Il 23 Gennaio 2006 rilascia testimonianza Cosimo De Masi.

Questa la testimonianza: DE MASI Cosimo testimonianza 29.06.06

Questa la trascrizione:

N. 2782/05 R.G.N.R. Mod. 21

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia (Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, tel. n. 075/54491)

VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI
(art. 362 c.p.p.)

Il giorno 29, il mese di giugno, dell’anno 2006 alle ore 11.05, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito, per la redazione del presente verbale, dal App. CC. Danilo Paciotti, art. 55, secondo comma c.p.p., è comparso il sig. Dr. DE MASI Cosimo il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo DE MASI Cosimo, nato a Trepuzzi (LE) il 13.09.1956, residente a Ceglie Messapica (BR) via Calabria nr. 34, giornalista.“

Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.

Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, già collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R Mod. 21 della. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.

 Domanda: “ Lei ha svolto las sua attività nel quotidiano “Il Corriere dell’Umbria” ? Di cosa si occupava ? Si ricorda di essersi interessato alla vicenda Narducci ? Quando e come se ne è occupato ? Chi e quando la avvertì della scomparsa del Narducci ? Che cosa avete accertato nei giorni delle ricerche ? Chi e quando vi avvertì del rinvenimento del Narducci ? Ha sentito parlare di un imminente arresto, legato alla vicenda del “Mostro di Firenze”, qualche giorno prima della scomparsa del gastroenterologo ?“

 Risposta: “ Sono stato tra i fondatori Corriere dell’Umbria ottobre 1983 direttore era Carlo CONTI, Mastroianni ha assunto la direzione nell’autunno 1983. Mauro Avellini è arrivato un anno dopo di me. Dal maggio 1983, mi occupavo di tutto, poi, successivamente, nell’ autunno 1983, mi sono occupato di cronaca nera. Poiché me lo chiede, preciso che Federico Fioravanti si occupava dell’attualità e curava la parte nazionale del giornale. Ho lasciato il Corriere dell’Umbria nel settembre 1988. Poiché me lo chiede, le dico che coordinatrice del poligrafico era una ragazza che credo che sia ancora li. Non ricordo una tastierista di Castiglione del Lago. Seppi della scomparsa del Narducci dal giornale perché fu “La Nazione” a riportare la notizia di questo medico. Successivamente ci siamo occupati della scomparsa del medico e delle relative ricerche, anche perché non si sapeva se si trattasse di suicidio, di una fuga, di un rapimento o di altro. Si sapeva di una sua partecipazione ad un convegno che lasciò in fretta. Come giornale, abbiamo seguito la scomparsa del Narducci, persona importanete in città e con i giorni che passavano questa scomparsa assumeva un significato particolare. Almeno io non ho avuto rapporti con amici o familiari del Narducci. Mesi prima dell’ultimo delitto del Mostro di Firenze, dall’autunno 1984 sino alla primavera del 1985, ricordo che mi chiamò una persona che cercava di interessarci ad una pista umbra del “Mostro di Firenze”. Era una signora di circa 45 anni, di elevata estrazione socio-culturale, con la quale ho parlato al telefono per quattro o cinque volte, in un arco di due o tre mesi, per lo più il pomeriggio. La signora volle conservare l’anonimato; aveva un’ inflessione umbro/toscana, simile alla parlata dell’alta Valle del Tevere. Ci invitava a seguire la pista umbra relativamente al Mostro di Firenze. Io ho cercato più volte di avere un contatto con lei, ma questa non ha mai accettato. Parlava di un umbro che aveva un appartamento in Firenze e aveva contatti professionali con tale centro. Quest’umbro, secondo lei, era il Mostro di Firenze. Chiesi perché dicesse queste cose a noi e non al quotidiano “La Nazione” perché i delitti si erano verificati a Firenze e lei rispose che le sarebbe piaciuto se il “Corriere dell’Umbria” si potesse occupare di questo argomento. Mi sembrava di parlare con un registratore per la sua linearità e coerenza nell’esporre i fatti. Ho avuto l’impressione che la stessa volesse dare un messaggio forte di attenzione, al giornale. Di questa cosa parlai con Mauro Avellini e con altri. Altre persone chiamavano all’epoca, invitandoci ad occuparci del “Mostro”, perché erano cose nostre. Parlai anche con il prof. Nikodemo Clementi il quale mi consegnò un identikit del mostro e io lo pubblicai sull’articolo apparso sul Corrieree dell’Umbria il giorno 27.10.1985. Io non conoscvo né Francesco Narducci né la sua famiglia. Nei giorni delle ricerche non sono andato al Lago né ho parlato con il Questore.

