Mostro Firenze: DNA conferma, “I resti sono di Francesco Vinci”
Nessuna svolta dall’esame del dna: sono di Francesco Vinci i resti che sono stati riesumati dal cimitero di Montelupo Fiorentino lo scorso 27 settembre alla presenza dei pubblici ministeri Ornella Galeotti e Beatrice Giunti.
Lo hanno certificato i risultati della consulenza depositata alla Procura di Firenze. Vinci fu uno dei sospettati di essere il ‘mostro di Firenze’ nell’ambito delle indagini della cosiddetta ‘pista sarda’ legata all’uccisione di una coppia nell’estate del 1968 a Signa. Vinci venne arrestato con questa accusa nell’estate del 1982, dopo il duplice omicidio di Baccaiano, ma scagionato da un successivo delitto, quello di Giogoli del 1983, avvenuto mentre lui si trovava in carcere sempre con la medesima pistola, una calibro 22 mai ritrovata. Nell’agosto del 1993 Francesco Vinci venne trovato morto incaprettato e carbonizzato nel bagagliaio di un’auto nei boschi di Chianni(Pisa). Era stata la vedova di Vinci, Vitalia Melis, a nutrire dei dubbi sulla fine del marito. Il sospetto è che fosse stata inscenata la sua morte. L’agenzia investigativa Falco di Lucca, a cui si era rivolta Melis e i figli, aveva così sollecitato la riesumazione del cadavere, ordinata poi dalla Procura. Gli accertamenti sono stati condotti dal medico legale Martina Focardi e dal genetista Ugo Ricci e, per conto della moglie, dal genetista forense Eugenio D’Orio e dal medico legale Aldo Allegrini.