
Speaker mr. Pietro Medolla

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the master of San Casciano n.27 – Parte 1
“l’incomprensione del presente nasce inevitabilmente dall’ignoranza del passato” Marc Bloch.
LE TELEFONATE ALL’ESTETISTA DI FOLIGNO,
UN POSSIBILE PATTERN
dr. parker1
Introduzione.
Questo articolo si propone di esaminare le telefonate ricevute da una estetista di Foligno negli anni Duemila, la sig.ra D. F. Tale episodio è stato finora trattato solo marginalmente dagli appassionati del caso. Tuttavia, l’analisi di questo evento, pur essendo un aspetto secondario nel contesto più ampio dei delitti dei mostri di Firenze, potrebbe rappresentare la chiave per avvicinarci alla verità storica. Nella prima parte verranno ripercorsi gli eventi noti.
Le telefonate ricevute dall’estetista furono telefonate minatorie, comunicate da interlocutori multipli, le cui motivazioni rimangono tuttora parzialmente ignote. Sembra infatti che manchi un tassello in grado di completare la ricostruzione dei fatti, che si presume la magistratura non sia riuscita a ricostruire e che, forse, la parte offesa non abbia potuto rivelare completamente.
parte I
L’enigma delle telefonate all’estetista.
La vicenda in esame ruota attorno a D. F., nata in provincia di Latina e residente a Foligno, dove esercita la professione di estetista in un proprio centro estetico. La donna sostiene di aver ricevuto in diverse occasioni, telefonate anonime caratterizzate da offese e minacce esplicite, che includevano anche riferimenti a personaggi legati al noto caso del mostro di Firenze, quale Pietro Pacciani e ad altri soggetti fino ad allora non direttamente connessi alla vicenda del mostro. In particolare, nelle telefonate all’estetista viene menzionato il medico F. N., deceduto nel 1985 nel lago Trasimeno.
Non è del tutto corretto affermare che gli inquirenti fiorentini non abbiano già associato F. N. al caso del mostro. Gli accertamenti condotti su F. N. durante gli anni dei delitti o in quelli immediatamente successivi potrebbero però non essere disponibili. Ad eccezione di un dossier prodotto da un investigatore privato, il signor Valerio Pasquini, consegnato al magistrato Vigna nel 1993. Dopo aver ricevuto da Pasquini alcune informazioni su F. N., Vigna richiede infatti a Pasquini la produzione del dossier, che risulta essere estremamente dettagliato e si trova agli atti. Tale circostanza solleva interrogativi: perché il pm Vigna, insieme alla sua squadra di polizia giudiziaria, non abbia condotto direttamente le indagini su F. N.? Perché richiedere il dossier al soggetto che cercava di portare all’attenzione del pm, il medico F. N.? Un evento apparentemente insolito che meriterebbe di essere capito.
Tornando alle telefonate, come documentano i diversi atti di pubblico dominio consultati attraverso il meritorio archivio-database mostrodifirenze.com, le stesse assumono una connotazione che la vittima collega a un ipotetico gruppo satanico, anche a fronte di ciò che dichiarano ripetutamente gli anonimi telefonisti.
Le chiamate ricevute da D. F.
