SULLA RETRODATAZIONE DEL DUPLICE OMICIDIO DI SCOPETI.
Nel 2002 fu presentata dagli avvocati Nino Filastò e Nino Marazzita una richiesta di revisione del processo Vanni e altri a Genova, per stabilire la data della morte dei due francesi, ma è stata bocciata perché: cito
”le valutazioni del professor Introna risultano formulate soltanto su rilievi fotografici e senza quindi l’esame diretto dei cadaveri, effettuato invece dai periti che hanno infatti fondato le loro conclusioni sopra tutto sull’entità e localizzazione dei processi putrefattivi pur tenendo conto come si e’ già osservato anche della presenza della fauna cadaverica” “dalle fotografie non si possono determinare le specie e gli stadi delle mosche carnarie colonizzatrici e quindi l’intervallo post mortem.”
https://calibro22.blogspot.com/2015/06/ultima-fermata-scopeti.html
Date queste premesse, cioè: che è impossibile dalle fotografie valutare meglio di quello che fecero al tempo i periti direttamente sui cadaveri: è molto improbabile che si riesca ad ottenere una revisione del processo, anche in futuro. Ultimamente è stata richiesta un’altra revisione degli avvocati Biscotti e Mazzeo sempre a Genova, con la perizia del prof Stefano Vanin.
ANALISI ENTOMOLOGICA
L’oggetto dell’entomologia forense consiste nel caratterizzare i cicli vitali di questi insetti, per prevedere, tenendo conto delle variabili ambientali, il tempo di permanenza degli individui in ciascuna delle fasi immature, in modo tale da applicare le previsioni ai casi reali, ovverosia partendo da ciò che si rinviene al momento della scoperta del cadavere.
Nel 1668 Francesco Redi compie il primo esperimento medico della storia seguendo il cosiddetto Metodo Scientifico Sperimentale: egli studia i fenomeni di decomposizione della carne sia esposta all’aria sia in recipienti chiusi. Con questo lavoro fu in grado di demolire sperimentalmente il concetto della “generazione spontanea” (abiagenesi), secondo cui le larve sarebbero prodotte “spontaneamente” dalla carne, teoria già enunciata da Aristotele e sostenuta fino ad allora dalla Scuola Aristotelica. A metà del diciannovesimo secolo un inventario delle specie di insetti e di altri artropodi legati ai fenomeni di decomposizione fu redatto da Orfila, ma senza un nesso con eventuali omicidi: in questo trattato, datato 1831, sono descritte 30 specie e viene preso in considerazione il ruolo dei Ditteri e dei Coleotteri nell’attacco e nella distruzione del cadavere, contribuendo anche ai primi studi sulla fauna riscontrata nelle esumazioni e sulla successione di artropodi che si avvicendano sul cadavere umano.
Cosicché l’entomologo forense, osservando lo stadio di sviluppo nello specifico, può stabilire a quanto tempo dal sopralluogo sono state deposte le prime uova. L’analisi necessita della raccolta sul cadavere di un congruo numero di larve e uova che poi vengono lasciate sviluppare nelle opportune condizioni ambientali, in modo da verificare il tempo necessario al completamento del ciclo per ogni campione e da ricostruire a ritroso la tempistica della colonizzazione.
Il lavoro è reso complesso dalle numerose variabili, sia interspecie che tra individuo ed individuo, nonché da quelle ambientali come temperatura ed umidità (ma concorrono anche il tipo di substrato nutrizionale e il ritmo circadiano).
Si può apprezzare l’ampia finestra di variabilità, a parametri ambientali costanti, indotta dalle differenze individuali. Sul cadavere, infatti, si troveranno larve provenienti da più cluster di uova, ciascuno dei quali deposto da una singola femmina con le proprie caratteristiche genetiche e tempi di schiusa variabili. Il valore fuori parentesi è la moda per l’intera popolazione per ciascuna fase, ovverosia la frequenza dell’intervallo temporale di permanenza in una determinata fase presentato dal maggior numero d’individui. Ad esempio: se su cento uova 10 schiudono a 20 ore, 20 schiudono a 10 ore e 70 a 15 ore, la moda sarà 15 ore. Se ho un numero consistente di individui in una determinata fase, la moda è una rappresentazione realistica dell’intervallo di passaggio da fase a fase.
Nella foto al microscopio elettronico gli spiracoli delle larve. Gli stadi delle larve (INSTAR IN INGLESE) delle mosche carnarie sono tre e si distinguono al microscopio dagli apparati buccali e respiratori detti spiracoli. Le differenze servono ad identificare le specie. Le larve di carnarie in genere vanno da 0,5 a 2 mm alla schiusa a più di 1 cm nella fase di larva adulta: più di 10 volte la differenza si vede ad occhio.
Prendendo invece un singolo cluster di uova, cioè deposto da una singola femmina, la variabilità è ridotta cioè non avviene che al minuto X tutte le larve INSTAR I ( fase I) diventano INSTAR II, ma c’è una distribuzione graduale che nell’esempio si completa in qualche ora, ma che anche si restringe all’aumentare della temperatura.
Trascorso un certo numero di ore, le uova schiudono facendo emergere piccole larve in primo stadio di sviluppo (I INSTAR), grandi circa un paio di millimetri. Le larve si concentrano in masse, accrescendosi fino al secondo stadio di sviluppo (II INSTAR) e raggiungendo i 7\8 mm di lunghezza. Passato un ulteriore intervallo di tempo, si giunge infine al terzo stadio di sviluppo (III INSTAR), caratterizzato da una prima fase ad alta capacità spoliativa, che porta gli individui immaturi ad accrescersi fino a raggiungere 16\18 mm e oltre, e da una seconda fase in cui avviene l’interruzione della nutrizione e l’inizio della migrazione. A questo stadio le larve migrano lontano dal cadavere (addirittura 50 mt in un caso) per trovare un luogo idoneo alla pupazione, dalla quale, dopo giorni o settimane, emergerà l’individuo adulto pronto allo sfarfallamento.
di Gabriella Costantini che è un’entomologa forense
Cito il blog di Enrico Manieri https://mostro-di-firenze.blogspot.com/2008/12/entomologia-forense-il-duplice-omicidio.html
che giustamente asserisce:
“le dimensioni delle larve non sono legate linearmente al tempo trascorso, ma alla quantità di calore immagazzinata, quindi la dipendenza non è dal solo tempo, ma dalla temperatura e tempo a cui avviene lo sviluppo della larva: pochi gradi di differenza possono avere ampie escursioni di tempi per raggiungere le medesime dimensioni. A tal fine, lo sviluppo di una larva si misura in ADH, Accumulated Degree Hours, o in ADD, Accumulated Degree Days, non in ore o giorni.”
Dal blog dell’investigatore Davide Cannella https://calibro22.blogspot.com/2015/
cito:
“Se poi proviamo a fare un esempio più realistico, dobbiamo tenere da conto le temperature medie reali. Per esempio, tra il 7 e l’8 Settembre 1985 le temperature erano le seguenti. La max è sui 30,6°, ma la media è sotto i 24°C. Prendendo il caso di C. Vicina e Lucilla (Phaenicia) Sericata, che come visto prima sono tra le specie più rappresentative alle nostre latitudini, ad una temperatura media di 23.3 °C, pari a quella del giorno 8 Settembre, possiamo vedere dalle seguenti tabelle che per arrivare ad un INSTAR I sono necessarie almeno 21 ore, e che per un INSTAR II bisogna aspettare almeno 45 ore dalla deposizione. Ovviamente ciò è solo indicativo, seppur rilevato da un lavoro importante come quello di Anderson, ed è per questo che per trarre delle conclusioni ci sono gli entomologi e gli entomologi forensi! Ne abbiamo 6 di entomologi.”
Le famiglie di mosche carnarie più importanti sono le Calliphoridi, tra cui ci sono il moscone verde (Calliphora) e quello blu, (Lucilla)
foto del ciclo di un moscone verde la larva ha la sue massime dimensioni a 3 gg dalla deposizione delle uova ed è più grossa del moscone stesso.
Cito da un lavoro di entomologia forense : “una larva di calliphora nasce che pesa 1 mgr dopo 5 gg pesa 0,84 gr 800 volte di più!…quando la larva smette di nutrirsi diventa vagante“
Ecco un altro indice, oltre le dimensioni, dello stadio di una larva: la larva adulta migra per impuparsi quindi la si trova sulla pelle e non più dove è stata deposta: sulle mucose, nelle ferite o sul sangue colante.
L’altra famiglia molto importante è quella delle Sarcophagidi, che depongono larve già schiuse, non uova. Ma le larve sono piccolissime da 0,8 a 1,2 mm . Il ciclo vitale dei Sarcophagidae differisce fondamentalmente per la mancanza di ovodeposizione. Le femmine infatti depongono sul cadavere direttamente larve in I INSTAR. Rispetto alle Calliforidi, le Sarcofagidi le si ritrova in un minore numero di casi tra la microfauna cadaverica e colonizza più tardi i cadaveri rispetto alle calliforidi.
