Dall’immagine si capisce che ottenere informazioni a volte non basta per capire un fenomeno complesso, bisogna incrociare le informazioni per ottenere conoscenza. Per capire se davvero a Narducci trovarono i feticci costruirò una griglia di connessioni, intrecciando e confrontando testimonianze, intercettazioni e documenti
Sul collegamento tra Narducci e i feticci cito Giuliano Mignini:
“Questi sono gli esiti delle indagini, non sto dicendo mie elucubrazioni, miei considerazioni, si devono fare anche quelle, ma secondo me la voce che collega Francesco Narducci al mostro è: il ritrovamento di queste cose ( i feticci ) NON VI E’ ALCUN DUBBIO SU QUESTO”
https://www.youtube.com/watch?v=Cs2zkkIAYAc
Questa netta affermazione di Giuliano Mignini fatta alla presentazione della relazione della commissione antimafia sul mostro di Firenze è la sintesi delle indagini fatte sulle connessioni tra Francesco Narducci e il mostro di Firenze.
La prima testimonianza che prendiamo in considerazione per costruire la nostra griglia di connessioni è quella di Gianangela Agostinucci del 16 06 2006 E’ una prova de relato di primo grado perché la Agostinucci sente direttamente Dr. Luigi De Feo, già dirigente dell’Aliquota della Polizia di Stato della Procura Generale di Perugia.
Sulle indagini di Mignini riguardo i feticci, cito da: “Informativa sullo stato delle indagini relative al decesso del Prof. NARDUCCI Francesco Maria Perugia, 27 giugno 2007”
“Un giorno del 1985 mentre io e mio marito ci trovavamo in casa nella nostra abitazione sita in via Oberdan, ci venne a far visita verso le ore 11,30 il commissario Dr. De Feo (della squadra mobile di Perugia) che era già venuto a casa nostra in precedenza a parlare con mio marito di suoi problemi personali. Si trattenne in casa nostra circa trequarti d’ora. Era in compagnia di un’altra persona che presumo potesse essere un suo collega. Con quest’ultimo parlava in continuazione con molta familiarità. Nel momento in cui i due stavano per uscire il dr. De Feo, che appariva turbato, disse a mio marito e soprattutto a me, che li avevamo accompagnati alla porta, queste testuali parole: “ Mi scuso per il ritardo ma stamattina siamo dovuti andare a Firenze a fare una ispezione nell’appartamento privato del Dr. Narducci dove abbiamo rinvenuto reperti umani femminili raccapriccianti”. Mi sembra che abbia aggiunto che questi reperti in una specie di ambulatorio ma sicuramente si trovavano nel suo appartamento. Il Dr. De Feo ha alluso ad organi femminili facendo un cenno come per alludere al pube. Io ho inteso proprio che si riferisse al pube. Il Dr. De Feo ha poi aggiunto che solo un medico potesse asportare così bene quella parte con tanta perizia. Il funzionario ha poi aggiunto che visto lo strazio dei genitori avrebbero coperto tutto. All’epoca mio marito era in pensione ed era Presidente del Tribunale il dr. Raffaele Zampa.
Ho più volte pensato di venire a riferire le predette circostanze all’Autorità Giudiziaria. Ciò che mi ha trattenuta è stato il fatto che ritenevo che tali circostanze fossero state già riferite dal diretto interessato Dr. De Feo. Mi sono decisa a rompere gli indugi perché so che ci sono degli innocenti accusati ingiustamente. “ il dr. De Feo ci disse che erano stati a Firenze quella mattina e che era stato trovato al lago il corpo del Narducci. Non mi disse quando era stato trovato il cadavere ma io ho pensato che si trattasse di quel giorno o del giorno precedente. Mi pare che mi disse che si era “ammazzato nel lago”.
A tutti quelli che si chiedono dove siano finiti questi feticci, appare evidente che De Feo e tutta la sua squadra a causa dello “lo strazio dei genitori avrebbero coperto tutto.” Cioè hanno occultato le prove, come hanno occultato il cadavere del molo che non può essere Narducci.
I figli della Agostinucci sia Maria Grazia Mazzini che suo fratello Giuseppe Mazzini confermarono di aver sentito la versione della madre più volte in casa alla presenza del padre e di averne discusso molto, senza che il negasse la vicenda.
Questo, invece, il contenuto del verbale delle sommarie informazioni rese da MAZZINI GRAZIA MARIA, Figlia della Agostinucci a sua volta magistrato presso il Tribunale per i Minorenni di Perugia:
“Mi ricordo del dr. DE FEO, perché lo nominavano in più di un’occasione i miei genitori, in particolare mio padre, che è stato Presidente del Tribunale di Perugia sino al 1983, quando è andato in pensione, raggiunto il settantesimo anno d’età. Mi ricordo soprattutto una volta in cui DE FEO aveva un problema professionale in quanto non voleva essere trasferito da Perugia e si rivolse ai miei genitori, anche perché mia madre era amica di un frate francescano del Convento di San Damiano di Assisi, Padre GIORGI, che conosceva, in quanto compagno di scuola, l’allora Ministro SCALFARO, che avrebbe potuto interessarsi della questione. Mia madre si attivò presso questo frate per aiutare il dr. DE FEO.”
https://www.mostrodifirenze.com/2006/06/27/27-giugno-2006-testimonianza-di-grazia-mazzini/
Il 10.07.2006 il Dott. Luigi DE FEO e la Sig.ra Gianangela AGOSTINUCCI, venivano sottoposti a confronto da parte di codesta A.G.; la donna confermava quanto precedentemente dichiarato, mentre il Dott. DE FEO negava categoricamente di aver pronunciato, all’epoca, quelle frasi, di non essersi mai occupato del caso NARDUCCI e di non essere mai stato a Firenze per l’attività investigativa.
Cito:
Domanda: “Si ricorda se della vicenda NARDUCCI e in particolare del fatto che sarebbero stati rinvenuti nella abitazione del NARDUCCI dei reperti umani di donne, ne abbia parlato con qualcuno?”
De Feo: “No, non ho mai parlato con nessuno.”
