Il 23 Gennaio 2006 rilascia testimonianza Federico Fioravanti.

Questa la testimonianza: FIORAVANTI Federico testimonianza 23.01.06

Il giorno 23 del mese di Gennaio, dell’anno 2006, alle ore 15,45, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito, per la redazione del presente verbale, dal Luogotenente CC. Vincenzo Laurizi, appartenente al Nucleo Operativo R.O.N.O. del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia, presente il Dott. Paolo Abbritti uditore in tirocinio presso la Procura della Repubblica di Perugia, è comparso il Dr. FIORAVANTI Federico il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo Federico FIORAVANTI, nato a Petrella Salto (RI) il giorno 08.09.1955, residente a Perugia Via Beatrice nr. 27.

Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.

Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, già collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R Mod. 21 della. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. 

 Domanda: ” Lei è attualmente Direttore del “ Corriere dell’Umbria” ?”
 Risposta: ” Si, lo sono dal 3 maggio 1997. In precedenza ero stato al Corriere dell’Umbria dal 18 maggio 1983 sino al 21 gennaio 1986, quando sono andato ad occuparmi di giornali appartenenti alla stessa catena editoriale pubblicati ad Arezzo e Siena e poi a Rimini. 
 Domanda: ” Lei era quindi al “Corriere dell’Umbria” nei giorni della scomparsa di Francesco Narducci ?
 Risposta: ” Si, ero il Capo redattore ma, poiché attendevo il trasferimento ad Arezzo, ricordo che la mia presenza era un po’saltuaria in quei giorni ed io confesso che pensavo già al mio nuovo incarico e non seguivo direttamente la cronaca perugina. Ricordo anche che in quel periodo presi delle ferie. Debbo invece confessare che rimasi molto stupito quando, circa un anno o due dopo, furono pubblicati sul “Corriere
dell’Umbria” a firma Mino De Masi degli articoli in cui si ipotizzava un collegamento tra la morte del medico perugino e la vicenda del mostro di Firenze. In coincidenza con uno di questi articoli, uscì una locandina in cui venivano riportate in modo un po’ forzate, a mio avviso, le notizie dell’articolo come accade spesso nelle locandine giornalistiche. In sostanza, nella locandina si ipotizzava la coincidenza o comunque un collegamento tra Francesco Narducci e il mostro di Firenze. Per quanto ne so, quella locandina fu una specie di nostro scivolone giornalistico in cui si presentavano più quelle che erano le risultanze delle dicerie popolari che non fatti accertati. L’autore dell’articolo era Mino De Masi che, insieme a Mauro Avellini, era quello che si occupava di più del caso Narducci, mentre la locandina non so chi l’abbia predisposta. Mi pare che, all’epoca, il Direttore del giornale fosse Sergio Benincasa che era succeduto a Giulio Mastroianni dal febbraio ’86. Mi sarei aspettato una querela dalla famiglia Narducci e invece ci arrivò una pesante diffida in cui l’avvocato della famiglia, che non ricordo chi fosse, invitava il giornale a soprassedere per non aggravare il dolore della famiglia stessa. “
 Domanda: ” Lei si è mai portato al lago in quei giorni? “
 Risposta: ” Sì, mi ci sono recato il giorno in cui giunse la notizia dell’imminente ritrovamento di un cadavere. Io venni a conoscenza della notizia verso l’ora di pranzo, e decisi di recarmi al lago, non ricordo dove, ma mi pare vicino a una darsena. Giunsi al lago verso le 15-16 e ricordo che i presenti ci dissero che c’era un cadavere ed io detti per scontato che si trattasse del Narducci, tanto più che, poco dopo il mio arrivo, giunse anche il fratello dello scomparso con alcune persone, credo parenti. Qualcuno degli appartenenti alla Forse dell’Ordine o, comunque, dei presenti, mi disse che si trattava del fratello dello scomparso. Ricordo