Nella tabella alle condizioni di 80 F cioè 26,6° gradi le sarcofagidi le prime tre per arrivare anche solo al primo stadio hanno bisogno di min. 16 ore
Nella foto il ciclo della sarcophaga carnaria, il moscone grigio la cui larva impiega 3 gg dalla vivi- deposizione alla massima dimensione che può arrivare a 1,5 cm.
Io penso che professori di entomologia conoscano perfettamente i tempi di crescita massima nelle specie presenti a Scopeti ai primi di settembre li cito dal libro “al di là di ogni irragionevole dubbio di Paolo Cochi e Francesco Cappelletti :
professor Francesco Introna, dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Bari, consulenza entomologico-forense svolta su alcune immagini nel 2002 cito dal blog di Cannella:
L’esame delle foto effettuate in sede di sopralluogo rivela:
-presenza di intensa attività di larve di ditteri in I fase di sviluppo
-presenza di larve di ditteri in III instar
-presenza di larve ditteri in III e I stadio di sviluppo a livello del fianco destro
-presenza di larve di ditteri in III stadio di sviluppo a livello della mutilazione pubica
-presenza di dermestidi (coleotteri) a livello della amputazione pubica
Quindi larve addirittura in terza fase e addirittura Dermestidi, che in genere colonizzano il cadavere ben dopo i ditteri, da 12 a 72 h dopo. Questa famiglia si nutre dei cadaveri, altri coleotteri, come pure le formiche, si nutrono invece delle larve della mosche quindi arrivano dopo queste. La presenza di coleotteri non può indicare l’intervallo post mortem perché è troppo variabile.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1018364720300367
dal blog di Manieri si vede che la colonizzazione delle sarcophagidi in generale è successiva alle calliphoridi, lo stesso dicasi per i coleotteri. Nella tabella sotto si evidenzia che il tempo di disfacimento di un corpo in presenza di insetti è molto più rapido che non caso non ve ne siano, come in certi ambienti chiusi.
Cito ancora Introna:
“L’esame della foto effettuata in sede di autopsia rileva
Presenza di larve di ditteri in III instar a livello del volto
E’ possibile inoltre rilevare i segni di una intensa attività spolatrice tipica dei ditteri in I stadio a livello del volto e della amputazione pubica (aree nerastre) L’area nerastra, è tipica per l’azione spoliatrice di una massa larvale di fresca schiusa”.
Le uova dei calliphoridi impiegano un tempo variabile per schiudersi orientativamente compreso fra 18 e 24 ore per temperature oscillanti sui 27 °C.
Alcuni autori in piena estate ed in condizioni particolarmente favorevoli hanno descritto una schiusa in 9-11 ore. E’ il minimo descritto in letteratura.
Nel caso in esame, anche volendo forzare la mano e supporre che i primi a deporre furono i sarcofagidi (larvipari – evento estremamente difficile a realizzarsi ) per riuscire a raggiungere un III stadio di sviluppo, così come chiaramente rilevabile dalle foto B e D, la deposizione delle larve non poteva che essersi verificata come limite minimo 25 ore prima delle ore 17 del 9. Settembre“
Dalle foto è impossibile identificare le specie delle larve e il loro stadio. Il professore di entomologia Introna se si è sbilanciato sullo stadio 3, vuol dire solo una cosa: ha stimato le larve in foto sopra il cm, quindi allo stadio 3 di qualsiasi genere fossero. Questo però non è bastato e l’istanza di revisione del processo depositato alla procura di Genova fu respinta proprio per la mancanza di identificazione
nella foto Larva decisamente adulta e migrante sul mento di Nadine Le dimensioni contano! E dalle foto si possono ottenere, in teoria, le dimensioni delle larve: le foto di Nadine, furono fatte a Scopeti alle 17 del 9 settembre 1985, non è chiaro se ci siano foto anche di Jean Michel a Scopeti, mi sembra impossibile che non ci siano, comunque ci sono foto di Nadine e di Jean Michel fatte sul tavolo autoptico. Dalle foto non si possono dedurre né la specie, né lo stadio delle larve:
Per me, ma è solo una mia impressione, (non ho le perizie citate solo il libro di Cochi) non hanno ricavato le dimensioni delle larve dalle foto, perché altrimenti le avrebbero citate, tagliando ogni polemica, per me hanno fatto valutazioni approssimative! Certo che il bigattino di 1 cm rispetto ad una larva di 4- 5 mm confrontato ad un dente o all’occhio ecc. si vede!
Un confronto è possibile farlo con una foto del viso di una delle vittima tedesche: Uwe Rush, perché gli inquirenti vi posizionarono un righello sull’occhio.
Nel confronto con la foto di Nadine si possono apprezzare le differenze tra 1 cm cioè la larva sul collo e qualche mm cioè le dimensioni che dovrebbero avere le larve schiuse da poche ore.
cito la perizia autoptica di Maurri https://www.mostrodifirenze.com/wp-content/uploads/1985/09/Perizia-autoptica-Maurri-Bonelli-Cafaro-Scopeti-1985.pdf
sui corpi di Nadine e Jean Michel cito:
“Per quanto riguarda i fenomeni tanatologici sul cadavere della ragazza, essi sono stati controllati nel corso del primo sopralluogo, inizialmente verso le ore 17 del 9 settembre ….La fauna cadaverica era rappresentata da numerose uova e larve (queste ultime ancora brulicanti) di mosca carnaria in corrispondenza dell’emifaccia destra, con erosione smangiucchiamento dei tessuti molli locali.
Per l’uomo alla prima osservazione verso le ore 17, del 9 settembre rigor ovunque in atto, anche alle piccole articolazioni dei piedi, ovunque valido, con iniziale minor validità alla nuca le ferite hanno determinato una cospicua emorragia esterna, ma il cadavere dell’uomo, essendo stato spostato non è rimasto a contatto con il sangue tanto che sulla sua cute non si è infatti osservata la deposizione di uova di mosca; Alla mezzanotte sono presenti larve di carnaria all’emifaccia sinistra, senza erosione dei tessuti molli locali;“
Su Jean Michel Mauri nota che alle 17 non ci sono larve né uova sulla pelle, ma le carnarie non depongono sulla pelle, casomai sulle ferite (anche di animali vivi: miasmi) sulle mucose, e sul sangue. Maurri non fa un’analisi accurata su questi luoghi di deposizione, perché ai tempi l’entomologia forense non esisteva. Ma uova o addirittura larve dovevano esserci per forza su Jean Michel per avere poi le larve a mezzanotte. Quindi c’erano sicuramente almeno le uova alle 17, per avere le larve a mezzanotte, ma non furono viste, forse perché erano deposte all’interno di cavità e lesioni quindi nascoste.
Se la deposizione delle uova fosse avvenuta dopo le 17 durante il sopralluogo (dopo è improbabile perché i corpi li coprono) le uova mai e poi mai si sarebbero schiuse entro le 24 in cella frigo tra l altro. Le celle frigorifere a 2-3 gradi rallentano sia la crescita delle larve che la putrefazione. Invece è significativo il dettaglio dei tessuti erosi in Nadine e non in Jean, per l effetto tenda. Inoltre che la colonizzazione di Jean Michel inizi dopo le 17, pur essendo morto nella notte: è praticamente impossibile. Le mosche all’alba appena sentono il sangue depongono. Se fossero mosconi grigi e alle 17 Maurri non vede le larve, avrebbe dovuto vederle alle 21. Invece no, quindi difficilmente era il moscone grigio che depone le larve!
Nella foto l’apparato buccale delle larve di carnaria, che scavano la carne grazie ai loro enzimi e agli uncini buccali. Gli enzimi sono i responsabili delle aree nerastre della cute intorno alla proliferazione larvale. Ritorno sul dettaglio che alle 17 del 9 settembre su Nadine le larve avevano già eroso i tessuti molli. Non si parla di misurazioni quindi, penso che sia una valutazione a occhio, per vedere una cavità, cioè una mancanza di tessuto molle, le larve devono aver già mangiato tanto, le larve di 1 mm mangiano poco o nulla, non si vede a occhio una mancanza di tessuto, mentre le larve di 1 cm fanno i crateri.
