Il delitto del taxi: chi ha ucciso Alessandra Vanni?

Posted by Alessio Pizzichi

Un omicidio efferato in una zona di campagna, contornato da una serie di elementi enigmatici. Una storia cupa e inquietante che ha scosso una zona bella e tranquilla del Centro Italia. Una vicenda rimasta ad oggi irrisolta.

Agosto 1997. Sono giorni caldi a Siena, non soltanto a causa del clima estivo ma anche perché tra pochi giorni si svolgerà il Palio, celebre competizione che caratterizza in maniera particolare la splendida città toscana.

All’interno di questa cornice storica vive Alessandra Vanni, una ragazza alla soglia dei 30 anni. Lunghi capelli mossi, occhi grandi e profondi, carattere solare. Alessandra è una persona con le idee chiare. Lavora al centralino della cooperativa taxi, dove riceve le chiamate dei clienti e organizza i passaggi.

Reduce da un matrimonio finito, è fidanzata da alcuni mesi con un tassista della stessa cooperativa. Quello dei taxi oltre ad essere un lavoro sembra una vera e propria passione per la giovane donna, difatti da qualche tempo oltre a fare la centralinista ha cominciato anche a guidare. Alessandra infatti vuole diventare una tassista a tempo pieno.

8 Agosto. Sono le 21:00 quando Alessandra finisce il suo turno al centralino. Torna a casa, mangia e poi esce di nuovo. Prende il taxi dello zio, che in quei giorni è in ferie, il Siena 22.

Inizia a fare alcune corse. Accompagna dei militari alla caserma, porta due studenti in Piazza Gramsci. Alle 23:18 torna in Piazza Matteotti, alla stazione dei taxi. Parcheggia e si mette a chiacchierare con due colleghi, fino a quando questi ultimi ricevono la chiamata per andare a dare dei passaggi. Alessandra rimane da sola. Non per molto, perché sappiamo che alle 23:25 azzera il tassametro e inserisce la tariffa extraurbana. Qualcuno è salito sul suo taxi per farsi portare fuori città.

Si avvia verso Quercegrossa, in campagna, viene avvistata mentre compie delle manovre davanti al bar per due volte. Alcuni riferiranno che all’interno del veicolo Alessandra è insieme a due persone, mentre altri attestano che fosse insieme a un solo individuo. Arriva in zona Fonterutoli e si ferma a uno spiazzo, da una testimonianza sembrerebbe che a questo punto un uomo sia uscito dallo sportello posteriore per salire davanti, sul sedile del passeggero.

Il veicolo riparte verso Castellina in Chianti, immergendosi nell’oscurità di quella notte. Da questo momento in poi nessuno ha più notizie di Alessandra.

Le ore passano, il fidanzato e i genitori sono preoccupati, la ragazza sembra essere stata inghiottita dall’oscurità delle campagne senesi.

9 Agosto. Sono le 06:30 quando un uomo si dirige con il suo mezzo verso la discarica di Castellina. Nello slargo davanti alla raccolta dei rifiuti c’è un taxi, su cui è riportata la scritta “Siena 22”. All’interno del veicolo c’è una giovane donna che sembra essere priva di sensi.

Il testimone chiama le autorità, ma una volta arrivate sul posto purtroppo constateranno che non c’è niente da fare. Alessandra è morta. È stata uccisa, sul collo sono impressi dei segni incrociati che fanno capire che è stata strangolata. Dal veicolo risulta essere sparito l’incasso della serata, motivo per cui sulle prime si pensa a un delitto a scopo di rapina. Tuttavia la dinamica dell’omicidio è piuttosto bizzarra, diversa da quella del rapinatore che uccide e scappa con la refurtiva. C’è un particolare strano: l’assassino dopo averla ammazzata le ha legato le mani dietro al sedile facendo un intreccio complesso con la stessa corda da pacchi con cui l’aveva strozzata. Un’operazione apparentemente inspiegabile e che gli ha fatto perdere del tempo sulla scena del crimine.

L’unica certezza è che la ragazza è stata uccisa nella notte dell’8 Agosto tra l’una e le tre. Tramite l’analisi dei reperti e del corpo della vittima viene isolato il DNA dell’omicida.

