3 Maggio 1994, 9° udienza, processo, Pietro Pacciani

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Mauro MaurriVincenzo Lodato, Pietro Pacciani (NdR: interviene nella deposizione di Vincenzo Lodato), Giovanni Autorino

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Presidente: L’imputato… bene, buonasera. Allora l’imputato?
Sta arrivando.
Presidente: Bene e allora prima di ogni altra cosa diamo lettura di questa ordinanza. “La Corte di Assise a scioglimento della pregressa riserva, ritenuta l’opportunità di accertare quale fosse la presumibile altezza dell’imputato Pacciani Pietro alla data del 9 settembre ’83, anche in relazione alla documentazione su tale punto prodotto dal Pubblico Ministero, rilevato che alla specifica richiesta la difesa e l’imputato si sono dichiarati remissivi alle altre parti che va pertanto disposta perizia nel dibattimento nominando un collegio di periti i quali dovranno rispondere al seguente quesito: dicano i periti quale sia l’altezza attuale dell’imputato Pacciani Pietro e quale potesse essere, anche in relazione alla documentazione prodotta dal Pubblico Ministero all’udienza del 2 maggio ’94, l’altezza dello stesso Pacciani alla data del 9 settembre 1983. Per questi motivi nomina periti professor Carlo Fazzari, presso Istituto di medicina legale di Firenze, professor Chiarelli, presso l’istituto di antropologia di Firenze e il dottor Mario Cianciulli presso l’istituto ortopedico toscano, Viale Michelangelo, Firenze e ne dispone la comparizione avanti a questa Corte per l’udienza del giorno 24 maggio ’94, ore 11:00, per l’affidamento dell’incarico. Manda alla cancelleria per le comunicazioni. E questa alleghiamola al verbale, dopodiché signor Pubblico Ministero prego.
P.M.: Sì Presidente, vorrei sentire il professor Maurri ancora…
Presidente: Allora professor Maurri, ormai la strada lei la conosce professore. Buonasera, si accomodi. Prego signor Pubblico Ministero.



P.M.: Approfitto innanzitutto di una delucidazione sul caso di cui si è parlato stamani tante volte il professor Maurri avesse memoria su questo particolare di cui si parla nell’elaborato cioè questo, in quell’omicidio del 1984 furono rispettati dei capelli e il perito abbiamo sentito ieri ci ha parlato di come, a suo giudizio, si trattasse di capelli scuri, appartenuti a persona di capelli scuri, che è stato possibile per lui risalire al gruppo, gruppo A, se non sbaglio, eccome secondo il suo ricordo fece, lui perito, una sorta di comparazione per dire che probabilmente quei capelli erano del ragazzo, tant’è che il gruppo è lo stesso.
M.M.: Della ragazza?
P.M.: Del ragazzo.
M.M.: Ah, del ragazzo, dell’uomo.
P.M.: Lei… no, scusi del ragazzo, allora era il gruppo 0, comunque al di là del gruppo che erano del ragazzo perché erano mori. Lei ricorda qualcosa di preciso su questo aspetto di quell’analisi o il ricordo suo non è perfetto?
M.M.: Non ho ricordo preciso, però mi ricordo di aver parlato di questo particolare con il medico, che era il Marini, che fece questo esame.
P.M.: Quindi che voi non andaste oltre perché è come il gruppo sanguigno trovato sull’auto, era quello dei ragazzi, così i capelli che erano di colore castano scuro, comunque quel colore lì, uguali a quelli del ragazzo, il gruppo era lo stesso, vi fermaste?
M.M.: Sette o otto anni fa non era possibile arrivare a approfondimenti diagnostici quale si potrebbero fare oggi, ad esempio con il DNA.
P.M.: Sì, sì.
M.M.: Il DNA in Italia era ancora di là da venire.
P.M.: Bene, era questo… per vedere se lei aveva un ricordo ancora più particolareggiato ma il dato lo abbiamo già tramite quello che c’ha detto il dottor Marini.
Presidente: Che fossero capelli o peli il discorso non cambierebbe?
P.M.: Ce li ha descritti come, se non sbaglio, capelli perché erano lunghi che non avevano…
A.B.: Tagliati da poco.
P.M.: Ecco, ci ha fatto tutto quel tipo di discorso.
M.M.: La morfologia fra i capelli e i peli è lievemente diversa, ma comunque la costituzione è quella.
P.M.: Comunque ci spiegò come e perché fossero capelli, ce l’ha spiegato il dottore.
Presidente: Va bene, va bene.
P.M.: Bene professore parlerei ora… le domande che io le faccio son sempre le stesse anche se il caso purtroppo e un altro ancora, sono quelle di vedere di ricostruire dal punto di vista medico-legale i colpi che hanno colpito questi due… i giovani francesi, quali di questi siano mortali, quali siano da arma da fuoco e quanti, quali da arma bianca, poi successivamente dopo il suo ricordo vediamo di aiutarci con le foto.
M.M.: Si.
P.M.: Magari se intanto può farci una sintesi…
M.M.: Direi questo… per quello che riguarda il cadavere dell’uomo si potè allora mettere in evidenza che colpi di arma da fuoco cene dovevano essere tre, forse un quarto ma l’incertezza del numero deriva dal fatto che uno di questi colpi e forse due colpirono, interessarono gli arti superiori del tutto marginalmente il quarto e il quinto dito di una mano e quindi senza penetrare e riuscendo in definitiva a toccare solo tangenzialmente potrebbe essere stato benissimo che un solo proiettile avesse provocato più lesioni, le due lesioni al dito potrebbero… le lesioni alle due dita potrebbero essere originate sia da uno che da due proiettili, legioni tangenziali.
P.M.: Il dato più importante rispetto a questa una o… a questa lesione o queste lesioni comunque prodotte è l’assoluta ininfluenza sulla morte.
M.M.: Si signore.
P.M.: Bene.
M.M.: Così come lo era l’altro proiettile che andò a interessare ma anche questo non appieno un gomito che sicuramente produsse lesioni, direi, ricche di sangue ma certo non tali da compromettere la vita di quest’uomo che a mio parere non credo sia morto per i colpi d’arma da fuoco, anche per quello che è successo successivamente, che è accaduto in seguito.
P.M.: Per quanto riguarda colpi d’arma da fuoco non cene sono altri? Solo questi tre che dice lei? Tre colpi o due… prego…
M.M.: Diciamo due o tre agli arti superiori, un ultimo che potrebbe essere il terzo o il quarto alle labbra che ha colpito anche un dente ma che al solito non è penetrato quindi lesioni, direi, quasi insignificanti rispetto a tutto il resto.
P.M.: Rispetto alla causa morte, quindi il dato fondamentale che si può con lei ora focalizzare è questo: il ragazzo viene attinto da colpi di arma da fuoco, o perché sparati male o non sappiamo per quale motivo, assolutamente ininfluenti con la morte.
M.M.: Si signore.
P.M.: Quindi nei confronti del ragazzo questo è l’esito dei colpi di arma, vediamo allora come muore.
M.M.: Sappiamo che questo uscì dalla tenda…
P.M.: Deduciamo.
M.M.: Direi di si insomma e che fu raggiunto dalla persona…
P.M.: Lei andò sul posto?
M.M.: Si.
P.M.: Bene.
M.M.: Fu raggiunto dalla persona e fu colpito più volte con un’arma bianca…
P.M.: Ci può descrivere, ai fini di ricostruire in che modo fu colpito e qual è la presumibile dinamica di questa morte un po’ anomala rispetto a quelle che conosciamo… perché se non capisco male muore perché accoltellato…
M.M.: Si signore.
P.M.: Lei dice viene raggiunto probabilmente, allora a noi interessa ricostruire ora più dettagliatamente possibile come sia avvenuto questo accoltellamento per capire, per cercare di capire la dinamica.
M.M.: Ecco anche in questo caso cominciando dall’alto c’è un colpo di coltello vibrato però tangenzialmente per pressione leggera a livello del cranio ma che interessa solo i tessuti molli, ce n’è uno…
P.M.: Uno alla testa.
M.M.: Uno alla testa.
P.M.: Ci può dire perché lo ha scritto o perché lo ricorda quanti sono i colpi di arma bianca?
M.M.: Io ne ho notati complessivamente tredici.
P.M.: Bene, vediamo.
M.M.: Dunque uno è quello del vertice cranico che le dicevo, molto leggero, ce n’è uno…
P.M.: Vertice cranico posteriore… superiore…
M.M.: Si signore, proprio al vertice, in cima alla testa.
P.M.: Quindi… va be’ lo vediamo dopo in che posizione poteva trovarsi.
M.M.: Ecco poi ce n’è uno abbastanza importante al collo, c’è una ferita…
P.M.: Al?
M.M.: Collo.
P.M.: Collo.
M.M.: C’è una ferita che va dalla regione laterale sinistra del collo trasversalmente per fuoriuscire alla regione laterale destra.
P.M.: Quindi una bella coltellata… come si può dire noio profani?
M.M.: Una bella coltellata, si trapassante del collo e trapassante proprio perché tutto sommato ha interessato solo tessuti molli e una cartilagine della trachea, nessuna delle ossa locali, non l’osso ioide, non la clavicola, non la colonna cervicale, per questo attraversando tessuti molli è potuta riuscire trapassante, è da notare che quasi incredibilmente non ha colpito gli importantissimi vasi: le arterie e le vene e i nervi, che sono sia sul lato destro che sul lato sinistro, i muscoli della zona li ha tagliati è entrato nella trachea perforandola da una parte, perforandola dalla parte opposta…
M.M.: Tutto con un coltello?
M.M.: Tutto con un coltello, ecco, quindi ferita molto vistosa ma neanche questa certo mortale.
P.M.: Indipendentemente dal momento in cui è stata inferta rispetto a quelle mortali che dobbiamo ancora vedere…
M.M.: Certo, certo.
P.M.: Allora vediamo quelle… oppure in ordine forse dall’alto verso il basso? Come crede lei.
M.M.: Ecco io passerei ora a indicare quelle del torace, all’emitorace sinistro c’è una certa concentrazione di ferite, ce ne sono almeno tre, tutte alla regione sinistra, grosso modo alla parte anteriore dell’emitorace sinistro, queste sono sicuramente quelle mortali perché tutte e tre sono penetrate in cavità toracica, fra altro qualcuna anche interessando le costole e penetrando in cavità toracica hanno leso più volte il polmone sinistro, quindi lesioni multiple del polmone sinistro che come è facile intuire hanno portato ad un’emorragia importante, grave nel cavo pleurico sinistro.
P.M.: Ho capito.
M.M.: Emorragia interna alla quale può non aver corrisposto un’emorragia esterna altrettanto vistosa, poi ne ho annotate altre e una alla metà… due alla metà destra dell’addome e una alla metà sinistra ma mi sembra, per quanto mi ricordi, che non siano ferite penetranti in cavità perché gli organi addominali erano sani, non erano colpiti, non erano fatti oggetto di lesioni perché non c’era sangue nella cavità peritoneale, ce n’è un’altra alla schiena, anzi altre due alla schiena ma anche queste penetrano molto poco, tranne una che forse insieme a quelle dell’emitorace sinistro essendo stata portata sulla regione posteriore sinistra ha contribuito alla lesione del solito polmone sinistro.
P.M.: Mi sembra di poter almeno solo dedurre da quello che ha detto lei che potrebbero essere lesioni inferte mentre il giovane scappava? Si può dire questo o no?
M.M.: … Si può dire con una certa riserva. Quelle della schiena, ammesso che naturalmente scappando volgesse la schiena all’inseguitore, potrebbero essere abbastanza tipiche per lesioni inferte mentre corre, mentre forse è ancora in piedi, mentre si muove, quelle anteriori del torace forse un po’ meno perché si dovrebbe supporre in questo caso che l’inseguitore…
P.M.: Prima o poi sarà caduto a terra questo ragazzo…
M.M.: Caduto a terra.
P.M.: Andiamo avanti.
M.M.: Poi c’è un’altra ferita molto ampia al braccio sinistro, provocata anche questa non con infissione e penetrazione ma con strisciamento che ha interessato i tessuti molli e che ha prodotto un ampio squarcio ampiamente sanguinante ma anche questa come quella del collo più vistosa che pericolosa. Quindi in definitiva quelle mortali sono sicuramente quelle della parte anteriore dell’emitorace sinistro, forse anche quella della metà sinistra della schiena, tutte convergenti a ledere il polmone sinistro.
P.M.: Quindi il dato inequivocabile: ucciso col coltello?
M.M.: Si signore.
P.M.: Benissimo, vediamo le foto.
Presidente: Anche qui ricordo di non fotografare o riprendere.
P.M.: Vediamo un attimo la didascalia è la foto 38, insieme del cadavere di Kraveichvili Jean eseguito dal lato destro…
Presidente: Volevo dire una cosa, scusi, qui mi pare di vedere… se non ricordo male… sono già iniziati i fenomeni putrefattivi…
M.M.: Si abbastanza evidenti.
P.M.: magari c’è un quesito cui il professore ha risposto però riguarda, per fare un quadro completo, entrambi i cadaveri, quindi lo riservavo alla fine.
Presidente: Comunque premettiamo…
P.M.: Vediamo le ferite professore…
M.M.: Alla faccia esterna della coscia destra, quella zona bianca che si vede, sicuramente è un fatto putrefattivo post-mortale, ecco, questo, questa è sicuramente putrefazione.
P.M.: Vediamo se da qui si vede qualche ferita…
M.M.: Mi sembra di aver visto qualcosa al gomito destro…
P.M.: Al gomito saliamo un po’ più a sinistra… ecco…
M.M.: Ecco… c’è un foro proprio in corrispondenza della faccia estensorea del gomito che è uno dei fori del proiettile dell’arma da fuoco, invece lo squarcio al di sopra di questo è quello prodotto con il coltello per strisciamento abbastanza violento, probabilmente il foro sottostante ci sono tre forellini, quello di sopra più piccolo, più regolare, nerastro, è l’ingresso, l’uscita potrebbe essere quello immediatamente al di sotto, quindi con un tramite di, direi, pochissimi centimetri mentre il terzo, ancora inferiore, è probabilmente un fatto putrefattivo o un fatto escoriativo, questo proiettile entrando tangenzialmente ha fatto scoppiare le ossa della regione ma insomma…
Presidente: Ha fatto scoppiare?
M.M.: Le ossa del gomito, l’omero in particolare.
Presidente: quindi praticamente il braccio era ciondoloni?
M.M.: Si, si certo.
P.M.: Andiamo avanti, grazie, sono sempre… ecco visto da sinistra, il rilievo 39…
M.M.: Anche qui quelle chiazze biancastre che si vedono sullo sfondo bruno sono da tanatologia, postmortali, putrefazione.
P.M.: Proviamo a vedere se vediamo qualche foto più da vicino se ci consente di rilevare meglio le ferite…
M.M.: Qui non sono in grado di…
P.M.: Andiamo avanti forse sono troppo…
Presidente: Foto numero?
P.M.: Ecco questa è la successiva: la foto numero 40 “Insieme del cadavere vista dall’alto”;
M.M.: Non è proprio dall’alto ma insomma… Anche qui si vede poco, perché i colpi d’arma bianca sono localizzati alla regione dell’emitorace sinistro che non si vede o si vede male.
P.M.: Allora andiamo avanti, andiamo avanti.
M.M.: Se si potesse ingrandire la schiena.
Presidente: 41 questa è…
P.M.: La 41, è una veduta posteriore del cadavere del ragazzo. Proviamo a fare degli ingrandimenti.
M.M.: Anche qui le macchie biancastre sono distacco della cute da fatti post mortali. Ecco questa è sicuramente una ferita da punta e taglio fra le due macchie bianche… quella ovale… ferita da punta e taglio. Anche lì si vede benissimo il bordo inferiore il bordo inferiore che smusso, rotondeggiante e l’angolo superiore che è acuto.
P.M.: Benissimo, molto chiaro, andiamo avanti. Scusi, vabbè, qui mi sa che purtroppo vediamo poco, è inutile.
M.M.: Si c’è la putrefazione che maschera moltissimo.
P.M.: Andiamo avanti.
M.M.: Questo è proprio un gigantismo della faccia da fatti putrefattivi.
P.M.: Qui è una ferita, la 43.
M.M.: Ecco, questo è lo squarcio del braccio di cui parlavo.
P.M.: Continuo sul braccio sinistro.
M.M.: E’ proprio un affondamento deciso.
P.M.: Andiamo avanti, avevamo il suo racconto e ci aiuta forse più delle foto.
Presidente: Foto 44.
P.M.: Particolare del piede destro.
M.M.: Credo che qui sia stato interessante fotografare gli spruzzi di sangue che ci sono sul piede, alcuni dei quali sono, direi, abbastanza regolarmente rotondi, altri invece proprio a tipo di spruzzo diretto, direi, dal calcagno verso la punta dei piedi ad indicare che probabilmente questi provenivano dalle ferite inferte con l’arma bianca: mentre questo tale fuggiva a un certo punto il sangue è caduto dalle ferite alte sul dorso del piede con una certa direzione.
P.M.: Andiamo avanti.
M.M.: Però non sono molto significative anche queste.
P.M.: E’ la 45: particolare della pianta del piede sinistro. Ecco, professore, interesserebbe capire se è possibile stabilire oggi che il ragazzo, non so, ha fatto una corsa, no, era scalzo, si può dire qualcosa, o bisogna dedurlo da altri fattori e non dalle ferite? Dopo vediamo il terreno com’era.
M.M.: Si direi che qui mi sembra di vedere delle piccole escoriazioni proprio – ecco, la parte superiore ora è inquadrata – due o tre brunastre. Lì…
P.M.: Presumo che le foto della piante le avete fatte per questo motivo no?
M.M.: Si certo.
P.M.: Altrimenti non si capisce…
M.M.: Perché il terreno ovviamente era ineguale e sicuramente ci saranno stati dei sassolini, dei frammenti di…
P.M.: Quindi questo ragazzo è scappato scalzo? Calzature non ne abbiamo trovate.
M.M.: Certo, certo.
P.M.: Andiamo avanti, il dato è questo. Ecco, sono finite le foto dell’uomo. Dovremmo prendere un attimo quella foto relativa…
M.M.: Sinistra.
P.M.: Sinistra.
P.M.: … relativa all’ubicazione del cadavere del ragazzo nel cespuglio, per intendersi. Vorrei chiederle professore, vedendo questa foto, si possiamo dire qualcosa in merito a come il ragazzo, rispetto a quelle ferite, si sia trovato in questa stranissima posizione. Vogliamo prima fare la foto della chiazza di sangue, prima di questa? Non so se lei ricorda che il luogo è così composto, addirittura, scusate, facciamo il disegno.
M.M.: Il disegno è chiaro.
P.M.: Ecco, facciamo un attimo il disegno, professore, così, lei ricorda che, accanto alla radura della tenda – sulla destra rispetto a noi che guardiamo il disegno – abbiamo, andiamo tutto a destra, abbiamo il cadavere – Lo vede? – nella… e quell’H che sarebbe la macchia.
M.M.: Quella macchia di sangue, si, alla H, dovrebbe essere H.
P.M.: Ecco, rispetto ai suoi dati – che sono: un sopralluogo che ha fatto personalmente, la macchia di sangue, il cadavere che si trova in quella posizione, le ferite che ci ha descritto – è ipotizzabile ricostruire come e dove è stato aggredito, e come poi può essere arrivato in quella posizione? Sono stati trovati, non so, segni di trascinamento oppure no. La macchia dove era adagiato presentava dei segni? Ci ha detto il sottufficiale della scientifica stamani che si ricorda di una sua particolare attenzione nel guardare questa macchia, sono ricorda, eh?
M.M.: Si perché, dunque, quella la macchia di sangue era di una discreta dimensione e quindi ci indica che in quel punto lì questo povero ragazzo deve essere rimasto un certo tempo, anche se non particolarmente lungo ma tuttavia sufficiente perché dalle ferite sgorgasse quella non indifferente quantità di sangue e si depositasse lì. Io ritengo che quello possa essere sangue di provenienza massivamente da quello squarcio del gomito destro che abbiamo visto più volte.
Presidente: Del gomito.
M.M.: Si.
P.M.: Che fa pensare questo stazionamento a una morte avvenuta lì o no? Comunque si è fermato lì in qualche modo?
M.M.: Fermato di sicuro, forse, non so perché si è fermato ma insomma qualche secondo…
P.M.: O è stato fermato.
M.M.: … qualche secondo ci deve essere stato perché si…
P.M.: Forse di più a guardare…
M.M.: Si certo perché si depositasse questa macchia di sangue. Quanto, con precisione, non sono in grado di dirlo perché, ripeto, la ferita più abbondantemente sanguinante era quella del gomito destro ma anche le altre un pochino sanguinavano. Per di più, non sappiamo quanto sia penetrato in profondità il sangue, in quella zona lì che, se non ricordo male, era un pochino sabbiosa. Quindi un pochino di tempo ci potrebbe essere stato. Potrebbe anche essere caduto lì morente, se non già morto, un po’ di tempo con il gomito in quel punto che ha poi fatto, dal quale poi è sgorgato il sangue che si è depositato direttamente al suolo.
P.M.: Ecco, rispetto alla posizione all’interno di quella macchia si può dire qualcosa o non siamo in grado dal punto di vista medico legale di dire niente, nemmeno di possibile e quindi le supposizioni le lasciamo fare alle parti.
M.M.: Rispetto alla posizione della macchia?
P.M.: Si, come mai se lì, come lei dice e come è possibile, c’è stato un momento in cui questo ragazzo si è fermato – o perché è stato fermato, o perché è morto lì, o perché non sappiamo – come può poi trovarsi messo con la testa e con i piedi dalla parte opposta…
M.M.: Si non sono in grado di dire nulla.
P.M.: Da solo non c’è andato.
M.M.: E’ difficile che ci sia andato da solo anche perché…
P.M.: Anche perché la posizione…
M.M.: … anche perché poi, se non mi ricordo male, i piedi erano un pochino sollevati da terra.
P.M.: Prendiamo la foto, forse il professore non lo ricorda…
Presidente: Esattamente.
M.M.: E poggiavano su un ramuscolo, su un ramoscello di un arbusto di Erica.
Presidente: C’erano queste frasche che gli tenevano…
P.M.: Che lo rialzavano perché la frasca è un po’ fitta nonostante tutto, è di qualche cosa di robusto. Poi ci sono i barattoli ma… Vuol vedere, scusi, si vede bene, benissimo no, ma si capisce, no? Li vede i piedi?
M.M.: Insomma aveva i piedi poggiati…
P.M.: Eccoli laggiù.
M.M.: Ecco si vede… su qualche ramuscolo di Erica a distanza di qualche centimetro da terra, questo di sicuro, con i piedi in alto e la testa in basso poggiata al suolo.
P.M.: Comunque abbiamo visto nel disegno molto, diciamo, inserito nella macchia, ecco, non prospiciente.
M.M.: Si.
P.M.: Quindi ci sono, lei ha trovato segni che consentissero di dire che qualcuno ce l’ha messo, ce l’ha trascinato, ce l’ha buttato, ce l’ha portato? O sono considerazioni che dal punto di vista medico legale non si possono fare e quindi va ricostruito con la prova generica se c’è?
M.M.: Abbiamo solo guardato con attenzione i cespugli ai due lati del cadavere perché cercavamo degli arbustelli, dei ramuscoli spezzati, recentemente spezzati, non ne abbiamo trovati. Questa è l’unica cosa che possiamo dire, che ci può portare a qualche illazione.
P.M.: No illazioni professore io…
M.M.: Abbiamo trovato…
P.M.: … non intendo farne.
M.M.: … i ramoscelli delle due piante di erica a destra e a sinistra del cadavere non presentavano significativi rotture, quali si potrebbero ipotizzare per l’appoggio violento di un corpo, eccetera, eccetera.
P.M.: Lei ha ricordo di segni fra la macchia e quella zona, cioè se in quel tratto che c’è stato descritto come non lungo, anzi piuttosto breve – stamani l’ispettore ci ha detto anche quanto potrebbe essere, abbiamo quel disegno che ci consente di fare anche le misurazioni – lei ricorda se in quel pezzo, fra la macchia di sangue piuttosto ampia e…
M.M.: La tenda.
P.M.: No, no, fra la macchia di sangue che abbiamo visto ora H e il punto dove era il ragazzo – se io posso supporre, ma è una semplice supposizione, c’ha detto lei, che sia morto o caduto lì – come dal lì è andato a…
M.M.: Per quanto mi ricordo, il terreno non presentava…
P.M.: Segni evidenti.
M.M.: Era muto, ecco. Era muto.
P.M.: Quindi, era muto, perfetto.