Cito dal libro di Cochi il prof. Stefano Vanin, ricercatore dell’Università di Huddersfield nel Regno Unito in base alle foto, dice:
“le dimensioni delle larve indicano una avanzato stato di sviluppo non compatibile con la colonizzazione il lunedì”,: “ qualora il decesso fosse avvenuto la domenica sera ci saremmo aspettati una colonizzazione il lunedì mattina: il tempo di sviluppo delle uova è di alcune ore, (come minimo 10 ore) mentre le dimensioni delle larve in fotografia indicano un avanzato stato di sviluppo, quindi non compatibile con una schiusa delle uova del lunedì mattina” “Dal materiale iconografico sicuramente si può scartare una colonizzazione avvenuta il Lunedì mattina, ma sicuramente va collocata perlomeno nel giorno precedente e pertanto le vittime la domenica dovevano essere già morte“
Il dottor Antonio Osculati, anatomopatologo dell’università di Pavia, sul dato tanatologico desumibile anche dai verbali d’autopsia oltre che dalle foto, pone come più probabile addirittura la data del Venerdì, e scrive:
“Possiamo ipotizzare, alla luce di tutti i dati a nostra disposizione, un intervallo tra decesso dei due giovani e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985”.
“Possiamo escludere pressoché con certezza che il decesso sia avvenuto la sera precedente il primo sopralluogo (ossia domenica 8 settembre 1985). Possiamo affermarlo sulla base dei fenomeni trasformativi presenti al momento del primo sopralluogo (ore 17 di lunedì 9 settembre 1985): enfisema, reticolo venoso putrefattivo ed epidermolisi, per quanto il clima fosse caldo, suggeriscono che non possono essere trascorse meno di ventiquattro ore. Inoltre, sebbene il rigor fosse presente al momento del sopralluogo, la sua risoluzione completa il giorno seguente (martedì 10 settembre 1985) suggerisce che il decesso sia avvenuto nel terzo giorno precedente l’autopsia”.
Il professor Carlo Campobasso, anatomo patologo dell’omonima università molisana ed esperto di entomologia forense, alla domanda se sia davvero necessario retrodatare il delitto al Sabato, se non addirittura al Venerdì, risponde: “ritengo proprio di si, che sia il periodo più congruo non solo con le modificazioni post mortali espresse dai cadaveri, ma anche e soprattutto con la fase di sviluppo delle larve visibili in vari distretti del cadavere femminile, fase che appare del tutto incompatibile con le 16\18 ore attribuite dai CTU”
“Al tavolo anatomico, il giorno dopo il ritrovamento, dove è disponibile iconografia relativa anche al cadavere dell’uomo, possiamo apprezzare come i fenomeni trasformativi non abbiano grosse differenze tra l’uomo e la donna. Da ciò si può desumere che la permanenza all’interno della tenda non abbia modificato in maniera sensibile l’andamento dei fenomeni post mortali.“
Cito dal libro di Cochi il prof Giovanni Marello:
“ero in sala autoptica nell’85 ..quel caso fece molto discutere per quanto riguarda la cronologia della morte ..anche tra noi della medicina legale.”
Ricorda il professor Marello, proprio quella differenza di vedute che era emersa nell’immediatezza della valutazione e la perplessità del professor De Fazio, presente all’autopsia, che ancora oggi lui stesso condivide ritenendo la data della Domenica incompatibile non solo con le condizioni del cadavere femminile, ma anche con quelle del cadavere maschile mostrato nelle foto del Martedì mattina.
L’autopsia per Nadine è alle ore 11 del 10/9/ 1985 cioè il martedì a poco più di 24 h dalla presunta deposizione di uova o di larve nel caso di moscone grigio. Impossibile avere già i bigattini, cioè le larve adulte, sui corpi.
nella foto le spine delle larve delle mosche che permettono loro l’ancoraggio.
La dottoressa Denise Gemellaro, sempre entomologa, intervistata dal ricercatore Marco Aufiero non esclude invece la colonizzazione al lunedì ma le mosche:
se fossero calliphoridi (moscone verde, blu ecc.) la schiusa sarebbe avvenuta in 10 ore (io non l’ho mai vista in 25 anni di autopsie a migliaia di suini a tutti gli stadi di colonizzazione) ma anche se fosse, per l’effetto tenda, le larve uscite sarebbero meno di un cm (in foto si possono riconoscere) .
se fossero sarcophagidei come il moscone grigio che depone larve da 0,8 a 1,4 mm che per diventare adulte e lunghe oltre 1 cm ci impiegano 3 gg. Le dimensioni sarebbero compatibili con una deposizione di larve di moscone grigio da 0,8 mm almeno la domenica all’alba.
La prof Lambiase entomologa forense dell’università di Pavia, mette addirittura le esche di carne a Scopeti nel 2015 per valutare la colonizzazione delle carnarie.
Risultato individua:
– le specie presenti come Lucilla e Calliphora ma anche Sarcophaga e prevalentemente Calliforidi e secondariamente Sarcofagidi;
– lo sviluppo delle larve nel tempo
– che la tenda era esposta al sole solo dopo le 14,
– che non c’è in zona nessuna deposizione notturna,
– che la deposizione delle uova o delle larve non può essere stata il lunedì mattina ma almeno 24 ore prima, conclude che la colonizzazione il lunedì mattina non è compatibile. (dal libro di Cochi 2020).
La professoressa Lambiase, alla domanda se si possa datare l’omicidio alla Domenica sera risponde:
“…quindi con un ovodeposizione il lunedì mattina giorno del rinvenimento? Assolutamente no, non c’è il tempo materiale perché si compia l’embriogenesi.“
A Scopeti la vegetazione intorno è cambiata poco, dal 1985 perché dovrebbe esser cambiata la fauna? Se deposizione notturna, in Italia non esiste se non nelle grotte dove però le mosche, si alzano in volo di giorno, si orientano dentro le grotte nel buio con le putrescine, quindi almeno due gg dopo la morte: non può essere la stessa situazione riscontrata a Scopeti
Nella foto esche per insetti quelli volanti. Tutti e 6 i prof. citati tranne la Gemellaro hanno le stesse conclusioni, sempre dalle dimensioni delle larve viste in foto, quindi senza conoscere specie e stadio parlano di larve di grandi dimensioni incompatibili con una colonizzazione del lunedì.
Nell’ ipotesi ufficiale i due francesi sarebbero morti domenica sera dopo il tramonto, con il favore delle tenebre, ma avevano freddo prima dell’agguato, erano nei sacchi a pelo, per me, era già notte. Quindi le mosche avrebbero deposto le uova o le larve per le Sarcophagidi il lunedì all’alba e al pomeriggio.
Da evidenze fotografiche, ci sarebbero già le larve di grandi dimensioni quindi adulte! Cioè i bigattini, cilindriche, molto diverse dalle larve ai primi stadi, i filini, che sono appunto filiformi come il formato di pasta.
Questo scientificamente è molto improbabile!
Cito dalle perizie autoptiche dal blog mdf.com :
Dalla perizia Maurri https://www.mostrodifirenze.com/wp-content/uploads/1985/09/Perizia-autoptica-Maurri-Bonelli-Cafaro-Scopeti-1985.pdf
è discutibile invece il punto 3 pag. 61 che cito:
“il cadavere non poggiava completamente a terra e ciò ha ovviamente reso più difficile l’intervento della fauna cadaverica, tanto che sulla cute di esso non si sono riconosciuti né segni dovuti a formiche e simili, né ai piccoli roditori che, in numero maggiore o minore, sono ospiti abituali nei nostri boschi. Il mancato intervento della fauna cadaverica ci fa però anche pensare che il corpo dell’uomo non può essere rimasto troppo a lungo esposto nel bosco. In altre parole se esso vi fosse rimasto per due notti ed un giorno e mezzo, la fauna sarebbe sicuramente intervenuta ed altrettanto sicuramente avrebbe lasciato segni di questo intervento.“
Il dato però è molto variabile e dipende da tanti fattori come:
presenza umana, zona antropizzata, transito di automobili ecc
Altezza da terra del cadavere in quanto appoggiato in parte su un cespuglio
avrebbero dovuto fare prove con carcasse vicino alle latte di vernice, che può essere repellente, sia per gli insetti: mosche, vespe, formiche e coleotteri che per i topi e i cinghiali.
ANALISI DELLE TRASFORMAZIONI TANATOLOGICHE
Vittima femminile:
– alle 17 del 9/1985 rigidità in atto diffusa e detta ancora valida, ipostasi non valutate, macchia verde iniziale toraco dominale, reticolazione venosa putrefattiva qualche flittenula putrefattiva (bolle pustole) conformazioni larvali ben presenti
– dopo circa sette ore intensificazione della putrefazione e soluzione totale del rigor. Il rigor era risolto ovunque, anche alle articolazioni delle dita dei piedi, in parte anche artificialmente nelle manovra di sollevamento e di trasporto del cadavere. In conclusione il rigor è ancora presente ovunque alle ore 17, ma dopo 7 ore esso è risolto
Verbale di indagine autoptica eseguito il 10.9.1985 sulla salma di Nadine Mauriot dal Prof. Mauro Maurri, dal Dr. Aurelio Bonelli e dal Dr. Antonio Cafaro per incarico della Procura della Repubblica di Firenze. Siamo al martedì mattina.
