Mostro di Firenze, slitta decisione su richiesta revisione di Mario Vanni/ Il nipote: “Era un bonaccione”

Mostro di Firenze, rinviata la decisione sulla richiesta di revisione di Mario Vanni: udienza a giugno. Il nipote: “Non può essere lui, era un bonaccione”

Silvana Palazzo

È stata rinviata a giugno l’udienza per la richiesta di revisione della condanna a Mario Vanni. Il caso è quello del Mostro di Firenze e la vicenda è importante, perché potrebbe riaprirsi. L’istanza è stata presentata dalla difesa dell’ex postino, condannato all’ergastolo per gli ultimi 4 duplici omicidi, ma la Corte d’Appello di Genova, competente per territorio, ha deciso di prendere del tempo, quindi la questione verrà affrontata il 13 giugno, perché va valutata la mole di atti del processo: sono arrivati da Firenze ben 34 faldoni relativi al processo sui “compagni di merende”.

SU COSA SI BASA LA RICHIESTA DI REVISIONE

La richiesta, presentata a nome del nipote Paolo Vanni, si basa su due dichiarazioni che non erano state acquisite nei procedimenti precedenti, ma ritenute importanti dalla difesa, in quanto metterebbero in discussione la presenza di Giancarlo Lotti sul luogo di due delitti, tra cui quello di Scopeti. Un aspetto tutt’altro che secondario, visto che Lotti era coimputato di Vanni ed è stato uno dei principali accusatori del processo. Per i legali della famiglia Vanni, se Lotti non era sul luogo di quei due delitti, allora non poteva sapere se c’era l’ex postino.

Ma l’istanza di revisione si fonda anche su una perizia condotta sui cadaveri delle ultime vittime del Mostro di Firenze, che anticipa la data della morte di almeno due giorni. Dunque, i giudici erano chiamati ad esprimersi in merito alla richiesta di revisione, il cui fascicolo è però arrivato sul tavolo del procuratore generale circa 20 giorni fa, quindi è stato chiesto tempo per leggerli.

COSA SI ASPETTA LA DIFESA DI PAOLO VANNI

Una richiesta ritenuta comprensibile dalla difesa, secondo cui “accade raramente“, ma così si potrà discutere del caso in maniera esaustiva, con l’auspicio che la corte ammetta una perizia entomologica da confrontare con quella dei loro periti, perché se li smentisse, allora il caso sarebbe definitivamente chiuso, altrimenti tutto cambierebbe.

Dunque, le parti hanno concordato una nuova data, ma 5 giorni prima la procura presenterà una requisitoria, consentendo così alla difesa di replicare adeguatamente. Comunque, la richiesta della difesa – 400 pagine circa con alcune integrazioni – ha ottenuto già un risultato: non è stata ritenuta manifestamente infondata. Per quanto riguarda la prova scientifica, l’avvocato Antonio Mazzeo, come riportato da La Nazione, ha espresso un’impressione, quella cioè “che abbia un certo peso“.

Pur aspettandosi che il procuratore generale sostenga l’inammissibilità dell’istanza per mancanza del requisito della novità, ritiene che il fatto che sia stata fatta da due specialisti indipendenti, Stefano Vanin e Fabiola Giusti, non sia trascurabile. I due esperti sono arrivati alle stesse conclusioni in maniera autonoma: “Voglio vedere cosa dirà il procuratore su questo“, ha concluso il legale.

“MIO ZIO NON È IL MOSTRO DI FIRENZE”

Dopo il rinvio del giudice di rinviare l’udienza, il nipote di Mario Vanni è intervenuto in difesa dell’ex postino, morto nel 2009 mentre scontava l’ergastolo per il caso del Mostro di Firenze: ha definito suo zio “un bonaccione, un mite” che non avrebbe potuto fare del male, visto che era timoroso e calmo.

Riguardo le ragioni della sua battaglia legale, Paolo Vanni ha dichiarato che vuole vedere se riesce “a togliere qualcosa da questa condanna“, nella convinzione che lo zio non potesse fare del male a nessuno. Infine, non si è mostrato affatto contrariato in merito alla decisione della corte, perché d’accordo sulla necessità di esaminare le carte.

Mostro di Firenze, slitta decisione su richiesta revisione di Mario Vanni/ Il nipote: “Era un bonaccione”

10 Maggio 2025 Stampa: Il Sussidiario – Mostro di Firenze, slitta decisione su richiesta revisione di Mario Vanni/ Il nipote: “Era un bonaccione”
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