Il 22 marzo 1996 rilascia testimonianza Gabriella Ghiribelli chiamata dalla Procura della Repubblica di Firenze in seguito alle sue dichiarazioni rilasciate in una intervista. L’intervista in oggetto è stata rilasciata dalla Ghiribelli a Michela Gardin della RAI.

Questa la testimonianza: 22 03 1996 – Gabriella Ghiribelli Testimonianza

A.D.R.: Effettivamente ho rilasciato un’intervista ad una giornalista della RAI. Ciò che ho detto alla giornalista è la verità. E’ stato tutto registrato. Ho fatto questo racconto perché mi sono ricordata quei fatti parlando ieri l’altro sera con il giornalista CANINO che è venuto a casa mia con una signora che aveva un cagnolino lupo.

Premetto che quella stessa sera, cioè mercoledì 20 marzo scorso, mi aveva telefonato prima un mio amico di nome FABRI Aldo detto Cappellaccio che abita in via Benedetta 13, che è una contrada di via della Scala. Il FABRI, che conosco da sempre, mi ha telefonato dicendo che poco prima lo aveva chiamato uno sconosciuto, la cui voce aveva riconosciuto in quella di PACCIANI e che gli aveva detto che quanto prima sarebbe venuto da lui e gli avrebbe fatto un cappio con sette nodi. Il FABRI mi ha detto che non conosce PACCIANI ma che la sua voce è ormai nota e l’aveva
riconosciuta. Ha aggiunto che il suo numero a questa persona glielo aveva dato un amico. A questo racconto ho invitato il FABRI a chiamare subito la Questura e poi io personalmente ho chiamato, prima l’isp. LAMPERI in Questura avvertendolo della telefonata ed il giornalista AGOSTINI.

AGOSTINI è venuto a casa mia e siamo andati insieme da FABRI. Saranno state le 21 e quando siamo arrivati io ed AGOSTINI, il FABRI piangeva e ci ha detto che al centralino della Questura gli avevano detto di recarsi in Questura l’indomani.

Dopo questo AGOSTINI mi ha portato a casa e dopo una quindicina di minuti a casa mia è arrivato il giornalista CANINI di Canale 5 e la signora di cui ho detto. Abbiamo parlato sino all’una di notte. Lui mi ha chiesto se sapevo niente di qualche carabiniere che frequentava via Di Faltignano. Io gli ho risposto di no. Non ricordavo nessun carabiniere in particolare anche se tanta gente in divisa veniva dalla Filippa, compresi quelli dell’Enel, ai quali la Filippa pagava le bollette con prestazioni in natura. Poi mi è venuto parlando con Canino un flash in mente e gli ho fatto il racconto di una cena che c’era stata a casa della Filippa l’antivigilia di Natale del 1980; racconto che poi ho fatto nell’intervista a quella giornalista della RAI che si chiama Michela Gardin.

Lei mi chiede a questo punto di spiegare come faccio ad essere certa che la cena di cui ho parlato a casa della Filippa è avvenuta proprio il 23.12.1980. Io le dico che questa data mi è venuta man mano in mente parlando con Canino.

Lei mi chiede allora di spiegare attraverso quali riferimenti parlando con il giornalista Canino sia arrivata a ricordare che la cena sia avvenuta in tale anno e non prima o dopo. Mi è venuto un flash spontaneo. 

Lei mi chiede di ricordare dove abitavo all’epoca di quella cena. Io le dico che abitavo a San Casciano, Borgo Sarchiani, ma non c’era numero, con il GALLI Norberto.

Lei a questo punto mi fa notare che in data 8.2.1996 ho dichiarato al P.M. ed è riportato a pag. 2 del verbale che ho abitato con il GALLI a Borgo Sarchiani nel periodo che và dalla metà del 1984 a tutto il 1987 e mi invita a spiegare il motivo di tale contraddizione. Io ricordo che la sera in cui c’è stata quella cena abitavo a San Casciano Borgo Sarchiani, almeno mi sembra è sicuro che abitassi con il GALLI.

A.D.R.: Prima della casa di Borgo Sarchiani, con il GALLI abitavamo a Borgo La Noce e dopo San Casciano abbiamo abitato alla pensione Banchi sempre di Firenze. Poi in via delle Belle Donne e poi in Piazza del Mercato.