Verso le ore 11 del 10 settembre 1985 il cadavere è caratterizzato da un colorito verde diffuso della cute, del tronco e degli arti, con vasti fenomeni di epidermolisi e di diffusione del disegno venoso putrefattivo, specialmente alla radice degli arti superiori e di quelli inferiori. La rigidità è ormai ovunque risolta anche artificialmente per spostamenti e movimenti passivamente impressi al cadavere.
La faccia presenta uno stadio di gigantismo accentuato con epidermolisi di tutta la metà sinistra, fatta eccezione per la regione mandibolare. Il derma scoperto ha colorito nerastro. Le labbra sono annerite e la lingua sporge lievemente all’esterno, apparendo anch’essa annerita e tumefatta. Alterazione cromatica su base putrefattiva e su base ecchimotica è presente anche, sia pure meno intensa, su entrambe le palpebre di sinistra
La presenza di uova e di larve viventi e brulicanti, presumibilmente di mosca carnaria, in notevole quantità in corrispondenza della faccia, alle pliche inguinali ed alla regione mutilata del pube. A quest’ultima regione la parte scoperta del plano muscolare superficiale comincia ad assumere un tenue colorito verdastro..
Quindi lo stato putrefattivo di Nadine era già molto avanzato il martedì mattina, malgrado la notte passata in cella frigo. Da sempre si afferma che lo stato cadaverico di Nadine fosse peggiore in quanto dentro la tenda faceva più caldo, specie la notte. Ci sono delle differenze ma meno accentuate di quello affermato già in perizia.. Le foto sul tavolo anatomico sono eloquenti: la faccia sembra esplodere!
Cito Segnini:
“La tenda, intanto, era davvero chiusa? Non proprio, e questo non solo perché altrimenti nessuna mosca avrebbe potuto entrarvi, ma perché e’ noto che sul retro vi fosse un ampio squarcio largo 40 cm! Non solo, ma leggendo il verbale di sopralluogo si apprende che anche la cerniera anteriore era aperta. Una pervietà contro laterale che ha quindi almeno evitato l’accumulo di condensa e permesso un certo ricircolo d’aria.”
Vittima maschile:
Per l’uomo alla prima osservazione verso le ore 17, del 9/1985 rigor ovunque in atto, anche alle piccole articolazioni dei piedi, ovunque valido, con iniziale minor validità alla nuca. Ipostasi posteriori rosso vinose, assai scarse ed ormai fisse; (vuol dire che sono passate più di 10 ore dalla morte) non macchia verde putrefattiva che non compare prima della rimozione del cadavere. Le ipostasi sono fisse fino dalla prima osservazione, la macchia verde non è comparsa nemmeno alla mezzanotte, allorché si ha invece un’iniziale schiusura di uova con comparsa di larve di mosca.
– alle 19 rigor invariato ma meno intenso alla nuca
– alle 21 risoluzione della rigidità alla nuca
– Alla mezzanotte i fenomeni cadaverici sono controllati presso l’Istituto di Medicina Legale. La rigidità è risolta anche agli arti superiori ed alle anche e, parzialmente, alle ginocchia, alle caviglie, alle dita dei piedi. In conclusione, la rigidità nel cadavere maschile comincia a farsi meno valida alla nuca verso le ore 18, con ulteriore diminuzione alle 21. Ad altre 3 ore di distanza, anche a causa del trasporto del cadavere, esso è risolto ovunque totalmente, ma dal ginocchio in giù solo parzialmente.
Sono presenti larve di carnaria all’emifaccia sinistra, senza erosione dei tessuti molli locali; iniziale tensione della borsa scrotale da gas putrefattivi Gigantismo facciale evidente, macchia verde e reticolo venoso.
Attenzione a questo dato: anche per Jean Michel rigor risolto alle 24 del 09/10 quindi a poche ore di distanza da Nadine. Il rigor inizia a risolversi dalla nuca in giù . Lo stesso dicasi per i fenomeni putrefattivi e per la colonizzazione entomologia già evidenti ed in stadio avanzato.
– alle ore 11 del 10 /09 quindi il martedì mattina dopo una notte in cella Maurri certifica che il rigor mortis è completamente risolto ovunque con addome verde con fenomeni putrefattivi di epidermolisi.
Verbale di indagine autoptica eseguito l’11.9.1985 sulla salma di JEAN MICHEL KRAVEICHVILI. Quindi siamo al mercoledì dopo 36 ore di cella frigorifera, cito:
“La rigidità cadaverica è presente nei vari distretti corporei, ma vincibile a livello delle grandi articolazioni degli arti; Estesi fenomeni putrefattivi di natura cromatica rappresentati da colorito verde-nerastro della regione addominale, della regione toracica anteriore e del dorso, con presenza di reticolo venoso putrefattivo a livello della regione delle spalle; si rileva inoltre presenza di facies negroide con larve di mosca carnaria in specie a carico del volto. la faccia profonda del cuoio capelluto appare di un colorito diffusamente verdastro con suffusione emorragica rosso scura in sede occipitale.”
Questo dato è totalmente incongruente con quello di 35 ore prima cioè che il rigor era risolto alle 24 del 9, con una parziale rigidità solo dal ginocchio in giù. Inoltre si indica un rigor presente, a tutti i settori, ma non si indica l’ora di soluzione dello stesso: anche questo è anomalo. Il rigor del mercoledì mattina è incongruente anche con il dato di Nadine: non può esserci una distanza di 35 ore tra le due risoluzioni del rigor. L’unica spiegazione logica è quella del prof Ferri che attribuisce l’errore alla rigidità dei gas putrefattivi che tendono il cadavere di Jean Michel: in effetti vedendo le foto: il cadavere è gonfio con scroto e pene teso per il gas. Mentre pensare che il rigor di JMK fosse solo all’inizio durante il sopralluogo delle 17 e risultasse risolto fino alle ginocchia alle 24 perché forzato dagli operatori è poco credibile sia per la differenza con il rigor di Nadine sia perché nel trasporto nessuno forza la nuca o la schiena. Al limite si forzano le braccia o gli arti per allinearli in barella.
In tabella ci sono i dati dello svuotamento gastrico per vari autori, in alcuni casi è distinto per tipi di pasto diverso. Ciò che conta nella nostra analisi è che il cibo ritrovato negli stomaci dei due francesi era ancora integro distinguibile: quindi sicuramente siamo sotto le due ore dal pasto. I residui nello stomaco erano indigeriti e ancora distinguibili: tagliatelle con sugo di carne al pomodoro, plausibile con il piatto di pappardelle alla lepre che servivano venerdì sera alla festa dell’Unità di Cerbaia dove furono visti sia i francesi, che Pacciani.
Nadine conservava tutti gli scontrini delle spese per una questione sia fiscale che di controllo spese e l’ultimo ritrovato fu quello del pranzo in una pizzeria di Pisa il venerdì 6.
Cito sempre la perizia Maurri
“per ovvie ragioni, che il duplice omicidio, non si possa essere verificato durante le ore del giorno, delimita la cronologia della morte o nella notte fra sabato e domenica (7-8 settembre) od in quella fra domenica e lunedì (8-9 settembre) Infine, l’ultimo punto è che, secondo ogni evenienza, le due persone vennero a morte contemporaneamente, anche se in seguito all’impiego di mezzi diversi, per cause diverse fra loro ed in luoghi ravvicinatissimi, ma con caratteristiche diverse. Il fatto che i fenomeni abiotici consecutivi fossero già al momento del sopralluogo, molto più progrediti sul cadavere della donna che non su quello dell’uomo non è certo motivo per pensare che fra la morte dell’una e quella dell’altro sia intercorso del tempo apprezzabile, né è giustificato che per queste stesse ragioni la morte dei due giovani debba essere collocata nella notte fra il sabato e la domenica e non piuttosto in quella immediatamente successiva..”
Quindi l’incertezza sull’ora della morte è evidenziata anche nella perizia stessa, e non è di poco si tratta di due giorni diversi.
Inoltre se vale la riflessione sul fatto che per Nadine tutte le trasformazioni tanatologiche furono accelerate dell’effetto serra della tenda, che era al sole almeno per mezza giornata, al contrario per JMK furono ritardate perché era completamente all’ombra tra gli alberi e al fresco della notte e all’aperto.
Il commissario Sandro Federico, allora direttore della SAM in un intervista a Paolo Cochi disse:
“io i cadaveri (dei francesi) li ho visti, non faccio il medico ma ne ho visti tanti (di cadaveri intende) li scoprimmo il lunedì (lunedì mattina) e li c’erano delle larve: ho sempre pensato che,….. è una mia opinione, l’omicidio di Scopeti è avvenuto di Sabato. Tanto che nelle indagini non abbiamo mai trascurato il sabato.”
https://www.youtube.com/watch?v=pi8QIpHH_Z0 min 2 30
Cito dal libro di Cochi la relazione del professor Giorgio Bolino medico legale del dipartimento di scienze anatomiche di Roma sulle fotografie dei due francesi:
“Si afferma che nella relazione che il decesso è avvenuto 16/18 ore prima del sopralluogo cioè tra le 23:00 del 8/9 e le ore 01 del 9 non sono d’accordo con questo intervallo post-mentale che mi sembra troppo ristretto
– all’ora indicata sarebbe stata notata una superficie cadaverica e ancora calda al tatto
– invece al momento del sopralluogo erano trascorse almeno 48/60 ore dalla morte in quanto vi era già rigidità completa descritta valida, che si risolve entro circa sette ore.
