Mario Vanni voleva confessare
https://www.youtube.com/watch?v=Fwh3uzNCCKk
Trascrivo alcuni estratti da un’intervista di Marco Aufiero a Lorenzo Nesi
min 5:20
Lorenzo Nesi: “Quando io c’ho parlato un pò in carcere (a Vanni) e s’era stabilito che veniva in procura e parlava e diceva tutte le cose come le stanno, dopo però non so chi s’è messo in mezzo e non c’è stato più”
Min 26:16 Lorenzo Nesi: quando ci fu l’assoluzione, (il giudice Francesco Ferri pronuncerà la sentenza d’assoluzione per Pacciani nel febbraio 1996), fu un processo osceno …io chiamai l’ansa per dire i che pensavo io di questo giudice ..questo è l’estratto de La Nazione: Titolo
“Mostro il testimone Nesi si ribella al libro scritto dall’ex giudice Ferri.”
(Il giudice Ferri. pur di pubblicare il suo libro “Il caso Pacciani: Storia di una colonna infame?” rinuncerà ad un anno di post pensionamento che gli era stato proposto. Su questo libro ci fu anche un’interpellanza parlamentare.) https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4-02057&ramo=CAMERA&leg=13
A questo punto il Nesi legge un estratto dell’articolo de La Nazione
“ Vigna: inchiesta forse compromessa, già era un’inchiesta lunga e difficile, ora che l’ex presidente della corte d’assise d’appello ha scritto un libro per definire i testimoni non credibili, e gli investigatori gente abbarbicata ad un ipotesi, tutto questo lavoro rischia di essere compromesso, il timore della procura è che testi vecchi e nuovi perdano fiducia e preferiscano tacere per sempre. Un libro scritto per scarcerare, questo è il timore della procura.
Vigna “mettiamoci nell’animo di un testimone che si trova in carcere e legge che un giudice e non uno scrittore o un esperto in criminologia, che critica gli inquirenti”
Il riferimento è a Mario Vanni la cui disponibilità a collaborare con la giustizia, doveva essere saggiata proprio stamani in un interrogatorio nel carcere di Pisa, a cui doveva partecipare il pubblico ministero paolo Canessa, l’interrogatorio invece è stato rimandato al lunedì prossimo ed questo è bastato a fa calmare le acquee.
Vigna ”Queste polemiche che continuano provocano uno scoraggiamento anche nei testi che hanno già parlato, non tutti hanno spalle grosse a sufficienza per sopportare grosse pressioni”
“Ma chi si crede di essere questo giudice Ferri, parla senza conoscere le cose” sbotta Lorenzo Nesi il testimone cardine dell’inchiesta. Che Ferri definisce nel suo libro “un chiaccherone che parla”
Questo era l’estratto dell’articolo, quindi il Nesi riprende l’intervista:
“Io sono una persona che ha fatto il suo dovere, e per questo ho avuto un sacco di problemi, stia attento a come parla questo Ferri, Nesi non è uno che si lascia intimorire e non si tira indietro, ma quanti avranno la sua coscienza? che hanno visto in troppi”
Min 28:20
Lorenzo Nesi: “Il Lotti, che conosco bene non sarà certo un ingegnere chimico, ma non è né un ritardato come dice il giudice, né un bugiardo non era lui che aveva visto gli UFO ma un certo Zappalà “
Min 30 27 Lorenzo Nesi: “ La finisce così, s’era con l’ispettore, il tentativo di farlo parlare durante il processo perché io l’avevo belle e visto che lui 90 su 100 c’entrava.”
Min 32 Lorenzo Nesi: “e s’era con il commissario della SAM Lamperi e c’era il libro di Scopeti ( si riferisce alle foto dei cadaveri) ..o guardai …incominciai ma non ce la feci più.. e mi venne il lampo e dissi Mario guarda e se tu sai qualcosa parla, lui sel o prese tranquillo e beato se lo sfogliò tutto, quando arrivò in fondo lo chiuse e lo rimise sul tavolo, e gli dissi “hai visto Mario non hai avuto brutte sensazioni ?” e lui “ no son mica miei parenti!”
Aufiero: Vanni rifiuta la taglia non perché Pacciani on c’entra nulla, ma perché Pacciani lo avrebbe a sua volta accusato, non si sarebbe salvato dalla galera.
Lorenzo Nesi loro (Vanni e Lotti) sono altre due vittime del Pacciani li teneva costretti certo.
C’entra c’entra anche lui il Vanni mi diceva dall’omicidio di Calenzano che gl’ era depresso gl’era depresso, lui l’aveva sull’animo.
In effetti il Vanni nel colloquio intercettato in carcere con il Nesi ammise di sapere che il Pacciani era coinvolto nei delitti , disse infatti:
Lorenzo Nesi: E allora tu eri a conoscenza che il Pacciani faceva questi omicidi?
Mario Vanni: Sì.
