E.I.: Si dov’è quella macchina e sono ritornato in giù verso la discesa.
P.M.: Dove c’è… sembra una persona lì?
E.I.: Si mi sono posteggiato in questo punto da quest’altra parte della strada, non sulla destra…
P.M.: Rispetto dov’è la persona dove si è posteggiato?
E.I.: Da quest’altro punto.
P.M.: Bene.
E.I.: Un pochino più in giù, si, all’incirca lì.
P.M.: C’è anche… sembra un po’ più un’apertura…
Presidente: Ecco, rispetto a quella persona però un po’ più verso la strada sulla sinistra.
P.M.: Dov’è ora la penna?
E.I.: Si…
P.M.: Grosso modo.
E.I.: Grosso modo lì si.
P.M.: Bene.
Presidente: A una ventina di metri dalla strada carrozzabile.
E.I.: Si
P.M.: E poi?
E.I.: E lì mi sono fermato a leggere il giornale perché ho visto che era ancora molto presto per andare a trovare questa persona che conosco.
P.M.: Lei aveva un appuntamento a San Casciano?
E.I.: No non avevo un appuntamento…
P.M.: Voleva andarlo a trovare.
E.I.: Volevo andarlo a trovare.
P.M.: Come mai era molto presto?
Presidente: Che ore erano?
E.I.: Avevo fatto già quella strada, ho detto prima, perché ero in anticipo, era molto presto perché volevo arrivare verso mezzogiorno…
P.M.: Oh ecco, benissimo.
E.I.: Mi sono fermato lì e mi sono messo a leggere il giornale e nel frattempo che io sostavo lì è sopraggiunta una macchina, una Lancia Delta di colore bianco, mi sembra di ricordare, con un ragazzo e una ragazza, anche loro sono andati sul piazzaletto e probabilmente sono riscesi perché hanno visto, anche loro, l’altra macchina che era lì parcheggiata.
P.M.: E se ne sono andati?
E.I.: E se ne sono andati via. Dopo poco arriva… sento arrivare un motorino che veniva da San Casciano in direzione Tavarnuzze/Firenze…
P.M.: Cioè? Vuole indicare su quella strada che direzione…
E.I.: Da destra…
P.M.: Allarghiamola, allarghiamola la foto, grazie, più larga, grazie.
E.I.: Dal lato destro andava verso sinistra.
P.M.: Bene.
E.I.: Sì
P.M.: Il destro è San Casciano, sinistro è Firenze.
E.I.: Si.
Presidente: Andava in discesa.
E.I.: Andava in salita perché è proprio sul dosso l’inizio della stradetta…
Presidente: Andava verso dove?
E.I.: In giù, verso Firenze, Tavarnuzze.
P.M.: In quel punto lì c’è un piccolo dosso.
Presidente: Ho capito.
P.M.: E c’era questo motorino?
E.I.: Si, procedeva lentamente con una persona sopra e andava molto piano questo motorino e si guardava intorno questo individuo che era sui cinquant’anni, m’è sembrato di notare, sicchè quando è arrivato vicino al dosso che mi ha notato lì fermo, si è fermato e dal lato destro della strada che procedeva ha accostato il motorino verso sinistra all’inizio del vialotto e qui ha appoggiato il motorino vicino un albero e si è inoltrato nei cespugli.
P.M.: Può mostrarci grosso modo il punto dove ha fermato questo motorino?
E.I.: Un pochino più avanti ancora sulla sinistra
Presidente: Cioè dove cominciano i filari dei cipressi?
E.I.: Si.
Presidente: Al limitare della strada asfaltata?
E.I.: Prima dell’ingresso, si, del vialetto.
Presidente: Prima dell’ingresso del vialetto.
P.M.: Bene.
E.I.: Il motorino è rimasto… cioè… davanti ai miei occhi, quindi lo vedevo bene.
P.M.: Bene, poi?
E.I.: Si è inoltrato nella boscaglia…
P.M.: Questa boscaglia che vediamo qui?
E.I.: Si, in basso.
P.M.: Questa?
E.I.: Si all’incirca credo che abbia fatto quel percorso che mi ha indicato.
P.M.: Lei l’ha visto che percorreva la boscaglia?
E.I.: Si l’ho sentito… lo sentivo camminare.
P.M.: Bene.
E.I.: Lo sentivo muoversi non mi ha dato l’idea che era uno che aveva bisogno di soddisfare un bisogno fisico.
P.M.: Va bene.
E.I.: Perché innanzitutto non si sarebbe fermato dinanzi a me che c’era molto spazio e si è inoltrato… mi ha dato piuttosto l’idea che cercasse forse un mia compagna… probabile che fosse all’interno del cespuglio…
P.M.: Di una?
E.I.: Di una mia probabile compagna…
P.M.: Se c’era una coppia e era uscita un attimo…
E.I.: Mi ha dato quest’idea. Che fosse un guardone.
P.M.: Una sua impressione, vada avanti con cosa è successo.
E.I.: Mi ha dato questa impressione perché ha camminato per più di un quarto d’ora…
P.M.: Intorno a lei?
E.I.: Intorno a lei, nei dintorni…
P.M.: No a lei dico… Cosa ha fatto?
E.I.: All’interno sempre… non era visibile da me. Io sentivo il muoversi.
P.M.: Poi cosa ha fatto?
E.I.: Ehee l’ho sentito che arrivava quasi all’altezza del piazzaletto…
P.M.: Dov’era la tenda e la macchina.
