Mostro di Firenze, Procura di Genova ammette nuove prove ma il processo di revisione forse non si farà

A chiedere la riapertura del dibattimento erano stati i legali di un discendente di Mario Vanni, il postino ritenuto colpevole di quattro duplici omicidi

L’ultima parola sarà pronunciata fra (almeno) una settimana. Ma la riapertura del processo sui delitti del mostro di Firenze – che si celebrerebbe a Genova per un intreccio di competenze territoriali – da ieri è un po’ più lontana. La Procura generale, che dovrebbe sostenere l’accusa laddove si celebrasse un nuovo dibattimento, ha ribadito che c’è qualche prova inedita,ma non sarebbe così incisiva da ribaltare la verità già scritta in Cassazione e quindi non c’è motivo per far ripartire daccapo le udienze.

Il punto di partenza è condiviso fra le varie parti in causa (magistrato inquirente e avvocati) ed è rappresentato da una consulenza di entomologia forense. Le conclusioni sono tuttavia opposte e per questo la decisione sulla richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, il portalettere di San Casciano ritenuto colpevole di quattro duplici omicidi su otto (secondo i giudici in concorso con Giancarlo Lotti) è slittata di sette giorni minimo. E dopo oltre tre ore di confronto serrato tra il sostituto pg Alessandro Bogliolo, la Corte d’appello genovese presieduta da Vincenzo Papillo si è riservata sulla decisione. Nel corso dell’udienza Bogliolo ha spiegato perché ai suoi occhi è necessario fermarsi qui e tenere per buono il verdetto già ratificato dalla Sprema Corte.

Di parere opposto i legali, che formalmente rappresentano il nipote di Mario Vanni (defunto nel 2009). L’istanza dei due legali, circa 400 pagine con alcune integrazioni, aveva superato il primo vaglio della “non manifesta infondatezza” ed è approdata in Liguria per una possibile revisione complessiva. La richiesta degli avvocati si basa su una nuova consulenza di entomologia forense, che anticipa di due giorni la data dell’ultimo della serie di delitti, quello degli Scopeti nel settembre 1985. Lotti riferì d’aver visto Pietro Pacciani e Mario Vanni attaccare la canadese dove si trovavano Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili la sera dell’8 settembre, la notte prima del ritrovamento dei cadaveri. La consulenza sulle larve di lucilia, però, presenti nelle foto dei cadaveri, firmata da Fabiola Giusti e Stefano Vanin, afferma che gli insetti avevano raggiunto il terzo stadio di sviluppo, circostanza che secondo il pool di esperti impone la retrodatazione della morte dei due francesi all’intervallo fra venerdì 6 e sabato 7 settembre. Agli occhi dei legali questo studio rientra nel novero delle nuove prove previste dalla Cassazione per l’accesso all’istituto straordinario della revisione. Secondo la Procura generale è invece troppo poco per svolgere un nuovo processo, e la valutazione decisiva sarà formulata a stretto giro dai giudici.

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21 Giugno 2025 Stampa: Il Giornale D’Italia – Mostro di Firenze, Procura di Genova ammette nuove prove ma il processo di revisione forse non si farà
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