che erano in corso le operazioni di recupero che apparivano piuttosto laboriose. Io non ho visto il cadavere perché o venne un altro a sostituirmi o me ne andai perché avevo degli impegni. Ciò accadde qualche giorno dopo la scomparsa del Narducci. Ricordo con certezza che era pomeriggio e che io me ne andrai all’imbrunire. Ricordo che sul pontile, vicino alla darsena, vi erano una cinquantina di persone, tra cui curiosi, giornalisti e Forze dell’Ordine. Poiché me lo chiede, non ricordo di aver visto il Questore. Mi sembra di ricordare che, con me, quel pomeriggio, vi fosse un fotografo che poteva essere o Giancarlo Belfiore o Aldo Marchesi. Poiché me lo chiede, le dico che le partite di calcio del Perugia, le seguiva Claudio Sanpaolo. ”
 Domanda: ” Lei conosceva un ‘impiegata dell’anagrafe di Perugia di nome
Emilia?”
 Risposta: ” Non ne ho mai sentito parlare. “
 Domanda: ” Le contesto che, in qualche punto, le sue dichiarazioni sono contrastanti con le risultanze delle indagini. Si ricorda della pubblicazione della locandina in cui si parlava del rinvenimento di reperti umani in un appartamento del Narducci a Scandicci? “
 Risposta: ” Ricordo questa locandina, ma comparve qualche anno dopo, grosso modo quando si cominciava a parlare di Pietro Pacciani. Io ero lontano da Perugia e seguivo il lavoro dei colleghi. Mi pare proprio che questa locandina, uscì durante l’inchiesta a carico del Pacciani ed era una notizia di carattere nazionale. “
 Viene mostrata a questo punto al Fioravanti la foto nr. 16. P3.13A-14.
 Domanda: ” Lei riconosce questa immagine?”
 Risposta: ” Sulla destra ci sono io, con certezza. Le altre persone non le riconosco. Io sono andato al lago, durante la scomparsa del Narducci, solo un giorno e di pomeriggio. A prescindere dal fatto che, nella foto, sono raffigurato io, non me la ricordavo questa immagine. Sono francamente stupito perché non mi sembra il luogo dove io attendevo il recupero del cadavere, in un pomeriggio di quei giorni. Questo forse, è il giorno dopo ma non riesco a capire. Con certezza posso dire che io andai al lago in occasione del recupero del cadavere, in un pomeriggio di qualche giorno dopo la scomparsa del Narducci. Con altrettanta certezza ricordo che io me ne ritornai a Perugia all’imbrunire, mentre erano ancora in corso le ricerche. “
 Vengono mostrate, a questo punto al Fioravanti le foto nr. 02.P2.8A-9 e nr. 06.P2. 12A-13 .
 Domanda: ” Riconosce questo luogo? E’ quello nel quale lei si trovava il pomeriggio del recupero del cadavere? “
 Risposta: ” Mi sembra proprio di no, ma a questo punto non riesco a
raccapezzarmi “
 Vengono mostrate al Dr. Fioravanti la foto nr. 04.P1.4-4A e nr. 11.P1.1A-2 e 15.P1.5A-6..
 Domanda: ” Riconosce queste immagini come quelle che lei ha visto al lago in quei giorni ?”
 Risposta: ” Non le riconosco. Non solo non mi vedo in queste foto, ma non ricordo proprio quei posti che non sono quelli in cui io attendevo il recupero del cadavere. Quel pomeriggio c’erano, comunque, altri giornalisti anche della RAI e gente del posto “
 Viene mostrata a questo punto la foto nr. 02.P4.32A-33.
 Domanda: ” Riconosce questo luogo e i personaggi raffigurati? E’ il luogo dove lei si è recato in quei giorni al lago?”
 Risposta: “Non lo riconosco. “

Si dà atto che vengono allegate al presente verbale le fotocopie delle foto sopra indicate Si dà, altresì, atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 17,40. Copia dello stesso p. v. viene allegata al fascicolo n. 2782/2005 R.G.N.R Mod. 21, stante la sua rilevanza in ordine a tale procedimento.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)
IL LGT. Vincenzo LAURIZI
Il Dr. Paolo ABBRITTI

23 Gennaio 2006 Testimonianza di Federico Fioravanti

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