E.I.: Dov’era la tenda e la macchina.
P.M.: L’ha visto?
E.I.: No non l’ho visto uscire fuori dalla boscaglia ma lo sentivo perché è una persona che mi ha infastidito in quanto era lì vicino a me, insomma…
P.M.: E cosa ha fatto quand’era al piazzaletto? O all’altezza del piazzaletto?
E.I.: All’altezza del piazzaletto è tornato indietro.
P.M.: È stato lì o se n’è venuto via subito?
E.I.: No, camminava molto lentamente, si muoveva molto lentamente, cioè, il tratto è breve quindi ci ha impiegato un quarto d’ora, penso, all’incirca.
P.M.: Quindi andava molto lento. Nel piazzaletto, scusi, non credo di aver capito, c’era qualcuno?
E.I.: Penso che all’interno della coppia (della tenda n.d.r.) ci fossero i due stranieri.
P.M.: All’interno della tenda.
E.I.: Della tenda si, ci fossero… ci fosse la coppia.
P.M.: Perché lei aveva sentito dei rumori? Come mai lo pensa?
E.I.: Lo penso perché c’era la tenda chiusa, c’erano, credo delle scarpe fuori o qualcosa…
P.M.: Bene, bene, benissimo, poi?
E.I.: E poi dopo che questo signore è tornato fuori ha ripreso il motorino e ha ripreso la strada, questa volta, da dove proveniva cioè verso San Casciano.
P.M.: È tornato nella stessa direzione…
E.I.: È tornato nella stessa direzione da dove venisse.
P.M.: Senta, di questo motorino ricorda qualcosa?
E.I.: Si era un motorino celeste…
P.M.: Di quelli senza targa?
E.I.: Di quelli senza targa che io nella relazione ho scritto fosse un Gilera però non è che…
P.M.: Come mai scrisse Gilera?
E.I.: Perché avevo visto dei motorini uguali che erano lì in Questura, sequestrati credo, che avevano all’incirca la stessa forma.
P.M.: Erano di marca Gilera…
E.I.: Io non… si qualcuno marca Gilera, forse Beta ma non è che li ho guardati molto… cioè che ci ho fatto molto caso e che me ne intenda di marche di motorini…
P.M.: Ricorda se aveva un particolare tipo di serbatoio?
E.I.: Si aveva questo serbatoio che va dal manubrio ai pedali del motorino, una forma a goccia…
P.M.: Ricorda se aveva un colore che a lei è rimasto impresso?
E.I.: Celeste.
P.M.: Senta una cosa e la persona ebbe modo, lei ci ha detto le sembrò uno di 50 anni, ebbe modo di vederlo meglio o entrò subito nella boscaglia e non…
E.I.: No, no l’ho visto bene perché ci siamo anche guardati prima che lui entrasse nella boscaglia.
P.M.: Può descrivercelo meglio come lo vide allora o ha difficoltà nel ricordo?
E.I.: No me lo ricordo abbastanza perché lo guardato anche perché credevo fosse una persona di mia conoscenza in quanto somigliava a due persone che io conosco.
P.M.: Allora data questa somiglianza ce la può raccontare la fisionomia?
E.I.: La fisionomia è di un uomo… altezza 1 e 70, mi sembra, capelli brizzolati pettinati all’indietro e quello che ho notato lui aveva una camicia chiara a quadroni… a quadrettini, un pantalone blu mi ricordo e aveva questo stomaco prominente e della gambe abbastanza torte che si notavano, sono le cose che mi sono rimaste più impresse.
P.M.: Un po’ arcuate?
E.I.: Si arcuate.
P.M.: Torte verso l’esterno.
E.I.: Si.
P.M.: Le è stata mostrata poi qualche fotografia dalla Polizia, sia di motorini che di… dai suoi colleghi a questo punto…
E.I.: Si dai miei colleghi mi è stata mostrata quando appunto parlai col fatto con l’ispettore…
P.M.: Gliene parlò lei? Perché lei di questa relazione non ha mai più saputo niente…
E.I.: No non ne ho mai saputo nulla.
P.M.: E poi ne ha parlato, diceva, con l’ispettore chi?
E.I.: Con l’ispettore Lamperi.
P.M.: Quando e come mai si è fatto avanti lei…
E.I.: Nell’ottobre/novembre scorso è capitato che facevo un corso di aggiornamento e abbiamo parlato anche di questi omicidi.
P.M.: E della relazione che lei aveva fatto.
E.I.: E della relazione che io avevo fatto e l’ispettore mi ha detto che non ne sapeva nulla e che siamo scesi a cercarla e non l’ha mai trovata, mi ha mostrato una foto di questo signore…
P.M.: Di quale signore?
E.I.: Di questo signore che avevo visto e che… il signor Pacciani mi ha mostrato.
P.M.: Una foto del signor Pacciani le ha mostrato e lei cosa gli ha detto all’ispettore Lamperi?
E.I.: E io gli ho detto che l’uomo assomigliava a questo signore, mi ha mostrato una foto in cui questo signor Pacciani è circondato da altre persone, credo una festa.
P.M.: È la foto della festa dell’uva dell’83. Quindi una foto di una diecina d’anni fa.
E.I.: Si.
P.M.: E lei ha detto all’ispettore Lamperi: come fisionomia assomiglia a quello che vidi io
E.I.: Si
P.M.: Non ho altre domande, grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile? Signori avvocati della difesa?
A.B.: Senta, lei è ancora in servizio vero?