Lei mi chiede nuovamente come faccio ad essere sicura che la cena di cui ho parlato nell’intervista è avvenuta il 23.12.1980 e mi invita a dire la verità. lo sono sicura che la cena avvenne in quella data. Circa i fatti che avvennero quella sera, ricordo che festeggiavamo insieme a casa di Salvatore l’antivigilia di Natale. Eravamo io e il GALLI; c’erano la Filippa, che si sbronzò subito; c’era anche il Sebastiano, fratello di Salvatore; c’erano con lui due ragazzine minorenni; c’era il VANNI Mario, che conoscevo e PACCIANI, con cui però non ho parlato. Ricordo che, dopo cena, PACCIANI andò in camera, telefonò da un telefono di quelli avana a disco, ma non sentii con chi parlava perché era nella camera. Dopo un po’ arrivò una macchina che suonò il clakson, non so chi fosse, intravidi che era una macchina blu con la scritta bianca e mi sembrò dei carabinieri. Era un’auto di tipo comune e non di quelle che fanno i posti di blocco. Ricordo che si alzarono tutti: Salvatore, Sebastiano, il VANNI e il PACCIANI e ricordo che andò con loro anche la Sperduto che era fuori sulla porta e non era stata a cena con noi. Dissero: “si va fuori”. Io dissi: “ma la Filippa resta sola” dato che era sbronza e si era messa a letto. Poi aggiunsi: “rimango io” e dissi anche al GALLI, che io chiamavo Roberto, di rimanere con me e così fu. Chiesi quindi agli altri dove andavano dato che erano tutti i locali chiusi. Ricordo che era dopo cena, saranno state le 23. Ricordo che mi fu risposto, non so da chi: “si va a dare una lezione a qualcuno”. Ricordo che andarono via il Salvatore, Sebastiano, Vanni, Pacciani, l’Antonietta e le due ragazzine. Ricordo che il Salvatore aveva una autovettura di grossa cilindrata, non so dire il tipo, lo sa la Filippa. Anche Vanni o il Pacciani avevano un’auto, ma non so chi dei due. Poi c’era l’altra auto che penso fosse dei carabinieri. lo non uscii completamente di casa, li vidi uscire e non vidi come si dividevano sulle macchine. Dopo un’ora, un’ora e mezza, era dopo la mezza notte, li vidi tomare; ricordo che era abbastanza tardi ed io volevo tomare a casa mia a San Casciano. Quando tornarono non erano tutti: c’erano solo Salvatore, il fratello, le due ragazzine ed il Vanni. Mancavano Pacciani e Antonietta e mi sembra che a una mia domanda Salvatore disse: “saranno voluti rimanere un po’ insieme”. Non mi dissero dove erano stati. Ricordo che avevano una specie di risolino. Come ho detto, io ho ricollegato questi miei ricordi parlandone a lungo l’altra sera con il giornalista Canino. Prima non mi erano venuti in mente. Ricordo anche che il giornalista mi chiese espressamente se avevo parlato di questo agli inquirenti ed al P.M. e io gli dissi di no perché non mi era venuto in mente e lui mi disse che l’avrebbe comunque accennato lui agli inquirenti. Poi come ho già detto non ho più rivisto Canino ed ho detto tutto alla giornalista della RAI.

Lei mi chiede quando ho saputo della morte del MALATESTA. Io vi dico che l’ho saputo da voi quando sono stata sentita l’altra volta. Pensavo che fosse sparito perché come ho già detto l’altra volta il MALATESTA Renato era uno che veniva da me quando facevo la prostituta e poi non era più venuto.

A.D.R. Non sapevo che il Renato MALATESTA era il marito della Sperduto, che avevo visto per la prima volta quella sera alla cena a via Di Faltignano.

Lei mi chiede come venne quella sera la Sperduto in via Faltignano. Io ricordo bussò alla porta; qualcuno la voleva fare entrare, ma lei disse aspetto fuori. Non so come fosse arrivata; non so se quella sera del dicembre 80 abitava in via di Faltignano; l’ho saputo dopo. Ho saputo in seguito che la Sperduto aveva una figlia che credevo si chiamasse Silvia, ma che poi il giornalista Canino mi disse si chiamava Milva. Ho visto in seguito che sia la Sperduto che la Milva si prostituivano in Piazza Santa Maria Novella; la Silvia proprio nella piazza; la madre di fronte al palazzo della moda alla stazione.

Lei a questo punto mi chiede come è possibile che io sia certa che quella cena avvenne il 23.12.1980. Io le assicuro che il fatto è avvenuto esattamente nei modi che ho descritto e mi è venuto in mente la macchina dei carabinieri che è venuta alla porta quando il giornalista Canino mi ha chiesto se avevo mai visto carabinieri in via Di Faltignano. Io le dico che il mio è stato un collegamento quando ho saputo in questi giorni che si indaga sulla morte del MALATESTA e quando il Canino mi ha chiesto se avevo mai visto un carabiniere legato ai personaggi che frequentavano quella casa ho ricordato questo episodio e soprattutto il fatto che ci avevano detto che andavano a dare una lezione a qualcuno. Non ho altro che questi elementi che sono la pura verità, ma non ho alcun altro riferimento preciso per dire quando avvenne quella cena che ripeto è sicuramente avvenuta nei modi che ho raccontato.

Io non so che dirle in merito alla data esatta, né a dove esattamente andarono quella sera. Ricordo che al ritorno facevano dei sorrisini ed avevano un ghigno. Circa la casa dove abitavo quando ci fu quella sera il mio ricordo è che abitavo già a Borgo Sarchiani e quindi basta verificare tale circostanza. Che abitassi a San Casciano più che un ricordo è una deduzione perché a pensarci mi sembra che sarebbe stato assurdo andare a cena da Salvatore se abitavo a Firenze. Io, come ho già detto, Salvatore l’ho conosciuto a Prato insieme al fratello quando abitavo a Prato e lui abitava a San Casciano. Questo prima di conoscere il GALLI.

A.D.R. La sera della cena che ho descritto il GALLI era sicuramente con me.

22 Marzo 1996 Testimonianza di Gabriella Ghiribelli

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