P.M.: Passiamo alla ragazza. Segni d’arma da fuoco prima.
M.M.: Certo anche qui colpi d’arma da fuoco… e colpi d’arma da fuoco, se non mi ricordo male, quattro di cui tre alla testa. Di questi tre alla testa però uno, poco più che tangenziale alla fronte, è entrato in un certo punto della fronte e è uscito, senza scalfire neanche le ossa del cranio, dopo pochi centimetri. Un secondo…
P.M.: Quindi il primo sicuramente non influente ai fini della morte.
M.M.: Quasi di striscio, poco più che di striscio. Anche il secondo più o meno è lo stesso. Il terzo dei colpi alla testa – ma il terzo, voglio dire, non cronologicamente –
P.M.: No, no il numero tre.
P.M.: Quello che io descrivo per terzo è quello che è penetrato e naturalmente ha sfracellato la massa encefalica e quindi ha determinato la morte della donna.
P.M.: Sicuramente mortale. Altri colpi d’arma da fuoco?
M.M.: Si, c’era un quarto colpo d’arma da fuoco sulla donna ed era al livello della regione latero cervicale sinistra, ma anche questo è un colpo che ha interessato del tutto superficialmente, non è penetrato in cavità e non credo che abbia avuto un’influenza proprio nel determinismo della morte.
P.M.: Quindi uno solo con l’arma…
M.M.: Mortale.
P.M.: … da fuoco, mortale.
M.M.: Si penetrato in regione frontale.
P.M.: Al di là delle mutilazioni ci sono colpi d’arma bianca, segni d’arma bianca diversi, lo ricorda?
M.M.: Non me lo ricordo con precisione, ma mi sembra di no.
P.M.: Lo vediamo poi sulle foto.
M.M.: Si.
P.M.: Allora vediamo le caratteristiche delle scissioni. Che caratteristiche hanno in questo caso?
M.M.: Quella della mammella, intanto, alla solita identità topografica – la mammella sinistra – ha la solita identità, direi, per quanto riguarda il pezzo asportato: la completa asportazione della mammella. Una volta di più direi che il taglio è stato abbastanza rapido, abbastanza deciso e preciso. Se non mi ricordo male, ma questo si vede meglio dalle fotografie, non ci sono gli quelle intaccature, quelli lembetti di cute o ce n’è in misura molto meno evidente.
P.M.: Vediamola subito, via, sennò ci mettiamo…
M.M.: Forse si vede dalla fotografia.
P.M.: Vediamo le escissioni. Non questa, andiamo direttamente, poi… Andiamo a quella al seno.
Presidente: Ecco foto numero?
P.M.: 35.
Presidente: 35, benissimo.
M.M.: Ecco, se posso avvicinarmi, ho l’impressione che i margini di questa ferita per l’asportazione della mammella siano molto più netti delle precedenti. Facendo il solito paragone del quadrante dell’orologio, ce n’è una appena accennata qui verso le otto, appena, e vogliamo vedere tutto il contorno, per piacere?
P.M.: Qui sembra…
M.M.: Questa abbastanza importante… alle dieci.
Presidente: Ore dieci, eh.
M.M.: Alle dieci, che coincide topograficamente, grosso modo, con qualche altra, con simili viste in precedenza.
Presidente: Con quella precedente della Rontini.
A.B.: (voce fuori microfono) Ma è a ore dieci visto male, Presidente, scusi eh…
P.M.: No è visto come vediamo ora, non rispetto al corpo della ragazza.
Presidente: Visto secondo l’orientamento della fotografia, vogliamo vedere la didascalia per Cortesia. Ecco, secondo l’orientamento della fotografia, l’orientamento sull’album. D’accordo?
P.M.: Benissimo questo è…
Presidente: Soltanto perché sia chiaro anche dopo. Poi mi pare di vedere delle… cosa sono professore?
M.M.: Qualcosina qui.
P.M.: Eh, cercavo…
M.M.: Allora, l’altra intaccatura che si vede qui, eccola qui – ah no scusi – eccola qui, e c’è…
P.M.: Questi segni cosa sono?
M.M.: … questa serie di – mi sembra che siano sette – lezioncine escoriative lineari, graffi, tanto per intendersi, che non vuol dire però che siano prodotti da unghie, che colpiscono perché sono abbastanza altimetriche e parallele fra loro, nella stessa direzione ed equidistanti.
P.M.: Cosa possono voler dire, se parlano dal punto di vista medico-legale? Se non dicono nulla ci dica il dubbio.
M.M.: Con sicurezza io non ho saputo interpretarle. Potrebbe essere il segno della costola dell’arma bianca che le ha prodotte, ma in tal caso – sempre come ipotesi – si dovrebbe ammettere che la costola non fosse liscia, che avesse delle zigrinature, una sagomatura, delle dentellature.
P.M.: E’ un’ipotesi.
M.M.: E’ un’ipotesi.
Presidente: La costola, scusi se mi inserisco io, non potrebbe essere usata di sbieco e quindi con la parte…
M.M.: Si seppero, diciamo, in un coltello normale, un’arma da punta e taglio normale, la costola è liscia, lunga qualche millimetro. Qui non è liscia, c’è qualcosa che sporge, qualche dentino che sporge a distanza regolare e simmetrica.
P.M.: Non potrebbe essere l’azione, il coltello non perfettamente parallelo che, per qualche motivo anatomico, perché incontra il costato o cose del genere, se inserito – perché purtroppo qua è difficile anche parlare con questi reperti – possa aver cagionato quelle…
M.M.: Scalfito la cute prima di penetrare.
P.M.: Prego?
M.M.: Scalfito la cute, escoriato.
P.M.: Esatto, oppure mentre la lama era da una parte, la costa del coltello – andiamo avanti – batteva?
M.M.: Si, potrebbe essere…
P.M.: Cioè, che, volevo dire, che non ci dica niente di preciso su come è la costola del coltello – e che possa essere un coltello normalissimo – e la causa di quelle linee parallele sia data dalle modalità del taglio e non dalle caratteristiche del coltello? Cioè, capisce professore, perché essere così certi su un coltello zigrinato o meno, io non lo so. Se voi avete questa certezza la prendiamo.
M.M.: No, no, è un’ipotesi.
Presidente: La certezza non ce l’ha.
M.M.: E’ un’ipotesi.
Presidente: Siamo a ipotesi via.
P.M.: Bene, perfetto.
M.M.: Direi che, posso rispondere?
P.M.: Si, si, prego, prego.
M.M.: Direi che non mi sembra impossibile, ma poco probabile che queste lezioncine, questi graffi paralleli, siano stati provocati nella maniera che lei diceva, proprio perché sono perfettamente paralleli e perfettamente equidistanti fra loro.
P.M.: Bene. Andiamo all’altra escissione.
A.B.: Non ho capito scusi, e quindi?
M.M.: Sono perfettamente paralleli fra loro.
A.B.: Si ma e quindi sul piano ricostruttivo? Scusi…
P.M.: Nessun problema.
M.M.: Sul piano ricostruttivo tenderei a preferire l’ipotesi che ho avanzato prima.
A.B.: Come?
M.M.: L’ipotesi che ho avanzato inizialmente.
A.B.: Cioè?
M.M.: Della costola, della lama che non fosse perfettamente liscia, uniforme, ma con qualche dentellatura.
A.B.: Ecco scusi Presidente, io non so se posso intervenire, per non ritornarci sopra su questo punto.
P.M.: Forse abbiamo un’altra foto…
A.B.: No, ma siccome vedo…
P.M.: … che ci può aiutare, sempre per lo stesso tipo di domanda.
A.B.: Questa foto qua.
Presidente: Benissimo, la foto numero?
P.M.: E’ la foto successiva, questa, eh…
A.B.: Si, questa qua mi interessa, dico questa foto mi interessa…
Presidente: 36.
A.B.: …che è diversa da quella.
Presidente: Vediamola.
P.M.: Particolare della mammella sinistra asportata.
A.B.: Però prima parli lei, poi, se lei me lo consente… Ah, no.
P.M.: Io non ho, allora la mia domanda è semplice, professore, vedendo questa foto che ha come minimo un’angolazione diversa, se lei la esamina con un po’ di pazienza e attenzione, ci dice qualcosa di diverso da quello che ha detto finora?
M.M.: Intanto diciamo che questo è probabilmente un colpo d’arma da fuoco, anzi lo è sicuramente: quello che toccò il torace sinistro alla donna, ma che non penetrò per nulla, quindi ininfluente.
P.M.: No, no, quello era quello di prima, attenzione. Ecco. Bene.
M.M.: Colpo d’arma da fuoco, il proiettile è stato rinvenuto lì, non è penetrato. Se si può mettere un pochino più a fuoco il resto.
P.M.: Si vedono bene queste righe parallele.
M.M.: Ecco, ora si vedono abbastanza bene. Dottor Canessa io non so formulare ipotesi.
Presidente: Ma non possono essere, professore, perché qui sembra di vedere che potrebbero essere, semmai, delle prove di incisione per il taglio, non so. Sembrerebbero, poi lei se ne intende…
P.M.: Non volevo azzardare tanto, aspettavo che il professore si dicesse…
Presidente: Questa foto non lo so, aggiudicarla così, sembrerebbe – se non vediamo male, però, professore – delle incisioni che seguono il giro della mammella.
M.M.: E’ vero, però… potrebbe anche essere… francamente non sono in grado di dirglielo.
Presidente: Sono tre, non lo so.
M.M.: Vi ripeto, la cosa non mi colpisce è questa: l’andamento parallelo.
P.M.: Il che sono parallele.
M.M.: E la distanza che è costante fra le varie…
P.M.: Scusi, professore, insisto in quello che dicevo io pur non avendo nessunissima conoscenza di quel tipo di tagli. Volevo dire questo, non è possibile che il modo dell’asportazione, cioè come si viene a trovare la mammella nel momento in cui la taglia, perché noi non sappiamo – e non so se lei è in grado di dirci qualcosa – perché noi troviamo la ragazza dentro la tenda. Voi supponete – sia voi che altri periti che dopo hanno esaminato questo reperto – che possa essere anche avvenuta un’operazione simile dentro la tenda. Ipotesi ovviamente. E allora, potrebbe essere un reperto compatibile con una situazione in cui questa…
A.B.: Per Cortesia faccia la domanda, scusi!
P.M.: E’ questa!
A.B.: No, faccia la domanda senza dire: “potrebbe essere”.
Presidente: Pubblico Ministero, facciamo la domanda sennò qui…
A.B.: Eh scusi sennò dirà sempre si.
P.M.: Benissimo. Allora, dovuto alla posizione della mammella nel momento dell’escissione? Questa è la domanda.
M.M.: Si potrebbe essere anche questo.
P.M.: Non ho altre domande.
A.B.: Ecco, mi scusi Presidente. Le domande come le fa il Pubblico Ministero, ora le potrei fare io, ma non gliele faccio, perché io avrei questo diritto, ma non gliele faccio.
A.S.: Presidente.
Presidente: Scusate un momentino, un attimo sento il Giudice a latere. Esclude lei, professore, che siano pieghe – ora, perché il corpo naturalmente è stato abbastanza strapazzato – che queste potessero essere pieghe della pelle che con…
P.M.: Era la mia domanda, io cercavo…
M.M.: Che si sia meccanicamente sollevata e distaccata, direi di sì. Lo escluderei, proprio perché vede? Un po’ di sangue c’è, quindi questi sono fatti vitali o in “limine vitae”.
Presidente: Dunque, signori, il Pubblico Ministero è lui che sta conducendo l’esame, se sono cose assolutamente conferente col suo…
P.M.: Sennò volevo finire e poi…
Presidente: … consenso possiamo intervenire anche con altre.
A.B.: Presidente, sono d’accordo che il Pubblico Ministero… anche la difesa qualcosa dovrà pure dire.
P.M.: Come tempi, come tempi, appena ho finito.
Presidente: Va bene, però Signori, d’accordo, se c’è consenso.
P.M.: C’è consenso, c’è consenso.
Presidente: Allora la difesa.
A.B.: Dato che c’è questa consensualità, io le domando – grazie – le domando: io ho letto, mi sembra di aver letto – nonostante la mia tarda età e quindi ho gli occhi che vanno via – ho letto circa 10 linee cominciando da quella più piccola, che si vede in alto a sinistra, si vede – ancora più in là, ancora più a sinistra – circa 10 linee, guarda caso tutte parallele.
M.M.: Si. Se questa è la prima, mi sembra…
A.B.: O la seconda dovrebbe essere.
M.M.: Si. 9,10.
A.B.: 9, 10. Ecco, ed è un po’ tutto un disegno di linee parallele – pressoché parallele – un pò anomalo sotto il profilo del tentativo. Il tentativo, in genere… no, professore, io sto domandando. È possibile che questo sia un arnese particolare adoperato, non lo so. Unghie non sono.
M.M.: No.
A.B.: Ecco, infatti ho detto unghie non sono. È possibile che sia un arnese adoperato particolare o qualche cosa che indica? Non so, io domando a lei.
M.M.: Avvocato, io arnesi che possono produrre lesioni di questo tipo non me ne vengono in mente.
P.M.: O rastrelli.
M.M.: Rastrello ovviamente… direi di no, per quanto so io e per quanto conosca gli oggetti di uso più comune.
A.B.: Comunque è un mistero, mi scusi, è un mistero che queste lesioni siano di questo tipo, che hanno lasciato questi disegni.
M.M.: Devo confessare che non sono riuscito a spiegare l’origine di queste lesioni.
A.B.: Ecco, allora le faccio un’altra domanda ed è questa. Siccome queste lesioni, queste tracce, sono meno profonde di quelle che hanno poi escisso, evidentemente, la parte mammaria di questa ragazza, le domando se queste lesioni possono essere state prodotte oppure no dallo stesso arnese che ha escisso, oppure può essere un arnese diverso? Le domando, così.
M.M.: Avvocato, dal momento che io non riesco a spiegarne la genesi, è chiaro che non posso escludere poi che possa essere stato un altro arnese.
A.B.: Grazie.
M.M.: Io ho il vizio iniziale e non sono riuscito a spiegarmi il perché.
A.B.: Professore, ma io, io la ringrazio della sua grande serenità intellettiva e intellettuale. La ringrazio.
Presidente: Bene, professore, allora potrebbe essere che l’assassino si sia così, tra virgolette, “divertito” a fare giri con la punta del coltello su questa mammella?
M.M.: Certo, potrebbe essere ma una volta di più, con una andamento perfettamente simmetrico e equidistante. Potrebbe essere.
Presidente: Signor Pubblico Ministero.
P.M.: Grazie, Presidente. Vediamo se abbiamo qualche termine di paragone, o comunque qualche elemento che ci consenta di avere maggiori conoscenze sulla escissione del pube. Lei ricorda qualcosa di particolare?
M.M.: Sì, mi sembra che grosso modo, non ci siano grosse differenze con quanto si era visto in precedenza. Forse una minore regolarità per quello che riguarda la esposizione del piano muscolare sottocutaneo dopo l’asportazione della pelle.
P.M.: Minore regolarità.
M.M.: Minore regolarità. Ci sono delle piccole sporgenze, delle piccole rientranze. Non è una superficie perfettamente pari.
P.M.: Vogliamo vedere l’immagine? La foto 37.
Presidente: 37.
P.M.: Particolare della regione pubblica.
M.M.: Vede, non è particolare… non è, diciamo, regolare, liscia, come nei casi precedenti, perché qui c’è un po’ di muscolo della regione – è quello dal colorito rosso scuro – che sporge, che è stato scoperto. Mentre tutto il resto nella regione colorito giallo, c’è ancora il grasso, l’adipe che ricopre il muscolo. Quindi, il punto in cui viene alla luce il muscolo, la sezione è stata un pochino più profonda che non nelle altre zone di colorito giallastro.
P.M.: Vediamo se abbiamo qualche altra foto, se serve. Sennò possiamo, possiamo farne a meno. Benissimo. Professore, rispetto a quella domanda che le facevo io e che nasce dall’elaborato, c’è la possibilità, da questi reperti, di dire qualcosa sul come sono stati prodotti – come posizione – dal momento che la ragazza è stata trovata nella tenda? Oppure è un terreno su cui si possono fare solo ipotesi e allora le lasci fare a noi?
M.M.: Ora, se non ricordo male, dalle fotografie viene fuori che la ragazza, la ragazza è stata presa…
P.M.: Prendiamo la foto della tenda.
M.M.: È stata fotografata dentro la tenda, direi, e in decubito laterale, con le ginocchia flesse.
P.M.: Sì, sì, ce ne sono più d’una.
M.M.: Ecco. In posizione di fianco. È stata fotografata in posizione di fianco.
P.M.: Ecco, qui ce n’è una.
M.M.: Mi sembra sul fianco destro.
P.M.: C’è tutto quel gran sanguinamento.
M.M.: Sul fianco sinistro.
P.M.: Quindi lì la ragazza c’è stata un po’.
M.M.: Sì. È chiaro che in questa posizione non si può essere fatta né asportazione della mammella, né tantomeno l’asportazione del pube.
P.M.: Era questo che volevo mettere in evidenza.
M.M.: È altrettanto chiaro che il cadavere deve essere stato in posizione supina, con gambe divaricate.
P.M.: Ecco, si può dire qualcosa – dal momento che lei ci ha messo in evidenza come, almeno quell’escissione del pube è irregolare – sulla posizione in cui si trovava la ragazza al momento della escissione, così come quei segni sulla mammella? O sono terreni in cui il medico legale non ci aiuta?
M.M.: Non sono in grado di darle una risposta. Forse solo questa, ma non so se risponde alla domanda, che le mutilazioni debbono essere state effettuate mentre il corpo della ragazza era ancora dentro la tenda, sotto la tenda.
P.M.: Questo, questo volevo. Come mai dice questo?
M.M.: Perché c’è stato…
P.M.: Questo lo ritengo anch’io dagli altri elementi, però se anche il medico legale lo dice.
M.M.: Più che altro lo deduco dal fatto che c’è una perdita di sangue abbastanza importante proprio nel punto, ecco, nel punto che parte grosso modo apparentemente dalla testa della ragazza. Tutto quel sangue lì non può essere conseguenza delle ferite che ha avuto la ragazza in vita. È sicuramente conseguenza dell’azione mutilante effettuata quando, probabilmente, un po’ di circolazione c’era ancora, quindi in “limine vitae”. E quindi in questo modo. Non può aver perso tutto quel sangue dalle feritine superficiali.
P.M.: Benissimo professore.
M.M.: Quella mortale non ha sanguinato per nulla all’esterno, o pochissimo.
P.M.: Perfetto.
M.M.: Hanno sanguinato quelle superficiali, ma non in maniera così abbondante.
P.M.: Perfetto. Veniamo all’altro argomento che è quello che può avere importanza per altri elementi relativi al fatto che poi il P.M. introdurrà, quello dell’allora – scusi, sì, – forse, diciamo l’ora in cui può essere avvenuta la morte, sulla base di quello che emerge dai fenomeni putrefattivi. Voi date delle indicazioni, fate un lunghissimo discorso per cercare di spiegare come, secondo voi, la morte non era poi avvenuta da tantissime ore. Parlate di 1618 ore.
M.M.: Si.
P.M.: Quindi sono stati trovati da lei e da chi è intervenuto, intorno al primo pomeriggio, primissimo pomeriggio del lunedì. Voi parlate della notte, le prime ore della notte della domenica, grossomodo.
M.M.: Sissignore.
P.M.: Della notte fra domenica e lunedì. Come mai questi elementi? Sulla base di quali considerazioni?
M.M.: Credo che lo si possa confermare, sia pure con i limiti in difetto ed in eccesso che dà il calcolo cronologico della tanatologia, perché è vero che i fenomeni putrefattivi sono molto diversi sul cadavere della donna, rispetto a quello dell’uomo.
A.B.: Ecco.
M.M.: Il che potrebbe far pensare che la morte della donna sia avvenuta in tempo sensibilmente…
P.M.: In ore sensibilmente diverse.
M.M.: …anteriore, rispetto a quello dell’uomo.
P.M.: Invece?
M.M.: Ma ritengo che non sia vero. Tutto questo dipende dalle circostanze del microambiente in cui poi sono rimasti i cadaveri dopo la morte. L’uomo è rimasto all’aperto; per di più in parte, non poggiante completamente a terra sul prato, con tutto il corpo; in una zona direi discretamente fresca, in una nottata di settembre. Quindi processi tanatologici discretamente rallentati rispetto, anzi, notevolmente rallentati…
P.M.: Più rallentati di quelli della donna.
M.M.: … rispetto a quelli della donna che è rimasta chiusa in questa tenda, in questo ambiente quindi confinato e limitatissimo, sicuramente surriscaldato e attraverso il quale non c’è stato per forza che una, forse, insensibile ricambio di aria. Tutto questo quindi, facilita i processi putrefattivi e li rende molto più evidenti, anche se, ripeto, credo di poterli collocare – le due morti – credo di poterle collocare nello stesso arco di tempo, a distanza di pochi minuti.
P.M.: E come mai allora, una volta stabilito che i fenomeni putrefattivi sono diversi, sono dovuti a queste diverse circostanze, come possiamo risalire alle 16-18 ore? Sulla base di quali altri elementi?
M.M.: Ora non mi ricordo quale fosse il contenuto gastrico di quei cadaveri.
P.M.: Ecco, voi fate una lunghissima descrizione e comparazione in letteratura su questi argomenti, per cui arrivate a fare delle conclusioni di questo tipo. Cioè, il ragionamento si basa su questo tipo di elementi: il contenuto gastrico…
M.M.: Sì, sì.
P.M.: … e i fenomeni esterni.
M.M.: Anche il contenuto gastrico è importante. Ma devo dire questo: che il processo putrefattivo agisce sia pure indirettamente, anche sul contenuto gastrico; e il calore ambientale, come favorisce la putrefazione dei tessuti esterni, può favorire anche la putrefazione dei tessuti interni, e quindi in qualche modo influenzare il contenuto gastrico, l’aspetto del contenuto gastrico. Io direi che, forse, in questo caso qui, dei due cadaveri, quello che ci può dare lumi più vicini allo standard medio è quello dell’uomo.
P.M.: Perché è in condizioni più naturali di quelle…
M.M.: Esattamente, è meno esposto di quello della donna, a una serie di fattori micro ambientali che hanno enormemente accelerato la tanatologia sul cadavere della donna.
P.M.: Ecco, professore, allora se come è successo qualcuno sulla base di ragionamenti meno perfetti, meno particolari di come avete fatto voi, da una soluzione diversa per quello che riguarda l’orario, può darsi che sbagli lui.
M.M.: Può darsi che sbagli lui. La tanatologia è un…
A.B.: Presidente, il Pubblico Ministero non beve…
Presidente: Non facciamo commenti.
A.B.: No, mi scusi Presidente. Io non faccio commenti…
Presidente: Io lo dico al Pubblico Ministero.
A.B.: Ecco, questa non è una domanda…
P.M.: No, io chiedo, chiedo al teste…
A.B.: Non può aggiungere la risposta.
P.M.: Chiedo al teste, dato che ci ha già detto che è così sicuro…
A.B.: Chiede un giudizio che non può dare su questo punto, scusi!
Presidente: Signor Pubblico Ministero.
P.M.: Bene. Ritirata la domanda, ho finito.
Presidente: Il teste ha risposto. Se poi qualcuno dice diversamente sarà lei, nel momento e nella sede opportuna a farlo rilevare.
P.M.: No. Volevo che il professore ci dicesse qual è il ragionamento, di modo… – come ha già fatto – di modo che poi si utilizzi. Bene. Non ho altre domande al professor Maurri. Grazie.