Dalle denunce presentate da D. F. tra il 2000 e il 2001 emergono elementi ricorrenti: gli interlocutori, spesso un uomo (o due uomini) e una donna (o due donne), utilizzano toni minacciosi e insultanti, con riferimenti volgari e intimidatori nei confronti della vittima, del marito e del figlio di pochi anni. Secondo quanto riportato in uno dei verbali di denuncia: “in data 14.07.2000, intorno alle ore 20.30 circa, giungeva […] una telefonata, andava a rispondere il consorte ma nessuno rispondeva, alle ore 00.30 del 15.07 rispondevo io, l’interlocutore uomo, con una voce bassa, mi chiedeva se fossi io […], alla mia risposta affermativa questi […] mi proferiva le seguenti parole: puttana; troia…”
Con il passare dei mesi, le ingiurie si arricchiscono di ulteriori dettagli, insinuando la minaccia di gravi danni al figlio di D. F., alludendo a riti satanici e associandoli alla figura di Pietro Pacciani o di F. N. In una specifica registrazione, consegnata assieme a molte altre dalla donna alla Questura, è possibile ascoltare l’anonimo dichiarare: “vedrai il fuoco di satana brucerai insieme a tutti i tuoi cavalli […] Venderemo i pezzi di tuo figlio…”
Gli interlocutori anonimi si definiscono o si associano a una “setta” e sostengono di aver punito lo stesso Pietro Pacciani per un presunto tradimento di regole interne. Aggiungono anche riferimenti ad un “gran sacerdote” di Firenze (che sarebbe chiamato anche per nome come Massimo) che avrebbe frequentato anche Foligno. In alcune telefonate sarebbe stata nominata dai telefonisti anche la banda della Uno Bianca. In altre telefonate verrebbero menzionate escissioni che richiamerebbero i delitti dei mostri di Firenze.
Un dettaglio interessante è il riferimento degli anonimi agli amici poliziotti di D. F., che sarebbero stati coinvolti nella “setta”. D. F. avrebbe avuto rapporti di conoscenza con tre fratelli poliziotti (Postale, Polfer, …), uno dei quali era il compagno della babysitter della signora D. F., da lei sospettata per le circostanze di cui i telefonisti anonimi sembravano essere a conoscenza.
L’atteggiamento persecutorio è testimoniato anche dall’alto numero di telefonate, spesso concentrate in orari diversi della giornata, talvolta notturni, talvolta anche sul posto di lavoro (il centro estetico della sig.ra D. F.). La stessa vittima dichiara di essere stata costretta a staccare il telefono in più occasioni, per sfuggire alla pressione psicologica esercitata dagli anonimi persecutori.
Alcune denunce sottolineano un ulteriore elemento: il passaggio dell’apparecchio telefonico tra un uomo e una donna, rendendo verosimile l’ipotesi di un’azione coordinata di almeno due persone. In alcune telefonate, la voce femminile invita a “parlare con nostro Signore Satana” o ad assistere a riti che si sarebbero svolti nella zona di Foligno, più precisamente a Sassovivo, una località di cui si dirà successivamente. Tali riferimenti, secondo i documenti ufficiali, sarebbero stati costanti e coerenti in più chiamate, tanto da far ipotizzare l’esistenza di un gruppo o di un rituale effettivo.
Un altro segno tangibile della persecuzione, secondo le dichiarazioni della sig.ra D. F., è rappresentato dai danni materiali subiti: almeno due episodi, uno riguardante il taglio degli pneumatici2 dell’auto, l’altro l’incendio doloso del fienile di famiglia3, che la vittima attribuisce agli stessi individui che la tormentano telefonicamente.
Gli accertamenti.
Le prime denunce di D. F. risalgono al 10 agosto 2000, sporte presso il Commissariato di Foligno e verbalizzate da Ivano Bertini. Col susseguirsi delle telefonate anonime, la donna presenta ulteriori denunce, registrando le nuove minacce su cassette audio poi consegnate alle autorità. Vengono aperti procedimenti penali iscritti inizialmente a carico di ignoti (Mod. 44) e successivamente, a seguito di ulteriori sviluppi, riconvertiti a carico di persone note (Mod. 21), come nel caso del procedimento 11674, in cui risultò indagato anche il cognato di D. F., tale F. B., per altri reati collegati di cui si dirà successivamente. Per chi scrive questo passaggio non è del tutto chiaro, ed è stato effettivamente utilizzato come espediente narrativo, da chi, a tutti i costi, cerca di screditare l’episodio delle telefonate con l’obiettivo di negare l’esistenza della presunta setta.
Le forze dell’ordine, in particolare la squadra mobile di Perugia, effettuano sopralluoghi nella zona indicata dai telefonisti, come la cripta del Beato Alano a Sassovivo di Foligno, per verificare la presenza di rituali satanici. In una nota del 25 ottobre 2001, redatta dal sovrintendente Stefano Savelli e dall’assistente capo Salvatore Emili, si dà atto del ritrovamento di ossa, “verosimilmente umane” e di tracce di possibili riti satanici. Le ossa sarebbero state repertate, si ipotizza per successivi esami di laboratorio, dei cui esiti nulla di noto si conosce.