Poiché me lo chiede, le rispondo che conoscevo il dr. De Feo della Questura di Perugia dal 1983/1984, ma non ho mai parlato con lui di questa vicenda. Nei giorni della scomparsa del Narducci, il fatto che non si ritrovasse il corpo o che non ci fossero notizie, faceva pensare anche ad una scappatella extraconiugale o ad altro. Sapemmo del ritrovamento del cadavere il primo pomeriggio della domenica successiva alla scomparsa. Quel giorno, verso le 16.00/16.15, ma, comunque, dopo pranzo e col sole ancora alto sull’orizzonte, io e Mauro Avellini andammo al molo di Sant’Arcangelo ma il corpo era già stato portato via. Sul posto c’era il Questore Trio e il Cap. Di Carlo dei Carabinieri. Lo ricordo benissimo. Mi sembra di aver visto anche due agenti della Squadra Mobile o comunque della Polizia di Stato, intorno all’area del pontile. Accompagnavano il Questore. Ricordo che chiesi a quest’ultimo l’indentità del cadavere e se avesse qualcosa addosso, tipo una lettera e lui mi rispose che era Francesco Narducci e mi invitò ad avere rispetto per la famiglia, dicendomi che tutto ciò che apparteneva al medico era stato restituito alla famiglia. Ricordo molto bene di aver fatto riferimento ad una eventuale lettera o messaggio ai familiari, che il Narducci aveva lasciato, come avevamo appreso dalla gente che stava nella pineta vicina al pontile, specie pescatori. Si trattava di gente del posto, tenuta a distanza. Il Questore mi rispose nel modo che ho detto. In merito alle cause della morte, il Dr. Trio ci disse che, dall’ispezione cadaverica, era emerso che si era trattato di una disgrazia e che non c’era motivo di fare l’autopsia. Rimanemmo li circa un ora. Qualche tempo dopo, piano piano, riemerse la vicenda Nraducci. Ne parlavano un po’ tutti, inquirenti, baristi, avvocati ecc. Si parlava della strana morte di questo medico, del fatto che non fosse stata effettuata l’autopsia e della pista umbra, riferita al “Mostro di Firenze”. Nel 1987, una nota di agenzia dell’ANSA credo di Firenze, trasmessa nel primo pomeriggio, precisava che il Mostro era vivo e i giornali, il giorno dopo, 12 aprile 1987, pubblicarono articoli sull’argomento. Noi ponemmo in relazione questa notizia con le voci via via crescenti, sul coinvolgimento del Narducci nei delitti del “Mostro di Firenze”, come per far capire che, con le notizie provenienti dall’ANSA, si dovesse concludere che il Narducci era invece estraneo a quella vicenda e che, quindi, le dicerie su Francesco Narducci si erano rivelate infondate. Fu anche l’occasione per rivelare pubblicamente l’esistenza di queste dicerie. La nota di agenzia dell’ANSA non ebbe, però, alcun seguito.

Poiché me lo chiede, le dico che conoscevo Roberto CHIODI perché qualche volta insieme ad Oliviero BEHA veniva al giornale anche perché amici di Mastroianni. Ricordo che nel settembre 1985 intorno al 13.09.1985 parteciparono al “criterium della Stampa” dell’Umbria vinto forse proprio da Chiodi. Ricordo che all’epoca cioè nel 1984/1985 si parlava spesso del Mostro di Firenze con Mastroianni, Farneti, Avellini ed altri colleghi della redazione. Ho conosciuto Andrea Pucci perché venne a Perugia per questa vicenda e so che lavorava a “Il Giornale” . Mi chiese di potr utilizzare un mio pezzo per scrivere un libro.

Poiché me lo chiede, le rispondo che non ricordo del fatto che il direttore Mastroianni, ci ordinò una sera di fermare le rotative perché quella notte, secondo, secondo una fonte confidenziale, sarebbe stato arrestato il Mostro di Firenze. All’epoca, ottobre 1985, si parlava di arresti generici relativi al Mostro di Firenze ma non si specificava che fosse un personaggio perugino.

