‘VOYEUR’ SCAMBIATO PER IL MOSTRO INSEGUITO E FERITO DA UN AGENTE
FIRENZE (v. m.) – La psicosi del mostro ha fatto un’ altra vittima, la tragedia è stata mancata per poco. Un “guardone”, o presunto tale, Sergio Casati, 36 anni, operaio, è stato ferito a una gamba da un colpo di pistola sparato da un agente di custodia del carcere di Sollicciano che si era appartato in auto con la fidanzata in una strada alla periferia della città. L’ episodio è avvenuto l’ altra sera nella zona di Novoli. Giuseppe Leopardi, 20 anni, è andato a prendere la sua fidanzata, Marilena Zanella. Verso le 21,30 i due si sono fermati nei pressi di una piscina. Erano abbracciati quando la ragazza ha visto il volto di un uomo spuntare dal finestrino anteriore. Spaventata ha cominciato a urlare. Ha poi raccontato in questura che pensava al mostro di Firenze, l’ assassino che ha già ammazzato quattordici persone, tutte coppie di giovani. Giuseppe Leopardi aveva nel cruscotto dell’ auto la pistola d’ ordinanza. E’ sceso velocemente con l’ arma in pugno mentre l’ uomo scappava. “Alt polizia”, ha urlato sparando quasi contemporaneamente un colpo di pistola in aria. Ma il guardone, o presunto tale, non si è fermato. Il giovanissimo agente ha fatto fuoco altre due volte, L’ uomo è caduto a terra, colpito alla gamba destra, urlando per il dolore. Il Leopardi ha cercato di soccorrerlo mentre la ragazza andava a cercare aiuto. Dopo poco arrivavano le auto della polizia un’ ambulanza e cominciavano le indagini. Sergio Casati, le cui condizioni non sono gravi, e che ieri mattina è stato operato, ha dato una versione dei fatti molto diversa. Ha raccontato di essere passato in quella zona per caso. “Ero andato in palestra a vedere una partita di pallavolo – ha affermato – e non riuscivo a ritrovare la mia auto. Quello lì mi ha sparato senza dire niente”. La sua versione non ha però trovato molto credito anche perchè abita a qualche chilometro di distanza, a Calenzano, mentre la moglie ha detto agli agenti della questura che il marito era al bar con gli amici. L’ abitazione del Casati è stata perquisita ma senza esito. Non c’ era la micidiale Beretta calibro 22, il marchio del mostro. L’ agente di custodia è stato fermato e denunciato a piede libero per lesioni dolose, il sostituto procuratore Emma Boncompagni ha aperto un’ inchiesta. Sergio Casati non è la prima vittima della psicosi da mostro. Da quando è cominciata la tragica catena di sangue ci sono stati anche due suicidi, persone che si erano sentite appiccicate addosso, sempre a torto, l’ etichetta di mostro.