Il 21 Novembre 2005 il dr. Paolo Canessa rilascia delle dichiarazioni davanti al PM genovese Giancarlo Pellegrino determinando un’indagine secondo l’ex art. 415 bis c.p.p..

La testimonianza fa seguito anche alla registrazione audio del 21 maggio 2002.

Queste uno stralcio delle dichiarazioni di Canessa:

“Prendo atto di quanto viene ipotizzato nella segnalazione di notizie di reato del dott. Giuttari ripresa nella lettera di trasmissione atti del P.M. di Perugia.
Intendo in primo luogo, precisare con assoluta fermezza che nessun ostacolo mi è mai stato frapposto nel corso delle indagini per gli omicidi del cd. “Mostro di Firenze” da parte dei capi degli uffici della Procura di Firenze ed, in particolare, dai colleghi Vigna, Guttadauro e Nannucci che si sono succeduti a vertice della Procura.
Faccio presente che le indagini relative agli omicidi seriali verificatisi in Firenze e dintorni nel corso degli anni ’80 hanno dato origine a tre diversi procedimenti:
– il primo nel corso degli anni ’90 definito in sede dibattimentale a carico di Pacciani Pietro, condannato per alcuni omicidi in 1° grado, assolto in appello con sentenza annullata dalla Corte di Cassazione, deceduto in pendenza di giudizio di rinvio;
– il secondo, originato da elementi di prova acquisiti nel corso del dibattimento del primo processo, istruito a carico dei “cd. Compagni di merende” e conclusosi in sede dibattimentale con condanna definitiva di 2
persone (Lotti, Vanni) per concorso in omicidio;
– il terzo, originato nuovamente da elementi di prova emersi nel corso del dibattimento a carico dei “compagni di merende” (dichiarazioni di Lotti), secondo cui gli omicidi erano commessi anche dietro compenso da parte di un meglio specificato “dottore”, tale procedimento iscritto originariamente a mod. 44 e cioè a carico di ignoti venne da me proseguito in fase di indagini con la collaborazione del dirigente della Squadra Mobile dott. Giuttari ponendo attenzione a vari soggetti, che potevano – per una serie di elementi indiziari – essere presi in considerazione quali possibili sospetti in qualità di mandanti; nel corso di queste indagini sono state effettuate tra l’altro intercettazioni a carico dell’avv. Jommi.
Debbo, peraltro, precisare che l’individuazione dell’avv. Jommi come persona potenzialmente collegata agli omicidi del “Mostro” risaliva ad una attività non di polizia giudiziaria, ma ad una acquisizione da me personalmente effettuata assumendo a sommarie informazioni una cittadina brasiliana, che a seguito di una relazione con l’avv. Jommi, da questi interrotta, si era presentata personalmente, ancora prima che venisse individuato come responsabile di alcuni omicidi Pacciani, riferendo che Jommi le aveva confidato il giorno dopo l’ultimo omicidio e prima ancora che la stessa Autorità giudiziaria ne avesse notizia che si era verificato un ulteriore omicidio del “Mostro”.
Non è vero quanto affermato dal dott. Giuttari che non vennero espletate tutte le indagini ritenute opportune e necessarie per la ricerca dei mandanti e non è vero che siano stati frapposti ostacoli da parte dei vertici della Procura e del dott. Nannucci in particolare. L’avv. Jommi è stato anche interrogato da me unitamente al collega Dott. Mignini.
Faccio presente che, a suo tempo, quando il dott. Vigna era ancora a Firenze, parlando degli elementi di sospetto sull’avv. Jommi, il collega mi fece presente che lo conosceva e che era un suo compagno di scuola; quando riferii tale circostanza, più recentemente, al dott. Nannucci anche quest’ultimo mi disse che lo conosceva essendo stato suo compagno d’università.
Ciò nonostante escludo che il dott. Nannucci abbia effettuato pressioni nei miei confronti per omettere atti d’indagine nei suoi confronti.
Tornando al procedimento a carico di presunti mandanti debbo dire che, a seguito dell’attività svolta, in collaborazione con il collega Crini (che il dott. Nannucci su mia richiesta mi ha affiancato per l’impegno che l’inchiesta richiedeva) siamo prossimi alla conclusione delle indagini preliminari a carico di un farmacista di S. Casciano, il dott. Calamandrei; in sostanza gli elementi acquisiti circa l’identificazione del Calamandrei come il dottore di cui aveva parlato Lotti è stato frutto di attività del P.M. e non della P.G. attraverso le dichiarazioni acquisite da Vanni. Ribadisco che le indagini su questo procedimento sui mandanti sono state frutto in gran prevalenza di attività del P.M. e cioè del sottoscritto, con pieno consenso dell’Ufficio e con l’apporto – dall’inizio del 2004 – del collega Crini”