E questa è la prima versione di De Feo, dove nega, ma nel corso dell’udienza preliminare il De Feo riferì una seconda versione dove invece ne aveva parlato, ma erano voci che la Agostinucci aveva frainteso
Il dott. DE FEO ricorda poi di avere avuto in effetti un colloquio con la signora AGOSTINUCCI in MAZZINI, e spiega:
“Nel corso di questa conversazione, che ho ricordato essere avvenuta uno o due giorni dopo il rinvenimento del cadavere del NARDUCCI, come la stessa AGOSTINUCCI conferma nelle sue dichiarazioni, nel momento in cui il Presidente, con il quale avevo parlato sino ad allora, si era allontanato in un’altra stanza della casa e quindi nella sala d’ingresso ero rimasto soltanto con la signora e un agente che mi aveva accompagnato come autista – particolare questo confermato dalla stessa AGOSTINUCCI (..) – io avrei detto direttamente a lei alcune parole che la signora ha completamento frainteso e confuso nel loro contenuto narrativo. Io infatti accennavo ad una cosa che avevo sentito dire, una chiacchiera che circolava a quel tempo sulla vicenda NARDUCCI in ambienti ristretti della città – si diceva che in una imprecisata abitazione di Firenze, in uso al NARDUCCI, alcune persone ignote avessero visto dei feticci di organi femminili rimanendone impressionate – mentre lei, forse anche a causa del mio ruolo, credette di capire che parlavo di un accertamento di polizia, attribuendo così alle mie parole un significato del tutto diverso, che ha successivamente riferito ai suoi familiari, i quali, non essendo stati presenti, non possono certo riscontrare le parole da me effettivamente dette ma soltanto la lettura che ne ha dato loro la signora AGOSTINUCCI, la quale però ha completamente frainteso ciò che io effettivamente ho detto.”
Ma successivamente il De Feo si ripresenta con una terza versione, non erano feticci ma: tagli!
Cito: “Ora sono in grado di spiegare che con il Presidente, dopo che lo ebbi rassicurato riguardo ai suoi timori per la sicurezza sua e dei familiari, parlammo delle notizie riportate dalle cronache della stampa sui delitti di Firenze, l’ultimo dei quali era stato commesso appena un mese prima della morte del NARDUCCI. Ci avevano impressionato alcuni particolari riferiti dai giornali, quali lo scempio dei corpi delle vittime da cui erano state asportate parti di tessuti umani, le ferite da taglio che si evidenziavano e che i cronisti definivano molto precise. A questo riguardo, la Sig.ra AGOSTINUCCI nelle sue dichiarazioni confonde due argomenti diversi, quando fa riferimento ai feticci di cui secondo lei io avrei parlato, laddove invece io mi riferivo ovviamente alle ferite che si evidenziavano sui corpi delle vittime dei delitti di Firenze, ricordando un particolare di cui avevano ampiamente parlato le cronache dei giornali; non feci quindi alcun riferimento ai feticci di cui si parlava a proposito della vicenda NARDUCCI”.
Quindi tagli, non feticci: ma sempre nella stessa dichiarazione tornano i feticci, però solo voci riferite, quindi siamo alla quarta versione: tagli e voci di feticci.
Cito “Io allora manifestai la mia perplessità sul fatto che in città circolassero voci fantasiose sulla vicenda, forse in ragione della notorietà del personaggio e delle particolari modalità dell’accaduto, che alimentavano la fantasia e la curiosità della gente, cosa che nella mia trascorsa esperienza investigativa mi era capitato di constatare in altre vicende importanti. In proposito quindi per stigmatizzare questo fatto, che palesemente non aveva alcun reale fondamento, accennai ad una chiacchiera, per la verità assai vaga ed alla quale non avevo attribuito alcuna importanza, che io stesso, ma anche il mio accompagnatore, in separati contesti, avevamo raccolto in ambienti della città (ne avevamo parlato mentre ci recavano in casa MAZZINI): si diceva che in una imprecisata abitazione di Firenze, frequentata dal NARDUCCI, alcune persone avessero visto dei feticci di organi femminili e ne fossero rimaste impressionate.”
Ma non è finita perché sul finale il De Feo confesserà che non erano andati a Firenze proprio per niente, però lo disse, questo si, ma solo per inventarsi una scusa lì per lì, quindi siamo alla quinta versione, quindi ha mentito spudoratamente e impunemente nelle altre quattro versioni precedenti:
“Aggiungo che io non ho mai parlato di un accertamento a Firenze, nella casa del NARDUCCI di cui ignoravo completamente l’esistenza. Ho parlato di Firenze, ma per un’altra ragione: infatti quella mattina, appena giunto dai MAZZINI, essendo imbarazzato in quanto per un banale disguido ero giunto in ritardo all’incontro stabilito per le ore 11.00 con il Presidente, trovai una scusa e dissi genericamente che in sede c’era stato molto da fare per i noti fatti della vicenda NARDUCCI e poi aggiunsi, per rendere la cosa più credibile, che proprio in quei giorni avevamo dovuto assistere alcuni investigatori venuti da Firenze per un controllo su dei dati raccolti durante le indagini che essi avevano svolto per i delitti avvenuti in quella città. Mi venne in mente questa cosa di Firenze, che non mi riguardava, perché sapevo che effettivamente qualche tempo prima erano venuti da Firenze alcuni agenti per accertamenti vari ed erano stati assistiti dalla squadra mobile.”
Quindi De Feo passa dal negare tutto al parlare di Firenze ma solo per scusarsi del ritardo, e aggiunge:
“D’altronde la stessa Signora conferma che quella mattina giungemmo a casa sua intorno alle 11.30: e allora dove avremmo trovato il tempo per recarci a Firenze, trovare la casa, svolgere l’ispezione, rientrare a Perugia e recarci a casa sua? Sarebbe stato materialmente impossibile.“
Invece avrebbero fatto in tempo perché basta un ora e mezza da Perugia a Firenze. Il De Feo è costretto a dire che ha citato Firenze, suo malgrado, obtorto collo, perché Mignini aveva scoperto che l’ispettore Luigi Napoleoni era andato a Firenze con una sua squadra in cerca di feticci a casa di proprio di Narducci.
L’ispettore Luigi Napoleoni capo della squadra mobile di Perugia in data il 25 gennaio 2002, il suddetto isp. NAPOLEONI a verbale disse:
cito da le note informative
“Ricordo anche che dopo il ritrovamento del cadavere, non ricordo con precisione quando, andai a Firenze nell’abitazione che poteva essere stata utilizzata dal Dr. FRANCESCO NARDUCCI, per ricercare parti di corpo femminili sotto alcool o sotto formalina; non ricordo l’ubicazione di questo appartamento, ricordo solo che si trattava di una costruzione non recente a più piani, non ricordo se relativa ad un condominio. Non ricordo neppure la zona dove si trovava l’abitazione; a me sembra, ma non ne sono sicuro, che siamo entrati dentro Firenze. Di quella casa ho solo un ricordo di un corridoio; non ricordo chi mi ci abbia mandato né con chi fossi, ma probabilmente si trattava di un collaboratore della Squadra Mobile. La ricerca dette esito negativo.”
Quindi come nella quarta e quinta versione di De Feo Luigi Napoleoni è costretto a dire che di feticci non ne trovarono, non ha alternative altrimenti andrebbe in galera. Comunque dice di essere andato a casa di Narducci, non di Paolo Poli che è un altro personaggio su cui indagherà, e perché? E su mandato di chi?
Il 26 giugno 2002 viene escusso l’Ispettore NAPOLEONI. Nella circostanza, il P.M. chiede al poliziotto chiarimenti circa i servizi di P.G. e sicurezza pubblica svolti.
