L’INCROCIO TRA FRANCESCO CARLETTI E STEFANO CALAMANDREI A BACCAIANO

Un testimone Francesco Carletti in marcia verso Fornacette con la sua auto proveniente da Baccaiano, vedrà la 147 parcheggiata nella piazzola verso le 23.45: Sta facendo scuola guida a due ragazze tra cui Monica del Mastio.

Nella mappa in giallo la macchina di Carletti in verde e rosso quelle di Pietro Pacciani e Giancarlo Lotti secondo la testimonianza di Lotti

Carletti dopo la piazzola arriva al bivio in meno di 1 minuto e lo passa e poi Lotti e Pacciani (e chissà chi altro) si immettono nella Virgilio nuova, ma non si sa quando, arrivano alla piazzola e parcheggiano, (sono 550 mt e per google maps ci impiegano 1 min) sparano e scappano per Baccaiano.

Il Carletti poi incontrerà una macchina un 128 rosso proveniente in direzione opposta dopo il bivio per Poppiano, che è l’auto con a bordo Adriano Poggiarelli e Stefano Calamandrei. La posizione dove avvenne l’incrocio è sempre stata dibattuta. Carletti è vago e dice dopo il bivio qualche centinaio di metri

Monica del Mastio che era in macchina con lui invece dichiarerà a verbale

https://www.mostrodifirenze.com/1982/06/21/21-giugno-1982-testimonianza-di-francesco-carletti/

“a me pare che abbiamo incrociato la vettura dello Stefano Calamandrei (che era il suo fidanzato) dopo il punto indicato da Francesco” (Carletti)

Adriano Poggiarelli al processo ai compagni di merende del 1997 dirà cito:

Dunque, noi stavamo percorrendo…dalle Fornacette, località Fornacette…nella direzione… verso Baccaiano. Dunque, io mi ricordo più o meno all’altezza delle cantine… delle cantine… ci sono delle Cantine Sociali. Abbiamo incontralo una macchina. Cioè, questo perché… cioè, poi ci è venuto in mente, perché era una macchina di un nostro amico. Sì, c’era dentro, questa macchina, anche la, una ex ragazza di Calamandrei Stefano…questo che abbiamo incontrato era Carletti Francesco.”

La posizione delle cantine sociali è a circa 4, 1 km dalla piazzola di Baccaiano, e non sono l’oleificio, che è vicino al bivio di Poppiano, che successivamente fu acquistato dalle cantine sociali, ma che venina chiamato da sempre” l’oleificio” perché non era una cantina dove si produceva vino, ma olio.

La posizione dell’incrocio tra le macchine è stata ribadita anche nelle seguenti interviste.

Intervista di Marco Aufiero a Stefano Calamandrei

https://www.youtube.com/watch?v=tnOJJK448x8

Intervista di Marco Aufiero a Adriano Poggiarelli

https://www.youtube.com/watch?v=fPo5QZQLYUE

Come correttamente ricostruito da Marco Aufiero :

Carletti si incrocia con Calamandrei, non al bivio, ma dopo le cantine sociali, nel mentre Lotti e Pacciani sono già sulla piazzola: potrebbero già anche aver terminato l’omicidio.

Nel frattempo ci sono Graziano Marini e Concetta Bartalesi fermi in una piazzola sulla Virgilio nuova, dopo Baccaiano cito la testimonianza dal blog

21 Giugno 1982 Testimonianza di Graziano Marini

Nella mappa in giallo la posizione probabile della piazzola dove si fermarono Graziano Marini e Concetta Bartalesi.

Nella mappa in verde l’auto di Pacciani, in rosso quella del Lotti che sono già sulla piazzola, mentre alle cantine sociali in giallo l’auto di Carletti e in viola quella del Calamandrei.

Carletti a verbale dice che andavano a 40-50 km/h, la distanza per google maps è 4,1 km a 45 km/h quindi dalla piazzola all’incrocio con Calamandrei passano 11 min.

A sua volta Calamandrei dalle cantine alla piazzola ci impiega 4 min.

Quindi Pacciani e Lotti hanno a disposizione un tempo massimo di 13 min prima che arrivi il Calamadrei alla piazzola, (11+ 4 che fa 15 min meno 1 min perché Carletti arrivi al bivio per Poppiano e un minuto perché Pacciani e Lotti arrivino alla piazzola).

Hanno tutto il tempo di parcheggiare, sparare e scappare verso Baccaiano senza essere visti da nessuno. Quindi Lotti non farnetica su Baccaiano.

A corroborare questa tesi cito un lavoro di ricostruzione di Alberto Bragaglia.

Proviamo a partire dagli unici dati veramente certi e proviamo a ragionare andando a ritroso nel tempo, con lo scopo di ricostruire la cronistoria del delitto più dibattuto tra i mostrologi.

Come andarono davvero le cose a Baccaiano?