E.I.: Si.
A.B.: Ha visto questa persona che entrava nel bosco che camminava molto lentamente…
E.I.: Si, si girava nel bosco come se cercasse qualcosa o qualcuno…
A.B.: Qualcosa anche per terra?
E.I.: No per terra no di sicuro.
A.B.: Perché l’ha visto che non guardava per terra?
E.I.: No non l’ho visto…
A.B.: E allora perché no? Quindi poteva essere anche un cercatore di funghi per esempio?
E.I.: Non mi ha dato quest’idea.
A.B.: Perché?
E.I.: Perché essendoci io lì e essendo un posto frequentato da coppiette credo…
A.B.: E che vuol dire? Perché i funghi non possono nascere vicino a dove ci sono le coppiette?
E.I.: Certamente avvocato.
A.B.: Siccome era un periodo di funghi… Era un periodo dove c’erano esattamente delle… un particolare tipo di arbusti, di alberi e là era il periodo in cui si potevano anche cercare e trovare i funghi, è possibile questo?
E.I.: Questo è possibile se mi ricordo non mi sembra che fosse già iniziata la stagione delle piogge però…
A.B.: La stagione era finita.
Presidente: Aveva in mano panieri? Borse? Qualchecosa?
E.I.: No, non aveva in mano nulla.
A.B.: Presidente si può andare a funghi… ci vado anch’io anche con una… anche se non è previsto…
Presidente: Lei è in contravvenzione allora, è un’autodenuncia.
A.B.: Si può andare, ancora non è incominciata… ma la stagione dei funghi non è ancora incominciata!
Presidente: Lei è in contravvenzione
A.B.: Sarei stato in contravvenzione ma io vado col paniere ma ci sono alcuni che vanno anche con la busta di plastica, vanno, vedono, se c’è qualche cosa lo mettono dentro. Ohoo, aldilà del fungo lei ha detto alcune cose che leggermente sono un po’ diverse da quello che lei ha detto oggi. Perché innanzitutto non ha parlato di persona claudicante con le gambe così, quindi si adatta alla posizione del signor Pacciani oggi questo suo ricordo…
P.M.: Ha detto claudicante? Io non ho sentito…
A.B.: No claudicante…
P.M.: Ah ecco, no, no allora non facciamo domande… perché il signore non ha detto claudicante!
A.B.: Cos’ha detto prima scusi? Eh?
E.I.: Che ciò che mi è rimasto impresso è che aveva le gambe
A.B.: Però non l’ha… però gli è rimasto impresso, però non l’ha segnato questo.
P.M.: Le gambe arcuate ma non era claudicante!
A.B.: Ecco perché quello che invece le è rimasto impresso io glielo leggo, allora… è una sorta di contestazione… “Anche quando sui giornali sono comparse…” dunque… “Il dirigente della squadra mobile dottor Federico, dopo avermi consigliato di fare una relazione mi disse che mi avrebbe fatto chiamare per mostrarmi foto di guardoni nella zona di Tavarnelle ma ciò non è avvenuto io poi sono rimasto alla Digos fino al settembre ’91 e mai mi sono occupato di indagini.” eccetera “Anche quando sul giornale sono comparse le prime notizie, le prime foto del Pacciani quale indagato per i delitti del mostro non ho fatto mente locale per cercare di ricordare se il Pacciani, come è raffigurato sui giornali, poteva essere la persona che avevo visto io nel settembre ’85 di cui parlo nella mia relazione….” quindi lei nonostante tutto il clamore della gente non fa mente locale sul Pacciani, “…io non ho proprio mai fatto una simile associazione. Primo perché sui giornali, almeno così mi sembra, spesso si era parlato di persone di essere il mostro, diverse tra loro e poi scagionate e in secondo luogo perché la persona che vidi io è descritta nella mia relazione come corporatura più snella e appariva più alta rispetto alle foto del Pacciani pubblicate sui giornali.” Questo l’ha detto lei.
E.I.: Si l’ho detto io perché vedo delle foto in bianco e nero sul giornale non mi sembra… Poi non l’ho mai
A.B.: Però anche in bianco e nero ritraggono sempre le fattezze di una persona, lei dice qua, dice qua dopo due anni, addirittura dopo che è stato sentito dall’ispettore Lamperi che è l’indagatore numero uno, anzi numero due dopo il dottor Perugini, di questa vicenda, lei dice che la persona era più snella e appariva più alta rispetto alle foto del Pacciani.
E.I.: Di adesso.
P.M.: Di adesso, poi gli è stata mostrata una foto di dieci anni fa, ce l’ha detto.
E.I.: Le foto che ho visto adesso.
P.M.: Leggiamolo tutto..
A.B.: Lei non ha mai associato…
Avvocato Fioravanti: A mezzo busto!
A.B.: Io non ho proprio mai fatto una simile associazione tra Pacciani e quella persona che ha visto…
P.M.: Va letto per intero.
E.I.: Perché non ci pensavo.
A.B.: Io glielo do tutto così lo legge la Corte.
P.M.: Menomale.
A.B.: Ecco, poi lei ha detto un’altra cosa, che questo motorino che poteva… che era una Gilera, “…non perché avesse una particolare esperienza in motorino ma perché almeno così mi ricordo. Nel giardino della questura c’era un motorino sequestrato e mi sembra fosse un Gilera, ricordo anche che mentre stendevo la relazione io descrissi all’ispettore Mercaldo Domenico, che era con me alla Digos, lui mi disse che poteva essere un Gilera, il colore era sicuramente un azzurro celestino sbiadito.”