Il P.M. domanda all’Ispettore NAPOLEONI:
“Cosa mi sa dire della indicazione relativa alle indagini sul cd. “Mostro di Firenze” svolte in data 11 settembre 1985?
Risposta:
“non ricordo assolutamente nulla“.
Le dichiarazioni dell’Ispettore NAPOLEONI lasciano dubbi.
L’appunto finale sui dubbi è nelle note, quindi non siamo i primi a nutrire dubbi sulla reticenza e sulla perdita di memoria di Luigi Napoleoni. Di fatto però ammette di essere andato a Firenze a cercar feticci in casa di Narducci, perché? Su delega di chi? E con chi? cito:
“non ricordo chi mi ci abbia mandato né con chi fossi, ma probabilmente si trattava di un collaboratore della Squadra Mobile“.
”questi due ufficiali della polizia di Perugia mentirono? o mentì la Agostinucci?”.
Per dare una risposta a questa domanda incrocerò altre testimonianze.
Questo collaboratore potrebbe essere proprio De Feo che il giorno 4 luglio 2003 a verbale disse:
“Domanda: “Si è mai occupato nella sua attività e/o la Questura di Perugia della vicenda relativa alla scomparsa e morte del Prof. Francesco Narducci? “
Risposta: “No, perché gli accertamenti di Polizia furono condotti dalla Squadra Mobile, allora diretta dal dr. Speroni. Ricordo soltanto che si parlò di disgrazia, poi suicidio e poi attraverso la stampa di possibili ipotesi di reato in ordine alla morte dello stesso. Presumo soltanto che siano stati condotti accertamenti da parte della squadra Mobile, trattandosi di territorio periferico dove di solito interveniva il Comando Stazione Carabinieri competente per territorio.“
Questa affermazione però è in netto contrasto con la testimonianza della dott.ssa ROSALBA GIANNONI, che il 3 giugno 2003 dice: Da sentenza Micheli pg 727
“Premetto che avevo conosciuto questo funzionario una sera, in casa di amici, qualche tempo prima della scomparsa di FRANCESCO NARDUCCI Si trattava del dr. Luigi DE FEO…. mi chiamò di mattina mentre mi trovavo al lavoro, dopo le ore 10.00 all’incirca, dicendomi queste testuali parole: “Abbiamo trovato il tuo amico FRANCESCO NARDUCCI. Si tratta sicuramente di suicidio. E’ evidente che si sia suicidato. A tuo avviso, quali possono essere stati i motivi di questo suicidio? Vi erano delle ragioni per le quali si sarebbe potuto togliere la vita ?”. Io gli chiesi, invece, quando gli avrebbero fatto l’autopsia e lui rispose che la famiglia si opponeva e che, forse, non era necessaria perché il suicidio era chiaro. Dava la cosa per scontata. Allora io esclamai: Ma come ? Tanto bene per un suicidio, non si fa l’autopsia? E’ una cosa che io non ho mai visto !”. aveva poi aggiunto che quasi certamente l’autopsia non sarebbe stata fatta, al più l’avrebbero compiuta in un “cimitero di campagna”, Ebbi la netta percezione che il DE FEO mi avesse fatto quella telefonata per avere informazioni da me circa le motivazioni di un possibile suicidio di FRANCESCO.”
Questa testimonianza è in netto contrasto con quello dichiarato da De Feo alla domanda se avesse svolto qualsivoglia indagine sul caso NARDUCCI, perché le domande sui motivi che Narducci avrebbe avuto per suicidarsi sono un’indagine, inoltre il De Feo dovrebbe spiegarci come faceva a saper che non si sarebbe fatta l’autopsia se non svolgeva indagini su Narducci le indagini, e come mai non denunciò l’anomalia: sul sospetto di suicidio va sempre fatta l’autopsia!
De Feo ha sicuramente mentito sul fatto di non aver indagato su Narducci e ha coperto, probabilmente su preciso ordine massonico deviato, la mancata autopsia, come da accusa di Mignini.
Il fatto che l’ispettore Luigi Napoleoni effettivamente andò a Firenze a cercar feticci, va tutto a vantaggio della versione riferita dalla Agostinucci che mai poteva sapere che:
De Feo e Napoleoni fossero davvero andati a Firenze a cercar feticci a casa di Narducci
non se lo poteva certo immaginare
non se lo poteva neanche inventare:
In effetti De Feo, per non rischiare la galera recitò una barzelletta :
Ammise di essere andato a Firenze
ma non era vero
si era inventato una scusa
dato che era in ritardo.
ma Napoleoni va oltre si appella infatti ai poteri sovrannaturali del medium
Cito da sentenza Micheli nel verbale del 26 giugno 2002:
“Un giorno, nel settembre 1985, si presentò in Questura un signore FRIVOLA EDOARDO che si riteneva un sensitivo capace di presagire anche gli eventi tra cui terremoti e varie ci portò un disegno raffigurante il volto di quello che a suo dire sarebbe stato il vero mostro di Firenze. Ricordo che quest’uomo ci disse un sacco di cose e a fronte di questo ci recammo a Firenze per la ricerca di un appartamento che il FRIVOLA aveva individuato quale immobile in uso al presunto mostro nella Firenze vecchia, caratterizzata da una strada stretta con i palazzi antichi. Andammo quindi a Firenze ed individuammo la strada, ricordo che entrammo in un appartamento con un corridoio lungo; la speranza era quella di rinvenire reperti corporali femminili del tipo di quelli asportati alle vittime del cosiddetto mostro. Non ricordo come entrammo in quella casa e se chiedemmo aiuto alla Mobile fiorentina, come si fa sempre in queste occasioni, né tantomeno se avvisammo l’Autorità Giudiziaria“.
Perciò, si giunse all’individuazione dell’appartamento sulla base delle indicazioni di un presunto sensitivo; indicazioni, si badi, offerte prima della morte di FRANCESCO NARDUCCI, quella ufficiale.
Edoardo Frivola, escusso a sua volta il 21 settembre 2002, dichiara:
“Domanda del P.M.: “Dalla informativa in data 13.9.85 risulta che lei la sera del 9 settembre telefonò al 113 per riferire in merito all’omicidio dei due cittadini francesi. Quando venne a conoscenza di questo delitto.”