– la risoluzione della rigidità è completa appunto a circa 72 ore a 20° gradi C
– le formazioni larvali diffuse intense e la putrefazione dei corpi corrobora tale diagnosi tanato-cronologica quindi decesso avvenuto circa 60-72 ore prima del sopralluogo con maggiore propensione verso il margine superiore dell’intervallo 72
– lo stomaco ancora discretamente riempito di alimenti ben distinti deporrebbe per una morte occorsa tra le una e le due ore circa dall’ultimo pasto vedi tabella della perizia Maurri
– si può affermare che effettuando una comparazione tra i due omicidi i cadaveri dei ragazzi tedeschi sono in condizioni visibilmente descritte, tanatologicamente migliori rispetto ai francesi del delitto del 1985
– In definitiva ora della morte tra le 17 del 6/9 e le cinque del giorno 8/9.“
COMPARAZIONE TRA I CADAVERI DEI DUE TEDESCHI CON QUELLI DEI DUE FRANCESI
Il tenente colonnello dei carabinieri Nunziato Torrisi il 22 aprile 1986 nel suo rapporto scrive:
”si ipotizza che nel caso dei due francesi lo stato di generazione dei due cadaveri è stato accelerato dalle condizioni climatiche e dal fatto, specie per la donna, che il corpo è chiuso dentro la tenda. Si può invece obiettare che è proprio la posizione della radura, ove sono stati rinvenuti cadaveri, ben ventilata e coperta in parte dall’ombra degli alberi, avrebbe dovuto consentire una migliore conservazione del corpo.
E’ da notare che i cadaveri dei due tedeschi invece sono rimasti dentro il furgone, sotto i raggi del sole per diverse ore, e la morte dei due giovani è fatta risalire alla sera prima, eppure i loro corpi si presentano in tutt’altre condizioni.
Se è consentito esprimere delle opinioni non pare che dalle condizioni dei due cadaveri (francesi), da cui si notano segni di incipiente fenomeni putrefattivi, la morte dei due possa risalire a poche ore prima, ed è lecito ipotizzare o quantomeno non poter escludere, che i fatti si siano verificati anche 24 ore prima.
Del resto onde avvalorare meglio questa ipotesi basta fare un raffronto tra questo duplice omicidio e quello dei due tedeschi, i cui cadaveri sono stati rinvenuti proprio nello stesso mese e giorno: il 9 settembre 1983”
I due ragazzi tedeschi Uwe Rush e Wilheim Meyer furono uccisi a Giogoli la notte tra il 9 e il 10 settembre 1983, esattamente nello stesso periodo in cui furono uccisi i due francesi. La zona dista da Scopeti circa 8 km, ed è immersa in vigneti ed uliveti mentre la piazzola di Scopeti è circondata da boschi. Quindi nella comparazione bisogna tener conto che pur essendo zone vicine, con lo stesso clima, con le stesse specie di mosche, i trattamenti antiparassitari nei vigneti e negli uliveti abbattono o allontanano la popolazione di insetti comprese le mosche carnarie. Inoltre il pulmino dei ragazzi era al sole, per il pm Torrisi, infatti dalle foto risulta ombreggiato solo da una pianta rada di ulivo, quindi anche per i ragazzi si può ipotizzare un effetto serra da posto chiuso. Mentre la tenda dove giaceva Nadine era al sole solo per mezza giornata e JMK era invece in ombra tutto il giorno e all’aperto.
Presenza di Larve: Quindi il primo dato che differenzia le due coppie è che al sopraluogo del 10 settembre alle 22, cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte, i due tedeschi non presentavano è larve né uova di mosche carnarie. Mentre almeno Nadine al sopraluogo delle 17 cioè meno di 24 h dopo la data presunta di morte, era coperta di larve brulicanti sul viso e sulle zone delle escissioni. Jean Michel invece presentava le larve di mosche sicuramente alle 24 cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte, ma molto probabilmente uova o larve appena schiuse, c’erano anche al sopraluogo delle 17 e non furono viste. Sia i tedeschi che Nadine erano al chiuso, ma per i tedeschi, come per Jean Michel, c’era meno sangue ad attirare le mosche.
Rigor mortis: Si risolve gradatamente dalla nuca fino alle articolazioni dei piedi che sono le ultime a risolversi:
Alle 24 cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte, il rigor per JMK è risolto dalla nuca fino alle ginocchia
Alle 24 cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte per Nadine era completamente risolto anche alle dita dei piedi
Alle 22 cioè 22 h circa dopo l’ora della presunta morte per Uwe Rush e Wilheim Meyer rigor presente anche alla nuca e risolto completamente solo alle 9 del giorno dopo per entrambi. (quindi risolto circa 12 ore dopo JMK anche se permane dalle ginocchia in giù) Dalle foto sul tavolo anatomico sembra che Uwe Rush abbia i piedi ancora contratti, ma in realtà, come specificato in perizia, il Rush aveva il piede equino valgo e pure il ginocchio valgo.
Fenomeni putrefattivi: i segni e le trasformazioni dipendono dalle temperature e dalle contaminazioni batteriche esterne nelle aree con lacerazioni. I primi segni a manifestarsi sono la macchia verde sull’addome, il reticolo venoso prima bluastro e poi verde e l’enfisema scrotale teso dai gas. Colori dovuti alla putrefazione dei batteri intestinali e agli enzimi autolitici del sangue
Alle 24 cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte Nadine presenta fenomeni putrefattivi estesi il gigantismo facciale evidente, la macchia sull’addome era intensamente verde in corrispondenza della mutilazione pubica, ed il reticolo venoso era ora evidente ad entrambi gli arti inferiori, con epidermolisi estesa anche alle due cosce ed alla metà sinistra della parete addominale. (pg 56 perizia Maurri) (L’epidermolisi consiste in squame di pelle che si alzano e si staccano dal resto del corpo.)
Nadine all’autopsia cioè la mattina dopo verso le ore 11 del 10 settembre 1985, cioè dopo circa 16 di cella frigo, il cadavere è caratterizzato da un colorito verde diffuso della cute, del tronco e degli arti, con vasti fenomeni di epidermolisi e di diffusione del disegno venoso putrefattivo, specialmente alla radice degli arti superiori e di quelli inferiori. La faccia presenta uno stadio di gigantismo accentuato con epidermolisi di tutta la metà sinistra, fatta eccezione per la regione mandibolare. Il derma scoperto ha colorito nerastro. Le labbra sono annerite e la lingua sporge lievemente all’esterno, apparendo anch’essa annerita e tumefatta. Protusione del globo oculare (Pg 6 perizia Maurri) (Nadine presenta la cd facies negroide, molto evidente in foto)
Alle 24 cioè 24 h circa dopo l’ora della presunta morte JMK iniziale tensione della borsa scrotale da gas putrefattivi ma mancanza di macchia verde.
All’autopsia di JEAN MICHEL KRAVEICHVILI eseguita la mattina dell’11 .9.1985 quindi dopo 36 h di cella frigo il cadavere presenta estesi fenomeni putrefattivi di natura cromatica rappresentati da colorito verde-nerastro della regione addominale, della regione toracica anteriore e del dorso, con presenza di reticolo venoso putrefattivo a livello della regione delle spalle; si rileva inoltre presenza di facies negroide.
Alle 22 cioè 22 h circa dopo l’ora della presunta morte per Uwe Rush e Wilheim Meyer Wilheim Meyer i cadaveri vengono descritti al sopraluogo come in buone condizioni.
All’autopsia fatta alla mattina del giorno dopo 10 h di cella frigo Wilheim Meyer presenta enfisema scrotale ma assenza di macchia verde sull’addome(come JMK ma 10 ore dopo) ed un reticolo verdastro in faccia ( questo in perizia ma in foto si presenta bluastro e non verde che è lo stadio successivo) . In foto sul tavolo autoptico la faccia è molto scura i color rosso blu vinoso, per l’ipostasi dovuta al fatto che è morto a faccia in giù, non si tratta di facies negroide che invece è molto lontana dal presentarsi data la mancanza di macchia verde.
All’autopsia fatta alla mattina del giorno dopo 14 h di cella frigo Uwe Rush presenta una colorazione verdastra all’addome, ma non vi è enfisema scrotale. Entrambi presentano contenuto gastrico predigerito segno di un intervallo di diverse ore dall’ultimo pasto.
