Come da informazioni fornite dalla Procura di Firenze a nome delle pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, titolari delle indagini sull’ultimo fascicolo su il Mostro di Firenze, la pista “Rosso del Mugello” poi divenuta per scherzo “Mosso del Mugello” per essere ribattezzata ancora “Uomo del Mugello” è stata definitivamente cassata.
Il promotore della pista Paolo Cochi ha nel corso del tempo “liberato” successive informazioni tanto da “riscaldare” la pista ogni volta che si raffreddava. Al contempo svariati mostrologi puntualizzavano le informazioni mettendole in dubbio.
Ricordiamo, ad esempio, che per anni l’identikit del sospettato era quello realizzato secondo le indicazioni di Baldo Bardazzi il 1 agosto 1984 per poi divenire improvvisamente il phot/fit di Giovanni Uras realizzato durante la sua testimonianza del 16 settembre 1985.
Dario Quaglia ha portato alla luce una ricerca sugli impieghi del sospettato che lo allontanavano dalla Procura stessa, dove si affermava lavorasse. Poi insieme a Enrico Manieri hanno evidenziato che la dicitura sul phot/fit non era “capelli rossi”, ma “capelli mossi” dando origine alla divertente mutazione del nome della pista.
Con la comunicazione la Procura ha affermato che la pistola calibro 22 rubata il 5 Febbraio 1965 presso all’armeria “Guidotti“, una Beretta modello 75, non è stata mai posseduta dal sospetto Stefano Paoli. Questa arma venne inizialmente sequestrata dalla polfer di Rimini il 1 dicembre 1970 a certo B.L., ed in seguito al sequestro, rivenduta a un’asta giudiziaria svoltasi a Rimini due anni dopo ed acquistata da un altra persona, M.V., che la deteneva ancora nel 1990 quando furono fatti gli accertamenti.
Una via una per via; vediamo quale sarà la prossima ad essere cassata.
30 Aprile 2025?
ops… grazie
Per me era e rimane una pista interessante, potevano far fare i controlli che erano stati richiesti se erano sicuri che non fosse la pista giusta almeno tutti ci mettevano una pietra sopra. Meglio pensare allo zodiaco? Adesso è quello che va più di moda.