Risposta: “Quando dal telegiornale, che potrebbe essere quello della sera o anche del giorno, dette notizia di questo delitto, io avvertii il 113 del sogno che avevo fatto e fui chiamato il giorno dopo dall’Isp. NAPOLEONI e dal dirigente della Mobile, il dott. SPERONI, che forse arrivò dopo. Raccontai allo stesso Ispettore che era in compagnia di altre due persone, delle quali una batteva a macchina le mie dichiarazioni, tutto il sogno e chiesi allo stesso di fare un identikit perché il volto dell’omicida mi era molto impresso. Arrivò nell’ufficio un disegnatore al quale diedi le indicazioni somatiche. Alla fine tutti rimasero stupiti dell’identikit ed in particolare fu proprio l’ispettore NAPOLEONI che chiamò dall’altra stanza il capo della Mobile dottor SPERONI. Al suo arrivo esclamò:- “VIENI A VEDERE CHE COSA HA DISEGNATO GUARDA QUI”. …Sono rimasto colpito oggi dalla profonda rassomiglianza di quest’uomo con l’uomo raffigurato nelle foto teste’ esibite. Si tratta di una rassomiglianza tremenda”. L’ufficio da’ atto che sono state esibite al teste le foto nn. 1-3-4 datate 10.05.2002 raffiguranti il prof. FRANCESCO NARDUCCI a torso nudo nel motoscafo, mentre solleva un bimbo e mentre tiene una pipa in mano, nonché foto in cui si vede il volto in posizione più ravvicinata.”
La testimonianza sul medium Frivola non è de relato anzi è una prova diretta perché è la dichiarazione di Napoleoni. Era tradizione ai tempi affidarsi ai medium per coprire gli informatori, o per coprire situazioni imbarazzanti. Ma non è accettabile, anche perché il motivo per cui Napoleoni andò a Firenze è un altro come vedremo ed è precedente al medium. Anche perché il 10 settembre (Vedi 10 settembre 1985) Napoleoni dice di riconoscere dall’identikit fatto su indicazioni del Frivola: Francesco Narducci. Ma ufficialmente in quella data non avrebbe neanche dovuto conoscerlo, perché ufficialmente non c’era nessuna indagine su di lui, e l’allarme della sua scomparsa avvenne un mese dopo.
Il giudice Paolo Micheli in tutto il suo splendore commenta:
“Tirando le somme, un uomo che sa, o ritiene di avere delle doti di percezione extrasensoriale si rivolge, dopo l’ultimo dei duplici omicidi, alle forze dell’ordine, e racconta di un sogno in cui avrebbe percepito l’immagine del “mostro”. Sulla base delle sue indicazioni, viene tracciato un identikit, che – come forse risulta immediatamente, ammesso che qualcuno dei presenti si stesse già interessando a lui – combacia con le fattezze di FRANCESCO NARDUCCI, persona che il sensitivo non nomina perché neppure conosce. Lo stesso signore offre anche dati relativi alla possibilità di localizzare il maniaco in quel di Firenze: non solo dicendosi in grado di percepirne la presenza qualora si fosse trovato ad accompagnare gli agenti in quel capoluogo, ma anche segnalando riferimenti concreti (che il FRIVOLA non riporta nel 2002, a parte forse il richiamo ad un negozio di ferramenta che rimane non contestualizzato, ma che il NAPOLEONI ebbe ben presenti).” I riferimenti concreti del Frivola.
Questa è la tristezza di quello che deve spiegare le barzellette! In questo caso Micheli spiega la barzelletta del medium che grazie alle doti di percezione extrasensoriale sogna Narducci e ne percepisce dall’aria, l’indirizzo, ma a tuttora non si sa come siano entrati: forse passando dai muri con il medium!.
Tra l’altro la barzelletta del medium sarà perpetrata al ritrovamento del cadavere del finto Narducci a Sant’Arcangelo, che emerse esattamente nel punto in cui aveva previsto, anzi no premonizzato, un altro medium, quasi in acqua ci fosse un sub (laureato in giurisprudenza) a sganciare le catene che tenevano ancorato il cadavere del finto Narducci Il fondale in quel punto è davvero basso non supera i 6 mt. Un altro insulto alle vittime! Nel caso Narducci le coincidenze sono davvero strane perché in effetti, la commessa del negozio di nautica di proprietà dell’avv. Brizioli, amico di famiglia e difensore dei Narducci, disse che in quei giorni vide l’avvocato prendere pinne, maschera e muta dal negozio.
Cito da le Note informative pg 234 la testimonianza di Emilia Cataluffi ufficiale dell’anagrafe del comune di Perugia già entrata nel memoriale Pasquini
Il 17.03.2006, la Sig.ra Emilia CATALUFFI, veniva nuovamente assunta a verbale da parte della S.V. e nell’atto riferiva:
“tutti mi dicevano che dietro la vicenda Narducci c’era una cosa molto grossa e pericolosa e nessuno voleva rischiare. Dovevano portarmi il nome del vigile del fuoco che aveva visto i feticci, ma non me l’hanno portato. Fioravanti doveva portarmi la locandina in cui c’erano scritti i nomi……………. Seppi dall’Ispettore Napoleoni che esisteva una lettera anonima arrivata alla Questura che parlava di un medico perugino e gli inquirenti avrebbero dovuto fare le indagini perché questo dottore era implicato nei delitti del “Mostro di Firenze”. Voglio aggiungere anche un’altra cosa: l’Ispettore Napoleoni aveva collegato che il medico si identificasse nel Dr. NARDUCCI Francesco di Perugia perché aveva saputo che il Procuratore Vigna aveva già iniziato delle indagini a Firenze su NARDUCCI. Per questo motivo l’Ispettore Napoleoni era andato a Firenze per indagare ma subito dopo, mi disse testualmente che lo avevano fermato.
Si da atto che la signora mima il gesto dei polsi tenuti da manette perché l’Ispettore fece tale azione quando disse che l’avevano fermato qui a Perugia.
Domanda: ” Signora, l’Ispettore Napoleoni le disse se le indagini fossero iniziate prima o dopo la morte del Dr. Francesco NARDUCCI “?
Risposta: ” Sono assolutamente certa che Napoleoni mi disse che le indagini su Francesco NARDUCCI erano iniziate già prima della sua morte. Aggiungo anche che l’Ispettore Napoleoni era molto amareggiato proprio perché lo avevano bloccato qui a Perugia, ma non mi disse mai chi lo avesse bloccato. Voglio aggiungere che Massimo Napoleoni, figlio dell’Ispettore Napoleoni, qualche tempo fa, ma dopo che sono stata ascoltata da voi, credo nel mese di gennaio 2006, mi ha confermato anche lui che il padre era stato bloccato nelle indagini prima che il NARDUCCI morisse.”
L’Ufficio da atto che la Signora CATALUFFI si commuove, piange e a domanda sul perché risponde:
”Sono rimasta male perché molta gente mi ha abbandonato dopo che sono venuta da lei a parlarle di queste cose. Sono stata anche chiamata dal Direttore del personale e molti altri, per sapere cosa avessi combinato e se avevo manomesso atti dell’Ufficio.”“
Sul blocco alle indagini subito dal Napoleoni si rileva anche la testimonianza dell’investigatore privato Valerio Pasquini cito il Pasquini da note informative:
“l’Ispettore NAPOLEONI mi aveva confidato che il Questore dell’epoca aveva mostrato un certo interessamento alla vicenda e che lo aveva dissuaso dallo svolgere ulteriori accertamenti e sopralluoghi nell’abitazione di Francesco NARDUCCI”
Il commissario Luigi Napoleoni, che come abbiamo visto dalla testimonianza Cataluffi non solo iniziò ad indagare su Narducci, prima della sua morte, in relazione ai delitti del mostro di Firenze, ma fu anche fermato, nelle indagini, da chi?