Presidente: Avvocato Santoni Franchetti di parte civile.
A.S.F.: Professore, la prima domanda attiene alla morte di Jean Michel Kraveichvili. Innanzitutto, per capire meglio la dinamica del momento finale, cioè quando lui viene attinto dai colpi di arma bianca – perché lui muore, come lei ci ha detto per i colpi di arma bianca, non per quelli di arma da fuoco – vorrei sapere perché non mi risulta ora, quale era l’altezza di questo ragazzo. Se lo ricorda? Lo può ricavare da qualche suo dato?
M.M.: Dovrebbe essere…
A.S.F.: Io non sono riuscito a trovare questo dato.
M.M.: Dovrebbe esserci nella descrizione del cadavere, nella descrizione esterna del cadavere.
A.S.F.: Io non sono riuscito a trovarlo da nessuna parte, né per quanto riguarda il ragazzo, né per quanto riguarda la donna.
M.M.: Io mi rifarei, se c’è a disposizione il verbale… Lei ha a disposizione il verbale di autopsia?
A.S.F.: Io ho la sua perizia e quella dei modenesi. Da nessuna delle due mi risulta quest’altezza.
M.M.: Allora mi dispiace, avvocato, ma non glielo so dire.
A.S.F.: Paolo tu lo sai? … Niente.
M.M.: Se lei mi permette di guardare un attimo i singoli fascicolini… No avvocato, non mi risulta. Mi dispiace, ma non mi risulta.
A.S.F.: Va bene. Cercheremo di supplire successivamente, professore, su questo punto.
M.M.: Io pregherei di rifarsi al verbale di necroscopia.
A.S.F.: Certamente, perché io non riesco a ritrovarle, nelle perizie non ci sono questi dati. Le chiedevo comunque questo: nella dinamica da lei ricostruita – se lo conferma, io non ho motivi di indurla in tentazione d’errore – il primo colpo è quello che raggiunge il giovane alla schiena. Nella ricostruzione noi abbiamo un colpo alla schiena in D-5 mi sembra.
M.M.: Sì, sì. I colpi alla schiena sono… ce n’è almeno uno. Io non sono sicuro al 100% che questo sia il primo colpo. Cioè, le caratteristiche, la localizzazione, il decorso della ferita, non mi dicono con assoluta sicurezza che questo è il primo colpo. Lo posso ragionevolmente dedurre solo dal fatto che chi viene inseguito – come sembra che questo povero ragazzo fosse, in quel momento – volgesse la schiena a chi lo inseguiva.
A.S.F.: Ecco, lei, a questo punto gli posso ricordare quello che ha scritto sul punto, ha detto: “In base a ciò si può dire che l’omicida nell’inseguirlo, lo ha raggiunto di schiena” – non lo mette come ipotesi – “in tal caso è logico pensare che il primo colpo di arma bianca sia stato quello alla schiena”. Si ricorda il tramite di questo colpo? Cioè, si ricorda come è stato inferto?
M.M.: È un tramite sicuramente dal di dietro in avanti, per chi stia alle spalle del cadavere.
A.S.F.: Certo.
M.M.: E, per questo mi ricordi, con lievissima obliquità, si è in alto, sia in basso, direi quasi diritto, quasi perpendicolare all’asse. Però nel contesto della necroscopia dovrebbe essere sicuramente scritto, se non altro quando si vedono le lesioni nel polmone sinistro.
A.S.F.: Quindi è un colpo dall’alto in basso. Nella sua perizia…
M.M.: No, no. È un colpo dal di dietro in avanti, con minima deviazione in senso longitudinale e in senso trasversale.
A.S.F.: Io le contesto che, nella sua perizia, professore, parla: “L’obliquità della ferita derivatane dall’alto in basso e dal di dietro in avanti, conferma questa collocazione cronologica”.
M.M.: Ma è, comunque, è una deviazione minima, avvocato.
A.S.F.: Minima. Bene. Mi interessa sapere questo. Che però è molto importante. Dopo, lei parla di un… che il secondo colpo, ora le devo fare la domanda, dove sarebbe stato inferto? Sempre in questa ricostruzione cronologica.
M.M.: Avvocato, non sono in grado di dirglielo, perché non sono in grado di dire, per esempio, se questo pover’uomo, colpito alla schiena – e questo è presumibilmente il primo colpo – abbia continuato la fuga in avanti, ossia caduto a terra. Non sono in grado di dire se sia caduto a terra, prono o supino, e quindi non glielo posso dire.
A.S.F.: Le contesto sempre, però, che, nella sua perizia, lei lo dà per probabile: “per la loro direzione trasversale da destra verso sinistra, è possibile che il bersaglio umano sia stato raggiunto subito dopo al collo”. Ci vuole descrivere i dati, le caratteristiche del colpo inferto al collo?
M.M.: Avvocato, “possibile”. Certo, certo.
A.S.F.: Al collo?
M.M.: Sì.
A.S.F.: Quali caratteristiche presentavano quelle al collo?
M.M.: Caratteristiche tipiche di una ferita d’arma bianca. Più, direi…
A.S.F.: No, la posizione, il colpo, va dall’alto in basso, da destra verso… è un obliquo, non è obliquo. Questo mi interessa. È evidente che un colpo al collo ha caratteristiche morfologiche chiare, ma mi interessa la direzione di questo colpo.
M.M.: Avvocato, non me lo ricordo, però se lei ha la compiacenza di continuare a leggere, si dedurrà da lì, quello che ho scritto.
A.S.F.: Benissimo. Se mi conferma… no, qui dice soltanto che: “il bersaglio umano è stato raggiunto subito dopo al collo, e forse anche al polso sinistro”. Destrimane, poi non è specifica meglio questi colpi, almeno in questa… Diceva comunque che questi colpi erano orizzontali. Ora, secondo lei, portati non dall’alto in basso o dal basso in alto, ma orizzontali. Questi colpi, secondo lei, sono compatibili con una persona che è in piedi?
M.M.: Quello alla schiena direi di sì, ma è anche compatibile con una posizione prona, a terra. Lo stesso per il collo.
A.S.F.: Quindi lui sarebbe cascato, in una seconda ipotesi.
M.M.: No, ho detto che sono compatibili. Diciamo che se questo tale inseguito – torno a ripeterlo – se l’inseguitore è alla schiena di lui, è probabile che il colpo alla schiena sia stato inferto quando lui era in piedi, stava correndo. È possibile anche, ed è quello del collo, che sia stato inferto mentre lui era in piedi, sia pure con un meccanismo diverso, più di strisciamento che di infissione.
A.S.F.: Esatto, di strisciamento.
M.M.: È possibile. Avvocato, potrebbero essere stati inferti anche ad una persona che giacesse per terra, prono, e che viene pugnalato alla schiena, e che poi viene, direi, leso da strisciamento al corpo.
A.S.F.: Ora sta parlando del collo, evidentemente.
M.M.: Sto parlando della schiena e del collo. Diciamo dei colpi posteriori e laterali.
A.S.F.: Passiamo ad un’altra domanda, professore. I tagli, i famosi tagli al seno che sono stati poco prima oggetto di discussione. A me non interessa tanto, mi sembra sia stato esaustivo, si potrà aumentare ulteriormente, penso ampliare questa discussione, perché mi risulta che sono state fatte delle analisi con degli scansori elettronici con la SEM, e forse quando ci si riporterà a questi dati avremmo delle idee più chiare e non così ad occhio. Ma ora non è questo il problema. Il problema importante, per me, è sapere se è possibile vedere e, sapere la cronologia. Cioè, è stata prima tagliata la mammella sinistra o il pube? Questo è importante sempre, perché si può ipotizzare, e lei stesso a pagina 166 che lo ammette…
Presidente: Avvocato, limitiamoci alla domanda.
A.S.F.: … ipotizzare. Quindi, qual è stato e soprattutto partendo da quali dati. Ovvero, mi sembra…
Presidente: Avvocato, la domanda l’ha già fatta.
A.S.F.: Perfetto.
Presidente: Allora, è stata e scissa prima la mammella o il pube?
A.S.F.: E perché.
Presidente: Se lo può dire, professore.
(fuori microfono) : E lo può dire sì: l’ha scritto.
M.M.: No, non lo so dire con sicurezza. Se ho scritto qualcosa di questo genere evidentemente era sotto l’azione della impressione diretta dei reperti di allora. Posso solo dire che entrambe sono postmortali e pochissimo tempo dopo la morte. Il sanguinamento che c’è sul materassino potrebbe provenire e dall’una e dall’altra. Siccome la regione pubica a più fasi della regione…
A.S.F.: Guardando la foto, forse il professore più chiaro potrebbe essere? Dovrebbe essere la 17.
Presidente: Vogliamo rimetterla?
A.S.F.: Ora, non so se è la 17, comunque è quella che fa vedere…
A.B.: Deve essere la mammella, perché c’è più sangue vicino alla mammella, la prima. O no? Lo devo dire io? Io lo posso rispondere.
M.M.: Potrebbe essere stato spostato il cadavere di qualche decina di centimetri verso l’alto o verso il basso.
A.B.: Di conseguenza il sangue… dovrebbe essere la mammella prima perché…
A.S.F.: Magari se lasciamo rispondere il professore è meglio.
Presidente: Allora, questa è la foto numero 18? Cosa può dire professore?
A.B.: Tra professori…
M.M.: Con precisione niente, Presidente. Stando così, in base alla fotografia, si ha l’impressione che questo sangue derivi dalla regione mammaria, però si dovrebbe prescindere da un particolare possibile che il cadavere sia stato spostato. Non mi ricordo purtroppo che cosa ho scritto nella perizia d’ufficio. Sono passati otto anni.
Presidente: Certo, certo.
M.M.: E non ho avuto il tempo di leggerla tutta.
Presidente: Bene.
A.S.F.: Ci interessava il suo commento su questa fotografia, professore, che è molto importante.
Presidente: L’ha fatto.
A.S.F.: Un’ulteriore domanda: tra gli elementi che noi ricaviamo dal taglio effettuato, dai tagli che abbiamo sul seno e sul pube, sono compatibili gli uni con gli altri, o no? Cioè, questa seghettatura, come lei stesso ammette nella perizia che non si sa bene la causa – lo dice lei stesso chiarissimamente nell’elaborato peritale – che però vengono evidenziati nel taglio, nell’asportazione del seno, si riscontrano minimamente nel pube, oppure no?
M.M.: Per quanto mi ricordo mi sembra di no.
A.S.F.: Esatto. Questo è un altro punto molto importante. In quella asportazione del pube – nel caso, come negli altri, peraltro – della Mauriot, non viene assolutamente interessata nessuna struttura ossea.
M.M.: No.
A.S.F.: Perfetto, professore, era quello che volevo sapere. Un’altra domanda: lei si ricorda delle lesioni contusive sulla fronte della Nadine Mauriot?
M.M.: Sì.
A.S.F.: C’erano dei grossi problemi. Ce li può un momento… le fonti, le cause di queste lesioni, ce ne può un momento spiegare, se possibile?
M.M.: C’erano, come ripeto, le lesioni d’arma da fuoco…
M.M.: Sì.
M.M.: … che avevano, alla fronte.
A.S.F.: Quelle sulla fronte.
M.M.: Che potevano avere portato anche a delle ecchimosi circostanti al foro d’ingresso e al foro d’uscita.
A.S.F.: Siccome…
M.M.: Non mi ricordo se ci fossero altre lesioni di tipo escoriativo o contusivo al livello della faccia. Ce n’erano?
A.S.F.: Sì, c’erano. E lei, pensavo avesse riguardato questa perizia, perché addirittura pone tre quesiti, tre ipotesi alternative estremamente complesse e pensavo che ci potesse delucidare, perché sono del tutto misteriose. Gliele ricordo: “Il primo che, nell’interno della tenda, o nelle immediate vicinanze di essa, non è stato trovato alcun mezzo capace di produrre tali lesioni”. Dice: “ Questa difficile collocazione dipende primariamente dal fatto che non sono identificabili, nemmeno per approssimazione, i mezzi responsabili di queste lesioni”. Che rimangono talmente strane che lei, appunto, prima suggerisce questa ipotesi, poi la seconda ipotesi: “che nell’ambito delle modalità con cui è stato portato a termine il duplice omicidio, non trovano spiegazione logica, né collocazione finalistica, i tre colpi presuntivamente vibrati alla fronte ed al mento della donna”. Pensavo che, dopo tanto tempo, riguardandoli, le fossero potute venire in mente nuove soluzioni a questi misteriosi colpi di cui non si riesce niente a capire. Nulla.
M.M.: Non so.
A.S.F.: Siamo rimasti in questo…
M.M.: Sissignore, a quello che si è detto lì, che avrebbe, ha sicuramente maggior valore di quello che potrei dire ora. Se non altro perché quello era nell’immediatezza dei fatti.
A.S.F.: Certo, no, pensavo che, successivamente, si potessero essere studiate nuove ipotesi riguardanti queste ferite che non sono né finalizzate e di cui non si capisce nemmeno il mezzo con cui sono state portate. Un’ultima domanda, professore: riguarda la luce.
M.M.: La luce?
A.S.F.: La luce. Lei avanzò delle ipotesi: aveva una lampadina, c’era… si ricorda innanzitutto le condizioni esterne di luce? C’era la luna, o non c’era la luna? Anche questo difficilmente si riesce ricavare dai dati peritali.
M.M.: Non me lo ricordo.
A.S.F.: Non se lo ricorda.
Presidente: Va bene, questo lo sapremo in qualche modo.
M.M.: Però un calendario ce lo dice, naturalmente.
A.S.F.: Sì, c’era la luna professore, c’era la luna. Ma non risulta a me, da nessun atto. Mi risulta da altre fonti che non sono proprio forse processualmente valide. Le volevo chiedere una cosa: è compatibile, quelle operazioni che lei ha visto, con una persona che tiene in mano una lampadina? Perché all’interno della tenda non sono state trovate luci autonomi.
M.M.: No. Sicuramente, per quello che riguarda le mutilazioni, si debbono adoprare entrambe le mani. Quindi è chiaro che, se si adoperano entrambe le mani per mutilare, la luce non può provenire da una lampadina tenuta in mano da chi fa le mutilazioni. Posso avanzare un’ipotesi?
Presidente: Sì, prego, prego.
M.M.: Basta che la lampadina sia messa in terra, sul piano della tenda, sul fondo della tenda, perché illumini a sufficienza questo corpo disteso e permetta alla persona di agire con le due mani.
A.S.F.: Una soluzione molto semplice, mi sembra.
M.M.: La più semplice di tutte.
A.S.F.: Certo, ma è quello che volevamo sapere. Insomma, dico, com’era possibile visto che sapevamo che occorrevano entrambe le mani, che comporta poi grossi problemi nel momento dell’attacco ma non sono cose che riguardano la parte civile questi qui.
M.M.: Qualcuno, credo giornalisti, hanno scritto ad un certo punto che questo tale doveva avere alla fronte la lampadina da chirurgo o da otoiatra. È possibile anche questo, ma rischioso perché più alta è la sorgente di luce e più facile è che intorno si veda questa luce. Quindi era nell’interesse della persona, se ha agito con certa, direi, logica, assicurarsi un minimo di illuminazione, con il minimo di rischio di essere visto.
A.S.F.: A parte che intenda…
M.M.: Lampada in terra.
A.S.F.: Io non ho mai fatto esperimenti di andare in tenda, ma una luce, credo che questi la dovessero avere, e forse è stata asportata e forse sarebbe l’uovo di Colombo. Comunque…
M.M.: E comunque, una lampadina che è poggiata sul fondo di una tenda…
A.S.F.: Certo. Basta, è sufficiente per compiere l’operazione. Basta questo, professore. Ultima domanda, che non è una domanda, è un chiarimento. Vi sono ipotesi contrastanti su quando sono morti i due francesi, tra il 7 e l’8, l’8 e il 9. Lei ad un certo punto dice però una… quindi non voglio porle il quesito, soltanto una spiegazione. Lei dice che non vi sono stati fattori emotivi che possano avere inciso, poi, nei fenomeni della digestione. Questo lo dice: “La morte si svolse in maniera assai rapida”, pagina 26.
M.M.: Scusi, assai?
A.S.F.: Rapida. Ora, per quanto riguarda la donna è più che ipotizzabile questa rapidità, ma non per quanto riguarda l’uomo. Cioè, conferma anche che per l’uomo è stata talmente rapida da evitare uno shock che abbia potuto impedire, cioè fermare quei fenomeni?
M.M.: Ho capito cosa vuol dire.
A.S.F.: Perfetto.
M.M.: Allora, diciamo questo come premessa perché la mia risposta possa essere più chiara.
A.S.F.: Si.
M.M.: In certi particolari stati ricchi di emotività, di ansia, di paura, anche di gioia, la digestione si rallenta. È noto che persone che rimangono a lungo sotto l’influenza di un fatto pauroso, di una minaccia alla loro salute, alla loro vita, ai loro beni, si sentono… smettono di digerire. Ma questo per un’azione, direi, di questo tipo: ricca di emotività, di paura e di ansia che si prolunghi non per pochissimi minuti o per poche decine di secondi, ma per ore.
A.S.F.: Questo non era scritto nella perizia, professore. La ringrazio. Non ho altre domande.
Presidente: Avvocato Colao, prego.
A.C.: Professor Maurri, una domanda sui rapporti di forze: l’aggressore ha colpito il giovane nella tenda, perlomeno con tre o quattro colpi, di cui uno al gomito…
M.M.: Gomito destro.
A.C.: … al gomito destro che, abbiamo visto dalle foto, è stato devastante, quel colpo. Ora io chiedo: avendo lui cercato come forma di difesa la fuga, era – per quanto giovane e forse prestante, non sono – alla mercé dell’aggressore dopo l’attacco a fuoco?
M.M.: Direi di sì. Non solo per le ferite che ha avuto, torno a ripetere, forse più dolorose e più gravi. Una di queste gli ha messo, in pratica, fuori funzione l’arto superiore destro. Quindi era, semmai, in grado di difendersi solo con un arto, il sinistro. Ma era alla mercé per una serie di altri fattori. Prima di tutto la sorpresa di essere stato colto in tenda del tutto di sorpresa.
A.C.: Per la sorpresa, certo.
M.M.: Il buio, o pressoché tale. Il fatto che fosse nudo, il fatto che sia scappato a piedi nudi su un terreno disuguale, sicuramente ricco di piccole insidie per i piedi, in una zona a lui sconosciuta. È chiaro che era alla mercé, per tutti questi fattori.
A.C.: Grazie, professore.
Presidente: Ma, ecco, il braccio disarticolato, voleva dire l’avvocato.
M.M.: Sì.
Presidente: Il braccio disarticolato, nella fuga… perché nel correre…
M.M.: sa, credo che abbia percorso 20 metri.
Presidente: Sì ecco, no, volevo semplicemente domandarle se anche questo…
M.M.: Non so se abbia potuto, insomma, si può correre anche con un abbraccio ciondoloni, per 20 metri. Certo, con un braccio a quel modo, non ci si difende.
Presidente: Altre domande, signori? Senta professore, riguardo a quelle due escissioni, l’andamento com’era, lo ricorda? In senso…
M.M.: La direzione? Direi che anche in questo caso – cioè alla mammella – l’intaccatura alle 10; un po’ meno evidente negli altri. Per cui mi fa pensare che anche in questo caso si sia incominciato ad incidere verso le 10 e si sia poi andati in senso orario.
Presidente: ecco. E la stessa cosa il pube?
M.M.: Direi grossomodo di sì. Non mi ricordo di intaccature significative a livello della cute del pube.
Presidente: Mi pare che nella perizia si dica anche che doveva presuntivamente trattarsi di un destrimane, anche in questo caso.
M.M.: Direi di sì perché se si agisce in senso orario, di solito, specialmente per quanto riguarda il pube, è chiaro che la persona che agisce deve stare ai piedi della donna, e quindi è più facile agire con la destra che con la sinistra.
Presidente: Professore, furono individuati elementi che potevano far pensare che questi ragazzi al momento in cui furono aggrediti, stavano avendo un rapporto sessuale, o lo avevano già avuto?
M.M.: Questo particolare non me lo ricordo, Presidente. Non glielo so dire. Non mi ricordo se è stato fatto un esame vaginale della donna, che però comunque avrebbe avuto scarsi risultati, vista la putrefazione ormai abbondantissima. Non sono in grado di dirlo. Mi sembra di ricordare che non si sono trovate, non si sono riconosciute, eventuali macchie di sperma sulle suppellettili, sul materassino e sulla coperta. Questa è l’una cosa che le posso dire.
Presidente: Altre domande, signori?
P.M.: Nessuna il P.M.. Grazie, Presidente.

