Il 18 (il giorno è fittizio) novembre 2001, in relazione alle informazioni fornite da Gianni Boara in data 16 novembre 2001, venivano svolte alcune indagini che appuravano:

Il Giuseppe Barrui si identificava come nato a Ilbono (NU) il 28.2.1941, già residente in Monte San Pietro (BO), via Varsellane n. 16/2, deceduto in data 27 agosto 1998 presso la struttura ospedaliera “Lotti” di Pontedera (PI), presso cui era ricoverato, con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, violenza carnale, atti osceni, calunnia ed altro, nonché segnalato per mafia. Nel 1982, si rese responsabile, insieme ad altri, tra cui il Francesco Vinci del furto di un camion, contenente bestiame. In data 14.2.1981, fu arrestato, in esecuzione di provvedimento restrittivo, presso la casa colonica, adibita ad ovile, di Ghisu Salvatore, in via Rimaggio di Sesto Fiorentino.

Francesco Ghisu si identificava come nato ad Ala dei Sardi (SS) il 9.1.1945, residente in Campi Bisenzio, via Focognano, n. 6, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e, in passato, oggetto di indagini anche in relazione a sequestri di persona a scopo di estorsione consumati in Toscana ad opera della malavita sarda.

Francesca Ghisu si identificava come nata a Calenzano il 24.7.1969, primogenita del nominato Ghisu Francesco.

Riscontri alle notizie fornite in relazione ai duplici omicidi in questione si rinvenivano nelle dichiarazioni, a suo tempo rese da Giovanni Calamosca nell’ambito dell’inchiesta sui complici di Pietro Pacciani.

In relazione alla pistola, asseritamente del Barrui, utilizzata nei delitti e che non sarebbe la famosa Beretta cal. 22, ma di altra marca, sempre però cal.22, si rappresentava che tale evenienza teoricamente non poteva escludersi, atteso che, in alcuni delitti, avrebbe potuto sparare anche una seconda arma sempre calibro 22, e ciò sostanzialmente per due ordini di motivi.

Il primo, il fatto che nel duplice omicidio del 22.10.1981 a Calenzano furono esplosi complessivamente 10 colpi, mentre la maggior parte delle pistole Beretta serie 70 aveva un caricatore di 8 colpi.

Il secondo motivo, il fatto che nei due duplici omicidi del 1981, il pube fu asportato con grande precisione con tre tagli netti, quasi ad opera di un professionista e non sicuramente in maniera piuttosto rozza, come si verificò nei duplici omicidi di Vicchio e di Scopeti. La diversa mano esecutiva evidentemente dimostrava la partecipazione ai delitti di altre persone diverse, se non in tutto, almeno in parte, da coloro che avevano costituito il gruppo esecutivo degli ultimi quattro duplici omicidi.

Ed ancora, non poteva non tenersi conto che il fatto che la famosa pistola non fosse stata ancora trovata lasciava ragionevolmente plausibili dubbi sulla sua precisa identità, potendosi trarre dalle perizie sui bossoli e sui proiettili solamente giudizi di probabilità, e non già di certezza. Inoltre, la presenza di una seconda pistola in alcuni delitti appariva plausibile atteso che le indagini sui complici del Pacciani avevano consentito di accertare che non si era trattato di un unico esecutore materiale, bensì di un gruppo di esecutori.

18 Novembre 2001 Accertamenti relativi alla testimonianza di Gianni Boara

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