Tempo addietro fummo contattati da una laureanda che espresse apprezzamenti per il nostro blog sul MdF, ne parlammo in questo articolo qua: 29 Maggio 2022 Un messaggio che conferma il nostro lavoro.

Oggi, a distanza di molti mesi, la Dott.ssa Chiara Carolina Conte ci ha inviato il suo elaborato finito.

E’ motivo di orgoglio per tutti noi essere citati in una tesi di laurea come esempio di giornalismo esplicativo e per questa ragione ne riportiamo un estratto che contiene il modo e le forme del giornalismo esplicativo e la parte riguardante il nostro blog.

L’intera tesi è leggibile a questo link: Conte Chiara Carolina – Bias mediali nei fatti di inchiesta giudiziaria. Disamina del campo giornalistico nel caso studio del “Mostro di Firenze”.

V.5 Il giornalismo esplicativo nei delitti fiorentini

Il giornalismo esplicativo è una forma di giornalismo che tenta di presentare notizie sfumate e in corso in un modo più accessibile. Si tratta di una sorta di reportage d’impresa che ha aiutato i lettori a dare senso ad un mondo più complesso, tecnico e disordinato.
Molti eventi di cronaca di alto profilo si sviluppano nel corso di settimane, mesi o, a volte, anche anni. Un articolo sulle ultime novità di un caso potrebbe, quindi, essere imperscrutabile per quei lettori che non hanno seguito la questione dall’inizio. Il giornalismo esplicativo mira a demistificare quegli argomenti complessi, fornendo il contesto necessario. La chiarezza civica è, dunque, il Graal del giornalista esplicativo.
Questa branca del giornalismo non è, tuttavia, una novità: dal 1985 è diventato una categoria del Premio Pulitzer, che ogni anno premia per l’eccellenza nei rapporti esplicativi. Riviste e giornali utilizzano da tempo serie di fotografie, barre laterali, grafici e punti ad elenco per rendere più facili da digerire storie altrimenti enigmatiche.

Tra le strategie adottate vi sono:

-Un ritmo di informazioni più lento rispetto alla frenetica ed incessante pubblicazione di notizie, tale da promuovere la comprensibilità e l’apprendimento.
-Un linguaggio colloquiale e un uso occasionale della seconda persona.
-L’introduzione graduale di nuovi personaggi o di concetti complessi.
-Il riconoscimento del valore della ripetizione.
-L’utilizzo di frasi semplici.
-Il ricorso ad una grafica convincente e soprattutto funzionale per il lettore.
-Traduzione dei gerghi nonché riferimenti ad analogie per semplificare i periodi.
-Lo sviluppo di una cronologia e la presenza di elenchi puntati.

Se usate con saggezza, queste norme di chiarezza civica aiuteranno sia lo scrittore ad attirare un pubblico più vasto, sia l’audience stessa nel comprendere ed ottenere una corretta scia di informazioni consequenziali.
Tale fenomeno può essere osservato grazie all’esistenza di siti di giornalismo incentrati su dati esplicativi e analitici. Questi includono Vox, FiveThirtyEight o Quartz.
In particolare, Vox Media è uno dei giornali online che, attraverso grafici, animazioni o infografica, presenta ai pubblici argomenti stimolanti in modo accessibile, chiaro e scorrevole. Esso non si concentra sulla segnalazione di eventi, ma sulla loro spiegazione; gli articoli forniscono ai lettori diversi fatti occulti di svariati argomenti. Il sito era strutturato inizialmente in “Vox Cards”, ovvero spiegazioni ispirate agli evidenziatori e alle schede usate comunemente a scuola per ricordare informazioni importanti. Ad oggi, oltre ad inseguire l’attualità, il sito cerca di fornire al lettore anche il background per capire al meglio la notizia con un sistema – quello dei card stack– che, utilizzando la potenza dei link ipertestuali, riesce a dosare l’informazione sulla domanda di approfondimento dell’utente, fornendogli nel frattempo un contenuto di buon livello certificato dal lavoro di una redazione professionale.
Riprendendo il discorso sul campo giornalistico del caso studio del “Mostro di Firenze”, è possibile avanzare un’ipotesi sull’esistenza di un giornalismo esplicativo teso a riportare aggiornamenti, notizie fresche nonché retroscena poco noti o comunque informazioni ormai sepolte ad un nuovo pubblico di appassionati. Sui delitti sono state condotte piste molto fantasiose, ipotesi dalla più fervida immaginazione, creando reti molto complesse di notizie che spesso hanno destato più confusione che chiarezza nei lettori. La sola ricerca sul web dei termini “Mostro” o “Firenze” apre le porte a numerose pagine o blog, la maggior parte dei quali creati da soggetti che non hanno mai avuto a che fare direttamente con le vicende fiorentine.
È con l’avvento del digitale che fatti fuorvianti sugli otto duplici omicidi hanno assunto la forma di un “disordine informativo”. Quest’ultimo si può tradurre in:
1. Disinformazione: presuppone contenuti intenzionalmente falsi e progettati per causare danni. Essa è motivata da tre fattori diversi: fare soldi, esercitare un’influenza politica, a livello nazionale o internazionale e causare problemi per il solo gusto di farlo.
Nelle vicende di Firenze, il bersaglio preso maggiormente di mira è stato Pacciani, e non solo.
2. Misinformazione: contenuti falsi, la cui natura non è, però, nota a chi li condivide.
3. Cattiva informazione: cioè informazioni autentiche condivise con l’intento di causare un danno. È il caso di dibattiti online in cui si discute su prove, indiziati, collaboratori di giustizia in una luce del tutto negativa e dispregiativa.
A sostegno di una corretta divulgazione dei fatti è entrata in ballo una possibile orma italiana di giornalismo esplicativo: il sito “mostrodifirenze.com”.

