22 Agosto 1968, di giovedì, fra le 00.15 e le 00.25. Antonio Lo Bianco, Barbara Locci e il figlio di lei Natalino Mele usciti dal cinema salgono a bordo della Giulietta del Lo Bianco, ma invece che tornare verso Lastra a Signa si dirigono verso via di Castelletti dove raggiunto il ponte sul Vingone. Qui, subito dopo il ponte, l’auto svolta in una stradina sterrata che costeggia il torrente e si ferma a circa 100 metri dalla strada asfaltata. Castelletti di Signa è una zona relativamente isolata e buia il terreno in piano; lateralmente dove è parcheggiata l’auto è presente vegetazione non molto folta né molto alta. Il tempo necessario al trasferimento da piazza Cavour a questa posizione può essere quantificato dai 5 a 10 minuti. L’auto quindi si ferma nella stradina sterrata non oltre le 00:25.
I due si fermano per consumare un rapporto sessuale in un luogo tranquillo con Natalino, che durante il tragitto, si è addormentato sul sedile posteriore della macchina.

La macchina è posizionata sulla stradina sterrata a fianco del torrente Vingone ad una distanza circa di 100/150 metri dalla via asfaltata e con il muso in direzione di Sant’Angelo a Lecore.
I due amanti vengono raggiunti da una serie di proiettili sparati dall’esterno della macchina.
Il figlio di Barbara Locci, Natalino, si sveglia e visti la madre e lo “Zio” morti scende dall’auto e raggiunge, alle 2.00 di notte, la casa di Francesco De Felice ed a questi suona il campanello. Il De Felice risulta sveglio perchè il suo bambino piccolo ha difficoltà a dormire ed ha chiesto un bicchier d’acqua. Il De Felice è certo nel riferire l’orario in cui Natalino suona il campanello avendo consultato l’orologio data la sorpresa che qualcuno suonasse a quell’ora. In risposta al campanello si affaccia alla finestra. Natalino gli dice: “Aprimi la porta perché ho sonno, ed ho il babbo ammalato a letto. Dopo mi accompagni a casa perché c’è la mi’ mamma e lo zio che sono morti in macchina.” Il De Felice apre la porta pensando ad un incidente stradale. Il bambino risulta illeso, è solo e privo delle scarpe, ai piedi solo dei calzini. Dal Rapporto Giudiziario Matassino risulta indossare un maglione grigio, pantaloni corti marrone scuro, calzini gialli e non calza scarpe.
Il De felice parla con Natalino il quale gli racconta: “Era buio, tutte le piante si muovevano, non c’era nessuno. Avevo tanta paura. Per farmi coraggio ho detto le preghiere, ho cominciato a cantare la tramontana… La mamma e’ morta, e’ morto anche lo zio. Il babbo e’ a casa malato.” Il De Felice continua a fare domande per cercare di capire che cosa è successo. “dov’è la tu mamma, perche’ è morta?” e Natalino “è laggiù nella macchina con lo zio, vicino al cimitero” Il De Felice “ma no, vedrai che non è morta, dormiranno” e Natalino “no sono morti, davvero… L’ho vista. Alla mamma ho preso la mano, è proprio morta” ancora il De Felice “ma dove sono?” e Natalino “laggiù, in mezzo ai campi, nell’auto”
Il De Felice chiama il padrone di casa Marcello Manetti, che abita al piano di sopra, ed insieme raggiungano la caserma dei Carabinieri di San Piero a Ponti a Signa. Raccontano la storia e il De felice puntualizza che quando si è affacciato alla finestra non ha visto altre persone all‘infuori di Natalino.
