Mostro di Firenze, la Procura rigetta l’accesso agli atti sulle indagini del killer di coppiette: «La pista del “Rosso” non esiste»

Valentina Marotta

Per le pm «le istanze sono da rigettare in quanto infondate»

La pista del «Rosso del Mugello» per gli omicidi del Mostro di Firenze? «Ricostruzione smentita da indagini già svolte». Non lascia dubbi l’ordinanza con cui la Procura fiorentina ha rigettato la richiesta dell’avvocato Alessio Tranfa, legale della sorella di Carmela Nuccio, uccisa insieme a Giovanni Foggi nel 1981, tesa ad ottenere copia di alcuni atti di indagine sul killer che ha insanguinato le colline di Firenze tra il 1968 e il 1985.

«Dovrebbe apparire evidente che nessun reperto custodito dalla Procura della Repubblica» può essere consegnato a parti private. «Le istanze sono da rigettare in quanto infondate in fatto come in diritto» scrivono le pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, titolari delle indagini sull’ultimo fascicolo sul Mostro.

Il legale, si legge nell’ordinanza, «fa proprie le ipotesi svolte da Paolo Cochi, che risulta consulente senza che sia specificata la sua specifica competenza e il suo curriculum professionale» nelle trasmissioni televisive e sulle pagine di alcuni quotidiani.

Per Cochi, il «Rosso del Mugello» lavorava in ambito investigativo al fianco di un magistrato che si è occupato delle indagini sul killer delle coppiette, ma è stato dimenticato dalle indagini. «Una ricostruzione smentita da indagini già svolte. Cochi accusa la Procura della repubblica di Firenze di osteggiare la sua inchiesta investigativa insinuando addirittura che l’ufficio voglia nascondere e proteggere» chi si cela dietro il «Rosso del Mugello».

Non è stato possibile, si spiega nell’ordinanza, identificare il Rosso, descritto come «alto e rossiccio di capelli» con l’uomo, «alto 1.80 e con capelli mossi (non rossi)» visto nelle vicinanze della piazzola degli Scopeti il 6 settembre 1985 alla vigilia dell’omicidio dei turisti francesi Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. «Vista la scarsa definizione e/o visibilità di una delle due immagini a confronto, non è possibile rilevare particolari anatomici facciali che permettono di giungere a un giudizio positivo di comparazione» secondo la grafologa che si occupò degli accertamenti.

Un testimone, ricorda la Procura, ha raccontato in tv di aver notato nel luglio 1984 un uomo «dai capelli rossiccio scuro» seduto al tavolo di un bar che osservava Pia Rontini, uccisa dopo qualche giorno insieme al fidanzato a Vicchio. In realtà lo stesso testimone, contraddicendosi, tre giorni dopo il delitto aveva indicato agli investigatori che un uomo dai «capelli corti, biondi sul rossiccio osservava la coppia di fidanzanti».

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28 Marzo 2025 Stampa: Corriere Fiorentino – Mostro di Firenze, la Procura rigetta l’accesso agli atti sulle indagini del killer di coppiette: «La pista del “Rosso” non esiste»
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