CONCLUSIONI
Le differenze macroscopiche tra lo stato di conservazione delle due coppie esclude, per me, che sia intercorso lo stesso intervallo di tempo tra la morte e il ritrovamento, anche considerando le dovute differenze di condizioni ambientali. Reputo la morte dei due francesi avvenuta almeno 24 ore prima se non di più.
ANALISI ISTOLOGICA
AL Pm Silvia Della Monica fu recapitata una lettera, la mattina di Lunedì 10 settembre 1985 quindi appena prima che si scoprissero i cadaveri, contenete un feticcio: dall’esame istologico effettuato sullo stesso si evince quanto segue:
“tessuto adiposo di origine umana con quadro corrispondente a quello di ghiandola mammaria in stato di riposo, del tutto analogo ai tessuti corrispondenti alla mammella sinistra di Nadine Mauriot“.
https://www.mostrodifirenze.com/1985/09/10/10-settembre-1985-lettera-anonima-a-silvia-della-monica/
Identità poi confermata dalla perizia genetica del prof Ugo Ricci.
cito la perizia istologica estratta dalla sentenza Ognibene pg 92 (fonte Marco Aufiero)
“Ancora la perizia medico-legale esperita su incarico dei PM dai periti dott. Franco Marini, prof. Riccardo Cagliesi Cingolani, prof. Francesco Bartoloni di Saint Omer, affermava che …essendo stato consegnato il frammento di seno in questione nel tardo pomeriggio dei giorno di martedì 10 settembre 1985 all’istituto di Medicina Legale, i periti hanno affermato che lo stato di conservazione dei reperto indicava una datazione della morte biologica del tessuto che poteva andare da pochissime ore ad uno-due giorni prima del suo recapito in Istituto, o anche oltre nell’ipotesi di una sua conservazione a bassa temperatura.”
Il lembo di seno di Nadine fu analizzato e la perizia concluse che la morte cellulare era compatibile con la domenica sera, ma nessuno sa a cosa sia stato sottoposto il feticcio, a refrigerazione a congelamento o a trattamento con conservanti come formalina, alcool, tannini ecc. Quindi i trattamenti avrebbero potuto fermare le trasformazioni tessutali ed inficiare il dato della morte cellulare.
Il criminologo Francesco De Fazio nella sua perizia scrive cito:
“Delitto Mauriot Nadine e JEAN MICHEL KRAVEICHVILI.
Il rinvenimento dei cadaveri è avvenuto lunedì 9 settembre, ma sulla base dei riscontri tanatologici l’epoca della morte è risultata collocabile nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1985 quindi tra sabato e domenica.”
TESTIMONIANZE
Tra le motivazione dell’archiviazione dell’esposto del riesame del processo ai cdm c’è questa frase:
“Tali conclusioni hanno trovato del resto ampia conferma nelle dichiarazioni rese dai testi Igino Borsi e Paolo Bonciani, che riferirono ai Carabinieri, subito dopo l fatto, di aver servito ai due giovani, verso le 11 della domenica 8 Settembre, un abbondante colazione in un bar vicino al luogo dove si trovava la loro tenda“
Io non lo so se i periti ebbero informazioni sull’avvistamento dei francesi alla domenica mattina, prima della stesura delle perizie: se fosse, ne sarebbero stati influenzati di sicuro, perché nel dubbio tra sabato e domenica, che avevano, mai avrebbero scelto sabato, sapendo che erano vivi la domenica. Le autopsie dei due francesi sono 10 e 11 Settembre 1985, mentre le testimonianze a verbale di Bonciani e Borsi sono 12 Settembre. Ma non sia quando fu scritta e consegnata la perizia.
La prima testimonianza, Borsi Bonciani non coincide con quello che i testi dicono nel dibattimento;
Verbali Borsi – Bonciani dibattimento assise 1998
Presidente: Lo abbiamo a verbale, si può dire esattamente… Il 12 venne sentito, il 12. Ecco, lei riferì na circostanza particolare.
Gino Borsi: Mah, la circostanza particolare, quei due che erano stati in quel bar.
Presidente: Eh. E chi erano questi due che erano stati in quel bar, lì?
Gino Borsi: Quelli due che sono stati uccisi. I francesi… non lo so, non mi ricordo chi erano.
Presidente: Eh, i francesi. E quando li vide lei? Lei, ci parlò lei con questi signori?
Gino Borsi: Sì. La mattina dalle nove alle dieci. Nove e mezzo, ora non mi ricordo di preciso.
Presidente: Eh, quei due francesi.
Gino Borsi: Sì.
… cut …
Gino Borsi: Eh, un me lo ricordo. Se fu un giorno di festa, la domenica, un lunedì, un me lo ricordo.
Presidente: Non se lo ricorda ora, ma allora se lo ricordava?
Gino Borsi: Allora sì.
Presidente: Allora disse la verità?
Gino Borsi: Sì, senz’altro.
Presidente: Spiegò bene. E lei cosa… Gli ha fornito qualche cosa a questi ragazzi, o no?
Gino Borsi: Mah, lì chiesero la colazione, che mi ricordo.
Presidente: Ah, la colazione.
Gino Borsi: Sì. Con un panino, l’affettato, e…
Presidente: Conferma quello che a suo tempo disse al processo Pacciani.
Gino Borsi: Ma certo.
Paolo Bonciani: Mah, io posso ricordare solamente questo: essendo un periodo che non c’era molti tranieri, due persone che parlavano solo ed esclusivamente francese, io dovetti intervenire, perché mio suocero che collaborava, così, alla buona, aveva delle difficoltà. Io mi ricordo solo di questo. Persone molto educate, molto gentili; sono state pochissimo, hanno fatto colazione e se ne sono qndate.
Presidente: Lei, allora, ha indicato anche il giorno preciso.
Paolo Bonciani: Non ricordo il giorno.
Presidente: Non lo ricorda oggi…
Paolo Bonciani: Non lo ricordo.
Presidente: Ma allora lo ricordava o no?
Paolo Bonciani: No, non è che ricordassi molto bene. Cioè, si parla di 13 anni fa. Io…
Orbene, i testi qui dicono , 13 anni dopo i fatti, di aver visto entrambe le vittime, di avergli servito panini ed affettati, l’abbondante colazione di cui parla la sentenza del 98, ed addirittura di averci parlato in francese traendo l’impressione di persone gentili ed educate.
Il presidente, del resto, deve prendere atto che, come è giusto che sia, i testi premettono di non poter ricordare davvero con tutto il tempo che è passato, e quindi rimanda ai verbali precedenti, non quelli dell’85 però, ma quelli del dibattimento del 94, dove di anni dai fatti ne erano passati solo 9…
Verbali Borsi – Bonciani dibattimento assise 1994
P.M.: Le fu mostrata una foto di una ragazza?
I.B.: Si.
P.M.: Ricorda di aver ravvisato in questa ragazza una sua cliente?
I.B.: Come… quella mattina si.
P.M.: Ecco… qual’era la mattina in cui… Le fu mostrata era… glielo dico io, la foto della ragazza francese morta nella piazzola degli Scopeti, lei ricorda di aver visto questa ragazza o questa signora, quando?
I.B.: Una volta lì, il giorno prima che fu… successe il caso.
P.M.: Ecco e cosa… L’aveva servita? Aveva fatto…
I.B.: L’avevo servita co’ un panino per fare colazione.
P.M.: Ricorda se era mattina o sera?
I.B.: La mattina.
P.M.: Se era sabato o domenica?
I.B.: Non me lo ricordo.
P.M.: Ecco lei ovviamente era molto più fresco perché le fu chiesto due giorni dopo il fatto… lei disse: “Il giorno 8 corrente alle ore 11:00…”
I.B.: Si, circa.
P.M.: Ecco, disse…
I.B.: Si.
P.M.: Era… lo ricordava meglio, era l’8 il giorno che aveva visto la ragazza, lo ricordava all’epoca.
I.B.: All’epoca si e ora non me lo ricordo ma all’epoca si.
P.M.: Benissimo.
I.B.: Approvo quello che ha scritto…
P.M.: Si, si più che approvarlo… Lei ricorda che le fu mostrata una foto…
I.B.: Si,si
P.M.: Lei fu sentito dai carabinieri dopo che fu scoperto l’omicidio?
P.B.: Si addirittura fecero, diciamo, base lì da noi per le prime indagini, chiaramente, perché si dovevano pur appoggiare a un telefono, dei servizi, a qualcosa.
P.M.: Vennero da lei e le chiesero, in quei giorni, qualcosa? Se aveva visto qualcuna delle vittime? La macchina?
P.B.: Avevamo visto…
P.M.: Avevamo, ecco…
P.B.: Avevamo visto… effettivamente, avevamo visto la vittima perché venga fare la colazione.
P.M.: La vittima quale?
P.B.: La Nadine Mauriot, mi sembra.
P.M.: La ragazza.