Il De Felice e il Manetti assieme al piantone della caserma dei Carabinieri Mario Giacomini, circa alle 3.15, percorrano la strada inversa fatta dal bambino, ma terminata la carrabile risulta impossibile proseguire con la macchina sulla sterrata dato che risulta ingombra di materiale edilizio. Percorrono quindi la strada carrabile per raggiungere il ponte sul Vingone vicino al cimitero. Raggiunto il ponte vedono la macchina del Lo Bianco; la macchina è visibile inoltre presenta l’indicatore di direzione destro acceso. Non vi sono luci circostanti e nemmeno la luce della luna. Accertatesi della presenza dei cadaveri, mediante l’uso di una torcia ed illuminando l’interno dell’automobile, il Giacomini con il De Felice e il Manetti si recano alla stazione locale comunicando il ritrovamento.
Un aspetto che ci ha lasciato sempre perplessi è il tempo, inteso come intervallo tra una posizione e l’altra. Ad esempio il lasso di tempo per trasferirsi da piazza Cavour al luogo dell’omicidio o il lasso di tempo tra il momento dell’omicidio e il momento in cui Natalino suona il campanello al De Felice.
Come abbiamo scritto, cioè il parere più comune fra le letture fatte, la macchina del Lo Bianco si ferma nel punto dell’omicidio al massimo alle 00.25. Nella realtà è molto probabile che uscendo dal cinema alle 00.00, orario di termine del film, 25 minuti per raggiungere il luogo in macchina siano anche troppi. Oggi con Maps è facile fare un calcolo anche se approssimativo (considerando che la circolazione stradale può essere cambiata); il software ci indica un tempo di sei (6) minuti, arrotondiamo anche a 10 (dieci) minuti. Quindi è probabile che la macchina si sia fermata sulla stradina sterrata a 00.10 e che a 00.25 l’omicidio si fosse già consumato. Sappiamo che l’assassino sorprese i due in “effusioni” iniziali, quindi al massimo 10/15 minuti dopo che si erano fermati, quindi l’orario 00.25 può essere compatibile.
Sappiamo anche che Natalino suonò al De Felice alle 2.00 del 22 agosto, cioè un ora e trentacinque minuti dopo l’omicidio. La distanza che c’è fra l’automobile e la casa del De Felice è circa 2 chilometri e 300 metri, su una strada sterrata, senza scarpe e di notte. Sempre che Natalino ci sia arrivato da solo. Sicuramente un’impresa difficile per un bimbo di 6 anni spaventato a morte, ma cosi difficile da richiedere 1 ora e 35 minuti di tempo? Sempre con Maps proviamo quanto ci metterebbe un adulto, risulta circa 26 minuti, che per tutte le condizioni avverse del terreno e la giovane età del bimbo vogliamo raddoppiare e arrotondare a 60 minuti pieni, e siamo non larghi, ma davvero ampi. Avanza quindi 25/30 minuti che non sappiamo come sono stati impiegati da Natalino.
Aprimi la porta perché ho sonno…e poi scagiona subito il padre! E’ probabile che la Tramontana l’ha cantata con lui mentre assieme andavano dal Sig. De Felice. Se a 6 anni canti per esorcizzare la paura, cammini dopo l’omicidio di tua madre per 2 km allora ti puoi anche infilare le scarpe! Ma la cosa più sconcertante è che non parli dei colpi di fuoco che hanno squarciato il silenzio della notte. Per me Stefano Mele era nel luogo del delitto.
https://www.mostrodifirenze.com/1968/08/24/24-agosto-1968-chi-ha-accompagnato-natalino-mele/
Sarà stato Pacciani, il Mostro di Firenze? Così dicono, può essere? Ma, beh, boh, non so dire in merito! Triste storia, cmq sia! Purtroppo è una storia vera, ehm, certo. Difficile sapere la verità, cmq ancora adesso.
Il piccolo Natale quella triste notte aveva un rossore intorno agli occhi, più marcato a quello destro…era sdraiato sul sedile posteriore col volto in direzione del volante, forse le fiammate degli spari della .22 la causa principale, e uno dei bossoli era nell’incavo del sedile posteriore. Chissà se all’epoca qualcuno gli ha chiesto nell’immediato, se udiva bene, si aveva qualche certezza in più.