Inoltre, alcuni anni dopo, vennero richiesti accertamenti tecnici specifici sulle registrazioni delle telefonate effettuate autonomamente dalla sig.ra D. F. La perizia tecnico-fonica del 26 ottobre 2005, effettuata dalla dott.ssa Cinzia Sabatini e dal maresciallo Simone Cesare, ha evidenziato la presenza di due voci distinte, una maschile e una femminile, entrambe adulte e con un certo grado di istruzione, ma intenzionalmente camuffate. In particolare, la voce maschile sembrava utilizzare uno scambiatore elettronico per alterare il timbro. La provenienza dialettale fu ricondotta a un’area specifica con quella di Cannara (Perugia), mentre la parlata femminile suggeriva inflessioni settentrionali riconducibili al Piemonte. È importante evidenziare che in altri atti relativi alle telefonate viene menzionato anche un uomo con accento toscano e fiorentino. Tuttavia, tale informazione sembra dissolversi nei lacerti degli atti. L’impiego di uno scambiatore vocale, invece, trova ulteriore conferma nella deposizione di un indagato, identificato come “P. B.”, il quale, nel 2006 durante l’interrogatorio, avrebbe ammesso di aver contattato l’estetista a seguito del mancato riscontro al suo interesse. Torneremo più avanti sulla questione relativa al sig. P. B.
La lettera.
Tra la documentazione di cui si dispone, emerge che D. F. abbia rinvenuto nel giardino della propria abitazione4, un biglietto minatorio anonimo, associabile alle numerose telefonate di minaccia. Secondo l’ipotesi di dr. parker, questo biglietto potrebbe presentare delle analogie con altre missive inquietanti ricevute, in differenti contesti, dalla dott.ssa Silvia Della Monica nel 1985 e dal giornalista Paolo Vagheggi nel 1988.
Tuttavia le informazioni su biglietto rinvenuto da D. F. sono lacunose e si dispone della unica immagine che si allega reperita grazie all’archivio-database mostrodifirenze.com.
Sicuramente sono presenti delle lettere ritagliate da un giornale, utilizzate per formare la scritta “tu / Puitana / te / Pre / sto / MORIRE /”. Non sono tuttavia note altre parti di questo biglietto, né la parte posteriore o la possibile busta in cui potrebbe essere stato contenuto.
Sebbene queste ipotesi di connessione fra i vari biglietti anonimi legati al caso dei mostri di Firenze non siano state formalmente confermate, risulta quanto meno opportuno inserire anche il ritrovamento del biglietto di D. F. in un contesto più ampio. Una mappatura comparata di tali documenti potrebbe fornire ulteriori elementi di confronto.
Sulla base degli elementi noti – di pubblico dominio – potrebbe essere interessante classificare le missive anonime correlate al caso del mostro di Firenze. La classificazione che si propone raggruppa gli anonimi in tre categorie: categoria 1 – missive composte con ritagli di lettere di giornali e/o riviste; categoria 2 – formata dalle lettere con contenuto ascrivibile al contesto neofascista; categoria 3 – le lettere in cui è predominante la componente criptica.

classificazione dr. parker – Categoria 1 – Anonimi con ritagli di lettere di quotidiani e/o riviste.
Nell’immagine B è raffigurata la lettera, parzialmente nota e di dominio pubblico, recapitata all’estetista D. F nel 2000. Rispetto alla missiva del 1985 (immagine A), si osserva un maggiore disallineamento dei caratteri e una marcata sgrammaticatura. Tuttavia, tali osservazioni andrebbero riconsiderate in seguito a un’analisi completa della lettera mostrata nell’immagine B.

classificazione dr. parker – Categoria 2 – Anonimi con contenuto possibilmente ascrivibile al contesto neofascista.