V.5.1 Una possibile orma italiana: analisi del sito “Mostrodifirenze.com”

Il ritrovato interesse per il giornalismo esplicativo basato sul Web mira a rendere quest’ultimo più autorevole. Internet ha dato vita a numerose pubblicazioni digitali, nonché voce a chiunque abbia accesso alle minime tecnologie: una connessione e un computer. L’ aumento della popolarità del giornalismo esplicativo nel secondo decennio del XXI secolo è andato, infatti, di pari passo a tecniche moderne e progressive per mediare contenuti in continua evoluzione, alla ricerca di forme di attenzione sempre più attraenti e accessibili. Non manca l’obiettivo di voler sviluppare l’alfabetizzazione mediatica della popolazione in una forma comprensibile.
L’avvento dei dati moderni e del giornalismo esplicativo è stato quindi una combinazione di nuovo requisiti per una copertura semplice e accurata di informazioni complesse e ad alta intensità di contenuti. Questa tendenza è stata rafforzata anche dall’uso di nuovi efficaci strumenti interattivi.
Tuttavia, lo svantaggio del design democratico della rete è che consente la rapida diffusione della disinformazione. L’effetto fake news si applica molto bene alla vicenda del Mostro; Fake news che sembrano create ad arte e che poi, generando filoni assurdi, inficiano anche notizie reali o logiche deduzioni.
A sostegno di una maturazione dei media digitali, e altresì una più corretta rete di notizie sui delitti fiorentini, è nato il sito web “mostrodifirenze.com”. Le informazioni seguono il percorso cronologico degli avvenimenti, e sono soggette a costante aggiornamento e revisione. Ove possibile, sono riportate le date di riferimento dell’argomento.
Si possono riscontrare alcuni elementi caratteristici di un giornalismo esplicativo nella pagina in questione, a partire da una buona architettura dell’informazione (Information Architecture), il cui scopo è quello di organizzare in modo semplice e razionale tutti i contenuti. L’esperienza dell’utente è fluida, e non richiede uno sforzo cognitivo eccessivo quando deve effettuare una scelta: i menu sono ordinati in diverse voci, ognuna ramificata in specifiche aree concettuali. Si parla di “Information scent” (profumo di informazione) poiché l’utente sceglie in modo veloce e quasi istintivo, cercando l’opzione più congeniale per lui nell’interfaccia. Il motore di ricerca interno funge da ulteriore supporto per migliorare e agevolare la navigazione ai lettori.

Figura 24 – Homepage “Mostrodifirenze.com”

Dal punto di vista grafico, si tratta di un sito lineare, caratterizzato da una gamma di colori limitata, un font comune ma funzionale alla lettura. Da non sottovalutare le mappe interattive dei luoghi legati alle vicende del Mostro di Firenze. Le icone che identificano uno specifico posto descrivono brevemente il fatto accaduto.