Curiosa la data, 21/22 (quest’ultimo è anche il calibro dell’arma)
Curiosa ricorrenza poco nota, il 21 agosto 1614 moriva la contessa ungherese Erzsebet Báthory, macchiatasi, secondo un suo stesso diario, di 650 omicidi con tortura, di giovani donne.
Mamma mia, che storia orribile, quella dell’Ungheria. Storia cmq vera! Purtroppo, mbeh, certo! Centinaia di giovani donne morte. Storia peggiore delle più brutte, di cui si viene a conoscenza ora, in Italia e nel mondo.
Non cogliamo il nesso, le morti in Ungheria, e il caso in oggetto.
Ecco, il 1614 mi mancava proprio nelle vicende del Mdf.
Chissà se negli annali romani sia possibile trovare anche qualche spunto che potesse aver ispirato la contessa Báthory a morire proprio quel giorno.
Quanto poco rispetto per gli altri, disegnino.
In effetti è difficoltoso ritenere questo delitto azione di chi uccise negli altri duplici omicidi…in comune c è solo l’introvabile Beretta e i proiettili spillati nel faldone -che non dovevano trovarsi lì ma distrutti visto il giudizio già definitivo sul Mele Stefano-
Egli era (cor)reo, positivo al guanto di paraffina, nonostante cospicue macchie di grasso sulle mani,chi dice tentativo di cancellare le tracce di sparo o grasso proveniente dalla catena della sua bici “saltata” forse nel concitato fuggire in quella scurissima notte di agosto tra il
-21, anniversario di morte della femminicida E. Báthory- ed il
-22, Beata Vergine Maria Regina
L’occulto che poi prevaricherà Maria (donna per eccellenza) ipotesi non peregrina se consideriamo, anche, le confidenze di Pacciani ad un suo difensore…”queste storie sono minestre del Diavolo”
“in comune c è solo l’introvabile Beretta”…
quindi poca roba anzi niente, se paragonate alle evidenze relative a medici, dottori, mandanti, sette, stragismo neofascista, minacciatori di estetiste, combriccole di avvinazzati, oligofrenici ed magari pure alieni verdi con le antennine.
Io leggerei bene prima di sminuire posts altrui…
Penso che il delitto del ’68 sia avulso dalla serie attribuibile a/i mdF -qui, credo, la ricorrenza particolare sia un caso ma niente nega possa aver ispirato i “successori” dei seguenti omicidi-
è diverso il modus operandi niente escissione né ferite di arma bianca, ci fu un reo confesso -positivo al g.di paraffina- e l ipotesi di complici dal “rapporto Torrisi” non sembra campata in aria -cmq FV risultò negativo al guanto di p., mano dx, per completezza.
La pistola “guarda che ci sono otto colpi” poi ne sparerà
-dieci proiettili contro S.Baldi e Cambi Susanna
-dieci all’ultimo delitto detto “degli Scopeti”
La stessa ed un altra arma?
Forse il Vampa ne custodiva per l’alt(r)o livello?
Tutto vero quello che racconta Natalino, il percorso l’ha fatto da solo….Forse c’è una spiegazione perchè non ha sentito gli spari.. il bambino dormiva…secondo me era stato fatto dormire di proposito con qualche sonnifero………
Tutto vero… Fra Natalino e suo padre ci sono state decine di versioni diverse, tutto vero in base a cosa?
Mi chiedo sempre se il futuro mostro di Firenze conoscesse la coppia “Locci-Lo Bianco”…se al posto di loro due ci fosse stata un’altra coppia cosa sarebbe successo…domanda…il luogo era freqauntato da coppiette…
Questa è una gran bella domanda, che ho posto più volte e a cui nessuna fonte da me consultata è stata in grado di fornire una risposta. Ci riprovo: qualcuno ha a disposizione anche minime prove che fosse una zona frequentata da coppiette? Grazie