A.F.: Sì, avvocato Fioravanti. Dunque Professore, prima di tutto vorrei sapere se il coltello che ha tagliato la mammella è identico a quello che ha tagliato il pube. Secondo: se la mano che ha tagliato la mammella, è la stessa mano che ha tagliato il pube. E se – le faccio tutte insieme, è meglio, forse – e…
Presidente: Ma cominciamo, avvocato, cominciamo a farne una per una, sennò!
A.F.: Allora va bene, va bene. Allora, se il coltello che ha tagliato la mammella è diverso da quello che ha tagliato il pube.
M.M.: Direi che dalle caratteristiche delle ferite non ci sono elementi per dire che i due coltelli, che ci fossero due coltelli diversi. Posso solo risponderle in questo senso qui.
A.F.: Ma allora come si spiega quei diversi tagli – sono 9 o 11 – vicino alla mammella, e nel pube non ci sono?
M.M.: Avvocato, l’ho detto e lo ripeto, purtroppo non mi è riuscito di spiegarlo dal punto di vista…
A.F.: Poteva essere un coltello zigrinato, a lama non retta, oppure…
M.M.: Poteva essere un coltello zigrinato, forse non tanto a livello del filo, quanto a livello della costola. Forse. Ma anche questa è un’ipotesi.
A.F.: Ecco, l’uomo, o l’autore di questo tremendo, di questa tremenda carneficina, perché carneficina è, deve essere stato un uomo velocissimo, perché doveva aver sparato un colpo, essere entrato nella tenda, prima. Sparato un colpo prima di entrare, poi è entrato dentro, doveva badare alla donna, se l’aveva appena colpita, quindi finirla e…
Presidente: Avvocato, ma lei c’era?
-RISATE-
A.F.: Sì, no, io non c’ero. Io sto immaginando, perché non è solo l’accusa che immagina, anche la difesa immagina, qualche volta.
Presidente: Allora, allora, avvocato…
A.F.: Allora io dicevo questo: volevo caratterizzare il tipo di persona. Lei me lo potrebbe dire? L’autore, che tipo era come uomo, come intelligenza? Da quello che lei ha visto.
Presidente: Non ammetto questa domanda.
A.F.: La ritirò.
Presidente: Facciamola a chi fa romanzi.
A.F.: Allora professore, mi dica una cosa: la ferita al polso destro del ragazzo, è una ferita triangolare. Si può anche rivedere la foto.
M.M.: Sì, se non le dispiace, perché non me lo ricordo in questo momento.
A.F.: Polso destro del ragazzo. È triangolare.
M.M.: Ma non è una ferita da arma da fuoco? È un interrogativo, il mio.
A.F.: Io ho sentito che era una ferita da arma bianca.
M.M.: Se si potesse rivedere la fotografia, forse posso dire qualcosa.
Presidente: Intanto che foto è questa qui, per rimetterla dopo? 36. Benissimo, cerchiamo allora quella, ha detto al polso?
A.F.: Destro, del ragazzo.
Presidente: Polso destro. Vediamo se c’è, quale. Se ci indica il numero.
M.M.: No, quello è il gomito. Bisognerebbe vedere se c’è una particolare degli arti superiori. Avvocato Fioravanti, lei dice polso o gomito?
A.B.: Polso.
A.F.: Polso destro.
M.M.: Qui si vede il gomito.
A.F.: Eh, ma c’è anche il polso.
Presidente: Guardiamo il polso, ma non…
A.B.: Dovrebbe essere una ferita da un proiettile.
M.M.: Mah, se me ne legge la descrizione, forse si può dedurre se è da arma bianca, o da…
Presidente: Da dove l’ha tratta, avvocato? Vediamo, così facciamo prima.
M.M.: Sembra che nelle foto non ci sia.
A.B.: … e sono uno fra il pollice e l’attaccatura, qua dell’indice della mano sinistra. Poi alle dita della mano sinistra.
M.M.: Le ultime due della mano sinistra.
A.B.: E poi uno alla mano destra, e uno al polso, ecco.
M.M.: Sì. Potrebbe essere una ferita, una di quelle che dicevamo che ha interessato gli arti superiori. Forse potrebbe essere anche un unico proiettile che ha interessato prima un arto… e…
A.F.: Ecco Professore, mi potrebbe dire un’altra cosa? Lei è andato lì e ha fatto un sopralluogo, cioè è stato lì. Ha verificato il taglio sulla tenda? Perché c’era un taglio sulla tenda.
M.M.: Si.
A.F.: È dello stesso coltello delle ferite, o no?
M.M.: Non lo so, avvocato. Proprio non lo so. Perché ho una qualche esperienza di tagli su tessuti umani, ma sulle tende veramente no.
A.F.: Ecco, mi sembra che lei, nella sua perizia, o voi, nella vostra perizia, parlate di due dinamiche: di una dinamica lesiva – e quindi tutto quel rincorrere ed ansimare per uccidere prima l’uno e l’altro, quindi a annientare uno e correre dietro l’altro – e di una dinamica delittuosa. Che cosa s’intende per queste due… io l’ho letta, ma la stavo girando, per trovare. Ma lei penso che lo sappia, se lo sa.
M.M.: Mah avvocato, ho l’impressione che queste due espressioni che lei adopera, sono più espressioni di perizie psichiatriche o psicologiche. I medici legali sono più grossolani. Non riescono a fare queste distinzioni. Non vorrei che sbagliasse perizia.
P.M.: Penso anch’io ma controlliamole e vediamo.
A.F.: Grazie, grazie.
A.B.: Mi sembra che il professor Maurri vuol fare troppo il modesto.
M.M.: L’ho scritto?
P.M.: No, no, non l’ha scritto, professore.
A.B.: Senta professore, le chiedo scusa, io le domando due o tre cose. Lei ha parlato poc’anzi, rispondendo ad una domanda della parte del difensore di parte civile, a proposito dei fenomeni putrefattivi che normalmente l’ansia, la paura blocca un po’ la digestione.
M.M.: Sissignore.
A.B.: Ecco, per quello che lei sa o che deve sapere – lo sa meglio di tanti altri, come medico – ecco, l’ansia, la paura, l’ansia in particolare, sul piano del pressorio…
M.M.: Pressorio?
A.B.: Pressorio, pressione arteriosa, come… che fa? Aumenta, o abbassa?
M.M.: Di solito aumenta. Immediatamente, istantaneamente.
A.B.: Aumenta la pressione.
M.M.: Sì, però in un ristretto…
A.B.: In un ristretto…
M.M.: … ambito logico.
A.B.: Ma comunque aumenta, mai diminuisce. Poi ritorniamo dopo.
M.M.: Però all’aumento fa, poi, seguito la diminuzione, eh. Anche… si parte da certi valori. Si sale e si scende al valori al di sotto di quelli di partenza.
A.B.: Quindi è pericoloso.
M.M.: Pericoloso, cosa?
A.B.: L’ansia che fa questi sbalzi.
M.M.: Certo.
A.B.: Molto pericoloso.
M.M.: Certo.
A.B.: Ecco.
M.M.: Quando si dice gente che muore di dolore, o muore di gioia, in definitiva è questo.
A.B.: Oh, ecco. Quindi l’ansia, già l’ansia come impulso interno, intimo, senza manovre muscolari del corpo, crea questa situazione.
M.M.: Certo.
A.B.: Ecco, è una situazione che si può essere creata anche in quei due poveri disgraziati quando sono stati… certamente, no?
M.M.: Certo.
A.B.: Ma anche in colui il quale aveva l’ansia di uccidere, o no? Professore, scusi, la domanda è abbastanza banale, e la risposta credo che debba essere altrettanto.
M.M.: Esiste un’ansia di uccidere?
A.B.: Non lo so, io non ho mai ucciso.
M.M.: No, neanch’io, per questo glielo chiedo. No, perché lei lo sappia, ma esiste piuttosto forse una paura di non essere scoperto.
A.B.: Questa paura crea ansia, o no?
M.M.: Eh, beh, certo, paura e ansia possono essere lo stesso equivalenti.
A.B.: Fermiamoci per un attimo qui, scusi professore.
M.M.: Sì.
A.B.: No, no, mi perdoni, io sto cercando di capire. Senta, queste lesioni a questa povera figliola – ora passiamo al cadavere della povera ragazza – queste sono lesioni chiaramente specifiche che hanno un chiaro significato sessuale, o no?
M.M.: Direi di sì.
A.B.: Direi di sì. Quindi lesioni inferte da persona che ha un’idea fissa, un qualche cosa di particolare nella mente. O no? Professore, non è una domanda di psichiatria, ma le domando, queste lesioni, ripetute nel tempo, anzi negli anni, addirittura infittitesi negli anni, perché abbiamo una cadenza temporale sempre più ravvicinata – ’81, ’81, ’82, ’83, ’84, ’85 – guarda caso, tranne i due poveri disgraziati, i ragazzi tedeschi, e poi quel ragazzo che cercò di scappare e quindi anche l’assassino dovette scappare, tutti gli altri, tutti gli altri omicidi dove c’era una donna, sono stati caratterizzati dalle lesioni, dal vilipendio addirittura del cadavere della donna, in particolare in una zona sessuale per antonomasia, quale il pube e poi anche la mammella. Ecco. Queste lesioni inferte a queste povere disgraziate, caratterizzano, dico, una mente particolare, o no?
M.M.: Avvocato, questa sicuramente è una domanda da psichiatra, diciamo…
A.B.: Sì, ma dico…
M.M.: Ha detto poco tempo fa…
A.B.: Professore, lei ha fatto anche medicina, oltre che psichiatria, avrà fatto anche questo.
M.M.: Sì, è vero, però lei ha detto poco tempo fa che questo aveva un’idea fissa.
A.B.: Sì, non lo so.
M.M.: Ecco, io non sono tanto d’accordo su questo. Diciamo che c’era, in quella particolari circostanze di tempo e di luogo, un interesse particolare…
A.B.: Quindi non normale.
M.M.: … degli organi genitali.
A.B.: Un interesse non normale. Professore, è normale un interesse del genere?
M.M.: Ma questa domanda ricorre sempre, ma ha già risposto…
P.M.: Presidente, se interviene lei mi evita schermaglie.
Presidente: Va bene, signor Pubblico Ministero.
A.B.: Va bene. Allora niente schermaglie, e allora è un interesse normale. Va bene, professore, se lei mi dice che è normale!
M.M.: No, non ho detto che è normale, non ho detto nulla… ma mi permetto di fare…
Presidente: Queste domande, evidentemente, non hanno alcuno scopo.
A.B.: Signor Presidente…
Presidente: Questo non può essere un interesse normale, altrimenti figuriamoci!
A.B.: Oh, certamente. Allora…
Presidente: E quindi evitiamo queste…
A.B.: Oh, allora le faccio un’altra domanda di tecnica, di ricostruzione giudiziaria, comunque a posteriori, di quello che può essere, come può essere accaduto questo fatto. In particolare con riferimento allo strumento che è stato adoperato, per lo meno ad uno degli strumenti che è stato adoperato per uccidere. Uno o più strumenti, non lo so. Io mi riferisco allo strumento d’arma bianca, il coltello. Sembrerebbe, ma pare che sia pacifica questa circostanza, che l’assassino, prima di uccidere, ha tagliato una, ha lacerato una… la tenda. È una tenda che ha una struttura piuttosto robusta, mi sembrerebbe. Io non l’ho vista, ma ecco. Questa lacerazione, quindi lacerazione, ha potuto provocare, oppure no, una come dire? Anche minore capacità di penetrazione nella lama, o no?
M.M.: Lei vuol dire se…
P.M.: Ma è lo stesso coltello, che taglia questa lama? Il professore lo sa?
A.B.: E non lo so.
P.M.: Lo sa il professore che ha usato lo stesso coltello?
A.B.: Ma scusi, scusi, io sto facendo delle domande.
Presidente: Faccia la domanda. Pubblico Ministero!
A.B.: Io sto facendo delle domande.
Presidente: Allora.
A.B.: Siccome voglio arrivare a quello dove vuole bloccarmi lei, lei mi faccia parlare. Scusi!
Presidente: Allora, risponda alla domanda.
A.B.: Questa, questo coltello che è sceso, ha tagliato, e ha tagliato in un certo modo, un certo tipo di tela, di cerata, non so quello che sia, può avere creato nella stessa lama, questo…
M.M.: Poter smussato il filo.
A.B.: O no? Sì, certo!
M.M.: Direi di no.
A.B.: No? Si può vedere, signor giudice, signor Presidente, la tenda? Grazie.
Presidente: Mettiamo per Cortesia… è una tenda da campeggio estivo, eh.
A.B.: Io non sono mai andato, perché non c’entro mai. Quando ero militare uscivo sempre con i piedi di fuori, quindi io con le tende… Io sempre con i piedi di fuori.
A.P.: Sono leggeri i teli delle tende.
A.B.: Ma le tende dal 1950, ’52, ’53…
M.M.: Quelle mimetiche.
A.B.: Quelle proprio, capito? Eravamo in sei.
Presidente: Ma non sono, non sono quelle lì. È una tenda da campeggio.
M.M.: Queste sono tendine usa e getta.
Presidente: È una tenda da campeggio.
A.B.: E’ una tenda da campeggio.
Presidente: Moderna direi, no?
A.B.: Moderna?
M.M.: Direi di sì.
A.B.: Di nylon, Presidente? Oppure, non lo so.
M.M.: Sì, sì, questo è l’esterno della tenda, eh.
A.B.: È l’esterno.
M.M.: È contro la pioggia, è contro…
A.B.: Va bene. Quindi può darsi che non abbia… può darsi, non lo so. È una domanda.
M.M.: Se si potesse ingrandire quella lacerazione della tenda, forse…
A.B.: È dall’altra parte la lacerazione, la lacerazione è dall’altra parte. Quella è un’intaccatura a “L”, ma la lacerazione è di dietro, o comunque lì, ma non si vede bene.
M.M.: Qual è? Quel “V” rovesciato?
A.B.: Non lo so, io non lo so. Non sono un l’addetto ai lavori fotografici.
P.M.: Lo facciamo descrivere dall’ispettore Autorino se abbiamo dei dubbi, eh, è qui.
A.B.: Può darsi, va bene. Comunque lei dice, professore, che può non avere creato, smussato.
M.M.: Direi, direi che sicuramente non l’ha fatto.
Presidente: No, lo esclude assolutamente.
M.M.: Anche perché per quanto si può vedere dalla foto, non ci sono sfilacciature.
A.B.: Ecco.
M.M.: Quindi taglio netto, quindi tagliente e filo che funziona perfettamente.
A.B.: Va bene. Senta professore, io le volevo domandare anche questo: lei ha fatto riferimento, a proposito delle ferite sul corpo di questo poveretto – del ragazzo – a 1,2,3,4, ferite di arma da fuoco, quelle che abbiamo indicato prima, alle braccia e alle mani e sembrerebbero – così, una ricostruzione che si fa in via di logica, ma sempre non certa – che questo ferite siano state inferte, provocate prima che il ragazzo uscisse – o comunque nell’immediatezza – uscisse dalla tenda. Tant’è che lui poté uscire e poté andare, fare 1015 passi, 20, non lo so. Mi pare che questa sia compatibile con queste lesioni, no?
M.M.: Sì, direi di sì.
A.B.: Oh. Poi lei riferisce che vi è una lesione particolare, di particolare tipo, alla spalla – alla spalla sinistra, mediana quasi, sulla spalla qua, a questa altezza – di un coltello vibrato, sembrerebbe, come dice il collega, dall’alto verso il basso. Lei dice però, che è probabile che questa lesione sia stata provocata forse per terra, eccetera, ecco. Però, io le domando, ricostruendo come ha fatto lei la modalità di questa vicenda tumultuosa, questo ragazzo che scappa, qualcuno che lo rincorre, questa ferita alle spalle, sembrerebbe che sia stata inferta come la prima. Sia stato il primo colpo che abbia dato… sembrerebbe che sia stato il primo colpo che dà l’assassino aquesto ragazzo. E sembrerebbe che venga dato in quella zona dove poi rimane quella pozza di sangue. O no? Cioè, sarebbe o il primo o il secondo, perché noi abbiamo un colpo al collo che trapassa dall’una all’altra parte con un grosso sanguinamento, penso, e poi… o prima…
M.M.: Non tanto grosso il sanguinamento. Perché i vasi del collo sono stati risparmiati dalla lama. La lama non ne ha interessati.
A.B.: Ah, risparmiati. Ecco. Comunque questa grossa lesione alla spalla. Dopodiché risulterebbe, ecco, la domanda ha questo fine, risulterebbero una serie di coltellate – si consenta la terminologia, direi, la più corrente – che vanno dalla parte sinistra, quindi il destrimane che comincia a colpire da su, uno, due, tre, quattro. Poi ce n’è una da questa parte, di coltellate, e altre due da quest’altra parte. Ecco, è possibile che queste coltellate, quelle di sopra, una, due, tre…
M.M.: Quelle anteriori, diciamo, antero-superiori.
A.B.: Quelle anteriori, ecco, siano state date mentre il corpo era in piedi, e questi altri, che hanno una caratteristica tutta particolare, cioè non da sua giù, ma una caratteristica quasi di stasi – mi scusi la terminologia, forse non ortodossa – nel senso di normalità di piano rispetto all’arma che colpisce, va bene? Quindi con margini ben netti, precisi, è possibile così una ricostruzione che lei può fare, se la può fare, se riesce a farla, che questi colpi siano stati inferti, anche quelli davanti, probabilmente mentre il ragazzo si è girato e colpito ancora sulla parte anteriore?
M.M.: Avvocato, è possibile, certo, è possibile.
A.B.: È possibile. Cioè, allora questo ragazzo scappa, questo è sicuro. Si porta nella zona in cui vi è questa chiazza di sangue, noi riteniamo; questa chiazza di sangue è indicativa del luogo in cui ha stazionato il corpo, o può essere anche il luogo dove ha stazionato, ma anche il corpo è stato colpito – perché c’era ancora sangue, scolava sangue, cadeva sangue – oppure no?
M.M.: Non è chiara la domanda.
A.B.: Eh lo so, non è facile anche per me, scusi.
M.M.: Diciamo questo, avvocato, il fatto che ci sia questa chiazza di sangue non indifferente sul terreno sabbioso mi fa pensare che quest’individuo sia permasto lì per un certo tempo, appunto sufficiente perché si fermasse. Ho l’impressione che lui potesse essere lì, ma è un’impressione; o l’ipotesi prima che mi si affaccia è che potesse essere lì disteso.
M.M.: Non in piedi.
A.B.: Oh. Va bene.
M.M.: E che, siccome la ferita più abbondantemente sanguinante era quella del gomito destro, dove oltretutto c’era anche quella d’arma da fuoco, il sangue lo abbia prevalentemente potuto perdere dal gomito destro.
A.B.: Ecco. Ora, siccome pare che sia certo che non vi siano tracce di sangue, perlomeno non reperibili, dal luogo in cui è partito, dalla tenda, fino al luogo di stazionamento presunto del cadavere…
M.M.: Certo, certo.
A.B.: … sembrerebbe doversi ipotizzare che lì dove c’è stato, dove è caduto, dove c’è il sangue, fosse stato anche colpito il ragazzo, o no?
M.M.: Sì, è possibile, certo.
A.B.: Oh, allora è stato colpito…
M.M.: Scusi se l’interrompo. La ferita alla schiena, si precede quella, diciamo, quasi al rasoio del gomito, non sanguina all’esterno.
A.B.: Non sanguina all’esterno. Però, dico, una ferita alla schiena ti blocca a un certo punto, o no?
M.M.: Sì, certo.
A.B.: E però è d’accordo, ecco.
M.M.: La distanza…
A.B.: Questa ferita alla schiena e piuttosto alta. Sembrerebbe evidenziare – ma me lo dica lei, professore – un tipo di colpo dall’alto verso il basso, va bene? Laterale da destra verso sinistra.
M.M.: Numero ricordo. L’avvocato Franchetti…
A.B.: Si può vedere, per Cortesia?
M.M.: Le direzioni le ha lette lei: dall’a… io… se abbiamo scritto dall’alto verso il basso.
A.B.: Dall’alto verso il basso.
M.M.: E quindi io non ho motivo di dubitare e, voglio dire, confermo quello che abbiamo scritto allora.
A.B.: Ecco, quindi sembrerebbe non un colpo dal basso.
M.M.: Verso l’alto.
A.B.: O dal centro.
M.M.: Ma dall’alto verso il basso.
A.B.: ma dall’alto verso il basso.
M.M.: Se la direzione era quella, è un colpo dall’alto verso il basso.

A.B.: Lei non ha potuto fornirci, o perlomeno c’è da qualche parte, ma di ora non ce l’ho il dato…
M.M.: L’altezza di questo ragazzo.
A.B.: L’altezza di questo ragazzo.
M.M.: E me ne rammarico sinceramente.
A.B.: Vabbè, lo troveremo. Ma non esiste, non l’ho trovato neppure io. Credo che il signor Pubblico Ministero…
P.M.: Sarà facilissimo farlo. I parenti li ha tuttora, se abbiamo dubbi, per farci dire l’altezza.
A.B.: No, ma volevo sapere quant’era, chiedo scusa, se si poteva. Ecco, si può localizzare…? Ma qua non si vede nulla.
M.M.: Eccolo qui, vede? Fra le due macchie bianche.
A.B.: Ma questa è?
M.M.: Questa è la ferita.
A.B.: Quale è la ferita? Perché sembrerebbe qua localizzata in maniera diversa.
M.M.: No.
A.B.: Quella non mi sembra, professore. O è quella?
Presidente: È quella tra le due macchie bianche.
M.M.: Direi questa.
A.B.: Questa qua?
M.M.: Fra le due macchie bianche.
A.B.: Quindi è sotto, accanto alla colonna vertebrale?
M.M.: Sì, è un po’ a sinistra della colonna vertebrale.
A.B.: Un po’ a sinistra; invece qua risulta un po’ a destra. Va bene.
M.M.: Vediamo.
A.B.: Ma mi pare che là purtroppo è il cadavere, e quindi non c’è problema, va bene. Quindi sembrerebbe da destra verso sinistra. È giusto, professore?
M.M.: Per quanto si vede dalla fotografia sembrerebbe in realtà che fosse questa direzione, quindi dall’alto verso il basso.
A.B.: Dall’alto verso il basso.
M.M.: Perché qui un po’ a sghembo.
A.B.: Ecco, dall’alto verso il basso. Va bene, professore. Grazie di questa. Oh, e poi le altre, quelle sul davanti, se si possono vedere. Vi dispiace farmi di vedere queste foto?
M.M.: No, qui…
A.B.: No, sulla parte anteriore.
M.M.: La parte anteriore del torace, la zona del cuore.
A.B.: La zona del torace, se si vedono. No, no… ma non si vede forse. Non ce ne sono altre? Perché in un disegno sembrerebbe che queste lesioni sono anche queste dall’alto in basso e addirittura da destra verso sinistra, ma in basso, su una, due, tre, quattro. Ora qua non si vedono, ma io ci ho un disegno che me li mostra così. C’è un’altra fotografia del cadavere? No? No, queste no. Proprio deve essere il petto, se si può vedere. Comunque lei le ha indicate in questo modo, professore.
M.M.: Sì, sì, sono fra il secondo e il sesto spazio intercostale…
A.B.: Esattamente.
M.M.: … sinistro.
A.B.: Mah, uno, due, tre…
M.M.: Forse quattro, lì insieme.
A.B.: Quattro. Poi ce n’è una qua e una all’altezza dei reni, insomma del…
M.M.: Sì, all’inguine destro.
A.B.: All’inguine destro e una all’inguine sinistro.
M.M.: Bene, e una alla coscia sinistra.
A.B.: Esattamente.
M.M.: Sì, se non mi ricordo male. Si.
A.B.: Va bene, sì. Insomma, comunque, quello che lei ha detto, cioè che questa persona che ha colpito ha colpito dall’alto verso il basso mi pare che sia compatibile con questa posizione che è stata riscontrata nei corpi, ecco. Ora le faccio un’altra domanda. E poi veramente sto calmo. Questo signore, questo assassino, a un certo punto ha dovuto – almeno così, ricostruendo – ha dovuto fare tante cose, se era uno solo. Poniamo, teniamo conto che sia uno. Se è uno, ha dovuto sparare, ha sparato, ha visto uscire qualcuno dalla tenda; è buio. Questo qualcuno scappa, gli spara ancora; perché non sappiamo se i colpi hanno colpito quel ragazzo dentro, oppure qualcuno poi è uno di quei proiettili che ha attinto alle mani…
Presidente: Avvocato, come fa a dire lei che spara ancora?
A.B.: Come?
Presidente: Questo non si può dire assolutamente.
A.B.: No, non lo sappiamo.
P.M.: E poi che ha sparato prima ragazzo, prima alla ragazza…
A.B.: Sto dicendo, Presidente, non sappiamo.
Presidente: Lui ha sparato quei colpi che abbiamo trovato.
A.B.: Oh, ha sparato. Quindi non sappiamo che se questi colpi che risultano sul cadavere siano stati sparati mentre il ragazzo era in tenda, oppure sparati quando il ragazzo si muoveva. Questo stiamo cercando di capire, giusto, professore?
M.M.: Giusto.
A.B.: Dopodiché, questo è certo, il ragazzo viene raggiunto dall’assassino. Viene fermato, viene ucciso e, probabilmente, viene portato, messo dentro un cespuglio. Probabilmente, perché il ragazzo in quella… anche se questo potrebbe far comodo al Pubblico Ministero, però per amore di verità, è stato portato con i piedi in su.
Presidente: “Portato”. Avvocato, non si sa se è stato portato, lo dice lei. Potrebbe essere stato gettato.
A.B.: Portato, gettato. Dico, no, lui da se non c’è andato, ecco, penso questo punto
Presidente: Ah, certamente.
A.B.: No, scusi.
Presidente: Sembrerebbe di no.
A.B.: Presidente, autonomamente non credo che un uomo possa essere, se ne possa andare così là dentro. Ecco, e nello stesso tempo, mi scusi, questo signore che ha fatto tutte queste cose aveva da fare tutto il resto. Cioè aveva da fare…
M.M.: Agire sulla ragazza.
A.B.: … quel che poi ha fatto. Secondo lei, come medico, questo signore che ha dovuto correre, ha dovuto rincorrere, ha dovuto uccidere, ha dovuto prima o dopo, non si sa, dell’asportazione del seno, eccetera, era in ansia, oppure no?
Presidente: Era?
A.B.: In ansia.
Presidente: Ritorniamo alla domanda già fatta.
M.M.: Posso rispondere?
A.B.: Ora poi faccio la domanda.
M.M.: Posso rispondere? Non glielo saprei dire nemmeno se sapessi chi era questo signore.
P.M.: Bravissimo. Grazie.
A.B.: Siii, va bene. Secondo lei, professore, chi fa questo tragitto, la pressione gli abbassa o gli aumenta?
M.M.: Avvocato, ma il tragitto quant’è? 30 metri?
A.B.: 30 metri. Ma c’è una concitazione.
M.M.: 30 metri in quanto si fanno?
A.B.: Sì, ma, professore, c’è una concitazione.
M.M.: 10 secondi.
A.B.: 10 secondi. Ma poi c’è tutto il resto.
Presidente: Avvocato…
M.M.: Avvocato, non lo so.
Presidente: Professore, l’aumento di pressione provoca normalmente un aumento anche delle prestazioni diciamo, fisiche?
M.M.: Sì.
P.M.: L’adrenalina dà una mano.
A.B.: Ecco, per uno che infartuato per ben due volte…
P.M.: Eccoci.
Presidente: Silenzio, silenzio.
A.B.: … e ha 60 anni, è compatibile tutto questo?
M.M.: Si. Ci sono…
A.B.: Allora è stato lui, via.
M.M.: No, avvocato…
Presidente: Avvocato, eh no…
A.B.: Scusi, se questo…
Presidente: No, avvocato Bevacqua.
M.M.: Posso dire perché.
Presidente: Questo non lo deve fare.
A.B.: No, questo non lo voglio fare.
Presidente: Questo non lo deve fare. La domanda… Pubblico Ministero.
P.M.: Chi ha parlato? Ha parlato da solo!
Presidente: Faccia silenzio!
A.B.: L’ho fatta io, certamente, Presidente.
Presidente: Lei mi ha fatto una serie di domande e io gliele ho lasciate fare.
A.B.: Certo.
Presidente: Secondo me, potevo già dichiararli inammissibili. Gliele ho fatte fare.
A.B.: Sì, certo, Presidente.
Presidente: A questo punto il risultato non è stato quello che lei voleva. Ma a questo punto lei non mi può… eh!
A.B.: ma non che io…
Presidente: … trarne conseguenze inammissibili. Lei ha fatto una serie di domande che potevo bocciare fin dall’inizio. Non ha ottenuto il risultato, anzi, forse ha ottenuto il risultato contrario. Non si può rifare poi con il teste eh!
A.B.: Io non mi faccio con nessuno, Presidente, mi sembra… per carità!
Presidente: Lei ha fatto una domanda, il teste ha risposto.
A.B.: Sì, certo.
Presidente: Adesso basta.
M.M.: Posso dire perché?
A.B.: Sì, ecco, mi dica.
M.M.: Ho dato risposta così apodittica. Sappiamo delle cronache dei giornali, anche sportive – è vero, non seri come i giornali scientifici – che ci sono infartuati che fanno la corsa podistica a New York. C’è stato addirittura un trapiantato di cuore che l’ha fatta.
Presidente: Quindi vedete come tutto relativo. Va bene.
A.B.: Va bene.
Presidente: Altre domande, signori?
P.M.: Nessuna il P.M.
A.P.: Posso?
Presidente: Avvocato Pellegrini.
A.P.: Posso permettermi? Anche se non è più il mio turno? Vorrei soltanto ricostruire un attimo una sequenza.
Presidente: Ancora?
A.P.: Sì, ancora. Speriamo conclusivamente. L’assassino usò inizialmente l’arma da fuoco, la pistola. Successivamente passò all’arma bianca. Questo si può dire? È corretto dire così?
Presidente: Presuntivamente.
A.P.: Lei ha detto all’inizio che le ossa del gomito del braccio destro scoppiarono a seguito di un colpo d’arma da fuoco. Quindi fino a che si usa l’arma da fuoco, intanto si è messo fuori uso il braccio destro del giovanotto, giusto? Questo ragazzo esce dalla tenda – si presume, vista la sequenza probabile degli accadimenti – con un braccio fuori uso. Questo si può affermare. Questo ragazzo, questo giovane, trovato in quella strana posizione, presentava dei segni di compressione come di mani che hanno afferrato i polsi e/o le caviglie? Sono stati rilevati segni del genere?
M.M.: Mi sembra di no, avvocato. Non ci ho mai pensato.
Presidente: C’è qualcosa nella perizia a questo proposito?
M.M.: Non mi sembra di…
A.P.: Non c’è, non c’è nessun…
Presidente: Lo domando a lei.
A.P.: Non c’è.
M.M.: Non mi sembra di ricordare lesioni da afferramento, se è questo che lei vuol dire.
A.P.: Da afferramento. Se per caso gli autori del fatto, del misfatto, fossero stati almeno due, sarebbe probabile che per mettere o gettare quest’uomo in quella posizione lo avrebbero afferrato per i polsi e per le caviglie?
M.M.: Certo.
A.P.: Mentre non sono stati rilevati segni del genere nei luoghi deputati ad afferrare un corpo per gettarlo un po’ più in là, giusto?
M.M.: Sì.
A.P.: Per quanto riguarda la dinamica dell’avvicendamento delle fasi di uccisione del ragazzo non ho altro. Torniamo un attimo, per farle una domanda di probabilità ovviamente, circa quelle tanto discusse seghettature intorno al seno della ragazza. Le domando solo questo.
Presidente: Vogliamo mettere la foto 36 già che ci siamo?
A.P.: Le domando solo questo: se, fra le varie ipotesi che si possono fare, se potrebbero essere state causate da una torsione della mammella in senso orario, direi eventualmente, nella fase di iniziale asportazione della mammella stessa.
Presidente: Guardi, riguardi pure, se crede, professore, queste…
M.M.: No, avvocato, direi di no. Perché una lesione da torsione dovrebbe essere stata una lesione della massima violenza, e non avrebbe prodotto una serie numerosa – 9,10,11, quante sono – di queste striature, ma forse una sola, al massimo due. Direi di no.
A.P.: La ringrazio.
Presidente: Avvocato Santoni Franchetti.
A.S.F.: Una sola domanda. Professore, guardando queste fotografie lei ha visto sui fianchi della donna – io non sono riuscito, anche per la distanza, a individuarle – delle aree pergamenacee da depauperazione epidermica?
M.M.: Scusi?
A.S.F.: Delle aree pergamenacee da depauperazione epidermica, che dovrebbe aver lasciato l’autore quando ha stretto i fianchi – non le vedo – i fianchi della donna. Risultano però, me lo ricordo, proprio dall’autopsia. Questo me lo ricordo; non mi ricordo però l’altezza, perché questi dati autoptici me li ricordavo.
M.M.: Perche mi dice pergamenacea?
A.S.F.: Perché era stato connotato così la posizione dell’autore che aveva fatto pressione sui fianchi.
M.M.: Sì.
A.S.F.: Ed era stato proprio connotato, me l’ero appuntato, queste aree pergamenacee da depauperazione epidermica si possono vedere?
M.M.: Ecco, sì, vediamole lì.
A.S.F.: Ecco perché da lì per risalire alla posizione, mi interessa in definitiva sapere, partendo da quel dato reale, concreto, la posizione dell’autore. Questo poi ci potrebbe in futuro…
M.M.: Quello che abbiamo visto nelle fotografie nel tronco della donna, quelle aree…
A.S.F.: Se poi non si riesce a vederle, non lo so, saranno altre fotografie.
M.M.: Quelle aree bianche che abbiamo visto sui fianchi della donna e, in misura minore, anche su quelle dell’uomo, non sono pergamenacee. Sono aree epidermo-litiche, cioè l’abituale sollevamento degli strati superficiali della pelle.
A.S.F.: Quindi non sono aree pergamenacee.
M.M.: Non sono, sono aree epidermo-litiche: la pelle che si solleva e si stacca. Addirittura alle mani si stacca a quanto. Ma non pergamenaceo, è proprio epidermo-litiche: la cosiddetta putrefazione umida. Mentre la…
A.S.F.: Dovuta?
M.M.: Umida.
A.S.F.: Si putrefazione umida. Dovuta?
M.M.: Mentre…
A.S.F.: La putrefazione.
M.M.: Direi i fenomeni abituali di putrefazione. Mentre quello…
A.S.F.: Proprio senza una causa precisa, in quel punto?
M.M.: Si in quel punto lì perché la pelle un pochino più sottile, perché è esposta gli attriti inevitabili di un corpo che giace, anche immobile. Mentre gli aspetti pergamenacei sono quelli della putrefazione secca che qui non c’è. Specialmente in un cadavere in questa situazione, chiuso in quell’ambiente caldo, è l’umido che l’ha fatta, direi – permettetemi la parola – putrefare rapidamente. Quindi non pergamenaceo, ma epidermo-litico. Io non mi ricordo di avere adoperato la parola pergamenaceo nella relazione. Lo potrei aver fatto, non ci giurerei; ma non mi ricordo di averla scritta.
A.S.F.: Comunque chiarissimo.
P.M.: No, non c’è scritto, professore.
A.S.F.: No, ma in quelli autoptici. Grazie.
M.M.: Prego.
A.B.: Con l’augurio di non fare autogol, Presidente, ma è un autogol relativo, un palo più che un autogol.
Presidente: Per carità.
A.B.: Mi scusi. Senta, professore, lei ha fatto queste indagini, ha visto tutto questo sangue di questa ragazza morta e ha detto poc’anzi che la ragazza, il corpo della ragazza, deve essere stato spostato, cioè era in decubito in un certo tipo. L’assassino – prima o dopo non si sa, prima la mammella o poi il pube, non si sa quale, sembrerebbe prima la mammella poi il pube – ecco, per fare tutte queste cose stando là dentro, rannicchiato, io penso, si dovette sporcare abbastanza di sangue, oppure no? Parecchio…
M.M.: Questo non lo so.
A.B.: Ma insomma abbastanza.
M.M.: Una volta di più – una domanda che mi è stata fatta anche per i casi precedenti – direi che l’imbrattamento di sangue sicuramente c’è. Non era un imbrattamento da sangue vivo che sprizzasse dalle ferite; era un imbrattamento da contatto delle mani o delle vesti dell’assassino, quasi inevitabile, contatto quasi inevitabile con i corpi di queste vittime.
A.B.: Con i corpi di queste… solo questo. Grazie.
Presidente: Vogliamo mettere un attimo la foto 36? Volevo chiedere un’ultima cosa. Ecco, ingrand… però perfetto. No, non così, il campo più lungo. Così. Professore, quelle io le chiamo incisioni, però naturalmente… Se sono incisioni, lei ritiene, se è in grado di dirlo, che abbiano lo stesso andamento da destra verso, in senso orario diciamo – a parte il taglio mi sembra più trasversale – che ha avuto poi il taglio della mammella?
M.M.: Direi di sì, perché tendono leggermente alla convergenza in basso, in senso orario. Però hanno l’aria di essere tutte provocate in senso orario. Direi di sì.
Presidente: Va bene, grazie.
M.M.: Prego.
Presidente: Vi sono altre domande?
A.B.: No, mi scusi, Presidente, sempre su questa foto.
Presidente: Bene.
A.B.: Potrebbero essere, così, delle incisioni, mi scusi, eh, una domanda, perché non si capisce cosa, sono misteriose, rituali, no, non rituali, abbiate pazienza, non è che qua c’è il rito satanico. Siccome questo signore ha cominciato a punteggiare prima, ecco, potrebbe essere qualcosa del genere che in quel momento lui comincia a disegnare, a fare? Non lo so io, perché non riesco a capire, un po’ misterioso, direi molto misterioso.
M.M.: Avvocato, misterioso anche per me. Ma se si deve… una risposta scientifica non gliela so dare.
A.B.: Perché, dico, chi taglia… lì ha già tagliato altre volte, questo signore ha già tagliato altre volte. Quindi non ha, non dovrebbe avere incertezza nel tagliare, nell’escindere.
M.M.: Ma io non credo che questi siano segni dovuti all’incertezza.
A.B.: Come?
M.M.: Non credo che siano segni dovuti all’incertezza.
A.B.: Ecco, appunto.
M.M.: Per le ho detto che non…
A.B.: Quindi non sarebbero segni di incertezza, ma sarebbe qualche cosa.
M.M.: Non sono in grado di identificare il mezzo che le ha prodotte. Ancor meno di identificare il perché.
A.B.: Quindi lei…
M.M.: L’ho già detto mi rammarico, ma non…
A.B.: Senta, professore, no, no, per carità, mi scusi. Siccome vorrei anch’io capire, vorrei anch’io capire, ma evidentemente non riesco. Quest’uomo che spara prima, perché sicuramente spara, cioè taglia con una mano e spara con l’altra. Non si sa cosa fa, ecco.
Presidente: Avvocato, mica era Pecos Bill! Qui…
A.B.: No, Presidente, mi scusi. Siccome pare che con la stessa mano adoperata per sparare adopererebbe anche il coltello – questo sarebbe la domanda che le faccio, se può… – quindi non so dove lo mette questo benedetto coltello, o dove pistola prima. Perché sembrerebbe che il colpo di coltello, la coltellata alle spalle e le coltellate che poi vengono date sul davanti, siano date da un destrimane, sembrerebbe…
M.M.: Sembrerebbe si,
A.B.: Sembrerebbe un destrimane. Però questo ha, ci ha due mani, Pare di sì.
M.M.: E tante tasche.
A.B.: E tante tasche. Questo volevo che lei mi dicesse, tante tasche. Quindi ci poteva stare anche il coltello, o due coltelli, in altre tasche. Basta. Grazie.
Presidente: Lì non l’ha lasciato il coltello.
A.B.: No, magari! Se l’avesse lasciato era meglio per tutti.
Presidente: Possiamo licenziare il professor Maurri?
P.M.: Senz’altro, Presidente.
Presidente: Grazie. Stasera è stata più lunga del solito. Bene signor Pubblico Ministero chi abbiamo adesso?