L’ispettore Napoleoni aveva un certo potere a Perugia, per inquadrarlo meglio cito dalle note informative il verbale del 29.04.2005,
il Maresciallo Carlo Petrucci, riferisce:
“….Nel momento in cui io ho chiesto di cessare il servizio permanente nel febbraio 1990 …iniziai a collaborare con l’agenzia investigativa del Sig. ROSSI Raniero………Qualche tempo dopo, fine 1990 inizio 1991, conobbi Luigi NAPOLEONI che venne nell’agenzia e chiese di parlare con il Sig. ROSSI, Quando poi NAPOLEONI Luigi se ne andò, ROSSI mi chiamò nel suo ufficio e mi mise al corrente dei motivi della visita. In particolare mi disse, riferendosi al NAPOLEONI, che aveva fatto piangere parecchia gente. Voglio riferire questa frase perchè non la dimenticherò mai.”
Napoleoni faceva piangere la gente, altro che le barzellette dei medium.
Il motivo per cui era venuto era: per sollecitare un inserimento nell’agenzia del figlio Massimo NAPOLEONI per poter successivamente chiedere l’autorizzazione Prefettizia per svolgere autonomamente l’attività investigativa.
Ma c’è un’altra testimonianza molto significativa che conferma il potere di Napoleoni sono quelle di Maurizio Mion che fu arrestato il 17.09.2004, con l’accusa di favoreggiamento alla prostituzione e reati in materia di immigrazione.
Cito dalle note informative pg 65
“Maurizio Mion riferisce i particolari riguardanti l’attuale Ispettore della Questura di Perugia Monica NAPOLEONI, figlia del suindicato Luigi NAPOLEONI. In sostanza il MION riferisce che nel corso della perquisizione nei suoi confronti in esecuzione all’O.C.C. per i motivi sopra enunciati, Monica NAPOLEONI, che partecipava all’operazione di P.G. insieme ad altri colleghi e dirigenti, si interessa particolarmente alla vicenda NARDUCCI ed in particolare alla documentazione che lo stesso MION custodisce nel proprio computer e nei propri supporti informatici. Il MION, a questo proposito, riferisce:
“mi sono reso disponibile per la perquisizione nel mio ufficio dove avevo i documenti relativi ai fatti che mi venivano contestati, ma anche la documentazione relativa al caso Narducci e in particolare tutta la documentazione relativa alle intercettazioni di cui curavo le scadenze, le proroghe e le nuove aperture e un procedimento su un appartenente alla Polizia Provinciale che era stato originato da uno stralcio sul caso Narducci. L’Ispettrice Napoleoni e il dr. Chiacchiera erano perfettamente a conoscenza che io lavoravo in particolare sul caso Narducci… e mi hanno preso tutti i documenti che si trovavano sulla scrivania e nei cassetti, ivi compresi quelli relati ad altri procedimenti e in particolare quelli del caso Narducci, tra cui tutta la documentazione relativa alle intercettazioni e materiale informatico.”
l’Ispettrice Napoleoni nel corso della perquisizione a casa mia, che in pratica non è stata fatta, mi ha chiesto i CD del caso Narducci, perché lei riteneva che io ce l’avessi. Infatti sapeva che l’Ispettore Fantauzzi aveva dei CD sul caso Narducci e data la delicatezza del caso pensava che anche noi ne avessimo delle copie. Io sono rimasto sorpreso di questa richiesta e ho chiesto a che cosa servissero loro questi CD. Hanno guardato nei cassetti e altrove perché cercavano i CD del caso Narducci. Io però dicevo che non avevo i CD di questo caso, anche se li avevo in un primo tempo.”
Dopo Mion spiega d’aver saputo di esser stato intercettato e che le sue utenze erano ascoltate proprio da Michela NAPOLEONI.
Con chi e di cosa parlava il Mion?
Con i colleghi che stavano intercettando le utenze proprio di Luigi Napoleoni.
Cito: “la Napoleoni era a conoscenza dell’attività di intercettazione (sulla sua famiglia). Ricordo anche che nel periodo in cui i miei telefoni erano sotto controllo facemmo anche attività di indagini in S. Casciano Val di Pesa.
l’Ispettrice Napoleoni e il Dr. Chiacchiera, hanno voluto consultare il mio computer portatile ed hanno cancellato alcuni files, dopo avermi allontanato ed avermi chiesto la password. La stessa cosa Monica Napoleoni ha fatto sul mio computer fisso ….ha cancellato anche una cartella contenente foto dei ritagli di giornali riguardante la vicenda Narducci dal 2002 fino al giorno del mio arresto. …alla restituzione del materiale sequestrato mancavano 6 atti sull’attività di indagine su Narducci”
Quindi Luigi e Monica Napoleoni ascoltando le intercettazioni di Mion, vengono a sapere di essere intercettati. La figlia fa sequestrare tutto il materiale su Narducci, che sparisce nel nulla.
Sempre da le note informative cito la Cataluffi:
“Ricordo perfettamente di aver presentato il Napoleoni a Pasquini e ricordo che il dialogo è stato effettuato fuori dal Comune. Io ero presente a quel colloquio e confermo che Napoleoni disse al Pasquini che Trio e Narducci erano molto amici Riconosco fra le persone Gino Arcangeli, dello studio Dean, che è l’uomo con gli occhiali e la maglietta ..che si vede sulla sinistra del pontile con il braccio destro appoggiato alla ringhiera.”
Nella foto la folla sul pontile di Sant’Arcangelo per la messa in scena del ripescaggio del falso Narducci.
Ad incastrare Napoleoni e De Feo anche un documento molto discusso: gli appunti sui feticci.
Cito da un bellissimo lavoro di ricerca fatto da Valeria Vecchione e dai suoi consulenti visionabile sul suo canale youtube dal titolo: Mostro di Firenze – Gli appunti di Napoleoni
Durante le perquisizioni nell’ufficio di Luigi Napoleoni furono trovati degli appunti datati 30 settembre 1985 e siglati dallo stesso Luigi Napoleoni con le lettere L e N in corsivo, e dall’ispettore Leonardo Mazzi, la cui traduzione fu molto travisata nella sentenza Micheli. Sono 7 pagine di appunti disordinati che si riferiscono anche al 1984 e anche all’inchiesta su Poli, sulla Caltabellotta ecc. ecc.. Gli appunti sono scritti probabilmente da mani diverse, e forse dettati al telefono, perché c’è scritto bar Giolli con la G e non con la J, che è strano, perché se avesse visto l’insegna del bar lo avrebbe scritto con la J. Ci sono però dei bar Giolli con la G pochi attualmente non a Firenze.
