Il 9 Marzo 2011 La Procura di Milano ascolta la testimonianza di Alfredo Virgillito, esaminato dal PM di Milano, alla presenza del PM di Brescia.

– confermava che tra il 1992 e il 1993, previa contatto telefonico aveva incontrato due volte nella caserma di via Moscova il PM dr. Armando Spataro il quale, nella seconda circostanza, lo aveva presentato ad un militare che aveva verbalizzato sue lunghe dichiarazioni in merito ad un traffico di stupefacenti tra Ventimiglia e Los Angeles, gestito dai calabresi della famiglia Palamara (NdT: dell’episodio non vi e traccia, oltre che nella memoria del magistrato, negli atti dei Carabinieri, nelle dichiarazioni in questione del Virgillito possono identificarsi con quelle rese al cap. Campaner l’1.12.1992 poichè nel verbale prima citato non vi e traccia di traffico di stupefacenti ad opera di criminali calabresi);

– confermava sostanzialmente le dichiarazioni rese al col. Giraudo, tra cui alcuni “fuori verbale “, pur precisando che in qualche caso aveva riferito sue mere supposizioni: confermava, dunque, quanto aveva appreso da Joe sul “piano Vinci”, sulla strage di Piazza Fontana organizzata anche da Michelangelo Virgillito (che però pensava che la bomba dovesse esplodere di notte senza far vittime), sulla possibilità di imprecisate speculazioni finanziarie che costituivano il movente di quest’ultimo. Ribadiva che era stato proprio Michelangelo Virgillito a chiedere a Joe di rimuovere altre bombe piazzate in altre banche per evitare ulteriori vittime. Joe, per tranquillizzarlo, gli aveva comunque detto che lo scoppio anticipato della bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura era stata dovuta al riscaldamento del pavimento;

– confermava quanta già riferito sul conto del Joe che nel 1969 era stato impiegato sotto copertura all’Ambasciata di Roma e che in occasione della strage di Piazza Fontana si era recato a Milano. Joe doveva avergli fatto quelle confidenze per mero sfogo e perchè forse pentito;

– confermava gli incontri con il console italiano a S. Francisco, nei termini già descritti al ten. col. Giraudo, nonchè la sua trascorsa collaborazione con l’FBI;

– confermava anche le confidenze ricevute dal padre a San Francisco, nell’agosto del 2010, in ordine al ruolo di Michelangelo Virgillito (di cui gli era stata confermata anche la trascorsa militanza nell’OVRA e nell’OSS come informatore) nella strage di Piazza Fontana al fine di “manipolare la Borsa” e che la morte imprevista delle persone nella Banca Nazionale dell’Agricoltura era stata dovuta al riscaldamento del pavimento che aveva determinato l’anticipazione dello scoppio della bomba. Il padre di Alfredo Virgillito, pero, nulla sapeva di Joe e del ruolo della CIA mentre gli aveva confidato che, prima del 12 dicembre 1969, Michelangelo stesso, a proposito dell’on.le Andreotti, aveva pronunciato la seguente frase: “Quel figlio di puttana di Andreotti questa volta me la paga. Io metto a ferro e fuoco l’Italia questa volta”;

Infine, a domanda del PM, Virgillito Alfredo precisava di essere anche afflitto da una forma di depressione diagnosticatagli negli USA per la quale era in cura presso il CPS di via Betti a Milano.

Vedi 24 aprile 2012 Richiesta archiviazione strage piazza Fontana pag: 37/38/39

9 Marzo 2011 La Procura di Milano ascolta la testimonianza di Alfredo Virgillito
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