FIRENZE, VERTICE CON SCALFARO ‘ECCO L’IDENTIKIT DEL MOSTRO’

FIRENZE – “Ci troviamo di fronte a delitti che non sono tipici del temperamento italico”. Il ministro dell’ Interno Oscar Luigi Scalfaro ha presieduto un vertice degli investigatori impegnati nella caccia al “mostro” di Firenze. Al termine della riunione l’ onorevole Scalfaro ha espresso alcune convinzioni sulla natura criminale dell’ autore dei sette duplici assassinii. Frattanto il giudice istruttore Mario Rotella ha respinto l’ istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Giovanni Mele e Piero Mucciarini, accusati di concorso in omicidio per il primo delitto del “mostro”, quello del 1968, e indiziati per i cinque successivi. Alla domanda se ritenesse adeguati i mezzi e gli uomini impiegati per le indagini Scalfaro ha risposto che “ogni volta che al mondo capita qualcosa di grave si ha motivo di dire che se fossimo più preparati e previdenti non capiterebbe. Mi pare però impossibile che ci possa essere preveggenza o previsione perchè il modo di essere di questi delitti, salvo poi scoperte impensabili, è caratteristico di persone che hanno una anormalità eccezionale. Il che renderebbe necessarie non so quali strutture per impedirli. Non siamo di fronte a una serie di scippi o di attentati da prevenire o prevedere. E’ chiaro che quando ci muoviamo su di un piano di anormalità allora il temperamento non conta più nulla. Il tipo di passionalità sfugge ad un fatto che si presenta con un tasso patologico”. “Questo tipo di uccisioni”, ha proseguito il ministro dell’ Interno, “avviene sempre a persone che sono in manifestazioni amorose e avviene con un’ aggressione deturpante sulle donne. Evidentemente tutto questo sottolinea delle caratteristiche che in Italia non rappresentano certo una norma. Non per nulla il termine usato è quello di “mostro”. Queste sono le stesse ragioni che rendono estremamente difficile l’ opera, non solo intelligente, ma umanamente perfetta, dei magistrati e delle forze dell’ ordine”. In merito alla possibilità che equipe speciali ed archivi speciali studino questi delitti il ministro ha ricordato che personale e strutture specializzate si sono posti subito al lavoro a fianco delle strutture fiorentine, aggiungendo che il ministero dell’ Interno dispone di una “banca dati” di notevole valore. “Nel caso di questi duplici omicidi” – ha detto Scalfaro – “sembra si tratti di una persona che fra un reato e l’ altro si reinserisce nella comunità con un atteggiamento di tale normalità da non destar sospetto alcuno. Allora questa può essere in ogni settore, da qualunque parte”. Ad una domanda sulla carcerazione dei cognati Mele e Mucciarini e sulle divergenze fra Procura e giudice istruttore il ministro dell’ Interno ha ribadito che questi “sono temi e argomenti che riguardano la magistratura. Non dimentichiamo che il magistrato non può lasciar perdere nulla, ma non può neanche dare la caccia alle streghe o massacrare una persona”. Il giudice istruttore Mario Rotella, come si è detto, ha negato la libertà a Mele e Mucciarini. Il magistrato ha fatto recapitare verso le 11 la lunga ordinanza, scritta a mano, al giudice Rosario Minna, facente funzione di responsabile dell’ ufficio istruzione. L’ ordinanza è stata ricopiata a macchina e depositata nella cancelleria che provvederà a notificarla agli avvocati dei due imputati. Dal momento della notifica gli avvocati della difesa hanno tre giorni di tempo per ricorrere al Tribunale della libertà che a sua volta ha cinque giorni di tempo per decidere. Al Tribunale della libertà potrebbe ricorrere anche la Procura della Repubblica, che si era espressa favorevolmente sulle istanze di scarcerazione per “mancanza di indizi”, ma il procuratore aggiunto Carlo Bellitto ha già detto che questo ricorso, probabilmente, non sarà fatto. Sull’ ordinanza del giudice istruttore Mario Rotella si sa solo che è lunga e circostanziata. Per esaminarla e conoscerne le motivazioni si dovrà attendere il rientro del magistrato a Firenze previsto per la fine del mese. Ma la decisione non rappresenta una novità anche se contrasta con quella dell’ ufficio del pubblico ministero. Subito dopo il delitto di Vicchio Mario Rotella avvicinato dai cronisti disse: “Quando ho fatto arrestare Mele e Mucciarini non credo di aver sbagliato. Sul piano degli elementi obiettivi non potevo fare diversamente. Comunque ricordo che i due sono imputati solo di concorso nell’ omicidio della cognata e del suo amante, avvenuto a Signa nell’ agosto del 1968. Per i delitti successivi dal 1974 al 1983 hanno avuto notificato solo una comunicazione giudiziaria”.

di VITTORIO MIMMI

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15 Agosto 1984 Stampa: La Repubblica – Firenze, vertice con Scalfaro “Ecco l’identikit del Mostro”
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