P.M.: Presidente, il P.M. ha terminato la ricostruzione dal punto di vista medico legale, dal punto di vista del sopralluogo i fatti relativi all’omicidio dell’84, passerei all’ultimo, quello del 1985 chiedendo di sentire, se sono presenti, innanzitutto gli ufficiali di Polizia giudiziaria, dei Carabinieri, che ebbero notizia, fecero il primo sopralluogo, subito dopo gli agenti della scientifica che hanno provveduto a fare i rilievi. Quindi chiedo…

Presidente: Allora passiamo all’ultimo omicidio.

P.M.: Esatto.

A.B.: Passiamo subito, Presidente, o facciamo…

Presidente: No, non facciamo break signori, semmai più tardi, adesso andiamo avanti, scusate ma… tanto è presto! Allora il Maresciallo Lodato, si accomodi Maresciallo. Ecco, allora Maresciallo le sue generalità, per Cortesia.



V.L.: Lodato Vincenzo, nato a Xxxx xxx Xxxxxxx, xx/xx/19xx.

Presidente: Legga per Cortesia quella formula.

V.L.: Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione mi impegno di dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è di mia conoscenza.

Presidente: Allora risponda Maresciallo, per Cortesia, alle domande del Pubblico Ministero.

V.L.: Prego.

P.M.: Maresciallo vuole spiegare alla Corte qual è la sua professione e qual era il suo incarico nel settembre dell’85?

V.L.: Dunque all’epoca dei fatti ero comandante della stazione Carabinieri di San Casciano Val di Pesa…

P.M.: Ricorda… prego, prego…

V.L.: Attualmente sono in posizione di ausiliario in congedo dal 25 aprile 1991.

P.M.: Ecco, rimaniamo quindi all’85, al settembre, come seppe di questo omicidio, cosa fece, cosa vide quando arrivò, si arrivò sul fatto.

V.L.: Si, io intorno alle ore 14:30, se non vado errato, minuto meno minuto più, ebbi notizia da un ragazzo del luogo, un certo Santurri, Santucci o Santurri Luca, il quale mi diceva che andando nei boschi degli Scopeti, esattamente in località Salve Regina, aveva notato una persona per terra, che secondo lui, era deceduta. Quindi a questo punto sono recato immediatamente sul luogo con altri militari dipendenti e una volta indicato dal ragazzo il luogo, ho visto una persona per terra, certamente priva di vita. Però contemporaneamente ho visto una tenda nel piazzale e quindi mi sono affacciato in questa tenda, ho visto il corpo di una donna, anche questa sicuramente priva di vita, e da qui mi sono reso conto che non si trattava più di una persona probabilmente morta accidentalmente ma della gravità dei fatti, per cui ho provveduto ad allertare chi di dovere tra i miei comandanti, magistratura e subito recintare la zona, delimitare la zona per evitare l’accesso a chicchessia. Poi abbiamo bloccato il traffico e quindi successivamente sono arrivati tutti gli organi preposti alle indagini del caso.

P.M.: Lei, di verifiche sul luogo – sia pure preventive – non ha fatto altro?

V.L.: Io non ho fatto altr…

P.M.: Ha aspettato che se ne occupasse chi era competente?

V.L.: Signorsi.

P.M.: Cioè il problema fondamentale per lei fu, una volta accertato, mantenere lo stato dei luoghi?

V.L.: Signorsi. Mantenere, si,si, così.

P.M.: Questo il fatto. Con una…

V.L.: Una “?”, come si può chiamare in termine… ho recintato…

P.M.: Il luogo.

V.L.:…il luogo…

P.M.: Piuttosto ampio se non sbaglio.

V.L.: Si, si sino a oltre… di un raggio… non so descrivere ma molto ampio, in modo che nessuno…

P.M.: E poi bloccò il traffico in entrambi i sensi.

V.L.: Sia a sud che al Nord, con delle macchine radiomobile, poi è sopraggiunto il comandante della compagnia…

P.M.: Va be’, non ho altre domande per il teste grazie.

Presidente: Signori avvocati di parte civile?

A.P.: No grazie.

A.S.: Una sola domanda, Presidente.

Presidente: Allora avvocato Santoni.

A.S.: Io volevo sapere soltanto una cosa dal teste, voi foste avvertiti… quando siete stati avvertiti del fatto? E da chi?

A.B.: L’ha già detto.

A.S.: Un momento sennò la domanda…

V.L.: Si, da Santucci… non vorrei sbagliare sul cognome, Santucci Luca.

A.S.: Bene.

V.L.: Abitante in Viale Xxx Xxxxxxx numero…

P.M.: Lasciamo gli indirizzi…

V.L.: Si…

A.S.: Non ha importanza.

V.L.: No, perché è stato sentito.

A.S.: Furono loro a portarvi logicamente sul posto?

V.L.: Il ragazzo, il ragazzo.

A.S.: Ma queste persone… io non le ho trovate…

V.L.: Una persona, avvocato.

A.S.: Una persona. Rilasciarono delle dichiarazioni?

V.L.: Sono stato poi sentito successivamente da altre persone. Sicuro è.

A.S.: Io non ho trovato la verbalizzazione…

V.L.: No, ma… Non ho provveduto io a compilare gli atti ma chi lo ha fatto penso, penso avvocato, che sia stato…

P.M.: Non è agli atti.

A.S.: Ah ecco! La ringrazio, perché non c’è agli atti la loro verbalizzazione.

V.L.: No, no è questa.

A.S.: Quindi lei non l’ha fatto?

V.L.: No perché non procedevo alla stesura degli atti…

A.S.: Non l’ha fatto nessun’altro. Era soltanto questa domanda, per sapere se l’aveva fatto lei, lei non l’ha fatto e io non l’ho trovato negli atti. Grazie.

Presidente: Signori altre domande?

A.B.: Difesa, avvocato Bevacqua.

Presidente: Allora avvocato Bevacqua.

A.B.: Senta Maresciallo, lei è andato sul posto e ha trovato la tenda con i cadaveri, i colpi eccetera, si ricorda se furono trovati dei portafogli contenenti valori?

V.L.: No perché non ho proceduto all’ispezione del luogo…

A.B.: Nel rapporto esiste che furono trovati franchi o denaro…

V.L.: E’ stata fatta dagli organi preposti a…

A.B.: E chi erano gli organi preposti?

V.L.: La Questura pare per la…

A.B.: Ma il rapporto l’avete fatto voi!

V.L.: No, no pare che la Questura.

A.B.: No il rapporto… mi scusi eh… Reparto Operativo…

V.L.: Dei Carabinieri… investigativo…

A.B.: Ah quindi non l’ha fatto lei, l’ha redatto il Maggiore Torrisi.

V.L.: Si era il Comandante del nucleo…

A.B.: Che oggi è qui.

V.L.: No ora qui c’è il Comandante della compagnia, il signor Colonnello venuto da Roma che…

A.B.: Ma comunque il rapporto…

V.L.: Rositano, Rositano.

A.B.: Rositano. Quindi il Colonnello Rositani sa qualcosa di questo rapporto?

V.L.: Signorsi perché è arrivato subito dopo e…

A.B.: Perché sennò… Credo che sia importante…

V.L.: Si, si, si avvocato…

A.B.: Ecco, lei ha ricevuto comunque essendo il Comandante della stazione della luogo, ha ricevuto delle indicazioni da parte di talune persone che vi riferirono che in quell’occasione, quel giorno, qualche giorno prima, in particolare quel giorno e quella notte, era stata notata lì, in prossimità del luogo dove poi si verificò il duplice omicidio, una macchina Renault 4 di color beige o nocciola? Si ricorda questa circostanza?

V.L.: No, non mi risulta, perlomeno non ricordo la circostanza.

A.B.: Non ricorda la circostanza, lo domanderemo ad altre persone. Ricorda se furono sentite due o tre persone, in particolare, addirittura tre persone, le quali tutte quante videro un uomo piuttosto alto che si… non si ricorda, allora domanderemo a qualcuno perché mi pare faccia parte del corredo probatorio di un processo di questo genere.

V.L.: Prego.

A.B.: Senta e allora le faccio un’altra domanda, a questa credo che lei mi possa rispondere, ricorda se lei subito dopo, il giorno dopo, qualche giorno dopo, andò a cercare Pacciani, andò in casa del Pacciani per domandargli dove lui fosse quella sera? E se Pacciani che cosa le disse? Io ho qua… non so, sembra che sia stato lei a interrogarlo… mi risulterebbe, se posso dirlo, Presidente, “Veniva sentito a s.i.t. e nella circostanza asseriva che nella domenica 8 corrente, nel pomeriggio con la propria famiglia era stato a Cerbaia alla Festa de L’unità…”

V.L.: Non credo di averlo sentito io Pacciani su questo argomento.

A.B.: È, pare che sia stato sentito proprio da… lei abbia sentito proprio Pacciani, guardi.

V.L.: Non lo ricordo.

A.B.: C’è una verbale…

Presidente: In quale data, scusi?

V.L.: Se c’è il verbale può essere…

A.B.: Qua ci ho… io non ho tutto il fascicolo, sono sicuro che è stato sentito Pacciani, Presidente, perché nel fascicolo… Pubblico Ministero mi può soccorrere ma in questo momento non mi soccorre perché siamo avversari… (Presidente a bassa voce: “molto bella questa”) No, c’è una fascicolo… C… allegati vari… Non li ho portati io oggi perché non pensavo che si parlasse di questa vicenda.

P.M.: Infatti è un discorso diverso, cioè c’è una serie di testi su questo tipo di accertamenti che il P.M. ha indicato in un solo momento, per questo non ci sono oggi. Oggi sono stati indicati dal P.M. sono i testi relativi al sopralluogo, per quello che riguarda l’indagine il P.M. ha spiegato alla Corte come il modo di procedere era diverso, cioè prima vediamo sopralluoghi, i testi del P.M. sono solo relativi ai sopralluoghi, per quello che riguarda l’indagine – per il P.M. ovviamente – i testi vengono portati successivamente. Questo spiega perché l’odierno teste sa poco dell’argomento. Questo non impedisce che nel momento opportuno… o comunque si possono fare tutte le domande che la difesa ritiene idonee. È per giustificare come mai non ci sono quei fogli oggi.

A.B.: Ho delle perplessità sulla memoria a compartimenti stagni, sul piano della cronologia, cioè oggi sa, dopodomani saprà…

P.M.: No, no, se il teste lo sa, lo sa anche oggi, se non è il teste…

A.B.: No è il teste, perché lo sa che è il teste perchè è stato lui a interrogare Pacciani.

Presidente: Ma se ne ricorda?

V.L.: No, non ricordo.

A.B.: Ecco, non se lo ricorda, speriamo che se ne ricorderà quando lo chiamerà il Pubblico Ministero.

Presidente: Sono passati nove anni. Nove anni.

A.B.: Siamo d’accordo, signor Presidente.

V.L.: Posso aggiungere questo avvocato…

Presidente: Immagino il Maresciallo…

A.B.: Lo vorrebbe dire… Lui può sempre parlare, Presidente, io lo vorrei far parlare…

Presidente: Gli rinfresca la memoria lei, avvocato, gli rinfresca la memoria lei.

A.B.: Lo possiamo far parlare?

V.L.: Si, si, no io…

Pietro Pacciani: Senta signor Maresciallo, mi perdoni vero…

Presidente: Allora aspetti…

P.P.: Venne lei con la scorta il lunedì 9 settembre alle ore 3:30, venne in casa mia dicendomi: ‘ dove è stato Pacciani ieri sera dopo pranzo?’ e io citai: ‘Con la famiglia a Cerbaia alla Festa de l’Unità’ ma non pe’ i partito, insomma s’andette a mangia’ un boccone con la famiglia. Inoltre poi la mi perquisì la casa oltre a queste domande…

Presidente: Ma non quel giorno lì.

P.P.: Era lei con la scorta, con due suoi colleghi, io non so chi siano comunque… E io mi trovavo laggiù perché…

Presidente: Ascolti, ascolti Pacciani, faccia parlare me, quel giorno… no, no, stia pure in piedi, così vediamo quanto è alto, fra l’altro…

A.B.: Ecco, guardi quanto è alto.

Presidente: Ci dica un po’, quel giorno stesso le fece queste domande e le fece la perquisizione?

P.P.: Come ha detto?

A.B.: Il giorno stesso gli fece le domande e la perquisizione?

P.P.: No, si quel giorno, 9 settembre, ore 3:30…

P.M.: Macché 9 settembre!

P.P.: Venne a interrogammi, venne a interrogammi il signor Maresciallo qui De Lodato con altri due su’ colleghi, dicendomi, dice: ‘ dove era lei dopo pranzo ieri sera?’

Presidente: Benissimo e poi le fecero la perquisizione?

P.P.: Si, dopo fatto questo… questo… questo discorso, mi disse: ‘ permette, si fa una piccola perquisizione?’ – ‘La mi’ casa è a sua disposizione’, gli dissi, aprii tutte le porte.

Presidente: È il 19 settembre, non il 9.

P.P.: No il 9! Il 19 l’è un’altra faccenda!

Presidente: Qui c’è un verbale in data 19…

P.P.: Quello… quello… il 19 è un’altra faccenda, della lettera anonima, di quella che dicevano che tenevo la famiglia chiusa…

Presidente: Altra perquisizione.

P.P.: … invece la chiave era dentro la casa. Sicchè… quella è un’altra faccenda, il 9! Anzi io rimasi soppreso, gli domandai: ‘Via signor Maresciallo ma che cos’è questo interrogatorio? Questa perquisizione?’ mi disse: ‘Una formalità. Non è solo. Non è il solo’ e andettan via. Ecco, questa è la sincera verità, giurata davanti a Dio. Diciamo… cerchiamolo insieme chi ha fatto il male, perché non deve pagare l’innocente per il peccatore! Io sono un poro padre di famiglia! Non ho fatto del male a nessuno! Ho voluto bene a tutti ni’ mondo! Cosa mi vengono a cercare a un disgraziato di 70 anni! Ho sempre lavorato! Andavo da Gaziero! La si ricorda lei? Da quella fattoria? Ho sempre lavorato… una vita intera! Io voleo bene a tutti!

Presidente: Va be’, va be’, quindi a allora…

P.M.: Presidente, mi scusi, sono una cosa, siccome lei ha ripetuto che era il 9, io non vorrei aver capito male…

P.P.: C’era due Carabinieri!

P.M.: No il signor Pacciani ha detto il 9!

Presidente: Pacciani ha detto il 9…

P.M.: Il 9 e ha detto anche l’ora, l’ora di pranzo.

Presidente: E ha detto poi che questo a cui alludevo io…

P.M.: Del 19 è un’altra cosa.

Presidente: Il 19 è un’altra cosa, per la lettera anonima. E’ vero, è vero.

P.M.: Lo so benissimo, Presidente, volevo aver capito bene che era il 9, all’ora di pranzo, quando per fortuna il Maresciallo Lodato o era sul luogo del fatto o non lo sapeva nemmeno.

P.P.: 3:30! No l’ora di pranzo! Erano le 3:30 circa! Dopo pranzo. Le 3:30… 3:40… insomma a occhio e croce.

A.F. (fuori microfono): Chi c’era dei Carabinieri?

P.P.: Dei Carabinieri c’era due suoi colleghi, io non so… come si chiamano non lo so.

A.F. (fuori microfono): …

P.P.: No ma quelli gli erano in servizio

Presidente: Io non so… io naturalmente non posso essere in possesso di tutti gli atti, ho solo questo…

P.M.: Chiediamo al Maresciallo Lodato dove era alle 15:30 o alle 14:00 del giorno 9! Così chiudiamo!

