L’ultimo saluto a «Torsolo»
I parenti: «Era innocente»

Mario Vanni è stato sepolto stamani nel cimitero di San Casciano Val di Pesa, dove è nato e ha vissuto. I funerali si sono svolti in maniera molto semplice: presenti nove parenti e due compaesani

Il funerale di Mario Vanni

Condannato dalle aule di giustizia, ma innocente per i parenti. Mario Vanni, l’ex postino di San Casciano Val di Pesa, condannato per quattro degli otto duplici omicidi del Mostro di Firenze, è stato così difeso dai parenti nel giorno del suo funerale. Vanni è stato sepolto stamani nel cimitero di San Casciano Val di Pesa, dove è nato e ha vissuto. funerali si sono svolti in maniera molto semplice: presenti nove parenti e due compaesani. Ad accompagnare la bara dell’uomo che coniò la frase «Compagni di merende», e si è sempre dichiarato estraneo agli omicidi, c’erano la sorella Grazia con il marito, le nipoti Alessandra, Stefanella e Francesca, il nipote Paolo con la moglie, due cugini e due conoscenti del paese. Con loro il vicario emerito di San Casciano, monsignor Renzo Pulidori, che ha benedetto la bara e pronunciato una preghiera. Dopo alcuni minuti di raccoglimento del piccolo gruppo si è proceduto alle esequie, la bara, in legno chiaro, è stata calata nella tomba. Un cespuglio di fiori, tra cui rose rosse e bianche, hanno quindi ricoperto la sepoltura.

LA DIFESA DEI PARENTI – «Sono sempre stata convinta e ne rimango tuttora – ha commentato dopo il funerale la nipote Alessandra Bartalesi – che mio zio Mario non c’entrava nulla con i delitti del Mostro, ma c’è chi in tanti anni, ha fatto di tutto perchè lui alla fine diventasse l’assassino di una storia a cui era estraneo». Anche un altro nipote, Paolo Vanni, difende lo zio: «Per me – ha detto – rimarrà sempre lo zio che in paese chiamavano Torsolo, cioè uno che valeva poco, uno che io ho sempre visto come un uomo con l’orologio rimasto fermo a 30/40 anni indietro, con problemi di ubriachezza e un’esistenza sgangherata, ma non quella di un assassino». «Si dice che – ha continuato il nipote – per alcuni è morto da condannato dei delitti del Mostro, ma noi parenti sappiamo invece che se ne è andato in pace, senza queste colpe». I parenti hanno ricordato che gli ultimi anni in casa di riposo Mario Vanni li ha trascorsi molto serenamente. Fino a pochi mesi prima di morire chiedeva notizie di loro e del paese, poi piano piano ha smesso per le condizioni di salute che si aggravavano. Circa un anno fa, tra l’altro, mandò a chiamare il vicario di San Casciano. «Andai a trovarlo – ha ricordato monsignor Renzo Pulidori – e più volte mi ripetè di essere innocente. Tuttavia alternava momenti di lucidità ad altri di minor presenza. Mi disse anche che appena avesse potuto avrebbe fatto un viaggio in America, lui che non si era mai mosso da San Casciano».

15 aprile 2009

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