Gino Bruni ha lavorato fino al 1994 nella riserva della fattoria di Riconi di proprietà di tale Masiero Masieri, prima come guardiacaccia salariato alle dipendenze di costui e poi come volontario per conto della sezione cacciatori di Vicchio.

Nello svolgimento del servizio era armato di una pistola, prima una Beretta cal. 7.65 che aveva riconsegnato quando si era licenziato dal Masieri In seguito, continuando a fare la guardia venatoria come volontario, si è munito di una Beretta della serie 70 cal. 22 L.R. che ha regolarmente comprato e denunciato il 13 ottobre 1969.

Il Bruni confermava che detta pistola, che, come risultava da documentazione esibita dal PM, risultava denunziata in data 13.10.1969 ai C.C. di Dicomano, nel 1982 era stata consegnata a detta stazione per essere sottoposta a controlli balistici disposti dalla Procura della Repubblica di Firenze nell’ambito delle indagini sui delitti del mostro. 

Il Bruni ha conosciuto il Pacciani quando costui lavorava come contadino nella zona di Badia a Bovino, attorno agli anni 1969/70, e di aver avuto con lui un litigio per futili motivi, nel corso del quale il Pacciani lo aveva colpito al capo con un forcone ed al fianco sinistro con una pedata. Lo aveva poi lasciato andar via pesto e sanguinante, minacciando di ammazzarlo se lo avesse denunziato. Lui, intimorito, aveva raccontato di essere caduto accidentalmente e non aveva detto la verità neppure ai familiari. Si recava comunque in ospedale il giorno 9 luglio 1970.

Negava comunque che il motivo del litigio fosse dovuto all’aver egli insidiato la moglie del Pacciani, come invece costui sosteneva in un memoriale mandato al GIP.

Vedi Sentenza Pacciani 1 novembre 1994 pag. 86/87/88

Gino Bruni
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