Secondo la traduzione di Valeria Vecchione e del suo grafologo la frase trascritta è:
“feticcio in telo marrone nasconde in casa disabitata lontana dall’ufficio postale- taxi colore azzurro.”
Nell’immagine un lavoro ben fatto dal grafico Simone D’angelo, che analizza la parola sillaba per sillaba, confrontandole con quelle della altre parole degli appunti. Feticcio:
le t di “disabitata” e “postale” e “lontana” sono uguali a quella di feticcio; (verde chiaro)
le due i di “feticcio” sono simili, nella costruzione a capanna, alla i di “ taxi” “perizia” “disabitata” e “ufficio” (azzurro) .
il dittongo io è uguale a “luglio” e “ufficio” (azzurro e viola)
le due c sono uguali a “ucciso” e “ufficio” (verde scuro)
la f di feticcio è uguale alle f di “ufficio” e “fuoco” (giallo)
Inaccettabile, per me, la versione di chi citando una non ben specificata perizia dice che la parola è fabbricati, perché non ci sta proprio come sillabe e la doppia b proprio non c’è non è visibile.
La casa in cui li trovarono non può essere quella in via dei Serragli dove abitava Poli, che di fatto non era disabitata.
I taxi dal 70 al 93 potevano essere di qualunque colore anche azzurri, poi una legge impose il colore bianco.
Le immagini sono prese da un lavoro di Valeria Vecchione qui si vede bene a sx la firma di Leonardo Mazzi della questura di Perugia e al centro la sigla di Luigi Napoleoni in fondo alla pagina al centro N L , tanto che mai Napoleoni osò negare che gli appunti fossero suoi o comunque da lui siglati, letti e verificati.
In quest’altra immagine si analizza la parola nasconde che inizia con un trattino orizzontale , come quello davanti a taxi, e poi inizia la n. Nasconde: la s scende sotto il rigo di base come in “tasca” e come in “suo”. Disallinea spesso la s verso il basso. La o ha un convolvolo interno all’ovale come in a di “raccomandata” e la d ha un ovale buio senza luce interna. Praticamente lui dopo la n di “nasconde” gira in basso a dx e risale dritto per fare l’asta e per non staccare, perché: ha una scrittura attaccata .
Nella immagine sopra la s di nasconde ha la stessa struttura della s di postale e così pure in altre s nella seconda metà del foglio 7 di soldi, sigillata, e usciti
Per Mignini c’è scritto feticcio, mentre, il grafologo di Micheli non capisce la parola feticcio, poverino, ma la Micheli nulla conta: è carta straccia!
Quindi anche gli appunti sono una prova diretta che Napoleoni, andò a Firenze, o comunque la sua squadra tra cui De Feo e trovarono i feticci e non in casa di Poli. Dagli appunti però non è chiaro a chi appartenessero questi feticci, questo però lo si può dedurre da quello che disse De Feo alla Agostinucci cito, che fa sempre bene ricordare:
“Mi scuso per il ritardo ma stamattina siamo dovuti andare a Firenze a fare una ispezione nell’appartamento privato del Dr. Narducci dove abbiamo rinvenuto reperti umani femminili raccapriccianti”.
Sono quelli nel telo marrone che nasconde in una casa disabitata.
Cito dalla testimonianza di Leonardo Mazzi del 15 dicembre 2003 la prova che Napoleoni e la sua squadra andarono a San Casciano:
“Domanda: ” ricorda altri particolari circa la vicenda attinente alla morte del professor Narducci?”
Risposta: ” Ricordo che Napoleoni, circa due anni fa, mi telefonò perché voleva che io l’aiutassi a ricordare chi era stato con lui a San Casciano Val di Pesa e se, per caso, fossi stato io. Io gli risposi sorpreso, che non sapevo neppure che lui era stato a San Casciano. Poi gli dissi di consultare i registri dei servizi e gli consigliai anche di sentire i colleghi sardi, che spesso andavano con lui, ma Napoleoni mi rispose che già li aveva consultati e che loro non si ricordavano assolutamente di esserci andati. In ogni caso il Napoleoni mi disse di essere stato a San Casciano e l’unico dubbio era sul fatto di chi lo avesse materialmente accompagnato.“
Quindi Il Napoleoni andò proprio a San Casciano a far ricerche con la sua squadra tra cui c’era De Feo, e San Casciano, come del resto Foligno non hanno nulla che fare con Poli.
Aggiungo la telefonata intercettata tra Luigi Napoleoni e sua figlia Monica
A questo punto cito le note di servizio cioè la richiesta di Napoleoni dei rimborsi per le trasferte
Cito da note informative https://www.mostrodifirenze.com/wp-content/uploads/2022/03/29-giugno-2004-Informativa-stato-indagini-Perugia.pdf
“I brogliacci del lavoro dei dipendenti con le ore di straordinario effettuate, dai quali risultava che il predetto ispettore ed altri dipendenti (tra cui Antonio Tardioli) che lo avevano coadiuvato, avevano svolto attività “straordinaria” in relazione al “Mostro di Firenze” anche a Foligno (centro presso cui il Narducci aveva uno studio privato). L’esame di quell’incartamento consentiva di accertare (si riporta testualmente le annotazioni relative all’incartamento):
10.9.1985: ore 18/20 e 22/04 Indagini relative al Mostro di Firenze – Servizi Di p.g. e sicurezza pubblica in Foligno;
11.9.1985: ore 17/20 Indagini relative al Mostro di Firenze;
27.9.1985: ore 21/03 Servizio di ordine e sicurezza pubblica – prevenzione dei reati nella città di Foligno;
8.10.1985: ore 21/24 Indagini p.g. in Foligno per duplice omicidio Firenze;
9.10.1985: ore 6/8 e 16/20 ricerche persona scomparsa – dott. Narducci Francesco – Lago Trasimeno;
9.10.1985 Tardioli Antonio ore 21/2H Indagini relative agli omicidi di Firenze.
10.10.1985: ore 16/19 ricerche sul Lago Trasimeno con le relative isole per la scomparsa di cui sopra
12.10.1985: ore 16/19 e 20/24 ricerche sul Lago Trasimeno
13.10.1985: idem (con una freccia corrispondente che riporta al giorno precedente alla voce ricerche sul Lago Trasimeno);
15.10.1985: ore 21/01 servizio riservato città di Foligno;
18.10.1985: ore 21/02 servizio riservato a Foligno“
Dai documenti acquisiti e dai dati sopra riferiti, le attività di polizia giudiziaria dell’ispettore Napoleoni possano quindi riassumersi come segue: Il giorno della notizia relativa alla scoperta dei cadaveri dei due turisti francesi in località Scopeti di San Casciano (10 settembre 1985) l’ispettore svolge indagini sul “Mostro di Firenze” e servizi di polizia giudiziaria a Foligno e non è chiaro se le indagini sul “Mostro” furono eseguite a Foligno ovvero in altra località. (a Cascito ad es.)