Figura 25 – Mappa interattiva, “Mostrodifirenze.com”

La peculiarità del sito è, tuttavia, la suddivisione per colore della tipologia di notizie:
– Ciò che è riportato in nero è il fatto reale, recuperato da verbali, testimonianze, studi di altri. Il tutto in una chiave di lettura il più oggettiva e scevra da condizionamenti possibili.
– Con il colore rosso si identificano i link di approfondimento, mediante
collegamenti ipertestuali.
– Il blu viene utilizzato per evidenziare punti di vista personali. Molto dello scritto è anche derivato dallo studio di altri appassionati di cui si è condiviso il pensiero, anche se solo per una deduzione. Ne sono alcuni esempi ricostruzioni degli omicidi, pensieri laterali letti nel tempo, materiale recuperato su blog, social network o libri a tema.

Il sito esorta il lettore a non rifiutare nessuna teoria, ma ad ottenere una progressiva presa di coscienza della realtà partendo dal testo in nero per poi, volendo, rileggere il tutto includendo le diverse considerazioni.
Il lavoro esplicativo del sito “Mostrodifirenze.com” rappresenta un giornalismo chiaro, preciso, florido di notizie ma al tempo stesso ben organizzato ed intuitivo. È una forma di attività giornalistica dedita a formare una coscienza critica nel lettore, lontano da fini persuasivi, spettacolarizzanti o dispregiativi verso i protagonisti degli otto duplici omicidi fiorentini.