E.I.: Lo confermo, si.
A.B.: Lo conferma. Ohoo, ecco poi lei non… praticamente in questo verbale non dice assolutamente di Pacciani, cioè non ribadisce in questa dichiarazione che poteva essere quella persona il Pacciani ma dice che: “Ovviamente dovrei vedere delle foto più chiare e non delle fotocopie per essere più sicuro, debbo aggiungere però che la persona che vidi io quel giorno la guardai bene e ce l’ho abbastanza impresso in mente anche perché assomigliava sia ad un rappresentante che io conoscevo e che ora è morto…” muoian tutti “…sia perché assomigliava al padre di un collega anche lui morto” …anche questo…
E.I.: Si.
A.B.: “… ma è una fisionomia che comunque mi è rimasta impressa” quindi lei fa riferimento non tanto al Pacciani ma a questi due signori purtroppo, ormai, defunti che le ricordavano le fattezze di questa persona.
E.I.: Che somigliava al signor Pacciani.
A.B.: Somigliava al signor Pacciani?
E.I.: Si e avevano… cioè mi è… quello che mi è rimasto impresso è che appunto somigliasse a…
A.B.: Io produco questa documentazione.
Presidente: Cioè, scusi, somigliavano non al signor Pacciani, somigliavano alla persona…
E.I.: Al signore della foto, certo, che mi hanno detto…
P.M.: Si, chiedo che sia prodotta la copia con la foto che è stata mostrata. C’è la foto lì… Ecco, allora siccome l’originale contiene anche la foto mostrata al signore…
Presidente: Produciamo anche questa.
P.M.: …produco io quella originale con la foto originale e c’è anche la foto del motorino.
Presidente: Altre domande avvocato Bevacqua? No.
Presidente: Avvocato Fioravanti.
A.F.: Aveva visto mai lei il signor Pacciani?
E.I.: No.
A.F.: Di persona prima di oggi?
E.I.: Di persona prima di oggi no.
A.F.: No. Ecco, lei ha detto di aver visto una persona che lasciava un motorino celeste appoggiato ad una pianta e si inoltrava dentro il bosco…
E.I.: Si.
A.F.: E camminava per più di un quarto d’ora?
E.I.: Si.
A.F.: Lei come lo avvertiva che questo camminava per più di un quarto d’ora?
E.I.: Da Come muoveva i piedi sull’erba secca, da come si muovevano gli arbusti… perché doveva spostare gli arbusti, c’era una vegetazione abbastanza fitta.
A.F.: Guardi, lui… lei conosce bene quella zona? Cioè lei stava con la macchina sulla sinistra uscendo, cioè dopo che aveva fatto inversione era sulla sinistra verso l’uscita della stradella?
E.I.: Si.
A.F.: Ecco, quindi lei era all’inizio dello scosceso del bosco?
E.I.: Anche un po’ dopo dell’inizio.
A.F.: Non va in pianura lì nessuno, se lei l’ha guardato bene, quella zona vicino alla stradella non va in pianura quindi era sullo scosceso, questo è sceso giù fin dove è arrivato? Lei ha guardato? L’ha visto?
E.I.: L’ho sentito, l’ho visto entrare, lo sentivo muovere.
A.F.: Quanti metri avrà fatto camminando?
E.I.: Mah, si sarà spostato 15/20 metri da me, non è andato molto in là.
A.F.: Quindi un un quarto d’ora…
E.I.: L’ho sentito anche molto vicino a me.
A.F.: In un quarto d’ora ha sentito pestare le foglie, i rami secchi, in un quarto d’ora e ha fatto 50/60 metri?
E.I.: Eheee… Si, all’incirca penso di si.
A.F.: E questo signore che poi lei riconosce in quella foto che gli è stata mostrata dall’ispettore Lamperi, questo signore gli è stato mostrato direttamente quella foto, una foto sola o altre foto insieme a quello?
E.I.: Mi sono state mostrate due foto in cui io ho individuato questa persona, ho riconosciuto questa persona.
A.F.: E l’altra foto chi rappresentava?
E.I.: Una rappresentante il signor Pacciani in primo piano e un’altra il signor Pacciani, come ho detto…
A.F.: Ah due foto sempre di Pacciani!
Presidente: Una foto sola. Quelle di Pacciani in due…
A.F.: In una delle due foto che le sono state mostrate Pacciani è a mezzo busto?
E.I.: Si.
A.F.: Alla festa dell’uva e l’altra foto è tutto per intero?
E.I.: Una foto in primo piano e l’altra foto è a mezzo busto.
A.F.: Tutte e due a mezzo busto.
E.I.: Si vede fino ai pantaloni.
A.F.: Tutte e due a mezzo busto o meglio una…
Presidente: Avvocato una in primo piano il che vuol dire…
A.F.: Meno di mezzo busto, in primo piano. In primo piano può essere anche la persona intera. Non gli è stata mai mostrata la persona intera su una foto di Pacciani?
E.I.: Fino alle gambe si, all’incirca al tronco comprese le…
A.F.: E quale era la foto che gli è stata mostrata fino alle gambe? Quella della festa dell’uva?
E.I.: Questa della festa che dite dell’uva, si.
A.F.: Lei è sicuro di questo?
E.I.: Certo.
A.F.: Che ci sia una foto della festa dell’uva di Pacciani che si vedono le gambe?
E.I.: Si vede fino a quest’altezza qui.