I tre anonimi dell’ottobre del 1985 (immagini C e D) sono indirizzati ai pm Canessa, Fleury e successivamente a Vigna, composti ognuno da una busta con intestazione (priva di francobollo), da un biglietto con scritta a macchina “Poveri Fessi – Vi bastano uno a testa;;;;;;;;;;;;”, oltre ad un proiettile cal. 22 Winchester serie H (come quelli usati dai mostri di Firenze) contenuto in dito di guanto in lattice e un articolo fotocopiato dal quotidiano La Nazione del 29 settembre 1985 con titolo “Altro errore del mostro – la notte del delitto tutte le strade erano controllate e la sua auto potrebbe essere stata segnata da un casellante”. Secondo l’ipotesi di dr. parker, queste missive potrebbero possibilmente essere classificate come appartenenti al contesto neofascista eversivo, in quanto l’invio di proiettili, con intento di sfidare i pm o altre autorità, rappresentava uno strumento di minaccia frequentemente impiegato negli anni Settanta da cellule della destra eversiva. A tal proposito, si riporta l’esempio dei numerosi anonimi inviati da membri delle cellule neofasciste perugine nel corso del 1973. Tra queste, le missive spedite il 28 febbraio 1973, contenenti proiettili, destinate al sindaco di Perugia e al presidente della Giunta Regionale. Il 18 dicembre 1973, inoltre, furono spedite buste anonime contenenti minacce e proiettili proprio di calibro .22 alle redazioni de La Nazione, Il Messaggero e Paese Sera5. Sarebbe opportuno recuperare gli anonimi perugini per confrontarne i contenuti e valutare la plausibilità dell’ipotesi formulata.

classificazione dr. parker – Categoria 3 – Anonimi con contenuto caratterizzato della componente criptica.
Paolo Vagheggi è un giornalista e critico d’arte toscano, sfuggito ad un attentato delle BR, anche autore del libro “The Prosecutor6” scritto assieme a Magdalen Nabb7.
Nel 1988 Vagheggi riceve un biglietto anonimo (immagini E e F) che presenta somiglianze con quello recapitato alla pm Silvia Della Monica nel 1985 (immagine A), in particolare per l’utilizzo di ritagli di lettere. Tuttavia, è ritenuto collegabile al caso anche per via dei fogli allegati, dal contenuto estremamente criptico, che potrebbero alludere ai cosiddetti “delitti collaterali” del mostro, ossia alle uccisioni delle prostitute.
Un’ipotesi formulata da dr. parker suggerisce che questo anonimo, caratterizzato da una marcata componente criptica, potrebbe essere collegato ad altri anonimi inviati nello stesso anno (1988) ad un altro giornalista, Nin Guarienti. Quest’ultimo avrebbe ricevuto diverse missive anonime contenenti una “simbologia complicatissima” in riferimento ai delitti del gruppo Ludwig, alla RAF (Rote Armee Fraktion), articoli di quotidiani relativi a delitti irrisolti ed altre circostanze (in una lettera anonima inviata a Nin Guarienti sarebbe presente la parola “may” presente anche nell’anonimo di Vagheggi).
Sarebbe utile verificare questa ipotesi attraverso la ricerca e la comparazione degli anonimi inviati al giornalista Nin Guarienti con quello inviato a Paolo Vagheggi.
dr. parker – CONTINUA….
Il titolo “the master of San Casciano” può essere interpretato in due modi: sia come i signori di San Casciano sia come il capo di San Casciano.
La scelta di questo titolo ambivalente è intenzionale.
hanno pubblicato su the master of San Casciano:
(in ordine di pubblicazione)
Sandro Sainati
dott. Claudio Costa
dott. Leslie Hammond
dott. Jacopo Cioni
Luca Pingitore
dott.ssa Tiziana Portera
dott. Stefano Lodi
dott. Carlo Palego
Aldo Villagrossi Crotti
Franz Grumbach
È possibile inviare articoli di ricerca sul caso
(saranno soggetti a valutazione prima della pubblicazione).