CONCLUSIONI

Un’indagine giornalistica rappresenta un sistema complesso, caratterizzato da scrupolose regole e soggetto a vincoli, tra cui veridicità delle notizie, interesse pubblico e un linguaggio misurato. Scoprire oscuri retroscena e far luce su possibili risoluzioni rientrano tra gli obiettivi cardine di un lavoro giornalistico investigativo, reso possibile soprattutto attingendo a fonti affidabili e non abbandonando mai una certa integrità nel rapporto tra notizie e le parti interessate.
Il giornalismo d’inchiesta ha radici profonde, soprattutto nel panorama informativo italiano, e da sempre si è rivelato un settore che appassiona l’opinione pubblica, grazie a rendicontazioni dettagliate su tragici risvolti di storie all’estremo della verosimiglianza.
Ciò che, tuttavia, ha indebolito l’idea di imparzialità giornalistica va ritrovato in alcune dinamiche storiche del nostro Paese: le forze dell’Ancien Regime (aristocrazia terriera, Stato assolutista, Chiesa cattolica) hanno lasciato spessi i media in una condizione di dipendenza dallo Stato. A ciò si è aggiunto un mancato standard professionale a cui attenersi nelle attività di cronaca, nonché uno sviluppo limitato dell’autoregolamentazione professionale. Segnale di questo rallentamento è la centralità che assume ancora oggi il commento piuttosto che la notizia: la varietà di opinioni è la ricchezza dei giornali italiani, anche se a discapito di un’etica dell’informazione e dell’idea di neutralità.
L’obbligo di trasparenza in un’inchiesta giudiziaria mira a tutelare sia il diritto di chi informa che la libertà passiva di chi riceve le informazioni. Entra in ballo il diritto di cronaca, che gode di un riguardo privilegiato rispetto alle altre forme di manifestazioni del pensiero riconducibili all’articolo 21 della Costituzione, in ragione della particolare rilevanza sociale che è attribuita dal nostro ordinamento all’attività di diffusione di informazioni. Per questioni etiche nonché sanzionatorie, andrebbe evitata ogni forma di rappresentazione delle indagini tesa a determinare nel pubblico la convinzione della colpevolezza degli indagati, per cui vanno adottate tutte le misure utili a limitare l’ingiustificata diffusione di notizie ed immagini potenzialmente lesive della loro dignità e riservatezza.
Il potere dei mezzi di comunicazione di massa risiede nella capacità di modellare una determinata realtà sociale, sfruttando dinamiche persuasive. La persuasione è un processo d’influenza che può determinare diversi effetti, poiché alla dinamica processuale concorrono molteplici fattori identificabili con le caratteristiche della fonte, del messaggio, del bersaglio e i fattori di mediazione sociale. Da questo punto di vista, il docudrama adoperato dai media per riportare casi di cronaca nera si coniuga con il genere dello Story-telling: il contributo critico alla ricostruzione dei fatti viene sostituito dal vero e proprio racconto di una storia. Questo nuovo “meta-format” può accentuare aspetti più informativi, una componente funzionale attraverso ricostruzioni fittizie, o un carattere ludico.
È ciò che è accaduto per uno dei gialli italiani ancora oggi più discussi: la serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze ad opera del cosiddetto “Mostro di Firenze”. Le vittime furono giovani coppie: Antonio Lo Bianco e Barbara Locci (21 agosto 1968), Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini (14 settembre 1974), Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio (6 giugno 1981), Stefano Baldi e Susanna Cambi (22 ottobre 1981), Paolo Mainardi e Antonella Migliorini (19 giugno 1982), Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (9 settembre 1983), Claudio Stefanacci e Pia Rontini (29 luglio 1984), Jean-Michael Kraveichvili e Nadine Mauriot (7/8 settembre 1985).
Appartatesi nelle campagne fiorentine, i corpi dei ragazzi furono sottoposti a sevizie e macabri rituali. A collegare i delitti furono la stessa tipologia da arma da fuoco adoperata, una Beretta calibro 22, e l’incisione del pube delle donne.
Per quattro duplici omicidi furono accusati e condannati i “Compagni di Merende”, un gruppo di guardoni di provincia, mentre per i restanti delitti non fu mai trovato il colpevole. Il “Mostro di Firenze” avrebbe avuto più volti, quello di Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giovanni Lotti, ma allo stesso tempo altri sarebbero stati i mandanti: il caso rimane irrisolto.
Sensazionalistico e provocatorio, il giornalismo italiano di quegli anni ha raccontato e illustrato al mondo teorie, piste, testimonianze, ribaltamenti, processi, colpi di scena in due direzioni differenti: “spalmando” le notizie su più pagine rendendole maggiormente eclatanti, o calibrando il linguaggio giornalistico aspirando alla moralità e all’efficienza degli apparati informativi. Le ricostruzioni offerte dai mezzi di comunicazione di massa hanno trasformato un fenomeno razionale-legale, come i pluriomicidi, in un vero e proprio mito collettivo.
Un’analisi dei principali titoli di giornale che hanno narrato, a milioni di italiani, le dinamiche degli otto duplici delitti è stata congeniale a restituire un quadro generale sull’attività giornalistica del tempo, dove c’è stato chi ha cavalcato morbosamente la notizia, e chi si è fatto portavoce del dolore e della paura dell’opinione pubblica.
La disamina del campo giornalistico sul “Mostro” è stata avvalorata da una preziosa intervista fatta ad un protagonista d’indagine, volutamente rimasto anonimo, il quale ha dato delucidazioni sia su dinamiche specifiche che seguono eventi di quel calibro, sia in merito ad una personale percezione dell’operato della stampa tra il ’68 e l’‘85.
Sul caso sono state condotte piste fantasiose, creando reti complesse di notizie che spesso hanno destato più confusione che chiarezza nei lettori. In loro aiuto è possibile menzionare il giornalismo esplicativo, una forma di resoconto che tenta di presentare i fatti fornendo un contesto più ampio di quello che sarebbe presentato nelle fonti di notizie tradizionali. Questa branca di giornalismo mira a demistificare argomenti molto complessi, adoperando un linguaggio colloquiale e frasi semplici, sfruttando la ripetizione e introducendo l’avvenimento in maniera graduale e comprensibile.
Una possibile, ed ipotizzata dalla medesima, orma italiana di questa peculiare attività giornalistica potrebbe essere rappresentata dal sito “Mostrodifirenze.com”: ciò che, nello specifico, esplicita una chiarezza civica è la distinzione tra pareri personali e comunicati oggettivi, frutto di meticolose ricerche, e la suddivisione per colore delle informazioni riportate sugli otto duplici omicidi fiorentini.
In definitiva, se tutti gli attori del complesso meccanismo informativo, ovvero giornalisti, magistrati, ufficiali di polizia, opinione pubblica, rispettassero i propri mandati il risultato sarebbe un processo più equo, informazioni più credibili e una società più civile.

6 Settembre 2023 Il blog Mostro di Firenze in una tesi di laurea in giornalismo
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