Abbiamo a mio avviso tre orari da cui partire, tre pilastri su cui si basano le fondamenta di questa ricostruzione:

1) le 23:40, momento in cui la Simca di Carletti, con a bordo il medesimo e due ragazze (Del Mastio e Rosanna Campatelli) che si alternano alla guida per fare pratica, sta per imboccare la via Virginio Nuova. Da questo dato possiamo ricavare, in maniera approssimativa, l’orario in cui la macchina raggiunge la piazzola: diciamo le 23:45,

Nel disegno l’auto di Carletti che passa davanti alla piazzola con la 147 verso le 22.45

Considerati i tempi per il cambio alla guida tra le due ragazze, la regolazione del seggiolino, degli specchietti, la spiegazione di Carletti sulla manovra da effettuare per far partire la macchina alla Del Mastio, ancora principiante, ed infine il tempo di percorrenza di un tratto di strada di 600-800 metri ad una media di 40 Km/h.

Si badi che Carletti guardava insistentemente l’ora quella sera e che quindi al netto di un eventuale orologio non perfettamente sincronizzato con l’ora esatta, il margine d’errore è piuttosto basso;

2) le 00:10, momento in cui la Croce d’Oro di Montespertoli riceve la telefonata di Concetta Bartalesi;

3) le 00:15, momento in cui i carabinieri di Montespertoli vengono informati del fatto da Calamandrei e Poggiarelli.

Essendo Montespertoli un po’ più distante da Baccaiano rispetto alla piazzola, e sempre al netto di eventuali errori di sincronizzazione con l’ora esatta degli orologi della stazione dell’Arma e della sede della Croce d’Oro, possiamo affermare con discreta precisione che la Simca di Carletti e la 128 di Calamandrei ripartono dalla piazzola verso le rispettive destinazioni alle 00:08.

Continuiamo quindi la nostra ricostruzione “a ritroso”, tenendo presenti questi dati.

Alle ore 00:07 Poggiarelli/Calamandrei e Marini/Bartalesi arrivano più o meno in contemporanea sulla piazzola e ripartono rispettivamente verso Montespertoli e verso Baccaiano dopo alcuni concitati secondi, nei quali si rendono conto dell’accaduto e concordano il da farsi. Per tenerci larghi diciamo che restano un minuto sulla scena.

Due minuti prima (sempre tenendoci larghi), alle 00:05, Marini/Bartalesi erano transitati di fronte alla piazzola, procedendo in direzione Fornacette, e, dopo aver fatto inversione all’altezza dell’incrocio con la strada per Poppiano, erano tornati indietro per controllare cosa fosse successo.

Alla stessa ora Poggiarelli/Calamandrei stanno ripartendo da Baccaiano con destinazione piazzola.

Alle 00:00, la 128 del Calamandrei, guidata da Poggiarelli, è appena arrivata a Baccaiano, dopo aver incrociato, un minuto prima, la Opel di Marini/Bartalesi, che stanno per ripartire dopo la loro sosta. Calcolando (sempre per eccesso) il tempo passato nella frazione, diciamo che i due amici, prima di prendere la decisione di tornare sulla scena del delitto, aspettano ancora cinque minuti, il tempo necessario a constatare l’impossibilità di recuperare i documenti (scopo del loro viaggio). Va oltretutto specificato che le loro testimonianze (anche recenti) non fanno pensare ad un tempo maggiore, anzi a me pare proprio il contrario.

Riavvolgendo ancora – e per l’ultima volta – il nastro, collochiamo quindi il primo passaggio della 128 dei due amici di fronte alla 127 (o 147 che sia) alle 23:58.

A un lettore attento salterà subito all’occhio una forbice di minuti troppo ampia tra il passaggio della Simca di Carletti di fronte all’oleificio (23:46) e quello della 128 (23:57) di fronte allo stesso. Per questo motivo mi sono oramai convinto che il tanto dibattuto incrocio tra le due macchine sia effettivamente da collocare presso le cantine sociali di Fornacette, o giù di lì, come sostengono Calamandrei e Poggiarelli, intorno alle 23:54.

E Marini/Bartalesi? Sì, Marini/Bartalesi videro una macchina transitare da quella direzione. Lui colloca questo incrocio sicuramente dopo le 23:45, momento in cui sente i famosi scoppiettii che poi associa agli spari. E io voglio credergli: diciamo che quelli che sentì furono effettivamente i colpi della tristemente nota calibro 22. Ciò che non torna della sua testimonianza è, a mio avviso, semmai, il tempo che passò tra questi scoppiettii e l’uscita dallo slargo su cui si erano fermati. Non possono essere solo quattro-cinque minuti, come sostiene lui, ma dovrebbero essere almeno quindici-diciassette. Perché se fosse ripartito effettivamente alle 23:50, con conseguente sosta sulla scena dopo tre minuti, dal momento della ripartenza verso il bar di Baccaiano (con lo scopo di dare l’allarme) al momento in cui la Croce d’Oro riceve la telefonata di Concetta, sarebbe inverosimile – per usare un eufemismo – che fossero trascorsi più di due-tre minuti (qui diventerebbero addirittura diciassette!). Considerando poi il carattere d’urgenza di quella telefonata, stento a credere che la velocità della sua Simca per raggiungere il telefono non fosse elevata.

Probabilmente Marini vede andare verso Baccaiano l’auto del Killer, per la versione del Lotti erano due, ma Marini si avvede solo di una. Magari era distratto in altre faccende amorose.

9 Gennaio 2025 L’incrocio tra Francesco Carletti e Stefano Calamandrei a Baccaiano di Claudio Costa

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