Mostro di Firenze, il figlio del legale di Pacciani: “Indagate su altri delitti”

Il mostro di Firenze forse non ha ucciso solo coppiette.

L’avvocato Alessio Fioravanti, figlio del legale scomparso di Pietro Pacciani, chiede la riapertura di un vecchio caso che potrebbe avere un collegamento con i duplici delitti.

Ecco di cosa si tratta, nell’intervista realizzata dal giallista Rino Casazza per Cronaca Vera

Tra gli anni 70 e gli anni 90, oltre ai noti delitti di coppiette attribuiti al Mostro di Firenze, ci furono altre due serie omicidiarie che secondo molti analisti sono strettamente legate alla vicenda del serial killer.

Parliamo della morte di Milva Malatesta e del figlio Mirko, di Francesco Vinci e Angelo Vargiu e dei delitti delle prostitute fiorentine. L’avvocato Alessio Fioravanti, figlio di Pietro Fioravanti, già storico legale di Pietro Pacciani scomparso lo scorso anno, assieme al suo team di consulenti (composto da Loris Martinelli, Roberto Ottani e Dario Quaglia) assiste Luciano Malatesta, fratello di Milva Malatesta, per cercare di far luce sulla sua morte, provocata dando fuoco all’automobile in cui si trovava col figlioletto.

Anche il padre di lei, Renato, morì suicida anni prima in circostanze che sembrano più compatibili con un omicidio. In base alle indagini svolte dalla sua equipe, il 23 dicembre scorso l’avvocato Fioravanti ha presentato alla magistratura di Firenze una richiesta di riapertura congiunta delle indagini sulla morte della Malatesta, sugli omicidi delle mondane e sui duplici delitti del Mostro di Firenze. Motivo, la scoperta di un collegamento certo e significativo tra uno dei delitti del “Mostro” ancora privi di una soluzione giudiziaria e l’omicidio di una delle prostitute fiorentine.

Lo abbiamo intervistato.

Può chiarirci meglio di che si tratta?

Nei limiti del segreto istruttorio, visto che siamo in attesa di una risposta da parte della Procura. Le morti di prostitute di cui si sospetta un legame col Mostro di Firenze sono almeno cinque, ma ce ne sono altre che suscitano analoghi dubbi, ad esempio quella, nel 1980, del padre del mio assistito, trovato impiccato al soffitto coi piedi che toccavano terra… Finora non c’erano riscontri sicuri di un collegamento, ma noi siamo riusciti ad individuarne uno così solido da suggerire una ripresa delle indagini.

Ciò è possibile perché almeno tre delitti del serial killer sono ancora casi aperti, privi di una pronuncia giudiziaria, come del resto i delitti connessi. Anche se abbiamo sottoposto ai magistrati un collegamento tra una vittima del Mostro e una vittima collaterale diversa dalla sorella del mio cliente, riteniamo che la vicenda del Mostro, riguardante omicidi seriali compiuti dalla stessa mano, debba essere trattata in modo unitario, comprensivo dei delitti diretti e collegati. Così si riuscirà a spiegare anche il motivo della morte della sorella, del nipote e del padre del mio assistito.

Mi pare di capire che lei non è convinto della verità giudiziaria, sia pure parziale, sul caso del Mostro, che individua i colpevoli nei cosiddetti “compagni di merende”, Lotti, Vanni e, necessariamente anche se non formalmente, visto che morì prima di una sentenza definitiva, Pacciani.

Mio padre era certo dell’innocenza di Pacciani e si è battuto per dimostrarla adducendo fatti concreti e documentati. Si può pertanto dire che io sono cresciuto nella motivata consapevolezza di questa innocenza. A proposito degli omicidi collaterali, mio padre è stato audito dalla magistratura perugina nell’ambito di un’altra, famosa inchiesta connessa, riguardante la morte del dottor Francesco Narducci. In quella circostanza riferì che Pacciani riteneva che la verità sul Mostro andasse ricercata proprio nei concomitanti omicidi delle prostitute.

Lei pensa che l’eventuale riapertura del caso del Mostro nella direzione del suo esposto porti a un assassino solitario o a una responsabilità di gruppo?

In questa complessa vicenda, come so attraverso la profonda conoscenza che ne aveva mio padre, in troppe circostanze si sono verificate interferenze e financo azioni di depistaggio delle indagini per pensare che il Mostro fosse solo. Cito solo due esempi. Il primo riguarda il ruolo sospetto svolto da un funzionario dell’archivio del Tribunale di Perugia, poi macchiatosi di gravi reati dopo il trasferimento al tribunale di Firenze, nel recupero del fascicolo relativo al delitto di Signa del 68, contenente bossoli di proiettili Winchester serie H identici a quelli sparati dal Mostro negli altri sette duplici omicidi.

Il secondo tocca direttamente la mia famiglia: negli anni 90 lo studio di mio padre, che in quanto legale di Pacciani teneva un aggiornato archivio delle vicende investigative e processuali riguardanti il Mostro, ha ricevuto la visita di alcuni ignoti, che hanno sottratto materiale afferente all’inchiesta, in particolare il verbale di consegna alla magistratura da parte di mio padre di una lettera anonima contenente un lembo di pelle, presumibilmente di pube, poi sparita dagli atti, e copia di una lettera anonima contenente alcuni proiettili Winchester serie H, anch’essi depositati agli inquirenti.

Mostro di Firenze, il figlio del legale di Pacciani: “Indagate su altri delitti”

2 Febbraio 2023 Stampa: Cronaca Vera – Mostro di Firenze, il figlio del legale di Pacciani: “Indagate su altri delitti”
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