Nell’occasione l’Ufficio invitava il dott. Canessa ad esaminare l’annotazione 3.12.2001 della Squadra Mobile di Firenze e a precisare se eventuali iniziative di indagini siano state “bocciate” dal dott. Nannucci a voce o con una annotazione a margine del rapporto.

Il dott. Canessa riferiva:
“Non ricordo nulla del genere. Non ricordo neppure con esattezza se a tale data fosse ancora Procuratore Capo il dott. Guttadauro”.

L’Ufficio procedeva alla verifica che il dott. Guttadauro aveva lasciato l’ufficio per collocamento a riposo in data 1.10.2001.

Il dott. Canessa continuava:

“Allora a quell’epoca il Procuratore f.f. era il dott. Nannucci.
Il dott. Nannucci ha l’abitudine di scrivere e quindi non sarebbe strano un appunto in cui esprime il suo parere. Non ricordo però un appunto riguardante la nota 3.12.2001 e non ricordo – anche se non posso escluderlo – di avere riferito una circostanza di questo genere al dott. Giuttari. Non posso escludere che il dott. Nannucci abbia chiesto in esame la nota della Squadra Mobile e che abbia poi espresso il suo parere in proposito; non ricordo comunque di averne parlato con il dott. Giuttari.
Non posso escludere che il parere espresso dal dott. Nannucci fosse negativo nel senso che avesse trovato piuttosto “fumose” le prospettive delle indagini proposte dalla Squadra Mobile.
Quello che devo dire con assoluta tranquillità è che, indipendentemente dal parere – legittimo – del Procuratore (parere e non ordine sia ben chiaro) le indagini ritenute utili dal sottoscritto per l’individuazione degli eventuali mandanti (ed anche per fatti in qualche modo connessi)sono state effettuate al di là di quel che sostiene il dott. Giuttari; in particolare, oltre alle indagini sull’avv. Jommi, sono stati sviluppati gli spunti su Zucconi (la cui moglie è stata mandata a giudizio per rapina nei confronti della moglie di Pacciani) su Spinoso (mandato a giudizio per detenzione di armi e concorso nei reati di Graziano Flavio (mandato a giudizio per frode processuale, calunnia e autocalunnia) Mattei Aurelio, SISDE.
L’esito di tali attività non si è rivelato produttivo, tanto che l’unico sviluppo positivo è stato quello su Calamandrei, su impulso proveniente dall’ufficio di Procura.

L’audizione veniva sospesa alle ore 17.50 per consentire al teste di ascoltare la registrazione allegata al rapporto.

Il verbale veniva riaperto alle ore 18.30.

Il dott. Canessa dichiarava:

“Esprimo innanzi tutto il mio sdegno per il comportamento di un ufficiale di p.g. che registra un colloquio informale, senza informarmene. Si tratta di un comportamento che non merita ulteriori commenti.
Vorrei fare notare che una simile iniziativa appare ovviamente diretta a “stimolare” nell’interlocutore considerazioni in qualche modo capziosamente indotte da chi clandestinamente registra il colloquio.
Non sono in grado di indicare il periodo di tale conversazione, anche perché incontri con il dott. Giuttari in piazza della Repubblica ricordo di averne fatti diversi. Era il dott. Giuttari che non voleva salire in ufficio e preferiva incontrarmi per strada per parlare delle inchieste.
Detto ciò, con riferimento ai passaggi rilevanti per quel che attiene la presente richiesta, posso dire:
– che dal minuto 15 si parla evidentemente degli sviluppi delle indagini relative ai “mandanti” degli omicidi del “Mostro di Firenze”;
– che nella prima parte dico qualcosa circa la possibilità di valutazioni difformi da parte di persone diverse; – quanto alle frasi relative ai “compagni di scuola”, il riferimento è sia al dott. Vigna che al dott. Nannucci, entrambi compagni di scuola di Jommi; si tratta di quanto ho già riferito sopra; posso aggiungere che il dott. Nannucci sui compagni di università mi fece anche una battuta del tipo: “che ci posso fare se all’epoca all’università eravamo in pochi?”;
– faccio notare che il dott. Giuttari mi fa presente che “gli ho parlato sempre bene del dott. Nannucci”; che le frasi “è una delusione, è una delusione” è ripetuta reiteratamente dal dott. Giuttari esprimendo con ciò un suo apprezzamento strettamente personale;
– non mi riconosco nella frase che mi viene attribuita nella trascrizione: “hai capito! Un uomo libero non ti delude! Questo non è libero!”; la registrazione è disturbata e non posso esserne sicuro ma non mi sembra la mia voce e neppure il tipo di espressione mi appartiene;
– faccio inoltre notare che le parole “hai capito!” che precedono “un uomo libero” e che nel testo della trascrizione mi sono attribuite in realtà sono logicamente e necessariamente legate alla frase precedente di Giuttari “ è una delusione..”;
– mi sembra inoltre strano che si parli nel contesto del ricorso per revisione nel processo Vanni che non escludo che si riferisca ad un colloquio verificatosi in momenti diversi.
Per quel che concerne, infine, la revoca delle deleghe relative ai fatti dell’ospedale di Careggi, non sono informato in dettaglio; non ero il titolare di quell’indagine.
Per quel che concerne il rilascio dei nulla osta al trasferimento del dott. Giuttari ricordo che in effetti in un primo momento il dott. Nannucci rilasciò il nulla osta al trasferimento del dott. Giuttari; quando però – informato del fatto – gli feci presente che la collaborazione del dott. Giuttari era indispensabile alla prosecuzione delle indagini, il Procuratore Capo non ebbe alcuna difficoltà a richiederne l’applicazione e mi disse che il “nulla osta” era stato richiesto dal Questore e motivato da ragioni organizzative.
Quanto al contrasto positivo di competenza con la Procura di Perugia è stata una iniziativa mia e del collega Crini che il dott. Nannucci ha pienamente condiviso. Quanto al colloquio con il dott. Ruello confermo di essere stato presente; sostanzialmente il dott. Ruello caldeggiava la richiesta del Questore di nulla osta al trasferimento del dott. Giuttari. Alle obiezioni di Giuttari circa l’esigenza di continuità delle indagini, ricordo che gli chiese chi poteva – tra i rimanenti ufficiali di polizia giudiziaria – essere a conoscenza delle indagini. Non ricordo se in tale contesto il dott. Ruello richiese anche informazioni sugli indagati.
Mi riservo di trasmettere l’annotazione conclusiva redatta dal dott. Giuttari sulle indagini relative ai mandanti posto che da tale documento emerge con chiarezza che – secondo lo stesso redattore – i motivi dello stallo delle indagini in certi periodi sono legati a problemi riconducibili alla sua amministrazione di appartenenza e non a difficoltà o lentezze frapposte dall’ufficio di Procura.
Voglio aggiungere, infine, che alla fine del 2002 io (con il pieno consenso del dott. Nannucci) e con il collega Mignini ci recammo dal dott. Manganelli, che avevo già conosciuto a Firenze, ed ottenemmo appositamente per il dott. Giuttari la formazione del Gruppo Investigativo Delitti Seriali.
In conclusione voglio dire che nello svolgimento della mia attività non ho mai ricevuto ostacoli o condizionamenti dal dott. Nannucci, né in queste indagini né in altre; al contrario, mi ha sempre aiutato ed ha discusso sempre con me liberamente le iniziative più idonee per le singole richieste; non solo lo considero uno dei miei maestri in questo mestiere, ma non mi ha mai deluso e l’ho sempre considerato un uomo più che libero”.

Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 da Pag. 220 a Pag. 225

21 Novembre 2005 dichiarazioni rese da Paolo Canessa davanti al PM genovese Giancarlo Pellegrino
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