Presidente: Basta, ora però signori!

P.P.: Ma chi è che l’ha detto alle 14:00? No andiamo a cercare le frottole!

Presidente: Stia zitto Pacciani!

P.P.: Io ho detto alle 3:30 no alle 14:00!

Presidente: Pacciani stia zitto! Ora basta!

P.P.: Ma che si cerca di imbrogliare le acque qui? Diciamo la verità! Dio bono! Lo cerco anch’io sai chi ha fatto i’ male! Io soffro come loro, pora gente!

Presidente: Si metta a sedere! Se continua la faccio allontanare! E ora calma tutti! Perché tanto la circostanza da accertare è talmente banale e semplice che non vedo perché si debba fare tutto questo chiasso.

P.M.: No, no…

Presidente: Allora… ora parlo io, silenzio!

P.M.: Mah…

Presidente: Allora ha capito Maresciallo?

V.L.: Signorsì.

Presidente: L’imputato dice…

P.M.: Presidente mi scusi…

Presidente: …ha avuto… no scusi tanto, per precisarglielo perché sennò…

P.M.: Volevo fare le domande che spettano al P.M. in questa fase.

V.L.: Prego, prego.

Presidente: Lui ha avuto due visite pastorali vostre, non solo quella del 19, che risulta verbalizzata qua e che io ho, ma anche una il 9, subito dopo pranzo…

V.L.: Ma, signor giudice, dunque il 9 è il giorno in cui è successo… e quindi è avvenuto il sopralluogo, noi siamo stati sul posto se non quasi fino al buio ma poco ci manca, alle 6:00, alle 7:00, ora non vorrei sbagliare. Per cui io di lì, io ed altri colleghi, il signor giudice ed altre… che dire… intervenute tante… non ci siamo mossi fino a quando…

P.M.: Non posso testimoniare io che era con me tutto il pomeriggio.

V.L.: Il dottore che è venuto… io posso confermare altre circostanze ma qui assolutamente no, non mi sono mosso fino alle 6:00, le 7:00. Col traffico, poi c’erano varie personalità… indagini… non mi sono mosso. Anche perché poi me ne sono andato al bivio, signor giudice, per tenere il traffico fino a ore tardi.

P.M.: Bene

(…)

Presidente: Un momento, c’è l’avvocato Bevacqua.

A.B.: Mi scusi Presidente, è che… però…

Presidente: Vogliamo fare silenzio! Prego avvocato.

A.B.: Scusi Maresciallo, va bene che lei ricorda così, di essere stato tutto il giorno… eccetera… però deve ricordare, io mi auguro che lo ricorda almeno questo, che addirittura quel giorno alle ore 14:30, il giorno 9, voi avete cominciato… c’è un verbale… avete fatto un interrogatorio… avete fatto fare, quindi avete diramato già delle ricerche, delle indicazioni, addirittura a un certo medico di Montelupo fiorentino alle ore 14… di cui non posso fare il nome…

P.M. (fuori microfono): …

A.B.: E ce l’ho! Ci ho il verbale!

V.L.: Non avrà il mio, ecco! Avvocato…

P.M.: Alle 14:30 del? Scusi..

V.L.: Non per me…

P.M.: Scusi avvocato facciamo un inutile confusione!

Presidente: Del?

A.B.: 9, mese di settembre, delle 17:30. 17:30.

P.M.: Del giorno 9.

A.B.: Del giorno 9.

P.M.: Non alle 14:30.

A.B.: Viene sentito…

P.M.: Non alle ore 14:30.

A.B.: No, 14:30 parla lui. Alle 17:30 viene sentito un medico che era sospettato di certe cose, lei lo sa chi è il nome…

P.M.: Si, si ma non lo sa…

V.L.: Non so niente io.

A.B.: Ma è chiaro che non lo sa!

P.M.: E allora?

A.B.: Della stazione di Montelupo fiorentino. Quindi già da molto tempo prima, evidentemente, erano partite le indagini, così a raggiera, va be’… allora se lei non lo sa! Qua c’è un atto, il Pubblico Ministero lo sa!

P.M.: Vabbè ma facciamolo dire a chi l’ha fatto!

V.L.: Ma non sono stato io.

A.B.: Allora niente, lei quando ha saputo di questa cosa? Scusi.

V.L.: Io alle ore 14:30 sono stato avvertito dal ragazzo, Santucci…

P.M.: E ci ha già spiegato cosa ha fatto…

A.B.: Va be’ allora domandiamo il resto agli altri!

V.L.: Avvocato ma prego, si può chiarire, tanto…

A.B.: No, no.

V.L.: E quindi sono andato sul posto facendo tutto quello che ho detto prima.

P.M.: Vuole rispiegare, scusi – è l’ultima domanda che fa il P.M. – tutto il pomeriggio, da quelle 14:30 lei che cosa ha fatto? Lei come persona fisica, o forse non abbiamo capito bene, se lei ce lo rispiega nei dettagli, ovviamente non ci può dire ogni cinque minuti dov’era, ma cos’ha fatto tutto quel pomeriggio?

V.L.: Certo.

P.M.: Ha allertato i suoi, ci ha detto. Ha circoscritto la zona, poi se n’è andato?

V.L.: Poi sono andato con altri militari a fermare il traffico a nord e a sud e siamo stati lì fino ad ora tardi.

P.M.: Ohooo! È stato a casa di Pacciani alle 3:00?

V.L.: Signorno! Lo escludo.

P.M.: Ohooo! Io non ho altre domande.

Presidente: Allora Maresciallo, tanto per chiudere questo argomento, ma lei se lo ricorda, in rapporto a questi delitti, a questo in particolare, quand’è che la prima volta prende contatto con il Pacciani? Il 19 settembre in seguito alla lettera anonima o ancora prima?

V.L.: Il verbale e basta. Con quella lettera lì.

Presidente: Cioè il rapporto tra lei e Pacciani per questo delitto, che un rapporto chiaramente… in maniera generica… nasce con questa lettera anonima?

V.L.: Signorsì!

Presidente: Non per altro e non prima. Va bene. Possiamo licenziare il teste?

P.M.: Senz’altro Presidente.

Presidente: Prego può andare Maresciallo.

Presidente: Un altro teste.

P.P.: Qui si confonde l’acqua co’ i’ vino!

Presidente: Controlleremo tutto, controlleremo tutto! Non vi preoccupate.

Presidente: Un altro testimone, per favore.

P.P.: Hanno perso i’ cervello questa gente qui! E dicano le frottole!

Presidente: Vogliamo fare una breve sospensione prima di sentire…

P.M.: Ben volentieri, ben volentieri, Presidente.

Presidente: Perché l’ispettore mi sa che sia abbastanza lungo.

P.M.: È abbastanza lungo si.

Presidente: E allora facciamo una breve sospensione.

P.M.: Grazie Presidente.

Presidente: L’imputato?
A.S.: Sta arrivando.
Presidente: Bene. Diamo atto che è presente anche l’avvocato Fioravanti.
Presidente (fuori microfono): Ispettore Autorino.
Presidente: Allora è presente il teste, ispettore Autorino che già conosciamo. Prego signor Pubblico Ministero.



P.M.: Noi facciamo… il P.M. fa sempre riferimento a lei, so che ci sono altri suoi colleghi che sono intervenuti, forse lei fin’ora ci ha dato un quadro abbastanza chiaro quindi approfittiamo della sua competenza.
G.A.: La ringrazio.
P.M.: Allora Ispettore ci vuole raccontare quali furono i rilievi che furono fatti sul luogo dell’omicidio del 9 settembre ’85 dal momento che appare pacifico dagli atti che sicuramente dall’84 in poi si erano divisi i compiti la Polizia giudiziaria e i sopralluoghi venivano fatte esclusivamente dal suo ufficio, eh? Lo ricorda? Ricorda di essere intervenuto? Vuole descrivere con la stessa sua consueta precisione cosa vide nell’85? Anche perché abbiamo il solito fascicolo fotografico.
G.A.: La data è il 9 settembre del 1985, l’ora dell’intervento è alle ore 15:00.
P.M.: Lei arriva sul posto alle 15:00.
G.A.: Alle ore 15:00 e si protrasse fino alle ore 22:00 di sera, per poi ritornarci il giorno dopo che dirò in seguito. L’ubicazione della località ove furono rinvenuti i due cadaveri è un poggio che si trova a 1600 metri dall’inizio di via degli Scopeti in direzione San Casciano, sulla destra. Vi è una stradina sterrata a fondo dissestato fiancheggiata da cipressi che si inerpica per circa 60 metri fino al pianoro per poi tagliare sulla destra ove termina a ridosso di cespugli. Anteriormente, prima della svolta, anteriormente vi è uno sterrato, una radura, mentre invece nella parte terminale del secondo braccio, sulla sinistra, vi è un piano di forma ovale, sempre sterrata. Poi dirò perché cito quest’altra radura, diciamo, questo sterrato che è accanto alla radura. La radura ha una forma rettangolare, longitudinale si estende, ed è delimitata a destra da cespugli molto radi e piante, anteriormente da un’intricata vegetazione e a sinistra da una siepe. Agli angoli… grosso modo la grandezza di quest’area è di 33 metri il lato maggiore e 10 il lato minore. Sarebbe poi quello lì che troviamo appena vi si accede.
P.M.: Bene.
G.A.: I due angoli li assumiamo prendendo riferimento da un albero che si erge, un abete che si erge sull’angolo destro e un pino marino che si trova sul lato sinistro.
P.M.: Bene. Vi servono per le vostre misurazioni.
G.A.: Quello solo per dare, diciamo, un’ubicazione più concreta, diciamo, alla zona. Perché come assunzione di punto di riferimento poi prenderemo un abete che si trova un po’ più dentro lo spazio da me indicato.
P.M.: Bene.
G.A.: Perché ho puntualizzato il fatto della rettangolarità dell’area? Perché per quanto poi verrò ad dirvi voi possiate traslare ciò che io dirò in quest’area, cioè tutti gli elementi che io citerò voi li traslerete…
P.M.: La Corte.
G.A.: …idealmente in questa forma geometrica.
P.M.: Bene, abbiamo capito.
G.A.: Diciamo che il lato destro nella parte quasi al confine con il terzo sinistro a un piccolo passo che immette nello spiazzo di forma ovale mentre sul terzo destro del lato sinistro dell’area, troviamo una scarpata che porta a un terrazzo sterrato molto più in basso lato via degli Scopeti, infatti via degli Scopeti passa parallelamente nel lato sottostante.
P.M.: C’è un balzo.
G.A.: Questo è importante perché potrebbe essere una delle strade seguite da chi ha commesso il fatto. Così. Ecco perché io ne do l’indicazione. Pochi metri… l’ubicazione dell’autovettura… perché si trattava di una Golf di colore bianco, con targa francese, più una tenda tipo canadese la troviamo nel quadrante posteriore sinistro rispetto a…
P.M.: .. questo rettangolo.
G.A.: Al rettangolo. Iniziamo col descrivere l’autovettura. L’autovettura ha la fiancata quasi ridossata alla siepe che si erge sul lato sinistro e ha la parte anteriore rivolta a un albero… al pino marino di cui avevo detto all’inizio. I due sportelli sono chiusi a chiave, così come la bauliera. Uniformemente ricoperta da polvere, sulla canaletta scorriacqua che è posta sul tetto lato sinistro, nella parte terminale anteriore, si è apprezzato una maculazione ormai secca di sostanza ematica, mentre ci risultò subito evidente di non poter effettuare quelle ricerche di cui parlavo ieri di impronte dattiloscopiche di tipo latenti…
P.M.: Come mai?
G.A.: Proprio per la presenza della polverulenza che si trovava sulle superfici.
P.M.: Quindi fu impossibile repertare impronte.
G.A.: Fu impossibile. Notammo che sul lunotto posteriore, metà sinistra, parte mediana, vi erano due frammenti di impronte evidenti… evidenti cioè si differisce da quello da me precedentemente indicato perché siamo noi che eccepiamo il supporto per far venir fuori le impronte. In questo caso già vi era un’impronta evidente, cioè si vedeva.
P.M.: Che si vedeva.
G.A.: E questa era dovuta ad asportazione di sostanza, che nella fattispecie era polvere. È stato comunque fotografato, manipolata e a me risultano che è risultata ad essere non utile…
P.M.: Non utile.
G.A.: Successivamente ricordo che ufficiali dei Carabinieri prelevarono da una borsa, che si trovava poi all’interno della tenda, le chiavi dell’autovettura. Abbiamo aperto e abbiamo effettuato un’ispezione interna al autovettura.
P.M.: Dell’auto.
G.A.: Abbiamo visto che sul sedile destro c’era una cartina stradale, sul cruscotto poggiava una scatola di Algersol… una cosa del genere… vari fogli, una bottiglia contenente del liquido grigio e poi c’era una bottiglia d’acqua minerale, sul piancito posteriore si trovava una pompa da pneumatici, una griglia e sul pianale due borsoni contenenti effetti personali ben ripiegati, oltre a due maglioni, sembra di ricordare, che si trovavano lì vicino e un sedile di sicurezza per neonati. Questo per la verità ci impressionò un pochino perché pensammo subito che potesse esserci anche un bambino…
P.M.: Che ci fosse una bambino.
G.A.: E fu effettuato subito da altri colleghi un’ispezione a largo raggio proprio per verificarlo.
P.M.: Per escludere questa circostanza.
G.A.: Con l’aiuto dei cani. Abbiamo poi… l’autovettura distava dall’abete, che io ho indicato all’inizio come punto di riferimento, 3 metri e 50… le misure purtroppo… ne sono tante e se sbaglio non è colpa mia.
P.M.: No… sono tutte scritte, per fortuna… questa volta per fortuna.
G.A.: Benissimo. Mentre la parte anteriore dell’autovettura, quasi prossimale all’abete di cui prima, è allocata una tenda tipo canadese. La tenda misurava… aveva intanto due ingressi, uno posteriore ed uno anteriore. Posteriore era rivolto al centro della radura, quello anteriore-ingresso principale, noi indichiamo nel verbale come ingresso principale – affaccia sulla spianata che poi porta a via degli Scopeti. Era costituita da un’incerata di colore argento sottostante la quale vi era un panno di colore giallo. La cerniera, lato ingresso principale, era aperta mentre invece quella dell’uscita secondaria l’abbiamo trovata chiusa. Però si è apprezzato, sul lembo destro per chi osservava, una soluzione di continuo a bordi netti di 40 centimetri con un andamento direzionale dall’alto verso il basso. Altra piccola soluzione a forma di “L” a bordi sfibrati la troviamo nell’angolo in uno dei lati sempre posteriori… mi sembra nella parte mediana, del lato che affacciava alla radura, lembo destro quasi in prossimità dell’angolo parte mediana. Abbiamo poi notato che tutta la superficie del rettangolo era caratterizzato da avvallamenti e dossi oltre a una pletora di radici di varie dimensioni, alcune delle quali erano state verniciate di rosso, sembra per motivi della forestale, non so.
P.M.: Sentieri, indicazioni di questo tipo.
G.A.: Indicazioni del genere. Questo l’ho detto per far capire anche che chi si muoveva al buio poteva inciampare o comunque poteva non trovare una rettilineità del suolo.
P.M.: Bene.
G.A.: Abbiamo poi individuato due bossoli, uno sul lato sinistro… mettendoci di fronte, dalla parte centrale, sul lato della tenda, sul terreno; un altro bossolo lo abbiamo trovato dietro l’albero che noi abbiamo citato come punto di riferimento; terzo bossolo poi invece lo si nota già dall’esterno sul materassino stava all’interno della tenda e che poi dirò. Abbiamo… successivamente ci siamo preoccupati… dopo la documentazione di quanto si vedeva in generale, ci siamo preoccupati di asportare le due coperture. Intanto abbiamo visto che la soluzione a forma di “L”, che mi sembra che nel fascicolo dovrebbe essere indicato con la lettera “S”, aveva un riscontro nella parte sottostante a forma ovoidale o circolare. I bordi sembrerebbero introflessi ma non gliele do per certo.
P.M.: Bene.
G.A.: L’asportazione sia della copertura incerata, che del panno sottostante e dei relativi supporti in plastica ha acconsentito di porre in evidenza quanto era dentro la tenda. Dentro la tenda abbiamo trovato un materasso, un materasso a due piazze disposto trasversalmente rispetto all’ingresso principale. La testiera di questo improvvisato letto era rivolta alla parte terminale prima della curva del vialetto che portava su al pianoro. Ciò è desunto dal fatto che sulla parte terminale della materassa poggiavano due guanciali, ecco perché noi indichiamo come testiera quella parte. Il materasso poi a sua volta poggiava su una incerata i cui bordi fuoriuscivano dai lati del materasso. È proprio su questi bordi che noi troviamo un paio di scarpe da uomo, delle maglie, un paio di scarpe da donna, un paio di slip di colore bianco con salvaslip, la borsa di cui ho parlato prima, le cui cerniere erano però tutte chiuse all’atto del sopralluogo.
P.M.: Bene.
G.A.: Poi come gli ho detto è stata aperta…
P.M.: Per prendere le chiavi.
G.A.: Per prendere le chiavi e abbiamo notato che oltre alle chiavi c’erano documenti sia del giovane che della ragazza, vi erano altre cose che possono servire per il viaggio e in più dei soldi.
P.M.: Sia dell’uno che dell’altro.
G.A.: Si… mhmm…
P.M.: Non si sa.
G.A.: Non lo so. So però per certo che questa borsa con il relativo contenuto fu acquisito dai Carabinieri, dagli ufficiali dei Carabinieri.
P.M.: Comunque poi è stata elencata nel suo verbale quindi…
G.A.: Abbiamo detto allora che scoprendo abbiamo visto questo materasso, sulla lato destro… perché noi a questo punto non possiamo citare più rispetto a chi osserva ma dobbiamo dare un’indicazione posizionale rispetto allo stesso materasso, dunque il lato destro è il lato destro del materasso, giaceva il corpo della donna che era semi-celato da una trapunta, mi sembra di ricordare fino all’addome. La posizione della donna era sdraiata sul fianco sinistro, aderiva con la regione temporooccipitale-parietale alla base del cuscino che si trovava sulla destra, gli arti superiori era uno disteso in avanti e poggiava con la regione ulnare, la mano aveva le dita flesse; e il sinistro invece era sempre indotto… era abdotto cioè più vicino al corpo e piegato. Successivamente abbia… intanto il corpo era già… diciamo ad un livello medio di decomposizione perché appariva molto gonfio, spellature diffuse, il viso era quasi irriconoscibile, aveva solo l’occhio – non vorrei sbagliarmi – l’occhio destro aperto… sia l’occhio sinistro che la bocca si rinvennero chiusi. I capelli erano intrisi completamente di sangue e il colorito del cadavere assumeva quella tipica del cuoio bagnato, dunque era molto nero, o quantomeno quel marrone molto scuro. Abbiamo rimosso la trapunta che appariva in più parti maculata di sostanza ematica e abbiamo notato le rimanenti regioni corporali che nella loro posizione poggiavano in questo senso. L’anca sinistra poggiava al materasso e gli arti inferiori erano sovrapposti e leggermente piegati. Il piede destro tratteneva una maglina che si trovava fra la pediera del materasso e la sottostante incerata. Non abbiamo potuto procedere a una documentazione relativa all’ispezione corporale del cadavere perché le condizioni del cadavere stesso avrebbero senz’altro potuto falsificare questa nostra ispezione pertanto, penso che fu proprio lei a dare tale ordine, fu poi traslata a medicinalegale, dovrebbe esistere un verbale fatto da qualche collega, dove appunto si dovrebbero vedere le lesioni.
P.M.: Va bene.
G.A.: Siamo poi passati… davanti alla tenda vi era una grossa gora di sangue rappreso, poteva essere un diametro di 20 centimetri. Siamo poi passati nello spiazzo di forma ovoidale. Lo spiazzo di forma ovoidale ha le seguenti dimensioni: 12,50 di lunghezza x 3metri di larghezza. È delimitato sulla destra da cespugli e piante che si ergono da una spianata piuttosto ripida che porta a valle. Anteriormente da altri intricati cespugli. A 5 metri, circa, dal suo punto iniziale, cioè lato destro, da 5 metri dal suo punto iniziale vi è un anfratto tra questi cespugli e noi abbiamo rinvenuto il cadavere in questo anfratto.
P.M.: Può descrivere un attimo l’anfratto? Cioè…
G.A.: L’anfratto, diciamo, non è un anfratto naturale ma senz’altro prodotto da chi, passando, ha fatto sì che i rami si spezzassero e si piegassero a valle della spianata.
P.M.: Chiarissimo.
G.A.: A 1,50m circa dal ciglio dell’anfratto, in posizione supina, si rinviene il cadavere dell’uomo.
P.M.: Quindi dentro?
G.A.: Dentro. La testa è rivolta al ciglio e i piedi poggiano sollevati, diciamo, non sono in linea proprio retta, i piedi sono sollevati e poggiano su escrescenze cespugliose che lì vicino…
P.M.: Quindi i piedi verso la parte libera…
G.A.: Libera non direi perché… perché è molto intricato di vegetazione tutta l’area.
P.M.: Ma rispetto al piazzale…
G.A.: Rispetto… rispetto, sì…
P.M.: Sul piazzale… dalla parte del piazzale… se piazzale è… c’è la testa, le gambe sono dentro.
G.A.: La testa era rivolta proprio in alto.
P.M.: Bene.
G.A.: Anche questo cadavere si trova… era nudo e senz’altro – almeno all’apparenza e dall’odore – si doveva presupporre che era uno stato medio di decomposizione.
P.M.: Diverso, inferiore a quello della donna.
G.A.: Sicuramente inferiore perché era all’aria libera, mentre all’interno della tenda la temperatura – durante i giorni che erano stati piuttosto caldi – doveva essere salita accentuando a decomposizione. Abbiamo notato… intanto i due arti superiori si trovavano… si rinvennero ruotati verso l’alto e piegati verso la testa. Si apprezzò subito una soluzione di continuo sulla regione laterale destra del collo di una decina di centimetri a bordi… a labbra diradate. Altra soluzione sempre prodotta da – come questa che ho appena detto – da arma da taglio, interessava il braccio sinistro all’altezza del muscolo bicipite e tricipite. Quasi dalla piegatura in su.
P.M.: Benissimo.
G.A.: Era molto più ampia e mi sembra di ricordare che vi era esposto anche il relativo osso. Cosa molto importante è che a ridosso del cadavere erano rovinati dei contenitori di vernice, contenitori di vernice che occupavano sia il lato destro del cadavere, sia la testa – uno dei coperchi era appoggiato quasi sulla regione parietale – e l’altro contenitore mi sembra che poggiasse sul lato sinistro, quasi a mo’ di occultamento del cadavere.
P.M.: Quindi secondo quello che sembrò a lei le posizioni erano tali che prima c’è stato messo il cadavere e sopra questi barattoli?
G.A.: Senz’altro, cioè è impossibile portare il cadavere se c’erano questi cosi, questi contenitori l’avrebbero scansati e invece sembrano buttatici proprio addosso al cadavere.
P.M.: Benissimo, è stato chiarissimo… a mo’ di occultamento.
G.A.: A mo’ di occultamento.
P.M.: Sono anche abbastanza grossi questi barattoli?
G.A.: Si possono contenere… almeno al mio ricordo potevano contenere, diciamo, 15/20 litri di vernice.
P.M.: Di sostanza.
G.A.: Al fine di… avendo presupposto che chi ha lasciato cadere questi contenitori li avesse toccati, ci siamo preoccupati prima di effettuare i rilievi di effettuare quella ricerca dattiloscopica di rito. Purtroppo, almeno al mio ricordo, non venne fuori, come rilevazione di impronte latenti, nulla. Si osservò poi molto attentamente, perché essendo le superfici imbrattate da sostanza, nella fattispecie era vernice, potevano essere rimaste delle impronte per asportazione di sostanza o di sovrapposizione perché se si era imbrattato poteva sulle superfici libere, si potevano apprezzare sicuramente tali impronte. Purtroppo anche questa ricerca dette esito negativo.
P.M.: Bene.
G.A.: Penso che a questo punto ho fatto un quadro abbastanza generale…
P.M.: Un quadro molto preciso, come sempre, gliene dobbiamo dare pubblicamente atto. Vogliamo vedere le foto?
Presidente: Prego.
G.A.: Mi scusi dottore.
P.M.: Prego.
G.A.: Posso… ho omesso di dire che il giorno dopo noi siamo tornati.
P.M.: Sì, la zona era recintata, lo dica per Cortesia…
G.A.: La sera… verso le 22:00 si dovette sospendere il sopralluogo per una questione molto importante, si poteva con il buio compromettere le eventuali tracce che da noi poi… che dovevamo rilevare per il… diciamo… per le nostre indagini.
P.M.: L’indomani? Scusate, un secondo prima di passare indagini.
G.A.: Fu piantonata la zona e il giorno dopo ci portammo anche un disegnatore che ha effettuato anche degli schizzi planimetrici e con l’aiuto di un metal detector abbiamo individuato tra le pieghe del terreno e l’erba secca altri sei bossoli.
P.M.: In tutto quindi?
G.A.: In tutto quindi sono nove.
P.M.: Nove bossoli. Vogliamo vedere prima lo schizzo? Perché obiettivamente c’è… prima della foto… va aperto perché è più grande… lo schizzo della zona. Ecco, l’ha fatto il disegnatore, non lei
G.A.: No.
P.M.: Però almeno può chiarirci le posizioni no? Dov’è l’auto? Dove la tenda? Dove il corpo del ragazzo?
G.A.: Dunque là dove si vede i punti cardinali è indicato lo sterrato, diciamo, la radura che io ho detto di forma rettangolare.
P.M.: Sì.
G.A.: Si può vedere l’autovettura e la tenda…
P.M.: Si vedono abbastanza bene.
G.A.: Si può vedere l’albero… la macchia di sangue che io avevo detto di 20 cm…
P.M.: Bene, chiazza di sangue.
G.A.: Nell’angolo indicato il pino marino mentre qui, quasi al centro, vediamo l’albero di abete che abbiamo preso come punto di riferimento.
P.M.: Vogliamo vedere chiaramente il ragazzo che è in quella radura che lei ha indicato?
G.A.: Di forma ovoidale… anzi antistante il sito di rinvenimento del giovane noi apprezziamo una gora di sangue che è indicata sullo schizzo planimetrico dalla lettera “H”…
P.M.: Facciamo… ecco allarghiamo…
G.A.: … di 40 cm circa di diametro.
P.M.: Benissimo, andiamo le foto.
G.A.: “Rilievo n.4 – Insieme del viottolo che da via degli Scopeti conduce alla radura. Lo stesso è stato tratteggiato in rosso per meglio…”
(…)
P.M.: Vogliamo fare un ingrandimento per vedere se…
G.A.: E su in cima si dovrebbe vedere, proprio frontalmente, si dovrebbe vedere la radura.
P.M.: La zona. Va be’ di più non si può ottenere da ingrandimento, andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo n.5 –Altro insieme del viottolo, la freccia indica la radura”
P.M.: Vogliamo vedere la freccia? Per fortuna non c’è nessuno. Bene. Queste sono foto fatte la mattina?
G.A.: Si.
P.M.: Bene.
G.A.: Rilievo n. 6 – Insieme della radura e della porzione iniziale dello spiazzo posto a destra, effettuato dopo la rimozione della tenda. La freccia “H” indica la chiazza di sangue. La “X” l’anfratto dove giace il cadavere dell’uomo. La “Z” l’albero preso come punto di riferimento”.
P.M.: Andiamo a vedere un po’ nei dettagli perché è importante. Prima la tenda, grazie.
G.A.: Ecco da questo lato vediamo la radura, l’indicazione con la “Z” è della tenda.
P.M.: La tenda in questo momento è abbassata?
G.A.: In questo momento io penso che siamo sempre al giorno dopo, dottore.
P.M.: Sì, sì il corpo è stato portato via e si fanno gli ulteriori rilievi. Quella è l’auto. Vediamo se si vede qualcosa della ra… ecco, dov’era…
G.A.: Ecco, lì c’era… l’”H” dovrebbe indicare la gora, mentre la “X” il sito ove si rinvenne il cadavere.
P.M.: Bene. Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo n.7 – Insieme della metà sinistra della radura…”
P.M.: Dove si vedono… scusi se la interrompo ma si vedono bene le radici che ha indicato lei, vero?
G.A.: Si.
P.M.: Bene, scusi, andiamo avanti.
G.A.: Dicevo, “Rilievo n.7 – Insieme della metà sinistra della radura. La lettera “E” indica una chiazza di sangue. La “C” e la “D” due bossoli.”
P.M.: Vabbè, andiamo al particolare… di più… andiamo a un’altra foto perché di più non si può vedere. Questa è un’altra angolazione.
G.A.: “Rilievo n.8 – Altro insieme, come il precedente, visto lateralmente per evidenziare lo squarcio sulla parte posteriore della tenda. La freccia indica una macchiolina di sostanza ematica.” Sull’autovettura dovrebbe essere la macchiolina, eccola lì. Quella indicata dalla freccia rossa.
P.M.: Bene.
G.A.: Rilievo n.9 – Insieme della tenda per evidenziare la soluzione sul lembo destro dell’apertura posteriore. La freccia indica il punto ove si nota una piccola soluzione a “L”. Che noi abbiamo contraddistinto con la lettera “S”.
P.M.: Cos’è un… si riuscì a capire o non si fecero ipotesi?
G.A.: Mah, apparentemente se noi analizziamo la copertura incerata viste quelle escrescenze che si notavano vicino alla soluzione ad “L”, cioè vi erano dei peluzzi, poteva sembrare come se effettuata da un’arma da punta.
P.M.: Come un taglio.
G.A.: Come un taglio. Mentre invece all’interno, sul panno interno, la soluzione assume una configurazione circolare che ha dei bordi, a mio ricordo, sempre introflessi e potrebbero invece far pensare a tutt’altro, a un colpo d’arma da fuoco.
P.M.: Però c’è da dire che sotto c’è l’altra parte di tenda in stoffa.
G.A.: C’è quella in stoffa, è su quella che noi troviamo il riscontro perché si trovano quasi sulla stessa traiettoria.
P.M.: Bene.
G.A.: “Rilievo n.10 – Particolare della soluzione a forma di “L” di cui al rilievo precedente.”
P.M.: Chiarissima. Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo n.11 – Particolare della soluzione circolare panno giallo sottostante l’incerata. Detta soluzione trova corrispondenza con quella evidenziata al rilievo precedente.” E come può notare è di forma circolare.
P.M.: Benissimo.
G.A.: “Rilievo n.12 – Particolare del bossolo “C””
P.M.: Questo dove…
G.A.: Questo doveva essere sul lato destro della tenda, quasi in prossimità dell’abete che noi abbiamo assunto come indice di riferimento.
P.M.: Bene.
G.A.: “Rilievo n.13 – “D…” sarebbe indicato l’altro bossolo… “ di cui al rilievo n.7.”
P.M.: Benissimo.
G.A.: “Rilievo n.14 – Insieme dell’autovettura e della tenda visti posteriormente. La freccia “K” indica il punto sul lunotto posteriore dell’autovettura ove si notano n.3 frammenti di impronte digitali lasciate per asportazione di polvere. La freccia “I” indica la custodia in tela.” Si trattavano di custodie che contenevano paletti e altro.
P.M.: Vediamo… ecco…
G.A.: Un po’ prima della lettera indicata dalla freccia, sulla sinistra, vi è la scarpata di cui ho detto all’inizio.
P.M.: Che porta la strada…
G.A.: Che porta a un loggiato sovrastante Via degli Scopeti.
P.M.: Benissimo. Un balzo.
G.A.: Un balzo.
P.M.: Le impronte, ci ha detto, che non erano utili. Quelle impronte che ha descritto…
G.A.: Io ho questa conoscenza.
P.M.: Sì, sì è così. È negli atti.
G.A.: Rilievo n.15 – Insieme dell’apertura centrale della tenda con riferimento al cadavere. La freccia indica il bossolo da noi indicato con la lettera “G””.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: Rilievo n.16 – Insieme del cadavere dopo la rimozione della tenda. La freccia indica gli slip.” Si possono apprezzare le imbrattature di sangue sul materasso.
P.M.: Sul materasso.
G.A.: Che sono molto abbondanti, quasi al livello, diciamo, della parte superiore del corpo, sia lato destro che lato sinistro, più accentuati in prossimità della testa. “Altro insieme del cadavere visto posteriormente per evidenziare le chiazze e i rigagnoli coagulati.” Tenendo presente l’asse del rachide noi vediamo che i rigagnoli assumono una configurazione e una linearità sia orizzontale che in diagonale.
P.M.: Andiamo avanti.
G.A.: “Rilievo n.18 – Insieme del cadavere dopo la rimozione della coperta visto anteriormente e posteriormente. Insieme del rimosso dalla posizione originaria per meglio evidenziare le mutilazioni.” Le mutilazioni hanno interessato il seno sinistro – tagliato di netto fino ai muscoli pettorali, con strumento molto affilato come potete vedere dai lembi che non si presentano frastagliati – e della regione pubica, tanto da far intravedere anse intestinali e altre sub strutture sottovulvari.
P.M.: Andava avanti.
G.A.: “Rilievo n.21 – Particolare della regione mammaria sinistra per evidenziare l’asportazione del seno.”
P.M.: Sempre sinistra.
G.A.: Sempre sinistro. “Rilievo n.22 – Particolare della regione pubica per evidenziare l’asportazione delle parti.”
P.M.: Andiamo avanti è meglio.
G.A.: “Rilievo n.23 – Particolare della macchia di sangue “H” cui al rilievo numero 6.” Si può… nella parte dello sterrato ovoidale, nella parte terminale superiore, ci venne di notare che era ricoperto da profilattici, fazzolettini ed altro, come se la zona fosse stata spesso frequentata da coppiette.
P.M.: Questi sono i barattoli?
G.A.: Si. “Rilievo n.24 Insieme del cadavere dell’uomo visto dallo spiazzo.” Si vede poco perché ci sono i rami.
P.M.: Se facciamo un ingrandimento si vede invece molto bene…
G.A.: Comunque si intravede, si, eccolo lì. Quelli sono i piedi, che io le dicevo, che sono rivolti in alto e poggiano sui cespugli.
P.M.: Quelli sono i barattoli… Addirittura uno è… non so… in direzione della testa… veniamo un po’ più giù.
G.A.: No la testa si trova più giù.
P.M.: Benissimo e sotto c’è un barattolo.
G.A.: Si, i barattoli uno a destra e uno lateralmente.
P.M.: Bene.
G.A.: E il coperchio… quel coperchio che lei vede vicino dove c’è scritto ‘ACQUA BELL’ poggiava sulla regione parietale del cadavere. “Rilievo n.25 – Insieme del quadrante posteriore sinistro della radura effettuato il giorno successivo. Le lettere indicano le posizioni dei bossoli sul terreno antistante l’ingresso principale della tenda.” E sono sei. “Rilievo n.26 – Particolare di cui al rilievo precedente per meglio evidenziare i bossoli. Rilievo n.27 – Insieme dei bossoli calibro 22 marca Winchester con il fondello percosso fotografati in questi laboratori.” Questi sono i tre che abbiamo rinvenuto all’atto del sopralluogo; questi sono i sei che sono stati rinvenuti il giorno successivo. “Rilievo n.28 – Particolare di uno dei fondelli dei bossoli di cui al rilievo precedente per evidenziarne la serie “H”.” Bene, non avevo finito tutta la didascalia. “… e le impronte lasciate dal percussore e dall’estrattore. Rapporto 1:7.
P.M.: Cosa vuol dire rapporto 1:7?
G.A.: Cioè che l’abbiamo… l’ingrandimento è di 7 diametri.
P.M.: Bene, benissimo, era per chiarire.
G.A.: La “H”, diciamo, a ore 2:00… notiamo il colpo lasciato dal percussore e a ore 11:00…
P.M.: Quella virgola….
G.A.: A ore 11:00 l’estrattore, l’unghia dell’estrattore.
P.M.: L’unghia dell’estrattore.
G.A.: “Rilievo n.29 – I frammenti di impronte di linee papillari lasciate per asportazione di polvere fotografate a grandezza naturale e rese utili per eventuali confronti.”
P.M.: Rese utili in quel momento lì.
G.A.: Rese uti… No rese utili, in questo caso si vuol significare che la procedura è quella di fotografarle…
P.M.: Certo, si, si, rese utili nel senso per non disperderle.
G.A.: Casomai per evidenziarne i solchi e le caratteristiche…
P.M.: È un’altra operazione che ha dato esito negativo. Ecco, fermiamoci qua tanto questa è medicina legale.
Presidente: Attenzione alle foto eh!
P.M.: Io non ho altre domande, Presidente.