È ignoto il motivo per cui si fosse diretta in quello spiazzo isolato con il suo assassino a bordo. Era stata ingannata oppure era stata minacciata? E ancora, era in macchina con una o due persone? I punti interrogativi da risolvere sono molti.

Dopo circa dieci giorni dall’inizio delle indagini giunge una misteriosa lettera anonima alla Stazione dei Carabinieri di Castellina, su cui è riportata una frase in latino: Quis est dignus aperire librum et solvere signacula eius?”ovvero Chi è degno di aprire il libro e di scioglierne i sigilli?”.

Una frase tratta da un passaggio dell’Apocalisse di San Giovanni. C’è un collegamento con l’omicidio di Alessandra oppure si tratta solo dell’azione di un mitomane? La missiva era stata spedita da fuori Siena e non seguirono ulteriori comunicazioni di questo tipo. Sembrerebbe più probabile che non ci fosse reale attinenza con il delitto e che una fantomatica pista esoterica sia più una suggestione che altro.

Gli inquirenti proseguono l’inchiesta sull’omicidio cercando di indagare in tutte le direzioni ma non emergono elementi concreti che possano portare al responsabile della morte di Alessandra. Tutte le piste sembrano condurre a un vicolo cieco e per questo l’indagine viene archiviata.

Seguirono anni di silenzio in cui la vicenda venne quasi dimenticata. Un caso strano, atipico, un delitto nelle campagne senesi che di certo non sono famose per essere zone pericolose. Chi aveva incontrato Alessandra quella notte? Perché l’assassino le aveva legato le mani in quel modo dopo la morte? Forse era una rappresentazione mentale di cui soltanto lui conosceva il significato. Come aveva fatto ad andarsene dalla scena del crimine? Ancora tante domande senza nessuna risposta.

Dopo quasi sedici anni dai fatti, nel Giugno 2013 l’inchiesta viene riaperta e finiscono sul registro degli indagati sei persone. Uno di essi, soprannominato Steve, era un uomo di origini somale che da anni viveva a Siena. Deceduto nel 2006, lavorava come cameriere. Nel 1997 l’uomo si era trasferito a Quercegrossa, il paese dove era stata vista fare manovra più volte Alessandra la notte dell’8 Agosto.

In poco tempo eseguono le comparazione del materiale genetico degli indagati con quello dell’omicida. Il risultato è chiaro: nessuna corrispondenza, né con Steve, né con gli altri soggetti sottoposti ad accertamenti. Nessuno di loro ha ucciso la ragazza.

L’indagine viene nuovamente riaperta nel 2020 e vengono sottoposti a indagini altri due individui. Le carte dell’inchiesta vengono attentamente rilette e ripercorse. Si procede al test del DNA per entrambi gli uomini ma anche in questo caso non risulta esserci conformità con le tracce biologiche dell’assassino. A Ottobre 2022 la Procura chiede l’archiviazione.

Questo è l’ultimo atto della vicenda fino ad adesso. A distanza di quasi ventisette anni l’omicidio di Alessandra Vanni continua a essere un mistero enigmatico di cui risulta difficile anche soltanto delinearne i contorni. Ci auguriamo che in futuro possano giungere delle risposte in proposito e che la memoria di Alessandra possa trovare la giustizia che merita.

https://auralcrave.com/2023/06/25/il-delitto-del-taxi-chi-ha-ucciso-alessandra-vanni/

25 Giugno 2023 Stampa: Aural Crave – Il delitto del taxi: chi ha ucciso Alessandra Vanni?
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Un pensiero su “25 Giugno 2023 Stampa: Aural Crave – Il delitto del taxi: chi ha ucciso Alessandra Vanni?

  • 7 Ottobre 2023 alle 10:47
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    Mi interesso a questo caso (vi avevo scritto anche mesi fa) e chiedo se si è mai saputo qualcosa del dna ricavato, a quanto pare, da un pelo sullo spago che era al collo della vittima (mentre pare che quello sotto le unghie fosse della vittima stessa). Di sicuro non si è mai trovata alcuna corrispondenza con i vari indiziati né con il defunto N.S.M., il cui corpo fu riesumato per un riscontro.

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