A.F.: Lei le ha viste le foto della festa dell’uva? Gliel’hanno fatte vedere?
E.I.: Ho visto queste due foto che mi hanno mostrato.
P.M.: Sono allegate al verbale, così leviamo ogni…
A.F.: Si, si ma…
Presidente: Perché non gliele facciamo vedere così, via togliamo il vin dai fiaschi!
A.F.: Facciamogli vedere le foto.
P.M.: Ce l’ha lei avvocato?
A.F.: No ce l’avete voi, noi abbiamo le fotocopie delle foto, lui le fotocopie non le vuol vedere…
P.M.: Qualche minuto le… dovrebbero essere in camera di consiglio.
Presidente: Sono in camera di consiglio. Andiamo avanti nel frattempo.
A.F.: Ecco, lei ha detto che ha visto fino alle ginocchia di Pacciani.
E.I.: Credo di aver visto fino alle ginocchia, questa foto lo ritrae in questa posizione quindi…
A.F.: In quale…
E.I.: Si vede lo stomaco prominente…
A.F.: E come mai lei ha dichiarato cose diverse, che poi ora vengono depositate, che era più snello, più alto della figura di Pacciani? Di quella che lei riconosceva dai giornali o altro? Come mai ha dichiarato questo?
E.I.: Delle ultime, perché c’è mi sembra una discreta differenza, un aumento di peso, anche una fisionomia diversa anche del viso, mi sembra.
A.F.: Ma lei ha visto un camicione a quadri, a grossi quadri…
E.I.: Una camicia non un camicione.
A.F.: Una camicia a grossi quadri…
E.I.: Si.
A.F.: Uno stomaco molto grosso…
E.I.: Si.
A.F.: E poi ha descritto diversamente nella sua relazione o nelle dichiarazioni fatte.
E.I.: Non sono stato forse particolarmente preciso ma mi sembra di essere stato… di avere espresso quello che avevo visto, ho visto anche in volto la persona perché per guardarci bisogna guardarsi nel viso.
A.F.: Non sta a me a dirlo ma era meglio se era preciso.
A.B.: E’ stato preciso per la verità Presidente nella relazione di servizio del 10.9.85 che ce l’ho qua, eh?
E.I.: Si.
A.B.: Lei dice che “Alle ore 10 e 30 circa di sabato 7 settembre, io sottoscritto, questa mattina, appresa la notizia che in località Scopeti era stata uccisa una coppia…” eccetera, eccetera “…alle ore 10 e 30 di sabato 7 settembre c.m., con la mia auto mi sono recato a San Casciano Val di Pesa…” e comincia a parlare di questo “…visto ciò ho fatto inversione di marcia, mi sono fermato più sotto, sulla stradina sterrata, sono andato nei cespugli, ho soddisfatto i miei bisogni, quindi poiché c’era bel tempo mi sono messo in macchina a…”
Presidente: Avvocato io sono tollerante ma ora… qui capito… sennò si sovverte completamente… gli leggiamo… lei ha detto tutto questo e poi allora…
P.M.: Gli leggiamo il verbale, facciamoglielo confermare!
A.B.: Ha ragione Presidente, chiedo scusa, mi perdoni.
Presidente: No, per carità.
A.B.: Lei ha detto, io le contesto una circostanza, nella relazione di servizio che lei ha fatto ha dato delle indicazioni abbastanza diverse, cioè molto riduttive in ordine alle fattezze di questa persona però un particolare abbastanza preciso ed è questo, questo lo posso leggere Presidente? “Ad un tratto ho visto un uomo sui 50 anni di corporatura robusta, capelli grigi lisci”
E.I.: Io ho detto brizzolati per dire bianchi e neri, forse non ho detto il termine..
A.B.: Grigi è il colore, lisci è l’andatura… Capito?
E.I.: La pettinatura.
A.B.: “Indossava una camicia celeste a quadretti gialli”. Poi, mentre oggi ha detto, non dice più altro di questa persona, comunque io lo produco alla Corte se…
E.I.: Speravo di essere risentito nei giorni successivi e di essere più preciso.
A.B.: Oho, poi lei si dimentica di tutto perché nessuno le domanda più nulla…
E.I.: Non è che ho mai dimenticato nulla, non ho mai avuto modo di rinteressarmi del fatto e di parlarne con persone competenti, credo.
A.B.: Competenti. Anche lei è competente perché lei è un…
E.I.: Si, si certo.
A.B.: Era della Digos!
E.I.: Certo, si ma non mi interessavo…
A.B.: Si ma insomma capisce? Un omicidio è un omicidio. “L’ho notato muoversi nei cespugli per circa 5 minuti” disse allora ora son diventati un quarto d’ora…
Presidente: Beh, va be’ avvocato, via…
A.B.: “…dopodichè se n’è andato in direzione di Tavarnuzze”, no, chiedo scusa Presidente, perché se allora…
Presidente: E va bene avvocato, via su, 5 e 15 non ci aveva mica l’orologio! Su, su questo… Signori questi non sono contraddizioni, se mi dice i capelli lisci quello può essere un discorso, ora vediamo cosa intende lui per capelli lisci.
P.M.: Ha detto all’indietro, guardiamo se…
A.B.: Va be’
P.M.: Se qualcuno gli fa la domanda.
Presidente: 10 metri – No erano 15 – Via…
P.M.: Cambia poco!
Presidente: No, no, su questo guardate non si gioca il processo.
P.M.: O c’era o non c’era.
