Il 22 marzo 1986 viene presentato, in anteprima al festival di Sanremo, il film dal titolo “Il mostro di Firenze” del regista Cesare Ferrario alla cui sceneggiatura ha partecipato anche il giornalista Mario Spezi.

Alcuni familiari delle vittime presentarono un esposto al Pretore Dr. Fernando Sergio per richiedere che venisse vietata la distribuzione e la programmazione del film.

Questo il trailer del film.

La programmazione avvenne per la prima volta il 12 aprile 1986 ma dopo pochi giorni il Pretore ordinò una censura di varie scene comprese tutte quelle dove comparivano gli attori che impersonificavano i ragazzi uccisi. Questo determinò una sospensione della programmazione che però, su ricorso della casa produttrice Titanus, il film venne dissequestrato dalla censura e rimesso in programmazione.

Cast: Leonard Mann, Gabriele Tinti, Bettina Giovannini, Alberto Di Stasio, Francesca Muzio, Federico Pacifici, Anna Orso, Lidia Mancinelli (Lydia Mancinelli), Antonio Ballerio, Gianfranco Baroni (Gil Baroni), Vittorio Capobianco, Giuseppe Mauro Cruciano, Stefania Dadda, Carole Le Pers, Agatino Magri, Cristina Masi, Piero Pugnalini, Edila Riccardi, Bruno Santini, Maurizio Scattorin, Alessandro Testa. Dal Blog www.davinotti.com

Trama: Nel settembre 1985, l’ennesimo, orrendo delitto attribuito al cosiddetto “mostro di Firenze” sconvolse ancora una volta l’opinione pubblica. Giulia, una giovane giornalista che assiste a San Casciano alle prime indagini degli inquirenti ne parla con Andrea Akerman, uno scrittore cui è legata da intimo affetto. Andrea si dedica da tempo con passione alla stesura di un libro sull’assassino che, dal giorno del primo massacro posto a suo carico (1968), è tuttora ignoto e libero. Lo scrittore tenta di riassumere dati, indizi ed ipotesi di cui la gente è ormai a conoscenza, per fissare le linee di un “identikit” psicologico dell’inafferrabile criminale. Un’impotente? Un individuo dall’infanzia difficile, dominato da una madre possessiva e dedita a facili amori? Un guardone travolto da “raptus” irrefrenabili?” Lo scrittore finge che alla fine il mostro sia catturato e che la giuria debba pure tener conto di tutte le pulsioni e motivazioni che sono dietro alle sue gesta efferate. Finché un giorno, in Piazza della Signoria, Andrea vede uscire da un bar uno sconosciuto, che egli pensa “potrebbe” essere il criminale del suo libro. Andrea lo rincorre e lo ferma, ma non vi è nessuna logica nel proprio comportamento: è solo una persona qualunque e ben stupita per giunta. Così ogni ipotesi si perde nelle nebbie attorno ad un fantasma, che però è alla caccia di coppie giovani, appartate tra gli alberi, sotto la luna nelle calde notti d’estate. (Tratta da Comingsoon)

Dei tre film girati quasi contemporaneamente sul celebre “assassino delle coppiette” questo è il più ambizioso, che sarebbe dovuto uscire per primo ma fu superato dal più povero e malriuscito L’ASSASSINO E’ ANCORA TRA NOI per colpa di una serie di rinvii dovuti a problemi con la censura. Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Mario Spezi, si basa sulle ricostruzioni di alcune ipotesi formulate da un giovane scrittore (interpretato da Leonard Mann) da sempre interessato al caso. Tenendo quindi conto degli ovvi traumi sessuali subiti dal maniaco, il regista Cesare Ferrario (anche autore della sceneggiatura assieme a Fulvio Ricciardi) mette in scena alcuni possibili momenti nella vita dell’omicida che avrebbero potuto scatenare la sua furia inconsulta. Utilizzando attori diversi per ogni episodio (che si conclude sempre con uno dei delitti a colpi di rivoltella), Ferrario dà al folle più volti, di fatto evitando così di identificarlo con precisione; all’epoca infatti nessuno ne conosceva l’identità, ovviamente, e Pietro Pacciani era ancora – per tutti – un semplice contadino di Mercatale. Era quindi difficile costruire un thriller senza poter dare una fisionomia al colpevole. Ne è uscita un’opera insolita, curiosa. Con qualche momento intrigante dovuto all’ottimo connubio tra musiche (Paolo Rustichelli), fotografia e regia, con immagini che sembrano quasi sospese in un tempo senza tempo (vedi il racconto della possibile infanzia) ma anche molta noia: Leonard Mann non offre certo una gran performance e i lunghi intervalli con la sua ragazza (Bettina Giovannini) a far nulla in una villa toscana mentre le ipotesi gli affollano la mente tormentandolo sono tremende. Si tenta la prova d’autore riuscendovi solo a tratti.  DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR.

12 Aprile 1986 2° Film sul MdF: Il mostro di Firenze
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