Lorenzo Nesi: Tu eri a conoscenza?
Mario Vanni: Sì.
Lorenzo Nesi: Ma spiegamelo per bene, Mario. Dammi retta, sennò tu muori in questo putrido carcere. E tu va’ a casa tua. Bene. Spiegamelo, quando te tu sei arrivato a sapere che Pacciani faceva queste cose? Quando sei arrivato? Sì, eh, spiegamelo, sì, dimmelo.
Mario Vanni: Eh, gl’era nel bosco con le pistole
Quindi secondo Lorenzo Nesi, Vanni s’era convinto a parlare ma un po’ le minacce della lettera di Pacciani, le accuse agli inquirenti del giudice Ferri e probabilmente i suoi avvocati, lo convinsero a non dire quello che sapeva che però finì per ammettere nell’intercettazione, ma in modo molto confuso.
Cito adesso Jorge Alves Emilia Maria sul giudice Ferri, che ci spiega le motivazioni che poteva avere il giudice nel contrastare Vigna.
Dal Gides pg 26
La stessa ALVES JORGE Emilia Maria, sentita nuovamente a verbale il giorno 9 novembre 2001 riferiva che:
– che lo Jommi era amico da tanti anni con il Dott. Ferri, il magistrato di Corte di Appello, con cui aveva una donna in un certo senso “in condominio”. Aggiungeva che i due avevano contemporaneamente una relazione sentimentale con Maria Luisa Orlandini, anch’ella avvocato, che lavorava presso lo studio dello Jommi. La Orlandini era stata sposata con il prof. Romano, professore di diritto, il quale per uno o due anni era stato direttore del teatro comunale fiorentino. Precisava che il comportamento della donna e dello Jommi era alquanto strano. A tal riguardo, raccontava di ricordare che nel 73 mentre Romano era con i figli in vacanza all’isola d’Elba, la Orlandini era alloggiata in una pensione familiare e ospitava lo Jommi che andava periodicamente a trovarla. Erano intervenuti i carabinieri, chiamati dai proprietari della pensione, il cui nome era Santa Caterina e si trovava a Marciana, e trovarono lo Jommi e la Orlandini in stanza svestiti in atteggiamento intimo. Precisava ancora che i carabinieri erano intervenuti, su richiesta dei titolari della pensione, perché la Orlandini soleva portarsi in camera un ragazzino, figlio di una coppia, che era ospite in quel posto. Il Romano, infatti, nel corso della causa di divorzio aveva dichiarato che la Orlandini, in quella pensione, all’Elba, oltre allo Jommi, riceveva anche un ragazzino, con cui aveva rapporti e i genitori del ragazzo avevano denunciato quella situazione. Aggiungeva che di detta ambigua situazione tra lo Jommi, la Orlandini e il Ferri ne aveva parlato direttamente con il Ferri negli anni 80 ed allo stesso aveva chiesto se fosse stato a conoscenza che la sua amica, la Orlandini, stava facendo una causa di divorzio contro il Romano. Il Ferri le aveva risposto che la cosa non gli interessava. L’incontro con il Ferri, da lei sollecitato telefonicamente, era avvenuto a Piazza Signoria;
– lo Jommi le aveva sempre parlato molto male di Vigna, anche se i due si conoscevano da ragazzi ed avevano anche studiato insieme al collegio religioso “A Le Querce”. Ricordava che, alla fine degli anni 80, una sera mentre stava guardando la televisione insieme allo Jommi, aveva visto su RAI 3 un servizio sul Dott. Vigna per un processo, forse quello di Catanzaro, e nell’occasione lo Jommi le aveva riferito che Vigna non sarebbe mai diventato niente perché non ci sapeva fare; le era sembrato che ci fosse proprio un odio nei confronti di Vigna, mentre lei tendeva a difenderlo. Lo Jommi le diceva, invece, che l’unico grande magistrato che c’era a Firenze era il Dott. Ferri;
– verso la fine degli anni 80, una volta lo Jommi le aveva raccontato che il Ferri doveva essere nominato forse Presidente di Corte d’Appello a Firenze, ma per colpa del Vigna, che aveva dato un voto sfavorevole per motivi morali, il Ferri non fu nominato, per cui il Ferri ce l’aveva a morte con il Vigna. Le aveva anche raccontato che un magistrato era stato buttato fuori dalla magistratura dal Vigna perché soltanto amante di una terrorista;
– a distanza di anni, quando aveva letto del processo d’appello a Pacciani e della assoluzione di quest’ultimo da parte della Corte, presieduta proprio dal dott. Ferri, si era domandata se per caso il giudice fosse stato influenzato nella sua decisione indirettamente dall’astio nei confronti di Vigna, almeno dai racconti fattole dallo Jommi, oppure da un interesse preciso dello Jommi sulla vicenda del Mostro, facendo quest’ultimo pressioni sul Ferri, che sicuramente avrà agito inconsapevolmente.