Presidente: Perdiamo solo tempo. Si avvocato ma… capito? Questo lo dica al Pubblico Ministero perché tanto ora tocca a lei, domani al Pubblico Ministero. Capito? Il processo non è qui. Capelli lisci, ecco questo…
A.B.: Va bene, io produco poi questo documento appena…
Presidente: Certo.
A.B.: Grazie.
P.M.: Ultima domanda allora: nella foto che le fu mostrata successivamente, di questa persona a mezzo busto o nel modo che ci ha descritto, la persona aveva i capelli lisci? O aveva i capelli come se l’è ricordati lei?
E.I.: Aveva i capelli lisci come me li sono ricordati io.
P.M.: Ecco, lei ricorda persona con capelli lisci esattamente come la persona che vede nella foto che le è stata mostrata? Per lei quelli sono i capelli lisci?
A.B.: Questa domanda non l’ammetto.
P.M.: Facciamola ammettere dal Presidente.
Presidente: Avvocato se vuole venire al posto mio…
P.M.: Io mi sposto.
Presidente: Dunque, allora domandiamo per esempio al teste, lei ha i capelli lisci secondo lei o no?
E.I.: No io ce li ho ricci.
Presidente: Ce li ha ricci.
A.B.: Grazie Presidente
Presidente: Vediamo questa foto. Mettiamola sullo schermo per favore si.
P.M.: E’ mezzegambe più che mezzobusto, questo è il fatto fondamentale.
A.B.: (fuori microfono)
P.M.: Quello lo portiamo nei prossimi giorni, sennò non c’è soddisfazione.
P.M.: Sentiamo Vieri Bruna.
Presidente: Pieri?
P.M.: Vieri Bruna.
Presidente: Vieri Bruna. Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero…
B.V.: Si.
Presidente: E poi a quelle che le faranno gli avvocati?
P.M.: Signora, lei conosce il signor Pacciani?
B.V.: No.
P.M.: Conosce qualcuno della famiglia?
B.V.: La figlia, Rosanna.
P.M.: Figlia quale?
B.V.: Graziella.
P.M.: Come mai la conosce signora?
B.V.: Così, l’ho vista… l’ho conosciuta… la sta lavorando a una signora che conosco io.
P.M.: Sta lavorando con la signora…
B.V.: Si è in casa con una signora che conosco.
P.M.: Questa Graziella.
B.V.: Si.
P.M.: E da quanto tempo la conosce?
B.V.: Da quando è entrata.
P.M.: Cioè?
B.V.: Eh ora io non me lo ricordo…
P.M.: Suppergiù?
B.V.: Nell’87… non lo so, non me lo ricordo.
P.M.: Diversi anni fa?
B.V.: Si.
P.M.: E quindi ha modo di vederla spesso questa ragazza?
B.V.: Si, ora un po’ meno ma insomma l’ho vista… parecchio tempo… insomma spesso.
P.M.: La vedeva in questa casa che frequentava anche lei?
B.V.: Si, si, si.
P.M.: Ecco. Senta una cosa, ricorda se alla signorina Graziella – qualcuno di questa famiglia – faceva dei regali di biancheria?
B.V.: Si, io.
P.M.: Li faceva lei.
B.V.: Si.
P.M.: Come mai?
B.V.: Così, pe’ Natale gli facevo un regalino… così utile… gli ho fatto degli asciughino, gli ho fatto degli asciugamani con le sue iniziali… e in più questo lenzuolo con la federa…
P.M.: Questo lenzuolo quale signora?
B.V.: Questo era un lenzuolino col fondo verde e dei fiori bianchi e con una trina in cima.
P.M.: Lei ricorda in che epoca gliel’ha regalato?
B.V.: No io senta… l’epoca… Non glielo so dire, non me lo ricordo.
P.M.: Lei questo lenzuolo che aveva regalato alla Graziella poi l’ha rivisto? Le è stato mostrato da qualcuno?
B.V.: Si.
P.M.: Da chi le è stato mostrato?
B.V.: In Questura.
P.M.: In Questura.
B.V.: Si.
P.M.: E lei riconobbe che era…
B.V.: Lo riconobbi subito, l’ho riconosciuto subito.
P.M.: E le fu mostr…
B.V.: Sporco ma l’ho riconosciuto.
P.M.: Le furono mostrati oltre che il lenzuolo intero o la federa intera anche delle strisce?
B.V.: No delle pezze… si! Delle strisce, un pezzetto grande e delle strisciole…
P.M.: E riconobbe anche le strisce?
B.V.: Si, proprio.
P.M.: È sicura di questo?
B.V.: Sicurissimo eh… sennò!
P.M.: Ricorda dove l’aveva comprato?
B.V.: No dove l’avevo comprato non lo so.
P.M.: Però ricorda che è quello che le ha regalato lei.
B.V.: Senz’altro, senz’altro.
P.M.: Non ho domande grazie.
B.V.: Proprio io con le mie mani, gliel’ho portato io.
P.M.: Ecco, si tratta di quelle strisce che avvolgevano l’asta guidamolla, il lenzuolo è fotografato e comunque è repertato, se la Corte ritiene anche di volerlo mostrare… Penso sia superfluo. Non ho altre domande grazie.
Presidente: Signori avvocati di parte civile avete domande? Nessuna? Avvocato Bevacqua?
A.B.: Senta signora dove la comprato questo lenzuolo?
B.V.: Senta io non me lo ricordo, dove l’ho comprato non lo so.