L ’11 settembre l’ispettore proseguì le indagini sul Mostro di Firenze.
Interrogato in data 26 giugno 2002, in relazione all’appartamento fiorentino, l’ispettore nulla sapeva dire in relazione ai servizi straordinari a Foligno e sul Mostro di Firenze che risultavano dalle annotazioni nel registro degli straordinari.
La denuncia di Cristina Pompei, molto strana, a Paolo Poli è del 26 settembre, tutto ciò che riguarda le indagini sul mostro di Firenze e su Narducci partirono molto prima.
Certo è che appare quanto mai singolare anche la circostanza che la notte della scomparsa del Narducci (8 ottobre 1985) il Napoleoni si fosse recato a Foligno per svolgere indagini sui delitti del Mostro di Firenze. Ancor più singolare ove si consideri che l’ispettore, proprio quella notte, fu avvisato dal questore dell’epoca, dott. Francesco Trio, della scomparsa del professore e che fu invitato a recarsi al lago per partecipare alle ricerche. Come pure singolare è il fatto che l’agente Antonio Tardioli il 9 ottobre (Vedi 10 settembre 1985) (quando quindi erano nei pieno le ricerche del Narducci) abbia svolto servizio straordinario con orario 21/24 in relazione ai delitti del Mostro di Firenze. — . Appare, quindi, plausibile che, per il personale della “Mobile” di Perugia, che stava indagando sulla scomparsa del medico perugino, quella scomparsa fosse in qualche modo riconducibile alla vicenda del “Mostro di Firenze”. Da ultimo, si rileva che dalla nota della Questura di Perugia del 13 settembre 1985, a firma del dirigente della Squadra Mobile, dott. Alberto Speroni, con cui furono trasmesse alla Mobile di Firenze le prime dichiarazioni del Frivola insieme all’identikit, non c’è traccia di servizi svolti a Firenze da quel personale.
Quindi non sono andati a Firenze dopo l’identikit del medium è tutto falso! Andarono prima e nessuno ufficialmente sa il perché: infatti Napoleoni mai lo dirà e di fatto mentì!
Cito ancora dalle note informative https://www.mostrodifirenze.com/wp-content/uploads/2022/03/29-giugno-2004-Informativa-stato-indagini-Perugia.pdf
“appare pertanto verosimile che l’ispettore Napoleoni, ancor prima della scomparsa del Narducci, avesse collegato – e non si sa come, né lo stesso l’ha saputo spiegare (invitato per ben due volte ritualmente negli uffici del G.I.De.S., per essere sentito su delega di questo P.M., l’ispettore non si è presentato adducendo motivi di salute) – i delitti del Mostro di Firenze alla persona di Francesco Narducci, svolgendo una attività d’indagine, anche fuori della giurisdizione di competenza, della quale non c’è traccia neppure agli atti dell’attività giudiziaria, che doverosamente avrebbe dovuto essere comunque avvisata. Attività d’indagine, peraltro, molto specifica ove si consideri che l’ispettore addirittura si recò a Firenze per individuare l’appartamento del Narducci e poter rinvenire le parti anatomiche asportate alle povere vittime che sarebbero state tenute sotto formalina o alcol, come dallo stesso affermato.“
Quindi il Napoleoni oltre che :
falso,
reticente,
smemorato
credente nelle forze sovrannaturali del medium
era anche malaticcio!
Anche questi sono atti ufficiali non de relato che confermano la versione Agostinucci. Ma perché De Feo e Napoleoni avrebbero mentito? E viceversa perché mai la Agostinucci avrebbe mentito?
La Agostinucci potrebbe aver mentito, ma non aveva nessun motivo di inventarsi questa storia, e soprattutto non avrebbe nemmeno potuto, dato che non sapeva nulla dell’attività di Napoleoni, (che fa esattamente quello che dice De Feo e negli stessi luoghi), come poteva inventarsi la trasferta a San Casciano, i feticci a casa di Narducci, l’occultamento ecc. ecc.
Mentre De Feo e Napoleoni erano costretti:
– a mentire,
– ad essere reticenti,
– a darsi malati
– o smemorati
– ad attaccarsi al sovrannaturale
altrimenti finivano in galera!
Elenco dei reati a cascata commessi dalle forze dell’ordine. Per lo strazio della famiglia Narducci. La lista temo che sia di molto lacunosa:
Mancato arresto
Falsa testimonianza e occultamento delle prove cioè dei feticci.
Scambio di cadavere
Occultamento dello stesso
Falsa testimonianza sullo stesso ecc. ecc.
Di contro c’è chi accusa la Agostinucci di essere immersa nell’ambiente massonico, questo è molto plausibile dato il ruolo del marito e dei figli poi, ma non c’è nulla che possa dimostrare o giustificare una sua eventuale menzogna. Non avrebbe avuto nessun vantaggio, anzi, ad inventarsi una storia del genere.
A queste va aggiunto un appunto trovato nei faldoni della SAM che le conferma
Cito DA gides: https://www.mostrodifirenze.com/wp-content/uploads/2007/04/Gides-4-aprile-2007.pdf
“Con informativa in data 27 luglio 2004, il Gides informava questa Autorità Giudiziaria che in un faldone del vecchio archivio SAM è stato rinvenuto quanto segue
“In superficie vi è un foglio, tipo modulo del Ministero dell’Interno per messaggio, ingiallito dal tempo, sul cui retro, vergato a mano, con penna a biro di colore blu, vi è annotato quanto segue:
“dr. NARDUCCI FRANCESCO – medico – Perugia via Savonarola 31 – ed era proprietario di un appartamento a Firenze (così almeno si legge, n.d.r.) ove avrebbero trovato dei bisturi e feticci – si sarebbe suicidato buttandosi nel Trasimeno” »”
Quando alla SAM, Giuttari e il Gides, chiesero conto di questo appunto scoprirono che lo scrisse il commissario Salvatore Sirico il quale affermo di averlo scritto, (anche perché non poteva far altro visto che era il suo fascicolo con la sua grafia.) Ma dichiarò a verbale il 29 settembre 2004:
“tenuto conto del tempo trascorso, circa vent’anni, non sono in grado di fornire spiegazioni in proposito e, poiché mi sto sentendo a disagio, intendo rappresentare che all’epoca di cui stiamo parlando, l’Ufficio SAM trattava una miriade di nominativi e tolti i nominativi più famosi e cioè il PACCIANI e quelli collegati al delitto del ’68, degli altri io non ho ricordo.”