A sua domanda, le rispondo che non andai mai nella zona di Castiglione del Lago per questa vicenda e non mi ricordo di tale Paola Sportolari. “

 Il P.M. contesta al dr. DE MASI, che dalle indagini risulta che avrebbe riferito ad altra persona che il direttore Mastroianni, un giorno o due prima della scomparsa del Narducci, ordinò di fermare le rotative perché una sua fonte gli aveva detto che da Firenze stavano per arrestare a Perugia il “Mostro di Firenze” che era un medico perugiano. Il dr. DE MASI dichiara: “ non ricordo che il direttore Mastroianni mi abbbia detto che l’arresto avrebbe riguardato un medico perugino. Non escludo che vi siano state notizie di arresti ma non ricordo di aver avuto indicazioni specifiche.

Poiché me lo chiede, le dico che, all’epoca, non ho sentito pare di sopralluoghi fatti dalla Polizia in un appartamento fiorentino del Narducci e della scoperta di reperti umani. L’ho sentito dire solo successivamente, sempre nei mass media. ”

 Domanda: “ Riconosce qualcuno nella foto n. 16.P3.13A_14 che le viene mostrata ? “

 Risposta: “ Riconosco perfettamente Federico Fioravanti nel giovane con la barba, indicato con la freccia che appongo. Riconosco un pontile del Lago Trasimeno. Se la foto è stata scattata in quei giorni, debbo dire che non sapevo che Federico si fosse recato al Lago e comunque non lo ricordavo. “ 

 Domanda: “ Ha da fare precisazioni a quanto dichiarato in data 08.05.2002 nel proc. nr. 17869/2001 di cui le viene data ora lettura?”

 Risposta: “Confermo con i particolari e le precisazioni oggi forniti.”

Si dà atto che viene allegata al presente verbale la foto nr. 16.P3.13A_14. Si dà, altresì, atto che il presente verbale è stato redatto solo in forma riassuntiva, a norma e nel pieno rispetto degli artt. 140, secondo comma e 373 c.p.p., sia perché il contenuto dell’atto non presenta un alto grado di complessità e comunque può essere soltanto riassunto, nel rispetto delle condizioni di cui all’art. 140, secondo comma c.p.p., sia perché non risulta attualmente disponibile né lo strumento di riproduzione né l’ausiliario tecnico e la mancata riproduzionme fonografica non implica alcuna conseguenza processuale (vds. Cass. Sez. II sent. n. 9663 dell’8.10.1992, cc. del 01°.07.1992, che riguarda addirittura il dibattimento; Cass. Sez. III, sent. n. 3348 del 29.01.2004, ud. Del 13.11.2003, rv 227492). A norma dell’art. 140, secondo comma c.p.p., lo stesso p. verbale dinanzi al giudice può essere redatto anche solo in forma riassuntiva e, a maggior ragione, può esserlo quello dinanzi al PM (vds. art. 373 c.p.p.).

Il verbale viene chiuso alle ore 13,25.

Copia dello stesso p. v. viene allegata al fascicolo n. 8970/2002 R.G.N.R Mod. 21, stante la sua rilevanza in ordine a tale procedimento.
Il Pubblico Ministero, rilevata l’esigenza che quanto riferito dalla persona informata non trapeli all’esterno, stante la delicatezza dell’indagine e la necessità di evitare che la divulgazione delle circostanze riferite dalla persona stessa pregiudichi le indagini;

PQM

Visto l’art. 391 quinquies c.p.p. e l’art. 329, comma terzo, lett. a) c.p.p.;

VIETA

alla persona esaminata di comunicare i fatti e le circostanze oggetto dell’indagine, di cui hanno conoscenza, per la durata di legge (mesi due).

AVVERTE

conseguentemente che la persona stessa che la divulgazione delle notizie riferite è penalmente sanzionata dall’art. 379 bis c.p., inserito dall’art. 21 della l. n. 397/2000.

L.C.S.

IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)

Dr. Paolo Abbritti

App. CC. Danilo Paciotti

29 Giugno 2006 Testimonianza di Cosimo De Masi

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