A.B.: Non se lo ricorda neppure dove l’ha comprato?
B.V.: No… da una merceria… su un barroccino… non lo so, in un negozio.
A.B.: E normalmente le lenzuola sono a volte in un cellophane, in qualche altra cosa che…
B.V.: Una scatolina di cellophane.
A.B.: Una scatolina di cellophane. Quindi lei ha comprato questo lenzuolo, non ricordo dove però…
B.V.: Ora… senta… in un negozio… in una bancherella io non me lo ricordo.
A.B.: Da qualcuno che lo vendeva certamente.
B.V.: Si senz’altro.
A.B.: Lei non l’ha usato mai?
B.V.: Mai.
A.B.: Quindi lei l’ha comprato, l’ha visto, le è piaciuto – chiuso così com’era – l’ha aperto?
B.V.: No io gliel’ho dato così.
A.B.: L’ha aperto lei?
B.V.: Si. No aperto no.
A.B.: No, lei l’ha visto così com’è… facciamo finta che questo sia… eh?
B.V.: Si.
A.B.: Va bene? La scatolina, vede il lenzuolo, c’è la federina, qualcosa del genere e basta, no?
B.V.: Si.
A.B.: Poi i disegni si vede qualche cosa dei disegni?
B.V.: Si il fondo verde…
A.B.: Il fondo verde. Poi l’ha preso…
B.V.: I fiori bianchi.
A.B.: L’ha preso, gliel’ha dato, gliel’ha regalato…
B.V.: Si.
A.B.: L’ha salutata, l’ha baciata, è venuta via.
B.V.: Si.
A.B.: E’ vero?
B.V.: Si, si gliel’ho regalato io.
A.B.: L’ha baciata pure no?
B.V.: Per Natale, non me lo ricordo, insomma per una festa.
A.B.: Poi è finito tutto.
B.V.: Tutto basta così.
A.B.: E basta, dopo di chè questo stesso lenzuolo che lei ha visto per un attimo lo riconosce quando glielo mostrano i carabinieri, anzi un pezzettino di stoffa…
B.V.: Si io l’ho riconosciuto. Senz’altro.
A.B.: Va bene, bravissima, lei signora è eccezionale però non si ricorda dove l’ha comprato?
B.V.: Io… non so… non me lo ricordo.
A.B.: Non se lo ricorda, benissimo, grazie. Non voglio sapere altro.
Presidente: Altre domande signori?
P.M.: Una sola, quando lo comprò era in una confezione, ha detto, di plastica?
B.V.: Si.
P.M.: Cioè trasparente?
B.V.: Si.
P.M.: Davanti e di dietro?
B.V.: Si.
P.M.: Grazie, grazie.
Presidente: Può andare signora, buongiorno.
B.V.: Buongiorno.
Presidente: Arrivederci.
A.B.: Però non sa dove l’ha comprato.
P.M.: Sentiamo Bonciani Paolo e Borsi Igino. Bonciani.
Presidente: C’è il signor Bonciani Paolo?
Voce fuori microfono: No.
Presidente: Borsi, allora. Borsi Igino? Si accomodi prego, signor Borsi. Buongiorno. Consente la ripresa con le telecamere?
I.B.: Mah, come volete, non mi interessa.
Presidente: Va bene. Allora lui è indifferente, quindi potete anche riprenderlo. Senta, vuole dare le sue generalità, per cortesia?
I.B.: La carta di identità?
Presidente: No, non importa. Basta ce le dica a voce. Borsi Igino, nato a…
I.B.: Borsi Igino, nato a Cavriglia il xx/xx/19xx.
Presidente: Igino vero?
I.B.: Igino.
Presidente: Nato a Cavriglia…?
I.B.: Il xx/xx/19xx.
Presidente: Residente?
I.B.: A Xxxxxxx Xxxxxxxx.
Presidente: Residente a Xxxxxxx Xxxxxxxx. Benissimo. Vuole leggere quella formula per cortesia?
I.B.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.
Presidente: Bene vuole rispondere, per cortesia, alle domande del Pubblico Ministero?
P.M.: Signor Borsi, ci vuol dire la sua professione?
I.B.: Pensionato.
Presidente: Pensionato.
P.M.: Lei ha mai svolto attività o si è trovato nella Pensione Scopeti di proprietà di…
I.B.: Mi sono…
P.M.: Prego?
I.B.: Mi sono trovato alla Pensione degli Scopeti.
P.M.: Perché è di qualche suo parente?
I.B.: Del mio genero.
P.M.: Bonciani Paolo.
I.B.: Bonciani Paolo.
P.M.: “Trovato” nel senso che a volte capita che gli dà una mano?
I.B.: Si.
P.M.: Ecco, sento una cosa, lei fu sentito dai carabinieri di Impruneta il giorno dopo, due giorni dopo la scoperta dell’omicidio dell’85. Ricorda?
I.B.: Si.
P.M.: Le fu mostrata una foto di una ragazza?
I.B.: Si.
P.M.: Ricorda di aver ravvisato in questa ragazza una sua cliente?
I.B.: Come… quella mattina si.
P.M.: Ecco… quale era la mattina in cui… Le fu mostrata era… glielo dico io, la foto della ragazza francese morta nella piazzola degli Scopeti, lei ricorda di aver visto questa ragazza o questa signora, quando?
I.B.: Una volta lì, il giorno prima che fu… successe il caso.
P.M.: Ecco e cosa… L’aveva servita? Aveva fatto…
I.B.: L’avevo servita co’ un panino per fare colazione.