Quindi:
non sa
anzi non ricorda
è a disagio
e stavano indagando su Pacciani quindi non fece caso a dei feticci trovati
Quando mai un commissario si dovrebbe ricordare perché che ha scritto che a Francesco Narducci trovarono i feticci in una casa a Firenze?
E’ di così poco conto che certo uno se lo scorda.
Potrebbe, come ipotesi, a questo punto lecita, essere lui ad averli trovati e ad aver chiamato Napoleoni, e potrebbe essere sempre lui quello della procura di Firenze indicato da Napoleoni come accompagnatore, ma anche Napoleoni non ricorda bene. Cito Napoleoni dal verbale del 25 gennaio 2002:
“Non ricordo come entrammo in quella casa e se chiedemmo aiuto alla Mobile fiorentina, come si fa sempre in queste occasioni, né tantomeno se avvisammo l’Autorità Giudiziaria.”
Il commissario Sirico sapeva e mentiva! Lo si deduce da questa informativa:
“Si è anticipato che l’ispettore Sirico ha riconosciuto la paternità dell’appunto sulle autovetture transitate e questo particolare non può non averlo riferito a Zizzi e anche ad Acquaro, quest’ultimo residente in territorio perugino. E’ verosimile che ne fosse venuto a conoscenza anche il dottor Sandro Federico, all’epoca dei fatti, direttore della SAM e, con lui, anche i magistrati fiorentini che dirigevano le indagini. Sebbene Sirico avesse perso memoria del Narducci, indicato anche da Zizzi come un personaggio che si aggirava nella sede degli « Hare Krishna », nei pressi degli Scopeti, il giorno dell’ultimo delitto della serie, Sirico, trasferito presso la Squadra Mobile di Firenze, ricevette l’incarico di contattare il corrispondente organo di polizia giudiziaria– cioè il Reparto operativo dei Carabinieri di Firenze– così contattando proprio il maresciallo Oggianu, cui chiese notizie di Narducci. Sentito il 15 marzo 2005, il maresciallo Francesco Di Leo, aggregato alla Squadra Anti-Mostro (SAM), ha confermato la missione perugina del Maresciallo Oggianu: « Sì, ricordo che il maresciallo Oggianu si recò a Perugia per svolgere indagini sul Narducci ciò sarebbe avvenuto, secondo quanto riferito dal Brigadiere Mario Fringuello, dopo la morte di Narducci, cioè dopo l’8 ottobre 1985. I due militari fiorentini, sempre secondo Fringuello, lo informarono che il medico lavorava presso l’Ospedale della Santissima Annunziata sito in località Ponte a Niccheri nel comune di Bagno a Ripoli (FI). Relazione della commissione antimafia pg 57
Forse, ed è lecito pensarlo, l’ispettore di Firenze che trovò i feticci fu proprio il commissario Sirico. Tra tutte è l’ipotesi più plausibile di come abbiano scoperto i feticci.
Infine valuto l’attendibilità dei protagonisti.
Abbiamo visto che il commissario De Feo, prima nega tutto, nega anche che ha fatto indagini su Narducci, ma mente, poi dice che erano solo voci, poi che la Agostinucci aveva capito male: tagli non feticci, poi che era andato a Firenze ma non davvero, era solo una scusa, poi c’è Micheli che ride alla barzelletta e gli crede. Invece il commissario Napoleoni, prima nega, poi dice, che è andato a Firenze a cercar feticci con esito negativo, ma ci sono gli appunti dove scrive feticcio in telo marrone, e perché c’è andato?
Ma c’era un medium che ha fatto un sogno, e il Micheli gli crede, poi Napoleoni di colpo non ricorda nulla perde la memoria, poi Giuttari lo chiama due volte ma è sempre malato, perde la salute, la ritroverà, ma solo la salute, alla prescrizione grazie a Micheli.
Tuttavia sono sempre e comunque commissari di polizia, non ci dovrebbe essere nessuna differenza tra la loro parola e quella della Agostinucci, ma purtroppo temo che la loro parola abbia più peso. Del resto ci sono stati molti esempi di accusatori delle forze dell’ordine finiti o in galera o dati per pazzi: Gianfranco Mandelli, Domenico Maria Rizzuto, Mariella Ciulli e Maria Consolata Corti.
Ci sarà sempre qualcuno che dirà che la Agostinucci ha capito male e che loro non possono aver mentito perché sono le forze dell’ordine, malgrado sia palese che abbiano mentito e fatto reticenza sono pur sempre commissari.
CONCLUSIONI
Ho messo a confronto la frase di De Feo citata dalla Agostinucci e cioè:
“Mi scuso per il ritardo ma stamattina siamo dovuti andare a Firenze a fare una ispezione nell’appartamento privato del Dr. Narducci dove abbiamo rinvenuto reperti umani femminili raccapriccianti”.
Con :
le testimonianze dei figli della Agostinucci che confermano di averne parlato davanti al padre.
le 5 versioni del fatto, date da De Feo nelle quali mente nelle prime quattro, ma anche nella quinta perché disse di essere andato a Firenze, ma non era vero, aveva mentito, per trovare una scusa perché era in ritardo.
La testimonianza Giannoni a dimostrare che De Feo fece indagini su Narducci e sapeva ce non gli avrebbero fatto l’autopsia
La testimonianza di Napoleoni che dice di aver cercato feticci a Firenze ( proprio come disse De Feo)
Gli appunti di Napoleoni dove scrive “”feticcio in telo marrone nasconde in casa disabitata lontana dall’ufficio postale- taxi colore azzurro.” Come dichiarato da De Feo e in contrasto con l’affermazione di Napoleoni ( l’esito delle ricerche fu negativo).
il fatto che Napoleoni ha trovato i feticci in una casa disabitata: diversa da quella di Poli e che ha fatto indagini dirette a Firenze ( come dice De Feo)
il fatto che Napoleoni parla con la figlia al telefono e le dice “questo o dico io Narducci “teneva i macabri resti delle donne uccise”. (come dice De Feo)
il fascicolo di Sirico su Narducci, con la dicitura “ era proprietario di un appartamento a Firenze ove avrebbero trovato dei bisturi e feticci” ( come dice De Feo)
Da tutti questi confronti incrociati deduco che probabilmente la Agostinucci disse la verità mentre De Feo e Napoleoni mentirono.
Questo non dimostra che Francesco Narducci fosse il mostro di Firenze, ma per lo meno il detentore dei feticci. Cosa ne faceva Francesco Narducci dei feticci: nessuno lo sa. Forse un macabro souvenir, ma più probabilmente messe nere sataniche e riti esoterici come quelli descritti da Elena Testi. Giuliano Mignini dice che ci fu l’ordine di bloccare le indagini sull’omicidio di Francesco Narducci sia ai carabinieri che alla polizia. Un ufficiale dei carabinieri: il colonnello Antonio Colletti malgrado avesse un informatore sulla pista dell’omicidio, e sulla setta di cui Narducci faceva parte, dovette desistere.