Il sito, la disgraziata pagina facebook ed il canale youtube dr. parker, non sono monetizzati per una precisa scelta etica.
nei numeri precedenti:
n.26 “il nodo fiorentino” Luca Pingitore, Franz Grumbach e dr. parker
n.25 “enigma Corsini remaster” dott. Claudio Costa
n.24 “09A – Ordine dei Nove Angoli” Aldo Villagrossi Crotti
n.23 “Gladio e il mostro, un’analisi dei pattern ricorrenti” dott. Carlo Palego e dr. parker
n.22 “Il violinista verde” dr. parker
n.21 “Il catalogatore, dal Vietnam a San Casciano” dott.ssa Tiziana Portera e dott. Stefano Lodi
n.20 “Il Centro Culturale G. Sarchiani” Luca Pingitore e dr. parker – “Alberto Bevilacqua e le Officine Grafiche Stianti” Sandro Sainati
n.19 “Miller o Millen” – “il farmacista di San Casciano” – “le lettere di Vanni” – “la villa del mugello” – “il gruppo fiorentino” dr. parker
n.18 “Santo Giovanni” Jacopo Cioni e dr. parker – “l’opera del mostro prosegue indisturbata: the monster of SanCa evolution” Leslie Hammond
n.17 “cut’n paste job” Leslie Hammond e dr. parker
n.16 “10 domande a Flanz Vinci” dr. parker
n.15 “una proposta storiografica sullo studio del caso del mostro” dr. parker
n.14 “la Chicago Ripper Crew” dr. parker
n.13 “enigma Corsini” dottor Claudio Costa
n.12 “postfascismo e neofascismo a Perugia” dr. parker
n.11 “il Santo non Santo” dr. parker
n.10 “Italia misteriosa di Giorgio Medail” dr. parker
n.9 “sulla necessità di una Associazione Familiari delle Vittime dei mostri di Firenze” dr. parker
n.8 “esoterismo e coincidenze: decoding of Voci Notturne” Sandro Sainati – “Nocturnus voces” dr. parker
n.7 “lo spot nella VHS Anna” dr. parker – “siamo Donne e Uomini o mostrologi?” dr. parker
n.6 “dico solo Angelo Izzo” dr. parker
n.5 “lo spirito legionario” dr. parker
n.4 “il fratello di JB era presente in Liguria?” dr. parker
n.3 “Genova connection” dr. parker
n.2 “come un film, apparentemente banale, può aver ispirato Zodiac Killer” dr. parker
n.1 “i muti murders o ritual murders” dr. parker – “una possibile connessione tra i safari africani e il mostro di Firenze” dr. parker
n. zero2 “Il quadrilatero nella Calvana pedemontana sul versante di Prato e Calenzano” dr. parker – “il traffico di droghe da e verso gli Stati Uniti” dr. parker
n. zero1 “i campi paramilitari dell’eversione di destra negli anni ‘70” dr. parker
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“il contesto è tutto” Marco Montemagno
1 doctor.parker20@gmail.com
2 Atto vandalico sull’autovettura di D. F. che sarebbe avvenuto nella giornata del 9 agosto 2000.
3 Il fienile, proprietà del marito dell’estetista, S. B., subì un incendio nella notte del 23 febbraio 2001.
4 Possibilmente D. F. avrebbe rinvenuto questo biglietto anonimo in agosto o settembre 2000, posizionato nei pressi di una finestra che la stessa era solita aprire abitualmente ogni mattina.
5 Si veda “postfascismo e neofascismo a Perugia”, dr. parker, 13 settembre 2024, disponibile al seguente link: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html
6 P. Vagheggi, Magdalen Nabb, “The prosecutor”, 1986, St. Martin’s Press.
7 Per un approfondimento sulla figura della giornalista inglese trasferita in Toscana, si veda dr. parker, “il violinista verde”, 24 gennaio 2025, disponibile al seguente link: https://doctor-parker.blogspot.com/p/dr.html

Poveri fessi…. Fessi non si dice in Toscana, bensì nel sud e, forse, a Perugia o in Umbria.