L’ex postino di San Casciano Val di Pesa era stato condannato all’ergastolo
Era stato riconosciuto colpevole di concorso in quattro duplici delitti del mostro di Firenze
E’ morto a 82 anni Mario Vanni
l’ultimo ‘compagno di merende’ di Pacciani
di MICHELE BOCCI
FIRENZE – Se ne andato anche l’ultimo dei “compagni di merende”. A Pasquetta nell’ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri morto Mario Vanni, l’ex postino di San Casciano Val di Pesa condannato all’ergastolo per concorso negli ultimi quattro dei duplici omicidi del Mostro di Firenze, avvenuti a Montespertoli nel 1982, a Giogoli nel 1983, a Vicchio nel 1984, a Scopeti nel 1985. Aveva 82 anni ed era stato proprio lui, durante un processo, a dare quella definizione delle sue frequentazioni con Pietro Pacciani, scomparso nel 1998, e Giancarlo Lotti, il pentito dell’inchiesta, morto nel 2002. Era in condizioni di salute precarie e negli ultimi cinque anni la pena era stata sospesa. Negli ultimi era ospite di una casa di riposo.
“Povero Vanni, era assolutamente innocente”, commenta il suo avvocato, Nino Filastò. Lo difese nell’inchiesta bis sul mostro, che aveva coinvolto l’ex postino e Lotti (il quale fu condannato a 26 anni). Alla fine del processo l’Italia apprese che non c’era un imprendibile serial killer dietro gli omicidi ma una banda sgangherata di semi- analfabeti, furbi e feroci. Erano loro ad aggredire le coppie di fidanzati, ad ucciderli, a mutilare le giovani vittime di sesso femminile. Questo c’era scritto nella sentenza della corte d’assise del 1998. I giudici ritennero che Vanni e Lotti agissero d’intesa con Pietro Pacciani, il quale segu� una vicenda giudiziaria diversa: venne condannato in primo grado e assolto in appello, la Cassazione però annulla poi la seconda sentenza e lui morì prima del nuovo processo. Secondo i giudici che poco dopo la sua scomparsa condannarono i suoi amici Lotti e Vanni, c’erano però le prove che negli anni dei delitti agiva una associazione a delinquere di cui i tre facevano parte.
“Sono innocente, io non ho fatto nulla. E’ tutta colpa di quel bugiardo del Lotti, mi accusa, mi infama e non capisco perchè”, disse Vanni piangendo dopo lettura della sentenza. Successivamente alcune sconclusionate dichiarazioni dell’ex postino sono state all’origine di una terza inchiesta che ipotizza dietro ai delitti l’esistenza di una setta satanica.
Il linguaggio colorito e le uscite rabbiose di Vanni durante le udienze del processo lo hanno resto un personaggio quasi al pari di Pacciani. Dietro a quei terribili delitti, secondo le sentenze di condanna, c’erano uomini di campagna senza arte ne parte, che si esprimevano solo in vernacolo. E oggi, sempre con Pacciani, Vanni condivide anche una triste fama sulla rete.
https://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/morto-vanni/morto-vanni/morto-vanni.html