Mostro di Firenze, l’esame dei reperti: nelle foto dimenticate i ricordi delle vittime a caccia di una prova
La corte d’assise si riunisce in aula bunker per aprire i plichi che potrebbero contenere la Nikon della coppia uccisa nel 1985. L’obiettivo dei legali: nuovi elementi per ridiscutere la condanna di Vanni
Stefano Brogioni
Firenze, 30 gennaio 2024 – Caccia ai reperti smarriti, forse dimenticati o mal archiviati, dell’infinita inchiesta sul mostro di Firenze. Oggi, trent’anni dopo il processo a Pietro Pacciani, una corte d’assise torna a occuparsi del mistero dei misteri. Davanti a i giudici – popolari e togati, presieduti dalla dottoressa Silvia Cipriani – non un imputato ma alcuni plichi, che potrebbero contenere la macchina fotografica Nikon e le 17 fotografie scattate prima di morire da Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, la coppia di francesi straziata a Scopeti nel settembre del 1985.
Il tribunale, vista la delicatezza dell’argomento ma anche i numerosi tentativi finora vani di ricerca del materiale richiesto, ha scelto di svolgere le operazioni ammettendo la partecipazione all’accertamento delle stesse famiglie, rappresentate dai rispettivi legali.
Sono stati le figlie di Nadine, Anne ed Estelle, e la sorella di Jean Michel, Irene Kraveichvili, a dare mandato agli avvocati Vieri Adriani, Antonio Mazzeo e Gaetano Pacchi di richiedere quello che per loro sarebbe un reperto di natura affettiva, ma che, se la buona sorte ci mettesse lo zampino, potrebbero dare inaspettata nuova linfa a un’inchiesta che, nonostante i processi e le condanne, resta avvolta da mille dubbi e tanti interrogativi irrisolti.
I 17 scatti contenuti nella macchine fotografica – citati in un verbale dei carabinieri di ispezione della tenda in cui dormivano i due giovani, datato settembre 1985 – potrebbero ricostruire le tappe del viaggio in Italia fatto dalla coppia che venne poi trucidata dalla calibro 22 nella piazzola di Scopeti, nel territorio di San Casciano Val di Pesa. Di più: potrebbero, chissà, addirittura aiutare a chiarire un aspetto che ancora oggi fa discutere, come la data in cui il mostro uccise a Scopeti. I corpi vennero ritrovati da un giovane cercatore di funghi nel primo pomeriggio di lunedì. I francesi erano accampati con la loro tenda su quella radura da diversi giorni.
La data ufficiale del duplice omicidio è quella della domenica sera. E della sua presenza a Scopeti nella sera di domenica parlò il “pentito“ Giancarlo Lotti, raccontando di aver visto Pacciani e il postino Mario Vanni compiere il delitto e le successive asportazioni dal corpo della donna.
Però, l’omicidio potrebbe essere avvenuto anche nella notte del sabato (il giorno “preferito“ dal mostro) o addirittura il venerdì. Queste ipotesi sbugiarderebbero la testimonianza-confessione di Lotti e aprirebbero la strada a scenari già introdotti dall’analisi di larve presenti sui cadaveri grazie a una scienza – l’entomologia – che nel 1985 non c’era. Le foto della coppia potrebbero offrire un assist per la retrodatazione del delitto?
Poi ci sono state le perizie che certificano l’alterazione della cartuccia Winchester serie H trovata nell’orto di Pacciani. Se dalla caccia ai reperti arrivasse l’assist giusto, la richiesta di revisione delle condanne ai ’compagni di merende’ già tentata da Vanni senza successo, potrebbe essere ritentata di nuovo dal nipote del postino, Paolo, con gli avvocati Biscotti e Mazzeo. Difficile ma, di questi tempi, non impossibile.
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