Presidente: Prego avvocati di parte civile. Nessuna domanda? Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Senta Ispettore, lei è andato sul posto subito dopo che è stato scoperto l’omicidio, il duplice omicidio, e ha reperito anche sul posto… e ha indicato… perché non mi risulta… quello che è stato trovato? Portafogli, danaro… Ricorda questa circostanza?
G.A.: Quello che era contenuto nella borsa?
A.B.: Si.
G.A.: Cioè io della borsa so… ne abbiamo indicato al momento… prima che la portassero via… cioè noi abbiamo visto che un ufficiale dei Carabinieri si preoccupava di aprire l’autovettura e ha fatto una ricerca al fine di rinvenire le chiavi. Sono stati rinvenuti all’interno della borsa, che si trovava nella tenda, pertanto prima di farla rimuovere le abbiamo descritte la posizione, però poi verificato le cose che in essa erano contenute l’acquisizione, diciamo, come impossessamento…
A.B.: Come dato.
G.A.: L’impossessamento, diciamo, è stato effettuato dai Carabinieri.
A.B.: Ricorda se questo portafoglio in pelle color nero conteneva… vi fossero una banconota da 500 franchi, una banconota da 100 franchi, due da 50 franchi…
G.A.: No avvocato.
A.B.: Ricorda se c’era del denaro?
G.A.: Mi ricordo che c’era del denaro, però non ricordo quanto era e di che nazionalità era.
A.B.: Almeno questo…. Va be’ non ho altre domande da farle.
G.A.: Grazie.
A.B.: Grazie.
Presidente: Avvocato Fioravanti, prego.
A.F.: Si. Senta Ispettore, forse non sono stato attento io, mi può dire il giovane a quale distanza dalla tenda fu trovato?
G.A.: Dalla tenda?
A.F.: Il corpo del giovane?
G.A.: Il giovane, non vorrei sbagliarmi perché è tutto in un ricordo, dovrebbe essere dall’albero che noi abbiamo citato come punto di riferimento 13 metri e 90, però non sono certo che sia così.
P.M.: Possiamo rivedere quello schizzo? Rimettiamo lo schizzo, c’è la misurazione esatta.
G.A.: Possiamo rivedere quantomeno lo schizzo si. Confermo i 13,90.
A.F.: 13,90. Senta, la tenda, entrando nella stradina sterrata, venendo verso Firenze si deve girare per entrare, c’è una casa di fronte, si gira, ecco entrando nella stradina, la tenda era lato strada, lato via degli Scopeti o…
G.A.: Lato… era quasi in prossimità del la… come ho detto è una forma di rettangolo, quasi in prossimità dell’angolo inferiore sinistro.
P.M.: Rimettiamo, scusi, le foto relative al viottolo così lei ce le spiega meglio? Le prime due foto.
A.F.: No, perché non si vede la direzione…
G.A.: Perché quasi in cima, questo viottolo, effettua una leggera curvatura, ecco perché forse pure ingrandendo noi non riusciamo a vedere la radura.
P.M.: Prima l’abbiamo ingrandito, vedevamo la radura. Possiamo…
G.A.: C’era una freccia ma è po’ seminascosta la radura.
P.M.: Vediamo se… ecco… La foto dopo si vede meglio ma così si vede la direzione rispetto alla strada. Quella è la radura, questa è la strada.
G.A.: Si la radura dovrebbe essere… c’è un leggero gomito e poi c’è la radura.
A.F.: Comunque la stradina sterrata va all’opposto della direzione di Firenze? Per andare alla…
G.A.: Tenendo presente come riferimento Via degli Scopeti, gli correrebbe quasi parallela, se anche in senso ascensionale.
A.F.: Si. Ecco, dalla strada si poteva vedere la tenda o la macchina? O qualcosa? Da via degli Scopeti eh?
G.A.: Ho capito. Pur trovandosi, mi sembra, a 2,70 m, però noi abbiamo preso come riferimento il centro del tetto della tenda…
P.M.: Riprendiamo il disegno magari.
G.A.: Pertanto la tenda ci dovrebbe essere ancora più esposta verso il ciglio.
P.M.: Prendiamo il disegno per favore Ispettore? Così lei è più… Si, no, per le misure.
G.A.: Io credo che bisognerebbe vedere se la vegetazione che era sul pendio, se consentiva o meno la visione della tenda dal basso, cioè da via degli Scopeti.
A.F.: Si perché oggi lo stato di vegetazione è molto inferiore a quello di allora. Oggi.
G.A.: Si.
A.F.: Ecco, senta… si, va bene.
G.A.: Mi dica.
A.F.: Volevo chiedere, può essere una domanda stupida, in quel posto furono trovati, ha detto lei, dei profilattici che è indice che la zona era frequentata da coppiette.
G.A.: Si.
A.F.: Tutto quel materiale che non vedo inventariato, repertato, è stato raccolto?
G.A.: Mah… non è stato raccolto perché nell’area, diciamo, dello sterrato ovoidale ve n’era un’abbondanza. Fazzolettini, profilattici, escrementi e chi più ce n’ha più ce ne metta. Cioè non sembrò, almeno al momento, che potesse avere un’attinenza con il fatto e allora non se n’è acquisito questo contenuto.
A.F.: C’erano fazzolettini anche intrisi di sangue?
G.A.: No, se c’erano fazzolettini intrisi di sangue l’avremmo repertati senz’altro.
A.F.: Grazie.
G.A.: Prego.
Presidente: Altre domande signori? Avvocato Colao, lei arriva in ritardo, comunque prego.
A.C.: Scusi, il terreno era asciutto o bagnato?
G.A.: Di tutta l’area sta parlando?
A.C.: Dell’area dove era ubicata la tenda e dove era avvenuto il duplice omicidio.
G.A.: Io direi che era quasi secco perché le giornate erano state molto calde, polverose addirittura.
A.C.: Ho capito e questo poteva facilitare il prendere le impronte o no? Il rilevamento delle impronte?
G.A.: Dalle superfici? Dalle superfici utili…
A.C.: Non so, dai barattoli.
G.A.: Si, sicuramente se ci fossero state avrebbero dato… cioè si sarebbe avuto un ottimale reazione alle polveri esaltatrici che noi usiamo.
A.C.: E allora si può pensare che l’autore avesse i guanti?
G.A.: Lo si può pensare.
A.C.: Bene, grazie.
G.A.: Prego.
A.B.: Scusi, Presidente, mi perdoni, mi ero dimenticato una domanda da fare.
Presidente: Avvocato Bevacqua prego.
A.B.: Una precisazione, lei ha visto sul luogo tutte queste cose e ha visto anche che i Carabinieri prendevano o comunque verbalizzavano quello che c’era, in particolare queste borse o portafogli. Si ricorda se erano due portafogli? Portamonete? Qualcosa del genere. Uno del ragazzo, uno della ragazza. Con dei soldi dentro.
G.A.: Mi sembra che descrissi nel verbale che c’erano i documenti di entrambi, posso supporre che i documenti si trovassero all’interno di portafogli e che questi portafogli contenessero poi il denaro. Però è una mia supposizione perché non ricordo veramente.
A.B.: Senta, lei ha visto la tenda, ha visto tutto no? La tenda era tagliata di dietro?
G.A.: Sul lembo destro, perché dietro ci sono due lembi che vanno a chiudersi con una cerniera. Il lembo destro presenta nella parte mediana una soluzione di continuo…
A.B.: Quella che abbiamo visto a “L”.
G.A.: No quella a forma di “L”.
A.B.: Quell’altra.
G.A.: Quell’altra, che è diagonale e apparentemente dall’alto verso il basso e di 40 cm.
A.B.: Ecco, quindi sembrerebbe che quest’uomo…
G.A.: Come se volesse accedere dalla parte posteriore.
A.B.: Però non è entrato perché c’era un altro lembo interno. C’era un altro telo interno?
G.A.: Potrebbe essere questo come potrebbe essere che chi si trovava all’interno ha sentito il rumore, è uscito, e questo giustificherebbe i due bossoli che noi troviamo sul lato destro, cioè si è trovato davanti la persona e i primi due colpi sarebbero stati esplosi fuori.
A.B.: Ecco, rispetto al corpo che era dentro… il corpo di quella povera ragazza, dentro, questa traccia di…
G.A.: Si, ho capito.
A.B.: …soluzione di continuo come si trova?
G.A.: Dunque la ragazza…
A.B.: A sinistra o a destra?
G.A.: La ragazza giaceva sul lato destro del materasso in trasversale. Dunque se era…
A.B.: Ma rispetto a questa…
G.A.: Si, se era in trasversale rispetto all’ingresso principale lo era rispetto all’ingresso posteriore, pertanto si doveva trovare, tracciando così – avendo davanti un’immagine – tra i glutei e le spalle.
A.B.: Cioè, scusi, questa è la parte di dietro della tenda…
G.A.: Si.
A.B.: Io taglio qui…
G.A.: Va in diagonale verso sinistra…
A.B.: Stava qua o stava qua?
G.A.: Stava sulla destra.
A.B.: Sulla destra?
G.A.: Il taglio?
P.M.: Vogliamo rimettere la foto, scusate? Così…
A.B.: Però dentro non si vede…
P.M.: Beh intanto almeno la destra e sinistra si.
A.B.: Va bene.
Presidente: Rimettiamo la foto.
A.B.: Grazie.
P.M.: Poi abbiamo anche le foto della ragazza una volta tolta la tenda, penso si possa facilmente ricostruire.
A.B.: Ecco, dov’è? È dietro praticamente il taglio?
G.A.: Si, lo squarcio che noi intravediamo dovrebbe essere quello lì.
A.B.: Questo qua dietro, questo è “F” no?
G.A.: No lei indicò l’insieme della tenda.
A.B.: Si, ma dico, sopra è “F”, no?
G.A.: Sopra la “F” si.
A.B.: Sopra “F”. Ecco, il corpo di questa…
G.A.: Il corpo della donna si trova in questa posizione, guardi, proprio dietro quella triangolazione…
A.B.: Accanto a “B”, “C”?
G.A.: C’è la triangolazione posteriore? Ecco, la donna, la testa della donna viene in direzione della “B”.
A.B.: Della “B”, ecco, accanto a “B”, “C”, diciamo.
G.A.: Si, così, in questa direzione, perché si trova sulla lato destro perciò va più verso la “B” che non verso la “C”.
A.B.: Quindi sembrerebbe che questo signore sia entrato dentro, abbia fatto quello che ha fatto, eccetera… Prima avrebbe ucciso un uomo e poi avrebbe ucciso una donna?
G.A.: Si dovrebbe supporre che il ragazzo è uscito ed è scappato…
A.B.: Che è uscito non c’è dubbio. E’ scappato…
G.A.: Si, che non sia… perché a volte uno può dire che sia stato poi trascinato lì dietro.
A.B.: No, no ma insomma il ragazzo è scappato…
G.A.: Si.
A.B.: Ed è stato colpito lì sul posto, perlomeno finito.
G.A.: Perché prima dell’anfratto, come ho detto, vi era una grossa gora di sangue di un 40 cm di diametro per cui le coltellate gli saranno sicuramente state vibrate – almeno quella al collo che forse è stata quella che ha avuto un travaso maggiore di sostanza e mastica – è stato lì, prima dell’anfratto.
A.B.: Cioè prima dell’anfratto che vuol dire?
G.A.: Prima dell’anfratto dove era il sito del rinvenimento del giovane.
A.B.: Del giovane, quindi praticamente è stato finito, diciamo così, là?
G.A.: Ecco.
A.B.: Là sul posto, dove si è trovato il cadavere.
G.A.: Poi io però non so se il ragazzo aveva altri colpi…
A.B.: No, per capire un po’ come si è mosso quest’uomo, quella sera, non è il povero ragazzo che è morto, come si è mosso invece l’omicida, l’assassino; cioè lui avrebbe inseguito questo ragazzo…
G.A.: Questo giovane.
A.B.: Evidentemente la donna era già stata colpita, perché è rimasta lì, rimase lì, no?
G.A.: Si.
A.B.: Quindi aveva già ucciso la donna, da quello che voi avete ricostruito…
G.A.: Per evitare che questa… Sennò io credo che anche la donna sarebbe uscita.
A.B.: E poi ha finito con la…
G.A.: Ha finito il giovane nell’altra radura che si trova…
A.B.: Ha lasciato la pistola e ha preso il coltello, evidentemente doveva avere una fondina, qualche cosa…
G.A.: E questo non lo so.
A.B.: No, no, così, per… Per darmi un’idea, per capire.
Presidente: Quanti erano i colpi che sono stati sparati?
G.A.: Nove.
Presidente: Nove.
P.M. (fuori microfono): C’è una foto della donna, se vuole…
A.B.: C’è una foto?
P.M.: Se vogliamo… ecco, c’è una foto più chiara della donna ripresa quando c’è il secondo… la tenda più leggera.
A.B.: Questa qua?
P.M.: Ecco. Così si vede la testa che è in prossimità del “B”, grosso modo.
G.A.: Si, del “B”.
A.B.: Bene? Torna? Si legge bene?
A.B.: Si, si, no ma volevo capire come si era mosso questo signore.
P.M.: No, no, era…
A.B.: Cioè praticamente uccide, ferma la donna o la uccide, ferma l’uomo, lo finisce a coltellate, ritorna indietro per fare l’operazione.
G.A.: Io non so…
P.M.: Questo dicono i medici legali.
A.B.: Questo dicono i medici legali. No, no, siccome loro sono della scientifica capiscono…
Presidente: La gora di sangue prima dell’anfratto dov’è localizzata esattamente? Vogliamo rivederlo?
A.B.: E’ dov’è stato depositato…
G.A.: E’ un 50 cm sul piano dello sterrato prima di entrare… potrebbe essere… il cadavere 5 m, la gora potrebbe trovarsi a 4,50.
P.M.: Parliamo del ragazzo?
G.A.: Si.
Presidente: Parlo del ragazzo.
P.M.: Vediamo, vediamo quella foto del ragazzo, via così… E’ ben… poi se non sbaglio, sullo schizzo c’è la misurazione.
G.A.: Sullo schizzo è…
P.M.: Partiamo dallo schizzo, scusate.
Presidente: Guardiamo lo schizzo, è meglio.
A.B.: Si.
P.M.: No, al ragazzo, a destra.
Presidente: Piano, piano.
A.B.: Quello è l’albero, mi pare, no?
G.A.: Chiazza di sangue “H”. E subito dopo c’è ‘anfratto con il cadavere
P.M.: Possiamo ingrandire la macchia di sangue “H”?
Presidente: Sì, sì.
P.M.: A destra, ecco, si vede abbastanza bene.
Presidente: E poi l’anfratto, andiamo in campo più lungo…
P.M.: Se and… Se andiamo alla fotografia vediamo bene anche la macchia.
Presidente: Andiamo in campo più lungo… si, ho capito.
P.M.: Allora andiamo alla foto del ragazzo.
A.B.: Ecco. Ecco, quindi questo… per capire, questo ragazzo che scappa trova un varco in quella specie di stradella e l’assassino gli va dietro? Di notte… tempo… cioè…
G.A.: Sicuramente lo deve avere inseguito.
A.B.: Si, certamente gli va dietro, è chiaro, purtroppo gli va dietro. Ecco, dal punto in cui era… nel disegno che voi avete fatto sembrerebbe che per andarci sopra, questo… l’assassino abbia… beh poteva imboccare anche lui quella strada, sennò avrebbe dovuto sorpassare, fare quasi dei salti su questa specie di cespuglio… che c’è… c’è un cespuglio?
G.A.: Che poi non andava da nessuna parte perché lì non si passa proprio.
A.B.: Non si passa proprio.
G.A.: È talmente intricata la vegetazione che era impossibile, forse l’unico errore è stato quello di non imboccare la stradina, scendere verso via degli Scopeti…
A.B.: Da parte di questo ragazzo…
G.A.: Certo.
A.B.: Se ce la faceva.
P.M.: Si vede meglio la chiazza.
A.B.: Questa è la chiazza di sangue.
G.A.: Questa la chiazza antistante l’anfratto.
A.B.: Quindi sarebbe sangue del ragazzo, che l’ha perso prima di…
G.A.: Quando è stato attinto da colpo d’arma bianca.
A.B.: Ecco ma da lì… scusi, perché non capisco, da lì, da dove c’è questa chiazza di sangue a dove è poi stato portato… a dove si è trovato il corpo sembrerebbe, non lo so, che non ci siano tracce di trascinamento, sembrerebbe, non lo so…
G.A.: Si tratta di pochi centimetri, un mezzo metro, è facile che si è accasciato, l’ha preso e l’ha buttato di là.
A.B.: Però si è accasciato con i piedi in là, verso l’albero, o no?
G.A.: Nel trascinamento, dice lei?
A.B.: No nel trascinamento, lei dice non c’è trascinamento, s’è accasciato… mi scusi, no, per capire…
G.A.: No ma non è… io non credo… se questa è la domanda, mi scusi, forse non ho…
A.B.: Non è una domanda, vorremmo capire. Non è una domanda. Siccome lei è andato sul posto, sulla base dei fotogrammi noi abbiamo questa traccia, poi a qualche metro, non si vede, ci deve essere il cadavere di questo ragazzo, cadavere di questo ragazzo, da quello che ho visto, ha la testa rivolta verso la stradella, le gambe addirittura quasi che appoggiano, i piedi, verso un tronco d’albero, va bene?
G.A.: Si, benissimo.
A.B.: Sembrerebbe che questo non sia la situazione di caduta del corpo…
G.A.: No, anche perché gli stessi arti superiori noi li troviamo ruotati verso l’alto, dunque significa che nel calarsi c’è stato qualcosa che li ha portati su. Ciò è anche per inerzia e urtando…
A.B.: Si, ma capisce, per inerzia le ginocchia tornano in giù, non si mettono così.
G.A.: No, no ma lì è stato trascinato lì dentro, anche se noi non notiamo…
A.B.: Ohooo, questo, volevo capire questo! Se era stato oppure no trascinato.
G.A.: No, no ma senz’altro è stato tirato lì dentro.
A.B.: E allora le domando, se lei l’ha fatto se non l’ha fatto pazienza, le domando se ci sono tracce di trascinamento o se voi avete rilevato tracce di trascinamento sul luogo, cioè erba piegata, sassi spostati…
G.A.: Allora, ho capito, sul piano sterrato non si osservano tracce di trascinamento mentre all’interno dell’anfratto l’erba è schiacciata.
A.B.: Ecco. E’ schiacciata ma per il cor… per il corpo…
G.A.: È schiacciata sia per il corpo che nelle adiacenze del corpo. Cioè è tutto stazzonato per terra.
A.B.: Quindi è probabile che la morte, cioè dove è finito questo ragazzo, o è stato finito questo ragazzo, non sia quello là ma sia… ci sia stato una sorta di…
G.A.: Forse c’è stata una sorta di colluttazione, sicuramente.
A.B.: Colluttazione, qualche… Ecco, non avete reperito, trovato… siccome pare che ci sia del terriccio, delle tracce di scarpe, di qualcosa?
G.A.: No, no, no. Perché apparentemente dalla foto sembrerebbe che si possa… insomma che per terra si possano formare delle impronte plantari mentre invece le radici degli alberi, i dossi, i sassi eccetera, avranno reso sicuramente difficile il configurarsi dell’impronta plantare.
A.B.: Cioè se fosse un’impronta con scarpa di gomma, per esempio, tipo carrarmato, eccetera, ma siamo d’estate, poteva lasciarla. Una scarpa normale è difficile, una scarpa di gomma…
G.A.: Ma se anche trovavamo una scarpa di una certa consistenza di suola, diciamo che aveva delle configurazioni un po’ più incisive, sicuramente avremo dei frammenti, non avremmo avuto forse l’intera suola…
A.B.: Ma dico, non l’avete presa?
G.A.: Comunque dall’osservazione da noi effettuata, l’ispezione da noi effettuata, non è emerso che almeno nelle vicinanze ci fossero…