P.M.: Ricorda se era mattina o sera?
I.B.: La mattina.
P.M.: Se era sabato o domenica?
I.B.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ecco lei ovviamente era molto più fresco perché le fu chiesto due giorni dopo il fatto… lei disse: “Il giorno 8 corrente alle ore 11:00…”
I.B.: Si, circa.
P.M.: Ecco, disse…
I.B.: Si.
P.M.: Era… lo ricordava meglio, era l’8 il giorno che aveva visto la ragazza, lo ricordava all’epoca.
I.B.: All’epoca si e ora non me lo ricordo ma all’epoca si.
P.M.: Benissimo.
I.B.: Approvo quello che ha scritto…
P.M.: Si, si più che approvarlo… Lei ricorda che le fu mostrata una foto…
I.B.: Si, si…
P.M.: E che le date e le circostanze le ricordava meglio e sono queste: di aver visto la francese di mattina del giorno 8.
I.B.: Si, si.
P.M.: Non ho altre domande, grazie
Presidente: Signori avvocati di parte civile, avete domande? Nessuna. Signori avvocati della difesa?
A.B.: Nessuna domanda.
Presidente: Può andare, può andare signor Borsi, buongiorno.
P.M.: Sentiamo allora anche il Bonciani che è l’ultimo teste di stamani.
Presidente: E’ il signor Bonciani Paolo? Buongiorno, si accomodi prego. Consente la ripresa televisiva?
P.B.: No, non consento.
Presidente: Allora non riprendete il signore. Vuole rispondere per cortesia alle domande del Pubblico Ministero e poi a quelle degli avvocati?
P.B.: Senz’altro, si.
Presidente: Prego.
P.M.: Signor Bonciani vuol dire alla Corte qual è la sua attività?
P.B.: Quale era la mia attività…
P.M.: Quale era si.
P.B.: La mia attività nel periodo ‘84/’85… avevo preso in gestione il bar del ponte agli Scopeti.
P.M.: Di una pensione?
P.B.: C’era bar e pensione.
P.M.: Ecco, lei aveva il bar. Questa pensione rispetto – se lei sa dove poi furono scoperti i cadaveri dei due ragazzi – lei lo sa?
P.B.: Perfettamente.
P.M.: Ecco a che distanza è il suo bar?
P.B.: Sono circa 3 km, circa.
P.M.: Lei fu sentito dai carabinieri dopo che fu scoperto l’omicidio?
P.B.: Si addirittura fecero, diciamo, base lì da noi per le prime indagini, chiaramente, perché si dovevano pur appoggiare a un telefono, dei servizi, a qualcosa.
P.M.: Vennero da lei e le chiesero, in quei giorni, qualcosa? Se aveva visto qualcuna delle vittime? La macchina?
P.B.: Avevamo visto…
P.M.: Avevamo, ecco…
P.B.: Avevamo visto… effettivamente, avevamo visto la vittima perché venga fare la colazione.
P.M.: La vittima quale?
P.B.: La Nadine Mauriot, mi sembra.
P.M.: La ragazza.
P.B.: La donna e perché fece colazione molto velocemente, chiese del bagno. Penso non oltre i 15 minuti, fra il bagno e la colazione, poi se ne andò.
P.M.: Quando avvenne questo? Il sabato?
P.B.: Non ricordo con esattezza.
P.M.: Uno dei giorni prima…
P.B.: Si senz’altro, non era la vigilia… senz’altro non molto lontano dall’accaduto, questo sono sicuro.
P.M.: dal fine settimana.
P.B.: Questo ne sono sicuro però non ho la certezza matematica.
P.M.: Lei disse che l’aveva vista domenica 8, disse ai carabinieri, lo ricordava meglio all’epoca…
P.B.: Si, si può darsi perché…
P.M.: La mattina.
P.B.: Sa la mattina noi avevamo molte persone nel bar, addirittura dei pullman, cioè ricordarsi una straniera non era difficile, ricordarsi il giorno e il momento esatto era particolarmente difficile.
P.M.: Se lo ricordò nell’immediatezza dei fatti.
P.B.: Si perché avevano una macchina targata straniera, sa…
P.M.: Ecco, lei vide anche la macchina?
P.B.: Si era un R4 che non ricordo però il…
P.M.: Era un R4?
P.B.: Si per me era un R4, dalla vetrina, dal bar era un R4 targata francese però non ricordo il colore chiaramente.
P.M.: Lei all’epoca che… non sospetta, il 12 settembre ’85 disse ai Carabinieri: “Casualmente mi affacciavo dalla pensione denominata Ponte degli Scopeti, alla finestra che guarda su via Cassia, nel contempo notavo in sosta, senza alcuna persona a bordo, l’autovettura Golf di colore bianco con targa straniera…”
P.B.: Eh… io pensavo fosse una Renault 4. E’ passato 10 anni.
P.M.: E lei si ricordò una Golf, era in realtà una Golf, quindi non c’è…
P.B.: La targa francese…
P.M.: “… del tutto simile a quella rinvenuta nel luogo del delitto. La stessa attirò la mia attenzione proprio per la particolarità della targa”. Non ho altre domande. Chiedo di produrre, per questo punto, il verbale.
Presidente: Signori avvocati di parte civile, avete domande? Signori avvocati difensori avete domande?
A.B.: No, no, constato come siano i ricordi a tanti anni di distanza, si possono obnubilare.
Presidente: Quindi il teste può andare.