P.B.: La donna e perché fece colazione molto velocemente, chiese del bagno. Penso non oltre i 15 minuti, fra il bagno e la colazione, poi se ne andò.
P.M.: Quando avvenne questo? Il sabato?
P.B.: Non ricordo con esattezza.
P.M.: Uno dei giorni prima…
P.B.: Si senz’altro, non era la vigilia… senz’altro non molto lontano dall’accaduto, questo sono sicuro.
P.B.: Sa la mattina noi avevamo molte persone nel bar, addirittura dei pullman, cioè ricordarsi una straniera non era difficile, ricordarsi il giorno e il momento esatto era particolarmente difficile.
P.M.: Se lo ricordò nell’immediatezza dei fatti.
P.B.: Si perché avevano una macchina targata straniera, sa…
P.M.: Ecco, lei vide anche la macchina?
P.B.: Si era un R4 che non ricordo però il…
P.M.: Era un R4?
P.B.: Si per me era un R4, dalla vetrina, dal bar era un R4 targata francese però non ricordo il colore chiaramente.
P.M.: Lei all’epoca che… non sospetta, il 12 settembre ’85 disse ai Carabinieri: “Casualmente mi affacciavo dalla pensione denominata Ponte degli Scopeti, alla finestra che guarda su via Cassia, nel contempo notavo in sosta, senza alcuna persona a bordo, l’autovettura Golf di colore bianco con targa straniera…”
https://www.mostrodifirenze.com/1994/06/06/6-giugno-1994-17-udienza-processo-pietro-pacciani/
Anche qui, come faranno 4 anni più tardi, i testi premettono che i loro ricordi non saranno un granché a distanza di tutto quel tempo, sebbene, in realtà, sembrano un po’ più’ chiari di quelli del 98. Ora infatti, entrambi vedono solo la ragazza e si cita il riconoscimento fatto tramite fotografia, quella apparsa su La Nazione dell’85. La colazione è un po’ meno abbondante, ma c’è un passaggio al bagno in più e c’è l’avvistamento dell’auto, che il teste Bonciani dice essere una R4! Manca anche la chiacchierata in francese.
Allora quanto è davvero affidabile il ricordo dei testi, visto che nessuno, tranne chi afflitto da memoria eidetica, può avere ricordi precisi di fatti che quando gli sono occorsi erano irrilevanti, e quindi non gli si possono essere stampati in mente E allora, se i ricordi sono così mutevoli del tempo, perché non si va subito a leggere il verbale che questi due testi fanno redigere il 12 Settembre 85, visto che dicono in dibattimento di aver detto allora la verità E vediamo cosa dicono nell’85, non a 13 o 9 anni dal fatto, ma tre giorni dopo!
Testimonianza di Igino Borsi;
“Il giorno 8 corrente alle ore 11 circa intento nel bar della Pensione Scopeti di proprietà di mio genero Bonciani Paolo e tra le tante persone che vi entrò molto probabilmente la donna rimasta vittima del duplice omicidio, da me riconosciuta nella fotografia apparsa sul giornale “La Nazione”. La donna era di statura media, corporatura snella, capelli corti scuri, la quale chiese una acqua brillante in lingua italiana, un pò sforzata. Subito dopo la donna lasciava l’esercizio, senza vederla salire sul mezzo. Non ricordo altri particolari da segnalare. Non ho altro da aggiungere o da modificare e in fede di quanto sopra mi sottoscrivo. Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.”
Testimonianza di Paolo Bonciani
“Domenica 8 corrente, alle ore 11 circa, mentre mi trovavo nei locali della mia pensione denominata “Ponte dei Scopeti”, casualmente mi affacciavo alla finestra che guarda sulla Via Cassia e nel contempo notavo in sosta senza senza alcuna persona a bordo, l’autovettura Golf di colore bianco con targa straniera del tutto simile a quella rinvenuta nel luogo del delitto. La stessa attirò la mia attenzione proprio per la particolarità della targa che non è solito vederla sulle macchine di nazionalità francese. Dopo essere venuti a conoscenza del duplice omicidio verificatosi in località Scopeti non lontano dalla mia pensione, parlando in famiglia mio suocero mi riferiva che molto probabilmente la donna era entrata nel Bar sottostante la pensione, almeno riteneva di averla vista tra gli avventori e di riconoscerla per quella apparsa sul giornale “La Nazione”. Non sono in grado di fornire ulteriori notizie in merito. Non ho altro da aggiungere o modificare ed in fede di quanto sopra mi sottoscrivo. Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.“
Quindi: Niente panini, solo Borsi vede una ragazza somigliante alla foto della Nazione, niente chiaccherate in francese, niente bagno, e nessun JMK. Il teste Bonciani addirittura dice di essere stato informato il giorno dopo dal suocero il che nel bar poteva essere entrata la vittima. Ma tutto questo e’ irrilevante rispetto alle poche e precise parole dette dal Borsi per descrivere la persona da lui vista; corporatura snella, capelli corti scuri,
Questo basta per affermare che in quella locanda, alle 11 della Domenica, NON vi entro’ la signora Nadine Mauriot, che in quel maledetto settembre dell’85 viene ritratta cadavere con i capelli a caschetto lunghi fino alle spalle
Aggiungo che Nadine parlava in italiano.
Testimonianza Bertinelli
Adriano Bertinelli e l’operatore televisivo Paolo Bernini, la sera di sabato 7 settembre 1985 erano a cena al ristorante “La Baracchina”, poco distante dalla piazzola del delitto, circa 300 mt. Attorno alle 22:30, i due amici udirono degli spari. I clienti uscirono dal locale ma nel buio assoluto non videro nulla. Pensarono così a dei petardi o fuochi d’artificio provenienti dalla festa dell’Unità che si stava tenendo nella poco distante Cerbaia.
Testimonianza Weber
La signora Petra Weber, abitante in via Faltignano 18 distante più di 1,3 km in linea d’aria dalla piazzola degli scopeti sente degli spari alla domenica sera, alle 24 come stappi di bottiglia, ma la signora Anna Garducci, abitante in una casa nei pressi della piazzola, aveva invece dichiarato che la sera di domenica 8 settembre non aveva udito alcun rumore proveniente dal luogo del delitto, né aveva notato un andirivieni di automobili sospette. Gli scoppi che sente la signora Weber magarii erano i fuochi d’artificio provenienti dalla più vicina villa degli Hare Krishna che domenica era proprio in festa.
https://www.mostrodifirenze.com/1985/09/14/14-settembre-1985-testimonianza-petra-weber/
Nella foto ci sono le distanze tra la casa della signora Weber, che sente gli spari domenica sera, in via Faltignano 18 e:
– la piazzola di Scopeti linea blu,
– e la villa degli Hare Krishna linea rossa,
– mentre la linea gialla è la distanza tra la trattoria Pertussina dove sentono gli spari il sabato sera e la piazzola degli scopeti.
Testimonianza Batacchi
Stefano Batqacchi non parla dei fogli sporchi, descritti dalla Carmignani davanti alla tenda dei francesi, si presuppone quindi che li abbiano buttati i francesi dopo quando ancora erano vivi : ma chiunque poteva entrare a scopeti raccogliere e buttare immondizia, o magari le cartacce li ha spostati il vento. Oppure Batacchi non ci ha fatto caso ma i fogli c’erano già. Come la Carmignani non ha fatto caso alla tenda tagliata, e il suo ragazzo non ha fatto caso alla puzza e alle mosche. Ma una la puzza e le mosche non se le può inventare! A che scopo?
https://www.mostrodifirenze.com/1985/09/12/12-settembre-1985-testimonianza-di-stefano-batacchi/
Testimonianza Edoardo Iacovacci:
fermo ad urinare, dice che Pacciani arriva in motorino, si addentra nella piazzola ed esce pochi minuti dopo. In realtà molto probabilmente vide Pucci che infatti lo indicò nella sua testimonianza. Iacovacci testimonia che la tenda e l’auto dei francesi era esattamente lì dove la trovarono lunedì mattina. Quindi i francesi non si mossero da lì: perché? Erano già morti?
https://www.mostrodifirenze.com/1994/02/10/10-febbraio-1994-testimonianza-di-edoardo-iacovacci/
Testimonianza Carmignani Sabrina :
L’anno 1985, addì 9 del mese di settembre, in S. Casciano Val di Pesa, nell’Ufficio del Comando Stazione Carabinieri, alle ore 19,30.
Cito:
“Verso le ore 17,30 circa di ieri 8 corrente, unitamente al mio fidanzato GALLI Mauro, residente in S. Casciano Val di Pesa, via Delle Casacce nr., tel. 829854, ci siamo recati agli Scopeti, nel punto in cui sono stati rinvenuti i cadavere di due persone in data odierna, preciso che ci siamo fermati vicinissimo alla tenda, molto piccola, di colore grigio chiaro. Poiché pensavamo di disturbare la gente che eventualmente vi fosse dentro a dormire, sempre a bordo della nostra autovettura siamo venuti nuovamente a ritroso fermandoci a pochi metri di distanza ove abbiamo consumato un panino. Volevamo ancora rimanere, ma temendo di dare disturbo ci siamo allontanati.