A.B.: Ecco, ora siccome là ci sono – accanto a questo cadavere – due barattoli, li ho visti ora, uno sui piedi e uno vicino alla testa…
G.A.: Più che ai piedi è vicino al bacino.
A.B.: Vicino al corpo, sulla par… ecco…
Presidente (fuori microfono): Una discarica lì…
A.B.: Ecco, si può vedere meglio? Per Cortesia. E il corpo si vede?
G.A.: Si intravede.
A.B.: Ecco, non sembra, non lo so se avete fatto delle fotografie su quei ramoscelli, per vedere se c’era stata lì una… così… qualche cosa di più di un semplice trasporto o strisciamento di questo cadavere….
G.A.: Avvocato…
A.B.: Io non vedo…
G.A.: Si, non è…
A.B.: Non è che voglia cercare il pelo nell’uovo, assolutamente!
G.A.: E io non voglio…
A.B.: No, mi sembra strano che ci siano queste due cose qua, capito?
G.A.: Non voglio trovare spiegazioni, cioè giustificazioni. Il fatto è questo, la foto – oramai si era già fatto notte – le foto forse non furono fatte in eccessiva sia per la possibilità di effettuarle proprio perché è molto ripido, eppoi… comunque avvalendoci di torce illuminanti, con il medico legale, si guardò proprio quello che lei ha ora appena detto. Per vedere se i rami presentavano… che potevano essere spezzati, potevano avere delle maculazioni di sostanze ematiche vicine…
A.B.: Ematiche.
G.A.: Mah, a mio ricordo, perché stavo vicino, ecco perché ne parlo come uno che ha visto da vicino la cosa, non si apprezzarono di questi elementi.
A.B.: Ecco, comunque siccome la posizione… io vorrei capire ma credo che tutti vogliamo capire…
G.A.: Certo.
A.B.: La posizione di questo cadavere è una posizione del tutto anomala rispetto… direi anomala perché rispetto a come uno penserebbe che dovesse essere una volta colpito là sulla chiazza… dove c’è la chiazza di sangue, no?
G.A.: Si, si, ho capito.
A.B.: Dovrebbe essere o riversa con la testa in giù o riversa comunque molto vicino, prossima a questa chiazza.
G.A.: In effetti a seguito di una colluttazione, poi diciamo decesso o presunto decesso, per chi compiva il fatto, poteva essere più facile lanciarlo di sotto che non tirarlo in quella posizione.
A.B.: Capisce, lanciarlo di sotto ci vuole una forza… dico… notevole!
G.A.: Ho capito.
A.B.: Insomma, io vorrei capire, non so se riuscirò mai a capire, come mai questo corpo ha i piedi in su…
G.A.: I piedi si, sono dovuti al fatto che lì la vegetazione, diciamo, la struttura del cespuglio è più resistente.
A.B.: Son d’accordo.
G.A.: Intanto con il peso degli arti inferiori non è gravato verso il basso…
G.A.: Certamente, siamo d’accordo, però se io spingo un corpo, sia pure inerte ormai, verso questa zona, dove ci sono cespugli, perlomeno le gambe mi si… capisce? Mi son spiegato?
G.A.: Si, si, ho capito.
A.B.: Non fanno così.
G.A.: No.
A.B.: Quindi facendo così dovrebbe vedersi un cadavere in maniera diversa, invece questo cadavere ha i piedi in su.
G.A.: Si, come se…
A.B.: Qualcuno o uno, non lo so chi, quanto, uno, due, nessuno, qualcuno ce l’ha messo in quel modo, va bene?
G.A.: Ho capito.
A.B.: Quindi è anomala rispetto…
G.A.: Sicuramente è anomala se è questa la sua domanda…
A.B.: Quindi è anomala.
G.A.: E’ anomala. Cioè sembrerebbe in effetti che qualcuno l’abbia quasi buttato così.
A.B.: Non solo ma addirittura l’abbia tirato dalle parti posteriori, cioè dalla parte…
G.A.: Ma dalle parti posteriori…
A.B.: Dai piedi.
G.A.: Si,si.
A.B.: In su.
G.A.: In su.
A.B.: In su e guardi com’è!
G.A.: E ma sa, dalla foto… dalla foto è un po’ falsata eh!
Presidente: Attenzione a fare ipotesi che qui…
A.B.: No Presidente.
Presidente: Qui ci vuole semmai il medico legale che ci descrive questo corpo…
G.A.: Benissimo, benissimo.
P.M.: C’è il professor Maurri, che è stato sul posto, è citato…
Presidente: Quindi semmai, direi, semmai…
A.B.: Se possiamo sentirli tutti e due insieme.
Presidente: L’Ispettore torna anche oggi.
A.B.: Certo.
Presidente: Perché nel caso integriamo il professor Maurri con l’Ispettore.
A.B.: Certo.
P.M.: Perfetto Presidente.
A.B.: Era questa la richiesta che io volevo formulare.
Presidente: Perché sennò qui… questo è stato preso per la collottola, per i piedi…’
A.B.: No, no ma insomma, lo vediamo tutti, mi pare…
Presidente: Certo, questi sono dati oggettivi.
A.B.: La logica delle cose mi obbliga a pensare a qualcosa di anomalo.
Presidente: Però prima di dire, senza dubbio, ci vuole il medico legale.
A.B.: Ecco e mentre il corpo, mi scusi tanto, un’ultima domanda, se lei la ricorda questa circostanza, accanto alla tenda pare che sarebbe stata trovata una chiazza di sangue…
G.A.: Si antistante l’accesso principale.
A.B.: …che i medici legali suppongono essere la chiazza relativa al punto in cui l’assassino abbia poggiato i due lembi di pelle… di pelle… una mammella e tutto il resto…
G.A.: La chiazza era di 20 cm di diametro. Tenendo conto che si tratta di tessuti spugnosi e pertanto irrorati di sangue è facile che vi sia quel tipo di estensione ematica.
A.B.: Cioè praticamente l’assassino ha cominciato a fare quello che ha fatto, poi ha tagliato, cioè ha ucciso la donna, poi ha ucciso l’uomo, o ha finito ancora la donna, s’è messo a lavorare… così… e poi pare che abbia poggiato nell’uscire… perché… ecco, la tenda, quando voi siete arrivati, era così come l’abbiamo vista noi…
G.A.: Si, come l’abbiamo vista.
A.B.: Quindi regolare…
G.A.: Cioè chiusa… cioè era montata.
A.B.: Montata regolarmente.
G.A.: Sì, montata regolarmente.
A.B.: Ecco, quanto è alta la tenda?
G.A.: La tenda è alta… ha due altezze, dal lato posteriore deve essere sui 145 cm, dalla lato ingresso principale dovrebbe essere sui 110 e larga 185.
A.B.: Avete trovato dentro la tenda delle luci, delle luci accese?
G.A.: Torce?
A.B.: Torce accese?
G.A.: No, no, no.
A.B.: Quindi era spento tutto.
G.A.: Tutto spento si.
A.B.: Non c’erano… ma avete trovato degli elementi illuminanti? Qualcosa?
G.A.: Nessun elemento illuminante.
A.B.: Non che illuminasse…
G.A.: Si, si ho capito, ho capito.
A.B.: Niente, quindi non c’era nulla che…
G.A.: No.
A.B.: Quindi questi poveretti dormivano… non avevano nulla dentro? Nn avete trovato nulla?
G.A.: Noi non l’abbiamo trovata.
A.B.: Nè torce, niente?
G.A.: No.
A.B.: Niente. Nessun altra domanda. Grazie.
A.S.: Presidente…
A.F.: Presidente…
Presidente: Avvocato Fioravanti.
A.F.: Scusa…
A.S.: Vai, vai, tranquillo.
A.B.: No fallo dire lui.
Presidente: No, no avvocato Fioravanti, forza. La parte civile doveva parlare prima, gli darò la parola dopo. Prego.
A.F.: Scusi, lei a che ora è arrivato lì sul posto?
G.A.: Io sono arrivato verso le 15:00/15:30.
A.F.: E avevano già fatto i Carabinieri i rilievi e il verbale di rinvenimento e di ispezione?
G.A.: No questa volta, proprio in rispetto del protocollo operativo che era stato diramato, l’organo che nella fattispecie erano i Carabinieri che arrivarono per primi, si preoccuparono di recintare l’area interessata aspettando il nostro successivo intervento.
A.F.: Ecco, quando ha iniziato lei a guardare nella tenda lo ha fatto insieme ai Carabinieri?
G.A.: Hanno collaborato con noi ma diciamo che come gestione proprio del sopralluogo è stato tutto nostro.
A.F.: Chi ha steso il verbale di rinvenimento e di ispezione?
G.A.: Rinvenimento e di ispezione? Cioè se lei si riferisce al verbale di sopralluogo è nostro.
A.F.: Si, io ho un verbale di rinvenimento ed ispezione con l’elenco di tutto quello che è stato trovato dentro alla tenda, dentro la macchina.
G.A.: Si, il nostro rientra, diciamo, in quello che è il verbale di sopralluogo.
A.F.: Ecco, io ritorno all’ora su due elementi. È stato trovato un portafoglio da donna.
G.A.: Si.
A.F.: È stato trovato…
G.A.: No, cioè aspetti, io ho detto che nella borsa c’erano i documenti e che forse erano contenuti in un portafoglio. Io la borsa l’ho vista e l’ho documentata per come si trovava. Cioè che era chiusa con le cerniere, aveva molte cerniere ed erano tutte chiuse. Che poi per prendere le chiavi per aprire l’autovettura, che a noi interessava per verificare all’interno, un ufficiale o alcuni ufficiali dei Carabinieri hanno prelevato la borsa dopo che noi avevamo indicato il sito e hanno prelevato dall’interno – e io stava… cioè si stava lì – è sentito che dentro c’erano i documenti, c’erano le chiavi, che c’erano dei soldi, però poi materialmente io non l’ho visto, ho visto soltanto che la portavano via la borsa.
A.F.: Quindi lei non sa quanti soldi c’erano?
G.A.: No, assolutamente. Si può dire che non l’ho neanche visti. Ne ho solo sentito.
A.F.: Ecco, tutti gli oggetti rinvenuti sono stati poi inseriti nella vostra verbalizzazione?
G.A.: Noi abbiamo fatto, e non vorrei sbagliare ma penso proprio di no, abbiamo fatto il solo verbale di sequestro dei bossoli.
A.F.: E a chi lo debbo contestare io, signor Presidente?
A.B.: Lo produrremmo.
A.F.: È, io…
A.B.: Credo che possa essere acquisito questo documento… scusi eh…
A.F.: Si, si.
A.B.: È un atto, credo, irripetibile, se non erro, no? Quindi può essere acquisito.
P.M.: Senz’altro, si può acquisire senz’altro.
Presidente: Allora…
A.B.: Lo acquisiamo.
A.F.: Si può depositare?
A.B.: Si, certo!
A.F.: Ecco, si deposita.
Presidente: Per la Corte va benissimo, non ci sono opposizioni…
P.M.: Nessuna opposizione, nel verbale della scientifica si fa riferimento a quelli, l’anello del denaro lo integriamo in quel modo.
Presidente: Benissimo.
A.F.: Difatti io volevo…
Presidente: Acquisiamolo pure. Ancora avvocato Fioravanti?
A.F.: No, nessun altra domanda.
Presidente: Avvocato Santoni Franchetti di parte civile.
A.S.: Io mi riferisco alle ultime affermazioni che il teste ha reso all’avvocato Bevacqua, cioè quando lei ha detto che la tenda è stata – inizialmente, si suppone almeno – tagliata sulla parte posteriore. Taglio dall’alto verso il basso di 40 cm. Esatto. Fu anche sparato un colpo di pistola sul retro della tenda?
G.A.: Ho detto che non ero sicuro se si trattava di colpo d’arma da fuoco o da punta, d’arma bianca, volevo dire, perché…
A.S.: Comunque abbiamo un foro che può essere…
G.A.: Si, questo si.
A.S.: Dopo lei ha detto: “Sentito questo rumore…”
G.A.: Ma è una mia ipotesi.
A.S.: Ah ecco, perché…
G.A.: Per l’amor di Dio! È una mia ipotesi.
A.S.: Vi sono dei problemi su questo punto. È uscito l’uomo, il Kraveichvili, che si è trovato di fronte l’omicida, questa non è confortata da elementi specifici?
G.A.: No, visto le domande io nel rispondere ho detto la mia ipotesi.
A.S.: Basta così, chiaro, no, no, volevo sapere se era confortata da elementi obiettivi perché è in contrasto con altri…
G.A.: No, per elementi obiettivi ci sono due bossoli che si trovano sul lato destro della tenda.
A.S.: Della tenda. Perfetto.
G.A.: Il “C” e il “D”. Ecco da dove avevo tirato fuori la mia ipotesi.
A.S.: No, no era soltanto un chiarimento. Sempre in riferimento a questa posizione, alla dinamica – forse l’avrà detto, non l’avrò sentito – le condizioni di luce… mhm… vi era la luna? Il primo quarto? O no? O era oscuro?
G.A.: Non lo so avvocato.
A.S.: Non ve lo ricordate.
G.A.: Non me lo ricordo.
A.S.: Degli altri omicidi di ricordo che c’era sempre un…
G.A.: Ma forse in qualche atto ci dovrebbe essere scritto ma che non abbiamo fatto noi.
A.S.: Non me lo ricordo. Un’ultima cosa, questa proprio non l’ho ancora capita e la sentiremo nel pomeriggio, lei ha detto che l’uomo, nella parte terminale dell’azione omicida, è stato colpito dalle famose coltellate… colpi d’arma bianca, gli unici letali… quindi è stato colpito e ha poi trascinato nella parte dove vi è del verde, mi sembra…
G.A.: Si sono 50 cm più avanti, vi è un anfratto che scende verso il basso.
A.S.: Esatto. Le volevo dire, se ho ben capito, prima di questa parte verde vi è del terriccio sabbioso…
G.A.: Ma non è proprio sabbioso è…
A.S.: Terriccio chiamiamolo.
G.A.: Terriccio si.
A.S.: Tanto per capire, così so che non è sabbioso, è terriccio. Secondo lei non c’erano tracce di trascinamento…
G.A.: Abbiamo effettuato l’ispezione accurata, non ne abbiamo trovate.
A.S.: Volevo la puntualizzazione su questo punto. La ringrazio.
G.A.: Benissimo.
Presidente: Avvocato Colao, di parte civile.
A.C.: Scusi una domanda, lei è in grado di precisare che dislivello c’era… c’è fra il piano… la tenda e l’anfratto? Dislivello.
G.A.: Diciamo che l’anfratto continuava fino in fondo ed era piuttosto lungo come scoscesi tà, soltanto che il cadavere, la testa del cadavere distava dal ciglio 150 cm all’atto del sopralluogo.
A.C.: Si, però all’incirca dovendo fare, diciamo, una misurazione a occhio, che so, fra l’anfratto e il piano della tenda, io le butto lì, ci poteva essere un metro? Due metri? Di discesa.
G.A.: Che andava più in basso?
A.C.: Si, di dislivello.
G.A.: Sicuramente era più in basso, rispetto alla tenda poteva essere penso, grosso modo dovevamo essere sempre sul 1,50/1,70 m, però…
A.C.: E allora lei ritiene che nella fuga, nello slancio naturale che una fuga comporta, quella posizione finale – a cui poi naturalmente è seguito l’accoltellamento del corpo, in cui è stato trovato – possa essere stata provocata dal dislivello, dalla fuga?
G.A.: Cioè nella caduta dice lei?
A.C.: Si. Indipendentemente da questo trascinamento…
G.A.: Avvocato, se lei… mi scusi…
A.C.: Se lei lo ritiene possibile.
G.A.: No, come giustamente ha detto il signor Presidente, se devo fare delle ipotesi le posso fare pure…
A.C.: No, no, no…
Presidente: Si ricordi che c’è la macchia di sangue.
A.C.: Come slancio, si diceva.
G.A.: Come slancio, ci sono dei cespugli, è possibile… si, se vogliamo prendere come ipotesi che uno cade… però è più facile che cada con la testa in avanti che non con la testa indietro. O a meno che non sia scivolato, però come si trovano i piedi in alto?
A.C.: D’accordo, grazie.
G.A.: Prego.
A.B.(fuori microfono) : Ohooo, finalmente qualcosa l’ho detta anch’io.
Presidente: Dunque, allora Ispettore ora risponda a me.
G.A.: Certo.
Presidente: Mi pare di capire che il ragazzo era nascosto nell’anfratto, mentre la donna era chiusa nella tenda…
G.A.: La tenda era… per esso era aperto!
Presidente: Era aperto, ma se uno fosse passato lì vicino, ma non proprio sul punto, non si sarebbe accorto, ad una prima occhiata, di quello che era successo?
G.A.: Io penso che se passa una persona discreta non va a guardare nella tenda, a meno che poi passa… dall’altra parte non aveva motivo di andare perché non sfondava da nessuna parte…
Presidente: Quindi se uno lo vedeva da una certa distanza, diciamo…
G.A.: Io credo che passando il ragazzo non si sarebbe visto.
Presidente: Non solo ma non si sarebbe accorto neanche di quello che era successo.
G.A.: No.
Presidente: Immediatamente.
G.A.: No, penso proprio di no.
Presidente: Va bene, dunque ci sono le fotografie. Io non ho altro da chiedere, vi sono domande? Può andare grazie Ispettore.
G.A.: Grazie.
Presidente: Torni oggi però perché…
G.A.: A che ora? Alle 3:00?
Presidente: A che ora sentiamo Maurri?
P.M.: Alle ore le 15:30 se possibile, Presidente. Abbiamo solo questi due testi. Il P.M. non ha nessun altro.
Presidente: Non abbiamo testi?
P.M.: Nessuno, grazie.
Presidente: Male.
P.M.: Male… il P.M. ha finito.
Presidente: Ha finito. Allora… allora bene.
P.M.: Per questa fase ricostruttiva.
Presidente: Allora bene.
P.M.: Ecco.
Presidente: Si fa per dire. Benissimo allora l’udienza è sospesa ed è rinviata alle 15:30.
P.M.: Grazie.
Presidente: Va bene?

3 Maggio 1994 9° udienza processo Pietro Pacciani

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