A.D.R. – Ricordo che davanti alla tenda che si affaccia verso la strada ho notato un po’ di sporco, mi sembrava cosa da mangiare e una macchia di unto senza peraltro notare bene di cosa si trattasse. Ricordo bene che vicino alla tenda vi era una macchina di colore chiaro, mi sembra, anzi sono sicura che era una Golf, i cui fari erano orientati verso la tenda a distanza di circa 1 un metro mezzo.
A.D.R. – Siamo andati via dal posto dopo circa una mezzora dall’arrivo. Mentre che stavamo andando via è arrivata un’altra autovettura con una persona a bordo. Era una macchina tipo la Regata, ma si trattava di un’auto che non so descrivere, anche perché non ho dato importanza alla cosa.
A.D.R. – Molte altre volte, sempre col mio fidanzate e con altri amici, ci siamo recati nel posto di cui sopra. In qualche circostanza ho notato delle macchine con a bordo una sola persona, di sesso maschile. Ciò a tarda notte verso le ore 1,00 – 2,000.. Molto spesso ho notato uomini da soli a piedi, i quali, quando vedono i fari delle macchine si girano di spalle per non farsi riconoscere. Ora che ricordo ho notato molte volte uno di S. Casciano, un tipo strano, che fuma la pipa, taciturno, il quale frequenta molto la Casa del Popolo.
A.D.R. – Se lo vedesse sarei in grado di riconoscere quell’uomo, ora che ricordo lo chiamano “Seghe-Seghe”, comunque facilmente rintracciabile.
A.D.R. – Non ho altro da dire.
L.C.S.
Alle ore 21.00 di oggi 9.9.1985, nella Caserma Carabinieri di San Casciano Val di Pesa, si riapre il
verbale s.i.t. rese da CARMIGNANI Sabrina.
Cito: “Preciso che quando ho parlato di cosa untuosa, volevo riferirmi ad un pezzo di carta che avevo notato sul posto da cui si notavano tracce untuose come se fosse stata utilizzata poco prima per mangiare o per avvolgere dei generi untuosi. Tale carta un po’ piegata e mi è parso che fosse a righe. Era certamente di colore bianco.
A.D.R. – Da come si presentava esteriormente, con un rigonfiamento nella parte inferiore ho avuto la sensazione che all’interno della tenda vi fosse almeno una persona. Ribadisco che ciò è solo una mia sensazione in quanto non ho minimamente pensato di osservare chi vi fosse a all’interno della tenda.
A.D.R. – Ribadisco che al mio arrivo ho potuto notare che la parte anteriore della tenda era aperta e che parte di essa più precisamente il lembo superiore destro era piegato all’esterno.“
Cito un’intervista della Carmignani del 1° aprile 2003
“Vidi dapprima, una Volkswagen Golf bianca, ferma sul lato sinistro e poco prima di una tenda da campeggio. Tutto intorno mi pareva sporco e malandato. Pieno di cartacce. Diedi una rapida occhiata.
Vidi subito, davanti all’ingresso della tenda dei ragazzi francesi assassinati, che era tutto sporco. Uno sporco innaturale, come se davanti alla tenda vi fosse dell’olio, dell’unto, insomma. Mi colpirono, in mezzo a quello “sporco”, un paio di scarpette rosse da donna.
Ora mi rendevo conto del perché tutto mi sembrasse brutto, diverso dalle altre volte: si sentiva un puzzo terribile, come di cadavere e c’erano mosche dappertutto, tante, ed io me ne intendo di puzzo di cadaveri… Io, ho fatto l’infermiera in un obitorio.“
Nella foto un esempio di carta da salumi bianca a strisce, ma dubito che i francesi in campeggio abbiano buttato le cartacce davanti alla propria tenda. Da sottolineare il cambio di prospettiva enorme che fa la Carmignani dalla prima affermazione a verbale nel pomeriggio alla rettifica della sera alle 21, perché:
– la macchia di unto e di sporco fuori dalla tenda, fa pensare al sangue colato dalle attività escissorie su Nadine,
– mentre le cartacce sporche di unto, fanno pensare ad una presenza in tenda e ad un pic nic.
Anche la puzza di cadavere e le mosche non può essersele inventate, anche se il suo compagno di allora non le rileva: ma certe sensazioni olfattive sono diverse da persona a persona, specie in lei che conosceva bene quell’odore dato che aveva lavorato anche negli obitori.
L’avvocato Filastò, durante il processo, fece in modo di dimostrare che non furono rinvenute carcasse di animali nella zona subito dopo la scoperta dei cadaveri. Quindi il fetore che la Carmignani aveva denunciato non era sicuramente dovuto a carogne di animali morti.
https://www.mostrodifirenze.com/tag/sabrina-carmignani/
Testimonianza Buonaguidi
Il motociclista Mauro Buonaguidi vede la golf bianca con targa francese di Nadine, la domenica pomeriggio, a seicento metri dalla piazzola. Buonaguidi dopo 10 anni magari si è confuso, era un feriale ma magari il sabato e non domenica. Per me ha visto effettivamente la golf dei francesi ma dov’era, nella piazzola, non più sotto: cosa faceva sotto? Poi non è chiara la direzione se era verso san casciano o al ritorno, perchè dice che li vede a sinistra, ma se viene da Scandicci e va su a Scopeti, come afferma, la stradina della piazzola è a destra. Nella sentenza Ferri la testimonianza Buonaguidi è definita di dubbia genuinità
https://www.mostrodifirenze.com/1994/06/29/mauro-buonaguidi/
Testimonianza Joe Bevilacqua
Joe Bevilacqua, direttore del cimitero americano vicino alla piazzola di scopeti, afferma di aver visto, passando in auto da via Scopeti, l’auto e la tenda dei due francesi all’imbocco della piazzola addirittura il mercoledì 4 settembre 1985 ( quando invece i Francesi erano ancora in nord Italia
Poi ripassando in auto da Scopeti uno o due giorni dopo aveva visto l’auto e la tenda più in alto nella piazzola. ( però dalla strada il posto dove piantarono la tenda l’ultima volta i francesi non si può vedere.)
Al processo dirà di aver sentito la notizia del duplice omicidio il lunedì 9 alla radio. (sbagliandosi perché la notizia arrivò al martedì)
La testimonianza di Joe Bevilacqua è considerata dubbia e contraddittoria
CRONOLOGIA
Ragioniamo al contrario cosa dovrei aspettarmi se i ragazzi fossero stati uccisi:
Al venerdì
Già l’odore di putrescine e cadaverine il giorno dopo, evidente alla domenica, (lo sente la Carmignani) -. Stato putrefattivo al lunedì con soluzione del rigor, larve adulte già al lunedì.
Al sabato
Domenica l’odore evidente non ci sarebbe, forse qualche zaffata.
al lunedì ci sarebbe ancora il rigor,
al lunedì ci sarebbe forse qualche larva adulta ma più filini, cioè i primi stadi .
Alla domenica
larve adulte al lunedì pomeriggio: impossibile!
Soluzione del rigor al lunedì sera: non impossibile ma improbabile e soprattutto concomitante tra i due, o sfalsato di poco non di 36 ore!
Stato putrefattivo non impossibile se avesse fatto molto caldo anche di notte: ma erano nel sacco a pelo, non faceva così caldo di notte!
Infine c’è la prova del nove, cioè le condizione dei due ragazzi di Giogoli, che nello stesso lasso di tempo stabilito da Maurri per Nadine e Jean Michel, non sono né colonizzati né in putrefazione: le differenze nello stato cadaverico sono macroscopiche.
Cito Andrea Bonechi perché ha una buona intuizione sulle date a Scopeti:
“Aggiungo anche, come spunto di riflessione, che gli appunti trovati a Pacciani, visti da Ognibene come un tentativo di crearsi un alibi, erano forse una sorta di promemoria, per ricordarsi di non tradirsi con le date, che lui sapeva essere diverse, ed uniformarsi a quelle degli inquirenti.”
CONCLUSIONI FINALI
Ritengo poco probabile la morte nella notte tra la domenica e il lunedì , molto più probabile tra il sabato e la domenica, (che è il dubbio che hanno i periti) non escludo addirittura tra il venerdì e il sabato.
Nello schemino ho messo i riferimenti a confronto per i giorni del possibile omicidio. Il valore verde è positivo quello rosa negativo. Per il sabato non ci sono scontrini, ma potrebbero essere stati alla festa degli Hare Krishna di giorno e alla festa dell’unità la sera.
Ritengo poco probabile la morte nella notte tra la domenica e il lunedì , molto più probabile tra il sabato e la domenica, (che è il dubbio che hanno i periti) non escludo addirittura tra il venerdì e il sabato.